Le situazioni di “crisi” in bambini, adolescenti, adulti, anziani

MEDICINA ONLINE CRESCITA MORTE ADOLESCENZA INFANZIA BAMBINI ANZIANI ADULTI VECCHI GENITORI NONNI FAMIGLIA INVECCHIAMENTO FASI DI CRESCITA ADOLESCENTE MAMMA PAPA NONNO ETA ANNO ANNI TEMPO CHE PASSA.jpgIl termine “crisi” deriva dal greco krinein e significa decidere, scegliere. Generalmente al termine “crisi” viene attribuita una connotazione particolare: quando una Continua a leggere

Crisi ipoglicemiche: cosa fare per aumentare la glicemia?

MEDICINA ONLINE  Glucagen Hypokit 1 mg PANCREAS ADDOME TUBO DIGERENTE INTESTINO DUODENO DIABETE INSULINA GLUCAGONE SOMATOSTATINA POLIPEPTIDE PANCREATICO GHIANDOLA ENDOCRINA ESOCRINA ANFICRINA DOVE SI TROVA FUNZIONICome abbiamo visto nel precedente articolo: Ipoglicemia: valori, sintomi, diabete, cosa fare, notturna, conseguenze, l’ipoglicemia, può verificarsi in molti casi, ad esempio nel Continua a leggere

E’ possibile portare avanti una relazione se il sesso è insoddisfacente?

MEDICINA ONLINE ANSIA DA PRESTAZIONE SESSO TRISTE SESSUALE PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE PAURA TIMORE COPPIA MENTE PSICOLOGIA LETTO PENETRAZIONE MATRIMONIO FIDANZATI UOMO DONNA METODI CURA TERAPIA RIMEDI SEXUna signora nostra lettrice ci ha chiesto: “Secondo voi è possibile portare avanti una relazione stabile se il sesso è poco soddisfacente o del tutto insoddisfacente?”

Cara signora, è molto difficile rispondere ad una domanda del genere, così soggettiva: una coppia può sopravvivere ad eventi tragici, mentre un’altra può finire per una sciocchezza. Parimenti una storia senza un sesso soddisfacente può continuare tanti anni in modo comunque appagante, mentre una storia “tutto sesso” può “bruciarsi” subito: non esistono regole, in amore!

E’ però innegabile che l’intesa sessuale è certamente molto importante in una coppia, ma è anche vero che con gli anni anche le coppie più “focose” tendono ad avere un po’ meno attrazione sessuale e ciò capita praticamente a tutte le coppie ed è normale. I figli (ed i nipoti) che crescono, la crisi economica, l’avanzare degli anni, i problemi di erezione (lui) e di lubrificazione (lei), gli acciacchi dell’età, l’aumento della pornografia online e relativo effetto Coolidge, i chili di troppo accumulati a causa di un metabolismo che dopo i 30 anni non fa altro che calare… Tutto questo può ovviamente “raffreddare” gli animi e far prediligere alla coppia attività più rilassanti. Ciò non significa che da una certa età in poi “i giochi son chiusi”, anzi, è importante che da ambo i partner ci sia la volontà di mantenere accesa la fiamma del desiderio, per quanto possibile, organizzando cenette fuori, viaggi, usando vestiti più “provocanti” in certe occasioni, facendo il bagno insieme…

Diverso è invece se il sesso è insoddisfacente fin dai primi anni del rapporto: in questo caso, secondo la nostra esperienza, è ben difficile – anche se non impossibile – che la coppia sopravviva, a meno che entrambi i partner non siano “asessuali“.

Se credi di vivere una crisi di coppia, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirete a risolvere definitivamente il vostro problema.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PRENOTA UNA VISITA CONTATTI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano Pene

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Differenza tra epilessia parziale e generalizzata

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME FATTO CERVELLO SERVE FUNZIONA MEMORIA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio PeneIn linea generale esistono due tipi di crisi epilettiche: quelle generalizzate e quelle parziali, anche chiamate focali. La differenza sta nel fatto che, mentre le crisi generalizzate interessano tutta la superficie del cervello, quelle focali si originano generalmente in una parte circoscritta (anche se a volte si estendono poi a tutto il cervello e si trasformano in crisi generalizzate).

Crisi epilettiche generalizzate

Interessano tutta la superficie del cervello.

  • Crisi generalizzata tonico-clonica. Durante queste crisi, si ha sempre una perdita di conoscenza per cui se la persona si trova in piedi cadrà irrimediabilmente al suolo. È caratterizzata da due fasi: la prima, la fase tonica, nella quale il corpo si irrigidisce, e la seconda, la fase clonica, nella quale si hanno una serie di convulsioni, di movimenti ritmici. Anche se sono le crisi più spettacolari, oggi sono molto rare grazie ai trattamenti attuali.
  • Crisi generalizzata di assenza. Durante un’assenza (come viene chiamata colloquialmente questa crisi), la persona è assorta e immobile, con lo sguardo fisso per alcuni secondi, tra 10 e 15. A volte si producono anche dei movimenti oculari o ammiccamenti. Anche se il recupero è veloce, questo tipo di crisi è si verifica molto frequentemente, anche più volte al giorno.
  • Crisi generalizzata mioclonica. Questo tipo di crisi è accompagnato da una scossa brusca e istantanea di tutto il corpo (o solo di una parte, generalmente gli arti superiori). Queste crisi durano molto poco, al massimo alcuni secondi, quindi spesso passano inosservate.
  • Crisi generalizzata atonica. Improvvisamente, la persona colpita da questa crisi perde conoscenza e forza muscolare, questo provoca una caduta se la persona si trova in piedi. Generalmente dura pochissimi secondi e il recupero è istantaneo. Spesso, è accompagnata da altri tipi di crisi.

Crisi epilettiche focali (parziali)

Dipendono dalla zona del cervello nella quale si produce la scarica elettrica e se questa si espanda o meno ad altre parti del cervello. In base al punto in cui si origina la crisi, possono svilupparsi uno o più sintomi.

  • Crisi parziale semplice (senza alterazione della coscienza). Si tratta di una crisi epilettica focale con sintomi motori (scosse ritmiche di una parte del corpo che durano alcuni secondi o minuti). Altre volte, questo tipo di crisi provoca una sensazione strana, senza che nessuno all’esterno possa accorgersene.
  • Crisi parziale completa (con alterazione della coscienza). In questo caso la persona perde conoscenza ma non la forza muscolare. Succede che la persona resti immobile e in silenzio per alcuni secondi o minuti. Sono frequenti movimenti della bocca e delle mani (come se la persona stesse masticando o deglutendo o come se si stesse vestendo o abbottonando). Altre volte è possibile che si muova come se fosse cosciente ma in modo strano e che dica cose incoerenti.
  • Crisi parziale con generalizzazione secondaria. Si ha quando una crisi parziale (semplice o completa) si estende dal fuoco epilettico a tutta la superficie cerebrale.
  • Spasmi epilettici. Si hanno generalmente nei bambini molto piccoli, spesso di un solo mese. Sono caratterizzate da una flessione o estensione brusca del corpo e della testa per pochi secondi, da 1 a 5.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Schizofrenia: cosa fare in caso di crisi? A chi chiedere aiuto?

MEDICINA ONLINE CERVELLO TELENCEFALO MEMORIA EMOZIONI CARATTERE ORMONI EPILESSIA STRESS RABBIA IRA PAURA FOBIA SONNAMBULO ATTACCHI PANICO ANSIA VERTIGINE LIPOTIMIA IPOCONDRIA PSICOLOGIA PSICOSOMATICA PSICHIATRIA OSSESSIVOLa schizofrenia è una psicosi cronica caratterizzata dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell’affettività, da un decorso superiore ai sei mesi, con forte disadattamento della persona ovvero una gravità tale da limitare le normali attività di vita della persona.

Che fare in caso di crisi?

Durante un episodio acuto, lo schizofrenico è spesso agitato, angosciato, in preda ad allucinazioni o a idee deliranti. Bisogna fare di tutto per evitare di agitarlo ulteriormente. Quindi è preferibile essere soli con lui, anche se ci sono persone in una stanza vicina, e provare a rassicurarlo parlandogli dolcemente nel modo più normale possibile. Meglio non toccarlo, fissarlo negli occhi o stargli troppo vicino, né bloccare le uscite, per evitare che si senta minacciato e per proteggere voi stessi. Occorre dimostrargli empatia, chiedendogli cosa c’è che non va o commentando ciò che sente (“Hai paura?”), senza moltiplicare le domande o fargli un discorso. Con formule più semplici, ripetute in modo identico, si rischia meno di destabilizzarlo. Occorre tentare poi di convincerlo ad andare all’ospedale o in un centro di accoglienza e di crisi (aperto 24 ore su 24), cosa che non è sempre facile. Tutto sarà più semplice se vi informerete prima presso i medici sul comportamento da adottare e le strutture di accoglienza vicine a voi.

Leggi anche: Amare uno schizofrenico: come comportarsi con uno schizofrenico?

A chi chiedere aiuto in caso di crisi?

Al momento, non esiste una ricetta miracolosa per affrontare queste crisi, che fanno molta impressione sulla cerchia di familiari e amici, che spesso si trova particolarmente sola in questi momenti. Ottenere la visita di uno psichiatra a domicilio è, di regola, impossibile. I pompieri, cioè il SAMU, raramente accetteranno di spostarsi per queste persone agitate. Il medico curante o un’altra persona con cui il malato ha un rapporto di fiducia potranno essere un aiuto prezioso. Ma la polizia a volte è l’unica risorsa quando non è possibile alcuna comunicazione e la persona è violenta. È una soluzione traumatizzante, da non utilizzare se non in casi estremi. Eventualmente occorrerà ricorrere ad un ricovero o alla richiesta di un terzo (se il malato ha bisogno di cure e non è in stato di dare il suo consenso) o un ricovero d’ufficio (in caso di pericolo per l’ordine pubblico o per le persone). I servizi detti “del settore psichiatrico”, ovvero di accoglienza principalmente di pazienti che abitano in un determinato settore geografico sono suscettibili di ricevere in qualsiasi momento questi pazienti in crisi.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Epilessia: come riconoscere un attacco e soccorrere un ammalato

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CERVELLETTO FUNZIONI CORREZIONE MOVIMENTI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari An PeneL’epilessia è una manifestazioni clinica contraddistinta da fenomeni improvvisi con crisi generalizzate dovuti ad una scarica elettrica anomala che si prolunga, interessando gruppi di cellule nervose sia della corteccia cerebrale che del tronco. Poiché, come dicono i medici, un buon 5% delle persone durante la propria vita può avere una crisi epilettica, senza essere epilettico, si capisce bene anche solo da questo dato come la singola o sporadica crisi possa essere spesso messa in relazione con altre patologie o infortuni a carico del sistema nervoso o a seguito di determinati stimoli esterni che determinano la comparsa del fenomeno.

Come riconoscere un attacco epilettico

Nell’epilessia durante la crisi di “grande male” il paziente si irrigidisce in una prima fase, fermo il fatto che quando è già incorso a precedenti crisi solitamente avverte il sopraggiungere di un altro fenomeno epilettico, fatto che lo induce anche ad assumere posizioni che evitino il verificarsi di lesioni causate dai movimenti inconsulti o dalle cadute. La crisi prosegue con la perdita della vigilanza da parte di chi ne è colto che cade a terra, spesso dopo un urlo, perdendo conoscenza ed agitandosi in violenti movimenti ritmici caratteristici; durante questa fase è facile assistere allo stato cianotico del paziente che può giungere persino a vere e proprie crisi dispnoiche accompagnate anche da perdita involontaria di urine e, più raramente feci. Altra caratteristica, durante la crisi, è assistere alla perdita di bava dalla bocca a volte frammista a sangue per via della lacerazione che il paziente s’è arrecato alla lingua durante i movimenti inconsulti finendo per morsicarla. La successiva fase è quella del risveglio, con recupero graduale della vigilanza, che però, viene solitamente preceduto da una stato confusionale se non, addirittura, da un vero e proprio addormentamento seguito da un lento risveglio. Nella crisi di “piccolo male” invece pur assistendo agli stessi sintomi del “grande male” appena visti, il paziente perde la vigilanza per un periodo di tempo più breve, a volte persino una manciata di secondi, dove a caratterizzare le crisi provvede una sequela di scosse diffuse in tutto il corpo ma anche queste di breve durata.

Le epilessie infantili si manifestano di solito intorno ai 3 fino ai 9 mesi di vita del bambino dove si assiste a veri e propri spasmi muscolari. Giungere alla diagnosi in assenza di adeguate tecniche diagnostiche è quasi impossibile, anche perché, ogni eventuale studio andrà condotto sulla base delle esclusioni che si andranno a fare riguardo ad eventuali patologie insorte o pregresse. Si può assistere a degli sporadici attacchi epilettici, che nulla hanno a che vedere, anche per la loro atipicità in relazione all’età del paziente, solitamente comunque si verificano nei bambini, a causa di una parassitosi intestinale. Parliamo di forme rare, oltretutto è difficile che la presenza di parassiti intestinali non venga accertata prima di giungere alle crisi epilettiche, tuttavia, laddove si assistesse a manifestazioni simil epilettiche in assenza di altre cause, potrebbe essere utile non escludere la presenza di eventuali parassiti intestinali che, se in numero cospicuo, possono secernere delle tossine che agiscono a livello cerebrale generando le crisi. Attenzione infine alle convulsioni febbrili: queste forme nulla hanno in comune con le normali epilessie, tuttavia i sintomi spesso sono in parte sovrapponibili e potrebbero essere scambiati dai familiari, impressionati dagli attacchi violenti e repentini cui vanno incontro i bambini, a vere e proprie crisi epilettiche. Sono manifestazioni, tuttavia, transitorie e quasi sempre messe in relazione con gli stati febbrili la cui temperatura si eleva oltre i 38 gradi centigradi e che riguardano un numero cospicuo di piccoli pazienti. Sono manifestazioni reversibili che conviene, tuttavia, sottoporre al giudizio di un medico neurologo magari su consiglio del pediatra che istituiranno delle cure ad hoc, fermo il fatto che, generalmente, tali manifestazioni regrediscono, fino a scomparire, dopo i dieci anni d’età, anche in concomitanza con episodi febbrili in cui si assiste ad una temperatura elevata.

Leggi anche:

Se non ci si trova di fronte a delle gravi crisi epilettiche che in rari casi potrebbero avere nel paziente un esito infausto, il fenomeno, quasi sempre, è fronteggiabile da chi vi assiste anche se non si tratti di un medico. Ci sono manovre ad esempio che possono essere compiute con una certa facilità se si riesce a mantenere la calma e se soprattutto si entra nella logica che l’epilettico non è una persona pericolosa, l’unico male che è capace di arrecare è, involontariamente, contro se stesso. Appunto per questo, chi assiste un malato di epilessia, durante una crisi dovrà porre in atto tutti quei presidi atti ad evitare che il paziente si ferisca, ad esempio cadendo, o muovendosi violentemente e scordinatamente, ciò significa, adagiare, nel possibile il paziente su una superficie morbida, anche quando dovesse agitare la testa si dovrà fare in modo che non possa sbatterla violentemente ferendosi, a volte, anche gravemente. Inoltre, se la situazione lo permette si dovrà evitare che il paziente si tagli la lingua con i denti. Per evitare ciò si dovrà porre sotto le arcate dentarie un fazzoletto di stoffa ripiegato che ammortizzi i colpi inferti dai denti sulla lingua, evitando che la manovra, comunque, non provochi ferite da morsicatura al soccorritore. Il paziente dovrà essere tenuto limitando i movimenti inconsulti, ma ciò andrà fatto con decisione ma anche delicatezza cercando di essere elastici ed, eventualmente, assecondando i movimenti improvvisi ma smorzandone l’intensità. L’eccessivo contenimento dei gesti, proprio perché violenti ed improvvisi, possono causare fratture e lesioni al paziente che non dovrà mai essere bloccato sotto il peso del soccorritore, fatto questo pericoloso perché finisce con l’aggravare la situazione a causa del fatto che il paziente così costretto potrebbe finire per non respirare adeguatamente ed andare in ipossia cerebrale, fatto che peggiora sicuramente la crisi. Semmai, in maniera delicata, si potrà comprimere la gabbia toracica del paziente laddove lo stesso dopo aver effettuato una lunga inspirazione non riesca ad espirare la quantità di aria necessaria. L’accorgimento dovrà essere delicato anche per evitare fratture alle coste. Mai somministrare farmaci per bocca durante la crisi, si rischia di fare soffocare il paziente che non è assolutamente in grado di esercitare alcun controllo deglutitorio. Generalmente la crisi evolve dopo un periodo di tempo variabile, in relazione al tipo epilessia accusata dal malato, al risveglio il paziente sarà confuso e prostrato, cercate di rassicurarlo senza spaventarlo e prima di farlo bere, visto che è probabile che vi chieda dell’acqua per via dell’immane sforzo effettuato, accertatevi che sia sveglio al punto da riuscire a deglutire senza problemi, altrimenti aspettate che si svegli del tutto. E’ sempre bene, comunque che vi sia la presenza di un medico il quale somministrerà i farmaci idonei, consigliato, in qualche caso, anche il ricovero in ospedale, soprattutto se ci si trova di fronte ad un primo attacco. Mai somministrare dei farmaci “a casaccio”: aspettate che sia il medico a decidere se il paziente abbia bisogno di un farmaco.

Leggi anche:

Cosa dire al medico?

Se conoscete la storia clinica del malato, riferite tutto con dovizia di particolari al medico o al pronto soccorso, compresi i farmaci di cui conoscete l’esistenza e che assume la persona; non è detto che il paziente sia in grado di collaborare in maniera efficace subito dopo una crisi. Per chi invece soffre di crisi epilettica, è indispensabile che sia avvertito che ogni farmaco, anche quello ritenuto il più banale, preso per altre cause dovrà essere sottoposto a giudizio del medico, atteso che può avere effetti sulla cura praticata. Così come ogni altra manifestazione o eventuali dubbi andranno chiariti col proprio medico e con lo specialista che ha in cura l’ammalato, al quale va riferito la possibilità o meno di porsi alla guida, stante anche i limiti imposti dalla Legge per i malati di epilessia.

Inutile catalogare qui i farmaci utilizzati per la cura della epilessia e per contrastare gli eventuali attacchi: come già prima accennato sono di stretta pertinenza medica e nessuno, senza aver prima sentito un medico, dovrà azzardarsi a praticare cure di propria iniziativa ” a caso”. In questa sede basterà ricordare che attualmente,, il ricorso a speciali classe farmaceutiche tiene a bada il paziente da successive crisi e gli assicura una qualità della vita normale, purché non si provveda in proprio a modificare le prescrizioni del medico. Succede spesso infatti che il paziente, nel momento in cui non si verifichi una crisi da molto tempo, sospenda di assumere i farmaci: questo non deve essere mai fatto a meno che non sia il medico a dirlo.

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Lasix (furosemide): posologia, effetti collaterali [FOGLIETTO ILLUSTRATIVO]

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICPerché si usa Lasix?
Lasix (furosemide) è un diuretico ad azione diuretica maggiore. L’impiego delle preparazioni di Lasix da 250 mg/25 ml soluzione per infusione e da 500 mg compresse è indicato esclusivamente nei pazienti con filtrazione glomerulare molto compromessa (FG < 0,33 ml/s = 20 ml/min.):

  • insufficienza renale acuta (oligoanuria), ad esempio nella fase postoperatoria e nei processi settici;
  • insufficienza renale cronica nello stadio predialitico e dialitico con ritenzione di liquidi, in particolare nell’edema polmonare cronico;
  • sindrome nefrosica con funzionalità renale fortemente limitata, ad es. nella glomerulonefrite cronica e nel lupus eritematoso;
  • sindrome di Kimmelstiel-Wilson.

Nella sindrome nefrosica la terapia con corticosteroidi ha un’importanza predominante. Il Lasix è comunque indicato nel caso di insufficiente controllo dell’edema, nei pazienti refrattari alla terapia corticosteroidea o nei casi in cui quest’ultima è controindicata. In caso di insufficienza renale cronica senza ritenzione di liquidi è indicato un tentativo terapeutico con Lasix. Se la diuresi rimane insufficiente (meno di 2,5 l/die), si deve considerare l’inserimento del paziente nel programma di dialisi; nei pazienti in stato di shock, prima di iniziare la terapia saluretica, si devono risolvere con misure adeguate l’ipovolemia e l’ipotensione. Anche le gravi alterazioni degli elettroliti sierici e dell’equilibrio acido-base devono essere preventivamente corrette.

Il Lasix non modifica i valori pressori nel normoteso, mentre risulta ipotensivo nell’iperteso; nelle gravi forme di ipertensione si raccomanda il trattamento in associazione ad altri presidi.

Dispondibile in:
LASIX 250 mg/25 ml soluzione per infusione, LASIX 500 mg compresse
LASIX 25 mg compresse
LASIX 10 mg/ml soluzione orale

Controindicazioni: non usare Lasix in caso di:

  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. I pazienti con allergia ai sulfamidici (ad es. antibiotici sulfamidici o sulfaniluree) possono manifestare sensibilità crociata alla furosemide
  • ipovolemia o disidratazione
  • insufficienza renale anurica che non risponde alla furosemide
  • ipokaliemia
  • iponatriemia
  • precoma o coma, associati ad encefalopatia epatica
  • iperdosaggio da digitale
  • primo trimestre di gravidanza e durante l’allattamento al seno.

Leggi anche:

Precauzioni

  • Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione non deve essere impiegato per iniezioni e.v., ma soltanto per infusione venosa lenta mediante pompe per il controllo del volume o della velocità di infusione, in modo da ridurre il rischio di sovradosaggio accidentale.
  • Lasix 500 mg compresse deve essere utilizzato solamente per i pazienti con una marcata riduzione della filtrazione glomerulare, altrimenti vi è il rischio di perdite eccessive di fluidi ed elettroliti.
  • Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione e compresse da 500 mg sono state preparate per essere somministrate esclusivamente a pazienti con funzionalità renale fortemente limitata.
  • É necessario assicurare il libero deflusso urinario. L’aumentata produzione di urina può provocare od aggravare i disturbi nei pazienti con ostruzione delle vie urinarie (ad esempio in pazienti con svuotamento vescicale alterato, iperplasia prostatica o stenosi dell’uretra). Pertanto, questi pazienti richiedono un monitoraggio particolarmente attento, specialmente durante le fasi iniziali del trattamento.
  • Come per tutti i diuretici si consiglia di iniziare il trattamento della cirrosi epatica con ascite in ambiente ospedaliero, in modo da poter intervenire adeguatamente nel caso si manifesti nel corso della diuresi tendenza al coma epatico.

Il trattamento con Lasix necessita di regolari controlli medici. In particolare, è necessario un attento monitoraggio nei seguenti casi:

  • pazienti con ipotensione,
  • pazienti particolarmente a rischio in seguito ad una eccessiva caduta della pressione arteriosa, ad es. pazienti con stenosi significative delle arterie coronariche o dei vasi sanguigni che irrorano il cervello,
  • pazienti con diabete mellito latente o manifesto,
  • pazienti con gotta,
  • pazienti con sindrome epatorenale, ad es. con insufficienza renale funzionale associata a grave epatopatia,
  • pazienti con ipoproteinemia, ad es. associata a sindrome nefrosica (l’azione della furosemide può risultarne indebolita e la sua ototossicità potenziata). È richiesta particolare cautela nella determinazione del dosaggio,
  • neonati prematuri (per il possibile sviluppo di nefrocalcinosi/nefrolitiasi);

In genere, nel corso di una terapia con furosemide si raccomanda il regolare monitoraggio di sodiemia, potassiemia e creatininemia; in particolare, un rigoroso controllo è richiesto per i pazienti ad elevato rischio di squilibrio elettrolitico o quando si verifica una ulteriore significativa eliminazione di liquidi (ad es. a seguito di vomito, diarrea od intensa sudorazione). Sebbene l’impiego di Lasix porti solo raramente ad ipopotassiemia, si raccomanda dieta ricca di potassio (patate, banane, arance, pomodori, spinaci e frutta secca). Talvolta può essere anche necessaria adeguata correzione farmacologica. É consigliabile effettuare anche regolari controlli della glicemia, della glicosuria e, dove necessario, del metabolismo dell’acido urico.

Uso concomitante con risperidone
In studi su risperidone, controllati con placebo, in pazienti anziani con demenza, è stata osservata una incidenza più alta di mortalità in pazienti trattati con furosemide più risperidone (7,3%; età media 89 anni, range 75-97 anni) rispetto a pazienti trattati con risperidone da solo (3,1%; età media 80 anni, range 70-96 anni) o furosemide da sola (4,1%; età media 80 anni, range 67-90 anni). L’uso concomitante di risperidone con altri diuretici (principalmente diuretici tiazidici a basso dosaggio) non è risultato associato ad una simile evenienza. Non è stato identificato alcun meccanismo fisiopatologico per spiegare questo dato, e non è stato osservato alcun pattern correlabile alla causa di decesso. Tuttavia, prima di decidere l’uso di tale combinazione, deve essere esercitata cautela e devono essere presi in considerazione i rischi e i benefici di questa combinazione o della co-somministrazione con altri potenti diuretici. Non vi è stato aumento dell’incidenza di mortalità in pazienti che assumevano altri diuretici in concomitanza con risperidone. Indipendentemente dal trattamento, la disidratazione è risultata un fattore di rischio globale per la mortalità e pertanto deve essere evitata in pazienti anziani con demenza (vedere “Interazioni”).

Interazioni
Informare il medico o il farmacista se si è recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.

Interazioni con il cibo
La possibilità e l’eventuale grado di alterazione dell’assorbimento della furosemide somministrata insieme al cibo sembrano dipendere dalla sua formulazione farmaceutica. Si raccomanda che la formulazione orale sia assunta a stomaco vuoto.

Associazioni non raccomandate
In casi isolati la somministrazione endovenosa di furosemide entro 24 ore dall’assunzione di cloralio idrato può provocare arrossamento cutaneo, sudorazione improvvisa, agitazione, nausea, aumento della pressione arteriosa e tachicardia. Pertanto, non è raccomandata la somministrazione contemporanea di furosemide e cloralio idrato. La furosemide può potenziare l’ototossicità degli aminoglicosidi e di altri farmaci ototossici. Dato che questo può determinare l’insorgenza di danni irreversibili, i suddetti farmaci possono essere usati in associazione alla furosemide soltanto in caso di necessità cliniche evidenti.

Leggi anche:

Precauzioni per l’uso

  • La contemporanea somministrazione di furosemide e cisplatino comporta il rischio di effetti ototossici. Inoltre, la nefrotossicità del cisplatino può risultare potenziata se la furosemide non viene somministrata a basse dosi (ad es. 40 mg a pazienti con funzionalità renale normale) ed in presenza di un bilancio idrico positivo, quando la furosemide viene impiegata per ottenere una diuresi forzata durante trattamento con cisplatino.
  • La somministrazione orale di furosemide e di sucralfato devono essere distanziate di almeno 2 ore, in quanto il sucralfato riduce l’assorbimento intestinale della furosemide, riducendone di conseguenza l’effetto.
  • La furosemide riduce l’eliminazione dei sali di litio e può causarne un aumento della concentrazione sierica, con conseguente aumento del rischio di tossicità di quest’ultimo compreso un aumentato rischio di effetti cardiotossici e neurotossici da litio. Pertanto, si raccomanda l’attento monitoraggio delle concentrazioni di litio nei pazienti ai quali venga somministrata tale associazione
  • I pazienti in terapia diuretica possono presentare ipotensione grave e compromissione della funzionalità renale, compresi casi di insufficienza renale, particolarmente in concomitanza con la prima somministrazione di un ACE-inibitore o di un antangonista dei recettori dell’angiotensina II o la prima volta che se ne aumentano le dosi. Si deve prendere in considerazione l’opportunità di sospendere provvisoriamente la somministrazione di furosemide o, quanto meno, di ridurne la dose 3 giorni prima dell’inizio del trattamento con un ACE-inibitore o con un antagonista dei recettori dell’angiotensina II o prima di aumentarne le dosi.
  • La concomitante somministrazione di antiinfiammatori non steroidei, incluso l’acido acetilsalicilico, può ridurre l’effetto della furosemide. Nei pazienti con disidratazione o con ipovolemia gli antiinfiammatori non steroidei possono indurre insufficienza renale acuta. La furosemide può accentuare la tossicità dei salicilati.
  • La riduzione dell’effetto della furosemide può presentarsi in caso di somministrazione concomitante di fenitoina.
  • Gli effetti dannosi dei farmaci nefrotossici possono essere aumentati.
  • La somministrazione di corticosteroidi, carbenoxolone e dosi elevate di liquirizia, nonché l’uso prolungato di lassativi può aumentare il rischio di ipopotassiemia.
  • Talune alterazioni elettrolitiche (ad es. ipopotassiemia, ipomagnesiemia) possono incrementare la tossicità di alcuni farmaci (ad es. preparati a base di digitale e farmaci che inducono la sindrome del QT lungo).
  • In caso di concomitante somministrazione di furosemide e farmaci antiipertensivi, diuretici o altri farmaci ad azione potenzialmente antiipertensiva, ci si deve aspettare una più accentuata caduta pressoria.
  • Probenecid, metotrexato e altri farmaci che, come la furosemide, sono escreti prevalentemente per via renale, possono ridurre l’effetto della furosemide. Al contrario, la furosemide può ridurre l’eliminazione renale di queste sostanze. In caso di trattamento con alte dosi (sia di furosemide che di altri farmaci) può verificarsi un aumento delle concentrazioni sieriche dell’una e degli altri. Di conseguenza aumenta il rischio di eventi avversi dovuti alla furosemide od alle altre terapie concomitanti.
  • Gli effetti dei farmaci antidiabetici e simpaticomimetici (ad es. adrenalina, noradrenalina) possono essere diminuiti. Gli effetti dei miorilassanti curaro-simili o della teofillina possono essere aumentati. Nei pazienti in terapia concomitante con furosemide e alte dosi di talune cefalosporine si può sviluppare compromissione della funzionalità renale.
  • L’utilizzo concomitante di ciclosporina A e furosemide è associata ad un aumentato rischio di artrite gottosa secondaria ad iperuricemia da furosemide e a riduzione dell’escrezione degli urati indotta da ciclosporina.
  • I pazienti ad elevato rischio di nefropatia da radiocontrasto trattati con furosemide hanno avuto una maggior incidenza di deterioramento della funzionalità renale in seguito alla somministrazione dei mezzi di contrasto, rispetto ai pazienti ad alto rischio che hanno ricevuto idratazione endovenosa solamente prima della somministrazione del mezzo di contrasto.

Gravidanza
Il furosemide attraversa la barriera placentare. Nel primo trimestre di gravidanza Lasix non deve essere somministrato. Nel secondo e terzo trimestre di gravidanza Lasix può essere utilizzato, ma solo nei casi di impellente necessità clinica. Un trattamento durante gli ultimi due trimestri di gravidanza richiede il monitoraggio della crescita fetale. Chiedere consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale.

Allattamento
La furosemide passa nel latte materno e può inibire la lattazione, pertanto durante il trattamento con furosemide occorre interrompere l’allattamento al seno.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Alcuni eventi avversi (ad es. una non prevista e grave diminuzione della pressione arteriosa) possono compromettere la capacità di concentrazione e di reazione del paziente e, pertanto, rappresentano un rischio in situazioni in cui queste capacità rivestono un’importanza particolare (ad es. guidare veicoli o usare macchinari). La furosemide per la sua elevata riserva terapeutica, può indurre significativo aumento della saluresi anche nelle situazioni cliniche in cui altre misure diuretiche risultano inefficaci (marcata compromissione renale, ipoalbuminemia, acidosi metabolica).

Informazioni importanti su alcuni eccipienti di Lasix 500mg compresse
Questo medicinale contiene lattosio. Se il medico le ha diagnosticato una intolleranza ad alcuni zuccheri, lo contatti prima di prendere questo medicinale.

Informazioni importanti su alcuni eccipienti di Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione
Una fiala di LASIX 250 mg/25 ml soluzione per infusione contiene 0,79 mmol di sodio. Una dose massima giornaliera (7 fiale) contiene 5,53 mmol di sodio. Da tenere in considerazione in persone con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.

Per chi svolge attività sportiva
L’uso del farmaco senza necessità terapeutica costituisce doping e può determinare comunque positività ai test anti-doping.

Leggi anche:

Posologia
Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione: la velocità dell’infusione deve essere sempre regolata in modo che non siano somministrati più di 4 mg di furosemide/min. Il pH della soluzione per infusione pronta per l’uso non deve essere inferiore a 7 perché in soluzione acida la furosemide può precipitare. La soluzione di Lasix 250 mg/25 ml non deve essere infusa insieme ad altri farmaci. Se una dose test di 40-80 mg di Lasix, somministrata per via i.v. lenta (2-5 min. circa), non determina significativo incremento della diuresi entro 30 min., può essere iniziato il trattamento infusivo con Lasix 250 mg. Il contenuto di una fiala di Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione deve essere diluito in 250 ml di una soluzione isotonica di Ringer o di un’altra soluzione isotonica neutra o alcalina. Tenendo presente la velocità di infusione prescritta, in questo caso (250 mg in 275 ml) la durata dell’infusione è di circa 1 ora. Se il paziente risponde a questa dose si deve rilevare aumento della diuresi già durante l’infusione. Dal punto di vista terapeutico si cercherà di ottenere un aumento della diuresi di almeno 40-50 ml/ora.
Se non si ottiene soddisfacente aumento della diuresi con la prima dose di Lasix, un’ora dopo la fine della prima infusione se ne praticherà una seconda con 2 fiale di Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione (500 mg in 50 ml), diluendone il contenuto con l’appropriata soluzione per infusione ed adeguando il volume dell’infusione allo stato di idratazione del paziente. La durata dell’infusione verrà sempre regolata dalla possibilità di infondere al massimo 4 mg di principio attivo/min.
Nel caso che anche con questa dose la diuresi non fosse quella desiderata, un’ora dopo il termine della seconda infusione se ne potrà effettuare una terza con 4 fiale di Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione (1000 mg in 100 ml).
Per il volume totale della soluzione da infusione, nonché per la velocità di somministrazione, valgono le direttive indicate in precedenza. Se anche con questa dose non si ottiene un effetto diuretico soddisfacente, si dovrà considerare la possibilità di passare alla dialisi.
Nei pazienti ipervolemici è preferibile, qualora la dose test di 40-80 mg i.v. sia risultata inefficace, somministrare la preparazione di Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione senza diluirla o aggiungerla al volume di soluzione per infusione compatibile con lo stato di idratazione del paziente onde evitare iperidratazione. L’infusione endovenosa diretta del contenuto della fiala può essere effettuata solo se è garantita una velocità di somministrazione non superiore a 4 mg di furosemide/min. (= 0,4 ml/min.).

Miscelabilità: la furosemide, quale derivato dell’acido antranilico, è solubile in ambiente alcalino. La soluzione di Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione contiene infatti il sale sodico di furosemide: tale soluzione ha pH circa 9 e non ha effetto tampone.
A valori di pH inferiori a 7 il principio attivo può precipitare e pertanto, per la somministrazione per infusione, la soluzione del Lasix 250 mg/25 ml soluzione per infusione può essere miscelata soltanto con soluzioni debolmente alcaline o neutre, con modesta capacità tampone: ad es. la soluzione isotonica di cloruro di sodio o la soluzione di Ringer. Non possono essere miscelate con Lasix le soluzioni acide, soprattutto quelle con elevata capacità tampone. Il Lasix non deve essere comunque associato ad altri farmaci nella stessa siringa. Le soluzioni per infusione contenenti Lasix devono essere impiegate immediatamente dopo la loro preparazione. Le fiale sono provviste di collarino a rottura prestabilita.

Somministrazione

  • Infusione: la furosemide e.v. deve essere infusa lentamente, senza superare la velocità di 4 mg/minuto.
  • Nei pazienti, nei quali è presente grave alterazione della funzionalità renale (creatinina nel siero > 5 mg/dL) si raccomanda di non superare una velocità di infusione di 2,5 mg per minuto. LASIX 500 mg compresse – somministrazione per via orale
  • Nell’insufficienza renale cronica, in cui la dose test di 75-150 mg di furosemide sia risultata insufficiente, la terapia può essere iniziata con le compresse di Lasix 500 mg somministrando come prima dose 1/2 compressa (= 250 mg).
  • Se entro 4-6 ore dalla somministrazione non si verifica soddisfacente aumento della diuresi, la dose iniziale può essere aumentata di 1/2 compressa ogni 4-6 ore.
  • Questo procedimento verrà ripetuto fino al raggiungimento della dose efficace, da stabilirsi sempre individualmente, che può oscillare fra 250 e 2000 mg (1/2 – 4 compresse).
  • L’eliminazione di almeno 2,5 l di urina al giorno rappresenta il parametro per definire efficace la dose di furosemide somministrata.
  • Le compresse di Lasix 500 mg sono indicate anche per la terapia di mantenimento in pazienti che hanno risposto positivamente al trattamento con alte dosi di Lasix per via parenterale. A tal fine si somministrerà per via orale come dose iniziale quella di furosemide che era risultata efficace per infusione endovenosa.
  • Se entro 4-6 ore dalla somministrazione della dose iniziale non si ottiene sufficiente aumento della diuresi si può aumentare la posologia di 1/2 – 1 compressa (ad es. dose iniziale: 1 compressa, seconda dose: 1 e 1/2 – 2 compresse).
  • Si consiglia di ingerire le compresse di Lasix 500 mg con un po’ di liquido in coincidenza della colazione del mattino.

Sovradosaggio
In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di Lasix avvertire immediatamente il medico o rivolgetevi al più vicino ospedale. Il quadro clinico in seguito a sovradosaggio acuto o cronico dipende, in primo luogo, dall’entità e dalle conseguenze della perdita idroelettrolitica, ad es. ipovolemia, disidratazione, emoconcentrazione, aritmie cardiache (comprendendo blocco A-V e fibrillazione ventricolare). I sintomi di questi disturbi sono costituiti da ipotensione grave (fino allo shock), insufficienza renale acuta, trombosi, stati di delirio, paralisi flaccida, apatia e stato confusionale. Non è noto alcun antidoto specifico per la furosemide. Se l’assunzione del farmaco ha appena avuto luogo, si può tentare di limitare l’assorbimento sistemico del principio attivo mediante provvedimenti come la lavanda gastrica o tali da ridurre l’assorbimento (ad es. carbone attivo). Devono essere corretti gli squilibri clinicamente rilevanti del bilancio idroelettrolitico. Congiuntamente alla prevenzione ed al trattamento sia delle gravi complicanze derivanti da tali squilibri che di altri effetti sull’organismo, l’azione correttiva può richiedere un monitoraggio intensivo delle condizioni cliniche, nonché adeguate misure terapeutiche. Nel caso di pazienti con disturbi della minzione, come nel caso di ipertrofia prostatica o stato di incoscienza, è necessario provvedere al ripristino del libero deflusso urinario.

Leggi anche:

Effetti collaterali di Lasix?
Come tutti i medicinali, Lasix può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino. Le frequenze sono derivate da dati di letteratura relativi a studi in cui la furosemide è stata utilizzata in un totale di 1387 pazienti, a qualsiasi dosaggio e in qualsiasi indicazione. Quando la categoria di frequenza per la stessa reazione avversa era diversa, è stata selezionata la categoria di frequenza più alta.

Patologie del sistema emolinfopoietico

  • emoconcentrazione,
  • trombocitopenia,
  • leucopenia,
  • eosinofilia,
  • anemia aplastica,
  • agranulocitosi,
  • anemia emolitica.

Disturbi del sistema immunitario

  • reazioni anafilattiche o anafilattoidi (per es. con shock),
  • disturbi del metabolismo e della nutrizione,
  • disturbi elettrolitici (compresi quelli sintomatici),
  • disidratazione e ipovolemia specialmente in pazienti anziani, aumento della creatinina e dei trigliceridi nel sangue,
  • iponatrinemia,
  • ipocloremia,
  • ipokaliemia,
  • aumento del colesterolo,
  • iperuricemia,
  • gotta.

Patologie del sistema nervoso

  • encefalopatia epatica in pazienti con insufficienza epatocellulare,
  • sonnolenza,
  • cefalea,
  • vertigini,
  • stato confusionale,
  • parestesie.

Patologie gastrointestinali

  • secchezza della bocca,
  • nausea,
  • disturbi della motilità intestinale,
  • vomito,
  • diarrea,
  • Pancreatite acuta,
  • Patologie epatobiliari,
  • Colestasi,
  • aumento transaminasi.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

  • orticaria,
  • prurito,
  • rash,
  • porpora,
  • dermatite bollosa,
  • eritema multiforme,
  • pemfigoide,
  • dermatite esfoliativa,
  • reazioni di fotosensibilità.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

  • Crampi muscolari, tetania, miastenia

Patologie renali e urinarie

  • poliuria,
  • nefrite interstiziale,
  • aumento di sodio nell’urina,
  • aumento di cloro nell’urina,
  • ritenzione urinaria (in pazienti con ipertrofia prostatica, stenosi dell’uretra o difficoltà di svuotamento vescicale),
  • nefrocalcinosi/nefrolitiasi (in neonati pre-termine trattati con furosemide); insufficienza renale.

Se manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio rivolgersi al medico.

Scadenza e conservazione
Scadenza: vedere la data di scadenza riportata sulla confezione. La data di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato. ATTENZIONE: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza riportata sulla confezione. Proteggere il medicinale dalla luce. I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chiedere al farmacista come eliminare i medicinali che non si utilizzano più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente. Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Crisi respiratoria acuta e rischio di morte: cosa fare?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA INSPIRAZIONE ESPIRAZIONE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa sintomatologia dell’insufficienza respiratoria acuta (IRA) è causata da una riduzione dell’ossigeno nel sangue: difficoltà di pensiero, instabilità dei movimenti, aumento della frequenza cardiaca e della pressione, colorito bluastro delle labbra (cianosi). Con il peggioramento del quadro clinico il battito cardiaco rallenta, si hanno shock e depressione dei centri di controllo del respiro. In altri casi si manifestano sintomi dovuti all’eccesso di anidride carbonica e cioè ansia, confusione, sonnolenza, fino ad arrivare al coma e alla morte. L’insufficienza respiratoria acuta può essere originata da vari meccanismi:

  • processi che alterano il rapporto tra la ventilazione polmonare e la sua perfusione con il sangue venoso destinato all’ossigenazione (per esempio, enfisema polmonare, asma bronchiale di grado avanzato, broncopneumopatia cronica ostruttiva = BPCO);
  • processi che ostacolano la diffusione dei gas respiratori (per esempio silicosi);
  • processi che causano il salto della ventilazione polmonare da parte del sangue venoso (per esempio cardiopatie congenite cianogene, bronchiectasie, atelettasie, versamenti pleurici, polmoniti lobari);
  • processi che riducono il ricambio dell’aria a livello alveolare per difetto di ventilazione (per esempio ostruzione delle alte vie respiratorie da parte di corpi estranei o da edema della glottide, malattie del sistema nervoso e/o muscolare che deprimono la funzione respiratoria, come in caso di intossicazione farmacologica, distrofia muscolare, miastenia grave).

Leggi anche:

Cosa fare in caso di insufficienza respiratoria acuta?
La prima cosa è non farsi prendersi dal panico ed evitare sforzi. Purtroppo non c’è una terapia che vada bene per tutte le forme di IRA: l’ossigenoterapia è importante ma la cura vera e propria dipende dalla causa che ha scatenato la crisi. Ad esempio per l’asma si possono usare corticosteroidi per via inalatoria, i β2-agonisti a breve e a lunga durata d’azione (broncodilatatori), gli antagonisti dei recettori dei leucotrieni, la terapia con anticorpi monoclonali anti IgE ed i corticosteroidi orali a basso dosaggio. In caso di crisi quindi è importante mantenere la calma e contattare immediatamente il proprio medico o recarsi al pronto soccorso più vicino.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!