Il terremoto che ha spostato l’asse di rotazione della Terra e accorciato le giornate

MEDICINA ONLINE MONDO SPAZIO SFERA TERRA PIANETA UNIVERSO DIO ROMA MILANO EUROPA NAZIONE STATO MARI LUCE SOLE NASA LUNA STELLA SATELLITE PERSONE UMANITA STORIA SPACE UNIVERSE PLANET EARTPuò un terremoto essere così potente da modificare l’asse di rotazione terrestre? La risposta è si: il fatto si è verificato nel terremoto in Cile del 2010.

Il sisma

Il terremoto in Cile del 2010 è stato un evento sismico che si è verificato al largo della costa del Maule, in Cile, il giorno 27 febbraio 2010 alle ore 3:34 locali. La violentissima scossa è stata caratterizzata da una magnitudo di 8,8 Mw ed è durato durato per circa tre minuti: è stato il secondo più forte terremoto che ha colpito il Cile mai registrato, dopo quello del 1960  che aveva raggiunto una magnitudo di 9,5 Mw. La scossa è stata estremamente violenta. Per fare un paragone, il sisma ha liberato un’energia 1.000 volte maggiore rispetto al distruttivo terremoto di Haiti dello stesso anno ed è stato 30.000 volte più potente del tristemente a noi noto terremoto dell’Aquila del 2009.

Due milioni di sfollati

Le città che maggiormente hanno avvertito la scossa (IX grado della scala Mercalli, rovinosa) sono state Talcahuano, Arauco, Lota, Chiguayante, Cañete e San Antonio. Nella capitale Santiago del Cile il sisma è stato avvertito con una forza pari al VIII grado della scala Mercalli, distruttiva. Il sisma è stato anche percepito in molte città argentine come Buenos Aires, Córdoba, Mendoza e La Rioja. I morti accertati ed identificati per il sisma sono 521, mentre i dispersi 52. Due milioni gli sfollati. L’epicentro è stato calcolato nell’oceano Pacifico, al largo della costa di Maule; a circa 97 km a nord-nordovest dalla città di Chillán e a 115 km nord-nordest dalla seconda città cilena per abitanti, Concepción. Il terremoto ha generato una sessa nel lago Pontchartrain, a nord di New Orleans (USA), che si trova a circa 7600 km di distanza dall’epicentro.

Asse terrestre spostato

Gli scienziati della NASA hanno appurato che il terremoto è stato così potente che ha spostato l’asse di rotazione terrestre di 2,7 millisecondi di arco, pari a 8 centimetri. Ricordiamo che l’asse di rotazione terrestre è quella linea immaginaria che congiunge i due poli terrestri e attorno alla quale la Terra compie il suo moto di rotazione nello spazio. Lo spostamento di tale asse, conseguente al terremoto del Cile del 2010, ha determinato un accorciamento della durata delle giornate: il cambiamento, seppur minimo, per gli scienziati sarebbe permanente, con una riduzione di 1,26 µs (microsecondi, cioè milionesimi di secondo) della durata del giorno. Questo non è un fatto isolato: ad esempio anche nel terremoto dell’Oceano Indiano del 26 dicembre 2004, che ha raggiunto magnitudo 9.1, si stima che il momento inerziale della Terra sia diminuito con un aumento della velocità angolare della rotazione terrestre che ha accorciato la durata di un giorno di circa 3 µs.

Gli eventi del terremoto del Cile del 2010 sono stati usati come ispirazione per la sceneggiatura del film thriller-horror del 2012 “Aftershock” diretto da Nicolás López ed interpretato da Eli Roth.

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Allucinazioni lillipuziane e Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie

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Alice dopo aver mangiato il fungo… allucinogeno!

La “Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie” è una particolarissima sindrome di interesse neurologico e psichiatrico, in cui viene alterata la percezione dello spazio e del tempo, facendo vedere – a chi ne soffre – gli oggetti molto più grandi o molto più piccoli di quanto siano in realtà. Inoltre queste persone trovano difficoltoso giudicare il tempo che scorre, dal punto di vista quantitativo. Il disturbo può essere temporaneo, quando è associato con l’emicrania, crisi epilettica, tumori cerebrali e l’uso di droghe psicoattive, oppure permanente in seguito a lesioni cerebrali di vario tipo.

Le allucinazioni lillipuziane

Un sintomo prominente, e spesso fastidioso, della sindrome è quello dell’alterazione dell’immagine del proprio corpo: il malato può infatti confondere la dimensione e la forma di parti (o di tutte le parti) del corpo. La sindrome comporta distorsioni percettive anche della dimensione degli oggetti. Le allucinazioni caratterizzanti la sindrome sono chiamate spesso “allucinazioni lillipuziane“, questo perché gli oggetti possono apparire molto più grandi o – più frequentemente – molto più piccoli di quello che in realtà sono. I pazienti possono presentare sia micropsia che macropsia. La micropsia è una condizione caratterizzata dalla visione distorta di oggetti, che appaiono più piccoli di quanto in realtà sono. Nella macropsia, invece, il paziente vede tutto più grande di quanto non lo sia in realtà. Anche le reali distanze, tra soggetto e oggetti, vengono percepite in modo errato; per esempio un corridoio può sembrare di ampiezza smisurata o il terreno apparire troppo vicino.

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Credersi in movimento da fermi

Il paziente può presentare un senso del tempo e dello spazio distorto, per cui il tempo sembrerà scorrere molto lentamente, in modo simile ad un trip da sostanze allucinogene. La perdita temporanea di tali sensi causa una distorsione nella percezione della velocità. Questo può portare il paziente a credersi in movimento, anche quando non lo è. Altri sintomi minori e meno comuni possono essere: mancanza di coordinamento, difficoltà nel muovere gli arti, perdita di memoria a lungo termine e una sensazione persistente di essere ascoltato, osservato o toccato. La sindrome è talvolta chiamata “Sindrome di Todd“, in riferimento ad un’influente descrizione della condizione nel 1955 da parte dello psichiatra inglese John Todd nella prima metà del ‘900. Todd aveva infatti scoperto che molti dei suoi pazienti, che soffrivano di gravi attacchi di emicrania, vedevano e percepivano gli oggetti in modo sproporzionato, soprattutto dopo un’intensa aura encefalica.

Il romanzo

Spesso questo delirio può essere causato da emicrania, della quale Lewis Carroll (l’autore del famoso “Alice nel Paese delle Meraviglie”, di cui il 14 gennaio ricorrevano i 150 anni dalla morte) soffriva e che probabilmente ha ispirato la scrittura del racconto. Inoltre nel romanzo di Lewis, colpisce il fatto che la protagonista Alice presenti tutti i sintomi della sindrome in questione dopo l’ingestione di muscimolo, un alcaloide psicoattivo contenuto dall’amanita muscaria e dall’amanita pantherina (nel romanzo descritto come un “fungo rosso e bianco”).

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Bruce McCandless: il primo uomo a “camminare” nello spazio

MEDICINA ONLINE SPAZIO Bruce McCandless PRIMO ASTRONAUTA PASSEGGIATA WALK SPAZIO STS-41 MMU ASTRONAUTA ASTRONOMIA.jpgBruce McCandless II, nato a Boston l’8 giugno 1937, è un ingegnere, pilota ed astronauta statunitense. Si rese protagonista di una delle più celebri “passeggiate” della storia dell’astronomia mondiale.

Carriera

Nel 1958 raggiunse il titolo di bachelor presso l’Accademia della marina americana, la United States Naval Academy, seguito dal master in ingegneria elettronica conseguito presso la prestigiosa Stanford University nel 1965. Nel 1987 gli venne conferita una laurea di amministrazione economica dell’Università di Houston – University of Houston-Clear Lake. McCandless concluse lo studio con il secondo miglior punteggio su 899 cadetti dell’Accademia della marina. Svolse il suo addestramento da pilota presso il Naval Aviation Training Command stazionato presso le basi di Pensacola in Florida ed a Kingsville in Texas. Durante il suo servizio in marina divenne esperto pilota per molte tipologie di aerei e raggiunse oltre 5.200 ore di volo di cui 5.000 su aerei jet.

NASA

Nel 1966 McCandless fu uno dei 19 astronauti scelti dalla NASA. Nel 1969 fu il radiofonista che comunicava con gli astronauti della missione Apollo 11 (quella che ha portato l’uomo sulla Luna per la prima volta) e fece parte dell’equipaggio di supporto della missione Apollo 14. In seguito venne nominato a far parte dell’equipaggio di riserva (nel ruolo di pilota del modulo di comando) per la prima missione equipaggiata della stazione spaziale Skylab: la missione Skylab 2. Collaborò allo sviluppo della M-509 un congegno per eseguire manovre da parte degli astronauti nello spazio sperimentato durante il programma dello Skylab. Particolare attenzione comunque dedicò allo sviluppo della Manned Maneuvering Unit (MMU) in uso durante le EVA (attività extraveicolari, cioè al di fuori del veicolo spaziale) dello Shuttle, uno speciale “zaino” che permetteva propulsione, e quindi possibilità di spostamento, nello spazio, senza cavi che ancorassero l’astronauta al veicolo spaziale.

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L’impresa che entrò nella storia

McCandless divenne famoso proprio grazie alla Manned Maneuvering Unit: durante il suo primo volo nello spazio (durante la missione STS-41-B iniziata il 3 febbraio 1984) fu il primo uomo della storia a compiere una attività extraveicolare in completa libertà, cioè senza rimanere agganciato al veicolo spaziale mediante qualche sistema di sicurezza. In quest’attività ogni spostamento gli fu possibile grazie alla propulsione della MMU. Questa “passeggiata” fu resa famosa da alcuni scatti, che potete vedere in questo articolo, davvero impressionanti, specie quella che mostra l’astronauta da solo, circondato dallo spazio.

McCandless raggiunse nella sua carriera ben 312 ore di volo nello spazio, di cui 4 ore di volo con la MMU. McCandless, ora in pensione, è stato pluridecorato con numerose onorificenze nel campo militare e civile ed è attualmente membro di importanti associazioni americane.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Massa e peso di un corpo sulla Luna rispetto alla Terra

MEDICINA ONLINE STARS MOON ECLIPSE TUTA ASTRONAUTA TOTALE DI LUNA LUCE STELLA CADENTE LUNA FACCIA LIGHT SIDE MOON APOLLO PIANETA LIGHT SPEED TERRA EARTH SPACE SPAZIO HI RESOLUTION WALLPACome varierebbero la massa ed il peso del vostro corpo, se in questo momento si teletrasportasse dalla Terra alla Luna?

La prima cosa da chiarire è che “massa” e “peso”, anche se spesso sono usati come sinonimi, in realtà non lo sono affatto: mentre il peso rappresenta la forza di attrazione di un corpo verso il centro della Terra (o di qualsiasi altro pianeta in cui si trovi), la massa corrisponde esattamente alla quantità di materia di un corpo.
Al contrario del peso, la massa è una proprietà intrinseca di un corpo, cioè non varia al variare del luogo in cui si trova, anche spostandosi su Marte, Giove, Venere o altri pianeti/stelle/satelliti dell’universo conosciuto. Il peso, invece, può cambiare perché dipende dalla forza con cui un corpo viene attratto al suolo, che viene descritta dal valore dell’accelerazione di gravità, il quale mediamente sulla terra è 9.81 m/s2, mentre corrisponde a 1,622 m/s² sulla Luna. Quello che sulla terra pesa 1 kg, sulla Luna peserebbe quindi 0,166 kg: circa un sesto.

Dopo questa doverosa premessa, rispondiamo alla domanda iniziale dell’articolo: se in questo momento voi foste sulla Luna, cosa accadrebbe?

  • la vostra massa rimarrebbe la stessa che sulla Terra,
  • pesereste circa un sesto del vostro peso “terrestre”!

Un uomo che sulla Terra pesa 70 kg (espressi anche come 686,5 N, che sta per “newton”, l’unità di misura del forza), sulla Luna peserebbe 11,6 kg (o 114,1 N).

Secondo lo stesso calcolo:

  • una persona di 45 kg sulla Terra, peserebbe 7,5 kg sulla Luna;
  • una persona di 50 kg sulla Terra, peserebbe 8,3 kg sulla Luna;
  • una persona di 55 kg sulla Terra, peserebbe 9,1 kg sulla Luna;
  • una persona di 60 kg sulla Terra, peserebbe 10 kg sulla Luna;
  • una persona di 65 kg sulla Terra, peserebbe 10,8 kg sulla Luna;
  • una persona di 75 kg sulla Terra, peserebbe 12,5 kg sulla Luna;
  • una persona di 80 kg sulla Terra, peserebbe 13,3 kg sulla Luna;
  • una persona di 85 kg sulla Terra, peserebbe 14,1 kg sulla Luna;
  • una persona di 90 kg sulla Terra, peserebbe 15 kg sulla Luna.

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Pale Blue Dot: la Terra vista dallo spazio è un granello nell’universo

MEDICINA ONLINE PALE BLUE DOT PALLIDO PUNTINO BLU VOYAGER 1 1990 TERRA SPAZIO 6 MILIARDI DI KMEra il 1990 e la sonda Voyager 1 – lanciata nello spazio il 5 settembre 1977 – scattò una foto della Terra da oltre sei miliardi di chilometri di distanza. Quell’immagine simbolo divenne celebre come “Pale Blue Dot“, che tradotto significa “pallido puntino blu”, proprio perché in essa la Terra appare come un puntino chiaro insignificante (lo potete vedere in alto, lungo la barra marrone). Fu lo scienziato e divulgatore Carl Sagan a sollecitare la Nasa peché Voyager 1 provasse a ritrarre il nostro pianeta da quella distanza. Le sue parole danno il senso di un momento storico e la consapevolezza della fragilità del nostro mondo:

Osserviamo quel punto. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti quelli che ami, tutti quelli che conosci, tutti quelli dei quali hai sentito parlare, ogni essere umano mai esistito, hanno vissuto la propria vita. Su un granello di polvere sospeso in un raggio di sole. Non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane di questa remota immagine del nostro piccolo mondo. Secondo me sottolinea la nostra responsabilità di essere più gentili l’uno verso l’altro, di preservare e proteggere il pallido punto blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto.

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Come moriremmo se un mega asteroide colpisse la Terra?

Gli asteroidi che potrebbero costituire una seria minaccia per la vita sulla Terra potrebbero colpire il Pianeta una volta ogni 500.000 anni Continua a leggere

Differenza tra satellite artificiale scientifico ed applicativo

MEDICINA ONLINE STELLA PIANETA NANO GIOVIANO TERRESTRE SATELLITE NATURALE ARTIFICIALE METEROIDE METEORITE METEORA STELLA CADENTE SOLE LUNA TERRA FANTASCIENZA MARTE PIANETA SISTEMA SOLARE SOL SPACE WALLPAPER HD PIC PHOTO PIC.jpgUn “satellite artificiale” è un oggetto costruito dall’uomo, orbitante intorno ad un corpo celeste che sono stati posti volutamente nell’orbita desiderata con mezzi tecnologici (ad esempio razzi vettori) e con varie finalità a supporto di necessità umane (servizi o indagini/monitoraggio scientifico-ambientali).

I satelliti artificiali possono essere principalmente di due tipi:

  • satelliti scientifici, destinati alla ricerca pura nel campo dell’astronomia o della geofisica, es. Telescopio Spaziale Hubble o Lageos;
  • satelliti applicativi, destinati a scopi militari o ad usi commerciali civili.

I satelliti applicativi si possono ulteriormente suddividere in:

  • satelliti per telecomunicazioni, apparecchiature costruite dall’uomo per le telecomunicazioni, es. i Satelliti COSPAS-SARSAT; spesso sono posizionati in un’orbita geostazionaria intorno alla Terra e in numero tale da formare una rete satellitare;
  • satelliti meteorologici, posizionati sia in orbita geostazionaria (es. METEOSAT) sia in orbita polare (es. satelliti NOAA);
  • satelliti per telerilevamento, costruiti per il telerilevamento, la cartografia e l’osservazione sistematica della superficie terrestre (es. satelliti Landsat, QuickBird, Envisat, IKONOS o RapidEye);
  • satelliti per la navigazione, come quelli della rete GPS (Global positioning system);
  • satelliti militari sia a scopo offensivo che difensivo, es. la rete di satelliti di monitoraggio nucleare Vela o lo statunitense Geosat;
  • stazioni orbitanti, es. Stazione Spaziale Internazionale, Skylab, Mir;
    sonde spaziali in modo improprio, perché in genere le sonde non orbitano attorno ad un altro corpo.

Inoltre i satelliti artificiali sono caratterizzati in base all’orbita che percorrono. Le orbite principali sono: orbita polare, orbita equatoriale, orbita geostazionaria, orbita terrestre bassa, orbita terrestre media.

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Versamento pleurico, scompenso cardiaco, neoplastico, conseguenze

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA DRENAGGIO TORACE GABBIA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARI RAMIFICAZIONI LOBI ANATOMIA FUNZIONICon versamento pleurico si intende una raccolta di liquido nel cavo pleurico superiore a quella fisiologicamente presente (10-20ml). La prevalenza di versamento pleurico negli stati industrializzati è di 320 casi ogni 100.000 abitanti, mentre l’incidenza negli USA è stimata intorno a 1.300.000 nuovi casi per anno. Le malattie che rappresentano più del 90% delle cause di versamento pleurico sono lo scompenso cardiaco, le malattie infettive polmonari, le malattie neoplastiche polmonari e l’embolia polmonare.

Cause

Il versamento pleurico si verifica o per un’aumentata produzione di liquido o per un inadeguato smaltimento. Moltissime malattie sono in grado di interferire con questi due processi; in particolare si riconoscono 2 grandi gruppi di patologie, in base alla capacità di dare un versamento di tipo essudatizio o trasudatizio.

Profilo clinico e semeiotica

I segni e i sintomi apprezzabili in corso di versamento pleurico sono strettamente correlati alla patologia di base; in relazione all’entità del versamento, il soggetto mostrerà dispnea, dolore toracico, cianosi, anemia e febbre. I segni apprezzabili all’esame obiettivo sono (nel polmone colpito):

  • Fremito vocale tattile diminuito
  • Murmure vescicolare diminuito
  • Soffio pleurico

Un reperto estremamente suggestivo di versamento pleurico è l’ottusità plessica che può comparire anche associata ottusità mobile e declive demarcata dalla linea di Damoiseau-Ellis valutabile con la percussione.

Profilo diagnostico e correlazioni clinico-patologiche

Nel soggetto con un quadro anamnestico ed obiettivo compatibile con il versamento pleurico, l’esame di primo livello è rappresentato dalla radiografia del torace che mostra la presenza di liquido declive e radiopaco nel polmone colpito. La TAC è invece un esame di secondo livello utilizzato nei casi in cui si voglia identificare un quadro peculiare o la patologia causale sottostante.

Analisi del liquido pleurico

Una volta raccolto il liquido pleurico attraverso la toracentesi si deve procedere all’analisi del liquido pleurico, procedura in grado di discriminare tra liquido essudatizio e trasudatizio. I reperti suggestivi per l’origine essudativa sono:

  • Rapporto tra le proteine presenti nel liquido pleurico e le proteine sieriche maggiore di 0,5
  • Rapporto tra LDH del liquido pleurico e LDH sierica maggiore di 0,6
  • Valore LDH del liquido pleurico superiore di più dei due terzi del valore dell’LDH sierica.

Nei casi in cui sia ancora dubbia la natura del liquido può essere opportuno valutare il gradiente tra l’albumina siericae l’albumina nel liquido pleurico; se il gradiente è superiore a 1,2 mg/dl si può ragionalmente ritenere che il liquido sia di origine trasudatizia.

Versamenti pleurici trasudatizi

I versamenti pleurici trasudatizi (detti anche idrotorace) più comuni sono dovuti a

  • insufficienza cardiaca congestizia;
  • cirrosi epatica;
  • embolia polmonare;
  • sindrome nefrosica;

Versamento pleurico di origine cardiaca: questo tipo di versamento è dovuto al fatto che la parte di liquido in eccesso negli spazi polmonari interstiziali fuoriesce nel cavo pleurico e si deposita nella zone declivi. Il versamento è quasi sempre bilaterale e di pari dimensioni nei due emitoraci; la diagnosi è supportata dal quadro anamnestico che testimonia la presenza di insufficienza cardiaca. Il versamento tende a risolversi spontaneamente in seguito alla somministrazioni di diuretici.

Versamento da cirrosi epatica: tale versamento si reperta nel 5% dei pazienti con ascite. La patogenesi è innescata, oltreché dalla ipoalbuminemia, dalla comunicazione attraverso piccole lacune diaframmatiche tra peritoneo e pleura (nel qual caso il versamento si chiama idrotorace epatico). Il quadro radiologico mostra tipicamente un interessamento più intenso del emitorace destro accompagnato da una grave dispnea.

Versamento da embolia polmonare: tale versamento può essere sia essudatizio (più frequente) che trasudatizio. Reperti tipici sono la presenza di versamento monolaterale in un soggetto in cui è comparsa dispnea improvvisa e con quadro scintigrafico e radiologico compatibile.

Versamento da sindrome nefrosica: tale versamento si riscontra frequentemente nei paziente con grave edema e stato anasarcale. Riscontrare una proteinuria superiore a 3-3,5 g/l con oliguria od altri parametri che orientino verso la patologia renale, unitamente alla presenza di idropericardio e idroperitoneo, sono reperti più che sufficienti per porre diagnosi di stato anasarcale dovuto a sindrome nefrosica.

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Versamenti pleurici essudatizi

I versamenti pleurici essudatizi più comuni sono dovuti a

  • polmonite batterica (versamento parapneumonico);
  • neoplasie maligne;
  • infezioni virali;
  • embolia polmonare.

Versamento parapneumonico: con questa dizione si fa riferimento al versamento pleurico in corso di polmonite di natura batterica, causa più frequente di versamento negli USA. Tale stretta relazione impone la ricerca di versamento pleurico ogni volta che si è verificata la presenza di polmonite, soprattutto se accompagnata a dolore toracico. Una raccolta pleurica saccata (non diffusa, limitata ad un sola sezione del cavo pleurico), un pH del liquido pleurico inferiore a 7,2 e una concentrazione di glucosio inferiore a 60 mg/dl sono dei reperti che assumono valore patognomonico se accompagnati dall’analisi microbiologica che attesti la presenza di batteri nelle colture e nei campioni isolati; nei casi in cui si ha raccolta di pus nel cavo pleurico si parla di piotorace o empiema pleurico. Un quadro particolare di infezione batterica è quella sostenuta da parte Mycobacterium tubercolosis; in tali casi si dovrebbe ricercare il bacillo nell’espettorato o rilativi antigeni nel siero del paziente.

Versamento pleurico secondario a neoplasie maligne: i tumori maligni che più comunemente danno versamento pleurico sono il tumore del polmone, il carcinoma della mammella e il linfoma. La diagnosi può essere posta ogni volta che si mostra un versamento in seguito a neoplasia toracica già precedentemente nota e all’analisi citologica liquido raccolto. Questo tipo di versamente rappresenta un fattore prognostico estremamente negativo, in quanto si associa con malattia neoplastica avanzata e non trattabile con chemioterapia. Il mesotelioma pleurico diffuso è un’altra condizione che molto frequentemente è associato a versamento pleurico.

Versamento pleurico secondario ad infezioni virali: moltissimi virus sono in grado di sostenere quadri polmonari con conseguente coinvolgimento pleurico; tra questi i più importanti sono il virus della varicella-zoster, gli Hantavirus, il Morbillivirus, i Paramyxovirus e gli Orthomyxovirus. I virus più comunemente isoltati nei versamenti pleurici e pericardici senza interessamento polmonare e cardiaco sono gli Echovirus e i Coxsackie virus. I soggetti con AIDS raramente hanno versamento pleurico; nel caso in cui si presente si deve ricercare il possibile ruolo del sarcoma di Kaposi.

Altre cause di versamento essudatizio: in corso di pancreatite è possibile rilevare un versamento pleurico con elevate concentrazioni di amilasi; tuttavia questo enzima può essere rilevabile nel liquido pleurico anche per rottura esofagea secondaria a traumi toracici.

Chilotorace

Un’entità clinico-patologica a sé stante è rappresentata dal chilotorace, spesso dovuto alla rottura del dotto toracico in seguito a tumori o traumi toracici. In questi casi la concentrazione di trigliceridi nel liquido pleurico è superiore a 110 mg/dl.

Emotorace

Si parla di emotorace quanto l’ematocrito del liquido pleurico è maggiore del 50% rispetto a quello del sangue periferico. Ogni causa in grado di ledere un vaso polmonare o un vaso pleurico può associarsi ad emotorace; frequentemente si riscontra in corso di neoplasie o traumi toracici.

Terapia

In tutti i casi di scarso versamento pleurico anamnesticamente trasudatizio, la terapia è sintomatologica, associando all’ossigenoterapia la somministrazione di un diuretico (soprattutto nei casi di insufficienza cardiaca); la terapia del versamento pleurico in corso di polmonite batterica è invece basata sull’uso di antibiotici quali le penicilline e le cefalosporine. Nei casi di batteri atipici e resistenti è necessario l’allestimento di un antibiogramma. I versamenti pleurici massivi complicati da gravi quadri sintomatologici (dispnea ingravescente) devono invece essere trattati con la toracocentesi o l’inserimento di un tubo di drenaggio. Nei soggetti con neoplasie in cui il versamento pleurico è recidivante può essere opportuno indurre la pleurodesi attraverso procedure come l’abrasione meccanica o anche talcaggio per via toracoscopica o attraverso infusione di doxiciclina.

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