I polipi intestinali sono masse anomale di tessuto che si formano a partire dalla mucosa dell’intestino (specialmente nel colon e nel retto) e protrudono nel lume. Pur essendo Continua a leggere
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Polipi uterini endometriali e della cervice uterina: cause, sintomi, cure
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Abbassamento della voce: cause, rimedi, quando andare dal medico
L’abbassamento della voce è un disturbo a carico delle corde vocali caratterizzato da alterazioni del tono, che diviene più basso, e del timbro della voce, che diviene più aspro. Il soggetto colpito dall’abbassamento della voce fatica a parlare con un tono naturale. La condizione è espressione di un’infiammazione della laringe che può a sua volta dipendere dalla presenza di alcune patologie.
L’abbassamento della voce indica malattia grave?
Non sempre l’abbassamento di voce è sintomo di una malattia grave. La causa potrebbe infatti risiedere anche in un mal di gola o nell’abuso della voce, in questi casi la condizione si risolve in pochi giorni, tuttavia potrebbe essere anche causato da un tumore della laringe, quindi – specie se il sintomo è prolungato nel tempo – non va mai sottovalutato.
Quali malattie possono causare un abbassamento della voce?
Le patologie che si possono associare all’abbassamento della voce sono le seguenti:
- infiammazioni della laringe;
- miastenia gravis;
- sindrome dell’ovaio policistico;
- tumori della laringe.
Si ricorda che questo non è un elenco esaustivo e che sarebbe sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia in caso di persistenza del sintomo.
Quali sono i rimedi contro l’abbassamento della voce?
Non è semplice stilare i rimedi per trattare l’abbassamento della voce dal momento che non è una condizione a sé stante, ma è un sintomo che accomuna diverse patologie. È dunque necessario curare la malattia che ne è alla base. In generale, però, il riposo della voce migliora la condizione, indipendentemente dalla causa. Le persone con l’abbassamento di voce dovrebbero quindi per prima cosa non sovraffaticare evitando di parlare o sussurrare per lunghi periodi, successivamente, se il sintomo continua, il medico dovrà individuare e curare la malattia specifica a monte che genera l’abbassamento di voce.
Abbassamento della voce: quando rivolgersi al proprio medico?
In caso di abbassamento della voce è sempre bene rivolgersi al proprio medico, in particolare se affetti da una delle malattie correlate a questo disturbo (vedere elenco patologie associate).
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Polipi intestinali e polipectomia: come si esegue, biopsia e pericoli
I polipi sono rilievi della mucosa intestinale e dello stomaco di natura per lo più benigna. Alcuni polipi (adenomi) possono, se lasciati in sede e se diventano molto grossi, degenerare e diventare maligni. È accertato che la maggior parte dei tumori maligni dell’intestino derivano da polipi (adenomi) inizialmente benigni.
Per tale motivo i polipi dello stomaco e dell’intestino vanno asportati.
Oggi è possibile fare questo per via endoscopica e non più come era necessario in passato con un intervento chirurgico.
Come si esegue?
Attraverso un piccolo tubo flessibile con una telecamera in punta o delle lenti (fibre ottiche) e dotato di luce propria, introdotto dalla bocca (gastroscopia) o dal retto (colonscopia), il medico può vedere il polipo.
I polipi possono essere peduncolati o a larga base. I polipi peduncolati sono facilmente asportati in un solo pezzo, recidendo alla base il peduncolo con un particolare elettrobisturi fatto a forma di cappio. I polipi a larga base, specie se di grosse dimensioni, possono dover essere staccati pezzo per pezzo, a volte anche in più di una seduta per un’asportazione completa.
In alcuni casi si utilizza anche il laser per bruciare la base dei grossi polipi. È molto importante rimuovere completamente il polipo per evitare che si riformi.
Esame istologico
Prima di rimuovere il polipo, il medico potrà prelevare piccoli frammenti di tessuto (biopsie), che verranno successivamente inviati al laboratorio per l’analisi microscopica o istologica.
L’esame istologico è molto importante perché consente di diagnosticare la natura del polipo e di verificare se saranno o meno necessari futuri controlli.
In caso di polipi di grosse dimensioni, normalmente è necessaria una verifica ulteriore che escluda la presenza di cellule in via di trasformazione (displasie) e, se presenti, ne individui la posizione.
La polipectomia per via endoscopica è una terapia definitiva nella maggior parte dei casi, ma, quando vi sono delle cellule in avanzata fase di trasformazione (displasia severa) alla base del polipo o nel peduncolo, è necessario un intervento chirurgico che asporti il tratto dell’intestino o dello stomaco interessato.
Complicanze
La polipectomia è una procedura sicura. È necessario, però, che la capacità di coagulazione del sangue del paziente sia normale. Per questo al paziente vengono richiesti gli esami del sangue per accertarlo.
È inoltre importante che venga segnalato al medico l’uso di farmaci (anticoagulanti, antiaggreganti come aspirina o antinfiammatori) che possono modificare la coagulazione del sangue.
L’incidenza di complicanze della polipectomia è relativamente bassa. Le principali complicanze sono l’emorragia nella sede di asportazione del polipo e la perforazione, più frequenti quando si asportano grossi polipi.
Entrambe queste complicanze possono essere risolte con un trattamento medico o endoscopico e solo in alcuni casi potrà essere necessario un intervento chirurgico.
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Differenza tra emorroidi e polipi
Emorroidi
Con il termine “emorroidi” (in inglese “hemorrhoid”) si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale. Quando, per vari motivi, sono gonfie ed infiammate, diventano patologiche e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria. Nel linguaggio comune, con il termine emorroidi, ci si riferisce proprio alla malattia emorroidaria. Mentre la causa esatta non è nota, una serie di fattori che aumentano la pressione intra-addominale, in particolare la costipazione, si ritiene rivestano un ruolo nel loro sviluppo.
Le emorroidi possono essere “interne” ed “esterne” ed in base a ciò possono presentarsi in modo diverso. Tuttavia, molte persone possono avere una combinazione delle due. Un sanguinamento abbastanza significativo da causare anemia è raro, un’emorragia tale da mettere in pericolo di vita è ancora più raro. Molte persone si sentono in imbarazzo riguardo alla condizione e, spesso, cercano cure mediche solo quando la situazione è ormai in uno stadio avanzato. Se non trombotiche, le emorroidi esterne possono causare un lieve problema. Tuttavia, quando vi è una trombosi, esse possono essere molto dolorose con risoluzione che si ha in genere in più di 2 o 3 giorni. Il gonfiore può richiedere un paio di settimane per scomparire, e dopo la guarigione un’escrescenza di pelle può rimanere. Se sono di grandi dimensioni e provocano problemi con l’igiene, possono causare irritazione della pelle circostante e prurito intorno all’ano. Le emorroidi interne, solitamente, si presentano indolori, di colore rosso vivo e con sanguinamento rettale che si verifica durante i movimenti intestinali: una condizione nota come ematochezia. Le feci, solitamente, si presentano di un colore normale. Altri sintomi possono includere scarico delle mucose, una massa perianale se vi è prolasso attraverso l’ano, prurito e incontinenza fecale. Le emorroidi interne sono solitamente dolorose solo se diventano trombotiche o necrotiche. I sintomi di emorroidi patologiche dipendono dalla localizzazione. Le emorroidi interne di solito si presentano indolori e con sanguinamento rettale, mentre le emorroidi esterne possono produrre alcuni sintomi e forte dolore se si verifica trombosi e gonfiore nella zona dell’ano.
Il trattamento iniziale per la malattia, da lieve a moderata, consiste nell’aumentare l’assunzione di fibre e di liquidi per mantenere l’idratazione. I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) possono, temporaneamente, essere utilizzati per lenire il dolore. Nei casi più gravi si interviene chirurgicamente.
Per approfondire:
- Emorroidi interne ed esterne: rimedi, pressione alta, gravidanza e chirurgia
- Differenza tra emorroidi interne ed esterne
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Polipi
Quando si parla di “polipi intestinali” o più semplicemente “polipi”, si intendono delle strutture che determinano rilievi della mucosa intestinale e dello stomaco di natura per lo più benigna. Alcuni polipi (adenomi) possono, se lasciati in sede e se diventano molto grossi, degenerare e diventare maligni. È accertato che la maggior parte dei tumori maligni dell’intestino derivano da polipi (adenomi) inizialmente benigni. La diagnosi di polipo intestinale, al contrario delle emorroidi, necessita di esame endoscopico (gastroscopia o colonscopia, tramite le quali si può effettuare anche biopsia). I polipi sono spesso asintomatici, cioè non dare alcun sintomo, anche per lunghi periodi, al contrario delle emorroidi, specie quelle esterne, i cui sintomi si rendono spesso manifesti. La diagnosi di poliposi viene effettuata solo quando il paziente si sottopone ad alcuni esami quali la ricerca del sangue occulto nelle feci, oltre agli esami endoscopici prima citati. Seconda della sede e delle dimensioni si possono manifestare, dolore, presenza di sangue nelle feci e alterazioni dell’alvo, fino anche ad occlusione intestinale. La terapia è l’asportazione chirurgica per via endoscopica.
Per approfondire:
- Polipi intestinali e polipectomia: come si esegue, biopsia e pericoli
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Differenza tra polipi e diverticoli: sintomi comuni e diversi
In sintesi: i diverticoli sono estroflessioni della parete del colon (cioè dirette verso l’esterno), mentre i polipi sono strutture che protrudono verso l’interno del colon.
Poliposi del colon
I polipi del colon sono tumori benigni piuttosto frequenti che si sviluppano a carico del grosso intestino. Esistono molti tipi di polipi del colon che differiscono tra loro per natura istologica, eziologia e comportamento: alcuni sono piatti mentre altri si sviluppano in lunghezza fino ad essere molto rilevati rispetto alla parete intestinale e determinando un interruzione parziale al transito del materiale alimentare. In alcuni casi si riconoscono fattori ereditari e familiari responsabili dello sviluppo della poliposi colica, oltre che a cause che risiedono in diete errate. La ricerca e l’identificazione dei polipi colici riveste un ruolo molto importante nella prevenzione del cancro del colon, alcuni tipi tra di essi sono infatti lesioni precancerose è possono portare, pertanto, con il passare del tempo allo sviluppo di neoplasie maligne, per questo è importante eseguire una biopsia in caso di dubbio e procedere ad indagine istologica.
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- Polipi intestinali e polipectomia: come si esegue, biopsia e pericoli
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Diverticolosi
Si parla di diverticolosi per indicare una condizione patologica in cui la parete del colon (più frequentemente a livello del sigma) presenta piccole estroflessioni (diverticoli). La diverticolosi è una condizione molto frequente e si ritiene che colpisca circa la metà delle persone in età avanzata. Tra le cause che ne possono facilitare lo sviluppo una dieta povera di scorie e alterazioni della motilità intestinale.
In corrispondenza dei diverticoli si possono sviluppare processi infiammatori per cui si parla di peridiverticolite o diverticolite.
Il quadro clinico della diverticolite può aggravarsi a per l’insorgere di alcune complicanze, si parla in questi casi di malattia diverticolare complicata. Le possibili complicanze della malattia diverticolare sono rappresentate da emorragia massiva, stenosi (riduzione del calibro del lume del colon), fistole (si creano delle comunicazioni abnormi tra il colon ed altri organi vicini come la vagina, la vescica o il pccolo intestino) e la peritonite.
Diagnosi
La diagnosi si effettua in entrambi i casi con la diagnostica per immagini: radiografia e TAC addominale con mezzo di contrasto (che mostrano dei plus di riempimento in caso di diverticoli o dei minus in caso di poliposi), colonscopia e gastroscopia (con eventuale biopsia). Si associa spesso anche l’indagine di ricerca di sangue occulto nelle feci.
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Sintomi
Polipi e diverticoli possono essere spesso asintomatici, cioè non dare alcun sintomo, anche per lunghi periodi. La diagnosi di poliposi viene effettuata solo quando il paziente si sottopone ad alcuni esami quali la ricerca del sangue occulto nelle feci o la colonscopia, a volte effettuati solo in seguito a mal di pancia prolungato. Seconda della sede e delle dimensioni si possono manifestare, dolore, presenza di sangue nelle feci e alterazioni dell’alvo, fino anche ad occlusione intestinale. Anche i pazienti portatori di diverticolosi del colon sono frequentemente asintomatici. I sintomi, quando presenti, possono essere rappresentati da stitichezza e lievi dolori addominali saltuari. Nei quadri patologici più avanzati è possibile il riscontro di dolore addominale intenso, febbre, nausea e vomito, perdita di sangue, occlusione intestinale.
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- Diverticolo di Meckel: chirurgia, immagini, dieta, terapia
Terapia
I polipi intestinali devono essere asportati, molto frequentemente questa manovra può essere effettuata durante la colonscopia, in alcuni casi è tuttavia necessario ricorrere ad un intervento chirurgico per raggiungere questo scopo. Nel caso di diverticolite, invece, la terapia medica e comportamentale riesce nella maggior parte dei casi a controllare le forme meno complicate di diverticolite. L’intervento chirurgico consiste nell’asportazione del tratto di colon contenente i diverticoli ed è solitamente riservato ai casi di malattia diverticolare complicata o di ripetuti episodi di diverticolite.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Differenza tra calcoli e polipi
Il calcolo è una concrezione (cioè un aggregato) di sali minerali associati o meno a sostanze organiche che si forma nell’organismo, specialmente dentro condotti ghiandolari ed in alcuni organi cavi per precipitazione e successiva aggregazione di sostanze prima disciolte nei relativi secreti. Normalmente facciamo riferimento a due tipologie di calcoli clinicamente rilevanti:
- calcoli renali: quelli che si formano nelle vie urinarie e determinano calcolosi renale;
- calcoli biliari: che si formano nella cistifellea e nei dotti biliari e determinano colelitiasi.
Con “polipo” in medicina si indica un’escrescenza patologica che si forma su una mucosa, una sierosa o all’interno del connettivo sinoviale, sporgente in una cavità del corpo o in un canale. Di solito si tratta di una neoformazione di carattere benigno, mentre per le neoformazioni di carattere maligno è più appropriata la definizione di carcinoma o adenocarcinoma. Se il polipo aderisce direttamente al tessuto, si parla di polipo sessile, mentre se aderisce mediante un peduncolo, il polipo si definisce peduncolato.
In particolare i “polipi della colecisti” sono rilevazioni della mucosa che riveste internamente la parete della colecisti. Queste formazioni sono molto comuni, inoltre la grande maggioranza di esse è del tutto benigna e rappresentata da polipi di colesterolo. Una piccola parte è rappresentata da adenomi o da papillomi della parete, che sono considerati veri e propri tumori benigni della parete della colecisti.
La maggior parte dei polipi della colecisti si forma a causa dei calcoli. La colesterolosi che è alla base della formazione dei polipi nella parete della colecisti è caratterizzata dall’accumulo di trigliceridi in particolari cellule (i macrofagi) della parte di parete che si chiama lamina propria. Questo accumulo è quello che dà origine all’aspetto ecografico di piccoli polipi. I polipi di colesterolo sono formati da queste cellule che contengono colestrerolo e che sono ricoperte da un singolo strato di cellule dell’epitelio. Il motivo della loro formazione tuttavia è sconosciuto. Alcuni scienziati pensano che queste lesioni possano derivare da depositi diretti di colesterolo che proviene dal colesterolo presente nel sangue, altri ritengono che steroli liberi possano essere trasferiti dalla bile alla mucosa che costituisce la parete della colecisti e che lo sviluppo dei polipi possa essere associato con un’alterata sintesi epatica del colesterolo stesso.
Sia calcoli biliari, che polipi biliari, pur essendo strutture diverse, possono dare origine a colica biliare, in quanto entrambi possono causare una ostruzione del flusso di bile all’interno dei condotti biliari.
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Colonscopia: rischi, effetti collaterali e complicanze
Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, ti consiglio di leggere: Colonscopia: cos’è, quando si fa, preparazione e rischi
La colonscopia è un esame diagnostico mediamente invasivo ma basso rischio; complicazioni importanti si verificano statisticamente in circa 3 casi su 1000, a causa principalmente di:
- affetti avversi ai sedativi utilizzati durante l’esame;
- eventuale sanguinamento in seguito alla rimozione di polipi od altri tessuti anomali;
- accidentale perforazione del colon.
La complicanza più grave (< 1 caso su 2000) è la perforazione del colon, che richiede un immediato intervento di chirurgia maggiore. Eventuali perdite di sangue possono invece essere arrestate mediante cauterizzazione già durante la colonscopia, che dev’essere ripetuta a tale scopo nel caso in cui l’emorragia si manifestasse senza arrestarsi spontaneamente nei giorni successivi al primo esame. Le altre complicazioni riguardano l’effetto dei farmaci sedativi su persone a rischio, come i cardiopatici o l’allergia al farmaco somministrato.
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