Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, vi consiglio di leggere questo articolo: Orzaiolo: cause, rimedi, quanto dura, è contagioso?
Rimedi naturali per l’orzaiolo
La maggior parte degli orzaioli scompare spontaneamente nel giro di 5-7 giorni, tuttavia – per accelerare il processo di guarigione – può essere utile seguire questi consigli:
- applicare impacchi caldi da 4 a 6 volte al giorno per 15 minuti circa per volta, al fine di favorire il drenaggio. Tenere gli occhi chiusi durante l’operazione;
- detergere delicatamente la palpebra con acqua di rubinetto o con un detergente delicato e non irritante. Questo può favorire il drenaggio. Durante l’operazione di detersione, tenere gli occhi chiusi in modo da non danneggiare gli occhi;
- non schiacciare o forare l’orzaiolo per evitare l’insorgenza di una infezione più grave;
- evitare l’uso di makeup o di lozioni e creme per gli occhi, poiché potrebbero essere infetti;
- evitare l’uso di lenti a contatto, poiché l’infezione potrebbe estendersi alla cornea in caso di uso prolungato delle lenti a contatto.
Trattamento medico dell’orzaiolo
Lo scopo principale del trattamento medico è di alleviare i sintomi e accelerare la guarigione.
- può essere somministrato o raccomandato un antidolorifico, come ad esempio acetaminofene (Tylenol);
- potrebbe essere necessaria la prescrizione di antibiotici topici;
- occasionalmente, possono essere prescritti antibiotici per via orale ai pazienti che presentano orzaioli che faticano a riassorbirsi od orzaioli multipli così come agli individui che, in concomitanza con gli orzaioli, presentano altre condizioni, come blefarite o rosacea;
- per i pazienti affetti da rosacea che presentano un orzaiolo, potrebbe essere necessario il trattamento delle guance mediante pomata antibiotica, antibiotico orale o entrambe le soluzioni;
- nel caso in cui l’infezione si sia diffusa, di solito vengono somministrati antibiotici per via orale o per via endovenosa;
- l’oftalmologo può rimuovere il pus da un orzaiolo di grande dimensioni o doloroso, praticando una piccola incisione e drenando il pus.
Trattamento chirurgico dell’orzaiolo
Nel caso in cui l’orzaiolo non risponda al trattamento medico o in presenza di complicazioni, potrebbe essere necessario il ricorso alla procedura chirurgica. Nel corso di tale procedura, l’oftalmologo pratica una piccola incisione nella palpebra. Questa incisione viene praticata sulla superficie interna della palpebra o sulla superficie esterna della stessa, se l’orzaiolo è rivolto verso l’esterno. Una volta praticata l’incisione, l’oftalmologo procede con il drenaggio del pus facendolo fuoriuscire dalla ghiandola. La procedura viene comunemente effettuata nello studio dell’oftalmologo. Nei bambini, potrebbe essere necessario l’impiego dell’anestesia generale. Solitamente, viene raccomandata una visita di controllo 7 giorni dopo la procedura chirurgica. L’oftalmologo potrebbe ritenere necessario eseguire una biopsia dell’orzaiolo. Nel corso di tale procedura, viene rimossa una piccola porzione di tessuto dall’orzaiolo, che verrà poi inviata al laboratorio ove un patologo effettuerà un esame microscopico al fine di escludere una eventuale forma di cancro della pelle.
Prodotti consigliati
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Per approfondire: Orzaiolo: i sintomi pericolosi da far controllare al medico
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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L’artrosi dell’anca è una condizione che porta a una degenerazione della cartilagine dell’articolazione coxo-femorale, il punto in cui femore si articola con l’acetabolo, la cavità dell’anca destinata ad accogliere la testa del femore. Questo processo degenerativo può avere diverse cause e comporta dolore e difficoltà nei movimenti con conseguenze invalidanti.
Il torcicollo comune o acquisito (ben distinto dal
La progressione da infezione tubercolare a malattia TBC conclamata si verifica quando i bacilli superano le difese del sistema immunitario e iniziano a moltiplicarsi. Nella malattia primaria (1-5% dei casi), questo si verifica subito dopo l’infezione iniziale. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, una infezione latente si verifica senza sintomi evidenti. Questi bacilli dormienti producono tubercolosi attiva nel 5-10% dei casi latenti, spesso molti anni dopo l’infezione.
Lombalgia acuta o, in inglese, low back pain: tutti sinonimi di “colpo della strega“. Tutti coloro che ne hanno sofferto almeno una volta nella vita, lo ricordano come un evento piuttosto traumatico. Chi ne è colpito tende a restare immobile nella posizione in cui avviene lo strappo, avvertendo un dolore più intenso ad ogni – seppur minimo – movimento. Da cosa viene causato il colpo della strega? Ancora non si sa con assoluta certezza, ma molto spesso il fattore eziologico va rintracciato in uno sforzo fisico troppo intenso e mal controllato, spesso legato al lavoro, soprattutto in individui che mantengono a lungo posture sbagliate. In termini di numeri, a soffrire di mal di schiena sono circa 15 milioni di italiani, di questi circa l’80 per cento accusa il colpo della strega almeno una volta nella vita.
Quando un tumore dà segno di sé, perché dà sintomi, si usano un gran numero di esami utilizzati per individuarne la presenza, la gravità e le caratteristiche istologiche e genetiche. Tali esami variano moltissimo in base alla sede o al tessuto coinvolto, ma integrano quasi sempre varie tecniche di laboratorio (ad esempio marker tumorali) e di diagnostica per immagini (come TAC, ecografia, risonanza magnetica, PET), il tutto ovviamente osservato nell’ottica di una accurata anamnesi (la presenza di un tumore in un genitore può aumentare il rischio di avere un tumore) e di un esame obiettivo.
Con “prevenzione” si intende un ampio gruppo di attività, azioni ed interventi che mira a promuovere la salute dell’individuo e della collettività riducendo: