Jet lag: cos’è, quanto dura, sintomi, rimedi e melatonina

MEDICINA ONLINE AEROPLANO AEREO FLY FLYING CINETOSI NUVOLE JET LAG ORA ORARIO VOLO NAVE MARE OCEANO VIAGGIO TRAVEL MAL AUTO AUTOMOBILE MALE NAUSEA VOMITO airplane CLOUDSNoto anche come disritmìa circadiana, il “jet lag” è una condizione in cui il viaggio rapido attraverso vari fusi orari – tipico di lunghi viaggi in aereo – procura disturbi del sonno, affaticamento, sonnolenza diurna e/o calo di efficienza mentale. Il jet lag non si verifica viaggiando da nord a sud e viceversa all’interno dello stesso fuso orario, bensì Continua a leggere

Mal d’auto, di mare, d’aereo: cinetosi, rimedi e farmaci per bambini ed adulti

MEDICINA ONLINE AEROPLANO AEREO FLY FLYING CINETOSI NUVOLE JET LAG ORA ORARIO VOLO NAVE MARE OCEANO VIAGGIO TRAVEL MAL AUTO AUTOMOBILE MALE NAUSEA VOMITO airplane CLOUDS.jpgCon “cinetosi” o “chinetosi” si indica un gruppo di disturbi neurologici accomunati dal fatto di essere causati da movimento, più in particolare in seguito a spostamenti ritmici o irregolari del corpo durante un moto, ad esempio durante viaggi con mezzi di trasporto come nave, automobile, aereo, giostra ma anche – nei casi più gravi – su una semplice Continua a leggere

Gravidanza: come indossare la cintura di sicurezza in auto?

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA AUTO AUTOMOBILE AEREO CINTURA DI SICUREZZA COME SI INDOSSA FETO BAMBINO INCIDENTE TRAUMA COMPRESSIONE.jpgLa cintura di sicurezza, sia in auto che in aereo, è obbligatoria anche durante la gravidanza e, se correttamente indossata, non comporta nessun rischio per il feto.

Studi effettuati in Gran Bretagna hanno rilevato che anche in gravidanza, se non si utilizzano le cinture di sicurezza, aumenta il rischio di essere proiettati fuori dal veicolo e la mortalità materna in caso di gravi incidenti stradali passa dal 4% a 33%! Ciò significa che comunque una cintura di sicurezza – ripeto: correttamente indossata – è in grado di ridurre sia la mortalità materna che fetale. In caso di incidente stradale, i possibili danni fetali sono da imputare alla brusca decelerazione, seguita dalla flessione forzata del corpo materno sopra la cinghia addominale con compressione uterina. In particolare, in uno studio condotto dal Centro Harborview Injury Prevention and Research di Seattle su 2592 donne di età gestazionale superiore alle 20 settimane, delle quali 1243 aveva subito un incidente con cintura di sicurezza e 1349 senza, è stato rilevato come risultasse più frequente la nascita di neonati con peso più basso e spesso prematuri. Infatti, le donne riguardate da incidenti che non indossavano la cintura di sicurezza presentavano una maggiore probabilità di partorire nelle 48 ore successive all’incidente, rispetto alle donne che invece indossavano la cintura.

Come indossare la cintura di sicurezza in gravidanza:
La parte orizzontale va sempre messa al di sotto del pancione, mentre quella verticale al di sopra. In questo modo, in caso di incidente, è in grado di proteggere mamma e bambino da eventuali traumi evitando che il piccolo possa essere schiacciato dallo strattona mento. E’ consigliabile l’utilizzo di cinture di sicurezza a tre punti con il nastro orizzontale posto il più in basso possibile, sotto l’addome gravido, ed il nastro diagonale posto al di sopra dell’addome, facendolo passare tra i seni. La cintura può essere regolata in modo da risultare confortevole e che il meccanismo di blocco non scatti senza motivo. Altrimenti è possibile affidarsi a dei cuscini di blocco che portano la cintura sotto l’addome. In tal modo non è compromessa la libertà di movimento durante la guida ed al tempo stesso non si incorre né in fastidiose sanzioni, né, cosa ben più importante, si rischia di subire pesanti conseguenze da un eventuale incidente. Così viaggerete in serenità e proteggerete nel modo migliore il vostro bebè!

La normativa vigente in merito, risalente al 4 agosto 1989, legge n. 284, è abbastanza perentoria: l’esenzione per le donne in stato di gravidanza è ammissibile sono sulla base di certificazione rilasciata dal ginecologo curante che comprovi condizioni di rischio particolari conseguenti all’uso delle cinture di sicurezza. Non sono dunque ammesse decisioni discrezionali, né una certa elasticità nell’utilizzo della cintura di sicurezza che, anzi, è ritenuta ancor più necessaria vista la particolare situazione della donna in stato interessante. A supporto di questa interpretazione vi è l’assoluta limitatezza delle cosiddette condizioni di rischio, la cui individuazione è riconducibile alla responsabilità esclusiva del medico ed al suo insindacabile giudizio, di cui risponde personalmente per eventuali prescrizioni avventate.

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Gravidanza: è possibile viaggiare e prendere l’aereo o fa male al bimbo?

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA INCINTA PRENDERE AEREO AEROPLANO VIAGGIARE VACANZE ESTATE VIAGGIO MALE BIMBO BAMBINO FETO PRESSIONE LIQUIDO AMNIOTICO AMNIOS.jpgLa gravidanza non è una malattia. Se la futura mamma se la sente, quindi, nulla che vieta che possa viaggiare e muoversi durante i nove mesi limitandosi a prendere solo qualche precauzione:

  • evitare i paesi in cui siano richieste particolari vaccinazioni;
  • evitare di stancarsi eccessivamente durante i viaggi sottoponendo il fisico a uno stress eccessivo:
  • in caso di viaggi in paesi esotici o, comunque, con condizioni igieniche diverse dalle nostre, porre molta attenzione ai cibi e bere solo acqua imbottigliata o bibite industriali;
  • fare attenzione agli sbalzi di temperatura, utilizzare sempre un cappellino per evitare colpi di calore ed evitare le attività estreme e le località eccessivamente isolate (campeggiare nella giungla con il pancione non è necessario!);
  • durante i lunghi spostamenti in macchina, effettuare diverse pause durante il tragitto per sgranchire le gambe e rimettere in moto la circolazione.

Posso viaggiare in aeroplano o fa male al bambino?
Al contrario di quello che dicono molte leggende metropolitane, l’aereo è uno dei mezzi di trasporto più indicati durante i nove mesi. Nessuna controindicazione, quindi, a volare a meno che ci siano chiare indicazioni mediche (per esempio, per chi soffre di trombosi, problemi di circolazione e problemi cardiaci). In linea di massima, le compagnie aeree accolgono donne in gravidanza fino alla 36° settimana di gestazione. Ma è bene sempre informarsi, prima di partire, per conoscere in merito le indicazione del vettore con cui si dovrebbe volare. A ogni modo, per evitare problemi, si consiglia, soprattutto dal sesto mese in poi, di portare sempre con sé il certificato medico firmato dal proprio ginecologo che attesti il buono stato di salute e il nulla osta a volare.

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Payne Stewart e la tragica storia dell’aereo che volava senza controllo

MEDICINA ONLINE William Payne Stewart (January 30, 1957 – October 25, 1999) AIR CRASH DEATH DEAD MORTE AEREO AIR DEPRESSURIZED PRESSURE AEREOPLANO MORTO GOLFISTA.jpgPer cinque lunghissime ore ha solcato i cieli degli Stati Uniti, seguito attimo dopo attimo dalle più importanti reti televisive americane. Un piccolo LearJet con cinque passeggeri a bordo si è trasformato in un’incredibile “bara volante” ed è precipitato in una zona paludosa del South Dakota dopo aver volato in pilota automatico dalla Florida sopra gli stati del Midwest degli Usa. E’ il 25 ottobre 1999.

Tra le vittime anche uno dei più famosi campioni del golf professionistico americano, Payne Stewart, vincitore dell’ultimo US Open. Stewart aveva 42 anni. Era partito da Orlando per il Texas dove avrebbe giocato tra qualche giorno un importante torneo a Houston. Il tragico “vascello fantasma” dell’aria era di sua proprietà. Assieme a lui sono morti due manager della sua agenzia sportiva.

L’aereo ha perso i contatti con i controllori di volo 20 minuti dopo la partenza, all’altezza di Gainsville. La Faa (l’ente per l’aviazione civile Usa) ha lanciato subito l’allarme e chiamato in aiuto l’Air Force Nazionale, che ha fatto alzare in volo cacciabombardieri F-16. I piloti si sono avvicinati al jet fantasma all’altezza di Lincoln, in Nebraska, ma hanno subito riferito alla torre di controllo che gli occupanti non davano segni di vita.

I finestrini del jet erano ghiacciati, un indizio che ha confermato una delle prime ricostruzioni sulle dinamiche dell’incidente: quella della violenta depressurizzazione, una volta raggiunta la quota di crociera, che avrebbe fatto perdere i sensi agli occupanti. “Un classico caso di carenza di ossigeno – spiegano gli esperti di aviazione – che inizialmente dà un senso di euforia, poi fa perdere completamente i sensi”.

Anche il presidente Clinton, informato dell’incidente durante una riunione con i consiglieri economici, ha seguito la drammatica vicenda che ha commosso gli Stati Uniti. Lo sceriffo di Mina, una cittadina così piccola che a malapena compare sulle carte geografiche, ha inviato tutti i suoi agenti sul posto, ma per i cinque occupanti non c’era più niente da fare.

Payne Stewart era ritenuto uno dei giocatori di golf più forti al mondo. Come detto, era reduce dalla vittoria agli US Open, grazie ad un clamoroso colpo dalla lunghissima distanza all’ultima buca. Era anche un campione di eleganza: in gara indossava sempre pantaloni di foggia antica, spesso alla zuava, accompagnati da cappelli altrettanto insoliti. Recentemente aveva creato la sua linea di indumenti per il golf spesso ispirata ai colori delle squadre del football americano. Stewart, che giocava nel circuito professionistico da 17 anni, abitava ad Orlando con la moglie Tracey e due figli.

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I dubbi su pacemaker e ICD: carica, impulsi, cellulare, banca ed aereo

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONECosa bisogna fare se si avverte una scarica del defibrillatore?
In caso di scarica dell’ICD bisogna fare controllare il paziente. Se la scarica è una sola ed il paziente sta bene, il controllo può essere eseguito in ambulatorio (negli orari in cui l’ambulatorio è aperto). Se le scariche fossero due o più di due, anche a distanza di alcune ore, è raccomandato recarsi al più presto al più vicino pronto soccorso.

Quanto dura la carica di un pacemaker o un defibrillatore?
Essendo alimentati da un batteria, i dispositivi hanno una certa durata e poi la batteria si scarica. Il tempo è variabile a seconda del funzionamento: i dispositivi funzionano a demand, cioè monitorizzano costantemente l’attività cardiaca ed intervengono solo se necessario. Più intervengono e più presto si esaurisce la carica.
Indicativamente possiamo dire che i pacemaker durano dai 7 ai 10 anni (o più); i defibrillatori dai 5 ai 7 anni (o più).
È importante tenere presente che fino alla fine della carica il funzionamento rimane perfetto , cioè non va perdendo capacità man mano che si scarica.

Quando è scarica, la batteria si può ricaricare o bisogna sostituirla?
Né l’uno né l’altro. Al momento viene cambiato tutto il dispositivo perché la batteria è integrata al suo interno. I fili (elettrocateteri) però rimangono per cui non è necessario un nuovo impianto e di norma neppure rimanere in ospedale ma è sufficiente un ricovero in Day Hospital.

Gli impulsi del pacemaker vengono avvertiti dal paziente?
No. Il pacemaker eroga una corrente molto debole che non viene sentita dal paziente. Al massimo, in certe situazioni particolari, può essere avvertito una leggera contrazione muscolare nella sede di impianto o sulla fascia addominale, ma è un piccolo disturbo che si può di solito correggere riprogrammando il dispositivo.

Posso usare il telefono cellulare?
Sì, il telefono cellulare può essere usato, ma con piccole precauzioni: non tenerlo in un taschino della camicia vicino al pacemaker e usarlo preferibilmente dall’orecchio opposto alla sede di impianto.

Sono una casalinga, posso continuare ad usare gli elettrodomestici?
Tutti gli elettrodomestici possono essere adoperati in tutta tranquillità a patto che l’impianto elettrico sia a norma e dunque dotato di “messa a terra”.
In vecchi impianti elettrici senza la regolare messa a terra, si verifica una dispersione di corrente attraverso gli elettrodomestici (compreso lo scaldabagno); la dispersione normalmente non viene avvertita dalla persona ma determina delle interferenze (chiamate EMI) che possono provocare malfunzionamenti del pacemaker e addirittura scariche inappropriate del defibrillatore.

Come mi comporto per entrare in banca o passare il controllo in aeroporto?
Per entrare in Banca o passare nel metal detector dell’aeroporto è preferibile mostrare il tesserino di portatore di PM o ICD e passare per vie alternative solo solo per evitare spiacevoli imbarazzi al suono dell’allarme.

Le barriere antifurto dei negozi e dei supermercati possono danneggiare il dispositivo?
No. I dispositivi antitaccheggio non influiscono sul funzionamento dei pacemaker e dei defibrillatori. Si può dunque tranquillamente entrare nei negozi muniti di dispositivi antifurto. Per prudenza è preferibile evitare di sostare a lungo nel loro raggio di azione. In ogni caso, possibili interferenze sarebbero solo momentanee e il dispositivo non viene danneggiato.

Posso prendere il sole tranquillamente o corro qualche rischio?
Il sole non procura alcun rischio, quindi ci si può abbronzare in tutta tranquillità, tenendo conto che il dispositivo, essendo di materiale metallico, specie se si è particolarmente magri, può scaldarsi un po’, ma questo non procura alcun problema. Ricordate però che se la ferita è fresca il sole potrebbe causare una cattiva cicatrizzazione.

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Posso continuare a lavorare dopo l’impianto?
Certamente. Ma è chiaro che molto dipende dal tipo di lavoro. Consiglierei di parlarne col cardiologo di fiducia che può valutare il tipo di eventuali limitazioni a cui è necessario attenersi. Per esempio motoseghe, saldatrici ad arco, martelli pneumatici ed altri attrezzi del genere sarebbero sconsigliati perché potrebbero generare delle interferenze elettromagnetiche (EMI) con malfunzionamento dei pacemaker e shock inappropriati nei defibrillatori.
In ogni modo nessuno di questi attrezzi danneggia i dispositivi in maniera permanente ed i malfunzionamenti cesserebbero immediatamente alla sospensione dell’utilizzo dell’attrezzo.

Posso fare attività sportiva?
Se si è portatori di pacemaker, di norma si possono eseguire quasi tutte le attività sportive. Naturalmente bisogna evitare i traumi nella zona di impianto e quegli sport che richiedono un eccessiva estensione delle braccia con sforzi notevoli (come il sollevamento pesi, ad esempio).
È chiaro che questa è una indicazione di massima e va valutata attentamente la patologia che ha determinato la necessità dell’impianto. La stessa cosa vale per i portatori di defibrillatore per cui in entrambi i casi è preferibile rivolgersi al cardiologo curante per maggiori indicazioni.

Quando posso ricominciare a guidare l’automobile?
Subito dopo l’impianto è bene tralasciare la guida per evitare di sforzare il braccio con movimenti che potrebbero procurare uno spostamento degli elettrocateteri. Superato il primo controllo (circa sei – otto settimane dopo l’impianto) si avranno maggiori indicazioni anche in relazione alla patologia che ha determinato la necessità dell’impianto.
Per i portatori di defibrillatore il discorso è un po’ diverso perché va tenuto conto della patologia cardiaca, perché una eventuale aritmia, anche se trattata con lo shock potrebbe causare uno svenimento o una perdita di controllo dell’automobile. Dunque meglio parlarne col cardiologo di fiducia.

Posso usare radiocomandi, telecomandi e consolle per video giochi?
Secondo le indicazioni dei produttori di pacemaker, l’uso di telecomandi provvisti di antenna, come quelli per modellismo, è consentito a patto di mantenerlo ad una distanza di sicurezza di almeno 30 centimetri dal dispositivo. Telecomandi e consolle per video giochi possono essere usati tranquillamente.

In quale sedi si può eseguire l’impianto?
Di norma, pacemaker e defibrillatori vengono impiantati al di sotto della clavicola sinistra. Potrebbe essere scelta la parte destra senza alcun problema (anzi alcuni Centri Cardiologici, soprattutto all’Estero, per un certo periodo, lo impiantavano a destra). Per motivi di estetica o di eccessiva magrezza può essere scelta come zona di impianto la sede sottomammaria: l’intervento è un po’ più complicato, tuttavia si fa. Nei bambini piccoli il pacemaker viene impiantato entro l’addome con gli elettrocateteri posizionati nella parte esterna del cuore. Altre sedi, come sotto l’ascella sono di norma sconsigliate per l’ingombro che arreca il dispositivo.

Pacemaker e Risonanza Magnetica (RMN)
La Risonanza Magnetica con i pacemaker e i defibrillatori tradizionali non può essere eseguita. Esistono, da qualche tempo, dispositivi compatibili con la risonanza magnetica,  ed in questo caso l’esame può essere eseguito.
Per i vecchi impianti, va tenuto presente che tutto il sistema, elettrocateteri compresi, deve essere adatto alla esposizione ai campi magnetici per cui non basta sostituire il device per potere eseguire una RMN.
Al momento di eseguire la risonanza magnetica, il dispositivo va riprogrammato in una modalità di sicurezza, per cui è consigliabile rivolgersi ai grandi Centri, dove sarà possibile avere l’assistenza del cardiologo per riprogrammare il dispositivo.
Tac e Radiografie possono essere eseguiti tranquillamente.

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Mark Sloan e il recupero fittizio: il mistero del cervello pochi attimi prima di morire

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MARK SLOAN RECUPERO FITTIZIO LUCIDITA TERMINALE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata.pngNella seconda emozionante puntata della nona stagione di Grey’s Anatomy Ricordando il passato“, il chirurgo Mark Sloan, dopo i profondi traumi riportati in un incidente aereo, alcuni minuti prima di entrare nel coma che lo condurrà alla morte trenta giorni dopo, torna straordinariamente lucido per un breve periodo che viene chiamato “recupero fittizio”.

Esiste davvero?

Un mio paziente, appassionato come me di questa serie tv – mi ha chiesto se l’episodio fosse scientificamente corretto oppure fosse solo una invenzione di Shonda Rhimes, la sceneggiatrice di Grey’s Anatomy. Pur con la dovuta drammatizzazione ed il pathos che da sempre caratterizza questa serie televisiva, bisogna dire che questo tipo di recupero è in effetti presente in molti malati terminali, nei minuti che precedono la morte. Persone colpite da schizofrenia, morbo di Alzheimer ed altre condizioni patologiche che causano grave menomazione del funzionamento mentale, sono – a volte – inspiegabilmente in grado di recuperare ricordi e lucidità poco prima della morte. In quei momenti, le loro menti sembrano tornare straordinariamente in una forma completa e coerente, anche se i loro cervelli risultano ugualmente deteriorati e danneggiati. Questi pazienti che magari da anni non sono in grado di ricordare nemmeno i loro nomi, possono improvvisamente riconoscere i loro familiari ed avere normali conversazioni con loro su passato, presente e futuro. Nessuno sa con esattezza come questo fenomeno – chiamato “lucidità terminale” – possa accadere. A tal proposito, il Dr.Scott Haig scrisse in un articolo per il ‘Time Magazine’, di un giovane paziente di nome David, al quale un tumore aveva distrutto il cervello, pur non impedendogli di trovare momenti di lucidità prima della morte.

Se siete appassionati di Grey’s Anatomy come il sottoscritto, non potete perdervi questi due articoli:

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La storia di David

David aveva smesso di parlare e muoversi nelle settimane precedenti la sua morte, e dalla RM era risultato che non era rimasto quasi più nulla del suo cervello. Malgrado ciò, la notte stessa in cui David morì, trascorse circa cinque minuti di piena consapevolezza per dire addio alla sua famiglia. “Non era il cervello di David che si era svegliato per dire addio”, ha detto il dottor Haig. “Il suo cervello era già andato distrutto. Le metastasi tumorali non si limitano ad occupare spazio e premere sui tessuti sani lasciando intatto il cervello, in realtà, esse lo sostituiscono… In pratica, il cervello non esiste più. Ciò che svegliò il mio paziente fu semplicemente la sua mente che aveva trovato la strada attraverso un cervello non più funzionante: l’atto finale di un padre per confortare la sua famiglia“.

Mente e cervello

Per il Dr. Haig, è chiaro che la mente esiste separatamente dal cervello, ma altri studiosi guardano a possibili ragioni fisiologiche per spiegare la lucidità terminale. I diversi stati fisiologici di persone che soffrono di lucidità terminale, suggeriscono che non vi sia un unico meccanismo responsabile di tale fenomeno, secondo quanto affermato dai ricercatori della University of Virginia e dell’Università d’Islanda, che hanno pubblicato il documento “Terminal Lucidity: A Review and a Case Collection,” (Archives of Gerontology and Geriatrics) nel 2012. “Allo stato attuale, riteniamo che non sia possibile individuare meccanismi definitivi per spiegare la lucidità terminale”, hanno scritto i ricercatori Michael Nahm, Bruce Greyson ed Emily Williams Kelly, tutti della University of Virginia, e il Dr. Elendur Haraldsson dell’Università d’Islanda. “Infatti, la lucidità terminale in differenti disturbi mentali potrebbe derivare da processi diversi, a seconda della eziologia delle diverse malattie. Ad esempio, la cachessia (debolezza e deperimento del corpo) in pazienti affetti da malattie croniche, potrebbe plausibilmente provocare contrazione del tessuto cerebrale, alleviando la pressione esercitata da lesioni intracraniche che occupano spazio, permettendo così il ritorno fugace di qualche funzione cerebrale”.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Perché le bibite in aereo hanno un sapore strano? I motivi per non berle

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO AEROPLANO AEREO VIAGGIOSiamo italiani ed in pochi riusciamo a rinunciare al caffè o al the, anche se siamo su un aeroplano. Ma vi siete mai chiesti perché queste bevande, in volo, abbiano a volte un sapore decisamente strano? Il problema è l’acqua. Sembra, infatti, che i serbatoi riempiti con acqua potabile siano puliti con prodotti chimici che evitano ai batteri di svilupparsi ma che sono i principali responsabili del cattivo sapore delle bevande. In pratica, insieme al caffè e ad altre bevande, mandiamo giù altre sostanze non ben identificate, capaci di modificare – pur se in modo quasi impercettibile – il sapore. Inoltre l’acqua, a 35 mila piedi di altezza, bolle ad una temperatura molto più bassa e ciò altera il processo di estrazione. Cosi facendo alcuni dei componenti del caffè, quelli solidi, si dissolvono. Infine in volo le nostre papille gustative percepiscono il sapore di bevande e cibi in modo diverso rispetto a quando il corpo si trova all’altezza del livello del mare: questo avviene a causa della pressione in cabina, dell’aria secca e dell’altitudine che alterano di circa il 30% la percezione dell’acido, dell’amaro e del piccante. Non è questione della qualità del caffè, quindi, ma delle trasformazioni del nostro corpo in volo.

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