Quali aminoacidi ramificati BCAA assumere: 2:1:1, 4:1:1, 8:1:1, 12:1:1 o 20:1:1?

Dott Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Endocrinologo Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Ecografie DermatologiaSmettere fumare donna palestra orgasmoPer comprendere meglio l’argomento trattato, leggi prima: Differenza tra aminoacidi ramificati BCAA 2:1:1, 4:1:1, 8:1:1, 12:1:1 e 20:1:1

Come abbiamo visto nell’articolo appena citato, la leucina è un amminoacido che ha lo scopo fisiologico principale di sintesi proteica e agisce sul recupero, a differenza della valina e dell’isoleucina che invece svolgono un ruolo prevalentemente energetico.

Quindi quale BCAA è migliore?

Viste le premesse, appare chiaro che non esiste un rapporto BCAA migliore di un altro in senso assoluto: dipende dal vostro obiettivo e dalle modalità di assunzione.

  • Se utilizzate i BCAA pre-workout e during work allora vi conviene indirizzarvi sui classici (e mediamente molto più economici) BCAA con rapporto 2:1:1 proprio perché quello che vi serve è energia e non avrebbe senso assumere grosse dosi di leucina che invece è utile maggiormente nel post-workout per il recupero.
  • Se utilizzate i BCAA during work e post-workout allora vi consiglierei di utilizzare quelli con rapporto 4:1:1 in modo da darvi sia energia sia recupero nel post-workout grazie alla leucina raddoppiata rispetto ai classici 2:1:1. Ricordate che i BCAA 4:1:1 sono mediamente più costosi rispetto ai 2:1:1.
  • Se il vostro interesse è solamente il recupero post-workout allora acquistate i BCAA con rapporto 8:1:1 o 12:1:1. Per avere la massima sintesi proteica possibile potrebbe essere utile l’assunzione di BCAA con rapporto 20:1:1, visto le altissime quantità di leucina che contengono. E’ importante ricordare che in genere i BCAA con 8, 12 e 20 parti di leucina sono caratterizzati anche dal costo più elevato rispetto ai 4:1:1 ed ai 2:1:1.

La regola generale è quindi che più aumenta il valore della leucina, migliore sarà la sintesi proteica ed il recupero e quindi l’assunzione preferibile sarà a fine allenamento (o nella parte finale dell’allenamento), mentre minore è la leucina e maggiormente preferibile sarà l’assunzione prima dell’allenamento per avere maggiore energia. Questa regola non è ovviamente assoluta e nulla vieta all’atleta di sperimentare tipi diversi di ramificati in momenti diversi dell’allenamento (anche una % prima e la dose restante alla fine), fino a trovare la modalità più efficace per il proprio corpo.

La mia personale opinione è che l’uso migliore dei BCAA sia nella fase finale dell’allenamento e nel recupero, con il rapporto 4:1:1 od 8:1:1, specie quando gli allenamenti sono ripetuti a breve distanza uno dall’altro, ma non nascondo che io stesso spesso assumo i più economici 2:1:1 durante l’allenamento, nei periodi in cui mi alleno meno volte durante la settimana, ma con carichi maggiori.

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Differenza tra aminoacidi ramificati BCAA 2:1:1, 4:1:1, 8:1:1, 12:1:1 e 20:1:1

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI MUSCOLI MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA CARNITINA DIMAGRIRE WORKOUT ALLENAMENTO BICIPITI SPALLE DORSGli aminoacidi ramificati, anche chiamati BCAA (dall’inglese “branched-chain amino acid”), sono costituiti da leucina, isoleucina e valina e compongono il 35% degli aminoacidi presenti nel muscolo. Gli integratori di BCAA sono molti usati tra gli sportivi, specie tra i frequentatori di palestre, ma sul mercato ne esistono di diversi tipi e ciò può destare qualche dubbio tra i consumatori.

Esistono i BCAA con rapporto 2:1:1, quelli con rapporto 4:1:1, quelli 8:1:1 ed infine i più recenti con rapporto 12:1:1 e 20:1:1. Quali sono le differenze tra essi? Quale conviene comprare?

Come anticipato all’inizio dell’articolo, gli aminoacidi ramificati sono:

  • leucina;
  • valina;
  • isoleucina.

Quando parliamo di BCAA con un dato rapporto stiamo ad indicare che il rapporto di leucina presente è in quantità maggiore rispetto agli altri due amminoacidi ramificati in modo variabile:

  • con un integratore BCAA 2:1:1 avremo due parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina;
  • con un integratore BCAA 4:1:1 avremo quattro parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina;
  • con un integratore BCAA 8:1:1 avremo otto parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina;
  • con un integratore BCAA 12:1:1 avremo dodici parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina,
  • con un integratore BCAA 20:1:1 avremo venti parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina.

Da ciò appare chiaro come, tra i tre aminoacidi, la maggiore importanza sia data alla leucina. Perché? La leucina è l’amminoacido che interviene nella sintesi proteica e quindi nel recupero. La leucina è importante per la costruzione ed il mantenimento del tessuto muscolare. Promuove la sintesi proteica nei muscoli e nel fegato, rallenta la decomposizione delle proteine muscolari e promuove i processi di rigenerazione. Invece la valina e la isoleucina svolgono prettamente una funzione energetica. Questo si traduce, in termini pratici, in una maggior sintesi proteica e in un minor catabolismo muscolare, oltre ad un maggior recupero, che è solitamente il motivo per cui vengono usati gli aminoacidi ramificati, soprattutto nel post allenamento.

Quindi quale BCAA prendere?

Rapporti diversi dei tre aminoacidi, sono usati per scopi diversi. Quale rapporto acquistare? Per avere una risposta a questa domanda, leggi questo articolo: Quali aminoacidi ramificati BCAA assumere: 2:1:1, 4:1:1, 8:1:1, 12:1:1 o 20:1:1?

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Quando assumere aminoacidi e ramificati per migliorare l’allenamento

integratori proteine dieta Dukan iperproteica fa male bene dimagrire muscoliIl corpo umano è in grado di produrre autonomamente solo gli aminoacidi non essenziali, mentre tutti gli altri, compresi i BCAA, devono essere necessariamente integrati giornalmente nella dieta. Ecco perché per l’introduzione di questi elementi nell’alimentazione quotidiana, in particolar modo per chi pratica sport di resistenza, si rende necessario il ricorso ad integratori specifici. È importante assumere aminoacidi per promuovere la crescita muscolare e sopperire alle carenze del regime alimentare. Un incremento dell’apporto di aminoacidi ramificati è richiesto soprattutto durante e dopo l’attività aerobica o tra prestazioni sportive intense ravvicinate nel tempo.

Rispetto agli integratori composti da un pool di aminoacidi, per gli sportivi è preferibile orientarsi verso integratori di BCAA. Questi vanno oltre la funzione plastica degli aminoacidi semplici, concentrandosi anche su un’azione anti-catabolica ed energetica. L’assunzione di aminoacidi e BCAA per la palestra è utile in ogni fase dell’allenamento sportivo, da cicli di preparazione generica inziale, al lavoro muscolare più intenso. La fase immediatamente successiva alla prestazione sportiva, la cosiddetta finestra anabolica, però, rappresenta il momento di massima richiesta di aminoacidi da parte dell’organismo; Tale fase ha una durata individuale che, in media, si manifesta entro le 3 ore dalla fine dell’attività.

Durante la giornata l’assunzione di aminoacidi ramificati esercita il suo maggior potere di sera, quando le loro caratteristiche vengono valorizzate dall’aumento della quantità circolante di ormone della crescita (GH), al fine di prevenire il catabolismo della massa magra e stimolare la crescita del muscolo. Tutte le discipline sportive che implicano sforzi di lunga durata – come ciclismo, sci di fondo, triathlon, nuoto di fondo – producono quel catabolismo muscolare che può essere prontamente contrastato dall’azione ripristinante caratteristica degli aminoacidi ramificati. Quando la performance sportiva richiede un surplus di energie, diventa importante preservarsi dal raggiungimento di soglie di stress fisico troppo elevate con il reintegro di glutammina, un aminoacido condizionatamente essenziale e essenziale per gli atleti che viene sintetizzato direttamente nel tessuto muscolare e va a costruirne più della metà.

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Dieta chetogenica: cosa mangiare, controindicazioni e rischi

MEDICINA ONLINE SOCIAL EATING GNAMMO FENOMENO WEB MANGIARE PRANZO CIBO CENA INSIEME AMICI RISTORANTEDieta chetogenica: come funziona? Cosa mangiare?

Si tratta di un’alimentazione ad alto contenuto di grassi, di proteine e povera di carboidrati. In questo modo il corpo può essere indotto maggiormente a bruciare i grassi e a dimagrire. Per svolgere le sue funzioni il corpo necessita di apporto di glucosio. Quando vengono meno le fonti degli zuccheri, che sono principalmente costituite da carboidrati, l’organismo inizia a scomporre le proteine e i grassi. Questo lavoro di scomposizione stimola anche la formazione di corpi chetonici, da cui deriva il nome stesso della dieta. Vediamo meglio come funziona questo tipo di alimentazione e qual è il menu che si può seguire.

Come funziona?

La dieta chetogenica si basa su alcuni principi fondamentali, come la riduzione dei carboidrati, perché in questo modo l’organismo viene stimolato a smaltire efficacemente le riserve di grasso in eccesso. Non si fa altro che accelerare il metabolismo, perché si possa dimagrire in fretta e perdere peso in poco tempo. Parallelamente si cerca di aumentare il consumo di proteine e di grassi, per dare all’organismo l’energia di cui ha bisogno. L’ossidazione dei grassi provoca l’accumulo di molecole intermedie, che sono chiamati corpi chetonici. Come effetto si ha anche un calo della sensazione dell’appetito.

Cosa mangiare?

Le proteine che possono essere assunte nella dieta chetogenica possono derivare dalle uova, dalla carne e dal pesce. Sono ammessi tutti i tipi di carne e il pesce può comprendere anche i crostacei. I grassi ammessi sono quelli previsti sotto forma di condimenti, come olio d’oliva, burro, strutto, olio di sesamo e di soia. Sono importanti anche i grassi che derivano dai formaggi, anche se andrebbero esclusi quei derivati del latte, che, oltre ad essere ricchi di grassi e proteine, sono ricchi anche di carboidrati. Nella dieta sono comprese anche le verdure, soprattutto asparagi, funghi e broccoli. Da evitare cibi vegetali, come patate, cereali, carote e piselli. La quantità di frutta prevista è di massimo 2 frutti al giorno. E’ consigliato bere 2 litri di acqua durante la giornata o comunque liquidi non zuccherati, anche tè e caffè senza zucchero. E’ ammessa la frutta secca, come, ad esempio, noci e arachidi.

Il menu

Vediamo il menu della dieta chetogenica, uno schema preciso su che cosa orientativamente mangiare durante il giorno.

Colazione: 2 uova fritte e 2 fette di pancetta oppure 2 uova strapazzate con erba cipollina.

Spuntino: un frutto a piacere.

Pranzo: 2 salsicce o 2 hamburger con insalata verde.

Merenda: un frutto a piacere.

Cena: una fetta di tonno con verdure al vapore o 100 grammi di pollo arrosto con broccoli oppure una bistecca di manzo con spinaci al vapore.

I rischi e le controindicazioni

La dieta chetogenica può essere anche rischiosa per la salute, perché, a causa del taglio dei carboidrati, può determinare vertigini, debolezza, ipoglicemia e disturbi gastrointestinali. Questi problemi possono manifestarsi soprattutto nelle prime 2 settimane dall’inizio della dieta, quando l’organismo non si è ancora abituato al cambiamento. Un altro problema potrebbe essere quello dell’aumento del colesterolo, dovuto al fatto che si ingeriscono grandi quantità di grassi. Inoltre questa dieta potrebbe anche affaticare i reni. Chi volesse seguire questa dieta deve sempre chiedere il parere di un dietologo.

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Differenza tra aminoacidi essenziali e ramificati

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA PROTEINE AMINOACIDI BIOCHIMICANell’organismo esistono 20 tipi di aminoacidi che, unendosi in legami peptidici, formano le proteine e forniscono energia ai nostri muscoli. Di questi aminoacidi, 8 vengono classificati come essenziali:

  • isoleucina,
  • leucina,
  • lisina,
  • metionina,
  • fenilalanina,
  • treonina,
  • triptofano,
  • valina).

10 aminoacidi sono classificati come non essenziali:

  • alanina,
  • asparagina,
  • acido aspartico,
  • cisteina,
  • glutammina,
  • acido glutammico,
  • glicina,
  • prolina,
  • serina,
  • tirosina.

2 aminoacidi sono classificati come semi essenziali:

  • arginina,
  • istidina.

Infine, tra gli essenziali, 3 (valina, isoleucina e leucina) vengono definiti come aminoacidi ramificati (BCAA).

Nella dieta giornaliera, l’apporto di aminoacidi verso cui gli sportivi devono porre maggiore attenzione è quella relativa agli aminoacidi ramificati. Sebbene tutti concorrano alla sintesi proteica, fondamentale per il reintegro delle energie, in realtà sono i BCAA a fare la differenza nel potenziamento delle performance atletiche.

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La differenza tra aminoacidi essenziali e aminoacidi ramificati si rivela nella fase di metabolizzazione. Tutti gli aminoacidi cominciano ad essere sintetizzati al passaggio nell’intestino tenue. Tuttavia, mentre il percorso degli aminoacidi essenziali prosegue verso il fegato, quello degli aminoacidi a catena ramificata BCAA si muove direttamente verso la massa muscolare, andando a costituire il 35% degli aminoacidi presenti nel muscolo. Tutti i tipi di aminoacidi assolvono principalmente una funzione plastica: sono, cioè, coinvolti nella sintesi proteica necessaria al rinnovamento cellulare dell’organismo e, per questo, diventano fondamentali nella fase di reintegro negli sport di potenza e nel body building, dove diventano diretti protagonisti dell’incremento della massa muscolare. A questa capacità, gli aminoacidi ramificati aggiungono delle preziose potenzialità antifatica e anti-cataboliche poiché, rallentando la degradazione delle proteine, favoriscono gli adattamenti muscolari agli stimoli allenanti: l’ideale per il potenziamento delle performance nell’allenamento di endurance di lunga durata. Il valore degli aminoacidi con funzione anti-catabolica nella dieta di chi pratica sport più intensi è, inoltre, fondamentale perché questi preservano le difese immunitarie, contrastano la produzione di acido lattico e spostano la soglia di affaticamento mentale verso una maggiore resistenza.

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Differenza tra aminoacidi essenziali e non essenziali

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA PROTEINE AMINOACIDI BIOCHIMICANell’organismo esistono 20 tipi di aminoacidi che, unendosi in legami peptidici, formano le proteine e forniscono energia ai nostri muscoli. Di questi aminoacidi, 8 vengono classificati come essenziali:

  • isoleucina,
  • leucina,
  • lisina,
  • metionina,
  • fenilalanina,
  • treonina,
  • triptofano,
  • valina).

10 aminoacidi sono classificati come non essenziali:

  • alanina,
  • asparagina,
  • acido aspartico,
  • cisteina,
  • glutammina,
  • acido glutammico,
  • glicina,
  • prolina,
  • serina,
  • tirosina.

2 aminoacidi sono classificati come semi essenziali:

  • arginina,
  • istidina.

Infine, tra gli essenziali, 3 (valina, isoleucina e leucina) vengono definiti come aminoacidi ramificati (BCAA).

La differenza tra aminoacidi essenziali e non essenziali consiste principalmente nel fatto che gli essenziali, al contrario dei non essenziali, non possono essere prodotti dal nostro organismo, quindi devono essere assunti con il cibo o con l’integrazione.

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Differenza tra proteine animali e vegetali: quali sono le migliori?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica ASSUMI VITAMINA D SINTOMI CARENZA CIBI  Roma Cavitazione Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Pancia Sessuologia Sesso Pene Laser Filler Rughe Botulino 1Cominciamo dalla prima, quasi banale, differenza: le proteine di origine vegetale sono contenute in tutti gli alimenti di origine vegetale, come ad esempio:

  • legumi,
  • alcuni tipi di verdura,
  • cereali.

Le proteine animali sono presenti invece soltanto negli alimenti di origine animale, come ad esempio:

  • carne,
  • pesce,
  • latte,
  • latticini,
  • formaggi,
  • uova.

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Legumi
Iniziamo dai legumi, che ne sono i più ricchi, in particolare la soia e i fagioli. Tutti i legumi hanno la particolarità di trattenere nelle radici un batterio simbionte detto rizobio in grado di fissare l’azoto presente nell’aria e trasformarlo in amminoacidi che vengono assorbiti dalla pianta. Così tutti i tipi di legumi (dai fagioli alla soia, dall’erba medica alla mimosa, che sono tutti legumi) risultano particolarmente ricchi di proteine vegetali. I fagioli poi sono quelli che, per clima, per attidudine del terreno, e anche per produttività, sono più semplici da coltivare, e vengono scelti anche perché fanno molto bene al terreno (lo riempiono di azoto che viene poi ‘risucchiato’ da colture impoverenti come quelle dei cereali) e questo ha garantito il loro successo nel corso degli anni. Oggi, in un’epoca in cui certo non abbiamo carenza proteica, possiamo mettere da parte la carne e gli alimenti di origine animale, per consumare solo alimenti vegetali: ma a livello nutrizionale le proteine animali e vegetali sono la stessa cosa? Davvero le proteine vegetali possono sostituire la carne?

Proteine animali e vegetali: differenze nutrizionali
Per quanto riguarda il contenuto di amminoacidi essenziali, in generale le proteine animali possono essere considerate complete e quelle vegetali sono incomplete. Assumere proteine da fonti vegetali è importante e le carenze di eventuali amminoacidi possono essere superate utilizzando appropriate associazioni alimentari, ad esempio legumi e cereali, perché si completano tra loro: gli amminoacidi di cui è carente la pasta vengono forniti dai fagioli e viceversa. Sul fronte della digeribilità le proteine vegetali valgono meno di quelle animali (soprattutto quelle dei cereali), avendo un coefficiente di digeribilità, che indica la percentuale effettivamente assorbita, molto più basso: ad esempio i legumi sono al 30% rispetto a carne (80%) e uova (100%). Infine, non dimentichiamo che negli alimenti di origine vegetale è basso il livello di ferro e con i vegetali si assume poca vitamina B12 (una vitamina che svolge un ruolo fondamentale nella sintesi di emoglobina ma che è sintetizzata solo dagli animali). Quindi chi segue un regime alimentare vegetariano o vegano deve necessariamente integrare queste due sostanze.

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Proteine animali e vegetali: la quantità proteica contenuta negli alimenti
Parlare di “proteine” è un po’ come parlare di “casa”. Si fa presto a dire casa, ma le case vanno dalle capanne delle periferie di Rio de Janeiro alle ville di George Clooney: sfido a dire che queste due case siano uguali. E per le proteine il discorso non cambia. Una proteina è una catena di amminoacidi, che ne costituiscono i mattoni. Ci sono proteine lunghe e proteine corte, proteine costituite da amminoacidi migliori, per il nostro corpo, e da amminoacidi peggiori, ci sono proteine accartocciate e difficilissime da digerire (come la cheratina, che costituisce le nostre unghie) e proteine facili da digerire, ed ovviamente tutto dipende anche da quante e quali proteine ci sono in un alimento. A livello quantitativo ci sono cibi con più o meno proteine, ma non basta solo questo valore. E’ importante sapere come questi alimenti debbano essere prepararti e cucinati per essere mangiabili. E questi processi alterano e diluiscono la quantità originariamente contenuta nel cibo. Facciamo un esempio. I fagioli secchi contengono un 23,6% di proteine, quindi 23,6 gr per 100 gr di prodotto. Per fare un paragone e far capire come si esegue il calcolo abbiamo scelto un alimento che, così come si compra al supermercato, contiene praticamente la stessa quantità di proteine, il petto di pollo crudo, 23,3%. Facciamo conto che e abbiano tutti e due il 23%, per fare il conto in modo migliore. Quando arrivo a casa, questi due alimenti devo cuocerli, e i fagioli si devono anche ammollare per poterli mangiare. Così i fagioli assorbono acqua, che va a costituire peso nel legume, e quando questo è pronto, è gonfiato, le proteine non costituiscono più il 23%, ma sono il 9% all’incirca, sul prodotto reidratato. Mangiando 100 gr di fagioli (secchi e crudi sono immangiabili) ottengo 9 gr di proteine. Il petto di pollo va cotto, ma la cottura è molto veloce e lo scopo è proprio quello di eliminare acqua, così che le proteine saranno più concentrate e la loro percentuale maggiore: dal petto di pollo cotto, da 100 gr, otterrò circa un 30% di proteine, cioè 30 gr per 100 gr.  Per cui abbiamo: 9 gr di proteine nei fagioli contro 30 gr del pollo, pari ad un terzo.

Proteine animali e vegetali: la qualità delle proteine
Ma non abbiamo ancora considerato la qualità proteica. Esistono diversi indici per definire la qualità delle proteine: il valore biologico, il rapporto di efficienza proteica e l’indice chimico; ne esistono anche altri, ma questi tre sono quelli più utilizzati ed è proprio in base a questi che si capisce come il livello qualitativo delle proteine vegetali sia minore di quello delle proteine di origine animale. Facciamo un altro esempio. La qualità proteica calcolata con il metodo C.U.D. (coefficente di utilizzazione digestiva) è il rapporto tra le proteine ingerite e quelle assorbite, ed ha un valore che va da 0 a 100. Se è 100 (albume d’uovo) la proteina è perfetta, di qualità altissima, perché tutta quella che si mangia la si assorbe; se è 0 (unghie, ad esempio) è come se non la mangiassimo affatto. Le proteine della carne di pollo hanno un valore di 80, per cui mangiando 100 gr di proteine ne assorbiamo 80; per i fagioli questo valore è 30, per cui mangiandone 100 gr ne assorbiamo solo 30.  Il che significa che mangiando 100 gr di petto di pollo e 100 gr di fagioli otteniamo con il primo 30 gr, e per una qualità di 0,8 assorbiremo 24 gr di proteine. Mangiando 100 gr di fagioli lessi, invece, ne otteniamo 9 gr, per una qualità di 0,3 avremo 3 gr di proteine. Sono sempre 100 gr di prodotto, ma dalla carne di pollo otteniamo 8 volte le proteine che otteniamo dai fagioli. Dovremmo mangiarne 800 gr per tornare allo stesso valore. Se volete divertirvi a fare questo conteggio con altri alimenti, su internet e sui libri si trovano tranquillamente sia le tabelle qualitative delle proteine, sia le tabelle nutrizionali degli alimenti (sui sito INRAN) per cui potete divertirvi anche da soli a ripetere il conteggio che abbiamo appena fatto insieme.

Proteine vegetali e proteine animali: alternative vegetali alle proteine animali
La differenza tra le proteine animali e vegetali è evidente e le proteine di origine vegetale non sono un’alternativa a quelle di origine animale. I vegetariani devono sopperire alle carenze di alcuni amminoacidi essenziali integrandoli con quelli di sintesi o seguendo sempre e comunque una dieta equilibrata che comprenda latte, latticini, uova, legumi, soia e tutti i tipi di verdure e frutta, cereali e legumi di varietà differenti per assumere tutte le proteine di cui abbisogna il corpo. Il problema è ben più complicato per i vegani; il fabbisogno proteico per il nostro organismo è fornito solo da uno specifico mix di alimenti e a livello pratico non è semplice da applicare, perché sono poche le varietà vegetali da mangiare per ottenere il giusto apporto proteico e sempre in grandi quantità. Basti pensare che in un regime ‘onnivoro’ solo 1/3 delle nostro fabbisogno proteico è fornito da alimenti vegetali.

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Differenze tra proteine whey concentrate, isolate e idrolizzate: quale scegliere?

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