Probabilità di rimanere incinta: l’età maschile è importante quanto quella femminile

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO AMORE COPPIA SESSO SESSUALITA ABBRACCIO MATRIMONIO MASTURBAZIONE ORGASMO (6)Si è sempre pensato che nella fertilità contasse solo l’età della donna. Sicuramente questa è importantissima e fondamentale, mentre sempre scarso peso è stato dato al fattore età di noi uomini. Ma un nuovo studio ci dice che non è così.

Una nuova ricerca sfata il mito della mancata “colpa” dell’uomo

E’ stato condotto dal Prof. A. Bronte e collaboratori del Reproductive Technology Laboratoires di Los Angeles in California uno studio retrospettivo sui risultati ottenuti dalle analisi sugli spermatozoi sia con la tecnica di ibridazione in situ fluorescente (FISH) che con i normali parametri dello spermiogramma come volume di eiaculato, concentrazione spermatica, motilità degli spermatozoi e morfologia su un totale di 5.081 uomini di età compresa tra 16,5-72,3 anni, al fine di determinare se esistono soglie di età per i vari elementi di qualità del liquido seminale.

Lo sperma dell’uomo peggiora dopo i 34 anni

Dalle analisi effettuate si è visto che i parametri misurati non cambiano prima dei 34 anni di età. Mentre subito dopo, la concentrazione degli spermatozoi e la motilità totale diminuiscono. Anche la percentuale di spermatozoi di morfologia normale diminuisce dopo i 40 anni. La motilità degli spermatozoi e la motilità progressiva degli spermatozoi scende ancora dopo i 43 anni, mentre il volume dell’eiaculato diminuisce sensibilmente solo dopo i 45 anni. Dall’analisi FISH risulta che il rapporto tra spermatozoi contenenti il cromosoma Y e quelli contenenti il cromosoma X si altera solo dopo i 55 anni. Lo studio indica anche che i genitori maschi più anziani hanno un maggior rischio di avere figli con patologie determinate da alterazioni genetiche.

Variabilità individuale: dieta, alcol e fumo stravolgono i dati generali

Ovviamente questi sono dati che non tengono conto della variabilità individuale. Se voi che mi state leggendo siete dei 35enni sani, non fumate, non bevete alcolici, mangiate cibo sano e fate attività fisica regolare, ecco voi avete sicuramente una qualità di sperma migliore del vostro amico più piccolo di voi di qualche anno ma che beve, fuma ed è obeso. E’ un concetto che vale anche per le donne.

La gravidanza non arriva: non solo “colpa” dell’età della donna, ma anche dell’uomo

In conclusione i risultati dello studio del prof. Bronte citato in questo articolo, sfatano il concetto che solo l’età della donna conta nella riuscita di una gravidanza, infatti i dati fanno prevedere – a parità di condizione fisica – un rischio di declino della fertilità e della probabilità di gravidanza dopo rapporti sessuali con uomini con più di 34 anni, indipendentemente dalla età della donna e con un effetto sempre maggiore con l’avanzare dell’età maschile.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Meglio un cane o un uomo? Ecco cosa preferiscono le donne

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINA RAGAZZINA CANE ADOLESCENTE NATURA ANIMALILe donne preferiscono un uomo o un cane? Domanda molto particolare, alla quale corrisponde una risposta niente affatto scontata! Vediamo oggi il risultato di un sondaggio che, pur non essendo una ricerca scientifica, rappresenta comunque una prova interessante.

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Capezzolo introflesso: cause, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SENO MAMMELLA CAPEZZOLO AREOLAIl capezzolo introflesso è una malformazione caratterizzata dall’assenza di prominenza del capezzolo, che risulta quindi come «risucchiato» all’interno del seno. Vari i gradi dell’anomalia, che può interessare sia una sola mammella che entrambe. Nella forma lieve, detta reversibile, il capezzolo, introflesso a riposo, può estroflettersi manualmente o con il freddo, mentre nelle forme più gravi rimane introflesso anche se stimolato.

CAUSE

Questa anomalia è determinata da dotti galattofori (i tubicini che durante l’allattamento portano il latte al capezzolo) troppo corti, che trattengono all’interno della mammella il capezzolo. L’origine del problema, che colpisce in media 20 donne su mille, è di solito ereditario; in rari casi può essere causato da infiammazioni o da interventi chirurgici. Infine, si può presentare dopo l’allattamento e, purtroppo in alcuni tumori della mammella.

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TRATTAMENTI

Quando il capezzolo introflesso non è espressione di patologia e non crea disagio nella paziente, una delle soluzioni può anche essere quella di non fare assolutamente nulla. In caso di patologia si dovrà affrontare la causa a monte che ha determinato l’introflessione del capezzolo. In caso di disagio la medicina estetica può intervenire in vari modi.

Ventosa
Nei casi più lievi, per correggere l’anomalia si può ricorrere a dispositivi, simili a piccole ventose, che, creando dall’esterno un vuoto con pressione negativa, spingono il capezzolo in fuori. Devono essere applicati per circa 6-8 ore al giorno per almeno tre mesi. Gli svantaggi? Sono scomodi e visibili attraverso i vestiti. Inoltre, se la pelle è molto delicata, possono provocare l’ulcerazione del capezzolo.

Trattamento chirurgico
L’alternativa chirurgica consiste nell’effettuare una piccola incisione a livello del capezzolo, attraverso la quale rimuovere i tralci fibrosi e i dotti galattofori troppo corti. Al termine dell’operazione, il capezzolo verrà suturato sia all’interno (pull out), per proiettarlo in fuori, che sulla cute esterna (per affrancare meglio i margini). Poi verrà posizionata una medicazione ad anello (detta a ring). L’intervento, che ha una durata di 30-60 minuti, avviene in anestesia locale e in regime di day surgery. La medicazione applicata sulla mammella verrà rimossa dopo circa 5-7 giorni, eventuali punti di sutura, se non riassorbibili, dopo circa 10 giorni. Inizialmente la zona potrà risultare tumefatta, ma il gonfiore si ridurrà progressivamente fino a scomparire nell’arco di due settimane circa. All’inizio la sensibilità di areola e capezzolo potrebbe essere alterata: ma si tratta di una condizione provvisoria, destinata a tornare alla normalità nell’arco di alcune settimane o di pochi mesi. In seguito a questa operazione, non è più possibile allattare.

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Quanto vale la tua verginità? Questa ragazza l’ha messa in vendita su internet

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SOLDI BANCONOTE EUROL’Huffington Post ci parla di un’adolescente siberiana che ha messo all’asta la sua verginità a causa di un bisogno improvviso di soldi. La diciottenne ha postato il suo annuncio sul sito 24au.ru nel quale annuncia di mettere in vendita la sua cosa più cara con tanto di certificato. Queste le parole della diciottenne conosciuta solo con il suo nickname, Shatuniha, residente a Krasnoyarsk: «Ho un urgente bisogno di denaro, per questo vendo la cosa più preziosa che ho. Incontrerò il vincitore in un hotel in piazza Predmostnaya con un certificato che conferma la mia innocenza». L’offerta è stata pubblicata lo scorso 30 ottobre con una base di 800.000 rubli, pari a 18.400 euro. Un giorno dopo qualcuno ha rilanciato offrendo 900.000 rubli, pari a 20.600 euro. Al di là dell’offerta, la polizia ha spiegato che la giovane non ha violato nessuna legge.

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Vuoi comprare tutto? Impara a capire se soffri di shopping compulsivo

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Lo shopping compulsivo, come molti oggi sanno, non è il breve e piacevole momento che si vive quando compriamo qualcosa. La dipendenza dallo shopping è un comportamento disadattivo usato per evitare la realtà sgradevole. Alcuni esperti ritengono che durante l’azione compulsiva il compratore adotta una specie di auto medicazione, cioè ottiene una variazione positiva nel proprio organismo. Lo shopping compulsivo non è stato ancora classificato formalmente come disturbo comportamentale specifico dall’American Psychiatric Association (Hanson, 1993).
Lo shopping compulsivo, è anche detto oniomania dal greco onios che vuol dire  “da vendere”, cioè “mania di comprare ciò che è in vendita”; l’andare nei negozi e acquistare tutto porta ben presto ad un disastro economico. Ha inoltre un effetto limitato: tolta l’etichetta del prezzo dell’oggetto comprato scema la sensazione di benessere. Il primo a parlare di questa dipendenza fu Krapelin nel 1915. La sensazione di benessere di cui sopra è causata da una forte liberazione di dopamina, essa agisce sul sistema nervoso simpatico causando l’ accelerazione del battito cardiaco e l’innalzamento della pressione sanguigna, cui fa seguito, a merce conquistata, un senso di soddisfazione e di rasserenazione.

Non solo donne

E’ curioso rilevare che lo shopping compulsivo, al contrario di quello che molti credono, non è un problema unicamente femminile: in misura minore ma anche gli uomini ne soffrono. Il punto di vista tradizionale delle donne che soffrono dell’acquisto compulsivo è probabilmente risultato dal fatto che la maggior parte degli studi fatti erano rivolti principalmente alle donne. Queste, infatti, sono più inclini ad ammettere la loro dipendenza mentre gli uomini sono restii.

Classificazione della patologia

La diatriba relativa alla classificazione di questo disturbo dipende da diversi fattori. In primo luogo si nota che, a differenza delle classiche dipendenze, in questo caso non è prevista l’assunzione di sostanze esterne come nel caso dell’alcolismo o della tossicodipendenza. Questo aspetto è di fondamentale importanza ed evidenzia che la mancanza del rischio oggettivo e concreto di mettere a repentaglio la propria vita (come invece accade nei nei due casi citati di dipendenza da sostanze) induce nella società una visione poco critica delle conseguenze che lo shopping compulsivo può generare nella vita dei soggetti dipendenti.
In secondo luogo il disturbo presenta diversi aspetti riconducibili ad altre patologie già chiaramente classificate quali la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo e il disturbo del controllo degli impulsi. Nell’episodio compulsivo la modificazione della serotonina porta a percepire, oltre alla sensazione di benessere, la possibilità di risolvere le proprie difficoltà. Questa falsa sensazione del proprio stato è l’elemento essenziale che induce il compratore a ripetere ossessivamente l’atto al fine di trovare il proprio equilibrio ed il proprio piacere. L’atto del comprare compulsivamente è spesso accompagnato da rimorso, vergogna, colpa irreparabile ed impossibilità di aiuto. Queste emozioni, associate ad una diffusa depressione, aumentano la dipendenza. Le conseguenze per il compulsive shopper sono diverse: contrarre debiti abbastanza elevati, timore di essere scoperti, atti disperati per nascondere la propria colpa. I soggetti colpiti da questa dipendenza sono spesso portatori di altri disturbi: alcoolismo, disturbi alimentari, etc.

Acquistare invece di vivere

“L’emozione è comprare tanto, non comprare qualcosa; il piacere è come quello provato per la droga, è allontanare l’angoscia del vuoto”.  dice M., una paziente dipendente dalla shopping Per molti anni M. è stata una compratrice accanita e si identificava con quello che T.  Hine, uno storico del materialismo culturale, autore di “Siamo tutti dei clienti”, scriveva in proposito: “Un soggetto diventa un compulsive shopper se non può pagare gli oggetti che compra, ma finchè acquista e paga viene classificato come buon cliente”. Nella nostra società questa concezione relativa alla dipendenza in oggetto ha condizionato molti compratori a diventare compulsive buyer ed a iniziare una catastrofica discesa delle proprie finanze. M., nel giro di pochi anni si era ritrovata con debiti enormi. Aveva pienamente aderito al detto: “In shop we trust”, manifesto delle ragazze Shopaholic, in un blog sugli acquisti. Gli episodi di shopping compulsivo hanno una frequenza media di 17 episodi mensili ed una durata che oscilla dall’ora alle sette ore per episodio. Casi estremi sostengono di avvertire l’impulso a comprare ogni ora (sebbene ciò sia infrequente). In media 7/8 ore la settimana sono pervase da questo impulso a comprare. I tentativi di opporsi a tale comportamento irrefrenabile vengono descritti spesso come fallimentari; circa il 74% delle volte in cui i soggetti sperimentano l’impulso a comprare esso ha come conseguenza l’acquisto. E’ comunque probabile che i consumatori compulsivi abbiano, fin dall’inizio, poca stima di sé, confermata e rinforzata, poi, dalle conseguenze negative del loro comportamento. Faber e O’Guinn (1988) osservarono che il livello di autostima degli shopper compulsivi era significativamente più basso rispetto a quello dei normali consumatori (14,81 contro 10,66). I dati qualitativi fornirono ulteriori esempi dei sentimenti di inadeguatezza e della scarsa stima di sé che spesso provano le persone con problemi d’acquisto.

Come si guarisce: psicoterapia e farmaci

I primi passi per evidenziare il problema sono, innanzitutto, ammettere di averlo e, poi, chiedersi perché si compra: per aumentare il senso di autostima, per una depressione, etc. Indagando sul trattamento del disturbo, nonostante la limitatezza delle ricerche, emerge come l’uso della psicoterapia, sia pur con un setting talvolta modificato, risulti molto efficace. La psicoterapia psicodinamica in alcuni casi può essere il trattamento di scelta per quei pazienti con un elevato funzionamento, in grado di tollerare le regole imposte dal setting, preferibilmente non rigido, con una buona dose d’introspezione con cui, però, non va dimenticato l’utilizzo di qualche strategia volta alla modificazione del sintomo, quale la stesura di un diario quotidiano.
Le modalità di trattamento medico ricalcano in parte quelle delle tossicodipendenze e in parte quelle del disturbo ossessivo-compulsivo: terapia farmacologica con stabilizzatori dell’umore – sali di litio, acido valproico, carbamazepina- e/o antidepressivi – bubropione o citalopram, clomipramina, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina e sertralina. Il paziente che assume questi farmaci deve essere assolutamente controllato da un medico.

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Norrie May Welby è la prima persona al mondo dichiarata ufficialmente né uomo né donna: non ha sesso

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Norrie May Welby è la prima persona al mondo dichiarata ufficialmente né uomo né donna. Norrie è nato uomo 48 anni fa a Paisley in Gran Bretagna e ha cambiato sesso, diventando donna nel 1990 a 28 anni. Ora è stato dichiarato ufficialmente una persona “senza sesso specifico”: dopo l’esame di vari medici, nessuno è stato in grado di classificare il sesso di Norrie. Così il certificato di nascita originario, stilato in Gran Bretagna, è stato modificato, ed alla voce “sesso” c’è scritto “neutro”.

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dieta Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Laser Rughe Pelle pulsato Macchie Lifting Ossigenoterapia Antiaging Norrie May Welby 02 Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dieta Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Laser Rughe Pelle pulsato Macchie Lifting Ossigenoterapia Antiaging Norrie May Welby 03 Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dieta Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Laser Rughe Pelle pulsato Macchie Lifting Ossigenoterapia Antiaging Norrie May Welby 04

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Mappa mondiale delle ragazze “facili”: sudamericane più disponibili e le italiane?

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Dopo la mappa mondiale della grandezza del seno (clicca qui per vederla) e la mappa mondiale della lunghezza del pene (clicca qui se vuoi vederla), TargetMap non poteva non stupirci di nuovo con una mappa un po’ meno scientifica del solito e decisamente più “maliziosa”. Quella che vedete qui sopra è infatti la “mappa mondiale delle ragazze facili“. Una cartina che, secondo le ultime ricerche, illustra il mondo in base alla facilità con cui le donne dei vari paesi “si concedono” agli uomini. Le nazioni in verde sono quelli dove è più facile trovare ragazze con cui passare momenti piacevoli, mentre gli stati in rosso sono quelli dove le avventure sessuali con le donne locali sono più una missione impossibile che un’avventura di una notte.

E le donne italiane?

Le ragazze italiane risultano piuttosto difficili, come anche le spagnole. Media difficoltà per le ragazze dell’Europa centrale e del nord. Est europeo e Sud America sembrano invece zone dove la “caccia” è mediamente facile. I paesi arabi, invece, sono competa zona rossa.

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Ottobre si tinge di rosa: le Asl del Lazio offrono un programma gratuito di prevenzione del tumore al collo dell’utero e al seno

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME FONENDOSCOPIOPer la prima volta nel Lazio, le Asl offriranno un programma di prevenzione gratuito a tutte le donne dai 25 ai 64 anni d’età per la prevenzione del tumore del collo dell’utero e dai 50 ai 69 anni per quello al seno. La campagna è iniziata ad ottobre e durerà per tutto il mese e prende il nome di “Ottobre Rosa”.

Marco Vincenzi capogruppo del Pd al Consiglio regionale del Lazio, ha dichiarato:

”Con questa iniziativa la Regione Lazio rafforza l’impegno di moltiplicare l’attività di diagnosi delle strutture sanitarie pubbliche. Si tratta della conferma della centralità della prevenzione nel nuovo servizio sanitario regionale, in corso di costruzione. Per la prima volta nel Lazio, le Asl offriranno un programma di prevenzione gratuito a tutte le donne, dai 25 ai 64 anni d’età, per prevenire il tumore del collo dell’utero e, dai 50 ai 69 anni, per quello al seno. Insieme al riconoscimento del diritto fondamentale alla tutela della salute dei cittadini, vi è un lavoro concreto per abbattere le liste d’attesa, razionalizzare le risorse impiegate nelle strutture sanitarie pubbliche, aumentare la produttività del servizio, valorizzare la professionalità dei medici e degli operatori”.

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