Sigarette in Italia: tutti i numeri del 2013

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZAQuanti sono i fumatori in Italia nel 2013? Quanti uomini e quante donne? Eccovi un po’ di numeri! In Italia i fumatori sono 10,6 milioni, che corrispondono al 20,6% della popolazione sopra i 15 anni, tuttavia quasi 1 su 10 (il 13,4%) ha cominciato prima, mentre l’età media della prima sigaretta è circa 17 anni. Questi i dati ottenuti dal Rapporto 2013 sul fumo dell’Istituto superiore si sanità, dal quale emerge anche che il 12,2% di chi è tabagista vorrebbe smettere nei prossimi sei mesi e che in media chi decide di abbandonare il pacchetto ha superato i 40 anni (il 42,5%).

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Le regioni italiane dove si consuma più Viagra

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FARMACISTA FARMACIA FARMACO PILLOLA COMPRESSA PASTICCA MEDICAMENTO INTEGRATORE ALIMENTARE PRINCIPIO ATTIVO VITAMINE (5)L’Italia si pone al secondo posto in Europa per consumo di Viagra, dopo l’Inghilterra, con oltre 86 milioni di compresse vendute in 15 anni. La Lombardia è la prima regione italiana per consumo di Viagra, con oltre un milione di compresse acquistate nel 2013. Tuttavia la prima regione per consumo pro-capite, nel 2013, è l’Emilia-Romagna, con 588 compresse ogni mille uomini over 40, seguita da Toscana (563 compresse ogni 1.000 over 40) e Liguria (546 ogni 1.000). La Regione dove si consuma meno Viagra è la Basilicata con solo 230 pillole blu ogni 1.000 over 40. Roma invece detiene il primato per il maggior numero di compresse vendute nel 2013, oltre 570 mila, mentre le città dove si registra il maggior consumo pro capite sono Piacenza, Rimini e Livorno. In coda alla classifica le città meridionali, dove i consumi si attestano su valori inferiori alla media. All’ultimo posto c’è Ogliastra in Sardegna.

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Smog killer: la nebbia in Val Padana ti uccide

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO INQUINAMENTO FUMO CAMINO INDUSTRIA GAS SCARICO PM10 NANOPARTICELLE NUBE TOSSICA (2)Non che qui a Roma si stia molto meglio – proprio ieri qui nella capitale c’è stato un blocco della circolazione delle automobili per contrastare l’inquinamento imperante – ma al nord forse le cose vanno ancora peggio. Il dato scientifico è che di “nebbia in Val Padana” si muore due-tre anni prima del normale: tutta colpa dello smog e le polveri sottili che si mescolano alla coltre che avvolge la pianura lombarda. A dirlo è la ricerca EpiAir, sulla sorveglianza epidemiologica per l’inquinamento atmosferico, promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, che controllando la qualità dell’aria in 15 città italiane nel quadriennio 2006-10, ha rilevato come la mortalità cresca con l’aumentare del PM10: ovvero, più 0,69% per ogni aumento di 10 microgrammi/metro cubo di PM10.
In sostanza, su 1000 morti per cause naturali, 7 sono da imputare allo smog. Questo studio fa il paio con un altro, svolto solo in Lombardia, secondo cui 20% di sforamento dei limiti delle polveri sottili nell’aria equivarrebbe a 302 morti annue, 231 delle quali si verificano solo a Milano.

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L’Italia perde posizioni nella classifica dei Paesi più tecnologici

MEDICINA ONLINE UFFICIO STUDENTE SOCIAL PC COMPUTER PORTATILE SCRIVANIA LAVORO SEDIAL’Italia scende dalla 29esima alla 30esima posizione nella classifica dei Paesi più avanzati in termini di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Un calo costante: nel 2011 era 28esima. Primo posto, per il terzo anno consecutivo, alla Corea del Sud, seguita da Svezia, Islanda, Danimarca, Finlandia e Norvegia. Tra gli altri paesi nella “top ten”, vi sono Paesi Bassi, Regno Unito, Lussemburgo ed Hong Kong. Lo rivela l’ultima classifica dell’Itu (International Telecommunication Union) sui livelli di accesso, utilizzo e competenze in materia di Ict in 157 Paesi, contenuta nel rapporto Measuring the Information Society 2013.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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I giovani italiani sono più in forma dei loro genitori

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINI SPORT CALCIO ATTIVITA FISICA GINNASTICAMentre il luogo comune vuole che i giovani mangino male, e non conoscano i principi di una sana alimentazione, sono invece molto più in forma dei loro padri e delle loro madri Secondo un’indagine dell’Osservatorio Nestlè-Fondazione ADI, infatti, il 66 per cento dei ragazzi italiani tra i 16 e i 34 anni è normopeso, contro il 44,6 per cento delle persone tra i 45 e i 65 anni. I dati sono stati presentati oggi a Lecce in occasione del XV Corso Nazionale ADI (Associazione di Dietetica e Nutrizione clinica).

Lo studio, spiegano i suoi responsabili, ”rappresenta una delle più complete analisi sulle abitudini alimentari e sullo stato di forma fisica della popolazione italiana: in questa edizione ha raggiunto oltre 8 mila partecipanti, per un totale di oltre 43 mila interviste in 5 anni”. Secondo l’Osservatorio ”continua il trend positivo iniziato lo scorso anno, con una percentuale stabile al 54% di coloro che risultano normopeso. Ancora alta, invece, la percentuale delle persone in sovrappeso (30%) mentre risulta leggermente in calo rispetto al passato la percentuale degli obesi, che è del 13%: erano il 16% nel 2010”.

“Abbiamo l’impressione – commenta Giuseppe Fatati, presidente Fondazione ADI e coordinatore scientifico dello studio – che le tante iniziative di sensibilizzazione ai corretti stili di vita comincino ad avere qualche successo. Purtroppo le buone abitudini sembrano limitate ai più giovani e non coinvolgono proprio le persone più a rischio, in relazione all’età, di malattie metaboliche e patologie cardiovascolari. I giovani cominciano a dare il buon esempio; la speranza è che questo trend possa in tempi brevi coinvolgere anche i meno giovani”. Un altro dato ”incoraggiante” dello studio è la diminuzione degli italiani sedentari (31% rispetto al 35% dello scorso anno); sono in aumento invece le persone che saltano i pasti (29%, contro il 26% del 2012), e in diminuzione le persone che fanno un pasto completo: ”Quest’anno sono il 15% del campione, contro il 23% dello scorso anno”. La cena, comunque, è vista quasi da tutti come un momento casalingo (93%), e da trascorrere con la famiglia e gli amici (86%).

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Mappa della lunghezza media del pene in Italia per regione

Dott Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Dieta Sessuologia Sesso Sex PSA Pene Laser Filler Rughe Botulino Ialuronico MAPPA LUNGHEZZA MEDIA PENE IN ITALIADa qualche giorno gira sulla rete la mappa che vedete in alto, tale mappa dovrebbe rappresentare in teoria la lunghezza media del pene in Italia. Secondo questa cartina i poveri abitanti del Friuli-Venezia Giulia avrebbero una media scarsa (tra 13 e 14 cm di lunghezza del pene) mentre il record delle dimensioni spetterebbe ai molisani con una lunghezza media del pene che oscilla tra 18 e 19 cm. Alcuni utenti del blog mi hanno chiesto un parere a riguardo.

Cercando sul web sono arrivato all’origine della foto, si tratta del sito “oltreuomo.com“. Il sito in questione è molto simpatico ed è famoso per alternare argomenti seri ad altri vagamente grotteschi. Nel caso della mappa della lunghezza media del pene in Italia non viene citata nessuna ricerca che avrebbe generato tale mappa quindi mi sento di dire che non rappresenta le reali lunghezze medie del pene nelle nostre regioni. Stiano tranquilli i lombardi e si “ridimensionino” i siciliani e, soprattutto, i molisani!

La cosa paradossale e tragicomica è che molti siti in giro per il web stanno riportando tale mappa come fosse vera con le inevitabili reazioni dei creduloni: contenti i meridionali, arrabbiati i cittadini del nord!

Se volete condividete questa mappa, ma più per fare uno scherzo ai vostri amici, specialmente se sono del nord!

Una mappa della lunghezza media del pene nel mondo, questa volta autentica, la potete trovare seguendo questo link: Mappa mondiale della lunghezza del pene: gli italiani quale posizione occupano?

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Gli italiani non vogliono più fare figli

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO NEONATO PIANGE TRISTE NERVOSO DEPRESSIONE POST PARTO PARTUM GENITORI PANNOLINI BIBERON LATTEStanno insieme, in coppia, ma non fanno figli. Perché sono tanti, oggi, i motivi per rimanere in due senza diventare tre: i figli è difficile educarli e non sai come ti crescono; il lavoro impegna troppo; i tempi sono pessimi e il futuro incerto. Così loro stanno insieme magari da una vita, ma di bambini non parlano: un silenzio con tante sfumature.

Continua la lettura su https://espresso.repubblica.it/attualita/2013/11/11/news/figli-no-grazie-1.140811/

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L’Italia è la nazione dove si fanno meno figli al mondo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SBADIGLIO NEONATO BAMBINO SONNO DORMIRESempre meno bimbi in Italia. Ogni anno ci sono più morti che nascite. La popolazione italiana continua a crescere unicamente grazie all’immigrazione, col risultato che – se non si invertirà la tendenza – tra poche decine di anni in Italia sarà difficile trovare un “italiano di settima generazione”! Gli italiani over 65 anni sono in aumento e rappresentano ben un quinto della popolazione italiana, anche i cittadini stranieri sono in costante aumento e costituiscono circa l’8% del totale, sono i giovanissimi che invece diminuiscono drammaticamente di numero.

Non solo il nostro Paese è all’ultimo posto nella classifica mondiale della natalità: sta anche diventando la patria dei figli unici. Da un indagine Istat il 47% delle famiglie italiane ha solo un figlio, il 43% ne ha due e solo il 10% ha 3 o più figli. Si può quindi sostenere che l’Italia è diventata il paese dei figli unici. Le ragioni sono molteplici, dipendono sia dalla crisi economica che ha colpito le famiglie italiane già da diversi anni, sia dal fatto che le donne in Italia tendono ad avere il primo figlio sempre più tardi e questo riduce la possibilità di un secondo figlio. Inoltre in Italia mancano i supporti sociali per le famiglie e ci sono liste di attesa per gli asilo nidi.

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