Sempre stanco dopo la palestra? E’ la sindrome da sovrallenamento: ecco errori e rimedi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PALESTRA PESI GINNASTICA MUSCOLI FISICO MALATI DI PALESTRA ESERCIZI MUSCOLOSO ALLENAMENTO PERSONAL TRAINER (1)Saltare una o più giornate di allenamento è veramente un’impresa ardua per il vero appassionato del fitness: io stesso mi sono dovuto imporre dei periodi di stop per forti dolori all’articolazione scapolo-omerale ed in quei momenti stavo più male per il non poter allenarmi, piuttosto che per il dolore alla spalla in sé. L’appuntamento fisso con la sfida contro me stesso e contro i miei limiti non la salterei neanche se un meteorite colpisse la terra ed in questo so di essere in buona compagnia. Eppure ci sono dei momenti in cui il “non allenarsi” fa parte dell’allenamento stesso, è ad esempio il caso di quando si verifica l’overtraining. Di cosa si tratta? La sindrome da sovrallenamento, o sindrome da overtraining, è l’insieme di sintomi che si manifestano a seguito (in genere non nell’immediato) di un periodo di allenamento molto intenso e/o con elevato volume di lavoro, in cui l’organismo non è riuscito a recuperare.
Questa sindrome, diffusa nella maggior parte degli sport di fatica, è da evitare assolutamente, sia perché determina un calo drastico della qualità della vita e della salute, ma anche perché è controproducente: quando si sperimenta un sovrallenamento cronico si tende a perdere massa muscolare ed aumentare il grasso, cioè l’opposto di quello che ogni atleta cerca di ottenere. E’ una sindrome più diffusa di quello che si pensi, specie tra i corridori: circa il 60% dei runners che corrono su lunghe distanze mostrano segni di overtraining.

Cause

Di seguito riportiamo i tre tipici errori che possono causare sovrallenamento:

1) Non riposare abbastanza

Sono sicuro che a molti di voi è capitato di allenarsi sei giorni a settimana e riposare uno. Certo potete riuscire ad andare avanti per un po’, ma alla lunga sarà un problema! Se c’è uno sbilanciamento tra giorni di allenamento ad alta intensità/volume e non abbastanza giorni di recupero, allora le tue prestazioni molto presto ne risentiranno. Sai che il tuo organismo “costruisce” i muscoli durante il riposo, non durante le giornate di potenziamento? Quando sollevi pesi, ad esempio, rompi le fibre muscolari. Durante il recupero il nostro corpo ripara quei muscoli. Se continuiamo a romperli senza dar loro modo di ricostruirsi supercompensando allora stiamo solo perdendo tempo. La fatica è uno dei segnali principe del sovrallenamento e non è facile da individuare perché potresti semplicemente avere un giorno di bassa ed essere di nuovo performante il giorno successivo. Ma se ti accorgi di essere quasi sempre stanco per un periodo di tempo prolungato allora prenderti un riposo di 3 o più giorni potrebbe aiutarti alla lunga.

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2) Alimentazione sbagliata

Se hai sessioni di allenamento intense è meglio che tu ti nutra in maniera appropriata. Se non lo fai i tuoi muscoli non recupereranno. Una dieta ben bilanciata può proteggerti da questa sindrome, al contrario una dieta povera può accelerare il manifestarsi del sovrallenamento. Quando aumentiamo l’intensità dell’allenamento abbiamo bisogno di ingerire abbastanza proteine, carboidrati e grassi durante il giorno. Le proteine che aiutano a riparare e costruire i muscoli costituiscono circa il 20-25% delle tue assunzioni giornaliere. I carboidrati, che danno energia al tuo corpo, 45-60%. I grassi “buoni” (come ad esempio gli insaturi) danno energia e dovrebbero comporre il 15-20% della tua dieta.

Leggi anche: Quante proteine devo assumere ogni giorno? Troppe proteine fanno male?

3) Esagerare con la palestra

A volte esagerazioni o cambiamenti nei programmi di allenamento a secco possono davvero “sconquassare” il corpo. Quando capita di fare molte ripetute ad alta intensità per più giorni alla settimana, magari sugli stessi gruppi muscolari, questo può diminuire la tua energia e allungare il tempo di recupero.

Leggi anche: Metabolismo, lipolisi, termogenesi, ormoni, ritenzione… Tu quanto ne sai di nutrizione?

Sintomi e segni

I sintomi e segni della sindrome da sovrallenamento, sono:

  • stanchezza cronica;
  • decremento della performance;
  • inefficacia del recupero;
  • persistenza del senso di fatica anche dopo periodo di riposo relativamente lungo;
  • disturbi del sonno;
  • perdita della massa magra;
  • aumento della massa grassa;
  • alterazioni dei valori dal sangue;
  • alterazioni ormonali;
  • calo di desiderio sessuale in entrambi i sessi;
  • assenza del ciclo mestruale nella donna;
  • alterazioni dell’erezione e dell’eiaculazione nell’uomo.

Diagnosi

E’ il medico a fare diagnosi di sindrome da sovrallenamento, basandosi sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. Quando si fa diagnosi di sindrome da sovrallenamento, è necessario prima escludere qualsiasi altra patologia e/o condizione che giustifichi la stanchezza cronica e altri sintomi tipici: ad esempio malattie neurologiche, malattie muscolari, malattie del comportamento alimentare, malattie ormonali, malattie ematologiche, tumori e malnutrizione per difetto o per eccesso. Per escludere tali malattie, il medico può servirsi di esami di laboratorio, come l’analisi del sangue venoso, di diagnostica per immagini, come ecografie e TC, o altre tipologie di esami, come elettrocardiogramma da sforzo e spirometria.

Terapia

La sindrome da sovrallenamento si cura essenzialmente con alcuni giorni di riposo completo o di allenamento molto leggero. Quando l’attività fisica viene ripresa, è importante evitare gli eccessi usando il buon senso e farsi seguire da un fisioterapista o da un personal trainer titolato.

Prevenzione

Alcuni consigli per la prevenzione e cura della sindrome da sovrallenamento:

  • avvertire il proprio istruttore ed il proprio medico dei sintomi riscontrati;
  • da soli (o ancora meglio insieme al proprio allenatore) registrare gli allenamenti, le prestazioni, i recuperi, l’alimentazione, tutto su un diario;
  • pianificare con il proprio medico una attenta visita generale con bioimpedenziometria e valutazione ematologica completa che comprenda oltre alla valutazione di eventuali stati di anemia anche alcuni ormoni (testosterone libero, testosterone totale e cortisolo in particolare), enzimi epatici e muscolari, vitamina D;
  • dedicare le giuste ore al recupero notturno (almeno 7-8 ore), il sonno è veramente importante per il riposo psicofisico ed il sistema immunitario;
  • sapersi ascoltare evitando o posticipando allenamenti quando si è troppo stanchi e stare attenti ad eventuali periodi di depressione e/o stress cronico non motivati;
  • evitare di allenarsi se non si sta molto bene o aggiungere giorni di recupero dopo eventuali infezione alle vie respiratorie superiori (anche “semplici” raffreddori);
  • adeguare l’alimentazione dal punto di vista qualitativo e quantitativo, con l’aiuto del medico.
  • uso di opportuni integratori alimentari, specie omega 3, probiotici e multivitaminici con sali minerali;
  • usare il buonsenso: non esagerare coi pesi e con gli esercizi;
  • se i sintomi non cessano, chiedere consiglio al proprio medico.

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Si mette a dieta e perde 60 kg. La ragione per cui lo fa vi lascerà senza parole

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIETA PERDE 60KG MOTIVO SUICIDIO  Riabilitazione Nutrizionista Dieta Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene.jpegJustine McCabe è una ragazza di 31 anni e madre di due bimbi. La sua è una storia triste ma colma di coraggio e di voglia di ricominciare. Dopo aver raggiunto quota 140 chili ha deciso di mettersi a dieta e ha documentato il viaggio verso la perdita di peso scattandosi un selfie ogni giorno per un anno. Il motivo che l’ha spinta a reagire è davvero commovente.  Accade a Los Angeles, Usa. Come riporta il Mirror, Justine, dopo aver raggiunto un peso che l’aveva praticamente bloccata in casa, trova la forza di reagire seguendo uno stile di vita più sano. Il punto di svolta, che l’ha convinta a cambiare vita per se ed i suoi figli, arriva dopo che le è capitato un fatto tragico: tempo fa il suo amato marito si è suicidato. “La sua scomparsa – racconta – mi ha fatto capire che dovevo cambiare la mia vita”. Gli amici e i parenti la spingono a iscriversi in palestra e la ragazza inizia a documentare la dieta scattando un selfie al giorno. Giorno dopo giorno, grazie alla nuova passione, il suo fisico si trasforma letteralmente ed il risultato è incredibile. In un anno Justine perde ben 60 kg. Congratulazione Justine, e che la tua storia sia d’esempio per tanti!

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Integratori alimentari nello sport: guida facile per principianti

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE DIETA DIETARY SUPPLEMENT COMPLEMENT ALIMENTAIRE SUPLEMENTO DIETETICO NahrungsergänzungsmittelEsistono in commercio moltissimi integratori alimentari studiati per il bodybuilding tra cui scegliere, spesso e volentieri un principiante può NON avere le idee chiare su un ipotetico acquisto e non sa quali siano i migliori e più affidabili per lui. In primo luogo, vi vorremmo ricordare cosa significa la parola integratore o supplemento.

Il termine supplemento è da considerarsi come “al posto di” e non “oltre a“. Un integratore alimentari, come dice la parola stessa, “integra” una determinata sostanza che può scarseggiare nell’organismo con la normale dieta. Non esiste nessun integratore miracoloso capace di sostituire una dieta non equilibrata: considerate sempre gli integratori come la ciliegina sulla torta e non come la base del vostro successo muscolare. Fatta questa doverosa premessa, qui di seguito vi daremo una recensione sui quattro migliori integratori per sportivi principianti.

1. PROTEINE DEL SIERO DEL LATTE

Le proteine del siero del latte (proteine “WHEY”) sono la base di un’integrazione per aumentare la massa muscolare e sono importantissime per tutti gli sportivi: hanno molti di aminoacidi, con una particolare abbondanza di aminoacidi a catena ramificata (BCAA) leucina, isoleucina e valina. I BCAA sono di vitale importanza nel processo di sintesi delle proteine necessarie per costruire nuovo tessuto muscolare, in particolare la leucina. Le proteine del siero del latte sono utilissime quando la dieta scarseggia di questo macro-nutriente e soprattutto dopo l’allenamento quando i muscoli hanno sete di carboidrati ad alto indice glicemico e di proteine ad alta assimilazione come appunto quelle del siero del latte.

Quando e quante?

Come abbiamo accennato consigliamo di assumere le proteine del siero del latte prima e dopo l’allenamento e in quei pasti dove possono scarseggiare come ad esempio la colazione.

La dose standard è di 30 grammi. Se le assumete sia prima, sia dopo l’allenamento consigliamo di diminuire le dosi in 15 grammi prima e 15 grammi dopo. Non esagerate con il consumo giornaliero di proteine, date sempre priorità al cibo solido.

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2. CREATINA

L’efficacia della creatina è visibile non solo nel caso di attività che richiedono una grande forza fisica, ma anche per attività intense e brevi. Molte persone che fanno uso di supplementi di creatina osservano un aumento di peso corporeo. Un effetto di questo genere non dovrebbe tuttavia preoccupare. La creatina causa un accumulo di acqua nei muscoli, fattore che per altro è causa dell’aumento del volume della massa muscolare. L’aumento di peso non è dovuto pertanto ad un accumulo di grasso, bensì di liquidi nel tessuto muscolare. Gli effetti strutturali della Creatina sul muscolo potrebbero ricondursi all’effetto antiossidante e mioprotettivo, in grado di risparmiare le fibrocellule dall’azione lesiva delle specie reattive dell’ossigeno. Ulteriori meccanismi, ancora al vaglio degli esperti, potrebbero tuttavia completare il contesto d’azione della Creatina sulla struttura muscolare. L’interpretazione corretta dei risultati è chiaramente ostacolata dalla necessità di distinguere l’effetto dell’allenamento sull’incremento della massa muscolare, dal contributo della creatina nel sostenere tale effetto. Pensare di accrescere la propria massa muscolare assumendo semplicemente creatina, senza allenarsi, è alquanto utopistico. L’accoppiata bodybuilding e creatina sembra azzeccato da anni e quindi la creatina non può che essere l’integratore numero 2 per un principiante. Un’ottima creatina in polvere micronized, consigliata dal nostro Staff, è questa: https://amzn.to/3InaMKJ

3. OMEGA 3

L‘olio di pesce offre una vasta gamma di benefici per la salute. È, quindi, incredibilmente utile per la popolazione in generale e può aiutare tutti, dagli atleti a chi ha una vita sedentaria. I culturisti e gli atleti sono affascinati dall’olio di pesce per via dei potenziali benefici che apporta alla composizione corporea, ma praticamente chiunque sia alla ricerca di un sostegno alla propria salute generale può essere interessato ai grassi pregiati presenti nell’olio di pesce. Gli omega-3 in emulsione con il latte vengono assorbiti meglio grazie alle micelle che si formano, facilmente riconosciute e trasportate a livello intestinale. E’ meglio assumerli con il cibo, insieme ad un pasto che contenga anche grassi, in modo da attivare le lipasi pancreatiche, responsabili del metabolismo dei lipidi. Il miglior integratore in capsule di omega 3, consigliato dal nostro Staff, è questo: https://amzn.to/3mE24hT

4. MULTIVITAMINICO / MINERALE

L’allenamento con i pesi tipico del culturista porta il corpo ad un forte stato di stress. Non sempre la normale dieta garantisce la “fornitura” ottimale di tutte le vitamine indispensabili per l’aumento della massa muscolare tra cui:

  • Vitamina A. Fondamentale per la sintesi proteica, alla base dei processi di ricostruzione e accrescimento muscolare, nonché per la produzione di glicogeno, la riserva di energia a breve termine per i muscoli sotto sforzo.
  • Vitamina C. Poco considerata in palestra, eppure utilissima. È un potente antiossidante che protegge le cellule muscolari dall’attacco dei radicali liberi, favorendo i processi di recupero e crescita. È anche coinvolta nella sintesi del collagene, principale costituente del tessuto connettivo che salda insieme ossa e muscoli del nostro corpo. Favorisce anche l’assorbimento del ferro, coinvolto nella sintesi dell’emoglobina, proteina deputata al trasporto dell’ossigeno ai vari tessuti dell’organismo.
  • Vitamina D. Svolge un ruolo cruciale nell’assorbimento del calcio, necessario sia per la contrazione muscolare, sia per mantenere adeguati livelli di densità ossea. Uno scheletro solido consente di sostenere al meglio la crescita dei tessuti muscolari e garantisce maggiore robustezza dei tendini.
  • Vitamina E. Protegge le membrane cellulari dai danni ossidativi causati dai radicali liberi, la cui produzione aumenta durante l’attività fisica.
  • Vitamina B1. Partecipa al metabolismo dei carboidrati e alla trasformazione degli stessi in energia. È anche coinvolta nella produzione dell’emoglobina.
  • Vitamina B2. Partecipa a molteplici reazioni metaboliche finalizzate alla produzione di energia tra cui il metabolismo del glucosio, l’ossigenazione degli acidi grassi e il trasporto degli elettroni dell’idrogeno nel ciclo di Krebs (ciclo metabolico da cui derivano molecole ad alto livello energetico come l’ATP).
  • Vitamina B3. Partecipa al metabolismo energetico cellulare in quanto parte attiva di due coenzimi (NAD e NADP) implicati in molte reazioni che liberano energia (glicolisi, lipolisi, ciclo di Krebs).
  • Vitamina B6. È coinvolta nella trasformazione e nell’utilizzazione di carboidrati, grassi e proteine. Fondamentale per l’attività fisica perché interviene nella conversione in energia del glicogeno immagazzinato nel fegato e nei muscoli.
  • Vitamina B12. È coinvolta nel metabolismo dei carboidrati e nella protezione dei tessuti del sistema nervoso

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L’incredibile Hulk esiste davvero: le foto del body builder dilagano sul web

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma INCREDIBILE HULK SAJAD GHARI Tradimento Riabilitazione Nutrizionista Dieta Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio.jpgC’è chi lo chiama ‘L’incredibile Hulk iraniano’ e chi invece ‘L’Ercole persiano’. Nomi a parte, l’unica cosa certa è che quest’uomo è veramente… imponente! Si chiama Sajad Gharibii ed è un 24enne iraniano che, grazie alla sua impressionante corporatura, sta diventando famoso in tutto il mondo. Il giovane è un body-builder professionista e, a fronte di un peso di 152 kg, riesce a sollevare fino a 175 kg. Se volete vedere le sue foto, potete trovarle sul suo account Instagram. La sua popolarità è in continua crescita: sono quasi 70 mila i suoi follower.

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Perché vengono i crampi? Cosa sono, come prevenirli e come farli passare?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO SPORT CORSA PALESTRA GINNASTICA ALLENAMENTO PESI MUSCOLI RUNNER JOGGING CORRIDORE ATLETA SPORTIVO (3)Tutti ne abbiamo sofferto almeno una volta nella vita, soprattutto se siamo molto pigri (e all’improvviso vogliamo “strafare” in palestra) ma anche all’opposto, se facciamo molta attività fisica. E’ un dolore considerato quasi banale, eppure è intensissimo, tende ad aumentare se non si interviene e ci obbliga ad interrompere quello che stiamo facendo per trovare sollievo; ciò può essere particolarmente pericoloso se il crampo ci colpisce agli arti inferiori mentre stiamo nuotando. Ma vi siete mai chiesti cos’è realmente un crampo? Per crampo si intende uno spasmo involontario della muscolatura striata, che insorge in modo repentino e doloroso presentandosi come una fitta acuta. E’ fondamentalmente una “potente contrazione involontaria della muscolatura volontaria”.

Perché vengono i crampi?

L’insorgenza dei crampi è dovuta a varie cause non ancora del tutto chiarite. Durante il crampo la membrana della fibra muscolare conduce dei potenziali d’azione a frequenze altissime in assenza di stimoli nervosi. Questo fenomeno sembra essere causato da una variazione della permeabilità di membrana, a sua volta probabilmente legata a modificazioni della concentrazione ionica dei liquidi tissutali. Ecco perché la sudorazione può provocare i crampi: perdere sudore determina disidratazione e perdita di sali minerali. Variazioni locali del pH possono avere lo stesso effetto. Anche problemi di circolazione possono portare ad un aumentato rischio di crampi.

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Crampi ed acido lattico: qual è il rapporto?

Di fatto i crampi possono insorgere indipendentemente dall’esercizio fisico intenso caratterizzato da accumulo di acido lattico nel torrente ematico, come conseguenza di un danno fisico o chimico a carico del sarcolemma, di stimoli irritativi sul motoneurone, o dell’azione di diversi farmaci. II ruolo dell’acido lattico nel produrre il crampo rimane tuttora non bene chiarito.

Quando vengono i crampi?

Generalmente i crampi insorgono durante l’attività sportiva particolarmente intensa o in condizioni climatiche caldo-umide.

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Chi viene colpito di più dai crampi?

La comparsa dei crampi può verificarsi in atleti professionisti durante sforzo prolungato (come succede ad esempio nei tempi supplementari delle partite di calcio) anche se è molto più frequente nei soggetti meno allenati o comunque meno predisposti a impegni muscolari molto intensi. Nei più pigri i crampi possono insorgere anche a riposo. I soggetti maggiormente a “rischio” di crampi improvvisi, sono quelli in soprappeso e le persone poco allenate che “improvvisano” programmi di allenamento senza andare per gradi e sottoponendosi a sforzi eccessivi. Convivono con i crampi specie quei soggetti che – per problemi di circolazione, o per un respiro molto frequente (ventilazione inadeguata) – determinano nel proprio corpo un impoverimento di ossigeno a livello dei tessuti.

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Quali sono le cause dei crampi?

1) Sudorazione. Come prima accennato l’eccessiva sudorazione provoca un’alterazione che fa contrarre il muscolo in modo anomalo;

2) Circolazione. Una scarsa circolazione sanguigna fa sì che si verifichino durante la notte, quando la temperatura del corpo si abbassa; anche le condizioni climatiche possono “contribuire” a questa situazione perché il freddo (specie di notte) è un vasocostrittore e agisce sulla circolazione del sangue, rallentandola;

3) Posizione. Quando si assume una posizione non naturale, la circolazione è ostacolata e possono insorgere contrazioni muscolari anomale;

4) Farmaci. I diuretici possono contribuire alla comparsa dei crampi e questo fenomeno rientra negli effetti collaterali del farmaco assunto; anche gli agonisti beta-2 (salmeterolo e salbutamolo) usati per il trattamento dell’asma possono aumentare le possibilità di insorgenza di crampi;

5) Fatica. Gli atleti e tutti coloro che praticano discipline sportive, durante i loro allenamenti, sono “soggetti” alla fatica e quando questa risulta esagerata rispetto al grado di allenamento personale (ciò riguarda soprattutto gli amatori), si creano alterazioni biochimiche e di conseguenza spasmi e contrazioni;

6) Patologie neurovegetative.

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Come prevenire i crampi?

Se possibile praticare attività fisica in ambienti freschi e asciutti dove il normale processo fisiologico della sudorazione non è accelerato dal fattore clima. Abbinare alla pratica sportiva, ma anche alla vita di tutti i giorni, un adeguato reintegro di liquidi e sali minerali, con cibi e bevande che contengano le giuste quantità di sodio, magnesio, calcio e potassio. Evitare di praticare attività fisica subito dopo aver mangiato. La digestione utilizza grandi quantitativi di sangue in circolo sottraendolo, nel momento dell’attività fisica, al tessuto muscolare.

Cosa fare per far passare il dolore quando insorge il crampo?

Se il crampo ha colpito il piede occorrerà tirare con delicatezza l’alluce verso il corpo, piegando contemporaneamente il piede in avanti e indietro. Se invece è il polpaccio a soffrire, l’unico rimedio è mettersi in piedi e poggiare con tutto il peso del corpo sulla zona non “colpita”. Infine, se il crampo riguarda l’atteggiamento più corretto è quello di sdraiarsi massaggiando vigorosamente tutta la zona dolente. È importante massaggiare la parte dolente, riscaldandola (non utilizzare il ghiaccio, molto indicato invece per le contratture). Dopo aver massaggiato la parte colpita, si dovrà immergerla in acqua calda. Se il dolore persiste è utile anche l’applicazione locale di pomate antinfiammatorie.

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Come riconoscere un crampo da una contrattura?

Come abbiamo appena visto, è importante capire subito se il dolore è causato da un crampo o da una contrattura, visto che nel primo caso è importante riscaldare la parte, mentre nel secondo raffreddarla con ghiaccio. La diagnosi esatta viene fatta in base al dolore: nel caso di contrattura il soggetto a riposo non avverte dolore, al massimo un leggero fastidio, mentre nel caso di crampo, anche se si interrompe immediatamente l’attività sportiva che sta svolgendo, il dolore rimane molto intenso e, se non si interviene, tende addirittura ad aumentare.

Leggi anche: Differenza tra ipertrofia muscolare sarcolplasmatica e miofibrillare

Si possono “curare” definitivamente i crampi?

In soggetti sani non esistono cure contro i crampi che si manifestano generalmente con una certa regolarità in occasione di sforzi fisici prolungati. Il fatto che questo fenomeno tenda a ripetersi, indica che la causa non è da ricercare nello squilibrio chimico legato alla sudorazione perché in genere il fenomeno si verifica anche in condizioni climatiche normali. Non è utile assumere sali minerali in maniera esagerata, nella speranza di “evitare” il crampo, occorre piuttosto “modulare” il tipo di allenamento in base alla competizione che si vuole affrontare, perché, come detto sopra, questa patologia, colpisce in maggior misura, coloro che “vantano” uno scarso allenamento.

Quali sono i cibi e le bevande consigliate per prevenire e “curare” i crampi?

Alcuni cibi possono ridurre il rischio di crampi, in virtù dell’alto contenuto di sali minerali e vitamine: verdure a foglia verde scura, banane, latte, formaggio, yogurt, pesce, broccoli, sesamo, uova, fegato.

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Come aumentare il testosterone per migliorare muscoli e rapporti sessuali

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PESI PALESTRA SPORT GINNASTICA MUSCOLI FISICO PESISTICA (14)Cos’è il testosterone ed a cosa serve?

Il testosterone è prodotto dall’organismo ed è uno degli ormoni essenziali per la crescita della massa muscolare; attraverso una serie di reazioni biochimiche è capace di stimolare l’aumento della forza, della sintesi proteica, delle prestazioni, diminuire i livelli del colesterolo cattivo e migliorare l’umore.

Quanto testosterone possiede un uomo e quanto una donna?

L’organismo maschile è capace di produrre circa 10 mg di testosterone al giorno, mentre l’organismo femminile produce, in media, 0,25 – 1,0 mg al giorno. Intorno ai 18 anni si ha il picco di testosterone; con l’avanzare dell’età è normale che il rilascio di questo ormone diminuisca: fisiologicamente si ha un calo dei livelli di testosterone a partire dai 30 anni.

Consigli per aumentare i livelli di testosterone

1. Evita l’allenamento aerobico in eccesso. Dai preferenza agli allenamenti aerobici di breve durata e alta intensità, questi, oltre a garantire migliori benefici aiutano ad aumentare la produzione di testosterone.

2. Allenati con intensità. Se vuoi vedere risultati significativi, devi essere disposto a sfidare i tuoi limiti. Quanto maggiore sarà lo sforzo più testosterone il tuo organismo sarà capace di produrre.

3. Aggiungi carico. Un buon metodo di stimolare la produzione di testosterone è utilizzare carichi pesanti e fare poche ripetizioni. Ci sono studi che dimostrano i migliori effetti utilizzando l’85% della ripetizione massimale (RM).

Leggi anche: Come varia il testosterone in caso di astinenza dall’eiaculazione

4. Concentrati negli esercizi composti. Esegui degli esercizi composti come base dei tuoi allenamenti: squat, sollevamenti bilanciere su panca, vogatore, trazioni alla sbarra, parallele, flessioni sulle gambe.

5. Non allenarti in eccesso. Dormi sufficientemente per riuscire a recuperare ed evitare di entrare in overtraining. L’ overtraining può contribuire a diminuire fino al 40% il livello del testosterone. Se ne senti la necessità fai una pausa dagli allenamenti durante una o due settimane. La privazione del sonno può favorire il rilascio del cortisolo, ormone catabolico che induce all’abbassamento dei livelli di testosterone.

6. Ingerisci grassi salutari, monoinsaturi e polinsaturi (Omega-3 e Omega-6). Sono presenti in alimenti come: arachidi, noci, mandorle, avocado, pesce e determinati oli come quello dei semi di lino, olio d’oliva e canola.

7. Ingerisci Vitamina C. Questa vitamina è capace di controllare i livelli di cortisolo. È presente in alimenti come: limone, arancia, maracuja, acerola, fragola, pomodori ecc.

8. Assicurati di ingerire la quantità sufficiente di Zinco. La carenza di questo minerale rende difficile il rilascio del testosterone. Non essendo libero nel flusso sanguigno l’ormone non riesce a svolgere le sue funzioni, essendo l’anabolismo muscolare una di queste. Puoi incontrare lo Zinco in questi alimenti: Noci, castagne, carni, salmone, fegato ecc.

9. Aumenta il consumo di verdure crucifere: broccoli, cavoli, rapa, cavolini di Bruxelles ecc. Questi vegetali stimolano la riduzione dei livelli di estrogeno aumentando così il testosterone.

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10. Per aumentare i livelli di testosterone e costruire muscolo devi consumare proteine. Devi cercare di ingerire la quantità di proteine adeguata al tuo peso corporeo e, preferenzialmente, che le stesse siano di alta qualità. Impara a scegliere le migliori proteine del siero del latte per aumentare la massa muscolare.

11. Evita il consumo di alcool. L’alcool influenza negativamente i livelli di testosterone, per questo bevi con moderazione.

12. Riduci lo stress. Troppo stress stimola il rilascio del cortisolo. Ricorri ad attività alternative di rilassamento fisico ed emozionale (massaggi corporali, agopuntura, yoga ecc.).

13. Evita la masturbazione compulsiva. A tale proposito leggi: Dipendenza dal porno online: ecco perché è così facile cadere nel vortice della masturbazione compulsiva che porta all’impotenza. I pensieri del masturbatore cronico

14. Prendi il sole. A tale proposito leggi: I lati positivi del caldo: il sole estivo aumenta il testosterone

Attenzione alla melatonina!

La melatonina, usata per trattare l’insonnia, influenza molto negativamente la sfera sessuale dell’uomo. La melatonina diminuisce – da parte dell’ipotalamo – il rilascio di GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine) che induce il rilascio di gonadotropine (FSH e LH) dall’ipofisi anteriore, per questo motivo diminuisce la sintesi di testosterone e quindi la libido. Più precisamente, inibisce la secrezione dell’LH (ormone luteinizzante) che stimola nel maschio l’attività endocrina delle cellule interstiziali del testicolo con produzione di testosterone e di sperma. Smettete di assumere la melatonina, o almeno limitate l’assunzione alla dose di 1mg/die.

Integratori alimentari

Qui di seguito trovate una lista completa di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Come fare gli addominali alti, bassi e laterali (obliqui): i consigli per evitare i dieci errori più comuni

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME FARE ADDOMINALI ALTI BASSI ERRORI Medicina Estetica Riabilitazione Nutrizionista Dieta Grasso Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Luce Pulsata  Macchie Cutanee Pene Pressoterapia MassaggioPer avere una pancia piatta e tonica, non basta perdere il grasso locale in eccesso: è necessario rinforzare i muscoli addominali.

Esiste anatomicamente un addominale alto ed uno basso?

Prima di proseguire l’articolo, ritengo importante fare una premessa di anatomia semplice. Nonostante molti, sbagliando, in palestra facciano distinzione tra addominali “alti” e “bassi”, ciò è un errore. Il muscolo che dà all’addome il caratteristico aspetto a scacchi è un unico muscolo chiamato muscolo retto addominale; il suo aspetto particolare è dovuto a tre o quattro iscrizioni tendinee trasversali e da una verticale che lo separano nella caratteristica configurazione a scacchiera. Non esistono quindi anatomicamente addominali alti o bassi (o superiori e inferiori). I diversi esercizi per gli addominali comportano certamente stimoli differenti, ma il muscolo allenato è sempre il retto addominale in toto. Il fatto che nel titolo abbia inserito questa errata distinzione, riflette la volontà di far trovare questo articolo ai motori di ricerca: dipende dal fatto che molti, nel fare una ricerca sugli addominali su Google, inseriscono le diciture “alti” o “bassi”.

Da quali muscoli principali è costituito l’addome?

Oltre al già citato muscolo retto addominale, l’addome è costituito principalmente anche dai muscoli obliqui e dal muscolo trasverso. Gli obliqui interni ed esterni corrono lungo il lato del ventre e aiutano a piegare e a ruotare ai lati il corpo, oltre ad assisterlo nella flessione del tronco. Il muscolo trasverso è un profondo strato muscolare che sostiene tutta la struttura interna e gli organi dell’addome. Aiuta ad appiattire lo stomaco e viene coinvolto nella respirazione, nella minzione, nella defecazione e nel parto. Il traverso aiuta anche a sostenere la colonna vertebrale in alcuni esercizi. Altri muscoli addominali sono il piramidale, il quadrato dei lombi, il cremastere e i muscoli intrinseci del rachide lombare.

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I dieci errori comuni nello svolgere esercizi per gli addominali

1) Il movimento non parte dalla testa Se tieni le mani dietro alla testa, assicurati di non chiudere i gomiti e di non spingere la testa con le braccia mentre ti sollevi. Ti verrà naturale farlo, ma questa spinta affaticherà i muscoli del collo e farà lavorare male l’addome . Se tieni le braccia in un’altra posizione, ricorda comunque di non coinvolgere la testa e il collo nell’esercizio. Ricorda che il movimento giusto non parte dalla testa o dal collo: parte dalla pancia.

2) Non curvare la schiena Non provare a mettere la testa sulle ginocchia. Più ti sollevi da terra meglio è, ma fino a un certo limite. Se la schiena inizia a curvarsi, farai uno sforzo troppo grande con la parte bassa della schiena. La schiena deve stare diritta. Inoltre, quando state stesi, schiacciate bene per terra la vostra zona lombare.

3) Piedi a terra Se non riesci a tenere i piedi a terra e non li hai assicurati a terra in qualche modo, dovrai fare uno sforzo aggiuntivo con le cosce per provare a tenerli giù. Nel caso in cui le tue gambe si stancassero prima dei tuoi addominali e ti costringessero a smettere, l’intero esercizio sarebbe stato inutile.

4) Non solo stesi sul tappetino Dimenticarsi che gli addominali lavorano non soltanto nella classica posizione stesi per terra sul tappetino, ma anche con altri esercizi. Provate a correre o, ancora meglio, saltare la corda per dieci minuti al giorno e vedrete che risultati!

5) Supera i tuoi limiti, ma con buon senso Ricorda che l’unico modo per rinforzare i muscoli, è spingerli oltre la loro soglia di resistenza. Se però fai troppe ripetizioni e inizi a sentire un dolore intenso, significa che stai esagerando. Fermati, perché nel migliore dei casi non riusciresti più a eseguire l’esercizio nella maniera corretta, mentre nel peggiore dei casi rischi di determinare un danno al tuo fisico.

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6) Respira bene Un errore molto comune quando si fanno gli addominali è quello di rimanere in apnea, non respirare mentre si fanno gli esercizi. La respirazione è invece il segreto non solo per fare dei buoni esercizi per l’addome, ma per gli esercizi di tutto il corpo. La regola è semplice: dovete espirare (buttare fuori l’aria) tutte le volte che contraete il muscolo e inspirare (mettere dentro l’aria) quando invece tornate in posizione.

7) Fai stretching Dopo aver fatto gli addominali è importantissimo fare stretching per evitare i dolori del giorno dopo. A seguito dell’allenamento stendetevi e tirate le braccia e le gambe per allungare gli addominali.

8) Non fare solo addominali Vi state focalizzando sugli addominali per avere una pancia piatta, ma vi state dimenticando di tutte le altre parti del vostro corpo? Non fate questo errore: l’allenamento deve essere completo e bilanciato su tutte le parti del corpo. Ricordate: la bellezza di un corpo è soprattutto nell’armonia delle sue parti.

9) Non far passare troppo tempo tra le ripetizioni L’alta percentuale di fibre rosse nei muscoli addominali consente a questi di recuperare velocemente dopo lo sforzo. Una pausa troppo lunga quindi manderebbe a monte lo stimolo allenante. Il recupero tra le serie, negli esercizi per gli addominali, non dovrebbe mai superare i 40 secondi.

10) Chiedi consiglio al medico Prima di iniziare qualsiasi tipo di esercizio a casa da soli, consultate il vostro medico, specialmente se non siete più in forma o se avete patologie dell’apparato locomotore, ad esempio non fare esercizi per gli addominali se ti è stata diagnosticata l’osteoporosi: gli esercizi per l’addome ti espone al rischio di fratture da stress.

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Addominali: quante ripetizioni fare?

Prima di chiudere è importante ricordare che il muscolo retto addominale, essendo di media costituito al 50% da fibre bianche ed al 50% di fibre rosse, si allena in maniera ottimale alternando ripetizioni maggiori e minori, ad esempio serie con 10 ripetizioni alternate a serie con 20 ripetizioni.

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Recupero breve tra le serie per aumentare la definizione muscolare

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PESI PALESTRA SPORT GINNASTICA MUSCOLI FISICO PESISTICA (7)Siamo giunti nel periodo in cui gli atleti in palestra, di qualsiasi livello ed età, cominciano ad allenarsi ed alimentarsi con l’obiettivo della definizione muscolare. L’allenamento è composto da diverse variabili:

  • Carico utilizzato nei vari esercizi;
  • Tempo sotto tensione durante l’esercizio;
  • Numero di esercizi da effettuare nella scheda;
  • Ripetizioni da effettuare negli esercizi;
  • Tempo di recupero tra le serie;
  • Tempo di allenamento globale;
  • Numero di sedute settimanali con relativa frequenza;
  • Densità di allenamento, ovvero la mole di lavoro in un determinato lasso di tempo.

Ci sono altre piccole variabili che caratterizzano un allenamento di body building, abbiamo elencato le principali, le quali vengono prese in considerazione dall’istruttore in palestra, per redigere un buon programma di allenamento. Il parametro, secondo noi più importante, in una fase di definizione muscolare e quindi di miglioramento della qualità muscolare, è il recupero tra le serie. Se nei periodi di forza e massa, adottavamo dei recuperi completi e lunghi, per poter spingere carichi enormi, a nostro avviso in definizione muscolare è da preferire recuperare meno per dare ritmo all’allenamento.

Con i recuperi brevi l’allenamento diventa di tipo lattacido. Il lavoro orientato sul latticido ha un senso ma se fatto coi giusti metodi, sappiamo che l’acidificazione di una zona allenata porta ad una crescita muscolare per cui l’acido lattico è uno stimolo alla crescita. L’acido lattico è una sostanza tossica per le cellule che a seguito dell’esercizio (ma non solo) si accumula nel torrente ematico ed è correlato alla fatica muscolare fino ad arrivare alla impossibilità della contrazione.

L’acido lattico rappresenta un forte stimolo per la secrezione di ormoni anabolici come il GH ed il testosterone. Per questo motivo esercizi con i pesi ad elevata intensità, intervallati da pause non troppo lunghe, massimizzano il guadagno di massa muscolare. Bisogna però essere in grado di allenarsi in questa maniera, perché il rischio è quello di non riuscire a terminare la seduta di allenamento, cadendo poi nel sovrallenamento. Qui entra in gioco il recupero tra le serie perché se il recupero è troppo breve, con un certo carico, il rischio è quello di cedere troppo presto e non riuscire a portare a termine il numero di serie e ripetizioni prescritte dal protocollo di allenamento.

Per allenarsi in maniera corretta bisogna sempre conoscere i propri massimali nei vari esercizi, o perlomeno conoscere il carico con il quale arriviamo al cedimento dopo 8 ripetizioni. Dopo le 8 ripetizioni, entrano in gioco altri meccanismi e quindi il massimale non sarà esatto. Diciamo questo perché quando si andranno ad effettuare protocolli di allenamento dove i recuperi tra le serie sono brevi, bisognerà sapere e modulare correttamente il carico di allenamento, in modo tale che non sia troppo elevato, ma neanche troppo basso.

Metodi di allenamento con recuperi brevi

Fatta questa premessa quali sono i metodi di allenamento che prevedono recuperi brevi? I più famosi protocolli di allenamento che prevedono recuperi brevi, o anche prossimi allo zero sono i seguenti:

  • SUPER SERIE TRA MUSCOLI ANTAGONISTI
  • SUPER SERIE SULLO STESSO MUSCOLO (AFTERSHOCK)
  • TRISET SULLO STESSO MUSCOLO (CON PROTOCOLLO P.O.F.)
  • TRISET SU MUSCOLI ANTAGONISTI
  • SUPER SERIE DOPPIE SU MUSCOLI ANTAGONISTI
  • SUPER SERIE DOPPIE SULLO STESSO MUSCOLO
  • SUPER SERIE DOPPIE IN PHA TRAINING
  • SERIE GIGANTI CON MUSCOLI ANTAGONISTI
  • SERIE GIGANTI SUGLI STESSI MUSCOLI
  • TRISET DOPPI SU MUSCOLI ANTAGONISTI
  • TRISET DOPPI SULLA STESSA AREA MUSCOLARE
  • 8X8 VINCE GIRONDA
  • 6×6 CON RECUPERO VARIABILE

Questi sono alcuni protocolli di allenamento che hanno nella variabile recupero il parametro più importante da rispettare. Per allenarsi con questi protocolli, bisogna essere seguiti da persone che abbiano una certa esperienza con tali metodiche, che sappiano fornire il giusto carico negli esercizi giusti, inseriti in una sequenza logica ed intelligente. Una serie gigante non può essere redatta a casaccio come una scheda di allenamento in super-serie deve utilizzare determinati esercizi.

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