In un cuore sano la valvola aortica, quella che collega il ventricolo sinistro e l’arteria aorta, si apre in sistole (contrazione ventricolare) per far passare il sangue dal ventricolo all’aorta, per poi chiudersi in diastole (riempimento ventricolare) in modo che il sangue passato nell’aorta non torni indietro nel ventricolo. Nei soggetti con insufficienza aortica la valvola aortica non si chiude perfettamente e ciò determina Continua a leggere
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Prolasso mitralico: gravità, sintomi, sport, ansia, intervento minivasivo
In un cuore sano la valvola mitrale, quella che collega atrio sinistro e ventricolo sinistro, si apre per far passare il sangue dall’atrio al ventricolo, per poi chiudersi durante la contrazione ventricolare in modo che il sangue passi dal ventricolo verso l’arteria aorta. Nei soggetti con prolasso mitralico il lembo posteriore (o entrambi i Continua a leggere
Differenza tra muscoli adduttori e abduttori
Per meglio comprendere la differenza tra muscoli adduttori ed adduttori, è necessario partire dalla differenza che intercorre tra adduzione ed abduzione.
I movimenti eseguiti sul piano frontale si dividono in due tipologie: Continua a leggere
Giocare a calcio combatte diabete, ipertensione e osteoporosi
Buone notizie per le 500 milioni di persone che giocano a calcio in modo amatoriale: una partita abituale con gli amici contrasta le malattie legate alla sedentarietà, come ipertensione, diabete di tipo 2 ed osteoporosi. Giocare a calcio a scopo ricreativo un’ora due volte a settimana, tra le altre cose, fa diminuire la massa grassa e il colesterolo LDL (quello “cattivo”) nelle donne e negli uomini dai 18 ai 75 anni e fa Continua a leggere
Integratore di Inositolo (vitamina B7): benefici, dimagrimento e controindicazioni
L’inositolo è un composto di origine biologica strutturalmente simile al glucosio, coinvolto in numerosi processi biologici tra cui quello di signalling cellulare, e di elemento strutturale (nella forma coniugata con lipidi). Chiamato anche “Vitamina B7“, può essere sia assunto con la dieta che sintetizzato dall’organismo. L’inositolo gioca un importante ruolo come base strutturale di numerosi messaggeri secondari nelle cellule eucariote ed è una componente molto importante nei lipidi strutturali componenti la cellula.
Nel mondo medico-sportivo viene impiegato per svariati scopi come promuovere la fertilità femminile, il ripristino della sensibilità all’insulina, come migliorativo della performance in caso di sforzo continuato ed attività fisica di resistenza, la regolazione del metabolismo del grasso corporeo e l’eliminazione del grasso dal fegato ed, ultimo ma più diffuso utilizzo, nella cura dell’ansia. In linea generale gli studi hanno proclamato l’inositolo come uno tra i migliori integratori per il mondo femminile. Di seguito vi presentiamo una lista di benefici che l’inositolo apporta al nostro organismo.
Benefici per la glicemia
L’attivazione del recettore dell’insulina provoca l’assorbimento del glucosio grazie alla mobilitazione di particolari vescicole.Questo si verifica dopo che una serie di intermedi vengono coinvolti. L’inositolo sembra aiutare questo processo di segnalazione dell’insulina aumentandone la velocità. Di conseguenza si è notato che un ingestione di almeno 1 g di inositolo giornaliero sia in grado di esercitare un’azione ipoglicemizzante, abbassando quindi i liveli di glucosio ematico circolante. Questo effetto può essere determinante per un’ integrazione su persone diabetiche o comunque chi cerca di non raggiungere alti picchi glicemici.
Inositolo per dimagrire
Studiando gli effetti benefici che l’inositolo poteva avere sulle donne affette da ovaio policistico, si notarono altre reazioni secondarie su donne sia obese che con un leggero sovrappeso, in maniera più evidente difatti su donne con una massa grassa maggiore del 37%. Si concluse quindi che le donne con difficoltà nel perdere massa grassa potevano trarre beneficio da una supplementazione di almeno 4 g giornalieri di inositolo.
Inositolo per colesterolo ed ipertensione arteriosa
Diversi studi hanno anche confermato un miglioramento nei parametri metabolici monitorati, come quelli del metabolismo del glucosio e della salute cardiovascolare: ad esempio un aumento dei livelli di HDL (il “colesterolo buono”) a discapito dei livelli di LDL (il “colesterolo cattivo”) e trigliceridi nonché una diminuzione della pressione sanguigna. L’inositolo infatti stimola la produzione di lecitina (fosfatidilcolina) nell’organismo, la quale “ripulisce” le pareti delle arterie dai depositi lipidici e li veicola al fegato (dove vengono in parte eliminati attraverso la bile). Allo stesso modo, l’inositolo impedisce che questo organo accumuli troppi lipidi ed “ingrassi” e quindi ha una azione epatopotrettiva nei confronti della steatosi epatica, una patologia legata all’accumulo intracellulare di trigliceridi che comporta una serie di danni fino alla necrosi della cellula epatica.
Inositolo contro depressione e disturbi d’ansia
A livello medico l’inositolo ha trovato ampio spazio nella cura di problemi d’ansia, depressione o disturbi correlati quali sintomi bipolari o bulimia. Spesso infatti anche gli sportivi sottoposti ad un’intensa attività fisica e ad una dieta molto restrittiva possono incappare in episodi di grave stress dovuti ad un allenamento sbagliato, troppo intenso, o da un rammarico per il non raggiungimento di determinati obiettivi. Questa affermazione deriva dai diversi esperimenti condotti su persone affette da disturbi depressivi: in esse erano evidenti livelli di inositolo più bassi del normale. Con una cura di inositolo molto consistente (12 g giornalieri per circa 4 settimane) i sintomi della malattia apparivano alleviarsi. Attenzione però: questi benefici scompaiono appena se ne interrompe l’utilizzo, inoltre l’inositolo è capace di ridurre i sintomi in persone con disordini alimentari solo con dosaggi elevati (18 g giornalieri).
Inositolo nei cibi
Le più generose fonti alimentari sono rappresentate dalla crusca, dai cereali integrali , dal germe di grano, dal lievito di birra, dagli agrumi, dalle carni in genere ed in modo particolare dal fegato. Quest’ultimo rappresenta l’organo chiave per la sua sintesi endogena (un’azione, questa, condivisa con il rene).
Metabolismo dell’inositolo
L’inositolo, che ha formula molecolare identica a quella del glucosio, ma diversa struttura, è sintetizzato a partire dal glucosio 6-fosfato (il primo prodotto della glicolisi); quello in eccesso viene catabolizzato ed eliminato a livello renale. Similmente alle vitamine del gruppo B, l’inositolo è idrosolubile, ragion per cui un’eventuale integrazione è ben tollerata e priva di tossicità. Una volta prodotto, l’inositolo entra nelle cellule, dov’è in gran parte trasformato in fosfatidilinositolo; le azioni biologiche di questa sostanza sono molteplici e per certi versi ancora da chiarire. Sappiamo, ad esempio, che è attivo nelle membrane plasmatiche, dove partecipa, come precursore di secondi messaggeri, ai sistemi di trasmissione dei segnali che controllano l’attività cellulare.
Dosaggio di inositolo
A seconda dell’utilizzo che se ne vuole fare, abbiamo diverse posologie di inositolo:
- per migliorare la performance aerobica: 750 mg da 1 a 3 volte al giorno;
- per dimagrire: 4 grammi al giorno;
- per il trattamento dell’ovaio policistico: il range di dosaggio varia dai 200 ai 400 mg al giorno preferibilmente prima della colazione (la dose di 4000 mg è quella più altamente raccomandata);
- per il trattamento della depressione e come migliorativo della trasmissione neuromuscolare: il dosaggio richiesto per questo impiego è sicuramente più alto in quanto i primi effetti positivi si notano dai 6 g in su fino ad un dosaggio di circa 14-18 g giornalieri, assunti per vari giorni (generalmente almeno 4 settimane).
Effetti collaterali dell’inositolo
L’inositolo si è mostrato sicuro i tutti i casi studiati su persone adulte. Alcuni effetti collaterali – generalmente associati a sovradosaggio – sono stati riscotrati quali nausea, diarrea e stanchezza generale.
Controindicazioni dell’inositolo ed avvertenze
Le controindicazioni principali riguardano la gravidanza e l’allattamento in quanto non sono stati effettuati studi a sufficienza a riguardo, quindi chiedete al vostro medico se assumere o no inositolo in gravidanza ed allattamento. In ogni caso chiedete consiglio al vostro medico prima di assumere inositolo, soprattutto se soffrite di malattie psichiatriche e/o se assumete farmaci per la cura di malattie psichiatriche.
Il miglior integratore alimentare di inositolo
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Differenza tra fratture patologiche, fisiologiche e da stress
Per frattura si intende l’interruzione della continuità di un segmento osseo. In base alle cause che la generano è possibile differenziare tra due tipologie di frattura: patologica e fisiologica (anche chiamata “frattura traumatica“). Se la frattura riguarda solo l’osso è detta “isolata”, mentre se coinvolge anche i legamenti è detta “associata”. Le fratture possono inoltre essere “composte” (quando i due monconi ossei risultano allineati tra loro), “scomposte” (in cui i due monconi non sono allineati)o “esposte” (i monconi rompono la cute ed arrivano a comunicare con l’esterno). Il punto preciso di interruzione è detto rima di frattura, mentre l’area circostante è definita focolaio di frattura. La differenza più importante, ai fini dell’argomento di questo articolo, è quella tra frattura di tipo traumatica, patologica o da stress:
- fratture fisiologiche (o traumatiche): avvengono in un osso sano, con normale resistenza meccanica. Essendo le ossa di un adulto estremamente robuste, generalmente è necessario un trauma che possiede una forza medio-elevata per generare una frattura ossea. Sono le fratture più frequenti, diffuse soprattutto tra individui giovani ed adulti, specie se svolgono attività ad alto rischio di impatti violenti (come gli sportivi);
- fratture patologiche: avvengono in un osso NON sano, con ridotta resistenza meccanica. Tale minore resistenza può essere determinata da molte patologie locali e sistemiche come osteoporosi, tumore osseo o metastasi ossea che indeboliscono progressivamente l’osso. Sono fratture meno frequenti, generalmente diffuse maggiormente tra gli anziani.
Quindi mentre una frattura fisiologica avviene in un osso sano che è stato sottoposto ad un trauma di potenza medio-alta, una frattura patologica invece avviene in un osso indebolito (a causa di una patologia). Per generare una frattura in un osso così indebolito è sufficiente un trauma di potenza medio-bassa.
Le fratture da stress (chiamate anche “fratture da durata”) avvengono su un osso sano a normale resistenza meccanica e sono causati da microtraumi ripetuti varie volte nel tempo. Tali microtraumi singolarmente sarebbero troppo deboli per generare un frattura traumatica, tuttavia, la loro ripetizione nel tempo, indebolisce progressivamente anche l’osso più robusto e lentamente ma inesorabilmente determinano lesione e frattura dell’osso. E’ tipica degli sportivi.
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CrossFit: cos’è, esercizi, benefici, significato e video allenamento
Il CrossFit è una forma di allenamento ad alta intensità appartenente alla categoria dei cosiddetti allenamenti funzionali, che mescola tre discipline di fitness diverse:
- sollevamento pesi con bilancieri, manubri, ma anche con le kettlebell (che vedete nella foto in alto) ed altri piccoli attrezzi;
- ginnastica a corpo libero o con attrezzi come gli anelli della ginnastica artistica e la sbarra;
- attività aerobica come corsa, vogatore, bicicletta, salto della corda, ma anche nuoto se è possibile.
E’ stato inventato e brevettato negli anni Settanta da Greg Glassman, il quale ha aperto la sua prima palestra a Santa Cruz nel 1995. Negli anni successivi questo modo di allenarsi si è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo: in Italia le palestre, che nel CrossFit prendono il nome di “boxes” ora sono quasi 600 ed il numero è in costante aumento. Pur essendo spesso criticato dai “rivali” appassionati di pesistica pura e body building, il CrossFit è in realtà una attività che regala al corpo numerosi vantaggi, troppo spesso sottovalutati da chi ha una conoscenza appena superficiale di essa.
A chi è adatto il CrossFit?
Il CrossFit ed è adatto a tutti, uomini e donne virtualmente di tutte le età, dai sedici anni in su. I ragazzi under 16 sono considerati “kids” e hanno corsi specifici, dedicati a loro. In tutti gli altri casi ci si allena insieme, indipendentemente dal livello di preparazione, se necessario con qualche espediente per adattare l’esercizio alle possibilità di ciascuno.
Qual è la filosofia su cui si basa il CrossFit?
Il vero CrossFit nasce per aiutare le persone a liberare le proprie energie sbarazzandosi dello stress e raggiungendo il benessere generale. Anche se vengono organizzate numerose gare ed esibizioni di atleti, lo scopo non è la competizione, ma semplicemente il rafforzamento del corpo e il miglioramento della propria forza e resistenza attraverso l’attività fisica di gruppo.
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Come si svolge l’allenamento e quanto dura?
Una sessione dura di solito un’ora, così divisa:
- Dieci minuti di riscaldamento (o warmup), focalizzando l’attenzione sui gruppi muscolari che poi saranno coinvolti nel workout vero e proprio. In questa fase si imparano anche i movimenti che poi verranno eseguiti durante l’allenamento: gli esercizi vengono spiegati e provati in modo da essere poi praticati correttamente senza interruzioni da parte del coach, o al limite con un intervento minimo per non far scendere il ritmo.
- 45 minuti di WOD (Workout of the Day), cioè l’allenamento vero e proprio, in cui ciascuno è chiamato a dare il massimo senza interruzioni né pause di riposo. Gli atleti di CrossFit si esercitano con corsa, remoergometro, salto della corda, arrampicata e spostamento di oggetti; spesso muovono carichi pesanti velocemente e per lunghe distanze e usano le tecniche del Powerlifting e del sollevamento pesi. Il ribaltamento di un grosso e pesante pneumatico è un esercizio spesso presente in un allenamento CrossFit. Gli atleti utilizzano inoltre manubri, anelli da ginnastica, sbarre per trazioni, kettlebell e molti esercizi a corpo libero.
- Ultimi 5 minuti dedicati allo stretching e agli esercizi di allungamento per rilassare la muscolatura e decontrarla.
Il CrossFit può avere una durata estremamente variabile, anche oltre l’ora. Può essere effettuata indoor o – se possibile – anche in spazi all’aperto appositamente attrezzati.
Dieci punti fondamentali che il CrossFit punta ad aumentare:
- resistenza cardiorespiratoria: l’abilità dei sistemi del corpo di raggruppare, elaborare e fornire ossigeno;
- resistenza muscolare: l’abilità dei sistemi del corpo di elaborare, fornire, immagazzinare e utilizzare energia;
- forza: l’abilità di un’unità muscolare, o di una combinazione di unità muscolari, di applicare la forza;
- flessibilità: l’abilità di massimizzare l’arco di movimento di un’articolazione;
- potenza: l’abilità di un’unità muscolare, o di una combinazione di unità muscolari, di applicare la forza massima per un tempo minimo;
- velocità: l’abilità di ridurre il tempo di ripetizione di un movimento ripetuto;
- coordinazione: l’abilità di combinare una serie di movimenti distinti in un unico movimento;
- agilità: l’abilità di diminuire il tempo di transizione da una serie di movimenti a un’altra;
- equilibrio: l’abilità di controllare la posizione del centro di gravità di un corpo in relazione alla sua base di supporto;
- precisione: l’abilità di controllare un movimento in una direzione o a un’intensità specifica.
Come è possibile che persone di diversa preparazione e condizione fisica si allenino insieme, secondo lo stesso schema?
E’ uno dei lati più belli del CrossFit. Il lavoro sui diversi gruppi muscolari è lo stesso per tutti, ma l’esercizio può essere semplificato in modo da diventare accessibile a ciascuno secondo le proprie capacità. Gli stessi muscoli possono lavorare nello stesso modo attraverso movimenti diversi, anche attraverso l’uso di attrezzi differenti, rinforzandosi man mano al punto da poter passare alla versione superiore e più intensa dello stesso schema.
Quante volte ci si allena a settimana?
Dipende da molti fattori come età, stato di salute, stato di forma ed ovviamente gli obiettivi che si vogliono raggiungere: gli atleti che si dedicano alle gare ed alle competizioni di CrossFit sparse in tutto il mondo, si allenano anche oltre un’ora, due volte al giorno per sei giorni alla settimana! Per le persone “comuni”, che hanno l’obiettivo di raggiungere un buono stato di salute, forma ed armonia con sé stessi, è generalmente sufficiente allenarsi per un’ora, di solito due o tre volte a settimana.
Quali sono i benefici del CrossFit e quanto ci si deve allenare per ottenere dei buoni risultati?
I benefici del CrossFit sono moltissimi: come in tutte le discipline ad alta intensità fa bruciare moltissime calorie (anche fino a 700 calorie a sessione), migliora la forza, la resistenza e l’autostima dell’atleta, stimola il metabolismo e migliora la funzionalità cardiaca. E’ anche molto divertente perché gli esercizi sono sempre diversi, per cui non ci annoia mai. Non ultimo, gli allenamenti scolpiscono la muscolatura, ma senza arrivare all’effetto “gonfio” e super-palestrato di altre discipline.
Movimenti base del CrossFit
Il CrossFit si basa su varietà degli esercizi, alta intensità, movimenti funzionali, di seguito riportiamo un elenco di quelli più diffusi. Alcuni sono più semplici e possono essere anche a casa con piccoli attrezzi, altri necessitano di strutture specifiche per essere eseguite.
ATTENZIONE: non svolgete le attività descritte da soli e senza avere avere esperienza, bensì fatevi SEMPRE aiutare da un istruttore di CrossFit esperto.
Corpo libero
Air squat: da una posizione eretta, passo ad una posizione accovacciata con le anche sotto le ginocchia, e ritorno in piedi.
Push-up:partendo con le mani all’altezza delle spalle, in modo tale che la lunghezza del segmento avente come estremi le mani sia leggermente maggiore rispetto a quello compresa tra le spalle; con il corpo disteso mi porto su, senza piegare il busto e poi ritorno giù all’altezza del pavimento. Le variazioni includono push-up “leggeri” con le ginocchia abbassate muovendosi solo con il busto e push-up con una sola mano, con le gambe più allargate.
Pull-up: aggrappandosi ad una sbarra fissata in aria, in orizzontale, parto da una posizione sospesa a braccia tese. Successivamente porto il mento al di sopra della sbarra e torno giù senza toccare terra. Tra le variazioni più usate vi è il Kipping, dove ho uno slancio, usato come aiuto a completare il movimento.
Lounges: si parte da una posizione eretta, poi si fa un grande passo in avanti, si piega il ginocchio in avanti fino a quando il ginocchio posteriore non è a contatto con il terreno, e risalgo.
Sit-up: si parte da una posizione supina, con le spalle a terra, per poi portarsi con le spalle sui fianchi e ritornare alla posizione di base. I piedi sono talvolta incrociati.
Dip agli anelli (Ring Dip): in aria con il corpo appoggiato sugli anelli e le braccia verticali diritte, piego le braccia, abbassando il corpo fino a quando la spalla scende sotto il gomito, e poi ritorno con le braccia dritte e tese. Per preparasi a questo esercizio, si utilizzano elastici, per fare esercizi intermedi.
Powerlifting
Deadlift (stacco): partendo da posizione eretta, afferrare il bilanciere (a terra) con presa poco più amplia delle spalle flettendo le ginocchia, portando indietro il bacino e tenendo dritta la schiena. Una volta afferrato l’attrezzo, si effettua il sollevamento portando avanti il bacino e assicurandosi che la schiena (in particolare la zona lombare) sia dritta, fino a posizione eretta. Le braccia restano dritte. Si riappoggia l’attrezzo con la stessa procedura del sollevamento eseguita al contrario.
Weightlifting (sollevamento pesi)
Power clean: l’esercizio è da eseguire in velocità. Dopo aver effettuato uno stacco si porta il bacino in avanti e si alzano i talloni e le spalle, componendo uno strappo. A stacco e strappo segue la tirata: il bilanciere è in volo davanti a voi, e mentre lo alzate puntando i gomiti verso l’alto, vi infilate sotto l’attrezzo in posizione di squat, retrocedendo col bacino e piegando le ginocchia, fino ad appoggiarlo sulle spalle davanti al collo, puntando ora i gomiti davanti a voi per mantenere una presa efficace. Tornate poi in posizione eretta col bilanciere che scarica sul torace. La posizione è ora detta “clean” o “reck”.
Video con esercizi CrossFit
Qui di seguito trovate un breve video che mostra alcuni esercizi base del CrossFit:
Quali sono le controindicazioni?
In un soggetto in buona salute non ce ne sono. La più importante e pericolosa sta nell’affidarsi a una struttura e a un coach non qualificato. CrossFit è un marchio registrato e ogni box e coach deve essere affiliato, certificato e sottoposto a continui aggiornamenti. Verificando la certificazione si può essere certi di essere seguiti nel modo più corretto. Si tratta tra l’altro di un controllo semplice: il sito ufficiale www.crossfit.com contiene una sezione con l’elenco completo delle strutture e dei coach affiliati. E’ un elenco diviso per zone geografiche, sempre aggiornato e molto semplice da consultare.
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Frequenza cardiaca normale, alta, bassa, a riposo e sotto sforzo
La frequenza cardiaca corrisponde al numero di battiti del cuore al minuto e si misura in “bpm”, cioè “battiti per minuto“. In italiano spesso si usa l’acronimo “Fc” per indicarla, mentre in inglese viene usato “Hr” (heart rate). Insieme alla temperatura corporea, la pressione sanguigna ed il ritmo respiratorio, la frequenza cardiaca è una delle funzioni vitali dell’essere umano e sue alterazioni possono compromettere il funzionamento normale dell’organismo, per tale motivo la sua misurazione è uno dei dati più importanti sia durante una normale visita medica di routine, sia – a maggior ragione – nelle emergenze, quando possono verificarsi arresti cardiaci.
Frequenza cardiaca: valori normali a riposo in neonati, bambini ed adulti
A riposo la frequenza cardiaca di un essere umano adulto è di circa 70 bpm nell’uomo e di circa 75 bpm nelle donne, mentre nei neonati la frequenza a riposo è di circa 100-180 bpm.
| Età | Frequenza cardiaca normale a riposo |
|---|---|
| Neonati | da 90 a 180 |
| Bambino | da 80 a 100 |
| Adolescenti | da 70 a 120 |
| Adulti | da 60 a 90 |
Valori al di sotto di questi range di valori possono determinare una bradicardia che determina ridotto afflusso sanguigno agli organi vitali, tra cui il cervello (particolarmente “avido” di nutrimento sanguigno) e determinare sincope (cioè uno svenimento con perdita di sensi e caduta per perdita di tono posturale).
Frequenze cardiache al di sopra di questi range possono essere raggiunti anche da individui sani, quando compiono uno sforzo. I valori massimi possibili, raggiunti (salvo patologie) quando il soggetto è sottoposto a sforzo elevato e prolungato, variano da persona a persona in funzione dell’età, dello stato di salute generale e dell’allenamento (un giovane sportivo sano gestisce frequenze cardiache elevate più facilmente di un sedentario anziano con patologie).
| Bradicardia nell’adulto | < 60 battiti al minuto |
|---|---|
| Normale nell’adulto | 60-90 battiti al minuto |
| Tachicardia nell’adulto | > 90 battiti al minuto |
Per approfondire:
- Differenza tra tachicardia, aritmia, bradicardia e alloritmia
- Aritmia cardiaca: cause e fattori di rischio, sintomi, diagnosi e cura
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Valori massimi possibili
Il cuore sotto sforzo aumenta la sua frequenza fino a un valore massimo. Tale valore può essere determinato in modo diretto solo mediante una specifica prova sotto sforzo. In alternativa alla misura diretta, la frequenza cardiaca massima può essere stimata con la formula di Cooper:
- FC_max = 220 – età,
oppure con una formula più precisa (Tanaka H, Monahan, Seals), secondo cui:
- FC_max = 208 – (0,7 × età).
La frequenza cardiaca massima è correlata ad altri parametri come la gittata sistolica, e la quantità massima di ossigeno che un individuo può utilizzare nell’unità di tempo. I valori massimi sono in riferimento ad attività continuative, potendosi reggere il carico massimo per un tempo indicativo di 10 minuti, che si riduce sensibilmente da persona a persona.
Patologie del ritmo cardiaco
Le irregolarità del battito cardiaco (aritmie) sono numerose: come già prima accennato, se la frequenza cardiaca è più alta della norma, si parla di tachicardia, se più bassa di bradicardia; sia tachicardia che bradicardia possono essere sia normali che patologiche.
Dove si misura la frequenza cardiaca?
La frequenza cardiaca può essere misurata palpando con uno o due dita l’arteria radiale (al polso), vedi foto in basso:

oppure palpando l’arteria carotide (sul collo), vedi foto in basso:
La pressione applicata dev’essere leggera soprattutto in corrispondenza della carotide, ma abbastanza elevata per avvertire chiaramente la frequenza. Un polso “debole” può essere più difficile da misurare da personale non sanitario.
Con quali strumento si può misurare automaticamente la frequenza cardiaca?
La frequenza cardiaca può anche essere misurata facilmente con uno strumento chiamato “cardiofrequenzimetro“, molto utile in vari ambiti oltre quello medico, ad esempio quello sportivo. Un ottimo cardiofrequenzimetro, perfetto anche per il fitness, è questo: http://amzn.to/2DBxIZq
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