Crollo vertebrale nell’anziano da osteoporosi e tumore: sintomi, diagnosi e terapia

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CROLLO VERTEBRALE D12 ANZIANO OSTEOPOROSI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgCon “crollo vertebrale” si identifica una patologia caratterizzata dalla perdita dell’altezza della vertebra, che può avvenire in modi diversi. Quasi sempre si verifica un crollo vertebrale in soggetti di età avanzata e che soffrono di osteoporosi, ma esistono anche fenomeni patologici che possono portare a questa situazione anche soggetti più giovani, come le metastasi vertebrali. Anche la menopausa può portare rischi di fratture, poiché si verifica una perdita continua del tessuto osseo.

Sintomi del crollo vertebrale 
Innanzi tutto c’è da dire che non sempre vi sono sintomi visibili che fanno presupporre un crollo vertebrale, e il paziente può anche non accorgersene. Già dai primi dolori alla schiena si dovrebbe ricorrere a specifici accertamenti per chiarirne la causa e determinarne la terapia. E’ indispensabile che il medico non sottovaluti il caso e si adoperi tempestivamente a prescrivere un immediato controllo. Da sottolineare il controllo periodico della postura e della statura del paziente, che può diminuire a causa della frattura vertebrale.

Diagnosi precoce
Una diagnosi precoce offre la possibilità di intervenire con diversi tipi di trattamenti. La soluzione per una diagnosi accurata, in questi casi, è un’esame radiologico o una tac, attraverso il quale è possibile accorgersi della frattura e valutarne la gravità, in modo da trattarla con le dovute terapie. E’ di fondamentale importanza affidarsi a strutture adeguate e a professionisti esperti che svolgono l’esame con competenza e accertino la giusta diagnosi.

Terapia per crollo vertebrale
Esistono diversi modi per guarire o migliorare il crollo vertebrale, e cambiano tutti a seconda della gravità del caso. Può essere necessaria una cura farmacologia, l’uso di un busto, la terapia fisioterapica o un intervento chirurgico. Spesso si ricorre anche alla cifoplastica, che è una modifica della vertebroplastica e che consiste nel posizionamento di due cateteri a palloncino dentro la vertebra prima di chiuderla col cemento osseo. I vantaggi di questa terapia sono molteplici: innanzi tutto, non è dolorosa e aumenta notevolmente la consistenza della vertebra; inoltre, può essere praticata su soggetti anziani ed evita una prolungata degenza ospedaliera. Non solo, non c’è alcun pericolo che il cemento fuoriesca e riduce drasticamente il rischio di complicazioni. Naturalmente, qualsiasi sia il trattamento, è indispensabile un riposo prolungato a cui è consigliabile far seguire un periodo di fisioterapia. Particolarmente indicati saranno esercizi posturali e di respirazione, associati a cauti massaggi dei muscoli paravertebrali con la possibilità di utilizzare inoltre strumenti antidolorifici ed antinfiammatori.

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Tiroidectomia: cosa cambierà nella mia vita dopo l’intervento?

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La tipica cicatrice di un intervento di tiroidectomia

Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, ti consiglio di leggere:

Gli effetti a lungo termine della tiroidectomia dipenderanno da quanta tiroide viene rimossa. In caso di tiroidectomia parziale la parte residua di tiroide riproduce in genere la funzione della ghiandola tiroide intera, e non si ha bisogno di terapia con ormone tiroideo. Se invece la tiroide viene rimossa totalmente, il corpo non può produrre l’ormone tiroideo e possono svilupparsi segni e sintomi di ipotiroidismo, come l’aumento di peso. Di conseguenza, è necessario assumere per tutta la vita una pillola ogni giorno che contenga tiroxina (come ad esempio Eutirox, Levothroid e Levoxyl). Questa sostituzione ormonale è identica a quella dell’ormone normalmente costituito dalla tiroide ed esegue tutte le sue funzioni. Il medico stabilirà la quantità di farmaco che dovrete assumere in base ai valori ottenuti con semplici analisi del sangue ed in certe situazioni potrà decidere di variare il dosaggio. A tale proposito leggi anche: Eutirox: quando si usa, dosaggio ed effetti collaterali (foglio illustrativo)

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Tiroidectomia: cosa mi succederà prima, durante e dopo l’intervento chirurgico

MEDICINA ONLINE SURGEON SURGERY EMERGENCY ROOM CHIRURGIA OPERAZIONE CHIRURGO TEAM TRAPIANTO SANGUE BISTURI EMERGENZA CUORE CERVELLO OSPEDALE MORTE ERRORE FERRI VASCOLAREPrima della tiroidectomia
Il chirurgo esegue la tiroidectomia in anestesia generale quindi è necessario che l’anestesista somministri un farmaco anestetico come gas da respirare attraverso una maschera o inietti un farmaco liquido in vena.
Il team chirurgico pone dei sensori sul corpo per fare in modo che la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e l’ossigeno nel sangue rimangano a livelli di sicurezza durante l’intera procedura.

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Durante la tiroidectomia
Una volta che il paziente è incosciente, il chirurgo fa una piccola incisione nella parte anteriore del collo o pratica una serie di incisioni sotto il braccio, a seconda della tecnica chirurgica che utilizza (vedi il prossimo paragrafo). Tutta o parte della ghiandola tiroidea viene poi rimossa, a seconda del motivo per cui si fa l’intervento chirurgico. Se la tiroidectomia è eseguita a causa del cancro della tiroide, il chirurgo può anche esaminare e rimuovere i linfonodi intorno alla tiroide. La tiroidectomia di solito dura circa 2 ore.

I tre approcci principali alla tiroidectomia
1) Tiroidectomia convenzionale, che consiste nel fare un’incisione al centro del collo per accedere direttamente alla tiroide.
2) Tiroidectomia endoscopica, che utilizza piccole incisioni nel collo. Strumenti chirurgici e una piccola videocamera vengono inseriti attraverso le incisioni. La fotocamera guida il chirurgo attraverso la procedura.
3) Tiroidectomia robotica, che viene eseguita attraverso incisioni nel petto e ascella o tramite un’incisione alta nel collo. L’approccio robotico permette una tiroidectomia evitando un’incisione nel centro del collo, tuttavia è una tecnica ancora poco diffusa in Italia a causa degli alti costi degli strumenti necessari per eseguirla.

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La tipica cicatrice di un intervento di tiroidectomia

Dopo la tiroidectomia che avviene?
Dopo l’intervento chirurgico, si viene spostati in una sala di risveglio in cui il team di assistenza sanitaria controlla il recupero dall’intervento chirurgico e dalla anestesia. Una volta che si è pienamente svegli, si viene spostati in una stanza d’ospedale. Si può avere un drenaggio sotto l’incisione nel collo. Questo drenaggio è solitamente rimosso la mattina dopo l’intervento chirurgico. Dopo una tiroidectomia, si può verificare dolore al collo e voce rauca o debole. Questo non significa necessariamente che ci sia un danno permanente al nervo che controlla le corde vocali. Questi sintomi sono spesso temporanei e possono essere causa della irritazione data dal tubo di respirazione (tubo endotracheale) che è inserito nella trachea durante l’intervento chirurgico, o come risultato di irritazione del nervo causato dalla chirurgia.
Si è in grado di mangiare e bere, come al solito dopo l’intervento chirurgico. La maggior parte delle persone che subiscono una tiroidectomia rimane in ospedale per circa 24 ore. Quando vanno a casa, di solito i pazienti tornano alle vostre normali attività nel giro di poche settimane. Parlare con il medico circa le restrizioni sulle attività specifiche.

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Ipoparatiroidismo e ipocalcemia post chirurgici ed autoimmuni: sintomi e cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ROTTURA MILZA TERAPIA CHIRURGICA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneL’ipoparatiroidismo è una malattia in cui le paratiroidi non producono quantità sufficienti di ormone paratiroideo (PTH) comportando principalmente l’insorgenza di ipocalcemia; tale deficit di produzione è legato soprattutto a cause iatrogene (lesioni durante interventi chirurgici al collo, ad esempio durante una tiroidectomia totale o parziale) o a cause autoimmunitarie. Una diagnosi precoce permette di limitare gli effetti collaterali dell’ipoparatiroidismo, come problemi ai denti, cataratta e calcificazioni cerebrali. L’ipoparatiroidismo si caratterizza:

  • dal punto di vista diagnostico con ipocalcemia associata a iperfosforemia (i livelli ematici di calcio nel sangue diminuiscono, mentre quelli di fosforo aumentano);
  • dal punto di vista clinico per sintomi legati all’ipereccitabilità neuromuscolare.

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Le paratiroidi sono ghiandole localizzate nel collo che producono un ormone (ormone paratidoideo o paratormone) in grado di controllare i livelli di calcio, di fosforo e di vitamina D nel sangue e, pertanto, lo stato di salute delle ossa. Il deficit di calcio ionizzato è particolarmente importante per la compresenza di iperfosforemia che determina aumento della quota di calcio legato. L’ipocalcemia aumenta l’eccitabilità neuromuscolare determinando una condizione nota come tetania. L’ipocalcemia cronica, inoltre, determina sofferenza del sistema nervoso centrale (visibili con l’elettroencefalogramma) ed alterazioni elettrocardiografiche specifiche (allungamento del QT).

Cause
La causa più frequente di ipoparatiroidismo è l’asportazione chirurgica delle paratiroidi (paratiroidectomia). Questa può avvenire durante gli interventi di asportazione della tiroide (tiroidectomia) o per rimozione involontaria o per lesione dei vasi che irrorano la paratiroide. Il rischio di ipoparatiroidismo è inversamente proporzionale all’esperienza del chirurgo (dal 0.5 al 10%). In ogni modo l’ipoparatiroidismo che ne deriva può essere transitorio o permanente.
La mancata formazione delle paratiroidi (agenesia) può essere isolata o associata ad alterazioni di altre ghiandole come il timo (Sindrome di Di George).
La produzione di anticorpi anti-paratiroidi determina, invece, il quadro di ipoparatiroidismo autoimmune che può essere isolato o associato ad altre malattie autoimmuni come il morbo di Addison, la gastrite atrofia e il diabete tipo 1 (Sindrome Polighiandolare Autoimmune).
Forme sporadiche di ipoparatiroidismo primario possono riscontrarsi nel caso di malattie da accumulo di rame (morbo di Wilson) o di ferro (emocromatosi o nella talassemia).
L’ipoparatiroidismo funzionale, può essere causato da severa ipomagnesemia in quanto il magnesio è fondamentale per la normale secrezione di PTH. Sono inoltre segnalate delle forme familiari di resistenza al PTH (pseudoipoparatiroidismo) o di secrezione di PTH inattivo.
L’ipoparatiroidismo idiopatico, infine, ha cause sconosciute.
In conclusione le cause di ipoparatirodismo possono essere così riassunte:
a) Ipoparatiroidismo postchirurgico (iatrogeno)
b) Ipoparatiroidismo autommune
Isolato
Sindrome Polighiandolare
c) Agenesia delle paratiroidi
Isolata
Sindrome di Di George
d) Infiltrazione delle paratiroidi
Emocromatosi
Morbo di Wilson
e) Ipoparatiroidismo funzionale
Ipomagnesemia
Neonati di madri iperparatiroidee
f) Pseudoipoparatiroidismo
g) Secrezione di PTH inattivo
h) Ipoparatiroidismo idiopatico

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Sintomi
La gravità dei sintomi dipende dalla severità e dalla cronicità dell’ipocalcemia.
Una rapida diminuzione della calcemia favorisce la comparsa di crisi tetanica. Questa è solitamente preceduta da parestesie (formicolio) intorno alla bocca e alle mani. Successivamente possono comparire spasmi al volto ed agli arti. Caratteristica è la comparsa di “mano ad ostetrico” e nei casi più gravi di ipocalcemia, soprattutto nei bambini, può presentarsi anche spasmo laringeo.
La tetania latente, invece, può essere messa in evidenza con la ricerca del segno di Chvostek (rapida contrazione dei muscoli dell’emivolto in risposta alla percussione del nervo facciale) e del segno di Trousseau (comparsa di mano ad ostetrico dopo pochi minuti di compressione sul braccio medinate sfigmomanometro).
La cute può presentarsi secca e predisposta alle infezioni da candida. Le unghie sono fragili e deformate con striature trasversali.
Infine va ricordato che l’iperventilazione da disturbi emotivi può causare alcalosi e precipitare un’ipocalcemia.

Diagnosi
La diagnosi è innanzitutto clinica anche se nell’ipoaratiroidismo cronico la sintomatologia può essere sfumata.
Il laboratorio evidenzia bassi valori di paratormone (PTH) in presenza di calcio basso (ipocalcemia ) e fosforo alto (iperfosforemia). L’eliminazione di calcio nelle urine (calciuria) può essere alta se la calcemia è molto alta.
La diagnosi difefrenziale è con tutte le altre condizioni con ipocalcemia che si caratterizzano, tuttavia, per la presenza di valori elevati di PTH (pseudoipoparatiroidismo, insufficienza renale cronica, deficit di vitamina D, tubulopatie con perdita di calcio, malassorbimenti, pancreatite acuta, metastasi osteoblastiche). Esistono, tuttavia, delle forme familiari caratterizzate da ipocalcemia e ipercalciuria con PTH normal-bassi che devono essere distinte in quanto, in queste forme, un terapia con il calcio determina un peggiormento della calciuria e della funzione renale e pertanto non deve essere somministrato.

Terapia
L’obiettivo del trattamento dell’ipoparatiroidismo è ripristinare l’equilibrio nelle concentrazioni di calcio e degli altri minerali nell’organismo ed è basato sull’assunzione, che in genere deve proseguire per tutta la vita, di:

  • calcio (calcio carbonato);
  • vitamina D (calcifediolo o calcitriolo).

Nel caso di ipoparatiroidismo il dosaggio di vitamina D richiesto è solitamente superiore alla norma in quanto l’attività dell’1-alfa-idrossilasi renale è ridotta a causa dei bassi valori di PTH.
Le crisi tetaniche, invece, richiedono un intervento immediato con somministrazione di calcio per via endovenosa.

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Prevenzione
L’ipoparatiroidismo autoimmune non è prevenibile. L’ipoparatiroidismo postchirurgico può essere prevenuto evitando di danneggiare per quanto possibile le paratiroidi in corso di interventi chirurgici al collo, affidantosi quindi ad un chirurgo esperto.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Strage dell’Heysel: storia di una vergognosa pagina di sport

MEDICINA ONLINE STRAGE HEYSEL SPORT VERGOGNA JUVENTUS FINALE COPPA CAMPIONI LEAGUE CHAMPIONS FOOTBALL CALCIO SOCCER.jpgIl 29 maggio 1985 a Bruxelles si consumò una delle peggiori tragedie della storia del calcio, sicuramente quella più nota perché avvenuta prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.

Sono le sette e venti di sera allo stadio Heysel di Bruxelles, in campo due squadre di ragazzini belgi con indosso le maglie rosse e bianconere si stanno sfidando in attesa dell’incontro dei grandi, in cielo un bellissimo tramonto sembra disegnato apposta da Emile Claus per fondersi con i colori delle sciarpe e delle bandiere dei tifosi. Sono le sette e venti di sera allo stadio Heysel, quando qualcosa va storto.

Quella che doveva essere la festa della finale di Coppa Campioni tra il Liverpool, che l’aveva vinta l’anno prima all’Olimpico contro la Roma, e la Juventus, che la stagione precedente aveva vinto la Coppa delle Coppe e poi a gennaio la Supercoppa Europea proprio contro i Reds, si trasforma in una tragedia.

Alla fine di quasi due ore di panico e angoscia, di urla e di spaventi, di paura e di delirio, si contano 39 morti (di cui 36 italiani, il più vecchio di 58 anni e il più giovane di 11 anni) e oltre 600 feriti. Sono le nove e quaranta allo stadio Heysel di Bruxelles, e da quel maledetto 29 maggio del 1985 il calcio non sarà più lo stesso.

Alle sette e venti, dopo le prime scaramucce tra tifosi del Liverpool (sistemati nei settori X e Y dello stadio Heysel) e della Juventus (che si trovano inopinatamente nel settore Z, lì a fianco), separati solo da una rete, un gruppo di inglesi rompe le deboli recinzioni che separano i settori e cerca lo scontro. E’ il panico.

Chi cerca di uscire dai cancelli d’ingresso posti in cima li trova incredibilmente chiusi con i lucchetti, i vigili del fuoco decine di minuti dopo li dovranno rompere con le cesoie, chi prova a entrare in campo è ricacciato indietro dalla polizia belga, che entra in campo a cavallo sventolando i manganelli, senza capire cosa sta succedendo e senza aiutare nessuno. Anzi, aumentando il panico.

A decine sono soppressi nella calca del fuggi-fuggi generale, e muoiono schiacciati. Altri per uscire dal settore Z provano a scavalcare il muro, che crolla sotto il loro peso schiacciando i fuggitivi. Alla nove e quaranta, quando è calata la notte e l’arbitro fischia l’inizio della partita, a terra ci sono già quei 39 morti di cui il calcio non si è mai assunto le responsabilità.

Non è il disastro peggiore della storia, nel 1964 in Perù ci furono quasi 400 morti, nel 1982 in Russia circa 340, poche settimane prima dell’Heysel nel fuoco di Bradford morirono in 56 e pochi anni a dopo a Sheffield saranno 96.

Ma è il più clamoroso. Perché è una finale di Coppa dei Campioni. Perché la tragedia avviene prima del calcio d’inizio, eppure si gioca lo stesso, a onta dei 39 morti. Perché le televisioni, a eccezione di quella tedesca, decidono di trasmettere lo stesso le immagini della partita, in un silenzio che puzza di morte. Perché ci si rende conto fin da subito che le responsabilità sono tanto degli organizzatori e delle forze dell’ordine quanto dei famigerati hooligans.

Lo conferma l’inchiesta del giudice belga Marina Coppieters, che tre anni dopo condanna una decina d’inglesi a pochi anni di galera per omicidio colposo, ma soprattutto condanna la Uefa al risarcimento danni per le vittime in quanto ritenuta responsabile della strage.

E se il presidente della Uefa Jacques Georges e il segretario generale Hans Bangerter non sono arrestati per un soffio nel dopopartita, Albert Roosens, allora presidente della federcalcio belga, e Johan Mahieu, responsabile dell’ordine pubblico, sono condannati a sei mesi di reclusione.

I club inglesi, che allora dominavano in Europa, saranno squalificati per cinque anni dalle competizioni internazionali. I tifosi dei Reds negli anni seguenti racconteranno una verità terribile, confermata dalla commissione d’inchiesta affidata al giudice britannico Popplewell: infiltrati tra i presunti hooligans del Liverpool c’erano alcuni tifosi del Chelsea del gruppo di estrema destra Headhunters, membri dell’organizzazione neonazista Combat 18 e del partito National Front, tra cui addirittura due consiglieri comunali di Liverpool.

I gruppi di neofascisti che dalla fine degli anni Settanta in Inghilterra approfittavano del calcio per aumentare il livello di tensione, e favorire la repressione delle proteste sindacali, si era spinto fino in Belgio.

I tifosi bianconeri negli anni seguenti denunceranno di essere stati lasciati soli, dal club e dalle istituzioni calcistiche italiane. Quella sera si rompe il patto di fiducia tra società e tifosi, tra chi a Bruxelles ha visto morire amici e parenti e chi con quella partita ci ha guadagnato e vinto una coppa.

I giocatori, eroi del Mundial spagnolo dell’82, ammetteranno infatti solo molto tempo dopo che sapevano dei morti prima di scendere in campo, molti di loro diranno che quella partita non si doveva giocare, ma quasi nessuno di loro all’epoca acconsentì di donare il premio partita alle famiglie delle vittime.

La stessa Juventus non rinuncerà mai a quella coppa – nonostante le richieste che arrivavano dallo scrittore Italo Calvino all’allora direttore della Gazzetta dello Sport Candido Cannavò – ma si rifiuterà anche per anni di intrattenere rapporti con l’Associazione dei parenti delle vittime. Lo ha denunciato più volte il presidente dell’associazione Otello Lorentini, il cui figlio Roberto una volta uscito dal settore Z sceglie, da uomo e da medico quale era, di tornare indietro a cercare di salvare gli altri, e trova la morte.

Ma la figura peggiore davanti a quella carneficina la fa la Uefa, che decide che the show must go on per non rimborsare biglietti e pagare penali alle tv. E non tornerà mai più indietro. Le responsabilità della Uefa risalgono a prima, alla decisione di fare giocare il match in uno stadio fatiscente, con mattoni di calcestruzzo talmente leggeri che alcuni tifosi fanno buchi nei muri per entrare.

Alla decisione di vendere i biglietti del famigerato settore Z, a fianco dei settori X e Y riservati al Liverpool, sia agli italiani residenti in Belgio sia alle agenzie di viaggio italiane che organizzano i pacchetti, pur sapendo che l’anno prima all’Olimpico i tifosi del Liverpool e della Roma se le erano date di santa ragione.

Le responsabilità della polizia belga sono evidenziate, oltre che dall’assurdo comportamento delle guardie a cavallo in campo, dalla decisione di utilizzare solo 5 (cinque!) poliziotti lungo le reti che dividono il settore X dallo Z, mentre fuori ne impiegano 40 (quaranta!) per inseguire un ragazzo che ha rubato un hot dog. Scaricate per anni le colpe sui tifosi inglesi brutti, sporchi e cattivi, di queste nefandezze le autorità del calcio e della politica non si sono mai assunte la responsabilità.

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Paratiroidi: anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA TIROIDE PARATIROIDI GHIANDOLA ENDOCRINA ORMONI T3 T4 CALCITONINA PARATORMONE PTH CALCIO METABOLISMOLe ghiandole paratiroidi (in inglese “parathyroid glands“) sono un gruppo di ghiandole endocrine poste nel collo in prossimità della tiroide, immerse nel parenchima di quest’ultima. Ve ne sono solitamente quattro per individuo, due superiori (o interne), situate dietro alla tiroide, e due inferiori (o esterne), tuttavia in alcuni soggetti si possono trovare anche altre ghiandole paratiroidee (paratiròidi ectopiche) in altre regioni del collo, o nel mediastino. Il nome “paratiroidi” deriva dal fatto che tale ghiandole sono situate presso la tiroide (il prefisso “para” significa infatti “presso” in greco).
Le paratiroidi sono di forma ovale e hanno dimensioni molto piccole: forma e dimensioni ricordano quelle di una lenticchia; hanno una struttura tipica delle ghiandole endocrine: nidi o cordoni di cellule solide, anche se, a dispetto del nome, non condividono nulla con la tiroide, la quale ha una struttura follicolare. Le cellule delle paratiroidi sono sempre ben delimitate da una lamina connettivale molto vascolarizzata. Le paratiroidi embriologicamente derivano dall’apparato faringeo e in particolare le paratiroidi superiori derivano dalla IV tasca e quelle inferiori dalla III.

Funzioni delle paratiroidi
La funzione delle paratiroidi è di secernere invece l’ormone paratiroideo, o paratormone (PTH), importante regolatore del livello del calcio nel sangue, interferendo in molti processi biochimici del nostro organismo. Il paratormone, assieme alla calcitonina prodotta dalle cellule parafollicolari della tiroide ed alla vitamina D, concorre al conseguimento dell’omeostasi del calcio nel sangue. Infatti, in caso di alterazioni nei valori di calcemia, la calcitonina indurrà il deposito di calcio nelle ossa aumentandone il riassorbimento renale, mentre il paratormone attiverà la vitamina D a livello renale per favorire l’assorbimento intestinale di calcio, mobiliterà il minerale dalle riserve del tessuto osseo favorendo la produzione di osteoclasti ed aumenterà l’eliminazione urinaria dei fosfati. In condizioni normali la calcemia è mantenuta entro un ristretto range di valori, che va da 8,5 – 10,5 mg per decilitro di sangue. Sia un suo abbassamento (ipocalcemia), che un suo eccessivo rialzo (ipercalcemia) causano gravi alterazioni funzionali alla muscolatura striata e liscia.

  • Effetti dell’ipocalcemia: tetania, ipereccitabilità cardiaca, spasmi bronchiali, vescicali, intestinali e vascolari.
  • Effetti dell’ipercalcemia: riduzione dell’eccitabilità muscolare e nervosa, nausea, vomito, stipsi.

La concentrazione del calcio nel sangue è controllata, oltre che dal paratormone secreto dalle paratiroidi, anche dal calcitriolo (che aumenta l’assorbimento del calcio a livello intestinale) e dalla calcitonina (che, in contrasto all’azione del paratormone, diminuisce la calcemia).

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Cos’è il cucchiaio nel calcio? Chi lo ha inventato per primo?

MEDICINA ONLINE CALCIO ITALIA INGHILTERRA SEMIFINALE EUROPEO 2012 ANDREA PIRLO CUCCHIAIO TIRO FOTO IMMAGINE CAMPIONE VINTO PERSO CAMPO,RIGORE,PORTA NOME PORTIERE PALLA PALLONE CUOIO.jpgLa parola “cucchiaio”, solitamente legata alla cucina, ha fatto il suo ingresso nel mondo del calcio a partire dal 2000. In particolare, è la semifinale tra Italia e Olanda durante gli Europei 2000 a venir segnata come data storica, vale a dire come data di nascita di questa tecnica.

Il cucchiaio nel calcio è infatti un modo per calciare la palla in direzione della rete avversaria e può esser fatto di corsa oppure da fermi battendo un rigore. Quest’ultimo è il caso più ricorrente, nonché quello effettuato da Francesco Tottiquando nel 2000 si è trovato davanti al portiere olandese Edwin Van der Saar. Il pallone si è sollevato in aria e poi ha come seguito la traiettoria di una parabola rovesciata, finendo in rete sotto gli sguardi attoniti di tutti.

Non si tratta di un pallonetto facile da realizzare e prima di allora non se ne era sentito parlare, ma un rigore simile a quello di Totti, che è ben presto divenuto il padre del cucchiaio, era stato battuto nel 1976 da Antonin Panenka durante la finale degli Europei tra Germania Ovest e Ceccoslovacchia. Il calciatore colpì la palla da sotto, in maniera così decisa che questa si alzò e scavalcò il portiere.

Effettuato in movimento o durante un rigore, il segreto del cucchiaio sta nell’arrivare bene sopra il pallone e calciarlo con il collo del piede; la sua buona riuscita dipende poi da quanto il calciatore riesce a fingere un tiro normale davanti al portiere o quanto riesce a giocargli l’effetto sorpresa. Se per esempio il portiere si aspetta un cucchiaio e non si lancia a terra, è difficile che quel tiro diventi un gol perché la palla avrà molte probabilità di essere parata.

Oggigiorno la tecnica del cucchiaio è molto famosa, tuttavia si cimentano in pochi perché è un colpo che richiede elevate capacità tecniche ed un discreto coraggio. Un campione che relativamente di recente ha fatto un cucchiaio impeccabile è Andrea Pirlo durante la partita Italia – Inghilterra, quarti di finale degli Europei 2012. Il suo rigore, immortalato dalla foto che vedete in alto, è stato perfetto, quindi il suo cucchiaio sarà tra quelli che passeranno alla storia.

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Differenza tra FIFA, UEFA e FIGC nel calcio

MEDICINA ONLINE 10 calciatori piu pagati Italia Serie A MONEY RICH GOL GOAL CORNER FLY EMIRATES FOOT TALL WEIGHT HEIGHT SHORT SOCCER PORTOGALLO EUROPE MONDIALE PALLONE CALCIO FOOTBALLQual è la differenza tra FIFA, UEFA e FIGC nel calcio? Risposta breve e molto semplificata: la FIGC è relativa al calcio italiano, la UEFA è relativa al calcio europeo, invece la FIFA è relativa a quello mondiale. Per una risposta più esauriente, continuate a leggere. L’articolo viene spesso aggiornato, tuttavia i nomi dei presidenti ed altre informazioni potrebbero essere superati da nomi e informazioni più recenti.

FIGC

La Federazione Italiana Giuoco Calcio, nota anche con l’acronimo FIGC e come Federcalcio, è l’organo di organizzazione e controllo del calcio in Italia, occupandosi sia di calcio a 11 che del calcio a 5. L’attuale presidente è Gabriele Gravina. Ha sede a Roma, mentre il Centro Tecnico Sportivo Federale è a Firenze (quartiere di Coverciano). La FIGC è stata costituita a Torino il 26 marzo 1898 con il nome di Federazione Italiana del Football (FIF). Organizza i vari campionati di calcio professionistico (dalla Serie A e Coppa Italia fino al campionato di Lega Pro) e non (dalla Serie D fino ai campionati a carattere provinciale). Alla FIGC è inoltre affiliata l’Associazione Italiana Arbitri (AIA), la quale designa gli arbitri e gli assistenti arbitrali per le gare organizzate dalla Federazione. Schematicamente, fanno parte della FIGC le seguenti componenti (tra parentesi l’acronimo, segue la sede e l’anno di fondazione):

  • Leghe
    • Lega Nazionale Professionisti Serie A (LNPA) Milano 2010
    • Lega Nazionale Professionisti B (LNPB) Milano 2010
    • Lega Italiana Calcio Professionistico Firenze 1959
    • Lega Nazionale Dilettanti (LND) Roma 1959
  • Componenti tecniche
    • Associazione Italiana Calciatori (AIC) Vicenza 1968
    • Associazione Italiana Allenatori Calcio (AIAC) Firenze 1966
    • Associazione Italiana Arbitri (AIA) Roma 1911
  • Settori
    • Settore Tecnico Firenze 1959
    • Settore Giovanile e Scolastico Roma 1947
  • Divisioni
    • Divisione Calcio Femminile Roma 2015
    • Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale Roma 2019.

La FIGC dirige e organizza l’attività della nazionale maschile e della nazionale femminile, delle nazionali giovanili, e delle nazionali di futsal e di beach soccer; inoltre, supervisiona, controlla e coordina le leghe che organizzano i campionati professionistici (Lega Serie A, Lega B, Lega Pro) ed i campionati a carattere dilettantistico di livello nazionale e interregionale (Lega Nazionale Dilettanti, Divisione Calcio a 5). In più, la FIGC promuove direttamente i tornei, le attività e le iniziative riservate ai settori giovanili e, attraverso la Divisione Calcio Femminile, i campionati di calcio femminile di Serie A e di Serie B.

UEFA

L’Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (in inglese “Union of European Football Associations“, da cui deriva l’acronimo “Uefa“; in francese ” Union des Associations Européennes de Football“), più nota con l’acronimo di UEFA, è l’organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio europeo ed è – relativamente al gioco del calcio – di gran lunga la federazione più influente e ricca a livello mondiale. Ha sede a Nyon, in Svizzera. L’attuale presidente è lo sloveno Aleksander Čeferin. La UEFA rappresenta tutte le federazioni calcistiche d’Europa più quelle di:

  • Russia,
  • Turchia,
  • Armenia,
  • Azerbaijan,
  • Georgia,
  • Cipro,
  • Israele,
  • Kazakhstan.

Le competizioni organizzate dalla UEFA possono essere distinte in quelle per le nazionali e quelle per club.

Competizioni UEFA per squadre nazionali

  • Campionato europeo di calcio,
  • UEFA Nations League;
  • Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA: competizione disputata tra i vincitori del campionato europeo e quelli della Copa América;
  • Campionato di calcio europeo Under 21,
  • Campionato di calcio europeo Under 19,
  • Campionato di calcio europeo Under 17,
  • Campionato di calcio europeo femminile,
  • Campionato di calcio europeo femminile Under 19,
  • Campionato di calcio europeo femminile Under 17,
  • Campionato europeo di calcio a 5,
  • Campionato europeo Under 21 di calcio a 5 (soppresso),
  • Coppa Internazionale (soppressa),
  • UEFA-CAF Meridian Cup (soppressa).

Competizioni UEFA per club

  • UEFA Champions League, istituita nel 1955 come Coppa dei Campioni e riservata alle vincitrici dei campionati nazionali dell’anno precedente e poi alle squadre meglio piazzate, che in Italia sono la seconda, la terza e la quarta classificata della Serie A (il primo trofeo è stato vinto nel 1956 dal Real Madrid).
  • UEFA Europa League, istituita nel 1971 con il nome di “Coppa UEFA” (“UEFA Cup”, nome poi cambiato nel 2009 in “UEFA Europa League”) e riservata alle squadre non qualificatesi in Coppa dei Campioni/Champions League. In Italia sono la quinta e la sesta classificata del campionato di Serie A dell’anno precedente (il primo trofeo è stato vinto nel 1972 dal Tottenham).
  • UEFA Europa Conference League, istituita nel 2021 e riservata alla squadre non qualificatesi in Europa League. In Italia, la gioca la settima classificata della Serie A dell’anno precedente(la prima edizione è stata vinta dall’italiana A.S. Roma).
  • Supercoppa UEFA, istituita nel 1973 e riservata prima ai vincitori della Coppa dei Campioni/Champions League e a quelli della Coppa delle Coppe e poi, dal 2000, ai vincitori della Champions League e a quelli della Coppa UEFA/Europa League.
  • UEFA Youth League, istituita nel 2013 e riservata alle formazioni Under-19 delle squadre partecipanti alla fase a gironi della Champions League e alle formazioni Primavera vincitrici dei rispettivi campionati nazionali.
  • UEFA Futsal Champions League, riservata alle squadre vincitrici dei rispettivi campionati nazionali di calcio a 5.
  • UEFA Women’s Champions League, che dal 2009-2010 ha sostituito la UEFA Women’s Cup.
  • Coppa delle Coppe (abolita nel 1999, riservata alle vincitrici delle Coppe nazionali).
  • Coppa Intercontinentale (abolita nel 2004, organizzata con la CONMEBOL, riservata alle vincitrici della Coppa dei Campioni e Copa Libertadores e confluita nella Coppa del mondo per club FIFA nel 2005).
  • Coppa Intertoto UEFA (abolita nel 2008, riservata alle formazioni con la miglior classifica fra quelle non ammesse alla Coppa UEFA, per accedere a tale competizione).

FIFA

La Fédération Internationale de Football Association (in italiano “Federazione Internazionale del Calcio”), più nota con l’acronimo FIFA, è la federazione internazionale che governa gli sport del calcio, del futsal (meglio noto come calcio a 5) e del beach soccer. La sua sede si trova a Zurigo, in Svizzera e l’attuale presidente è Gianni Infantino, svizzero con cittadinanza italiana, eletto nel 2016.
La federazione è stata fondata a Parigi il 21 maggio 1904 e si occupa dell’organizzazione di tutte le manifestazioni intercontinentali di questi sport, tra le quali la più importante è sicuramente il Campionato mondiale di calcio, che premia il vincitore con il trofeo della Coppa del Mondo. Tale torneo viene disputato ogni quattro anni sin dal 1930, e la federazione ha il compito di scegliere il paese organizzatore che ospita la fase finale della manifestazione. Alla FIFA fanno capo le 6 diverse confederazioni (riconosciute ufficialmente dalla federazione) a cui spetta l’organizzazione e la supervisione dell’attività calcistica nei vari continenti del mondo:

  • AFC (acronimo di Asian Football Confederation): è l’organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio asiatico;
  • CAF (acronimo di Confédération Africaine de Football): è l’organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio africano;
  • CONCACAF (acronimo di Confederation of North, Central American and Caribbean Association Football) è l’organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio in Nordamerica, Centroamerica e Caraibi;
  • CONMEBOL (Confederación Sudamericana de Fútbol) è l’organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio in America meridionale;
  • OFC (acronimo di Oceania Football Confederation) è l’organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio in Oceania;
  • UEFA (acronimo di Union of European Football Associations) è l’organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio in Europa .

In totale la FIFA riconosce 211 federazioni calcistiche, a cui sono affiliate 211 Nazionali di calcio maschili e 129 Nazionali di calcio femminili (per maggiori dettagli, si veda Nazionale di calcio e Lista dei codici FIFA); pertanto risulta avere più membri delle Nazioni Unite, in quanto riconosce anche federazioni non appartenenti ad uno Stato sovrano, come ad esempio quelle delle quattro Home Nations britanniche. Le Nazionali maschili vengono valutate mensilmente tramite la classifica mondiale della FIFA, mentre quelle femminili a cadenza trimestrale attraverso la classifica mondiale femminile della FIFA. Le competizioni organizzate dalla FIFA possono essere distinte in quelle per le nazionali e quelle per club.

Competizioni FIFA per squadre nazionali

  • Coppa del Mondo FIFA;
  • Coppa del Mondo femminile FIFA;
  • Torneo olimpico di calcio maschile;
  • Coppa del Mondo U-20;
  • Coppa del Mondo U-17;
  • Torneo olimpico di calcio maschile giovanile (U-15);
  • Torneo olimpico di calcio femminile;
  • Coppa del Mondo femminile U-20;
  • Coppa del Mondo femminile U-17;
  • Torneo olimpico di calcio femminile giovanile (U-15);
  • Coppa del Mondo FIFA di calcio a 5;
  • Coppa del Mondo FIFA di beach soccer;
  • FIFA Confederations Cup.

Competizioni FIFA per club

  • Coppa del mondo per club FIFA;
  • Blue Stars/FIFA Youth Cup;
  • Coppa del mondo femminile per club FIFA;
  • Coppa intercontinentale di Futsal;
  • Coppa intercontinentale di Futsal femminile.

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