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Se perdere peso fa male alla coppia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSODue americani adulti su tre sono sovrappeso o obesi, un’epidemia che le proiezioni vedono destinata a crescere. Questa è la considerazione da cui parte l’articolo che presenta i risultati di una ricerca condotta da un team della North Carolina State University e dell’Università del Texas e pubblicata sulla rivista Health Communication. Bisogna correre ai ripari e per farlo, per mettersi a dieta, fare esercizio fisico, ricominciare a prendersi cura del proprio corpo per tornare a un peso salutare, può aiutare essere in due. Ma che succede nelle coppie quando uno dei due partner intraprende questo percorso da solo?

Quello che gli autori hanno voluto verificare è proprio l’impatto che la perdita di peso di uno dei due partner ha sulla relazione amorosa. Per farlo hanno selezionato 21 coppie di adulti, in tutti gli Stati Uniti, in cui uno dei partner aveva peso almeno 13 chili in meno di due anni, con una perdita di peso media molto elevata, intorno ai 27 chilogrammi. Il risultato era stato ottenuto grazie a un cambiamento nella dieta e nello stile di vita, o in seguito a una procedura medica, come per esempio un intervento di chirurgia bariatrica, quel che contava erano le risposte di entrambi i membri della coppia a un questionario sull’impatto che il dimagrimento di uno dei due aveva avuto sulla loro relazione.

Cosa hanno scoperto gli studiosi? In generale la comunicazione interna alla coppia migliorava dopo la perdita di peso di uno dei due. Aumentavano le possibilità che chi aveva seguito la dieta cercasse di ispirare il partner a fare altrettanto o comunque lo incoraggiasse ad adottare stili di vita più sani. Le coppie in cui entrambi i partner erano ricettivi rispetto a questo tipo di cambiamenti hanno visto migliorare la propria relazione, e aumentare l’intimità e l’intesa sia fisiche sia emotive.

C’è però anche un altro lato della medaglia e riguarda quelle coppie nelle quali l’effetto del dimagrimento di uno dei due è stato invece negativo. I due scenari emersi erano questi: il partner dimagrito tormenta l’amata/o sfidandolo/a a seguire il suo esempio, oppure il partner rimasto cicciottello si sente minacciato dalla riconquistata forma dell’altro/a. In entrambi i casi è la resistenza al cambiamento che porta la relazione allo sbando: critiche reciproche, minore desiderio sessuale e in qualche caso addirittura si sono registrati veri tentativi di sabotaggio della dieta da parte del partner geloso della linea ritrovata dell’amato/a.

La conclusione che gli autori traggono è che quando entrambi i partner si dimostrano aperti al dialogo, al cambiamento e anche a lavorare su se stessi e sulla coppia per migliorare, il fatto che uno dei due si impegni a riconquistare la forma fisica può essere un volano per il benessere di entrambi e della relazione. Se però il dimagrimento si verifica con un percorso solitario, può innescare meccanismi di competizione, gelosia, allontanamento che conducono facilmente a una crisi. Il consiglio? Se siete in sovrappeso non è mai sconsigliato dimagrire, occorre però, nelle parole degli autori dello studio, “essere consapevoli dei potenziali pro e contro della perdita di peso sulla propria relazione sentimentale”. Anzi, meglio ancora: volendo intraprendere questa strada, perché non farlo in due?

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La classifica dei dieci migliori cibi antirughe

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO VERDURA CIBO VEGETALI DIETA DIMAGRIRE CUCINA (4)I radicali liberi – responsabili dell’invecchiamento cutaneo – sono favoriti da vari fattori come inquinamento, attività fisica, fumo di sigaretta. Uno dei fattori più importanti è sicuramente il cibo che assumiamo ed appare chiaro quindi l’importanza di una sana alimentazione nel contrastare l’invecchiamento della pelle. Proprio per queste ragioni la Coldiretti ha tempo fa stilato la top ten dei cibi più ricchi di antiossidanti. E’ stato calcolato il valore di ogni prodotto in base alla cosiddetta “ORAC” (Oxigen Radical Absorbance Capacity), ossia la capacità di assorbimento dei radicali dell’ossigeno per proteggere le cellule della pelle dal danno ossidativo.

Importante ricordare che, da diverse ricerche, è emerso che per combattere l’invecchiamento si devono assumere giornalmente almeno 2000 unità ORAC. La classifica degli alimenti antirughe è quindi la seguente:

  • carciofi (un carciofo vale 9.828 unità ORAC);
  • succo d’uva nera (un bicchiere vale 5.216 unità ORAC);
  • mirtilli (una tazza vale 3.480 unità ORAC);
  • pere (un frutto vale 3000 unità ORAC);
  • melanzane (una bacca vale 2.463 unità ORAC),
  • peperoni rossi (uno vale 2.463 unità ORAC);
  • spinaci cotti (una porzione per 2.042 unità ORAC);
  • cipolle rosse (una porzione per 1.900 unità ORAC);
  • prezzemolo fresco (2 grammi per 1.473 unità ORAC);
  • kiwi (un frutto per 1.220 unità ORAC);
  • riso integrale biologico.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Quali sono il giorno e l’ora migliore per iniziare la dieta?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KG BILANCIA JEANS PANTALONIE’ quasi un luogo comune: si inizia una dieta il lunedì. Un buon proposito che, a quanto pare, non è affatto errato. Secondo alcuni specialisti inglesi, infatti, è possibile stabilire quali siano i giorni e le ore peggiori per iniziare a mettersi a dieta. A quanto pare il giorno meno indicato per darsi regole alimentari più rigide e controllate è il martedì. La partenza più giusta, secondo il sondaggio realizzato dagli esperti, è quella della domenica o del lunedì. Sembra addirittura che chi inizi la domenica riesca a dimagrire in media 3,2 chili in tre settimane e che l’88% riesca anche a mantenere il peso raggiunto per tempi più lunghi. Oltre alla scelta dei giorni più indicati, è stato possibile indicare persino le ore del giorno meno favorevoli per mettersi a dieta: dalle 15 alle 15.30, in particolare alle 15.23. In questo preciso orario infatti, le persone hanno maggiore probabilità di cadere in tentazione perché le 15.23 è l’esatto momento in cui si presentano più prepotentemente i languori dovuti alla fame. Quindi, se avete deciso di perdere qualche chilo, vi suggeriamo di tenere a mente queste consigli, la vostra linea potrebbe trarne giovamento!

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Arriva il week end: il momento della settimana in cui assumiamo più calorie

MEDICINA ONLINE GELATI DOLCI CALORIE GRASSO DIETAIl week end si avvicina e milioni di italiani alle prese con la dieta “post-ferie”, grazie alla quale sperano di buttare giù i chili acquistati durante le vacanze, si lasceranno tentare dalle ritrovate cene del sabato sera in città e i classici pranzi della domenica, interrotti d’estate, ma un “must” appena si torna alla routine. Risultato: gli sforzi fatti dal lunedì al venerdì per perdere peso verranno vanificati. Già, perchè un sondaggio inglese ha scoperto che durante il fine settimana si può arrivare ad assumere l’incredibile cifra di 10 mila calorie. La metà di quello che dovrebbe essere l’intero introito energetico settimanale. Concentrato in soli due giorni.

E non sono poche le persone che, almeno Oltremanica ma certamente anche in Italia, confessano di farsi tentare dalle abbuffate del sabato e della domenica, evidenzia il Daily Mail on line: dal sondaggio commissionato da una marca di integratori alimentari risultano i tre quarti degli intervistati. Se normalmente un uomo dovrebbe assumere 2.500 calorie e una donna 2.000, nel week end, il 57% dei maschi consuma regolarmente 10.000 calorie, distribuite in questo modo: 3.500 calorie nella notte di venerdì e di sabato (per un totale di 7.000) fra cene e drink, e 3.000 calorie di domenica.

Lo stesso fanno le donne: il 46% arriva al record delle 8.000 calorie in un fine settimana. La distribuzione è però diversa: 2.500 calorie la notte del venerdì, 3.500 calorie di sabato e ‘solo’ 2.000 calorie di domenica, perché fra le rappresentanti del gentil sesso entra in gioco il fattore ‘senso di colpa’. Il più grande pericolo nel fine settimana sembrano essere però gli spuntini tra i pasti: l’indagine ha rilevato che molti trascorrono il sabato sera davanti alla tv con le loro famiglie, cosa che unisce la sedentarietà al consumo di patatine e biscotti. Insomma, la dieta ‘5:2’ sta diventando sempre più popolare: limitiamo il consumo di cibo per 5 giorni e poi ci lasciamo andare gli altri due.

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La dieta corretta in gravidanza

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO GRAVIDANZA PANCIA MATERNITA MAMMA GINECOLOGIA CONCEPIMENTO PARTO PANCIONE FIGLIO MADRELa qualità dell’alimentazione materna durante la gravidanza è uno dei fattori che può influenzare in maniera significativa la salute della gestante durante tale periodo e la salute del nascituro, non solo durante il periodo fetale e neonatale, ma anche e soprattutto durante la vita adulta e la terza età.

FARE ATTENZIONE DA PRIMA

È  quindi opportuno prestare attenzione all’alimentazione della gestante già a partire dal periodo pre-concezionale, ovvero già prima del concepimento, fino a tutto il periodo in cui il bambino verrà allattato al seno. La fase pre-concezionale fa parte del periodo che viene chiamato “peri-concezionale” e che include, dopo il periodo pre-concezionale, il concepimento, l’impianto dell’ovulo fecondato nell’utero, la formazione della placenta e degli annessi (cosiddetta “placentazione”) e, infine, l’embriogenesi (la formazione e la crescita dell’embrione).

AUMENTI DI PESO IN GRAVIDANZA

I primi tre mesi

Nel primo trimestre di gravidanza, l’aumento di peso della mamma si deve all’aumento del volume di sangue e alla crescita dell’utero. Non è quindi un aumento di peso rilevante (può essere all’incirca di un chilo) e, a meno che non vi siano situazioni di particolari carenze o insufficienza di peso da parte della donna, non è necessario incrementare l’apporto dietetico di energia: la dieta deve essere variata, completa, equilibrata e deve includere l’integrazione con le vitamine e sostanze necessarie alla futura mamma, il cui fabbisogno non può essere soddisfatto unicamente con la dieta (soprattutto l’acido folico e il ferro). Non va quindi dato credito al detto popolare secondo il quale è bene che la donna che aspetta un bambino “mangi per due”: è anzi opportuno controllare con attenzione il peso corporeo nel tempo.

Dal quarto mese

Nel secondo trimestre, l’aumento dei tessuti materni (volume mammario, placenta, liquido amniotico, riserve di grassi) e la crescita fetale fanno sì che aumenti il fabbisogno calorico. Il peso, per donne normopeso, cresce di circa 0,5 kg alla settimana.
I LARN (Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana) consigliano un fabbisogno aggiuntivo di 350 kcal/die per il secondo semestre di gravidanza e di 460 kcal/die per il terzo trimestre.
È bene ricordare che il fabbisogno aggiuntivo di energia in gravidanza e l’aumento auspicabile di peso va comunque stabilito individualmente e varia a seconda dell’IMC pre-gravidanza (l’Indice di massa corporea, in inglese Body mass  index – BMI, valore che si ottiene dividendo il peso in Kg per il quadrato dell’altezza in metri).
Per una donna normopeso (IMC precedente alla gravidanza compreso tra 18,5 e 24,9), ad esempio, l’incremento di peso può essere compreso tra circa 10 e 15 kg. L’intervallo cambia a seconda che il soggetto sia sottopeso o sovrappeso o in caso di gravidanza gemellare. Il fabbisogno giornaliero di una donna in gravidanza è generalmente compreso tra 1600 e 2400 kcal/die.
Un eccessivo incremento ponderale durante la gravidanza è da evitare perché responsabile di complicanze pericolose sia per la futura mamma (gestosi, diabete gestazionale, parto prematuro) che per il nascituro (macrosomia, lesioni durante il parto).

Sicuramente troverai interessante a tal proposito anche questo articolo: Quanto è normale ingrassare in gravidanza?

GLI ALIMENTI CHE NON DEVONO MANCARE IN GRAVIDANZA

Durante l’intero periodo di gravidanza, e come detto anche prima del suo inizio, è bene seguire una dieta varia e sana per assicurare al feto tutti i nutrienti di cui ha bisogno per il suo sviluppo. In gravidanza e durante l’allattamento aumenta il fabbisogno di vitamine (A, D, C, B6, B12), acido folico, sali minerali, lipidi (acidi grassi essenziali). La dieta deve soddisfare tali richieste dell’organismo sia della gestante che della nutrice in modo da garantire lo sviluppo ottimale al bambino e la salute della donna.
Gli alimenti che non devono mancare sono:

  • frutta e verdura
  • carboidrati (pane, pasta, riso, orzo, patate), limitando gli zuccheri derivanti prevalentemente da dolci e bibite
  • proteine (pesce, carne, legumi, uova)
  • latte e derivati del latte (formaggi, yogurt)
  • alimenti ricchi di fibre, per contrastare la stipsi che spesso si presenta durante gravidanza (pane pasta e cereali integrali, frutta, verdura e/o supplementazione con integratori contenenti fibre solubili).

Le donne che seguono una dieta vegetariana o vegana devono prestare attenzione ai livelli di assunzione raccomandati dalla comunità scientifica per quanto riguarda le proteine: la raccomandazione è quella di un incremento giornaliero di 6 g/die. Alle donne vegetariane in stato di gravidanza si consiglia inoltre un supplemento di vitamina B12: è opportuno chiedere al medico indicazioni su come alimentarsi al meglio.

CONSIGLI DIETOLOGICI PER LA DONNA IN GRAVIDANZA

Ecco una serie di consigli pratici dietetici per la donna in gravidanza:

  • Frazionare la dieta in 4-5 pasti suddivisi durante la giornata
  • Mangiare lentamente, l’ingestione d’aria può dare un senso di gonfiore addominale
  • Seguire una dieta quotidiana il più possibile varia e contenente tutti i principi nutritivi
  • Preferire alimenti freschi per mantenerne inalterato il contenuto di vitamine e minerali
  • Preferibilmente evitare cibi precotti o conservati in scatola che, in genere, contengono additivi
  • Evitare i cibi di origine animale crudi o poco cotti e gli insaccati (obbligatorio per le gestanti che risultano non avere sviluppato immunità contro il toxoplasma)
  • Evitare il consumo di grassi animali (burro, lardo) e preferire l’olio extravergine d’oliva
  • Evitare le bevande alcoliche e limitare il consumo di caffè
  • Limitare il consumo di sale e comunque usare il sale iodato
  • Meglio evitare i legumi secchi che potrebbero favorire la comparsa di meteorismo e coliche addominali
  • Bere abbondantemente durante tutta la giornata (2 litri di acqua, preferibilmente oligominerale)
  • Non assumere aspartame o altri dolcificanti
  • Evitare caramelle, bevande zuccherate, pasticceria, cioccolato, cibi fritti, condimenti molto elaborati
  • Consumare latte e/o yogurt, preferibilmente  a ridotto contenuto di grassi
  • Ridurre al minimo il consumo di carboidrati raffinati (zucchero, dolci, gelati) preferendo modiche quantità di pasta, pane, patate
  • Preferire le carni magre tipo pollo, tacchino, manzo cucinate alla griglia o in forno o in umido
  • Preferire pesci tipo sogliola, merluzzo, nasello, trota, palombo, dentice, orata cucinati alla griglia o al cartoccio o al vapore o in umido.
  • Evitare i pesci conservati sott’olio o in salamoia.
  • Evitare il consumo di molluschi e crostacei
  • Consumare non più di 2 uova a settimana, cucinate alla coque o in camicia o  frittata cotta al forno o in padelle antiaderenti (quindi senza condimenti)
  • Preferire i formaggi freschi tipo mozzarella o ricotta o crescenza
  • Consumare ogni giorno verdura cotta o cruda (insalata, patate, zucchine, piselli, broccoli, carote,  pomodori, peperoni eccetera) e frutta preferibilmente di stagione (mele, banane, pere, pesche, albicocche, anguria, melone, uva, fragole, kiwi).

ALTRI CONSIGLI UTILI IN GRAVIDANZA

Occorre introdurre in gravidanza gli acidi grassi essenziali, quelli che cioè non sono prodotti autonomamente dall’organismo (tra questi, gli acidi grassi monoinsaturi e gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena, in particolar modo della serie  omega-3, tra cui il più il più importante è il DHA presente nel pesce, soprattutto quello detto “azzurro”). Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato come già il periodo prenatale presenti rischi di carenza di omega-3.

Per coprire il fabbisogno di acidi grassi essenziali, si può ricorrere su consiglio del medico ad alimenti fortificati o supplementare l’assunzione con integratori. La disponibilità di adeguate quantità di acidi grassi essenziali è importante anche per la crescita e lo sviluppo del sistema nervoso centrale neonato e serve in particolare alle strutture cerebrali e retiniche. Di norma, il pesce andrebbe consumato almeno due volte la settimana in quanto è fonte di sostanze necessarie per lo sviluppo del sistema nervoso del feto e del lattante.

MIO MARITO MI MANGIA DAVANTI

Capisco che per alcune future mamme all’ascolto seguire tutte queste regole sarà veramente durissima, specie se siete delle “buone forchette”. Molte pazienti incinta mi hanno rivelato di provare molto fastidio anche soltanto nel vedere il proprio marito che continua tranquillamente a mangiare salame, fritti e dolci, mentre loro non possono toccare neanche un goccio di vino. Lo so che è dura ma ricordiamoci che stiamo parlando di un essere indifeso che “mangia” tutto quello che voi mangiate voi, “beve” tutto quello che voi bevete e “fuma” tutto quello che voi fumate. E’ vostro figlio e se volete iniziare a prendervi cura di lui fin dal principio, dovrete faticare un po’.

E cercate di dire a vostro marito di mangiare meno fritti davanti a voi che mangiate un’insalata (farà bene anche a lui!).

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Dimagrire scientificamente: i fattori che aumentano o rallentano il metabolismo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSOIl metabolismo basale è la quantità minima di energia necessaria all’organismo per l’espletamento delle pure funzioni vegetative nell’arco delle 24 ore, in condizioni di assoluto riposo psichico e fisico, a temperatura ambiente (18-24°C) e a digiuno rigoroso da 12 ore.

Leggi anche: Cosa succede al tuo corpo quando smetti di mangiare pasta e pane

QUANTO E’ IMPORTANTE IL METABOLISMO BASALE?

Il metabolismo basale è importantissimo nel determinare il nostro peso, basti pensare che è il fattore chiave nel determinare il fabbisogno calorico quotidiano. Tale fabbisogno dipende da tre diversi componenti:

  • il metabolismo basale (MB O MBR da:”basal metabolic rate”) responsabile di circa il 70% della spesa energetica quotidiana;
  • la termogenesi indotta dagli alimenti (chiamata anche azione dinamico-specifica degli alimenti) che rappresenta circa il 10% della spesa energetica;
  • l’attività fisica, rappresentante del circa il 20% della spesa energetica quotidiana (anche se i valori possono oscillare molto, specie in negativo).

Da ciò si comprende quanto il metabolismo basale sia importante per il mantenimento della nostra linea. Ma tale componente, diverso da persona a persona, da cosa è influenzato? In parole povere: quali sono i fattori che rendono il metabolismo “veloce” in alcuni soggetti ed invece inesorabilmente “lento” in altri?

METABOLISMO LENTO O METABOLISMO VELOCE: DA COSA DIPENDE?

Il metabolismo basale è influenzato da numerosi fattori. Elenchiamo quelli fondamentali:

Alimentazione: in condizioni di digiuno il metabolismo rallenta anche del 20%.

Allattamento: nella nutrice il metabolismo basale aumenta di circa il 3-6%.

Attività fisica costante: determina un aumento del metabolismo. Il tasso metabolico permane elevato anche al termine dell’impegno fisico.

Clima: l’estate è il momento migliore per dimagrire poiché, quando la colonnina di mercurio supera i 30°C, il metabolismo aumenta leggermente. Anche temperature troppo rigide sortiscono il medesimo effetto.

Composizione corporea: il muscolo è un tessuto molto più attivo metabolicamente rispetto al grasso. Ogni kg di massa muscolare guadagnato innalza il metabolismo corporeo di circa l’1,5%.

Dimensioni corporee:  il metabolismo basale, espresso in termini assoluti, aumenta all’aumentare della superficie corporea. Per questo motivo persone alte e magre hanno un metabolismo più veloce rispetto ad individui di uguale peso ma di statura inferiore.

Età: il metabolismo è massimo nell’infanzia, permane elevato sino alla prima età adulta ed inizia a diminuire dopo i 30 anni. Tra i 60 ed i 90 anni cala di circa l’8% per decade.

Genetica: bisogna comunque, ammetterlo, certe persone nascono con un metabolismo lento, altre con un metabolismo più veloce

Gravidanza: il metabolismo basale rimane stabile nel primo trimestre, sale di circa l’8% al 5° mese e dal 14 al 22% negli ultimi due mesi di gestazione.

Livelli ormonali: molti ormoni intervengono nella regolazione del metabolismo corporeo. I più attivi in questo senso sono quelli prodotti dalla tiroide. Un’eccessiva produzione di tali ormoni (ipertiroidismo) può addirittura raddoppiare il metabolismo basale, mentre un deficit (ipotiroidismo, gozzo) può rallentarlo sensibilmente. Anche l’adrenalina, secreta dalla parte midollare del surrene in risposta a stress psicofisici importanti, innalza leggermente l’attività metabolica. L’ormone della crescita ed il testosterone, aumentando la sintesi proteica, possono elevare in maniera importante il metabolismo basale.

Scopri come il deficit di ormoni tiroidei ti fa ingrassare: Non mangio eppure ingrasso, e se fosse ipotiroidismo?

Sesso: grazie ad una maggiore massa muscolare, nell’uomo il metabolismo basale è più elevato, di circa il 7%, rispetto alla donna. La castrazione lo abbassa del 20-25%.

Stile di vita: le persone sedentarie hanno un metabolismo più lento di quelle attive

Fumo di sigaretta: fumare alza il metabolismo, questo è uno dei motivi per cui chi smette di fumare tende ad ingrassare e ad avere problemi di stitichezza. Assolutamente questo NON è un invito a fumare per aumentare il vostro metabolismo!

Sonno: durante il sonno si assiste ad una temporanea diminuzione del tasso metabolico compresa tra il 6 ed il 13%

Temperatura corporea: negli stati febbrili il metabolismo basale aumenta di circa il 13% per ogni grado di temperatura superiore ai 37°C.

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