Morire a 17 anni per un succhiotto sul collo

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MORIRE SUCCHIOTTO SUL COLLO HD Riabilitazione Nutrizionista Dieta Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Pressoterapia LinfodrenaggioA volte anche le cose apparentemente più innocue, possono rivelarsi mortali. Un banale succhiotto è costato la vita a un ragazzo di 17 anni, morto in seguito a un ictus cerebrale determinato dal succhiotto sul collo fattogli dalla sua fidanzata. Julio Gonzalez Macias, di Città del Messico, era a tavola con la sua famiglia quando ha cominciato ad avere le convulsioni. Secondo quanto riporta il Daily Mail, la sua ragazza gli aveva lasciato il segno sul collo poche ore prima, e sarebbe stato proprio il succhiotto a creare un coagulo di sangue che ha viaggiato lungo il torrente circolatorio fino ad una arteria cerebrale dello sfortunato giovane. L’intervento dei paramedici è stato immediato, ma Julio è morto lo stesso.

Non è la prima volta che accade

La fidanzata, una ragazza di 24 anni, è al momento irreperibile, poiché teme di essere accusata di omicidio dalla famiglia Gonzalez, che la ritiene responsabile della morte del figlio. Il caso in Messico non è isoltato: già nel 2011 in Nuova Zelanda una donna di 44 anni è rimasta parzialmente paralizzata dopo aver avuto un ictus in circostanze simili. Allora i medici notarono un livido in dissolvenza e un’arteria danneggiata in corrispondenza. In quel caso, il dottor Teddy Wu dichiarò: “A mia conoscenza, è la prima volta che qualcuno viene ricoverato in ospedale per un succhiotto”.

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Bimba abbandonata in auto al sole: poliziotto rompe il finestrino per salvarla e fa una scoperta incredibile

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma BIMBA AUTO SOLE MORTA Riabilitazione Nutrizionista Dieta Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Pressoterapia Linfodrenaggio PanciaUn agente di polizia si è recato nel parcheggio all’aperto di un centro commerciale per salvare la vita di una bimba rimasta chiusa dentro un’auto, sotto il sole rovente. L’agente, chiamato Jason Short, vive e lavora nella cittadina di Keene, nel New Hampshire. Aveva raggiunto la vettura ed aveva notato la bambina avvolta in una coperta con una bottiglietta d’acqua accanto: ha rotto il vetro ed ha tentato di rianimare la bimba.

All’improvviso, però, l’agente ha fatto una scoperta incredibile: la bambina era in realtà una bambola molto realistica. La sua proprietaria si è poi scoperto essere Carolynne Seiffert, una donna che utilizza quella bambola dal 2005, quando suo figlio morì per un male incurabile. Questo tipo di bambole ultrarealistiche, chiamate “bambole reborn“, viene usato da alcuni pazienti che perdono il proprio figlio, per essere aiutati a superare il momento difficile legato al trauma della perdita. Anche molti neonati che appaiono in film e serie tv, sono molto spesso bambole reborn ultrarealistiche. Le reborn vengono anche usate nei corsi preparto per preparare i futuri genitori ad accudire i neonati.

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Cosa si prova a morire annegati, dissanguati, decapitati…

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSA SI PROVA A MORIRE William Kemmler Medicina Estetica Riabilitazione Nutrizionista Dieta Grasso Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Luce Pulsata Macchie Cutanee Pene Pressoterapia

William Kemmler fu la prima persona al mondo ad essere giustiziata sulla sedia elettrica

Tutti noi ce lo siamo chiesti almeno una volta nella vita: cosa proveremo nell’attimo della nostra morte. Nell’attesa di scoprirlo, il più tardi possibile, oggi ci focalizziamo sul fatto che non tutte le morti sono uguali: alcune sono più dolorose, altre più “dolci”. Vediamo cosa si prova a morire nei vari modi.

Cosa si prova a morire di freddo?

L’assideramento porta alla morte perché, a temperature molto basse (in particolare inferiori a 30°C), le nostre cellule sono incapaci di funzionare in modo normale, specie quelle del nostro cervello e del nostro cuore, il che porta ad alterazioni dell’attività cardiaca ed a perdita di coscienza, oltre ad alterazioni respiratorie causate da danni al centro cerebrale del respiro. Quando la temperatura del corpo passa dai 36 ai 35/32 gradi, la persona sente solo brividi e sensazione di freddo, ha difficoltà motoria, la sua pelle è fredda e secca. Tra i 32 ed i 28 gradi cessano i brividi e si entra in uno stato soporoso, la frequenza cardiaca si riduce come anche la frequenza respiratoria e la capacità di capire quello che succede attorno a sé. Qualora la temperatura continui a scendere, al di sotto dei 28 gradi si perde coscienza e, sotto i 24°C, i segni vitali sono assenti.

Leggi anche: Paralisi del sonno e allucinazioni ipnagogiche: cause, pericoli, rimedi

Cosa si prova a morire dissanguati?

La velocità con si muore per dissanguamento dipendente molto dal tipo di taglio: una grave ferita all’aorta (l’arteria con diametro più grande del corpo) porta a decesso in pochi minuti, mentre invece danni ad arterie più periferiche o piccole vene possono richiedere anche alcune ore prima di condurre a morte per shock emorragico. Mediamente la quantità di sangue in circolo in un adulto sano si aggira tra i 4,5 ed i 5,5 litri: perdite fino a 700 ml  di sangue comportano sintomi di lieve entità (una donazione di sangue corrisponde a 450 ml di sangue), mentre perdite pari ad 1.5 litri causano senso di malessere, astenia, sete, vertigini tachicardia e tachipnea. Quando la quantità persa arriva a circa 2 litri si verifica perdita di coscienza. Con perdite superiori ai 2 litri si può verificare il decesso per dissanguamento. Chi ha rischiato di morire per dissanguamento ha ricordi diversi rispetto all’evento e ciò dipende molto dalla situazione in cui è avvenuto l’incidente e dal tipo di ferita: un taglio netto e profondo all’arteria femorale avvenuta per un infortunio domestico è certamente meno dolorosa e traumatica rispetto alle ferite e fratture multiple riportate in un grave incidente stradale.

Leggi anche: Differenza tra taglio di vena, arteria e capillare

Cosa si prova a morire annegati?

La morte per annegamento è considerata una morte dolorosa e l’evento che conduce a decesso può avere una durata estremamente variabile: la capacità di saper nuotare e ancor di più la temperatura dell’acqua possono influire pesantemente sui tempi in cui l’azione trova compimento. Il panico che pervade chi sta annegando determina tachicardia e tachipnea; i movimenti per rimanere in superficie inizialmente sono rapidi e confusi ma dopo poco diventano sempre più deboli vista la carenza di ossigeno.
Quando il soggetto non ha più la forza per tenere la testa fuori dall’acqua, inizia ad ingoiare acqua e tossire, cosa che lo porta ad ingoiare ancora più acqua che raggiunge i polmoni ed impedisce il normale scambio di gas ossigeno-anidride carbonica.
La sensazione di bruciore e peso al petto lascia presto spazio ad una paradossale sensazione di tranquillità, segno che la mancanza di ossigeno sta determinando gradatamente perdita di coscienza, a cui segue l’arresto delle funzioni cardiocircolatorie e – successivamente – cerebrali ed infine la morte. Per approfondire: In quanto tempo si muore per annegamento? E’ doloroso?

Leggi anche: Dopo quanto tempo un cadavere si decompone?

Cosa si prova a morire di sete?

L’acqua rappresenta circa dal 55 al 70% del peso del corpo a seconda dell’età e del rapporto tra massa magra, e massa grassa e contribuisce in maniera importante al volume di sangue circolante (chiamato “volemia”) e quindi alla pressione arteriosa. Più è alto il volume sanguigno (la volemia), più la pressione tende ad aumentare, mentre se la volemia si abbassa, la pressione diminuisce. Quando si è disidratati, la volemia diminuisce e quando il volume sanguigno circolante diminuisce da un livello normale di circa 5 litri, a un livello inferiore ai 3,5 litri, si assiste a shock ipovolemico ed alla progressiva perdita di coscienza e successivamente alla morte, in modo simile a quanto descritto per la morte da dissanguamento. Quanto può resistere una persona senza bere acqua prima di morire di sete? Un individuo di corporatura media, ben idratato, privato di acqua, può resistere dai tre ai sette giorni prima di morire, tuttavia questo dato è molto variabile in base alle condizioni climatiche esistenti ed all’età e stato di salute del soggetto. Gli anziani hanno idratazione minore dei giovani ed è per questo che spesso in estate si verificano dei decessi per disidratazione in questa fascia di popolazione a rischio; inoltre i bambini molto piccoli ed in particolare i neonati, senza idratazione, sopravvivono pochissimo tempo.
Durante la privazione dall’acqua, la pelle e le mucose appaiono sempre più asciutte, la sensazione di sete aumenta, giorno dopo giorno.
L’ipotensione (pressione arteriosa bassa causata dal diminuito volume di sangue) determina affaticamento, sonnolenza, torpore. Il battito cardiaco aumenta (tachicardia) nel tentativo – infruttuoso – di compensare il calo di pressione arteriosa. Si ha un aumento della concentrazione degli elettroliti con urine a colorazione più scura ed a maggior densità. La fiacchezza rende giorno dopo giorno più difficile eseguire anche i movimenti ed i ragionamenti più semplici. Si avvertono vertigini e sopraggiunge ansia. Appaiono deficit cognitivi di apprendimento e memoria; il soggetto è incapace di capire quello che succede attorno a lui. Seguono perdita di coscienza e morte.

Qui finisce la prima parte dell’articolo; volete sapere cosa si prova a morire di fame, colpiti da un fulmine o da una scarica elettrica, bruciati vivi o decapitati? Leggete la seconda parte dell’articolo, seguendo questo link: Cosa si prova a morire annegati, dissanguati, decapitati… seconda parte

Importante precisazione che sembrerebbe banale ma non è così scontata in questo pazzo mondo: questo articolo NON VUOLE ovviamente istigare in nessun modo i lettori al suicidio o all’omicidio.

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Dedicato alle vittime dei terremoti

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO CANDELE LUCI DOLORE SPERANZA CERA (1)La notte scorsa la terra ha tremato per pochi secondi. Tanto è bastato per distruggere case, sacrifici, vite, famiglie intere.
Attualmente si contano centinaia di dispersi e 21 decessi. La mia speranza è che questo numero non cresca ancora nelle prossime ore.
La nostra Terra ci regala tantissimo, ma ogni tanto si riprende qualcosa indietro, con una crudeltà incomprensibile.
Il mio pensiero va alle vittime ed ai loro famigliari, non solo del terremoto di ieri ma di tutti i terremoti: vi sono vicino.

PS Alle ore 13 del 25 agosto 2016 si contano 241 decessi ed oltre 400 feriti. Tra le vittime molti bambini.

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Papà uccide a pugni in faccia la figlia di 4 mesi che piange: “Volevo calmarla”

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO POLIZIA CARABINIERI FORZE ORDINE REATO LEGGE ARRESTO ARRESTATO (1)Non sopportava che la sua bambina emettesse dei piccoli gridolini. Lo disturbavano troppo, e lui è ricorso alla violenza per farla tacere per sempre. Cory Morris, Continua a leggere

Giorgia Libero si è arresa al cancro: aveva raccontato la sua malattia sul web, in lacrime i suoi 40mila fan di Instagram

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma GIORGIA LIBERO MORTE NEOPLASIA INSTAGRAM Riabilitazione Nutrizionista Dieta Grasso Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Luce Pulsata  Macchie Cutanee Capillari Pressoterapia Massaggio.jpgGiorgia si è dovuta arrendere. Si è dovuta arrendere a quel linfoma che non le ha lasciato scampo, dopo aver conquistato i cuori di decine di migliaia di follower che su Instagram ed altri social seguivano la sua tenace lotta che durava da da due anni, dal letto del reparto di oncoematologia dell’ospedale di Padova. E’ morta nella notte Giorgia Libero, la 23enne di Casalserugo, la cui vicenda aveva commosso l’Italia.

A darne l’annuncio, tramite la sua pagina di Facebook, il fidanzato e futuro marito Federico: “Ti ho tenuto a manina come piaceva a te, a noi, fino a poco fa…da questa notte non avrai solo le mie dita strette alle tue ma anche due ali bianche e bellissime come sei e sarai sempre TU…buon viaggio AMORE MIO…porta anche in cielo il tuo sorriso e la tua voglia immensa di vivere”.

Recentemente – dopo la proposta di matrimonio da parte dell’amatissimo fidanzato, Giorgia aveva condiviso la foto dell’ultima TAC che non dava buone notizie. “‘Marcata progressione del noto quadro patologico… notevole aumento… comparsa di numerosi…’ Ma cosa vuoi da me?! Cosa? Ci sei riuscito? Ci sei riuscito a mettermi ko, sei felice adesso? Un passetto alla volta ti sei preso tutto. Le forze, il respiro, la schiena, le gambe ed ora tutti i miei organi vitali. Non sono nata perché tu a 23 anni mi portassi via. C’è il mondo là fuori, una vita che mi aspetta, tante persone che mi vogliono bene”. 

“Sono esausta, mi hai distrutta, ma non voglio mollare. Non voglio”.

“Sono pienamente consapevole di tutto, non voglio passare per l’eroe o peggio l’ingenua di turno. Ora comprendo bene che ci sono molto, molto vicina… e ho tanta, tantissima paura. Vivo del sostegno e dell’amore di chi mi circonda e finché qualcuno lì in alto me ne darà le forze, ogni mio respiro sarà lotta per sconfiggerti e per riprendermi tutto ciò che mi spetta e che mi hai tolto. Ti odio con tutta me stessa”.

Questi alcuni degli ultimi messaggi di Giorgia. Gli ultimi suoi giorni sono stati davvero i più duri. Aveva dovuto abbandonare la sua linea diretta con il mondo, dopo che per due anni, dal momento, cioè, della diagnosi del linfoma, aveva iniziato a raccontare la sua storia sui social network, attraverso le cartelle mediche, le foto in ospedale, le cicatrici delle operazioni chirurgiche, i suoi sorrisi e la forza che traspariva dal suo sguardo di guerriera.

Questa era la sua pagina su Facebook. L’ultimo suo post è dell’11 agosto: “Appena me la sentirò, scriverò quello che mi passa per la testa. Al momento riesco a malapena a vedere dove ho appoggiato il telefono. E’ dura ragazzi, ma solo quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare“.

Ciao Giorgia ed un augurio di guarigione a chi sta affrontando la tua stessa malattia…

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Morta da 6 giorni, i figli non vogliono chiudere la bara:“è morte apparente”

MEDICINA ONLINE COSA SI PROVA A VIVERE IL PROPRIO FUNERALE MORTE CHIESA BARA SENSAZIONEGrazia Bruno è (era?) una donna di 68 anni, morta 6 giorni fa ma non ancora sepolta. I suoi figli si oppongono alla sepoltura, e vegliano su di lei, il cui corpo si trova nella bara ancora aperta, in casa, a Villagrazia di Carini (Palermo). Sono convinti che la loro madre non sia ancora deceduta, nonostante il certificato del medico legale ne dichiari il decesso.

Assolutamente convinti che la donna si risveglierà, si rifiutano di darle sepoltura: “E’ solo una morte apparente”, ribadiscono. Ma cos’è che dà loro tale ferma convinzione? A quanto pare il corpo della 68enne non si sarebbe irrigidito come naturalmente avviene nel post mortem, inoltre la temperatura corporea sarebbe rimasta costante. Fattori anomali, questi, che non permettono di accertare il ‘rigor mortis’ e alimentano le speranze dei figli di rivedere viva la propria madre. “Non c’è nessuna traccia di decomposizione. Non siamo pazzi, abbiamo solo l’evidenza di quanto sta succedendo da alcuni giorni”, riferisce Francesco Passalacqua, figlio di Grazia Bruno.

A fronte di ciò, comunque, oltre al medico legale si è pronunciato in merito anche un medico cardiologo della Asp, il quale ha nuovamente certificato la morte della signora Grazia. Ma niente, i figli si ostinano a credere che sia ancora viva e tuttora vegliano su di lei che si trova in casa, nella bara aperta. Il sindaco del paese Giuseppe Agrusa, dal canto suo, è disposto ad aspettare non oltre domattina: “Se la salma non sarà condotta al cimitero, farò un’ordinanza per seppellire il cadavere”, ha comunicato alla famiglia della donna.

Michela Becciu su urbanpost.it

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Papà dimentica le gemelline di 15 mesi in auto per ore sotto il sole: morte entrambe le bambine

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO AUTOMOBILI AUTO MOTORE PARCHEGGIO STRADA (2)Ancora una morte agghiacciante dovuta ad un eccesso di superficialità. Due gemelline di 15 mesi sono morte in macchina perché lasciate chiuse dentro al Continua a leggere