La necessità di svegliarsi più volte durante la notte con lo stimolo urgente di urinare, in termini medici viene chiamata “nicturia“. Svegliarsi una singola volta è considerato normale, diverso è invece il caso quando si verificano vari episodi nella stessa notte (pollachiuria notturna).
Quali sono le cause non patologiche che provocano la nicturia?
La nicturia non è necessariamente provocata da una malattia: ci sono alcune condizioni e situazioni che possono determinarla, spesso in modo transitorio, come ad esempio:
- gravidanza in stato avanzato: la nicturia è provocata dalla pressione che il feto esercita sulla vescica. Potete trovare tutti i nostri articoli sulla gravidanza in questo link;
- età avanzata, per approfondire: Demenza senile: cause, sintomi, decorso e cure;
- episodi di ansia e forte stress, a tal proposito leggi: Quante volte al giorno è normale urinare? Vescica iperattiva e ansia;
- menopausa, a tal proposito leggi anche: Menopausa: 8 consigli per affrontarla al meglio;
- uso di farmaci diuretici (nicturia e pollachiuria iatrogena), a tal proposito leggi: Lasix (furosemide): posologia, effetti collaterali [FOGLIETTO ILLUSTRATIVO].
Nicturia ed alimentazione
Una alimentazione che comprenda una forte assunzione di proteine, come la dieta iperproteica o l’uso smodato di integratori di proteine, può determinare nicturia. Anche l’assunzione di bevande stimolanti come il caffè possono aumentare lo stimolo ad urinare la notte. Mangiare cibi particolarmente salati la sera, ad esempio una pizza, può portare ad assumere molta acqua prima di andare a dormire e portare a nicturia transitoria. Assumere cibi che irritano la prostata potrebbero determinare pollachiuria e nicturia, a tal proposito leggi: Il peperoncino e gli altri cibi che irritano la tua prostata e possono causarti eiaculazione precoce
Anche l’eccesso o assunzione tardiva di liquidi durante la giornata può determinare una situazione di nicturia. Una causa di pollachiuria notturna può essere l’assunzione di bevande alcoliche durante la serata, a tal proposito leggi anche: Perché quando si beve molto alcool si urina di più?
Quali sono le cause patologiche che provocano la nicturia?
La nicturia può essere anche provocata da patologie ed in questo caso la nicturia è difficilmente temporanea, bensì diventa persistente. Ecco alcune patologie che determinano spesso nicturia, sia in maniera diretta che indiretta:
- diabete mellito, a tal proposito leggi: Diabete mellito: conseguenze e complicanze a lungo termine;
- diabete insipido, a tal proposito leggi: Differenze tra diabete mellito ed insipido: glicemia, vasopressina, poliuria e polidipsia;
- infezioni da clamidia;
- alterazioni del bilancio idrico;
- vescica neurogena, a tal proposito leggi: Vescica neurogena disinibita, riflessa, autonoma, atonica;
- patologie cardiovascolari che impediscono la corretta filtrazione a livello dei glomeruli renali nella stazione eretta ed altre che provochino eccessiva produzione di urine durante la notte od in posizione clinostatica;
- iperparatiroidismo, a tal proposito leggi: Paratiroidi: anatomia e funzioni in sintesi;
- malattie endocrinologiche che interferiscono con gli ormoni coinvolti nella formazione dell’urina, come l’ormone antidiuretico (ADH), a tal proposito leggi: Vasopressina (ormone antidiuretico o ADH): funzioni e patologie;
- danni renali;
- sclerosi multipla, a tal proposito leggi: Sclerosi multipla: cause, sintomi, diagnosi e prognosi;
- morbo di Parkinson, per approfondire leggi: Morbo di Parkinson: cause, sintomi, decorso, terapie;
- compressione del midollo spinale;
- sindrome della cauda equina;
- insufficienza renale cronica, leggi anche: Differenza tra insufficienza renale acuta, cronica e dialisi;
- insufficienza cardiaca;
- ipertensione arteriosa, per approfondire: Perché la pressione arteriosa alta (ipertensione) è pericolosa?;
- edema periferico, a tal proposito leggi: Cos’è l’edema, come e perché si forma?;
- incontinenza urinaria;
- infezioni della vescica;
- ostruzione ureterale;
- ipercalcemia;
- ipertrofia prostatica benigna, leggi anche: Ipertrofia o iperplasia prostatica benigna: cause, sintomi e cure;
- cancro alla prostata, per approfondire: Tumore maligno della prostata (carcinoma prostatico): cause, sintomi e terapie;
- scarsa capacità vescicale;
- cistite, per approfondire: Cistite: ne soffro spesso, come diminuire le recidive?;
- prostatite, a tal proposito leggi: Prostatite batterica ed abatterica: cause e cure dell’infiammazione della prostata;
- iperattività del muscolo detrusore;
- diminuita distensibilità vescicale;
- fibromi uterini;
- tumori vescicali;
- tumori che comprimono dall’esterno la vescica.
Sintomi associati alla nicturia
- Poliuria notturna: il corpo produce un grande volume di urina durante il sonno (normale quantità di urine nelle 24 ore con volume notturno superiore al 35% rispetto al totale).
- Poliuria: produzione di una grande quantità di urina al giorno (superiore ai 2.500-3.000 ml nelle 24 ore).
- Pollachiuria: aumento della frequenza della minzione con emissioni di piccole quantità di urina.
Per approfondire leggi:
Diagnosi della causa nicturia
Per individuare la causa a monte che determina la nicturia è necessario l’intervento del medico, che comprende generalmente questi step diagnostici:
- anamnesi: valutazione dei sintomi, dei farmaci e dei liquidi assunti (incluso l’alcool);
- esame dell’addome, pelvico (donne) e rettale (uomini), a tal proposito leggi: Esplorazione rettale digitale della prostata: fa male? A che serve?;
- esami del sangue: elettroliti, glucosio, calcio, valutazione della funzione renale ecc.;
- analisi delle urine ed urinocoltura: per escludere infezioni locali, ematuria e proteinuria, a tal proposito leggi: Esame delle urine completo con urinocoltura: come fare e capire i risultati;
- urodinamica: valuta flusso urinario, volume residuo ed altri parametri relativi all’alterata funzionalità vescicale, per approfondire: Urodinamica: cos’è, a che serve e come funziona;
- ricerca di malattie sistemiche in atto che potrebbero contribuire alla nicturia.
Trattamento
Il trattamento della nicturia dipende dalla causa a monte che la provoca. Nel caso la nicturia si verifichi in modo transitorio, spesso non è necessario alcun intervento per risolvere la situazione. Se la nicturia è persistente, esistono alcune opzioni di trattamento:
Farmaci:
- Farmaci antidepressivi ad azione anticolinergica: riducono i sintomi della vescica iperattiva, agendo a livello del muscolo destrusore e migliorando lo svuotamento vescicale;
- Bumetanide e furosemide: diuretici che agiscono regolando la produzione di urina;
- Imipramina: antidepressivo triciclico che diminuisce la produzione di urina, indicato anche per l’enuresi notturna;
- Desmopressina: analogo della vasopressina che aiuta i reni a produrre meno urina.
Interventi:
- Limitare il consumo serale di caffè, alcolici ed altre bevande contenenti caffeina o teina (a causa del loro effetto diuretico), a tal proposito leggi. Quanti caffè posso assumere ogni giorno? E se sono iperteso o prendo farmaci? E durante la gravidanza e l’allattamento?;
- Regolare il tempo di assunzione dei farmaci diuretici: preferire il tardo pomeriggio, circa sei ore prima di coricarsi in modo che il loro effetto terapeutico sia completo prima di andare a letto;
- Elevare le gambe e indossare calze a compressione (per aiutare a prevenire la ritenzione di liquidi).
Se la causa di nicturia dipende da patologie potenzialmente gravi, come diabete ed insufficienza renale, la cura dipenderà ovviamente dal trattamento della patologia a monte che determina la nicturia.
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Stelle cadenti in numero superiore alla media, possono essere osservate il 10 agosto, in occasione della notte di San Lorenzo, giorni in cui la terra passa attraverso lo sciame meteoritico della costellazione disintegrata delle Perseidi. Altro periodo dell’anno in cui si verifica un incremento delle stelle cadenti è quello intorno al 17 novembre, causato dalla Cometa Tempei-Tuttle e formato da particelle emesse da questo corpo celeste quando passa vicino al sole. Questo sciame meteoritico è identificato col nome di Leonidi, dovuto alla posizione del punto a cui viene associata la provenienza, situato nella costellazione del Leone.
Il ritmo circadiano, in cronobiologia e in cronopsicologia, è un ritmo caratterizzato da un periodo di circa 24 ore. Il termine “circadiano”, coniato da Franz Halberg, viene dal latino circa diem e significa appunto “intorno al giorno”. Il primo a intuire che i ritmi osservati potessero essere di origine endogena fu lo scienziato francese Jean-Jacques d’Ortous de Mairan che nel 1729 notò che i modelli di 24 ore nei movimenti delle piante continuavano anche quando queste venivano tenute in condizioni di buio costante. Esempi sono il ritmo veglia-sonno, il ritmo di secrezione del cortisolo e di varie altre sostanze biologiche, il ritmo di variazione della temperatura corporea e di altri parametri legati al sistema circolatorio. Oltre ai ritmi circadiani sono stati identificati e studiati vari ritmi circasettimanali, circamensili, circannuali. Si pensa che i ritmi circadiani si siano originati nelle protocellule, con lo scopo di proteggere la replicazione del DNA dall’alta radiazione ultravioletta durante il giorno. Come risultato, la replicazione avveniva al buio. Il fungo Neurospora, che esiste ancora oggi, contiene questo meccanismo regolatore.
Il sonnambulismo è un disturbo del sonno di natura benigna e a risoluzione generalmente spontanea, che si presenta tipicamente durante la prima parte della notte, ovvero, entro le prime 2 ore dall’addormentamento. Chi ne soffre compie dei movimenti o dei comportamenti, a volte anche complessi, senza averne coscienza: nonostante l’attività motoria del sonnambulo, questo in realtà sta continuando a dormire.
Forse siete qui perché avete appena visto il film “The Visit” del 2015, diretto da M. Night Shyamalan (da cui è tratta la foto in alto), dove questa sindrome viene menzionata, oppure è stata diagnosticata ad un vostro caro e volete saperne di più. Cerchiamo oggi 
Disturbo tipico dell’età pediatrica, il terrore notturno, (chiamato anche Pavor Nocturnus), si caratterizza per un parziale risveglio dal sonno profondo (fasi 3 e 4 Non REM), accompagnato, il più delle volte, da grida, agitazione intensa, pallore, sudorazione, tachicardia (cuore che batte molto veloce), tachipnea (respiro accelerato), aumento della pressione arteriosa e aumento del tono muscolare. Il bambino appare inconsolabile, poco responsivo agli stimoli ambientali e, se svegliato, è confuso, disorientato e non riconosce le persone vicine. A volte può scendere dal letto, camminare, e/o urlare per la casa terrorizzato. Infatti, spesso, le manifestazioni del terrore notturno si sovrappongono a quelle del sonnambulismo da cui si differenzia per l’attivazione del sistema nervoso autonomo (palpitazioni, sudorazione, tremore, rossore) e l’espressione di terrore. Una caratteristica fondamentale è la totale amnesia dell’episodio al mattino. Gli episodi, si verificano di solito nel primo terzo della notte, e la durata dell’episodio va dai 30 secondi ai 5 minuti. Il disturbo mostra una graduale e spontanea remissione nel tempo.
Fin dai tempi lontanissimi, l’arrivo dell’oscurità era il momento in cui le paure si impossessavano del cuore dell’uomo. La paura del buio è una delle paure primordiali dell’uomo. Per gli uomini primitivi, che vivevano immersi nella natura, il buio era portatore di pericoli e predatori, quindi di grandi paure. Nel tempo poi, i predatori dell’oscurità si sono trasformati in demoni. Perché è proprio il non poter vedere cosa abbiamo davanti che ci inquieta. Da qui nasce la paura dell’ignoto. Oggi viviamo in una società piena di confort. Le nostre case sono ben illuminate e abbastanza solide. Il tutto ci dona un certo senso di sicurezza. E allora questa paura dell’ignoto e dell’oscurità da dove proviene? La possiamo esclusivamente ricondurre ad un retaggio di sensazioni arcaiche? Probabilmente no.