A quasi tre anni di distanza da quel macroscopico e drammatico errore commesso in sala operatoria, che poteva costargli la carriera, il 37enne dottor Ankur Parikh dell’ospedale Continua a leggere
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Differenza tra stiramento, strappo, contrattura, distorsione e distrazione
Le lesioni muscolari sono frequenti e si rilevano soprattutto nei soggetti che praticano sport; le più frequenti lesioni muscolari sono (in ordine di gravità):
- contrattura;
- stiramento;
- distrazione;
- strappo (di I°, II° e III° grado).
Delle patologie elencate nel titolo, fa eccezione la distorsione, che non interessa i muscoli. Cominciamo proprio con questa patologia.
Cos’è una distorsione?
La distorsione è una lesione della capsula e dei legamenti, a volte con lacerazione, ma senza rottura; provoca una fuoriuscita di sangue nella sede articolare per cui si verifica gonfiore e tumefazione. Ci può essere anche dolore intenso e il movimento è bloccato. Interessa di solito la caviglia, il ginocchio e il polso, è favorita da un tono muscolare insufficiente ed è provocata da un movimento brusco che sposta l’articolazione portando temporaneamente i capi articolari al di là dei limiti fisiologici (al contrario della lussazione, dove la perdita di contatto dei due capi è permanente). E’ più frequente negli adulti che nei bambini e la sua gravità è estremamente variabile in quanto può comportare danni di varia entità alle componenti dell’articolazione: capsula, legamenti, tendini e menisco. La distorsione a carico della caviglia può portare a distorsioni recidivanti anche per tutta la vita, a causa di disfunzioni permanenti e mancanza di risposta muscolo-tendinea. In caso di distorsione è necessario mettere immediatamente l’arto in posizione sollevata, applicare una borsa del ghiaccio e rivolgersi al medico, anche per escludere la presenza di fratture.
Cosa fare in caso di distorsione?
Nella maggior parte dei casi, per risolvere una distorsione, basta riposo e fasciatura seguite a riabilitazione con esercizi e mezzi fisici (magnetoterapia, ultrasuoni…); per alcune distorsioni più gravi si ricorre ad immobilizzare con un’ingessatura come per le fratture, ma raramente si ricorre all’intervento chirurgico per ricostruire i legamenti lesionati, per evitare esiti permanenti o complicazioni come l’artrosi.
Cos’è una contrattura muscolare?
La contrattura muscolare è una delle lesioni più frequenti e consiste in una contrazione del muscolo superiore alle possibilità fisiologiche della fibra stessa. Tale contrattura produce dolore e rigidità della fibra, limitazione nella deambulazione e dolore vivo nei movimenti di contrazione muscolare. La contrattura, però, è la lesione meno grave tra le lesioni muscolari poiché non causa una rottura di fibra.
Cosa fare in caso di contrattura muscolare?
In caso di contrattura muscolare il riposo è la terapia più efficace. Per guarire da una contrattura muscolare di solito occorre una settimana di pausa. Per accelerare il recupero possiamo abbinare il riposo a massaggi decontratturanti, effettuati da fisioterapisti e a tutte quelle attività che permettono di allungare la muscolatura.
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Cos’è uno stiramento muscolare?
Questa lesione muscolare provoca un dolore acuto e improvviso, anche se spesso sopportabile. È un tipo di lesione facilmente riscontrabile in ambito sportivo ed è provocato da un allungamento eccessivo delle fibre del muscolo.
Cosa fare in caso di stiramento muscolare?
Lo stiramento muscolare generalmente guarisce nel giro di 2-3 settimane di riposo; è utile applicare impacchi di ghiaccio per i primi giorni e bendaggi compressivi. Eventualmente il medico può prescrivere una terapia antinfiammatoria ed un’ecografia può risultare utile.
Cos’è uno strappo muscolare?
Lo strappo muscolare provoca una rottura delle fibre muscolari, che è molto dolorosa e può essere più o meno seria a seconda di quante fibre vengono coinvolte. Lo strappo può riguardare qualsiasi muscolo del corpo, ma solitamente sono più soggetti a strappo i muscoli di gambe e braccia. Più raramente si ‘strappano’ i muscoli di addome e schiena. La lesione viene provocata da una eccessiva sollecitazione alle fibre muscolari, a causa di scatti o contrazioni improvvise. Gli strappi possono essere di I°, II° e III° grado a seconda del numero delle fibre coinvolte:
- Lesione di I° grado: vengono danneggiate poche fibre muscolari, il danno è localizzato a fibrille e filamenti senza perdita di continuità del muscolo; il fastidio è lieve ed i movimenti sono quasi completamente senza dolore.
- Lesione di II grado: è caratterizzata da un maggior numero di fibre muscolari lesionate: si ha l’interruzione di un certo numero di fibre muscolari senza coinvolgere una porzione macroscopicamente riconoscibile del ventre muscolare; il dolore compare ogni volta che si cerca di contrarre il muscolo.
- Lesione di III° grado: causa una vera e propria lacerazione del muscolo, si ha la rottura di un’ampia porzione del ventre muscolare con soluzione di continuo clinicamente evidente, accompagnata da un dolore molto intenso.
Cosa fare in caso di strappo muscolare?
Se si è avuto uno strappo in primo luogo è necessario sospendere subito l’attività che si sta compiendo, che sia sportiva o lavorativa. È meglio consultare subito l’ortopedico per valutare l’entità del problema. Se la lesione è lieve serve un riposo completo per un paio di settimane, associato ad impacchi freddi che esercitano una potente azione sulla circolazione sanguigna, riducendo il flusso di sangue ai vasi lesionati. Inoltre è opportuno ricorrere all’assunzione, su prescrizione medica, di antidolorifici e miorilassanti. Le indagini devono essere completate con un’ecografia e una eventuale risonanza magnetica. I casi più seri richiedono tempi di recupero maggiori e sedute di fisioterapia, come tecarterapia, laserterapia.
Cos’è una distrazione muscolare?
La distrazione muscolare (o rottura sottocutanea del muscolo) è da molti considerata come sinonimo di strappo muscolare, ma nella prima non si verifica mai la rottura delle fibre di tutto il muscolo (percentuale di rottura delle fibre inferiore al 50%) e si tratta pertanto una lesione sì di una certa importanza, ma senz’altro meno grave di uno strappo muscolare vero e proprio. Può avvenire per scatti improvvisi o improvvise e violente contrazioni muscolari e colpisce soprattutto gli sportivi.
Le sedi muscolari maggiormente coinvolte sono i muscoli lunghi degli arti inferiori (meno coinvolti sono i muscoli addominali e i dorsali), soprattutto quelli della coscia come gli adduttori, i flessori e il quadricipite oppure quelli della gamba come il tricipite surale. La lesione avviene in genere a livello delle giunzioni muscolo-tendinee, la zona fisiologicamente e meccanicamente più debole, mentre molto raramente si verifica a livello del ventre del muscolo.
Cosa fare in caso di distrazione muscolare?
Valgono le stesse raccomandazioni usate per i lievi strappi muscolari, prima elencate.
Come prevenire le lesioni muscolari ed articolari
Ci sono delle generiche accortezze, che diminuiscono il rischio di lesioni muscolari ed articolari. Certamente è importantissimo – prima dello sforzo fisico intenso – un buon riscaldamento graduale generale, e se necessario un riscaldamento più specifico. Importante anche lo stretching, per garantire elasticità a muscoli e tendini. Per prevenire le lesioni muscolari è infine importante eseguire in maniera adeguata i vari esercizi, con calma e sempre facendo attenzione al movimento che si sta effettuando ed ai carichi che si stanno usando: l’ideale è evitare il fai da te, specie se non siete sportivi esperti, e farsi seguire da un professionista, che vi guiderà nella corretta esecuzione dei singoli esercizi.
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Sbagliata l’operazione al pene: 17enne denuncia il chirurgo
Entra in sala operatoria per essere sottoposto a un intervento chirurgico per l’asportazione di una chiazza dal prepuzio del pene e si sveglia quasi circonciso. Sottoposto invece che all’operazione prevista a una – non richiesta e non necessaria – frenuloplastica, intervento che comporta l’asportazione del frenulo, ovvero del “filetto” che collega glande e prepuzio. Un risveglio choc per un diciassettenne che l’anno scorso aveva affidato il “gioiello di famiglia” a un medico chirurgo dell’ospedale di Schiavonia.
L’errore in sala operatoria è costato alla dottoressa F. M. una denuncia da parte del malcapitato paziente – che punta evidentemente a un risarcimento danni – e, chiuse le indagini a suo carico, è arrivato l’avviso di garanzia per il camice bianco. Il pubblico ministero Benedetto Roberti si appresta quindi a chiedere il processo per il medico. L’ipotesi di reato è di lesioni personali colpose.
Il diciassettenne è entrato in sala operatoria il 24 marzo 2016: l’intervento era finalizzato all’asportazione di un’area biancastra comparsa sul prepuzio. Il chirurgo, la stessa dottoressa che aveva visitato il paziente solo due giorni prima, ha eseguito invece una frenuloplastica al pene, per la quale non era stato dato alcun consenso. L’intervento non era né previsto né necessario. Secondo l’accusa il medico avrebbe così causato al giovane “una ferita chirurgica non necessitata di carattere permanente e non suscettibile di miglioramenti”. Indietro, insomma, non si torna. L’intervento ha poi comportato una convalescenza di venti giorni.
L’operazione corretta è stata eseguita solo successivamente, quando è risultato evidente che quella a cui era stato sottoposto il diciassettenne era stata sbagliata. Al medico il pubblico ministero contesta quindi la negligenza e l’imprudenza non solo in quanto fatto in sala operatoria ma anche nel leggere prima e in preparazione dell’intervento le valutazioni pre-operatorie che lei stessa, pochi giorni prima, aveva redatto.
Il fatto è che la nuova “fisionomia” del suo pene non ha per nulla soddisfatto il giovane che, pur consapevole che non potrà riavere il suo frenulo, non vuole soprassedere con chi ha trattato con tanta superficialità uno dei suoi “beni” più preziosi.
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Risarcimento danni medici ed errori malasanità: contattaci e il nostro team di esperti ti aiuterà
Se sei stato vittima di malasanità, hai diritto a ricevere un risarcimento per i danni subiti a causa dell’errore medico. Per avere buone probabilità di ottenere un giusto risarcimento danni, le pratiche devono necessariamente essere seguite da professionisti specializzati nel risarcimento da malasanità, ambito particolarmente complesso che richiede un’ottima conoscenza degli aspetti medico legali (in continua evoluzione), legali e di medicina specialistica. Per questo motivo, rivolgiti con tranquillità al nostro team composto da esperti medici ed avvocati che si occupano da anni con successo di responsabilità medica. Il team è diretto dal dott. Roberto Pirrone, neurochirurgo, neurologo, medico legale ed oncologo (clicca qui se vuoi leggere il suo curriculum).
Invia una mail al dott. Roberto Pirrone, a questo indirizzo:
pirronedott@libero.it
inserendo nella mail queste informazioni:
- Nome:
- Cognome:
- Tipo di danni subiti:
- Numero di telefono:
- Mail:
- Breve descrizione della tua vicenda di malasanità:
- Paziente inviato da Medicina OnLine.
Oppure contatta il dott. Roberto Pirrone a questo numero:
349.6404610
Il dott. Roberto Pirrone riceve per appuntamento presso il Centro Medico Polispecialistico Torlonia Salus, in: Via Giovanni Battista De Rossi 12, Roma, zona Piazza Bologna/Villa Massimo (di fronte alla sede dell’Ordine dei Medici di Roma).
Contattaci senza impegno, ti aiuteremo ad ottenere il giusto risarcimento.
“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo” NON è una frase di Voltaire
«Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo».
Frase stupenda che racchiude in poche parole principi cardine dell’intera Umanità, quali la libertà di espressione ed il rispetto per le altrui opinioni. E’ uno degli aforismi senza dubbio più citati in assoluto sui social network. Puntualmente si legge questo (con piccole, sporadiche variazioni):
“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo” Voltaire
Cosa c’è di male in questa citazione di Voltaire? Nulla, a parte il fatto che questo aforisma NON è di Voltaire. La frase originale è questa:
“I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it”
Questa frase non è di Voltaire. Voltaire è uno dei miei autori preferiti, un vero e proprio faro alla testa degli illuministi, io letteralmente lo adoro, ma questo NON è un suo pensiero. Questa frase è di una scrittrice britannica chiamata Evelyn Beatrice Hall, attiva nella prima metà del 1900. Evelyn scrisse questa frase nel 1906, inserendola nella biografia di Voltaire, chiamata “The Friends of Voltaire” (in italiano “Gli amici di Voltaire”).
Quindi cominciamo a fare la citazione giusta ed a dare a questa scrittrice i giusti meriti:
“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo” Evelyn Beatrice Hall
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Kintsugi: quando una storia d’amore subisce un duro colpo, può tornare come prima?
Quando un rapporto (d’amore, d’amicizia o di qualsiasi altro tipo…) subisce un “duro colpo”, le cose potranno mai tornare come prima? Prendete un foglio di carta, appallottolatelo, poi riapritelo: per quanto vi impegnate a stenderlo, il foglio non tornerà mai piatto come prima, le pieghe non verranno più via. Quante volte l’abbiamo sentita questa storia, magari raccontata da una amica che era stata tradita dal proprio ragazzo o marito? Ma la vera domanda che vi faccio oggi è: visto che le pieghe del foglio non scompariranno mai, perché non provare invece a… valorizzarle?
Un organismo in evoluzione
Nessun organismo rimane vivo, se si ferma. Ogni rapporto è un organismo in evoluzione, ed ogni cambiamento, nel bene o nel male, lo tiene in vita. Ovvio che ognuno di noi vorrebbe per il proprio rapporto solo delle svolte in positivo ma purtroppo, come noi tutti sappiamo, spesso la vita ci riserva episodi dolorosi che stravolgono in negativo il nostro racconto. Dopo tali episodi spesso ci convinciamo che la nostra storia non tornerà mai più come prima, che la perfezione era già stata raggiunta e non potrà mai più ripresentarsi, ormai macchiata da un episodio sfavorevole. Il messaggio che invece voglio darvi oggi è invece che, nella maggior parte dei casi, il rapporto – se saldo – può sopravvivere anche quando subisce un colpo ed anzi, in alcuni casi, può addirittura giovarne: serve ovviamente l’impegno e lo sforzo da entrambe le parti, oltre che un pizzico di fortuna.
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Dieci vasi di terracotta
Avete di fronte a voi dieci vasi di terracotta, molto belli, tutti perfettamente uguali. Prendetene uno e gettatelo per terra. Chiunque vi dirà che ora avete in mano nove bei vasi e che il decimo non è più un bel vaso, ma solo un cumulo di pezzetti di terracotta. Ora voi avete quattro possibilità:
- buttate subito il cumulo di macerie, senza neanche provare a incollare i pezzi;
- provate a incollare i pezzi, ma l’urto è stato talmente drammatico che è realmente impossibile rimettere insieme il vaso;
- l’urto è stato abbastanza lieve e riparate con la colla il vostro vaso: tornerà in piedi ma sarà comunque per sempre più brutto degli altri nove vasi;
- l’urto è stato abbastanza lieve, riparate il vostro vaso ma in questo caso valorizzate le crepe con dell’oro. Non cercate di nascondere i segni dell’urto (sarebbe impossibile!), puntate invece a dare importanza a quei segni che – nel bene e nel male – raccontano una storia, mostrano l’impegno ulteriore che quel vaso ha dovuto affrontare per tornare a splendere. Se il vostro restauro è stato fatto con impegno ed amore state sicuri che, tra i dieci vasi, il vostro decimo vaso sarà probabilmente quello più bello di tutti, perché unico ed inimitabile.
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Kintsugi
In Giappone il concetto di “riparare un oggetto danneggiato con la ferma volontà di renderlo migliore rispetto all’oggetto di partenza“, è conosciuto da millenni tanto che ha anche un nome: kintsugi (金継ぎ), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente “riparare con l’oro“. Si tratta di una pratica appunto che consiste nell’utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d’oro per la riparazione di oggetti in ceramica usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da quello artistico: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica ed interiore. Non è forse vero che spesso è una piccola imperfezione a rendere unico e vero un viso altrimenti bello ma banale? Kintsugi è un concetto che trascende l’arte, ma è un vero e proprio principio filosofico, applicabile in vari ambiti della nostra vita.
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Il kintsugi in musica
Ricordo che qualche anno fa applicavo, senza conoscerlo, il concetto di kintsugi anche nella musica. Fino a qualche anno fa avevo una band musicale di genere blues-rock ed a volte ci succedeva anche di esibirci live nei locali. Quando mi capitava di suonare dal vivo una parte solistica improvvisata con la mia chitarra e mi accorgevo di aver, per errore, suonato una nota completamente sbagliata – “stonata” tanto per capirci – anziché fare la tipica faccia sofferente del chitarrista che sa di aver toppato una nota, tiravo fuori un bel sorriso e, continuando con la mia parte solistica, giocavo a risuonare la nota sbagliata inserendola in fraseggi composti da altre note “intonate”. Il risultato era che spesso la nota sbagliata diventava un “cromatismo” che dava al mio solo una sfumatura unica ed inconfondibile. Addirittura col tempo ho trasformato alcune note “stonate” in un vero e proprio mio marchio stilistico, che rendeva particolari ed uniche le mie parti solistiche e mi aiutava ad essere meno timido sul palco visto che questa mia capacità di “abbellire gli errori” mi rendeva consapevolmente un chitarrista “più capace e con più carattere degli altri” con la consapevolezza che, anche nell’errore, avrei tirato fuori un bel solo. Il concetto è sempre lo stesso: una volta fatto l’errore, visto che non si può tornare indietro e “piangere sul latte versato” è inutile anzi controproducente, a quel punto meglio impegnarsi per valorizzarlo e “colorarlo” per poi esporlo alla platea, senza vergogna, anzi: con orgoglio! Ovviamente questo non deve essere un invito a sbagliare più note possibili per poi avere il piacere di usarle in modo positivo, anche perché per riuscirci serve molta esperienza, esattamente come per riparare un vaso rotto e farlo splendere più di quanto lo fosse prima, serve tanta capacità e pazienza. Senza considerare che non sempre la pratica del kintsugi può essere effettivamente usata con efficacia ed a volte un oggetto rotto rimane semplicemente rotto, come un solo di chitarra sbagliato rimane semplicemente un brutto solo. A volte una nota sbagliata rimane… una nota sbagliata e quindi sgradevole!
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Un’occasione per capire l’altra persona
Quando uno dei due partner causa un danno (ad esempio tradisce l’altro) in una storia d’amore, ma poi se ne pente sinceramente, ciò non deve necessariamente rappresentare la fine della storia. Deve invece spingere entrambi a farsi delle domande su cosa non sta funzionando nella loro storia e ad affrontare eventuali problemi irrisolti e nascosti dalla routine. Più il colpo che ha subito la storia è stato duro, più la storia sarà salda se la coppia riuscirà a risolvere il problema. Non sempre, ma spesso è così! In ospedale ho visto tante coppie ormai alla deriva, tornare unite come e più di prima, in seguito a malattie o incidenti gravi subiti da uno dei due partner. Qualcuno si ricorda ad esempio cosa succede a Fabrizio Bentivoglio nel film del 2003 “Ricordati di me” diretto da Gabriele Muccino?
E’ però anche vero che in alcuni casi, come accadeva per il vaso di terracotta, l’urto è stato davvero troppo forte per riuscire a rimettere in piedi i pezzi, motivo per cui non tutte le storie sono necessariamente destinate a durare per sempre: è così dalla notte dei tempi e nessun kintsugi può farci nulla.
Le imperfezioni come parte fondamentale di un rapporto
Sperando che questo articolo sia stato un po’ d’aiuto ai tanti cuori infranti del nostro tempo, chiudo con il mio personale invito a ricordarvi sempre un concetto fondamentale dell’amore: le debolezze ed i piccoli difetti sono la parte essenziale di un rapporto. Se è tutto perfetto, senza mai un litigio, una imperfezione, può sopraggiungere presto la noia. Guardate questo bellissimo video tratto dal film “Will Hunting – Genio ribelle” un bel film del 1997 diretto da Gus Van Sant e interpretato da Matt Damon e Robin Williams:
Se credi di vivere una crisi di coppia, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, vi aiuterò a gestire e superare questo memento difficile.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Quando sulla ricetta il pacemaker si trasforma in “pey smecker”
Gentile redazione, quando ho ricevuto la foto da una mia amica, quasi non credevo ai miei occhi. Qualcuno aveva prescritto al paziente cardiopatico una visita di controllo dell’apparecchio stimolatore per il cuore scrivendo testualmente: «Si richiede controllo pey smecker». Un neologismo? Non credo proprio. Questa foto sta facendo anche il giro dei social network, e non aggiungo altro sui commenti. Verba volant, scripta manent, dicevano i latini. E pensando ai tanti giovani studenti che sudano sette camicie per prendersi una laurea provo solo tristezza a immaginare che qualche dottore ignori il termine pacemaker.
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Lo staff di Medicina OnLine
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La paura di restare single ti fa scegliere il partner sbagliato
Essere single ti mette ansia? Dovresti invece cercare di restare calmo, perché la paura di restare single ti potrebbe far scegliere il partner sbagliato, rimandando così all’infinito (o precludendo) l’incontro giusto, quello romantico e duraturo. Lo sostengono gli psicologi dell’Università di Toronto che, con una ricerca condotta su 153 single pubblicata sul Journal of Personality and Social Psychology, smentiscono così anche il luogo comune per cui sarebbero soprattutto le donne a non voler restare sole. La paura della solitudine colpisce tutti allo stesso modo.
Le lamentele dei single
I ricercatori hanno stilato la classifica delle più comuni lamentele dei single, angosciati dallo stare soli. Se lei pensa soprattutto “ho paura di restare sola da vecchia” oppure “mi sento che dovrei avere una relazione romantica alla mia età” e che “le persone che non si fidanzano sono un po’ tristi”, lui invece dice “delle volte sento che tutti hanno una relazione tranne me”. Sia uomini che donne dichiarano poi, in ordine: “penso che si avvicini il momento che sia troppo tardi per avere una relazione”, “mi viene l’ansia a pensare che sarò single per sempre”, “devo trovare un partner prima che sia tardi per avere e crescere figli”, “sto diventando vecchio e sarà sempre più difficile trovare qualcuno”, “se non mi sposerò mai avrò una vita solitaria”. A lei, infine, preoccupa anche il giudizio altrui e dichiara: “come mi giudicheranno gli altri se resto sola troppo tempo?”.
La paura di restare soli
“Le persone con una forte paura di restare single sono più portate a fare scelte sbagliate nelle relazioni di coppia, scelgono il partner non adatto e restano infelici – sottolinea Stephanie Spielmann, che ha diretto lo studio. L’ansia svolge un ruolo chiave nelle future relazioni ad alto rischio di instabilità perché decise sulla scia delle proprie paure. La paura della solitudine è una esperienza dolorosa sia per gli uomini che le donne, infelici allo stesso modo – concludono i ricercatori.
Se essere single ti genera ansia o senti di scegliere continuamente il partner sbagliato, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a gestire e superare questa situazione.
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