Sul perché non c’è bisogno di dimostrare la non esistenza di Dio

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PERCHE DIMOSTRARE NON ESISTENZA DI DIO  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgVedo che molte persone atee o agnostiche, si impegnano a trovare dei sistemi, dei sillogismi, delle logiche, alcuni addirittura delle formule matematiche, per dimostrare il fatto che non esista alcun dio, per rispondere a tono alla marea di fallacie logiche che il credente elenca ogni volta in ogni discussione sull’esistenza o non di dio. Certamente ne può venir fuori un interessante allenamento intellettuale, tuttavia – essendomi anche io posto il problema e non volendo perdere intere giornate a dimostrare razionalmente e con logica un fatto irrazionale ed illogico – sono arrivato alla seguente, facile conclusione: non c’è da dimostrare niente (letteralmente).

Infatti già i latini sostenevano che:

Affirmanti incumbit probatio

ed anche:

Onus probandi incumbit ei qui dicit, non ei qui negat

Sono principi giuridici tutt’ora attuali ed importantissimi, traducibili rispettivamente con “la prova tocca a chi afferma” e “l’onere della prova è a carico di chi afferma qualche cosa, non di chi lo nega“. La necessità di portare prove dell’esistenza di una divinità invisibile ed extraterrena è dunque sulle spalle del credente. È lui che afferma l’esistenza di una o più divinità intangibili e tocca quindi a lui dimostrare tale esistenza.

Il non credente afferma che esiste l’universo, il credente afferma che esiste l’universo e – in aggiunta – Dio: fornire verifica di quell’aggiunta è suo compito.

La situazione è paragonabile ad una causa giudiziaria: è l’accusa che, in un tribunale, deve condurre delle prove a sostegno della propria tesi; la difesa deve al massimo invalidare le suddette prove, non di certo fornire alla giuria una dimostrazione di innocenza nei confronti di un’accusa non prima dimostrata e quindi infondata. Se non fosse così, io potrei dire che tu che stai leggendo hai appena ucciso una persona e tocca a te dimostrare che non sia vero: sarebbe impossibile farlo! È di conseguenza necessario – secondo questo principio – che prima ancora di dimostrare che Dio non esista, siano gli stessi credenti a dimostrare che lui esista, altrimenti paradossalmente chiunque potrebbe dire che esiste qualsiasi cosa che non esiste. Per esempio il mio miglior amico e dio è Dumbo Jumbo, lo vedo qui di fronte a me in questo momento e vuole i miei soldi per salvarmi dall’inferno degli elefanti volanti (se lo pensassi veramente sarei nel reparto di psichiatria: i credenti non lo sono solamente perché sono troppi ed è consuetudine reputarli sani). E non basta dire che Dumbo è presente in un libro scritto da qualcuno migliaia di anni fa, né che milioni di persone credano in Dumbo e nei suoi miracoli, per dire che il grazioso animale esista realmente, altrimenti basterebbe prendere come prova migliaia di fumetti e film su l’Uomo Ragno per poter asserire che l’Uomo Ragno esista realmente.

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Gli atei (e per ovvi motivi ancor di più gli agnostici) non hanno tendenzialmente problemi a riconoscere il fatto che non è possibile dimostrare l’inesistenza di Dio: anche perché, come scrive Richard Dawkins:

Non si può dimostrare in maniera incontrovertibile l’inesistenza di niente

La prossima volta che un credente vi chiederà di dimostrare che Dio non esiste, chiedete voi a lui di dimostrare la non esistenza di Dumbo o di Superman. Oppure ditegli che il vostro dio è Zeus (si, proprio il capo dell’Olimpo degli antichi greci) e, quando lui si metterà a ridere, chiedetegli di dimostrare che Zeus non esista, poi osservate la sua espressione ed i suoi tentativi di arrampicarsi sugli specchi della logica. Non c’è nulla da fare: la fede deve essere per forza irrazionale, perché la razionalità porta a dire che:

Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova – Euclide

Il ragionamento è abbastanza semplice: tutto quello che vedi esiste, tutto quello che non vedi non esiste. Poi se i batteri non si vedono e tu sei però convinto che loro esistano, tocca a te inventare il microscopio e dimostrare che sono davvero lì nel nostro corpo: finché non ci riesci, la tua rimane una idea e non un fatto oggettivo e se qualcuno viene da te – prima della dimostrazione – e ti dice “I batteri non si vedono quindi non esistono”, tu devi semplicemente dargli ragione. L’onere della prova è di chi afferma, non di chi nega.

Inoltre subentra anche il principio dell’incredibilità/plausibiltà dell’affermazione. Ad esempio, se mi dici che in Thailandia piove, posso crederti anche senza il bisogno di prove, perché l’affermazione è di alta possibilità. Se mi dici che lungo la linea dell’Equatore nevica, già dovresti quantomeno iniziare a fornirmi un indizio che mi possa far credere che sia così, visto che la cosa diventa statisticamente molto meno probabile. Ma se mi dici che hai in giardino un drago viola invisibile che si masturba, allora la prova dev’essere schiacciante e ben documentata, altrimenti resta oggettivamente una fantasia, pur se creduta da molte persone.
Se poi mi dici qualcosa di ancora più incredibile, ovvero che esiste una divinità invisibile che ha creato l’intero universo, che ha plasmato l’uomo ed addirittura si è incarnato in quest’ultimo morendo e resuscitando, per poi salire alla destra di sé stesso per controllare quante volte ti masturbi (e si masturba il drago viola invisibile in giardino), allora mi devi fornire il quintuplo delle prove, e devono essere razionali e logiche secondo un carattere prettamente scientifico. Altrimenti non parli di qualcosa di oggettivo, ma stai raccontando solo una storia fantasy creata dall’uomo, al pari de Il Signore degli Anelli.

Dimostrare che qualcosa NON esiste è possibile? No, perché altrimenti certe discipline scientifiche devono cessare di esistere seduta stante. Ad esempio, la Storia. Gli storici possono confermare quello che possono dimostrare, poi possono sollevare ipotesi in base ai rilievi archeologici. Ma non possono passare la loro vita a smentire tutti coloro che parlano di alieni in riferimento alle piramidi, oppure dimostrare che Napoleone non era un lupo mannaro. Per questo l’onere della prova è sempre una responsabilità di chi afferma e non di chi nega.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Le ultime parole e foto di Elvira prima di sdraiarsi sui binari in attesa di morire

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ULTIME PAROLE ELVIRA VERRONE FOTO WHATSAPP  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari P (.jpgAddentrandosi nella vita di Elvira Verrone, diventa sempre più incomprensibile capire cosa abbia spinto una giovane di 25 anni, bella e solare, a sdraiarsi sui binari della linea ferroviaria Napoli-Formia per attendere che un treno la falciasse. L’agonia dell’attesa e il travaglio del tormento interiore che le offuscava la lucidità, sopraffatti da un dolore lancinante. Questa è la tragica fine che Elvira ha scelto di abbracciare: 25 anni, professione commessa, residente a San Cipriano, ma ha cercato la morte alla stazione di Albanova.

Il suo profilo Facebook la ritrae come una ragazza qualunque che, domenica 6 novembre, prima di uscire si è concessa qualche selfie davanti allo specchio, come sono solite fare le giovani donne d’oggi. Un amore smisurato per i trucchi e gli smalti e per i bei vestiti, Elvira era una ragazza che sapeva coccolarsi e volersi bene, senza entrare in quel conflittuale e pericoloso rapporto con la bellezza fisica che limita i peccati di gola. La giovane non disegnava il buon cibo e non se ne vergognava affatto.

Le uscite e le serate con le amiche, trascorse tra una pizza e un pigiama-party o sedute ai tavolini dei bar più frequentati dai giovani della zona, i selfie e i momenti condivisi con loro, ben raccontano il ruolo egemone che l’amicizia ricopriva nella scala dei valori della giovane. Tant’è vero che le ultime parole le ha rivolte alla sua amica Marika. Attraverso una serie di messaggi, inviati su whatsapp, Elvira scrive all’amica: “Non faccio che pensare in negativo della mia vita, non mi aspetto niente di bello”.MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ULTIME PAROLE ELVIRA VERRONE FOTO WHATSAPP  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari P (3).jpg

Dopo la morte di Elvira, l’amica ha pubblicato su Facebook gli screen della loro ultima conversazione. Frasi e pensieri che, in seguito all’estremo gesto, assumono dei connotati ben diversi. Alla base del gesto estremo la delusione d’amore. Probabilmente la fine di una storia col fidanzato. Tantissimi i messaggi che si susseguono sulla sua bacheca di Facebook. Amici, amiche, famigliari e anche qualche ex fidanzato. Tra i tanti post pubblicati da Elvira, l’attenzione cade su una frase condivisa pochi giorni prima di togliersi la vita: “Sorridi, urla, parla, incazzati, divertiti, ma non mollare mai perché la vita è bella”.

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Si rifiuta di consegnare la borsa, i rapinatori le uccidono la figlia di 4 anni

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIANA GOMEZ RAPINATORI UCCIDONO FIGLIA   Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgQuando si è svegliata in un letto d’ospedale di Houston, il suo primo pensiero è stato dove fossero i suoi bambini. L’ultimo ricordo che aveva era quello di un gruppo di uomini che si avvicinavano intimandole di consegnare la borsetta. Poi gli spari, la corsa in ospedale e il buio. Infine la più tragica delle notizie, comunicata dai suoi familiari che non hanno potuto contenere le lacrime mentre le dicevano che la piccola Ava, di soli 4 anni, era rimasta vittima di una violenza folle e inaudita.

Lunedì sera Diana Gomez, 27 anni, era andata a fare la spesa con i suoi figli: Betzida, 10 anni, Isaia, 5, e Ava, 4. Stavano caricando i sacchetti in auto quando un gruppo di uomini si è avvicinato alla famiglia chiedendo alla donna di dare loro la borsetta. Istintivamente Diana si è rifiutata: non avrebbe mai potuto immaginare che quelle persone senza scrupoli potessero aggredire o fare fuoco sulla sua famiglia. Invece così è stato: dopo averla spintonata hanno iniziato a sparare ferendo lei e le sue bambine. Isaia, invece, è rimasto illeso. Mamma e figlie sono state soccorse e portate immediatamente in ospedale. Diana è stata intubata e le sue condizioni rimangono critiche. Betzida è stata sfiorata dal proiettile ed è stata già dimessa.

La piccola Ava, invece, non ce l’ha fatta: martedì il suo cuore ha smesso di battere, mentre in un’altra stanza sua madre riprendeva conoscenza. La donna ha chiesto immediatamente dei suoi figli e sono stati i familiari stessi a doverle dare la triste notizia. «Non può ancora parlare, ma quando le abbiamo detto che Ava era morta, ha iniziato a piangere a dirotto – ha raccontato Julie, la sorella di Diana – Il suo volto si contorceva di dolore. Non possiamo ancora credere che la nostra dolce bambina non ci sia più. Siamo distrutti». La famiglia ha creato una pagina GoFundMe (che potete trovare a questo link) per raccogliere soldi per le spese del funerale. Intanto la polizia ha reso noto che almeno tre persone sono state coinvolte nella rapina a mano armata: martedì una pistola è stata rinvenuta in un motel della zona, ma al momento non è stato effettuato alcun arresto.

Rapisce, stupra ed uccide bimba di 4 anni: la folla inferocita lo strappa alla polizia e lo impicca

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO POLIZIA CARABINIERI FORZE ORDINE REATO LEGGE ARRESTO ARRESTATO (4)Non hanno voluto aspettare che il giudice pronunciasse la sentenza e si sono fatti giustizia da soli: la folla impazzita ha trascinato in strada un uomo e lo ha ucciso per vendicare una bimba di quattro anni, rapita, stuprata e brutalmente uccisa. È successo a Reyes, nel nord della Bolivia, dove il presunto pedofilo è stato linciato da un folto gruppo di abitanti che ha preso d’assalto la stazione di polizia: la folla ha sfondato l’ingresso e ha trascinato l’uomo in strada con una corda al collo. Dopo averlo picchiato lo hanno impiccato ad un albero, come mostrano le immagini girate con i cellulari e postate online subito dopo l’uccisione.

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Secondo i giornali locali, la piccola si trovava nella cittadina per il funerale della nonna quando è stata rapita: dopo giorni di ricerche convulse, è stata trovata morta. Prima di essere uccisa, era stata violentata. Poche ore dopo l’uomo, accusato di stupro e omicidio, è stato portato alla stazione di polizia, dove gli agenti, in inferiorità numerica, non sono riusciti a contenere la rabbia dei cittadini di Reyes.
«I cadaveri della bimba e del suo aggressore sono spostati a Palos Blancos, vicino alla capitale La Paz – ha detto Ivan Zambrana, direttore del dipartimento che si occupa di crimini – Stiamo studiando il caso». Al momento non sono stati effettuati arresti, ma la polizia sta visualizzando i video finiti on line per risalire ai colpevoli del linciaggio.

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Studentessa torturata, stuprata ed uccisa

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma STUDENTESSA TORTURATA STUPRATA UCCISA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneUna studentessa 30enne di giurisprudenza è stata brutalmente stuprata e uccisa in India. Il caso è avvenuto cinque giorni fa ed ha scatenato delle proteste di piazza nella città di Ernakulam contro il governo locale. Per adesso la polizia ha fermato per accertamenti due sospetti, vicini di casa della vittima. La studentessa, Jisha, appartenente alla comunità dei ‘dalit’ (gli ex intoccabili), è stata rinvenuta cadavere nella sua abitazione con i segni di circa 30 coltellate e con profonde ferite all’addome.

Torturata nelle parti intime e poi uccisa
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la ragazza avrebbe subito uno stupro di gruppo, durante il quale sarebbe stata torturata nelle parti intime con una sbarra in ferro, prima di morire probabilmente strangolata, almeno secondo quanto rivelato dall’autopsia. La tragica scoperta è stata fatta dalla madre che viveva con lei in un piccolo appartamento in Kerala. La vicenda ha suscitato un grande clamore sui social network, tant’è che la povera giovane è già diventata la ‘Nirbhaya del Kerala’. Il ministro degli interni del Kerala, Ramesh Chennithala, ha detto ai giornalisti che le indagini sono in corso ed i responsabili saranno giudicati “con severità”. “L’incidente è terrificante e un promemoria di casi simili siano in aumento nel Kerala e in altri stati”, ha detto. La polemica su quanto accaduto si è poi spostata in parlamento, diventando subito oggetto di dibattito politico tra la maggioranza del Congresso e il partito comunista all’Opposizione, impegnati nella campagna per le elezioni regionali che si concludono tra qualche giorno.

I precedenti
Non è la prima volta che dall’India arrivano notizie del genere. Soltanto all’inizio dello scorso mese di marzo una ragazzina di 15 anni è stata prima violentata e poi bruciata, ridotta in fin di vita mentre si trovava sulla terrazza di casa. Ancora, all’inizio del 2016 una tredicenne è stata stuprata all’interno di un ospedale del Jharkhand, nell’area nord-orientale del Paese, dove era ricoverata dopo essere stata sottoposta a una violenza sessuale. Infine, non si può non ricordare la vicenda di Nirbhaya, la giovanissima di New Delhi deceduta a causa delle lesioni causate da uno stupro di gruppo su un autobus nel dicembre 2014.

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Black Monday 19 ottobre 1987: il lunedì nero dell’economia mondiale

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma LUNEDI NERO ECONOMIA MONDIALE Soldi Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene HD.jpg

Indice Dow Jones dal luglio 1987 al gennaio 1988

Forse siete qui perché avete appena visto il film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street”, dove se ne parla nelle prime scene del film: mi riferisco al “lunedì nero“, il più grave crollo economico della storia dell’economia mondiale, un tipico cigno nero, cioè un evento inaspettato che cambia il mondo.

Tutto iniziò lunedì 19 ottobre 1987. Quella storica mattina molti operatori raccontarono di essere andati a lavorare con una strana sensazione di disagio, perché il venerdì precedente l’indice dei titoli industriali, il Dow Jones, era sceso di 108.35 punti.
Il primo mercato ad aprire dopo il weekend era stata la Borsa australiana di Melbourne. I prezzi furono messi sotto pressione fin dall’inizio, registrando grandi perdite. Anche a Tokio la Borsa aveva aperto più bassa, chiudendo tuttavia con una perdita limitata del 2,5%. Ma a Hong Kong non ci fu moderazione. In una febbrile attività di compravendita l’indice azionario perse l’11%, raggiunto il quale la Borsa sospese gli scambi per eccesso di ribasso per tutta la settimana. Lo scenario fu lo stesso a Singapore.

In vista di questi eventi le borse europee aprirono sotto la minaccia di una tempesta. A Londra e a Zurigo gli indici scesero dell’11% a Francoforte e a Parigi, Stoccolma e Copenhagen del 6% con pesanti vendite su tutti i comparti e in un’atmosfera da differenti livelli di panico collettivo. Prima della chiusura delle borse europee, le principali società finanziarie americane avevano iniziato le consuete riunioni della mattina per fare il punto sui mercati. Una era la Merrill Lynch, il cui analista capo, Robert J. Farrell, annunciò che era estremamente pessimista. “Una caduta di 200 punti” non sarebbe stata impossibile. Anche il presidente della Kidder, Peabody &Co., Max C. Chapman Jr. aveva visto le sue preoccupazioni aumentare nel weekend e quel lunedì mattina avvertì i suoi collaboratori che avrebbero dovuto affrontare una giornata difficile. E quando gli operatori arrivarono in ufficio in una terza società di intermediazione, la Donaldson, Lufkin & Jenrette, furono sorpresi nello scoprire che il consiglio d’amministrazione aveva assunto delle guardie armate per proteggersi dai clienti infuriati. La ramanzina del presidente, che si concludeva con queste parole: “Cerchiamo di ragionare a mente fredda e forse riusciremo a sopravvivere a questa situazione”, non risollevò certo il morale. Poi suonò il gong e iniziarono gli scambi.

Quando i primi prezzi iniziarono a scorrere sugli schermi dei computer l’indice industriale era a 2180 punti, 67 punti in meno rispetto al livello del venerdì precedente. Cinquanta milioni di azioni furono scambiate già nei primi 30 minuti dopo l’apertura. Poi i prezzi iniziarono a scendere lentamente e inesorabilmente, mentre gli scambi raggiunsero un livello mai registrato prima. Ogni minuto tre milioni di azioni cambiavano mani. Dopo un’ora, 140 milioni di azioni erano state scambiate e l’indice era sceso ulteriormente a 2145. Poi iniziò il vero collasso. Un operatore urlò “Stiamo affondando”, le linee telefoniche diventarono incandescenti e i computer non riuscivano più a tenere il passo, erano sempre più indietro rispetto agli scambi, riportando alla fine i prezzi delle azioni con mezz’ora di ritardo. La causa principale era stato il computer trading, allora molto diffuso. Un esercito di computer, programmati per tenere allineati i prezzi delle azioni con quelli dei future, iniziò a immettere sul mercato un flusso infinito di stop-order, dato che in quel momento i prezzi dei future erano inferiori del 20% a quello delle azioni sottostanti. Il mercato scese inesorabilmente, minuto dopo minuto, e nessuno aveva la minima idea di quanto sarebbe successo ancora. Alla Shearson Lehman gli operatori misero sulle loro scrivanie un cartello su cui c’era scritto: “Alle scialuppe di salvataggio!”

Quando finalmente arrivarono le 4 e suonò il gong di chiusura, si sentì l’urlo disperato di un operatore: “Questa è la fine del mondo!” Poi venne la quiete. Nel corso di sette ore l’indice azionario americano era sceso del 23% raggiungendo 1739 punti, con un volume record di 604 milioni di azioni.
Ma le borse non dormono a lungo. Un paio di ore dopo che la Borsa della West Coast aveva chiuso, aprì la Borsa di Tokio, in un evidente stato di shock. Nella prima mezz’ora di scambi 247 dei 250 principali titoli furono sospesi e gli altri vennero scambiati a prezzi che colavano a picco, chiudendo con una caduta del 15%.

Il martedì il mostro si scatenò anche in Europa. A Londra l’indice crollò del 12% e a Parigi il mercato aprì con un tonfo del 10%, raggiunto il quale i sistemi informatici della Borsa crollarono e gli scambi furono in parte sospesi. A Piazza Affari ci fu una caduta dei prezzi del 10% dall’inizio degli scambi. Poi diversi titoli guida furono sospesi. In Spagna cercarono di gestire la situazione con i titoli principali, ma alla fine sospesero tutti i titoli guida. L’Europa era capitolata e l’unica speranza era che gli Usa rompessero il circolo vizioso.

Quando New York aprì alle 15.30 (orario europeo), non sembrava che questo potesse accadere. Fin dall’apertura i prezzi fluttuarono selvaggiamente, e presto fu presa la decisione di sospendere gli scambi di quasi 90 titoli. Ma non appena il presidente della Borsa dichiarò la completa disfatta e una chiusura di tutta la Borsa, iniziò un rally frenetico e l’indice chiuse a 1841,01, il 6% in più del livello del giorno precedente.
Il mercoledì mattina era tutto finito. In tutto il mondo gli operatori iniziarono a lavorare in un mercato positivo, in cui tutto era come prima. Così improvvisamente come il mostro era apparso, scomparve di nuovo. Dopo i due giorni più strani della Borsa iniziò una fase di grandi guadagni e si diffuse una strana sensazione attraverso i mercati, in cui tutti facevano la stessa domanda: “Che cosa è successo?”.

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San Benedetto a Norcia, foto prima e dopo il terremoto

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SAN BENEDETTO A NORCIA CHIESA PRIMA DOPO TERREMOTO 30 OTTOBRE 16 Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari.jpg

30 ottobre 2016, purtroppo una nuova forte scossa di terremoto è stata avvertita in tutto il Centro Italia. Dai dati forniti dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia il terremoto di magnitudo 6.5 è stato registrato tra le province di Macerata e Perugia alle 7.40. E’ la scossa più forte dal 1980, questa scossa è stata così forte che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane ci saranno probabilmente altre scosse, anche sopra 5 di magnitudo, perché questo terremoto ha messo in moto un sistema che si deve riassestare. Le località vicine all’epicentro sono Castelsantangelo, Norcia e Preci. In Umbria fortunatamente non si registrano decessi, si contano tuttavia una decina di feriti – di cui due gravi – trasferiti in elicottero all’ospedale di Foligno.
Frati in ginocchio questa mattina davanti alla statua di San Benedetto a Norcia con accanto cittadini impauriti nelle immagini mostrate da Sky. Sullo sfondo appare la cattedrale della città umbra: la Basilica di San Benedetto (patrono d’Europa) e la cattedrale di Santa Maria argentea, a Norcia, sono crollate.
La Basilica di San Benedetto è stata costruita nel 1300 e sorgeva su quella che secondo la tradizione era la casa natale dei santi Benedetto e Scolastica. Ora, quello che rimane della basilica, lo potete vedere nella foto. Pochi secondi per distruggere 700 anni di storia ed arte.

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Sesso di gruppo ed ecstasy: muore giovane bodybuilder

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SESSO GRUPPO ECSTASY MUORE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Glutei AnoUna serata di pura trasgressione assumendo MDMA, era quella che voleva passare Jordan Gratwick, un bodybuilder 26enne originario di Hartley Wintney (Inghilterra) e morto per una dose eccessiva di droga. Aveva conosciuto Laima Sinka e Brandon Hersey, una coppia di fidanzati, nel locale Moo Moo e, dopo qualche drink, aveva deciso di invitarli nella sua villa per guardarli mentre i due facevano sesso: la coppia ha accettato. Arrivati a casa, Jordan ha però provato a baciare Laima e Brandon si è arrabbiato al punto da mettersi a litigare violentemente con il padrone di casa che, nel frattempo, aveva assunto una dose molto alta di MDMA. Jordan cade a terra e muore. Brandon ha ammesso:  “Lui mi aveva messo le mani intorno al collo, si era agitato molto. Ad un tratto è caduto a terra, per lui non c’è stato nulla da fare”. 

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