La medicina estetica per aumentare la circonferenza del pene

MEDICINA ONLINE TESTICULAR TESTICOLI PENE PROSTATA SEX SESSO GLANDE SEMEN SPERMA BIANCO GIALLO ROSSO MARRONE LIQUIDO TRASPARENTE EIACULAZIONE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VIAGLa necessità di attuare metodiche meno invasive rispetto alla chirurgia e soprattutto meno rischiose per ottenere un ingrossamento del pene ha da sempre stimolato la ricerca di materiali da impiantare sottocute, allo scopo di ottenere un risultato estetico che non influenzasse la funzionalità dell’organo. Sono state così utilizzate varie soluzioni, tutte grossolanamente riconducibili all’uso di materiali sintetici, o eterologhi (prelevati da un altro organismo, umano o animale), o autologhi (prelevati dallo stesso organismo).

Materiali sintetici
I materiali sintetici sono costituiti da filler, riassorbibili o meno. I’uso dei filler non riassorbibili (gel di poliacrilammide – Formacryl – Bioalcamid) è stato oramai abbandonato, a causa di svariati problemi riguardanti rigetto-attecchimento-risultato estetico. Per i riassorbibili viene utilizzato l’acido ialuronico (macrolane), un buon prodotto che tuttavia  tende a formare inevitabili quanto anestetici accumuli, quindi il suo uso deve essere valutato con attenzione da un medico con buona esperienza.

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Materiali eterologhi
Nel campo dei materiali eterologhi (estranei all’organismo), nel nostro paese è stato utilizzato per un certo tempo il derma porcino (Intexen LP), una lamina di materiale prelevato dai suini. Dopo un breve periodo di iniziale entusiasmo, ben presto si sono evidenziati diversi problemi sia di compatibilità del materiale quanto di risultato estetico (tra gli altri accorciamento del pene in erezione), che ne hanno ridotto fortemente l’utilizzo. A conferma di questo, recentemente la ditta statunitense produttrice dell’Intexen LP ha reso noto che dall’aprile 2011 questo prodotto verrà tolto dal mercato. Altri materiali di tipo protesico sono comunque assolutamente da sconsigliare, sia per le possibili complicanze che per l’innaturalità del risultato.

Materiali autologhi
I materiali autologhi, costituiti in massima parte dal tessuto adiposo, hanno il vantaggio di non determinare reazioni allergiche o di rigetto (il grasso viene prelevato da aree diverse dello stesso organismo), e di sviluppare un effetto visivo e tattile più “naturale”. Il trapianto di grasso autologo, prelevato dal paziente stesso, è una procedura chirurgica ormai ampiamente consolidata e molto diffusa sia in medicina estetica nelle applicazioni volumetriche di vari distretti corporei che vanno dal viso ai glutei, sia in chirurgia andrologica per l’ingrossamento volumetrico del pene (lipopenoscultura).
Rispetto ai normali filler volumetrici di origine animale o di sintesi, l’uso del grasso autologo presenta una serie di vantaggi che vanno dall’impossibilità di rigetto e di incompatibilità, all’assenza di rischio di trasmissione di infezioni e malattie, fino alla completa integrazione con l’area anatomica ricevente.
Gli svantaggi sono costituiti dalla possibilità di asimmetrie, nodularità e in particolar modo dal parziale riassorbimento del grasso stesso. Questo avviene perché il tessuto adiposo ha necessità di molto nutrimento (leggi sangue) per sopravvivere; quando viene prelevato per poi essere reimpiantato in altri distretti perde le sue connessioni vascolari, e quelle che si formano ex novo possono non essere sufficienti per un’adeguata nutrizione. Inoltre, il materiale adiposo prelevato contiene, oltre i globuli di grasso puri, un’alta percentuale di materiale diverso (acqua, olio, prodotti di degradazione, ecc…), responabili di alterazioni di forma e consistenza del pene.
Il risultato è che una parte, variabile da individuo a individuo in funzione delle caratteristiche proprie di ogni organismo, viene riassorbita, perdendo buona parte dell’effetto di riempimento che si era ottenuto.

Parallelamente alla comparsa di problemi per i materiali sintetici (in particolar modo con il gel di poliacrilammide), si è intensificato lo studio per rendere più duraturo e efficace l’innesto di grasso autologo.

La tecnica di Coleman si è rivelata molto utile in questo senso e ha segnato senz’altro un grande progresso, ma fino a oggi non è mai stato possibile raggiungere una stabilizzazione permanente del grasso trapiantato, che in proporzioni variabili da paziente a paziente tendeva comunque a un riassorbimento parziale.

L’utilizzo del plasma ricco di piastrine o PRP (Platelet Rich Plasma), una tecnica che soprattutto a causa dei costi era finora riservata solo all’ambito ospedaliero, ci permette oggi, con l’uso di appositi kit, di raggiungere una stabilizzazione ottimale del risultato operatorio, con un riassorbimento del grasso sempre più prossimo allo zero, con nettissima riduzione di eventuali asimmetrie o nodularità.

Il plasma ricco di piastrine (PRP), in particolare, viene impiegato da più di vent’anni in moltissimi ambiti della medicina, tra i quali l’odontoiatria, la chirurgia maxillofaciale, l’ortopedia, l’oftalmologia, l’urologia.

L’uso del PRP nella falloplastica di ingrossamento aumenta in modo formidabile le probabilità di attecchimento e sopravvivenza del grasso trapiantato e la qualità del grasso stesso, grazie alla presenza di un numero molto elevato di piastrine che migliorano le condizioni e l’ambiente biochimico nel sito del trapianto. Il PRP è infatti molto ricco di proteine bioattive e di fattori di crescita che accelerano e migliorano la produzione di nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi) e accelerano i processi di guarigione.

Adesso, mediante la procedura di Coleman e l’utilizzo in contemporanea del PRP (plasma arricchito di piastrine), siamo certi di aver trovato la soluzione al problema, e di disporre così di una procedura semplice, veloce, indolore, efficace e soprattutto durevole: la “lipopenostruttura combinata”.

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Disfunzione erettile (impotenza): cause, prevenzione e cure

MEDICINA ONLINE GELOSIA UOMO COME FUNZIONA ONE HUNGRY SAD COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRLDopo aver parlato delle misure medie del pene, e delle sue misure massime e minime, mi è sembrato interessante trattare oggi di un problema della sfera sessuale che interessa e crea profondo disagio in moltissimi uomini, trasversalmente e senza differenze di età, ceto sociale o nazionalità. Sto parlando dell’impotenza. Problemaveramente diffuso, anche se ovviamente ben pochi sono disposti ad ammetterlo pubblicamente. Da un’indagine Doxa Pharma si apprende infatti che “circa il 30% degli uomini vive con ansia le prestazioni sessuali e il 22% si dice insicuro difronte a donne esigenti. La disfunzione erettile riguarda il 13% degli uomini tra i 40 e i 70, ma ben uno su due ha avuto difficoltà di erezione almeno una volta nella vita”.

Cos’è la disfunzione erettile?

La disfunzione erettile, quella che fino ad alcuni anni fa veniva denominata “impotenza“, è l’incapacità di ottenere o di mantenere un’erezione sufficiente per il rapporto sessuale. Viene distinta in disfunzione primaria o secondaria rispettivamente se è manifestata fin dall’inizio dell’attività sessuale del soggetto o se è intervenuta in un secondo momento, dopo un periodo di attività sessuale soddisfacente.
Si parla inoltre di disturbo generalizzato o situazionale a seconda se è sempre presente nell’attività sessuale dell’uomo o soltanto in determinate situazioni, attività o partner.
Può infine essere di natura psicologica o organica anche se molto spesso questi due aspetti coesistono e come vedremo creano dei circoli viziosi che si peggiorano a vicenda.
Avere saltuariamente un problema di erezione non deve necessariamente causare preoccupazioni, simili episodi accadono nella vita di qualsiasi uomo.
Tuttavia se la disfunzione erettile è un problema persistente, può causare stress e problemi relazionali e può pregiudicare la propria autostima e l’equilibrio stesso del rapporto.
Anche se può sembrare difficile parlare con il medico del problema, è fondamentale farlo per migliorare la propria qualità di vita e quella del partner; inoltre, bisogna sapere che la gran parte dei casi è trattabile.
Negli uomini anziani, la disfunzione erettile solitamente ha una causa fisica, come malattie o effetti collaterali dei farmaci.
Tuttavia, l’invecchiamento non è una causa diretta della disfunzione erettile, anche se chiaramente può influire.
La disfunzione erettile può essere trattata a qualsiasi età. Infatti, sempre più uomini tornano alla normale attività sessuale grazie ai trattamenti  che offre la medicina.

Da quale età si verifica la disfunzione erettile?

Non c’è una risposta netta a questa domanda. La maggior parte degli uomini è colpita da questa malattia a partire dai 40 anni e, generalmente, l’incidenza della malattia aumenta con l’età, tuttavia negli ultimi tempi si sta verificando un aumento di casi di impotenza tra i giovani, leggi anche: Masturbazione compulsiva e dipendenza dalla pornografia online causano impotenza anche nei giovani: colpa dell’effetto Coolidge

Come si verifica l’erezione?

L’erezione del pene comporta l’interazione di complessi processi fisiologici, che coinvolgono i sistemi nervoso, ormonale (endocrino) e vascolare, e di componenti psicologiche. Qualsiasi anomalia che interessa questi sistemi può avere un impatto significativo sulla capacità di sviluppare e mantenere l’erezione.
Le stimolazioni che raggiungono il pene determinano un significativo flusso sanguigno verso i corpi cavernosi, che riempiendosi di sangue, aumentano il loro volume e, per effetto della pressione, danno rigidità al pene. Il sangue che entra ad alta pressione non viene rilasciato per l’azione contenitiva della tunica albuginea, che avvolge i corpi cavernosi, fin quando non sia avvenuta l’eiaculazione o fin quando la stimolazione non si sia conclusa. In parole povere il sangue rimane letteralmente intrappolato nei corpi carvernosi, almeno finché serve!

Quali sono le cause di disfunzione erettile?

Poiché l’erezione richiede una precisa sequenza di eventi che coinvolgono cervello, ormoni, emozioni, nervi, muscoli e vasi sanguigni, la disfunzione erettile può verificarsi quando uno di questi eventi si interrompe.
Allo stesso modo, lo stress e problemi di salute mentale possono causare o peggiorare la disfunzione erettile. Spesso una combinazione di problemi fisici e psicologici causa questa patologia e ciò crea i famosi circoli viziosi che menzionavo all’inizio dell’articolo: un piccolo problema fisico che rallenta la risposta sessuale può causare ansia da prestazione, la quale, a sua volta, può causare o peggiorare la disfunzione erettile.
Dato che sono spesso coinvolti sia i fattori fisici che quelli psicologici, può essere complicato porre una diagnosi esatta, anche se la presenza di erezioni durante il sonno può spesso aiutare a determinare se la causa è prevalentemente psicologica o fisica. Se l’erezione è possibile durante la masturbazione o cambiando partner è intuibile che si tratti di un problema più psicologico che organico.

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Cause fisiche

Nella maggior parte dei casi, la disfunzione erettile è causata o comunque favorita da cause fisiche, le più comuni delle quali sono:

  • malattie del cuore;
  • aterosclerosi;
  • ipertensione;
  • diabete;
  • obesità;
  • sindrome metabolica;
  • morbo di Parkinson;
  • sclerosi multipla;
  • malattia di Peyronie;
  • bassi livelli di testosterone;
  • effetti collaterali dei farmaci;
  • tabagismo;
  • alcolismo;
  • trattamenti per il cancro alla prostata o per l’ingrandimento della prostata;
  • interventi chirurgici o lesioni che interessano la zona pelvica o del midollo spinale.

Cause psicologiche

Il cervello ha un ruolo chiave nello scatenare la serie di eventi fisici che causano l’erezione, a partire dall’eccitazione sessuale.
Diversi fattori possono interferire con l’eccitazione e possono causare o peggiorare la disfunzione erettile, come:

  • depressione, ansia o altre condizioni di salute mentale;
  • stress;
  • mancanza di autostima;
  • eccessiva masturbazione;
  • dipendenza dal sesso;
  • problemi relazionali dovuti a stress, a scarsa comunicazione o ad altre preoccupazioni.

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Quali sono i trattamenti della disfunzione erettile?

Il trattamento di una disfunzione erettile dipoende dalla causa specifica a monte che l’ha determinata. In generale il trattamento prevede:

  • Trattamento delle cause fisiche (terapia per il diabete, per l’ipertensione o per problemi vascolari, ad esempio);
  • Trattamento farmacologico: farmaci per via orale; farmaci iniettabili nel pene;
  • Trattamento chirurgico: impianti di protesi; chirurgia dei vasi sanguigni;
  • Trattamento psichiatrico-psicoterapico.

Stile di vita e prevenzione

Per la gran parte degli uomini, la disfunzione erettile è causata o aggravata dagli effetti dello stile di vita. Il modo migliore per prevenire tale patologia consiste nel fare scelte di vita sane e nel gestire eventuali problemi di salute già esistenti.
Non fumare, perdere peso se in sovrappeso, non abusare di alcol, non assumere droghe e fare un regolare esercizio fisico possono aiutare a prevenire o a risolvere la disfunzione. A proposito dell’attività fisica consiglio di dare un’occhiata anche a questo articolo.

Integratori alimentari

Qui di seguito trovate una lista completa di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto:

Se credi di avere un problema di disfunzione erettile da cause psicologiche o da masturbazione compulsiva, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Pene troppo piccolo o troppo grande per un rapporto sessuale soddisfacente: quali sono le dimensioni minime e massime del pene?

MEDICINA ONLINE SESSO ANALE ANO RETTO LUBRIFICANTE FECI PAURA CLISTERE COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA JEALOUS LOVE COUPLE FL’articolo sulle dimensioni medie del pene basate su una ricerca dell’università di Belfast mi dà l’occasione di parlare di un concetto che spesso non viene considerato dagli uomini: le dimensioni minime e massime. Molti infatti si preoccupano di rapportare la propria dimensione con quella media senza mai mettere in relazione la lunghezza del pene con la capacità della vagina di “accoglierlo”, concetto che invece è particolarmente sentito dalle donne, soprattutto quando l’atto sessuale risulta per loro doloroso.

E’ indispensabile precisare la motivazione  che è alla base di questo articolo dedicato alle dimensioni del pene: tali dimensioni sono qui analizzate solo in riferimento alla funzione biologica per cui il pene è indispensabile, e cioè la penetrazione in vagina per la fecondazione della donna; pertanto, le parole che seguono si inseriscono nel contesto di una vita sessuale che preveda un partner, e dove il partner sia eterosessuale. In parole povere qui non si parla di estetica ma di vera e propria fisiologia della riproduzione.

Partiamo però dall’inizio. Il pene, quando è eccessivamente grande o eccessivamente piccolo, può ovviamente condizionare alcune modalità di attività sessuale (alcune “posizioni”); tuttavia una vita sessuale soddisfacente può essere del tutto indipendente dalle dimensioni del pene. Le dimensioni del pene sono estremamente variabili. Alcuni autori ritengono che la lunghezza media del pene (con misurazione sul dorso del pene, cioè sulla sua superficie rivolta verso l’addome e stando in piedi) sia circa 10 cm a pene flaccido e circa 15 cm a pene in erezione; la circonferenza media misurata alla base del pene, cioè sulla sua parte più vicina all’addome, sarebbe di 9 cm a pene flaccido e 12 cm in erezione.
Se sulle dimensioni medie non ci sono molti dubbi, c’è ancora molta incertezza su quali possano essere considerate le dimensioni minime e massime del pene, tali da essere considerate ancora nella norma.

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Le dimensioni minime e massime che riporterò sono fondate su tali presupposti:

  1. la lunghezza media della vagina è di circa 7 cm;
  2. le pareti della vagina sono molto elastiche, ma una loro eccessiva distensione può essere dolorosa;
  3. sono più numerose le donne con orgasmo clitorideo (a prescindere dal fatto che la stimolazione del clitoride avvenga con la penetrazione del pene in vagina o con altre modalità) piuttosto che con orgasmo vaginale;
  4. il contatto violento tra glande e collo dell’utero (la parte di utero che é posta al termine del canale vaginale, come a costituirne una sorta di tappo) può determinare dolore per la donna;
  5. un pene con dimensioni ai limiti inferiori di norma può talora impedire di praticare tutta la gamma di posizioni sessuali immaginabili e che prevedano la penetrazione in vagina, ma spesso alcune posizioni sono comunque praticabili;
  6. la lunghezza minima del pene, che sia considerabile nella norma, é senz’altro minore quando entrambi i partner siano magri. Se entrambe i partner sono magri, quindi, anche un pene di modeste dimensioni può essere sufficiente per un rapporto completamente soddisfacente;
  7. si può ipotizzare che le dimensioni medie del pene non siano solo finalizzate all’attività sessuale, ma rispondano in parte anche a canoni estetici. In una certa fase dell’evoluzione dell’uomo, infatti, i suoi antenati avevano già assunto la posizione eretta ma non l’abitudine a vestirsi. Proprio per questo motivo per un lungo arco di tempo il pene potrebbe avere assunto anche il significato di richiamo sessuale, come, ad esempio, la statura, la massa muscolare, la distribuzione dei peli, i lineamenti del volto, il tono della voce. La selezione naturale potrebbe quindi avere favorito dimensioni del pene superiori a quelle strettamente necessarie per l’attività sessuale esclusivamente per motivi estetici.

Dimensioni minime del pene:
Sulla base dei punti sopra elencati, in un uomo magro che abbia come partner una donna magra ritengo che un pene lungo 10 cm (ma forse potrebbero essere sufficienti 8 cm) e con una circonferenza in erezione di circa 7 cm permetta, oltre che la penetrazione, anche una ampia gamma di posizioni durante l’attività sessuale ed almeno un minimo grado di soddisfazione nel rapporto.

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Dimensioni massime del pene:
Per quanto riguarda le dimensioni massime del pene eretto, una lunghezza superiore ai 18 cm solitamente impone una certa attenzione durante i rapporti affinché il pene non penetri completamente in vagina o penetri in vagina senza una spinta violenta, evitando quindi movimenti che possono provocare dolore quando si arriva a colpire il collo dell’utero. Invece, una circonferenza superiore ai 15 cm spesso provoca nella donna una sensazione di eccessiva distensione se non vero e proprio dolore. Tutto ciò si accentua con l’avanzare dell’età della donna per via della frequente riduzione di elasticità e lubrificazione delle pareti vaginali.

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Le dimensioni medie del pene in base ad una ricerca dell’università di Belfast

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Dieta Peso Dietologo Roma Cellulite Sessuologia Smettere fumare Sesso  Rapporto Dimensioni Medie del pene Erezione in ItaliaA vedere le statistiche di Google, moltissimi utenti sembra che passino la giornata a cercare di rassicurarsi sulle dimensioni del proprio pene nel perenne dubbio di essere al di sotto della “normalità” (o nella mai vana speranza di risultare sopra la media della “virilità”). In un blog che si occupa non solo di medicina, ma anche di benessere psico-fisico e sessualità, ho trovato interessante pubblicare questo post, almeno per far trovare pace a tutti i “fissati” delle misure.

L’abitudine maschile di misurare e comparare le dimensioni del proprio pene trova un fondamento anche nel mondo della ricerca scientifica: l’Università di Belfast ha pubblicato una classifica delle misure del pene degli uomini di 113 Paesi del mondo.

Secondo la ricerca il record di lunghezza, in completa erezione, spetta ai congolesi, in testa alla classifica con 18 cm, seguiti dagli uomini dell’Ecuador e del Ghana. E noi? Il maschio italico si piazza al sesto posto della classifica generale, con 15,7 cm, secondi in Europa solo agli islandesi (16,5 cm).

La ricerca però si basa su statistiche raccolte dal web, motivo per cui è stata criticata subito dopo la sua pubblicazione.

Secondo i dati diffusi dall’università, a livello europeo al 3° posto per lunghezza del pene ci sono gli gli svedesi, con 15 cm, poi i greci con 14,7 cm, i tedeschi (14,5), spagnoli e inglesi sono pari merito con 14 cm, seguiti dai francesi con 13,5 cm. Quelli meno dotati sono i coreani, che si piazzano in coda alla classifica con 9,7 cm.

A quanto pare esiste quindi una correlazione tra Nazione e lunghezza degli attributi maschili. Secondo i dati della classifica, dove gli svedesi, i greci e i tedeschi variano da 14,5 a 15 centimetri, si evidenzia anche una correlazione tra la statura e la dimensione, motivo per cui gli orientali sono i meno dotati.

In Europa i nostri cugini francesi devono accontentarsi di una media scarsina, pari a 13,5 cm, e peggio ancora va per gli irlandesi e gli americani, seppure l’americano Jonah Falcon risulti il recordman assoluto (con 34 cm di lunghezza in erezione).

Dal punto di vista medico quello che posso dirvi è che solo con un pene al di sotto di 10 cm in erezione diventa difficile avere una penetrazione capace di un adeguato stimolo e può risultare più complesso (ma non impossibile in presenza di spermatozoi sani e vitali) il concepimento. Le dimensioni si possono incrementare, senza far miracoli, con gli specifici cicli di terapia meccanica e/o farmacologica integrati in modo opportuno, oppure con un apposito intervento di chirurgia.

Vorrei inoltre ricordare che la condizione di micropenia è relativa alla lunghezza media di riferimento (un po’ come dire che un micropene di un congolese potrà paradossalmente avere dimensioni maggiori di un pene “normale” coreano). Ad ogni modo io in Italia non parlerei di micropenia finchè le dimensioni del pene superino almeno i 7 cm di lunghezza in stato di erezione.

In definitiva: sopra i 10 cm di lunghezza in erezione un uomo: non ha un micropene; può tranquillamente soddisfare una donna; può avere dei figli.

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Vuoi avere un pene più lungo? Con la chirurgia estetica si può

MEDICINA ONLINE TESTICULAR TESTICOLI PENE PROSTATA SEX SESSO GLANDE SEMEN SPERMA BIANCO GIALLO ROSSO MARRONE LIQUIDO TRASPARENTE EIACULAZIONE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VIAGNell’uomo normale la lunghezza del pene varia in base alle aree geografiche. Per esempio la lunghezza media del pene del maschio californiano è di 13 cm mentre nel bacino del mediterraneo la lunghezza media del pene sale a 15 cm. La plastica di allungamento del pene serve per acquistare centimetri in lunghezza ed è un intervento di chirurgia estetica. Quindi la funzionalità erettile non viene modificata da questo intervento. La microfallia invece è la situazione in cui il pene in erezione non raggiunge i 7 cm. In questo caso l’intervento non ha solo finalità estetiche ma anche funzionali.

ALLUNGAMENTO DEL PENE: A CHI E’ CONSIGLIATO
L’allungamento del pene è consigliato a tutti gli uomini che soffrono della cosiddetta “sindrome da spogliatoio” che si innesca comparando le dimensioni del proprio pene con altri uomini svanisce dopo l’intervento. Sono comunque candidati all’allungamento del pene tutti gli uomini che, per i più svariati motivi, desiderino avere un pene di dimensioni maggiori.

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CONSULTO PREOPERATORIO COL CHIRURGO 
E’ assolutamente indispensabile una visita pre-operatoria col chirurgo che consenta al paziente di comprendere il significato dell’intervento e di discutere le proprie aspettative. Il chirurgo deve valutare le condizioni anatomiche del pene e dei testicoli. E’ inoltre indispensabile eseguire preventivamente oltre agli esami ematochimici e all’elettrocardiogramma anche un’ecografia della prostata per escludere l’esistenza di una ipertrofia prostatica. L’allungamento del pene è un intervento di chirurgia vero e proprio e deve essere eseguito da personale qualificato e solo su uomini sani che non presentino patologie dell’apparato urogenitale.

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LA TECNICA CHIRURGICA
L’allungamento del pene si esegue in regime di day surgery, ciò significa che il paziente viene dimesso qualche ora dopo l’intervento. L’anestesia utilizzata è l’anestesia generale o peridurale.

L’allungamento del pene consiste in 3 passaggi:
1) Incisione cutanea
L’incisione cutanea è molto breve ed è nascosta tra i peli del pube

2) Incisione del legamento sospensore
Si incide il legamento sospensore del pene che ancora la parte nascosta del pene alle ossa del bacino. Il pene viene così liberato dall’aderenza all’osso pubico e può aumentare la sua lunghezza di vari centimetri.

3) Plastica cutanea
Si esegue un tipo particolare di plastica cutanea detta V-Y che permette di modellare la cute del dorso del pene allungato.

IL POST-OPERATORIO
Il leggero dolore post-operatorio è completamente controllato con i comuni analgesici. Sono necessari un paio di giorni di riposo dopo di che si può
riprendere la normale attività lavorativa. L’attività sessuale deve essere sospesa per circa 1 mese.

I RISULTATI

I risultati dell’allungamento del pene si rendono evidenti immediatamente. Il pene appare allungato e l’allungamento è relativo alle dimensioni del legamento sospensore del paziente.

DOMANDE FREQUENTI
La potenza sessuale viene influenzata?
Assolutamente no. L’allungamento del pene non influisce sulla potenza sessuale.

Dopo quanto tempo può essere ripresa l’attività sessuale?
La normale attività sessuale può essere ripresa dopo 1 mese

L’operazione di allungamento del pene è visibile ad altri, si vedono le cicatrici?
Le cicatrici sono invisibili e nascoste tra i peli del pube.

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L’attività fisica per migliorare la sessualità femminile e trarre più piacere dal rapporto

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI ALIMENTAZIONE MUSCOLI DOPO ALLENAMENTO MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA WORKOUT BICIPITI SPALLE GAMBEAbbiamo visto nel post precedente come l’attività fisica sia importante per mantenere una sessualità sana nell’uomo. Le stesse indicazioni vanno bene naturalmente anche per le donne che hanno – e a volte se ne dimenticano – nel proprio corpo, l’arma più potente dell’universo conosciuto per ravvivare un rapporto apparentemente destinato all’eutanasia.

Allenare la sessualità della donna
Praticare un’attività sportiva con regolarità e impegno aiuta a tenere allenata e funzionale anche l’attività sessuale femminile. Anche per le donne vale l’indicazione di praticare tutti quegli sport che migliorano la funzionalità dell’apparato cardiocircolatorio e la resistenza come il jogging, la marcia veloce, il ciclismo o il nuoto. L’importante è che siano sport e attività motorie che si prolungano nel tempo, almeno per 30/40 minuti, praticati a ritmi moderati. L’attività fisica aiuta a produrre serotonina, il neurotrasmettitore del buon umore, a migliorare la fiducia in sé e naturalmente ad armonizzare l’aspetto fisico.

Entrare in sintonia con il lato più sensuale del proprio corpo
Per le donne possono anche essere indicate le attività fisiche con esercizi che aiutano a migliorare la consapevolezza del proprio corpo, aumentare la sinuosità dei movimenti e renderle più attraenti agli occhi degli uomini. Gli allenamenti dedicati alle zone del corpo considerate più sexy (glutei, gambe, fianchi, lombari) possono aiutare le donne ad entrare in sintonia con il lato più sensuale del proprio corpo, così da renderle più ricettive e più interessate al sesso oltre che ovviamente più attraenti agli occhi del partner.

Movimenti sinuosi per essere più attraenti con la Pole Dance
Tra gli esercizi che ultimamente sembrano andare molto di moda c’è la Pole Dance, cioè il ballare attorno al palo. Questa abbina la flessuosità del ballo alla sensualità dei movimenti. Una volta imparata, oltre a rendere il vostro corpo più sinuoso, potrete anche vedere l’effetto sul vostro partner. Un consiglio che do ad alcune pazienti desiderose di riaccendere una passione ormai flebile nel loro partner, è di fare un corso di Pole Dance senza dirlo al marito/fidanzato per poi fargli vedere – tra il serio e l’ironico – quello che si è imparato facendogli una sorpresa, magari per il suo compleanno: vi assicuro che sarà un regalo che difficilmente si dimenticherà!

Balli di coppia e danza del ventre
Anche i balli di coppia possono rivitalizzare la sessualità, soprattutto se fatti con il proprio compagno. Provare qualcosa di nuovo insieme, soprattutto se sensuale come ad esempio un tango, può aiutare a migliorare l’intesa di coppia sia dentro che fuori dal letto. Se invece proprio non riuscite a trascinare con voi il vostro partner potreste pensare ad un corso di danza del ventre. Questa insegna ad usare il proprio corpo e si concentra ovviamente sul bacino, ciò vi aiuterà a tenerlo tonico e vi regalerà anche un nuovo modo di controllarlo e muoverlo durante l’amplesso sessuale. Anche per la danza del ventre vale il consiglio dato per la Pole Dance: imparatelo di nascosto e una sera stupite il vostro partner facendo un piccolo spettacolo solo per lui!

Basta poco per far riesplodere la vostra sensualità
Viviamo in un momento di crisi economica, ma se non avete i soldi per pagarvi un corso in palestra sappiate che non avete comunque scuse: con pochi euro potrete infatti procuravi lo strumento del piacere per eccellenza. Sto parlando ovviamente… dell’hula-hoop! Andate nella vostra cantina e probabilmente ne troverete uno, oppure rubatelo a vostra figlia piccola. Questo apparentemente innocuo strumento racchiude invece una esplosione di sensualità visto che può aiutarvi a migliorare muscolatura, vascolarizzazione, coordinazione, ritmo e resistenza proprio nella zona che è più importante durante il rapporto sessuale. Inoltre un quarto d’ora/mezz’ora al giorno di hula-hoop con in sottofondo un po’ della vostra musica ritmata preferita, vi aiuterà a sentirvi un po’ più giovani, migliorare il vostro umore e bruciare anche 250 calorie in 30 minuti. Questo vi permetterà di migliorare il vostro aspetto fisico ed anche la vostra percezione di sensualità.

Ricordate: il vostro corpo è un’arma di seduzione straordinaria a qualsiasi età: basta allenarlo ed anche il più freddo degli uomini si scioglierà come neve al sole!

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Vuoi aumentare il testosterone e combattere l’impotenza? Iscriviti in palestra

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI RISCALDAMENTO MUSCOLI DOPO ALLENAMENTO MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA WORKOUT BICIPITI SPALLE GAMBEL’attività fisica è importante per mantenere il nostro organismo in salute. Praticare uno sport con costanza e regolarità aiuta a migliorare la propria salute e l’umore, ma anche la nostra sessualità. Lo sport fa bene all’intesa sessuale e migliora le prestazioni oltre che dare una sferzata al desiderio sessuale. Il binomio sesso-sport è valido sia per gli sportivi che per i dilettanti.
Per la sessualità maschile praticare uno sport è importante perché aiuta a regolare i livelli di testosterone. Il livello di testosterone aumenta significativamente durante lo sforzo e spesso permane alto ancora un’ora dopo la conclusione. Fare sollevamento pesi può aiutare ad aumentare il livello di testosterone purché l’esercizio sia intenso e preveda dei periodi di recupero.

Alcuni studi condotti in Finlandia hanno scoperto che chi pratica sollevamento pesi per due volte la settimana riesce ad aumentare del 49% i suoi livelli di testosterone. Se si pratica tutti i giorni però si può avere l’effetto opposto, è bene dunque lasciare almeno un giorno di riposo tra due sedute.

L’esercizio fisico è anche una barriera contro l’impotenza poiché l’esercizio aerobico contrasta la comparsa di malattie dei vasi, inclusa la formazione di placche lipidiche a livello delle arterie, occlusioni che impediscono al flusso sanguigno di irrorare a sufficienza il pene. Tre chilometri di camminata al giorno possono bastare per tenersi al riparo da problemi erettili. In generale gli sport più indicati sono quelli che migliorano la funzionalità dell’apparato cardiocircolatorio e, di conseguenza, la resistenza come il jogging, la marcia veloce, il ciclismo o il nuoto. L’importante è che siano sport e attività motorie che si prolungano nel tempo, almeno per 30/40 minuti, praticati a ritmi moderati. Niente scatti e niente eccessi dunque.

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