Eiaculazione retrograda: cure e complicanze fisiche e psicologiche

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVL’eiaculazione retrograda (di cui abbiamo parlato in questo articolo: Eiaculazione retrograda: quando lo sperma non esce o è troppo poco) può risultare in un’evidente causa di sterilità; a tal proposito, è doveroso rivolgersi al medico quando si sospetta la patologia.
Il trattamento d’elezione è la terapia  farmacologica: l’imipramina (farmaco antidepressivo) e la pseudo-efedrina si sono rivelate notevolmente vantaggiose per risolvere l’eiaculazione retrograda: si stima che, in seguito a tale terapia farmacologica, la prognosi sia eccellente nel 40% dei casi.
Le sostanze farmacologiche utilizzate non si rivelano sempre utili, in tal caso si può ricorrere all’elettroeiaculazione, in cui l’emissione dello sperma è favorita dall’introduzione di una sonda nel retto, capace di stimolare le vescicole seminali. Riguardo ai problemi di fertilità, sarebbe sufficiente una inseminazione artificiale con sperma isolato per centrifugazione dall’urina.

Complicanze fisiche e psicologiche
Pur non essendo una patologia pericolosa per la salute, l’eiaculazione retrograda può compromettere le possibilità di mettere incinta la propria partner, inoltre i soggetti con eiaculazione retrograda in genere, soffrono molto per la mancata visione del getto di sperma durante l’orgasmo. Alcuni pazienti con eiaculazione retrograda lamentano anche anorgasmia psicologica, causata dalla mancata visione immediata dello sperma.

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Differenza tra eiaculazione retrograda e aneiaculazione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TESTICOLI SCROTO DIMENSIONI ANATOMIA FUN Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PenePrima di iniziare la lettura, ti consiglio di leggere questo articolo: Eiaculazione retrograda: quando lo sperma non esce o è troppo poco

Eiaculazione retrograda e aneiaculazione sono due patologie che possono essere facilmente confuse in virtù del fatto che entrambe “culminano” nello stesso sintomo: la mancanza di emissione di sperma al momento dell’orgasmo maschile; tuttavia sono due patologie diverse per un importante particolare:

Mentre l’aneiaculazione è un disturbo caratterizzato dall’assenza completa di eiaculazione al momento dell’orgasmo, quindi NON C’E’ AFFATTO emissione di liquido seminale; invece nella eiaculazione retrograda l’emissione dello sperma è presente, ma anziché verificarsi verso l’esterno, si verifica verso l’interno.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Dolore alla lingua ed alla bocca: cause, complicanze, dieta e terapia

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma LINGUA BIANCA IMPASTATA PERICOLOSA CAUSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneIl dolore alla lingua ed alla bocca, può essere causato da molte condizioni e patologie, come ad esempio:

Ferite
Una delle cause più frequenti di male alla lingua ed alla mucosa orale è una ferita che provoca una costante irritazione. In alcuni casi, un morso accidentale della lingua mentre si mangia o si parla è la causa principale del dolore alla lingua. A volte, le papille della lingua si possono ingrandire e diventare infiammate, la conseguenza è il dolore e l’indolenzimento.

Denti del giudizio
I denti del giudizio possono causare dolore alla lingua ed alla bocca, durante la crescita e prima e dopo l’estrazione. Se crescono verso l’interno possono grattare contro la lingua provocando delle ferite della mucosa. Dopo l’estrazione del dente del giudizio, sulla lingua si può sentire dolore perché l’intervento può causare delle lesioni.

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Infezione in bocca
Un’infezione del cavo orale da batteri, lieviti e virus può provocare bruciore e dolore dietro la lingua, ma anche nella parte superiore e sulla punta. Come in altri casi di infezione, il rischio di avere la lingua dolorante a causa di un’infezione è più elevato tra chi ha il sistema immunitario compromesso.

Afta
L’irritazione dolorosa della lingua può essere un segno dell’afta che causa delle ulcere nella bocca e nella lingua. I sintomi delle ulcere aftose si aggravano quando il paziente è sotto stress. Con alcuni rimedi casalinghi e farmaci da banco, il male alla lingua da afta si può risolvere.

Problemi dentali
I problemi ai denti e la mancanza di igiene orale possono causare l’indolenzimento della lingua e di alcune parti della bocca. Tra i fattori di rischio per gli episodi frequenti di male alla lingua ci sono dentiere incongrue e denti scheggiati.

Cancro orale
Anche se di solito il male alla lingua è causato da un problema non grave, può essere anche un sintomo del cancro alla gola o alla bocca. È da tenere presente che il cancro orale è asintomatico nelle prime fasi, ma peggiora e diventa sintomatico nelle fasi successive. Quindi, non trascurare una lingua dolente se non guarisce entro una settimana. Un tumore alle ghiandole sublinguali o alle parotidi è molto raro, in questo caso il dolore è sotto la lingua. Un tumore alla bocca o alle tonsille causa dolore nella parte posteriore della lingua e difficoltà nella deglutizione.

ATTENZIONE: non bisogna pensare di avere un tumore solo perché ci sono alcuni sintomi che possono essere ricondotti al cancro. Ci sono tantissimi sintomi che possono essere causati da una neoplasia, quindi spesso si confonde con altre malattie.

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Malattie
Come già accennato, una lingua dolente si può sviluppare come segno di altre malattie.
I problemi di salute che possono provocare raramente indolenzimento della lingua sono diabete, esofagite da reflusso e anemia. Per questo motivo, la diagnosi corretta è molto importante, soprattutto se è associata ad altri sintomi sospetti.

Calcolo salivare
Un calcolo alle ghiandole salivari può ostruire in tutto o in parte il flusso di saliva.
In questo caso si nota una zona gonfia e dolorosa sotto la lingua, soprattutto quando si mangia perché la ghiandola produce più saliva. Il dolore si può avvertire durante la deglutizione.

Nevralgia
La nevralgia glossofaringea può essere una causa di dolore alla lingua ed alla bocca. Questo è un dolore molto grave che si verifica lungo un nervo irritato. La nevralgia può essere causata dall’invecchiamento, diabete, sclerosi multipla, tumori oppure compare senza una ragione evidente. Tra i sintomi ci sono dolore alla lingua, gola, orecchio e tonsille.

Allergia
Quando la lingua si gonfia improvvisamente, il motivo probabilmente è una reazione allergica. Le conseguenze sono la difficoltà respiratoria e alla deglutizione.
In alcuni casi, questa è una situazione di emergenza e la persona colpita dovrebbe essere visitata subito da un medico. Tra le cause più frequenti di dolore alla lingua nei bambini ci sono le allergie.

Fumare
Spesso, i fumatori incalliti soffrono di dolore alla lingua e mal di gola: ciò accade perché il fumo di sigaretta irrita la lingua e le mucose della bocca. Quando la lingua diventa infiammata, ogni inspirazione dalla sigaretta diventa una sensazione dolorosa e brucia sulla superficie della lingua.

Cibi caldi e bevande
La lingua si può ferire a causa di cibi e bevande troppo calde. Se la lingua si lesiona a causa di un ustione, si può facilmente irritare mangiando cibi speziati o piccanti.
Gli alimenti con bordi spigolosi (come i cracker e le patatine) possono causare molto fastidio alla lingua se questa è ferita.

Altre cause meno frequenti sono:

  • Infezioni virali come Malattia “mani piedi bocca”, afta epizootica o herpes labiale.
  • Glossite romboide mediana, in cui una liscia macchia rossa si sviluppa in mezzo o sul retro della lingua. Si ritiene che questa formazione deriva da un’infezione da lievito.
  • Glossodinia (detta anche sindrome della bocca urente) è un dolore bruciante sulla punta della lingua che si nota spesso nelle persone con depressione.
  • Lichen planus è una malattia cronica della pelle che provoca un’eruzione cutanea pruriginosa.
    Il Lichen planus può colpire anche la bocca, causando delle macchie dolorose sulla lingua.
  • Malattia di Behçet, una patologia rara che provoca l’infiammazione dei vasi sanguigni e può provocare delle ulcere della bocca
  • Il pemfigo volgare è una malattia autoimmune rara e grave che provoca la formazione di vesciche dolorose sulla pelle, all’interno della bocca, naso, gola, ano e genitali.
  • La sindrome collo-lingua è una malattia rara caratterizzata da dolore nella parte superiore del collo e della lingua, ma solo da un lato. Tra i sintomi c’è anche la perdita di sensibilità della lingua.
  • I sintomi si verificano durante la rotazione cervicale.
  • Farmaci come la reserpina o l’aspirina presi per il mal di denti e alcuni colluttori.
  • Glossite di Moeller è un tipo di infiammazione della lingua.
  • Cancro alla lingua, raro.

Quali sono le possibili complicanze del dolore alla lingua?
Le complicazioni connesse con il male alla lingua o alla bocca possono essere progressive e variano in base alla causa. Dato che una lingua dolente può essere causata da una grave malattia, se non si effettuano le terapia adatte si possono avere complicazioni e danni permanenti. È importante visitare il medico quando si sente un dolore continuo o altri sintomi insoliti. Quando si fa la diagnosi della causa sottostante, se si effettua il trattamento adeguato si possono ridurre le potenziali complicazioni tra cui:

  • Dolore cronico,
  • Difficoltà di respirazione (ostruzione delle vie aeree),
  • Difficoltà di deglutizione,
  • Diffusione dell’infezione,
  • Rimozione della lingua a causa una grave infezione o di un tumore maligno.

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Alimentazione e dieta per il dolore alla lingua

  • Consumare yogurt può, a volte, migliorare la situazione. Si consiglia di inserirlo nell’alimentazione quotidiana.
  • Consumare alimenti ricchi di vitamine e sali minerali possono prevenire il dolore a lingua e bocca. Gli alimenti migliori in questo senso, sono: meloni, broccoli, peperoni gialli e rossi e un il succo fresco di mirtillo rosso non zuccherato. Le fragole e le arance sono altri alimenti che contengono molta vitamina C.

Rimedi naturali per il dolore alla lingua

  • Ghiaccio. Il buon vecchio metodo di mettere il ghiaccio sulla lingua funziona bene per dare sollievo dal dolore perché addormenta le terminazioni nervose.
    Mantenere un cubetto di ghiaccio sulla lingua nel punto doloroso per avere un effetto immediato.
  • Glicerina. Le piaghe sulla lingua possono essere curate rapidamente con la glicerina. Applicare regolarmente la glicerina sulle parti interessate della lingua. Questo rimedio riduce le ulcere ed aiuta anche ad alleviare il dolore in modo efficace.
  • Ficus religiosaPreparare un impasto di miele con le foglie e le radici dell’albero Ficus religiosa. Quando la pasta è pronta, si applica sulla lingua dolorante.
  • Gargarismi con acqua calda mescolata con il sale. Questo rimedio aiuta a pulire la bocca e quindi accelera il processo di polimerizzazione. Continuare i gargarismi per quattro-cinque volte al giorno per avere dei benefici.
  • Papaia. La Papaia è estremamente utile nel trattamento delle piaghe sulla lingua. È meglio includere la papaia nella dieta quotidiana se si soffre di piaghe sulla lingua. Altri frutti come le banane verdi e le mele sono eccellenti contro piaghe della lingua.
  • Cagliata e riso. La cagliata e il riso sono dei rimedi molto efficaci per le piaghe sulla lingua. La cagliata dà al corpo le vitamine necessarie e allevia la sensazione di bruciore.
  • Fumo. Spesso, c’è un motivo evidente per il male alla lingua. Per esempio, il fumo potrebbe essere la causa. Fumare può peggiorare la condizione del sistema immunitario e può favorire un’infezione. Se si smette di fumare ed il dolore passa, vuol dire che quella è la causa del fastidio.

Se il dolore dura più di 48 ore, si deve consultare il medico per la valutazione ed il trattamento.

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Tendinite del rotuleo: cause, sintomi e rimedi dell’infiammazione

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma Ecografia Spalla Ginocchio Traumatologia Gambe Esperto Referto THD Articolare Sesso Sessualità Uomo ARTICOLAZIONE GINOCCHIO FATTA ESAMI PATOLOGIE Medicina Estetica Radiofrequenza Cavitazione Grasso HDLa tendinite del rotuleo è una patologia del ginocchio molto frequente che consiste nell’infiammazione del tendine rotuleo e che colpisce il tendine rotuleo maggiormente nel punto dove inizia, ovvero nella sezione inferiore della rotula. Il tendine rotuleo rientra nell’apparato estensore del ginocchio e quando il muscolo quadricipite si contrae, lo traziona insieme alla tibia e alla rotula, e il ginocchio si estende. Questa patologia è molto frequente fra gli sportivi che praticano il basket, la pallavolo, il calcio, l’atletica leggera ed il sollevamento pesi. Sono tutti sport che necessitano uno sforzo ripetitivo del muscolo quadricipite che sollecita continuamente il tendine rotuleo fino a procurargli una lesione.

Cause
La causa principale che provoca la tendinite del rotuleo, risiede della sollecitazione ripetuta del tendine rotuleo che porta a delle piccole lesioni che tendono a degenerare nel corso del tempo soprattutto continuando ad allenare la zona dei quadricipiti. Altre cause che, a lungo andare, possono far sviluppare la patologia sono:

  • – un disallineamento del femore e della rotula;
  • – la rotula alta;
  • – un eccessiva rotazione della tibia;
  • – una cattiva estensione del muscolo retto-femorale.

La tendinite del rotuleo può manifestarsi in maniera aggressiva anche a seguito di un utilizzo scorretto delle calzature.

Sintomi
Il sintomo principale della tendinite del rotuleo è un dolore localizzato nella parte anteriore del ginocchio che si presenta a seguito di uno sforzo prolungato (come un allenamento specifico del quadricipite) oppure quando si resta fermi nella medesima posizione per un lungo lasso di tempo (ad esempio quando si resta inginocchiati a lungo). Quando la tendinite del rotuleo inizia a manifestarsi, il dolore iniziale tende a scomparire a seguito di un periodo di riposo. Col passare del tempo e con il peggioramento della patologia, il dolore persiste anche durante e a seguito di un periodo di riposo. Per questo motivo è una patologia che va curata al principio, onde evitare che diventi cronica.

Rimedi
La tendinite del rotuleo, come già anticipato, va curata a partire dai primi sintomi per evitare conseguenze irreversibili come la rottura del tendine. E’ importante rivolgersi ad un medico specializzato per intraprendere una cura specifica perché è una patologia specifica per ogni paziente.
Tra i possibili rimedi vanno menzionati:

  • il riposo;
  • utilizzo del ghiaccio sulla parte dolorante;
  • stretching rotuleo;
  • farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).

Solo in casi gravi è previsto l’intervento chirurgico che prevede la scarificazione, la pulizia del tendine e una lunga riabilitazione post-operatoria che permetta il recupero delle funzioni vitali del tendine rotuleo.

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Differenze tra atrofia muscolare progressiva e sclerosi laterale amiotrofica

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE TRA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA SCLEROSI MULTIPLA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata.jpg

Stephen Hawking, uno dei più grandi scienziati dei nostri tempi, soffre di una malattia del motoneurone ancora non diagnosticata con certezza: atrofia muscolare progressiva o sclerosi laterale amiotrofica

L’atrofia muscolare progressiva viene spesso confusa con la sclerosi laterale amiotrofica. Hanno alcune caratteristiche in comune e sono entrambe patologie neurodegetative a carico del motoneurone, tuttavia alcune differenze sono presenti. Pur essendo stata considerata inizialmente, probabilmente in modo erroneo, soltanto una variante clinica o una sintomatologia della SLA, l’atrofia muscolare progressiva se ne differenzia, oltre che per alcuni aspetti sintomatologici, per una sopravvivenza superiore ai dieci anni, considerata invece il limite massimo della SLA (anche se ci sono casi rari di sopravvivenze fino a 20 anni). Con adeguato supporto medico e infermieristico, il malato di atrofia muscolare progressiva può vivere invece anche più di 30-40 anni dalla diagnosi.

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In contrasto con la SLA, l’atrofia muscolare progressiva si distingue per l’assenza di:

  • Riflessi vivaci
  • Spasticità
  • Segno di Babinski
  • Labilità emotiva
  • Progressione rapida
  • Lesione del neurone motorio superiore (colpisce solo il neurone motorio inferiore)

Infine la sclerosi laterale amiotrofica è molto più diffusa nella popolazione (è la più comune forma di malattia del motoneurone), mentre l’atrofia muscolare progressiva è molto più rara.

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Atrofia muscolare progressiva: cause, sintomi, cura, aspettativa di vita

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ATROFIA MUSCOLARE PROGRESSIVA CAUSE VITA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’atrofia muscolare progressiva, detta anche atrofia muscolare di Duchenne-Aran o malattia di Duchenne-Aran, nota anche con l’acronimo AMP o in inglese PMA (Progressive muscular atrophy), è una malattia neurologica configurabile attualmente quale rara forma di malattia del motoneurone (Motor neurone disease, MND), considerata talvolta relativa o collegata alla sclerosi laterale amiotrofica. La PMA colpisce solo il 2° motoneurone, lasciando intatto il 1°.

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Caratteristiche

La PMA è simile ad altre malattie del motoneurone, per eziologia (in gran parte sconosciuta), sintomatologia e trattamento. Provoca, come detto dal nome, una lenta e progressiva atrofia muscolare, che colpisce la muscolatura volontaria (tranne gli occhi) e la muscolatura respiratoria, a causa del danno ai mitocondri dei motoneuroni del tronco encefalico (che muoiono), e della seguente mancanza di impulsi motori e nutrimento del tessuto muscolare.

Differenze con la SLA

Pur essendo stata considerata inizialmente, probabilmente in modo erroneo, soltanto una variante clinica o una sintomatologia della sclerosi laterale amiotrofica, se ne differenzia per diverse caratteristiche; per approfondire leggi: Differenze tra atrofia muscolare progressiva e sclerosi laterale amiotroficaDifferenze tra atrofia muscolare progressiva e sclerosi laterale amiotrofica

Cura ed aspettativa di vita

Al momento non esiste una cura per questa malattia. Gli effetti più gravi possono essere in qualche modo arginati con fisioterapia e stretto controllo medico, per impedire i danni ed i rischi provocati dalla lunga immobilizzazione, come le lesioni da decubito e le infezioni ricorrenti, specie le polmoniti. Una persona affetta da questa atrofia può vivere anche per 25 anni dopo la diagnosi.

Casi clinici celebri

La AMP è nota al grande pubblico per essere la malattia del celebre fisico britannico Stephen Hawking. Si va ormai allontanando l’idea che Hawking, il più famoso personaggio affetto da malattia del motoneurone, sia, come creduto per lungo tempo, affetto da SLA, in quanto la malattia, diagnosticata nel 1963, avrebbe una durata abnormemente lunga, assolutamente inusuale per le sue caratteristiche (il famoso fisico ha infatti superato i 50 anni di sopravvivenza alla diagnosi). Va invece appunto prendendo corpo l’ipotesi che la sua malattia effettiva sia la meno fatale atrofia muscolare progressiva. Tale affermazione è però contestata da molti medici e dallo stesso Hawking. Molti esperti che lo hanno curato ed analizzato il suo caso, sostengono che Hawking abbia una forma di SLA ad esordio giovanile, meno virulenta, e non l’AMP.

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Differenze tra sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e sclerosi multipla

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA SCLEROSI MULTIPLA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata.jpgLa sclerosi multipla, SM, e la sclerosi laterale amiotrofica, SLA, vengono confuse molto spesso tra i non “addetti ai lavori”, questo a causa del termine “sclerosi” che le due patologie hanno in comune, pur essendo molto diverse tra loro.

Sclerosi laterale amiotrofica e sclerosi multipla: caratteristiche comuni

Pur essendo molto diverse tra loro, sclerosi laterale amiotrofica e sclerosi multipla hanno però in comune alcune caratteristiche:

  • sono malattie che interessano il sistema nervoso;
  • sono croniche;
  • determinano disturbi neuromotori;
  • degenerano progressivamente nel tempo;
  • non possono essere curate: le terapie servono solo per ridurre i sintomi e rallentare la loro progressione.

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Differenze nell’età e nell’incidenza

La sclerosi laterale amiotrofica interessa principalmente gli adulti over 50, in particolare tra i 50 e i 70 anni, con una leggera prevalenza negli uomini rispetto alle donne e con un’incidenza generale decisamente inferiore rispetto alla sclerosi multipla. La sclerosi multipla, invece, viene anche detta la malattia invalidante del giovane adulto, in quanto riguarda prevalentemente soggetti tra i 20 e i 40 anni. In questo, soprattutto donne.

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Differenze nelle cause

Sia per quel riguarda la SLA che per la sclerosi multipla, le cause che determinano la loro insorgenza sono ancora oggi difficili da definire. Per quanto riguarda la SLA si sa, però, che è una malattia multifattoriale, dovuta a cause diverse e concomitanti. Ad esempio carenza di nutrienti per le cellule del sistema nervoso, eccesso di anticorpi, virus. Una buona dose di responsabilità è da attribuire all’ereditarietà e alla predisposizione genetica, a differenza della sclerosi multipla per cui l’elemento ereditario ha minor impatto sull’insorgenza della malattia. Influiscono invece fattori ambientali e geografici: la sclerosi multipla si manifesta soprattutto in luoghi lontani dall’equatore. Le persone che vivono molto più vicino all’equatore sono esposte ad una grande quantità di luce solare per tutto l’anno e per questo tendono ad avere dei livelli più alti di vitamina D che previene l’insorgenza della sclerosi multipla.

La sclerosi multipla intacca la mielina, che garantisce la corretta conduzione degli stimoli nervosi. Non a caso la SM è soprannominata malattia demielinizzante, proprio perché provoca la perdita di mielina, da cui dipendono i danni neurologici e il rallentamento dell’impulso nervoso. Il nome sclerosi si deve alla formazione di cicatrici in varie zone mentre il termine Multipla si riferisce al fatto che la malattia può intaccare le diverse parti in tempi diversi. Le zone colpite dalle cicatrici che si vanno formando sono:

  • il sistema nervoso centrale;
  • il cervello;
  • il midollo spinale.

La SLA, anche detta “malattia dei motoneuroni“, intacca invece solo i motoneuroni, cellule adibite al controllo del movimento muscolare, che progressivamente muoiono. Anche in questo caso la malattia provoca la formazione di cicatrici che però indeboliscono solo i muscoli, localizzate nei cordoni laterali del midollo spinale. Ne consegue che il soggetto colpito dalla SLA perde progressivamente forza muscolare e in alcuni casi l’indebolimento può addirittura sfociare in paralisi. I motoneuroni colpiti possono essere di due tipologie:

  • I motoneurone, detto anche centrale o corticale, localizzato nella corteccia cerebrale, adibito al trasporto del segnale dal cervello al midollo spinale
  • II motoneurone, detto anche periferico o spinale, localizzato nel midollo spinale, adibito al trasporto del segnale in periferia ai muscoli.

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La sclerosi mutipla viene solitamente diagnosticata valutando i vari episodi di disturbi neurologici disseminati nel tempo, che possono fornire una mappa per ricostruire il quadro clinico del paziente. Sebbene sia caratterizzata anche da alcuni sintomi tipici, essi spesso non sono sufficienti a permetterne l’individuazione precisa. Tuttavia esistono anche alcuni esami mirati, come la RM e l’analisi del liquido cerebrospinale, che permettono di diagnosticarla con maggiore sicurezza e facilità. La diagnosi di SLA è invece più difficile perché questa patologia non comporta sintomi specifici, quindi si va spesso per esclusione dopo aver effettuato un esame neurologico per individuare eventuali lesioni del I e II motoneurone associato ad altri esami strumentali.

Per quanto riguarda la sclerosi multipla si possono individuare alcuni sintomi e segni tipici, sebbene ciò che aiuta a individuare la patologia sia più che altro la storia clinica del paziente, attraverso l’individuazione di disturbi neurologici disseminati nel tempo e localizzati nelle zone caratteristiche. I sintomi e segni più comuni della SM sono:

  • disturbi motori più o meno gravi;
  • formicolii;
  • sensazione di punture;
  • calo o sdoppiamento della vista;
  • vertigini accompagnate spesso da vomito e nausea;
  • instabilità, barcollamento, disturbi dell’equilibrio;
  • disturbi intestinali;
  • a volte disturbi urinari;
  • a volte disturbi sessuali.

La sclerosi multipla può comunque determinare virtualmente qualsiasi sintomo e segno relativo al sistema nervoso. Può anche determinare patologie psichiatriche, come la despressione (sia in risposta alla notizia della diagnosi, sia a causa del danno del tessuto nervoso).

Per quanto riguarda la SLA, essa colpisce solo il sistema motorio provocando sintomi a livello muscolare. Tra i sintomi e segni più comuni, ricordiamo:

  • debolezza sempre più intensa, che di solito parte dalle mani e dai piedi per poi intaccare il resto del corpo;
  •  rigidità;
  • crampi muscolari;
  • contrazioni involontarie.

Nel caso della sclerosi multipla, ad oggi non esiste una cura definitiva: le terapie cercano di ridurre e prevenire le ricadute e rallentare il decorso della malattia. Esse includono principalmente la somministrazione di farmaci appositi, in particolare i farmaci antinfiammatori steroidei quali l’adrenocorticotropina (conosciuto come ACTH), il prednisone, il metilprednisolone, il prednisolone, il betametasone e il dexametasone. Durante gli attacchi sintomatici, la somministrazione di alte dosi di corticosteroidi per via endovenosa, come il metilprednisolone, è la terapia di routine per le recidive acute della malattia in forma recidivante-remittente, in quanto ha dimostrato efficacia nel ridurre la gravità e la durata delle esacerbazioni. Recentemente sono stati approvati alcuni i farmaci modificanti la malattia, tra cui: l’interferone beta-1a, l’interferone beta-1b, il glatiramer acetato, il mitoxantrone (un immunosoppressore usato anche in chemioterapia), il natalizumab (un anticorpo monoclonale umanizzato immunomodulatore che impedisce la migrazione delle cellule T dal torrente circolatorio al sistema nervoso centrale), il fingolimod e il teriflunomide, rispettivamente il primo e il secondo farmaco a somministrazione orale a essere disponibili. I trattamenti modificanti la malattia sono in grado di ridurre il tasso di progressione della malattia, ma non di arrestarla. Con la progressione della sclerosi multipla, la sua sintomatologia tende ad aumentare. La malattia è associata a una varietà di sintomi e deficit funzionali che si traducono in una serie di menomazioni e disabilità progressive. La gestione di questi deficit è quindi molto importante. Sia la terapia farmacologica che la neuroriabilitazione hanno dimostrato di poter alleviare alcuni sintomi, anche se non influenzano la progressione della malattia. Alcuni sintomi, come l’incontinenza urinaria e la spasticità, hanno una buona risposta ai farmaci, mentre la gestione di molti altri risulta più complessa. Le persone colpite da sclerosi multipla necessitano, inoltre, di una terapia rivolta alle eventuali malattie collaterali, alle infezioni delle vie urinarie e alle piaghe da decubito. Molto utili contro la spasticità degli arti si sono dimostrati i farmaci miorilassanti e la fisiochinesiterapia. Nell’ambito delle terapie sintomatiche, è possibile usare, a seconda del tipo di disturbi e della loro entità, farmaci per la spasticità, la fatica, le disfunzioni vescicali, i disturbi delle sensibilità e così via. Il farmaco di prima scelta nel trattamento della spasticità è il baclofen.

Per la SLA non esistono ancora farmaci specifici capaci di curare del tutto la patologia: l’unico farmaco approvato dalla FDA è il riluzolo, che agisce sui livelli di glutammato, la cui assunzione può rallentare la progressione della malattia. Test clinici in pazienti con SLA hanno mostrato che il riluzolo prolunga la sopravvivenza fino a soli tre mesi, e può estendere il tempo di sopravvivenza soprattutto nei pazienti con SLA ad inizio bulbare. Il farmaco estende anche il tempo durante il quale il paziente può rimanere libero dal supporto ventilatorio. Il riluzolo non può invertire il danno subito dai motoneuroni, ed i pazienti che prendono il farmaco devono essere monitorizzati per il danno epatico ed altri possibili effetti collaterali. Sono previsti trattamenti il cui scopo è migliorare la qualità della vita del paziente, riducendo il più possibile eventuali complicanze. Tra essi si annoverano:

  • riabilitazione;
  • ventilazione di supporto;
  • somministrazione di appositi integratori alimentari.

Le cure palliative vengono fornite al meglio da team multidisciplinari costituiti da professionisti dell’assistenza come medici, farmacisti, fisioterapisti, terapisti occupazionali, e logopedisti; nutrizionisti; assistenti sociali; ed infermieri specializzati nell’assistenza domiciliare e negli hospice per lungodegenti. Lavorando con i pazienti ed il personale sanitario, questi “team di assistenza” possono pianificare un piano individualizzato di terapia medica e fisica e fornire apparecchiature speciali destinate a mantenere i pazienti nella migliore situazione di mobilità e comfort che si possa ragionevolmente raggiungere.

Le ricadute nella sclerosi multipla, anche dette recidive, riacutizzazioni, peggioramenti, attacchi, consistono nella comparsa acuta o sub-acuta di anormalità neurologiche per 24 ore senza che compaiono febbre o infezioni di alcun tipo. Tra una ricaduta e l’altra possono trascorrere alcune settimane o addirittura anni a seconda dei casi e purtroppo non c’è modo di prevedere l’episodio nè di individuarne le cause, nonostante le tante ipotesi formulate dalle ricerche a tema. Tra queste si annoverano eventuali traumi, stress, infezioni e vaccinazioni,ma come premesso si tratta solo di supposizioni non confermate da dati certi. Sebbene le ricadute si guariscano spontaneamente, di solito al paziente vengono somministrati steroidi per pochi giorni in modo da ridurre al minimo la gravità e la durata. Diverso è il caso della SLA poiché questa malattia ha un decorso diverso rispetto alla SM: essa progredisce man mano che i motoneuroni muoiono nel corso di mesi o anni, in modo progressivo, senza le ricadute tipiche della sclerosi multipla. Nella SLA si verifica quindi un peggioramento progressivo, di pari passo alla morte dei motoneuroni.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Sclerosi laterale amiotrofica (SLA): cause, sintomi, diagnosi e prognosi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA SLA MORTE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa SLA, Sclerosi laterale amiotrofica, conosciuta anche come “malattia dei motoneuroni“, “malattia di Lou Gehrig” (dal nome del giocatore di baseball la cui malattia nel 1939 fu portata all’attenzione pubblica) o “malattia di Charcot” (dal cognome del neurologo francese che per la prima volta descrisse questa patologia nel 1860), è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, ovvero le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale in grado di regolare l’attività di contrazione dei muscoli volontari. La morte di queste particolari cellule avviene gradualmente, in un lasso di tempo che può andare da diversi mesi a diversi anni, e la gravità può variare molto da un paziente all’altro.

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Che cos’è la malattia dei motoneuroni o sclerosi laterale amiotrofica (SLA)?

Le cause della Sla, descritta per la prima volta nel 1860, sono ancora sconosciute sebbene sia stato ipotizzato un coinvolgimento di diversi fattori. Attualmente sono circa 5.000 i malati in Italia, con una lieve preponderanza nel sesso maschile. Prevalentemente colpisce persone di età compresa fra i 40 e i 70 anni (anche se non mancano casi di soggetti colpiti dalla malattia tra i 17 e i 20 anni, così come tra i 70 e gli 80 anni).
La malattia inizia a manifestarsi quando la perdita dei motoneuroni danneggiati non riesce più a essere compensata dalla presenza dei neuroni superstiti: si arriva così a una progressiva paralisi di tutti i muscoli volontari. La patologia non influisce in nessun modo sulle funzioni sensoriali, sessuali, vescicali e intestinali, che vengono preservate del tutto, e su quelle cognitive: anche nelle fasi più avanzate della patologia tutte le funzioni cognitive restano attive ed efficienti in un corpo che diventa sempre più immobile.

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Quali sono le cause della SLA?

Nonostante le cause di questa malattia siano ancora sconosciute, gli studi effettuati fino a oggi hanno permesso di stabilire che, molto probabilmente, la Sla non origina da una sola causa da ma più fattori (malattia multifattoriale). Tra i fattori riconosciuti come coinvolti nello sviluppo della patologia ci sono:

  • eccesso di glutammato (aminoacido usato dalle cellule nervose come segnale chimico): quando il suo tasso è elevato determina un’iperattività delle cellule nervose che può risultare nociva;
  • predisposizione genetica;
  • carenza di fattori di crescita, il cui ruolo all’interno del nostro organismo è quello di aiutare la crescita dei nervi e facilitare i contatti tra i motoneuroni e le cellule muscolari;
  • fattori tossico-ambientali: esistono diversi elementi (alluminio, mercurio o piombo) e alcune sostanze usate in agricoltura (erbicidi e insetticidi) che possono danneggiare le cellule nervose e i motoneuroni.

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Quali sono i sintomi della SLA?

La malattia inizia a manifestarsi quando la perdita dei motoneuroni danneggiati non riesce più a essere compensata dalla presenza dei neuroni superstiti: si arriva così a una progressiva paralisi di tutti i muscoli volontari. La patologia non influisce in nessun modo sulle funzioni sensoriali, sessuali, vescicali e intestinali, che vengono preservate del tutto, e solo in una modesta percentuale interessa le funzioni cognitive.

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Diagnosi

La diagnosi di Sclerosi laterale amiotrofica non è semplice: ad oggi, infatti, non esiste alcun test o procedura per confermare senza alcun dubbio la diagnosi di Sla. Gli strumenti a disposizione attualmente sono un attento esame clinico ripetuto nel tempo da parte di un neurologo esperto, e una serie di esami diagnostici effettuati per escludere altre patologie.

Trattamenti

Purtroppo ad oggi non esiste alcuna terapia in grado di guarire la Sla: l’unico farmaco approvato è il Riluzolo, che agisce sui livelli di glutammato, la cui assunzione può rallentare la progressione della malattia. L’impiego di alcuni farmaci può però essere di aiuto per migliorare l’autonomia personale, il movimento e la comunicazione.

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