Come suicidarsi senza dolore in casa e all’aperto: guida all’eutanasia

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Voglio morire: ecco i consigli per convincerti a non suicidarti

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In alternativa puoi chiedere aiuto chiamando il Numero Unico per le emergenze 112.

Se sei un adolescente, puoi anche chiamare il servizio Emergenza Infanzia del Telefono Azzurro al numero 114, oppure chiama il Telefono Amico al numero 199 284 284 o ancora accedi al servizio Mail@micaTAI disponibile sul sito http://www.telefonoamico.it/.

IMPORTANTE. L’articolo originale presente in questo spazio, è stato eliminato perché lo scopo originale per cui era stato scritto – incanalare gli aspiranti suicidi in un articolo che li convincesse a non compiere gesti estremi – poteva essere da alcuni facilmente travisato. Ci scusiamo per il disagio.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Tumore al seno: sintomi e dolore al braccio

MEDICINA ONLINE DOLORE ARTO BRACCO SINISTRO FORMICOLIO CIRCOLAZIONE CANCRO TUMORE ATTACCO CARDIACO CUORE GOMITO TENNISTA ICTUS INFARTO MIOCARDIO CANCRO TUMORE SENO MAMMELLAIl dolore localizzato al braccio sinistro, in assenza di traumi, è un tipo di dolore che genera molta ansia nelle persone in quanto viene immediatamente associato all’attacco di cuore. In realtà, pur essendo in effetti il dolore al braccio sinistro uno dei sintomi distintivi dell’infarto del miocardio, sono molte le condizioni che possono provocarlo e, nella maggior parte dei casi, certi timori sono fortunatamente infondati. Bisogna considerare, infatti, che un braccio è costituito da varie strutture (muscoli, ossa, tendini ecc.) e, conseguentemente, un problema a una di queste (un’infezione, un processo infiammatorio, un problema muscolare, un disturbo nervoso, un trauma di vario tipo ecc.) può essere, fra le altre cose, causa di dolenzia. Il dolore al braccio, inoltre, può essere determinato da patologie di un’altra parte del corpo apparentemente “insospettabile”: in questo caso si parla di “dolore riferito”.

Dolore al braccio sinistro: le cause principali

Come detto, il dolore al braccio sinistro può riconoscere diverse cause e, se in certi casi può essere piuttosto facile capirne i motivi (come nel caso di un trauma diretto), in determinate circostanze può non essere facile identificarli. Le tre cause tipiche sono:

  • angina pectoris: una sindrome clinica provocata da un’ischemia miocardica di tipo transitorio (diminuzione temporanea del flusso sanguigno al muscolo cardiaco);
  • artrosi cervicale: una degenerazione patologica che interessa le vertebre del collo;
  • infarto del miocardio: oltre al dolore al braccio sinistro, si associano alcuni sintomi quali dolore toracico, senso di oppressione, sensazione di pesantezza a livello toracico, sensazione di bruciore al petto, sudori freddi, vomito, respiro affannoso, senso di svenimento, frequenza cardiaca aumentata. In questi casi è opportuno richiedere un intervento medico il più tempestivamente possibile in quanto c’è una forte probabilità di un attacco di cuore.

Altre cause di dolore al braccio sinistro, sono:

  • attacco di panico;
  • cattiva circolazione;
  • contratture muscolari;
  • errata postura;
  • lesioni del plesso brachiale;
  • lesioni e traumi muscolari, tendinei, articolari;
  • neuropatia periferica;
  • reflusso gastroesofageo;
  • sindrome dello stretto toracico superiore;
  • vaccinazione recente;
  • tendiniti.

Dolore al braccio e mammella

Il dolore al braccio può, in alcuni casi, essere la conseguenza di una recente operazione di  mastectomia, che si effettua per trattare diversi tipologie di tumori al seno. In alcuni casi un dolore al braccio può essere irradiato dalla mammella in caso di forte mastodinia, a tal proposito leggi anche: Mastodinia: quando il seno è gonfio e dolorante

Dolore al braccio e cancro al seno

In alcuni casi il dolore localizzato a clavicola, ascella e braccio, spesso associati a gonfiore ed ingrossamento dei linfonodi dell’ascella, possono essere sintomo di tumore al cavo ascellare o al quadrante superiore esterno della mammella. In questo caso si associano spesso altri sintomi, come:

  • un ispessimento diverso dagli altri tessuti della mammella,
  • una mammella che diventa più grande o più bassa,
  • un capezzolo che cambia posizione, morfologia o si ritrae (capezzolo introflesso),
  • la presenza di una increspatura della pelle o di fossette, “pelle a buccia d’arancia”,
  • un arrossamento cutaneo intorno a un capezzolo,
  • una secrezione purulenta e/o ematica dal capezzolo,
  • dolore costante in una zona della mammella o dell’ascella,
  • un gonfiore sotto l’ascella o intorno alla clavicola.

Tutti i segni e sintomi finora elencati sono ancora più indicativi di cancro mammario, se il paziente presenta i seguenti fattori di rischio:

  • sesso femminile (ricordiamo infatti che il cancro mammario può colpire anche l’uomo, ma molto più raramente);
  • età avanzata (>30 anni, specialmente superati i 50 anni);
  • fumo di sigaretta;
  • genetica (altri casi in famiglia: madre, sorella…);
  • mancanza di procreazione;
  • esposizione ad inquinamento atmosferico;
  • mancanza di allattamento al seno;
  • elevati livelli di alcuni ormoni;
  • dieta ricca di grassi;
  • obesità.

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Appendicectomia durata, tecnica, rischi, postoperatorio, convalescenza

MEDICINA ONLINE APPENDICE VERMIFORME APPENDICECTOMIA DURATA TECNICA RISCHI CONVALESCENZA ANESTESIA CHIRURGIA OPERAZIONE POST OPERATORIO MORTE.jpgCon appendicectomia in medicina si intende l’asportazione chirurgica dell’appendice vermiforme, che può avvenire tramite la chirurgia “open” (più invasiva) o mediante la più Continua a leggere

Punti di dolorabilità di fegato, colecisti, stomaco e pancreas

MEDICINA ONLINE ESAME OBIETTIVO ANAMNESI VISITA MEDICA GENERALE AUSCULTAZIONE ISPEZIONE PERCUSSIONE PALPAZIONE DIFFERENZA FONENDOSCOPIO STETOSCOPIO TORACE ADDOME VISCERI CUORE SUONI STETOFONENDOSCOPIO SEMEIOTICAPunti di dolorabilità epato-colecistica e gastrica

Punto cistico o punto di Chauffard
Incontro tra la X costa e il margine esterno delmuscolo retto addominale. E’ dolorabile nelle colecistiti acute già alla palpazionesuperficiale, nella litiasi biliare, nelle colecistiti acute e nelle discinesie colecistiche.

Punto epigastrico
Si trova immediatamente al di sotto del processo xifoideo.

Punto doloroso di Cruveilhier
Individuato all’unione del terzo superiore con i due terzi inferiori della lineaxifo-ombelicale; dolorabile nell’ulcera del cardias o del fondo.

Punto sottocostale ipocondriaco sinistro
Localizzato all’incontro del margine esterno del muscolo retto disinistra ed il bordo costale due dita sopra l’ombelico, dolorabile in caso di ulcera della parteinferiore del fondo gastrico.

Punto xifoideo di Ramond
Si trova sull’appendice ensiformeo processo xifoideo, alla pressione si determina dolore irradiato al dorso e alla scapola.

Punto celiaco di Ramond
Si trova 2-3 cm distalmente all’ombelico, a destra dello stesso.

Punto di Binet
Localizzato all’estremità della IX costa del lato destro.

Punto di Abraham
Si trova a metà della linea tra ombelico e IX costa di destra.

Punto frenico destro
Tra i due capi clavicolari del muscolo sternocleidomastoideo di destra.

Punto di Schmidt
Al muscolo trapezio e al plesso brachiale di destra.

Punto ipocondriaco sinistro
Si trova sul margine sternale della IX costa a 10-12 cm dall’ombelico.

Punto di Boas
Si trova a lato della X e XII vertebra dorsale.

Punto di Guillame
E’ localizzato alla regione sacro-lombare, ai lati delle vertebre.

Punto di Leclerq
E’ individuato all’unione tra il margineinferiore della XII costa di destra ed il bordo esterno della massa muscolare lombare (in talesede il dolore può essere spontaneo)

Punti di dolorabilità pancreatica

Area coledocico pancreatica e punto di Desjardins
L’area coledocico pancreatica(Chauffard-Rivet) tra la xifo-ombelicale e la bisettrice dell’angolo formato a destra traquesta e l’ombelicale trasversa (proiezione di prima porzione duodenale, testa del pancreas ecoledoco) a 6 cm circa dall’ombelico. Il triangolo di Chauffard-Rivet risulta dolorabile nell’ulcera duodenale, nella pancreatite acuta e nella litiasi del coledoco. Il punto diDesjardins è situato sulla linea che unisce l’ombelico all’apice dell’ascella, a braccio addotto,a circa 5-7 cm dall’ombelico, corrispondente alla papilla del Vater; risulta molto dolente incaso di pancreatite. Tale area è anche considerata un punto di dolorabilità della colecisti.

Punto di Calot e Pic
Area pancreatica, situato simmetricamente al precedente, doloroso incaso di affezione del corpo del pancreas.

Punto di Mayo-Robson
Situato tra la punta dellaXI costa destra e l’ombelico nel punto di mezzo, presente nelle cefalo pancreatiti.

Zona di Orlowsky
Corrisponde all’angolo ottuso di destra determinato da due linee congiungenti leapofisi coracoidi con il punto di mezzo del legamento di Poupart ovvero legamentoinguinale

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Addome acuto: linee guida, assistenza, come si indaga e trattamento

MEDICINA ONLINE DOLORE 4 QUADRANTI SETTORI 9 REGIONI ADDOMINALI SEMEIOTICA ANATOMIA TOPOGRAFICA ORGANI CONTENUTI IPOCONTRIO FIANCO DESTRO SINISTRO IMMAGINI FOSSA ILIACA LINEA SOTTOCOSTALE BISILIACACon “addome acuto” (in lingua inglese “acute abdomen”) in campo medico ci si riferisce ad un quadro clinico di dolore molto intenso ed improvviso che compare a livello dell’addome. In campo sanitario alcuni contestano il termine addome acuto, preferendogli quello di “dolore acuto addominale” (abdominal acute pain) per sottolineare il ruolo del sintomo principale, il dolore.

L’addome acuto è un campanello d’allarme da non sottovalutare, visto che spesso compare in caso di gravi complicazioni nel corso di alcune malattie, non esclusivamente addominali, come le perforazioni intestinali, le emorragie endo-cavitarie e le pancreatiti acute necrotiche. Altre volte l’addome acuto può invece costituire uno dei momenti del decorso di un evento patologico presentandosi nel caso di colecistite acuta, coliche renali, appendiciti acute.

Classificazione delle cause

Pur manifestandosi a livello addominale non necessariamente l’addome acuto è legato a malattie degli organi contenuti in questa cavità e così è possibile distinguere cause:

  • endo addominali: quando sono coinvolti gli organi che vi hanno sede: intestino, fegato, pancreas;
  • extra addominali: a partenza da organi distanti: apparato renale, aorta toracica, cuore, polmone;
  • sistemiche o generali: nel caso di patologie non specificamente legate a un organo ma che coinvolgono l’organismo nella sua totalità.

Una eziologia così varia spiega la frequenza, calcolata in oltre il 10%, con cui si osserva nelle prestazioni erogate in regime di Pronto Soccorso.
Può andare incontro a risoluzione spontanea o, nei casi di pertinenza internistica, dopo terapia farmacologica, ma il più delle volte richiede un trattamento chirurgico tempestivo e pertanto costituisce una delle cause più frequenti di ricovero nei reparti di chirurgia d’urgenza.

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Sintomi legati all’addome acuto

L’addome acuto si manifesta con una sintomatologia in cui assume carattere predominante il dolore. Ad esso si associano variamente altri segni quale il vomito, i disturbi delle funzioni intestinali, l’irrequietezza motoria, la febbre, la tachicardia, la ipotensione fino allo shock.

Dolore

È il sintomo più importante e rappresenta la risposta a stimoli di natura:

  • chimica: sostanze liberate nel corso dei processi infiammatori o necrotici o venute a contatto con il peritoneo a seguito di perforazioni o emorragie (acido cloridrico, sangue, bile, succo pancreatico)
  • meccanica: per distensione della capsula degli organi parenchimatosi, per dilatazione acuta degli organi cavi o per spasmo della loro muscolatura liscia, per compressione e infiltrazione delle terminazioni nervose sensitive.

Può essere distinto in tre tipi:

TIPI DI DOLORE ADDOMINALE
Viscerale Puro Parietale Riflesso
protopatico – mal definibile epicritico – ben localizzato irradiato
stimolazione delle fibre nervose del viscere stimolazione delle fibre nervose della parete addominale afferenza cerebrale
profondo e riferito alla linea mediana circoscritto a un’area precisa proiettato in un’area lontana

Il dolore rappresenta un sintomo importante ma la complessità della sua genesi e la varietà delle sue manifestazioni lo rendono inaffidabile ai fini di una diagnosi di certezza. Deve comunque essere sempre attentamente indagato dal punto di vista anamnestico e clinico perché per alcune malattie le sue caratteristiche possono risultare patognomoniche:

  • tempi e modalità di insorgenza: il dolore può comparire all’improvviso, con carattere brutale, raggiungendo rapidamente l’acme, come accade nel corso di una perforazione intestinale (il paziente spesso lo riferisce come un ‘colpo di pugnale’) o di un infarto intestinale, altre volte può avere carattere meno intenso e una evoluzione più graduale come nel caso di una infiammazione appendicolare.
  • sede:
    • Il dolore, nelle fasi iniziali, può essere localizzato nel quadrante che rappresenta la proiezione cutanea dell’organo coinvolto. Una colecistite acuta può esordire con un dolore circoscritto all’ipocondrio destro; la perforazione di un’ulcera duodenale con un dolore all’ipocondrio destro o all’epigastrio. Nella patologia ovarica il dolore sarà localizzato alla fossa iliaca corrispondente; a quella di destra, o fossa ileo-cecale, sarà riferita anche la sintomatologia dolorosa di una appendicite o di una calcolosi ureterale destra.
    • In altri casi il dolore, inizialmente vago, profondo e riferito alla linea mediana, si localizzerà in un secondo tempo in una zona specifica. Ne è un esempio l’appendicite acuta che può presentarsi con un dolore diffuso, mal definibile, a sede periombelicale(dolore viscerale protopatico) per circoscriversi successivamente alla fossa iliaca destra, sua sede anatomica (dolore somatico parietale epicritico secondario al coinvolgimento del peritoneo parietale).
    • Altre volte il riferimento spaziale del dolore può risultare fuorviante inducendo a errori diagnostici anche gravi. Una perforazione dello stomaco esordisce abitualmente con un dolore violento ‘a colpo di pugnale’ in regione epigastrica che, col passare del tempo, si può localizzare nella fossa ileo-cecale (dove il peritoneo viene stimolato dal succo gastrico che vi si è raccolto per gravità dopo essere fuoruscito dalla perforazione), simulando patologie più riferibili a quella zona come quelle appendicolari o ovariche. Nel corso di pancreatite o di colecistite il dolore può essere riferito rispettivamente al rachide o alla regione sottoscapolare destra. Le frequenti anomalie di posizione e morfologiche dell’appendice vermiforme sono responsabili di quadri appendicolari atipici con dolore all’ipocondrio destro che simula una colica biliare, o dolore localizzato in regione retro o sovrapubica che fa pensare ad una patologia vescicale o ginecologica, legate all’eccessiva lunghezza dell’organo che proietta la propria punta nelle regioni rispettivamente sottoepatica o pelvica.
  • natura e tipologia: il dolore può essere continuo, tipico delle patologie infiammatorie o intermittente con i caratteri della colica, se legato a malattie dei visceri cavi come l’intestino, l’uretere, le vie biliari. Si presenta come crampiforme nelle forme iniziali di occlusione intestinale, a cintura o a a sbarra nelle pancreatiti o trafittivo ‘a colpo di pugnale’ nelle patologie perforative.
  • intensità ed evoluzione: il dolore, essendo un sintomo soggettivo, è vissuto in modo diverso dai pazienti in relazione alla loro capacità di sopportazione o soglia percettiva. Tuttavia per alcune patologie, una pancreatite necrotica, la dissecazione di un aneurisma aortico, un infarto intestinale, il quadro doloroso è drammatico.
  • evocabilità. Il dolore in quanto sintomo è soggettivo ma può essere valutato anche come segno obiettivo evocandolo con manovre particolari o esercitando pressioni in distretti specifici:
    • manovra di Murphy. Consiste nella palpazione profonda dell’ipocondrio destro piegando i polpastrelli delle dita in modo da uncinare l’arcata costale. La inspirazione profonda cui viene invitato il paziente, abbassando il diaframma, consente il contatto delle dita con il bordo epatico e con la colecisti. In presenza di patologia della colecisti e delle vie biliari la manovra suscita dolore e costringe il paziente ad arrestare l’inspirazione. Si parla in questo caso di positività della manovra.
    • manovra di Giordano. L’esaminatore percuote con il bordo ulnare della mano la loggia renale del paziente seduto e con il tronco flesso. Risulta positiva quando il colpo suscita un dolore violento e ciò accade in presenza di patologie renali o dell’uretere.
    • manovra di Blumberg. Questo manovra consiste nel poggiare delicatamente le dita della mano sulla parete addominale del paziente affondandola gradualmente (prima fase) e sollevandola poi di colpo (seconda fase). Si dice positiva se il dolore che il paziente avverte durante la prima fase della manovra e che è modesto, nella seconda fase aumenta di intensità diventando violento. Costituisce un segno diretto di peritonite.
    • manovra di Rovsing. Si esercita una pressione con le dita e il palmo della mano a livello della fossa iliaca sinistra. Quindi la mano viene spostata progressivamente verso l’alto a comprimere il colon discendente. Se la manovra evoca dolore nella fossa iliaca destra si dice positiva ed è un segno incostante di appendicite acuta.
    • manovra dello psoas. Nei casi in cui il paziente tiene la coscia flessa sul bacino in posizione antalgica l’estensione forzata dell’arto suscita dolore nella fossa iliaca dello stesso lato. Un’altra manovra, positiva nell’appendicite, consiste nel comprimere la fossa iliaca destra sollevando contemporaneamente l’arto del paziente, a ginocchio rigido. La conseguente contrazione del muscolo psoas esercita una pressione sul cieco e sull’appendice infiammata suscitando dolore.
    • pressione su punti specifici: sul punto di McBurney in caso di appendicite acuta, nello scavo del Douglas raggiungibile nella donna con una esplorazione vaginale e nel maschio con quella rettale, in caso di peritonite.

Nella tabella successiva sono riportate le principali e più frequenti cause di dolore addominale con le relative proiezioni topografiche.

Alcune delle cause del dolore acuto addominale e proiezione topografica
Ipocondrio Destro Epigastrio Ipocondrio Sinistro Mesogastrio Fianco e Fossa Iliaca Destra Fianco e Fossa Iliaca Sinistra Ipogastrio Tutti i quadranti addominali
Colecistite, Colangite Perforazione gastrica Infarto splenico Infarto intestinale Appendicite acuta Diverticolite del Sigma Cistite Occlusione intestinale
Ascesso subfrenico Pancreatite Perforazione della flessura splenica del colon Dissecazione dell’aorta Patologia ginecologica annessiale dx ed urologica Patologia ginecologica annessiale sn ed urologica Patologia utero annessiale Peritonite diffusa
Perforazione della flessura epatica del colon Infarto posteriore del miocardio Polmonite basale o infarto polmonare sn Appendicite in fase iniziale Ileite terminale Colica renale Malattie mediche (porfiria, diabete)
Appendicite (appendice sottoepatica) Calcolosi ureterale sn Appendicite (appendice pelvica)

Altri sintomi

  • Vomito.
    • Può presentarsi come fenomeno neurovegetativo associato a nausea e sudorazione.
      • Spesso si accompagna al dolore che, dopo l’episodio di vomito, si attenua. È un fenomeno tipico delle coliche biliari.
      • In alcuni casi segna l’esordio sintomatico della malattia. Nausea e vomito rappresentano spesso i primi e unici sintomi di una appendicite in fase iniziale. Ciò può indurre a una frettolosa diagnosi di ‘indigestione’. Contribuisce a questo errore, che può avere gravi conseguenze, anche la comparsa in tempi successivi di un dolore del tipo che abbiamo definito viscerale protopatico e che quindi viene riferito come profondo e localizzato nella zona peri-ombelicale e non alla fossa iliaca destra sede anatomica dell’appendice!
    • Può essere di natura ostruttiva. In questi casi il tipo, la quantità e la qualità del vomito serviranno ad identificare il livello dell’occlusione.
      • Nelle occlusioni alte sarà precoce e costituito essenzialmente da succhi gastrici. La presenza o assenza di bile (che viene secreta a livello della II porzione duodenale) contribuirà a distinguere ulteriormente il livello di ostruzione.
      • Nelle occlusioni medio basse, a livello intestinale e colico, il vomito interverrà più tardivamente assumendo spesso connotati fecaloidi per diventare più raro o mancare nelle ostruzioni a livello rettale.

Il vomito è responsabile, nei casi più gravi, di squilibrio idro-elettrolitico e acido-basico.

  • Alterazioni dell’alvo. Si possono riscontrare:
    • diarrea: in alcune appendiciti e peritoniti
    • chiusura a feci e gas: nelle occlusioni intestinali e in alcune peritoniti
    • melena: nelle emorragie intestinali alte (stomaco, duodeno, intestino tenue)
    • rettorragia: nelle emorragie intestinali basse (colon e retto)
  • Shock. Può intervenire nel corso di un quadro addominale acuto scatenato da patologie particolarmente gravi o non trattate tempestivamente:
  • cardio-vascolari come l’infarto del miocardio o l’infarto intestinale,
  • emorragiche endo-addominali come la rottura di milza o la gravidanza extra-uterina
  • emorragiche endo-luminali per sanguinamento a livello gastro-duodenale, intestinale, del colon.
  • settiche e tossiche per riassorbimento peritoneale di alcune sostanze: pus (infezioni), materiale necrotico (infezioni e tumori), liquame enterico (perforazioni).

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Diagnosi di addome acuto

La diagnosi di addome acuto, ovvia in presenza di un quadro clinico localizzato all’addome e caratterizzato dalla sintomatologia dolorosa, rappresenta solo un punto di partenza di un percorso a volte anche molto complesso finalizzato a stabilire:

  • se si tratta di un quadro addominale di natura medica o chirurgica e di conseguenza la destinazione del paziente che dal Pronto Soccorso va indirizzato ai reparti di competenza: medicina generale, chirurgia d’urgenza, unità di terapia intensiva coronarica, chirurgia vascolare
  • se la situazione, nei casi di pertinenza chirurgica, consente di attendere la formulazione di una diagnosi eziologica e quindi di porre una indicazione chirurgica ‘mirata’ o piuttosto richiede un intervento urgente e indifferibile che prescinde dall’accertamento della causa scatenante. A tale indicazione chirurgica ‘generica’ si ricorre di solito in caso di:
    • emorragia endocavitaria in atto: lesioni degli organi parenchimatosi milza e fegato, gravidanza ectopica
    • perforazione dei visceri cavi:stomaco, duodeno, intestino, vie biliari
    • sofferenza vascolare degli organi: strozzamento di ernie interne, volvolo, formazione di briglie cicatriziali, infarto intestinale.

Anche se oggi, nella maggior parte dei casi, sono le indagini strumentali e di laboratorio a fornire gli elementi decisivi per la diagnosi, la semeiotica classica conserva la sua importanza. È dall’osservazione del paziente e dal confronto tra i dati che essa offre con quelli forniti dalle ricerche strumentali che dipende l’impostazione di un corretto percorso diagnostico, la scelta di una terapia chirurgica urgente o l’impostazione di determinate terapie farmacologiche che, quando applicate tempestivamente, possono modificare la prognosi di gravi patologie come un infarto cardiaco o una chetoacidosi diabetica.

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Anamnesi

I dati anamnestici possono essere raccolti direttamente dal paziente o, in caso di sua incapacità a renderli, dai familiari o eventuali accompagnatori. Fornisce indizi importanti: una storia di malattia peptica indirizzerà verso una possibile complicanza perforativa, una di aritmia cardiaca verso un infarto intestinale, un evento traumatico farà pensare lesione di organi interni con conseguente emoperitoneo.

Esame fisico

  • Ispezione del paziente: consente di valutarne il colorito, l’aspetto, il decubito, il grado di sofferenza. In corso di una colica biliare o renale il paziente si mostrerà irrequieto e agitato, se in peritonite mostrerà un viso molto sofferente, la “facies peritonitica” e la posizione caratteristica in decubito laterale con le cosce flesse sul bacino.
  • Semeiotica dell’addome.
    • ispezione: consente di valutare il grado di distensione della parete, la presenza di eventuali ernie, laparoceli o aderenze intestinali con cicatrici da pregressi interventi chirurgici che per motivi diversi sono causa di occlusione intestinale.
    • percussione: con la quale si possono evidenziare aree di ‘ottusità’ dovute a versamenti di liquido o di ‘timpanismo’ per presenza di aria, liberi in cavità o sequestrati in grande quantità nelle anse intestinali dilatate per fenomeni occlusivi.
    • auscultazione: utile a determinare la presenza e l’entità della peristalsi intestinale e di eventuali rumori idro-aerei.
    • palpazione: determinante nell’accertare:
      • la positivizzazione di alcune manovre: segno di Murphy, di Blumberg, di Rovsing,
      • la dolorabilità di alcuni punti: cistico, di McBurney
      • la insorgenza della contrattura della parete che diventa rigida, di consistenza ‘lignea’ e che rappresenta un segno importante di peritonite.
  • Esplorazione rettale e visita ginecologica. Con le quali si può evidenziare una spiccata dolorabilità alla pressione in corrispondenza dello scavo del Douglas.
  • Rilevazione: della frequenza e dei caratteri del polso arterioso e della respirazione, della pressione arteriosa, della temperatura corporea.

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Diagnostica strumentale e di laboratorio

Alla risoluzione di molti dubbi contribuiscono in maniera decisiva le indagini strumentali e di laboratorio messe in atto fin dall’arrivo del paziente in Pronto Soccorso. Spesso da sole forniscono immediatamente gli elementi necessari alla diagnosi, altre volte hanno bisogno di essere ripetute nel tempo per delineare i contorni di una malattia e la sua evoluzione. Una semplice glicemia svela prontamente un diabete scompensato, una radiografia senza mezzo di contrasto evidenziando una “falce d’aria sottodiaframmatica”, e quindi la presenza di aria libera in cavità peritoneale, costituisce una valida indicazione all’intervento chirurgico, così come la presenza di liquido in addome facilmente evidenziabile con una ecografia. Esame che in condizioni favorevoli (assenza di meteorismo) può risultare determinante nello svelare patologie importanti a carico dell’aorta e del pancreas. Per altre situazioni patologiche come un quadro occlusivo, o una emorragia gastro-enterica è la ripetizione di una radiografia o un emocromo o un esameTC che permette di valutare l’andamento clinico e suggerisce la scelta terapeutica.

Si riportano di seguito gli esami di routine o più frequentemente impiegati:

Esami di Laboratorio

  • Emocromo, ematocrito,
  • Azotemia, glicemia,
  • Dosaggio degli elettroliti,
  • Emogasanalisi,
  • Gruppo sanguigno e Fattore Rh,
  • Test di gravidanza.

Esami strumentali

  • Radiologia
    • Radiografia del torace in due proiezioni
    • Radiografia dell’addome senza mezzo di contrasto
    • Radiografia dell’addome con mezzo di contrasto iodatonidrosolubile se si sospetta una perforazione
    • Tomografia assiale computerizzata con mezzo di contrasto endovena
  • Ecografia

Diagnosi differenziale

In presenza di un Addome acuto occorre prendere alcune decisioni importanti che si presentano generalmente in quest’ordine:

  • Stabilire se si tratta di un quadro addominale chirurgico vero o falso, come spesso viene chiamato quello conseguente a patologie di pertinenza internistica:
    • Porfiria, Malattie del collageno, Crisi emolitiche, Chetoacidosi diabetica, Patologie urologiche, Infarto polmonare, Distensione acuta della glissoniana
  • Nell’ambito delle patologie di interesse chirurgico riconoscere le situazioni che richiedono l’intervento immediato:
    • Peritonite in atto
      • da processo flogistico a carico di un organo: appendice, colecisti, intestino, salpingi…
      • da perforazione di un organo cavo: stomaco, duodeno, tenue, colon, colecisti, appendice…
    • Emorragia endocavitaria: rottura di milza o di fegato, gravidanza ectopica…
    • Sofferenza vascolare: infarto intestinale, strozzamento erniario, briglie aderenziali
  • Per le altre decidere ‘se’ e ‘quando’ intervenire.

Un addome chirurgico infatti non implica necessariamente il trattamento operatorio, o quanto meno quello urgente. Per principio il ricorso alla terapia chirurgica di elezione è preferibile a quella di urgenza perché consente di pianificare l’intervento e quindi di ricorrere a laparatomie mirate ma soprattutto di preparare adeguatamente i pazienti. Inoltre molte patologie, anche gravi, possono andare incontro a risoluzione spontanea o dopo terapia medica. Un caso emblematico è quello della patologia appendicolare. Le appendiciti sono tra le prime cause di morbilità chirurgica, hanno un decorso imprevedibile, in molti casi sono di difficile inquadramento e richiedono una attenta valutazione diagnostica in senso differenziale; richiedono in definitiva una attesa vigile.

Alla diagnosi differenziale spetta quindi il compito più difficile. Fortunatamente essa si può giovare di numerose indagini strumentali, in particolare la TC, e di laboratorio ma certamente a fondamento di ogni decisione resta l’osservazione clinica del paziente perché permette di cogliere il momento in cui, come detto, un quadro acuto addominale diventa una emergenza addominale chirurgica: quando la contrattura della parete addominale è presente, non vi è più tempo di discutere sulla temperatura, che può essere normale, di prendere dieci volte un polso che sembra rassicurante, di rallegrarsi perché il vomito non è peggiorato. L’ora delle consultazioni e delle chiacchiere è passata quando, con tutta certezza, è l’ora del bisturi .

Terapia generale

Ogni addome acuto deve essere trattato, fin dall’inizio, con una serie di provvedimenti miranti a impedire o correggere gli squilibri idro-elettrolitici indotti da patologie come l’occlusione intestinale o dal vomito e dalla diarrea associate anche ad altre malattie, a sostenere l’attività cardiaca e la volemia, a fornire una adeguata copertura con antibiotici. Un discorso a parte merita la terapia del dolore in quanto, pur essendo opportuna e spesso inevitabile, va intrapresa con la consapevolezza che la somministrazione di questo tipo di farmaci può alterare la tipologia del dolore e mascherare situazioni gravi come la insorgenza di una peritonite.

Terapia specifica

Le patologie mediche capaci di determinare un addome acuto sono molteplici e ciascuna di esse richiede una sua terapia specifica. Per quanto riguarda quelle chirurgiche occorre distinguere tra gli interventi “esplorativi” e quelli “curativi”. Questi ultimi, finalizzati al controllo e alla eliminazione della causa scatenante, dipendono dalla patologia in essere: tumorale, infiammatoria, degenerativa. Gli interventi di laparotomia detti “esplorativi” comunque si propongono anche come curativi. Negli ultimi anni ha assunto una importanza sempre maggiore la chirurgia laparoscopica che da molti chirurghi viene preferita a quella aperta tradizionale. Essa infatti, essendo controindicata o inadatta in alcune situazioni come gli stati emorragici o perforativi e negli stati occlusivi avanzati, presenta molti vantaggi:

  • Sotto l’aspetto diagnostico rappresenta la soluzione ideale perché consente di esplorare tutta la cavità addominale sfruttando una via di accesso minima.
  • Essendo mini invasiva incide meno sulle condizioni generali del paziente ed evita gravi sequele legate alle laparatomie tradizionali come il laparocele.
  • Dal punto di vista terapeutico consente di risolvere rapidamente alcune situazioni patologiche come la lisi di aderenze tra i visceri o l’asportazione di briglie stenotizzanti e di affrontarne adeguatamente tante altre che sono di sua competenza.
  • Quando si riveli insufficiente o inadatta può essere rapidamente “convertita” in laparatomia tradizionale.

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Manovra e segno di Rovsing positivo o negativo: cos’è e cosa indica

MEDICINA ONLINE MANOVRA SEGNO ROVSING SIGN BILIRUBINA EMOLITICO COLESTATICO OSTRUTTIVO NEONATALE SIGNIFICATO CISTIFELLEA SCLERA COLECISTI BILE CISTICO COLEDOCO COMUNE FEGATO PANCREAS DULa manovra di Rovsing è una manovra utilizzata in semeiotica medica per indagare la presenza di un dolore addominale e di una patologia. La sua positività indica la probabile presenza di appendicite acuta. Il dolore trafittivo si manifesta in seguito a pressione nella fossa iliaca sinistra (quadrante inferiore sinistra); in caso di presenza di rene a ferro di cavallo si ha la comparsa di dolore paraombelicale con la distensione del rachide.

Come si esegue la manovra di Rovsing

Per eseguire la manovra di Rovsing, seguire i seguenti step:

  1. il paziente deve essere steso e supino (con la pancia in alto);
  2. il medico, con le dita e il palmo della mano, esercita una pressione sull’addome a livello della fossa iliaca sinistra;
  3. la mano viene spostata progressivamente verso l’alto a comprimere il colon discendente;
  4. se la manovra evoca dolore nella fossa iliaca destra, il segno di Rovsing si dice positivo ed è un segno di probabile appendicite acuta.

Cosa indica il segno di Rovsing positivo?

Come appena ricordato, il segno di Rovsing positivo è indice della probabile presenza di appendicite acuta, a tal proposito leggi anche: Appendicite acuta e cronica: cause, sintomi e terapie

Il segno di Rovsing è sufficiente per fare diagnosi?

No. Come sovente accade in semeiotica, il segno di Rovsing positivo rappresenta una indicazione di diagnosi e NON è sufficiente da solo per fare alcuna diagnosi precisa: quest’ultima va infatti indagata proseguendo con esami diagnostici di laboratorio (esami ematochimici) e di diagnostica per immagini (ecografia, RX…) che possono evitare falsi positivi e negativi.

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Manovra e segno dello psoas positivo o negativo: cos’è e cosa indica

MEDICINA ONLINE MANOVRA SEGNO PSOAS SIGN ITTERO BILIRUBINA EMOLITICO COLESTATICO OSTRUTTIVO NEONATALE SIGNIFICATO CISTIFELLEA SCLERA  COLECISTI BILE CISTICO COLEDOCO COMUNE FEGATO PANCREAS DUODENO DIGESTIONE DIGERENTE.jpgLa manovra dello psoas è una manovra utilizzata in semeiotica medica per indagare la presenza di un dolore addominale. La sua positività indica una possibile appendicite acuta.

Come si esegue la manovra dello psoas

La manovra dello psoas si esegue tramite questi step:

  1. il paziente è steso e supino (con la pancia in alto);
  2. il medico, con le dita e il palmo della mano, esercita una pressione sull’addome a livello della fossa iliaca destra;
  3. contemporaneamente viene sollevato l’arto del paziente, a ginocchio rigido;
  4. questa manovra comporta la contrazione del muscolo psoas che a sua volta preme sul cieco e sull’appendice: in presenza di appendicite tale manovra suscita dolore.

Cosa indica il segno dello psoas positivo?

Come prima ricordato, il segno dello psoas positivo è indice della probabile presenza di appendicite acuta, a tal proposito leggi anche: Appendicite acuta e cronica: cause, sintomi e terapie

Il segno dello psoas è sufficiente per fare diagnosi?

Se il segno dello psoas è positivo, la persona ha sicuramente l’appendicite? No. Come sovente accade in semeiotica, il segno dello psoas positivo rappresenta una indicazione di diagnosi e NON è sufficiente da solo per fare alcuna diagnosi precisa: quest’ultima va infatti indagata proseguendo con esami diagnostici di laboratorio (esami ematochimici) e di diagnostica per immagini (ecografia, RX…) che possono evitare falsi positivi e negativi.

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Segno di Blumberg positivo o negativo: cos’è e cosa indica

MEDICINA ONLINE Appendicite Punto di McBurney DOLORE 4 QUADRANTI SETTORI 9 REGIONI ADDOMINALI SEMEIOTICA ANATOMIA TOPOGRAFICA ORGANI CONTENUTI IPOCONTRIO FIANCO DESTRO SINISTRO IMMAGINI FOSSA ILIACA LINEA SOTTOCOSTALEIn medicina il segno di Blumberg è un segno clinico che indica una infiammazione della parete del peritoneo. Si verifica quando il paziente prova un “dolore di rimbalzo” alla palpazione dell’addome.

Come si evoca il segno di Blumberg

  1. il paziente è in posizione supina;
  2. il medico esercita una pressione leggera sull’addome, partendo da zone non spontaneamente dolorose, alla ricerca di aree di contrattura, che talvolta è notevole (addome di legno o a tavola);
  3. il medico individua una zona di contrattura o dolorabilità evocata alla palpazione;
  4. in tale zona il medico, durante la palpazione, solleva bruscamente le mani dall’addome;
  5. se tale movimento genera dolore acuto trafittivo, o un’aggravarsi del dolore, il segno di Blumberg è positivo e ciò indica una possibile peritonite;
  6. se tale movimento non genera dolore acuto trafittivo, o non aggrava il dolore, il segno di Blumberg è negativo, tuttavia non esclude necessariamente la presenza di una patologia addominale.

Data la frequenza con cui si presenta in urgenza, il segno di Blumberg viene spesso ricercato nell’area dove è più probabile la sede dell’appendice, nel cosiddetto punto di McBurney, che si trova a due terzi sulla linea che unisce la spina iliaca antero-superiore destra all’ombelico (vedi foto in alto). Dato che la reazione al dolore è discriminante ai fini dell’esecuzione della manovra, la ricerca del segno di Blumberg andrebbe effettuata possibilmente SEMPRE prima della somministrazione di un qualsiasi farmaco antinfiammatorio (o comunque con effetti antalgici) che potrebbe invalidare il risultato, dando dei falsi negativi, cioè il medico – in assenza di dolore, grazie all’azione del farmaco – è portato a pensare che non ci sia patologia quando invece essa è presente.

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Significato patologico

Il dolore evocato dalla pressione è segno di peritonite, cioè di infiammazione del foglietto parietale peritoneale; la sua localizzazione è estremamente importante nelle fasi precoci di peritonite, in quanto essa inizia immediatamente al di sopra dell’organo il cui interessamento ha dato origine all’infiammazione. Più avanti nel decorso della malattia viene progressivamente colpita un’area sempre più vasta, con la comparsa dell’addome a tavola. Il dolore acuto che insorge quando la mano viene ritirata è dovuto allo sfregamento dei foglietti sierosi del peritoneo che sono interessati dal processo infiammatorio, ed è tipico di questa condizione; la positività al segno di Blumberg viene utilizzata per discriminare inizialmente la peritonite da altre patologie ad interessamento addominale. Tranne nei casi evidenti accompagnati da altra sintomatologia concorde, la diagnosi iniziale sarà poi confermata da ulteriori esami strumentali, utili anche a localizzare l’origine dell’infiammazione.

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