Ecocolordoppler dei tronchi sovraortici: come si effettua e quali patologie studia

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-poligono-di-willis-anatomia-varianti-ana-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenza-ecoCosa studia l’ecocolordoppler?

L’ecocolordoppler permette lo studio sia della morfologia (anatomia) che dei flussi (emodinamica) delle arterie. E’ perciò possibile studiare alcune caratteristiche morfologiche quali il diametro e lo spessore della parete oltre alle caratteristiche del flusso , quali la velocità e la direzione. Il “color” permette di ricostruire in tempo reale, sull’immagine anatomica ottenuta con il bidimensionale, le mappe dei flussi guidando poi i rilievi del Doppler spettrale.

Quali arterie si studiano?

Possono essere studiate le principali arterie che nutrono le strutture del capo. Le arterie carotidi comuni (destra e sinistra) che risalgono il collo ed in prossimità della mandibola si suddividono nell’arteria carotide interna che irrora gli organi contenuti nella cavità cranica e l’arteria carotide esterna che si distribuisce alla superficie esterna del cranio e della faccia. Le arterie vertebrali nascono alla base del collo e decorrono nel collo dentro un canale osseo formato dalle vertebre cervicali; da cui, attraverso il foro occipitale, entrano nel cranio e si uniscono per formare il tronco basilare che a sua volta si divide nelle due arterie cerebrali posteriori. I due sistemi, il vertebro-basilare ed il carotideo, si congiungono alla base del cervello attraverso altre due arterie denominate arterie comunicanti formando così un poligono arterioso detto del Willis.

Come si effettua l’esame?

Il paziente è in decubito supino con il capo iperesteso e rivolto dalla parte controlaterale rispetto all’arteria esplorata. La sonda viene orientata in modo da seguire il decorso anatomico delle arterie. Quando si ottiene una buona immagine bidimensionale si procede alla valutazione del flusso con il Color Doppler e sulla guida di questo si ottiene il Doppler spettrale per stimare con esattezza la velocità del flusso.

Quali malattie studia l’ecocolordoppler?

La malattia aterosclerotica è la patologia più frequentemente studiata nel distretto dei tronchi sovraortici. La placca carotidea è la lesione aterosclerotica più frequente. Può essere eseguito uno studio morfologico della placca che consente di definirne la composizione (cosiddette placche soft o hard), l’esetnsione in lunghezza, l’eccentricità, le caratteristiche della superficie e le eventuali complicanze quali l’ulcerazione, l’emorragia intraplacca e la trombosi). L’analisi morfologica permette una prima stima di quanto la placca ostruisca il flusso (stenosi); stenosi importanti possono spiegare i disturbi del circolo cerebrale. Ma è importante lo studio delle caratteristiche della superficie perché da esse dipendono le potenzialità emboligene; per cui una placca che di base non ostruisce il flusso di sangue, può diventare pericolosa perché dalla sua ulcerazione possono partire degli emboli che chiudono i vasi periferici più piccoli con grave danno sul nutrimento dell’encefalo. Una volta studiata l’anatomia, si studia con il Color Doppler ed il Doppler spettrale il flusso; l’associazione tra i dati anatomici e quelli flussimetrici permette la stima esatta dell’entità della stenosi ed indirizza verso una corretta terapia medica o chirurgica.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Dolore: esistono esami specifici per rilevarlo?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MAL DI SCHIENA LOMBALGIA ESERCIZI DOLORE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari An PeneIl dolore è un sintomo, cioè una sensazione oggettiva riferita dal paziente, quasi sempre il risultato di un danno organico o di un trauma. Tuttavia, poiché si tratta di una sensazione riferita (ed a volte addirittura “inventata” consapevolmente o inconsapevolmente dal paziente!) il dolore non può essere visto né “reso visibile” dal medico in modo diretto con le apparecchiature usate per le comuni indagini cliniche. Certamente però, gli strumenti in possesso del medico, sono in grado di “visualizzare” il dolore in modo indiretto. Attraverso i controlli – specie quelli appartenenti alla diagnostica per immagini – si può spesso facilmente capire dove sia l’origine del sintomo dolorifico e quali strutture nervose siano interessate.
Per chiarire la cause del dolore sono quindi utili tutte le indagini cliniche eseguite per la malattia di base come quelle radiologiche (per esempio radiografie, scintigrafie, ecografie, TAC, Risonanza Magnetica Nucleare) e gli esami di laboratorio. Inoltre, in alcuni casi, sono utili anche indagini di tipo neurofisiologico, che studiano sia la funzionalità dei nervi che dei muscoli, per esempio l’elettromiografia.

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Differenza tra ecocardiografia ed elettrocardiogramma

MEDICINA ONLINE DOPPLER ECO COLOR ECOGRAFIA VASI CUORE ATRIO VENTRICOLO VALVOLE PROLASSO INSUFFICIENZA STENOSI SANGUE FLUSSO FLUSSOMETRIA DIREZIONE CALIBRO MISURA DIAGNOSI CARDIOLOGIA FLL’ecocardiografia è una metodica diagnostica che utilizza alcuni tipi di onde sonore, chiamate ultrasuoni, per la formazione di immagini delle strutture del cuore.
L’insieme di queste immagini che viene fuori utilizzando questa tecnica è appunto l’ecocardiogramma.
L’esame ecocardiografico permette al cardiologo di studiare l’anatomia ma anche la funzione di tutte le parti del cuore, cioè muscolo, camere cardiache, valvole, pareti,di cui consente di misurare anche gli spessori. Esso viene sempre abbinato ad uno studio doppler (ecocolordoppler cardiaco) che permette di studiare il flusso del sangue all’interno del cuore ed eventuali riflussi da insufficienza valvolare, stenosi o prolassi.

Come si svolge l’esame?
Il medico passa una sonda cosparsa di gel sul petto del paziente e visiona le immagini del cuore sullo schermo dell’apparecchio.

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L’elettrocardiogramma è un esame diagnostico che consente la riproduzione grafica, su monitor o su carta, dell’attività elettrica del cuore durante il suo funzionamento, registrata dalla superficie del corpo. Mediante il monitoraggio dell’attività di pompaggio del sangue che il cuore esegue mediante contrazioni e rilasciamenti è possibile individuare l’eventuale presenza di una malattia cardiaca o di un disturbo del ritmo (aritmia).
Questo esame può essere eseguito a riposo, mentre il paziente è supino sul lettino, o sotto sforzo, mentre il paziente cammina su un tapis roulant o pedala su una cyclette.
L’elettrocardiogramma a riposo permette di misurare il ritmo del cuore e l’eventuale aumento della dimensione delle camere cardiache, può essere utile per individuare eventuali aritmie.
L’elettrocardiogramma sotto sforzo invece può essere di aiuto per la diagnosi di patologie cardiache latenti.

Come si svolge l’esame?
Il paziente viene invitato a scoprire il petto togliendo gli indumenti. Al paziente vengono applicati sulla pelle alcuni elettrodi, collegati attraverso fili elettrici a un apparecchio chiamato elettrocardiografo. Gli elettrodi e i fili captano e trasmettono l’attività elettrica del cuore all’elettrocardiografo che la elabora e la stampa su carta sotto forma di un tracciato grafico (elettrocardiogramma). Per approfondire: Elettrocardiogramma (ECG) a riposo e sotto sforzo: cos’è ed a che serve?

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Ecocolordoppler: cos’è, a che serve e come funziona?

MEDICINA ONLINE DOPPLER ECO COLOR ECOGRAFIA VASI CUORE ATRIO VENTRICOLO VALVOLE PROLASSO INSUFFICIENZA STENOSI SANGUE FLUSSO FLUSSOMETRIA DIREZIONE CALIBRO MISURA DIAGNOSI CARDIOLOGIA FLL’ecocolordoppler è una delle tecniche diagnostiche più utilizzate in ambito angiologico e cardiologico. Consiste in un’ecografia che permette di visualizzare il flusso di sangue, all’interno dei vasi e degli organi interni, mediante una ricostruzione computerizzata. L’esame è indolore e non invasivo dato che si svolge come una normale ecografia: semplicemente sull’area da esaminare viene posizionato del gel per ecografie che facilita il lavoro della sonda ecografica, la quale viene fatta passare sull’area da esaminare. L’immagine risultante viene visualizzata sul monitor del macchinario ed il medico ecografista osservando il monitor elabora la diagnosi. Come avete notato, una ecografia con ecocolordoppler è nella pratica identica ad una ecografia tradizionale, con la differenza che sul monitor il medico osserva la direzione del flusso di sangue all’interno di un vaso o del cuore, grazie alla sua colorazione rossa e blu:

  • il rosso indica che il flusso sanguigno è diretto verso la sonda (in avvicinamento);
  • il blu al contrario indica che il flusso sanguigno si allontana dalla sonda.

Sembrerebbe una informazione di poco conto, invece sapere se un dato flusso ha una direzione o un’altra è molto importante per il medico, soprattutto nell’ambito della flebologia, dell’angiologia, della chirurgia vascolare e nella cardiologia. Ad esempio, osservando il flusso sanguigno nel passaggio tra l’atrio sinistro ed il ventricolo sinistro del cuore, grazie al colore il medico può individuare un anomalo reflusso di sangue dal ventricolo all’atrio, segno dell’insufficienza della valvola mitralica: in parole semplici, la valvola non si chiude bene ed il sangue “torna indietro”, quindi sul monitor cambia colore da rosso a blu.

Quale zone del corpo si indagano?

Con una ecografia che sfrutta la tecnica Doppler si possono esaminare vari distretti del corpo. Quelli più studiati con questa tecnica in genere sono:

  • tronchi sovraortici;
  • flusso arterioso degli arti superiori e inferiori;
  • flusso venoso degli arti inferiori;
  • cuore e flusso sanguigno all’interno del cuore ed in uscita dal cuore;
  • vasi addominali;
  • circolazione cererbrale;
  • area scrotale e perineale.

Quali patologie si indagano?

L’ecografia con Doppler permette di diagnosticare varie patologie, tra cui:

  • insufficienza venosa;
  • aneurismi (dilatazione permanente di una arteria);
  • stenosi (restringimento) delle arterie;
  • trombosi venose superficiali e profonde;
  • varicocele;
  • microembolia cerebrale;
  • patologie delle valvole cardiache (in particolare insufficienze valvolari e prolassi).

Quali sintomi e segni suggeriscono l’uso di ecocolordoppler?

I sintomi e segni che dovrebbero suggerire al medico la necessità di eseguire una indagine mediante ecocolordoppler, sono:

  • caviglie gonfie;
  • crampi ai polpacci;
  • edema dell’arto coinvolto;
  • flebite;
  • formicolii alle gambe;
  • iperpigmentazione della pelle;
  • ispessimento della pelle;
  • pesantezza alle gambe;
  • prurito;
  • ulcere cutanee;
  • vene varicose;
  • presenza di “gomitolo di vasi sanguigni” nello scroto;
  • qualsiasi sintomo e segno che possa indicare la presenza di microemboli nella circolazione cererbrale;
  • qualsiasi sintomo e segno che possa indicare una patologia che riguardi il cuore, le sue valvole ed il suo flusso sanguigno.

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Ecocolordoppler arterioso e venoso degli arti inferiori e superiori

MEDICINA ONLINE DOPPLER ECO COLOR ECOGRAFIA VASI CUORE ATRIO VENTRICOLO VALVOLE PROLASSO INSUFFICIENZA STENOSI SANGUE FLUSSO FLUSSOMETRIA DIREZIONE CALIBRO MISURA DIAGNOSI CARDIOLOGIA FLL’Ecocolordoppler (ECD) arterioso e venoso è una tecnica diagnostica in grado di fornire un’immagine a colori delle principali vene e arterie degli arti inferiori e superiori, definendo estensione, dimensioni nonché direzione e velocità del relativo flusso ematico.

Permette di individuare la presenza di eventuali aneurismi, occlusioni o restringimenti dovute a placche a carico delle arterie; a livello venoso è possibile evidenziare trombi e ulcere così come verificare la funzionalità di alcune vene affette da varicosi e indirizzare lo specialista verso il trattamento/intervento più efficace.

È un esame non invasivo, per nulla doloroso, e ripetibile nel tempo senza alcun rischio per la salute. Quest’ultimo aspetto è garantito dall’uso esclusivo di ultrasuoni, radiazioni non ionizzanti e quindi non pericolose.

Come si esegue

Il paziente si trova sdraiato in posizione supina sul lettino. La sonda ecografica viene fatta passare su tutta l’area precedentemente cosparsa di un gel conduttore. L’esame dura mediamente 10-20 min.

Preparazione

Non è richiesta alcuna preparazione particolare.

Chi può effettuare l’esame

L’indagine è assolutamente priva di rischi e senza alcuna controindicazione, quindi eseguibile da chiunque a ad ogni età.

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Effetto Doppler: cos’è e come viene usato in campo medico?

MEDICINA ONLINE DOPPLER ECO COLOR ECOGRAFIA VASI CUORE ATRIO VENTRICOLO VALVOLE PROLASSO INSUFFICIENZA STENOSI SANGUE FLUSSO FLUSSOMETRIA DIREZIONE CALIBRO MISURA DIAGNOSI CARDIOLOGIA FLEBOLOGIA VARICI ARTI INFERIORI VENEL’effetto Doppler è un fenomeno fisico che consiste nel cambiamento, rispetto al valore originario, della frequenza o della lunghezza d’onda percepita da un osservatore raggiunto da un’onda emessa da una sorgente che si trovi in movimento rispetto all’osservatore stesso. L’effetto Doppler si può constatare nella vita di tutti i giorni quando, stando fermi in un punto, ascoltiamo la differenza nel suono emesso dalla sirena di una ambulanza quando si avvicina e quando si allontana. In avvicinamento il suono della sirena viene percepito con frequenza tanto più elevata rispetto a quella reale, quanto il mezzo di soccorso si avvicina. A mano che l’ambulanza si allontana, la frequenza percepita invece diminuisce rispetto a quella reale del mezzo fermo.

Il Doppler in astronomia

L’effetto Doppler, applicato alle onde luminose, è fondamentale nella astronomia radar. Interpretandolo come dovuto ad un effettivo moto della sorgente (esistono anche interpretazioni alternative, ma meno diffuse), è stato usato per misurare la velocità con cui stelle e galassie si stanno avvicinando o allontanando da noi.

Il Doppler in medicina

L’effetto Doppler è anche usato in medicina per la rilevazione della velocità del flusso sanguigno accoppiato con l’ecografia. Tale principio infatti è sfruttato dai Flussimetri Eco-Doppler (ADV, ovvero Acoustic Doppler Velocimeter), nei quali una sorgente di onde sonore, generalmente ultrasuoni, viene orientata opportunamente. Queste onde acustiche vengono poi riflesse con una nuova frequenza, a seconda della velocità vettoriale delle particelle sanguigne, rilevata e rielaborata in modo da ottenere tale misura di velocità. Un’altra applicazione è il laser Doppler imager, utilizzato in particolare per studi sull’angiogenesi, sulla disfunzione endoteliale, sulle ulcere cutanee, per la valutazione di prodotti farmaceutici o cosmetologici ad applicazione locale, per lo studio delle ustioni.

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Angina pectoris stabile, instabile, secondaria: sintomi, interpretazione e terapia

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE SINTO  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCon “angina pectoris” si intende un dolore al torace retrosternale (posteriore allo sterno, l’osso piatto e centrale del torace). L’angina pectoris non è quindi una vera e propria patologia, bensì un sintomo.

Da cosa è causato il dolore anginoso al petto?
È causato da un temporaneo scarso afflusso di sangue al cuore attraverso le arterie coronariche che determina mancanza di ossigeno al tessuto cardiaco. Il fenomeno prende anche il nome di ischemia; nell’angina pectoris l’ischemia è reversibile e non arriva al punto di provocare danno cardiaco permanente come invece avviene nell’infarto del miocardio. La malattia si manifesta abitualmente con dolore toracico improvviso, acuto e transitorio; sono stati descritti anche: pesantezza a torace e arti superiori, formicolìo o indolenzimento nella stessa sede, affaticamento, sudorazione, nausea. I sintomi possono essere molto diversi da individuo a individuo per intensità e durata.

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Classificazione dell’angina pectoris
L’angina pectoris si distingue in diverse forme:

  • Angina stabile o da sforzo: è innescata da uno sforzo fisico, dal freddo o dall’emozione. In questo caso il sintomo della malattia si manifesta quando si sta svolgendo l’attività fisica, soprattutto se esposti alle basse temperature, o all’apice di uno stress emotivo. È la forma più diffusa e anche quella maggiormente controllabile.
  • Angina instabile: in questo caso il dolore si presenta in maniera imprevista, anche a riposo, o per sforzi fisici modesti. La causa può essere l’ostruzione temporanea di una coronaria da parte di un coagulo, detto anche trombo, che si forma su una malattia aterosclerotica delle pareti vasali. Per questo rappresenta la forma più pericolosa, da trattare tempestivamente, in quanto fortemente associata al rischio di progressione verso un infarto acuto del miocardio. Si può considerare una forma di angina instabile anche l’angina variante o di Prinzmetal. L’angina variante è causata da uno spasmo in una delle coronarie, con restringimento importante, anche se temporaneo, del vaso fino a compromettere in modo significativo il flusso di sangue e causare ischemia associata a dolore toracico. L’angina di Prinzmetal è una malattia abbastanza rara che non è generalmente associata ad aterosclerosi del vaso coronarico interessato dallo spasmo.
  • Angina secondaria: vi rientrano tutte quelle forme di “ischemia” cardiaca che non sono provocate da restringimenti o ostruzioni coronariche, ma da altre patologie quali l’insufficienza aortica, la stenosi mitralica, l’anemia grave, l’ipertiroidismo e le aritmie.

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Quali sono le cause dell’angina pectoris?
L’angina è causata dalla riduzione, temporanea, dell’afflusso di sangue al cuore. Il sangue trasporta l’ossigeno necessario ai tessuti del muscolo cardiaco per vivere. Se il flusso di sangue è inadeguato si creano le condizioni per un’ischemia. La riduzione del flusso può essere prodotta da un restringimento critico delle coronarie (stenosi), tale per cui, in presenza di aumentate richieste di ossigeno da parte del tessuto cardiaco (durante attività fisica, freddo o stress emotivo), non vi è di fatto un apporto sufficiente. Questo avviene più spesso in presenza di aterosclerosi coronarica, malattia che coinvolge le pareti dei vasi sanguigni attraverso la formazione di placche a contenuto lipidico o fibroso, che evolvono verso la progressiva riduzione del lume o verso l’ulcerazione e la formazione brusca di un coagulo sovrastante il punto di lesione. L’ostruzione/restringimento della coronaria può avvenire più raramente anche per spasmo della stessa, solitamente senza alterazioni aterosclerotiche delle pareti vasali. Condizioni che favoriscono lo sviluppo di aterosclerosi sono il fumo, il diabete, l’ipertensione e l’obesità.

Quali sono i sintomi dell’angina pectoris?
I sintomi dell’angina includono:

  • Dolore acuto, pesantezza, formicolio o indolenzimento al torace, che talvolta si può irradiare verso spalle, braccia, gomiti, polsi, schiena, collo, gola e mandibola
  • Dolore prolungato nella parte superiore dell’addome
  • Mancanza di respiro (dispnea)
  • Sudorazione
  • Svenimento
  • Nausea e vomito

Come prevenire l’angina pectoris?
La prevenzione dell’angina pectoris si attua in primo luogo attraverso la prevenzione dell’aterosclerosi coronarica, mettendo in atto tutte le misure volte a controllare i principali fattori di rischio cardiovascolare. È necessario evitare la sedentarietà, effettuare un’attività fisica moderata e regolare; evitare, se si sono avuti episodi di dolore anginoso, sforzi eccessivi e fonti di stress psicofisico; evitare sovrappeso e obesità, seguire una dieta sana, povera di grassi e ricca di frutta e verdura; evitare pasti abbondanti e l’assunzione di alcolici; non fumare o smettere di fumare.
Chi soffre di diabete deve attuare tutte le misure per un controllo adeguato della glicemia. È necessario, inoltre, controllare periodicamente la pressione sanguigna.

Diagnosi ed interpretazione diagnostica
Chi ha un episodio di angina, anche sospetto, dovrebbe riferirlo tempestivamente al medico per gli esami del caso, che includono:

  • Elettrocardiogramma (ECG): registra l’attività elettrica del cuore e consente di individuare la presenza di anomalie suggestive per ischemia miocardica. L’Holter è il monitoraggio prolungato nelle 24 ore dell’ECG: nel caso di sospetta angina consente di registrare l’elettrocardiogramma nella vita di tutti i giorni e soprattutto in quei contesti in cui il paziente riferisce di avere la sintomatologia.
  • Il test da sforzo: l’esame consiste nella registrazione di un elettrocardiogramma mentre il paziente compie un esercizio fisico, generalmente camminando su un tapis roulant o pedalando su una cyclette. Il test viene condotto secondo protocolli predefiniti, volti a valutare al meglio la riserva funzionale del circolo coronarico. Viene interrotto alla comparsa di sintomi, alterazioni ECG o pressione elevata o una volta raggiunta l’attività massimale per quel paziente in assenza di segni e sintomi indicativi di ischemia.
  • Scintigrafia miocardica: è una metodica utilizzata per valutare l’ischemia da sforzo in pazienti il cui solo elettrocardiogramma non sarebbe adeguatamente interpretabile. Anche in questo caso Il paziente può eseguire l’esame con cyclette o tapis roulant. Al monitoraggio elettrocardiografico viene affiancata la somministrazione endovenosa di un tracciante radioattivo che si localizza nel tessuto cardiaco se l’afflusso di sangue al cuore è regolare. Il tracciante radioattivo emana un segnale che può essere rilevato da un’apposita apparecchiatura, la Gamma-camera. Somministrando il radiotracciante in condizioni di riposo e all’apice dell’attività si valuta l’eventuale comparsa di mancanza di segnale in quest’ultima condizione, segno che il paziente manifesta un’ischemia da sforzo. L’esame consente non solo di diagnosticare la presenza di ischemia ma anche di fornire un’informazione più accurata sulla sua sede e sull’estensione. Lo stesso esame può essere effettuato producendo l’ipotetica ischemia con un farmaco ad hoc e non con l’esercizio fisico vero e proprio.
  • Ecocardiogramma: è un test di immagine che visualizza le strutture del cuore e il funzionamento delle sue parti mobili. L’apparecchio dispensa un fascio di ultrasuoni al torace, attraverso una sonda appoggiata sulla sua superficie, e rielabora gli ultrasuoni riflessi che tornano alla stessa sonda dopo aver interagito in modo diverso con le varie componenti della struttura cardiaca (miocardio, valvole, cavità). Le immagini in tempo reale possono essere raccolte anche durante l’esecuzione di un test da sforzo, fornendo in quel caso informazioni preziose sulla capacità del cuore di contrarsi correttamente in corso di attività fisica. Analogamente alla scintigrafia anche l’ecocardiogramma può essere registrato dopo aver somministrato al paziente un farmaco che può scatenare un’eventuale ischemia (ECO-stress), permettendone la diagnosi e la valutazione di estensione e sede.
  • Coronografia o angiografia coronarica: è l’esame che consente di visualizzare le coronarie attraverso l’iniezione di mezzo di contrasto radiopaco al loro interno. L’esame viene effettuato in un’apposita sala radiologica, nella quale sono rispettate tutte le misure di sterilità necessarie. L’iniezione del contrasto nelle coronarie presuppone il cateterismo selettivo di un’arteria e l’avanzamento di un catetere fino all’origine dei vasi esplorati.
  • TC cuore o tomografia computerizzata (TC): è un esame diagnostico per immagini per valutare la presenza di calcificazioni dovute a placche aterosclerotiche nei vasi coronarici, indicatore indiretto di un rischio elevato di patologia coronarica maggiore. Con gli apparecchi attuali, somministrando anche mezzo di contrasto per via endovenosa, è possibile ricostruire il lume coronarico e ottenere informazioni su eventuali restringimenti critici.
  • Risonanza magnetica nucleare (RMN): produce immagini dettagliate della struttura del cuore e dei vasi sanguigni attraverso la registrazione di un segnale emesso dalle cellule sottoposte a un intenso campo magnetico. Permette di valutare la morfologia delle strutture del cuore, la funzione cardiaca ed eventuali alterazioni del movimento di parete secondarie a ischemia indotta farmacologicamente (RMN cardiaca da stress).

Trattamenti
Il trattamento dell’angina è diretto a migliorare la perfusione delle coronarie e a evitare il rischio di infarto e trombosi. La terapia include diverse opzioni, farmacologiche o interventistiche, che vengono valutate dal cardiologo in relazione al quadro clinico:

  • Nitrati (nitroglicerina): è una categoria di farmaci adoperata per favorire la vasodilatazione delle coronarie, permettendo così un aumento del flusso di sangue verso il cuore.
  • Aspirina: studi scientifici hanno appurato che l’aspirina riduce la probabilità di infarto. L’azione antiaggregante di questo farmaco previene infatti la formazione di trombi. La stessa azione viene svolta anche da altri farmaci antipiastrinici (ticlopidina, clopidogrel, prasugrel e ticagrelor), che possono essere somministrati in alternativa o in associazione all’aspirina stessa, secondo le diverse condizioni cliniche.
  • Beta-bloccanti: rallentano il battito cardiaco e abbassano la pressione sanguigna contribuendo in questo modo a ridurre il lavoro del cuore e quindi anche del suo fabbisogno di ossigeno.
  • Statine: farmaci per il controllo del colesterolo che ne limitano la produzione e l’accumulo sulle pareti delle arterie, rallentando lo sviluppo o la progressione dell’aterosclerosi.
  • Calcio-antagonisti: hanno un’azione di vasodilazione sulle coronarie che consente di aumentare il flusso di sangue verso il cuore.

L’opzione interventistica include:

  • L’angioplastica coronarica percutanea, un intervento che prevede l’inserimento nel lume della coronaria, in corso di angiografia, di un piccolo pallone solitamente associato a una struttura metallica a maglie (stent), che viene gonfiato ed espanso in corrispondenza del restringimento dell’arteria. Questa procedura migliora il flusso di sangue a valle, riducendo o eliminando l’angina.
  • Bypass coronarico, un intervento chirurgico che prevede il confezionamento di condotti vascolari (di origine venosa o arteriosa) in grado di “bypassare” il punto di restringimento delle coronarie, facendo pertanto comunicare direttamente la porzione a monte con quella a valle della stenosi. L’intervento viene effettuato a torace aperto, con il paziente in anestesia generale e quasi sempre con il supporto della circolazione extra-corporea.

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Differenza tra risonanza magnetica aperta e chiusa

MEDICINA ONLINE Chirurgo Roma DIFFERENZA RISONANZA MAGNETICA APERTA O CHIUSA RAGGI X Medicina Estetica Riabilitazione Nutrizionista Dieta Grasso Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Luce Pulsata Macchie Cutanee PeneLa risonanza magnetica nucleare (RMN) – in inglese Nuclear Magnetic Resonance – anche chiamata semplicemente “risonanza magnetica” è una tecnica che appartiene al campo della “diagnostica per immagini”, utilizzata in campo medico dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, ed utilissima per poter indagare con precisione e specificità moltissime patologie, inizialmente specie quelle legate all’encefalo e al midollo spinale e successivamente anche quelle di altri distretti del corpo. Attualmente viene usata in svariati ambiti della medicina come quello neurologico, neurochirurgico, traumatologico, oncologico, ortopedico, cardiologico, gastroenterologico.

Vantaggi e svantaggi della risonanza magnetica

La risonanza magnetica, pur non essendo l’esame di prima scelta per indagare alcune specifiche malattie, ha molti vantaggi rispetto ad altre tecniche diagnostiche; ad esempio rispetto alla TAC non si usano raggi X e le sostanze di contrasto usate hanno minor rischio di reazioni allergiche. Tuttavia vi sono importanti controindicazioni all’uso della risonanza magnetica: in gravidanza deve essere preferita l’ecografia, inoltre non può essere praticata in soggetti portatori di pacemaker o con clip metallicheschegge metalliche nel corpo. Fino ad alcuni anni fa, una controindicazione relativa valeva per i soggetti claustrofobici: il paziente per sottoporsi all’esame (che dura circa 30 minuti) deve essere completamente immobilizzato, e di fatto rinchiuso all’interno di un’apparecchiatura molto grande e meccanica, ciò può creare qualche problema di adattamento ai soggetti più claustrofobici. Questo limito è superato appunto dalla risonanza magnetica APERTA.

La risonanza magnetica aperta indicata anche per claustrofobici

La risonanza magnetica aperta e quella chiusa sono tecnicamente la medesima cosa, differiscono solo nella struttura del macchinario: nella risonanza magnetica chiusa la struttura è a forma di tunnel mentre in quella aperta la struttura è appunto aperta. In questo modo è possibile ridurre gli stati di paura e di ansia, consentendo inoltre l’assistenza diretta di un accompagnatore nell’ipotesi in cui sia necessario, per alcuni soggetti particolari piuttosto a disagio con l’uso della risonanza tradizionale, come ad esempio gli anziani, i bambini, le persone in sovrappeso/obese, i disabili e le persone claustrofobiche.

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