I leggings: scopri se ci stai bene o se è meglio non indossarli

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSOSia durante l’inverno che durante l’estate, sono moltissime le donne che li indossano, sto parlando dei leggings. Ma siamo davvero sicuri che siano un capo d’abbigliamento adatto a tutte le gambe? Fermo restando che – per fortuna – ognuno col proprio corpo ci può fare quello che vuole (basta che sia legale!) e che la bellezza è soggettiva, in certi casi però il caro vecchio buon gusto sembra davvero averci abbandonato!

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Corsi e ricorsi storici nella moda
I leggings (chiamati in Italia anche “leggins”) sono un indumento molto aderente, indossato sulle gambe. Questo tipo di vestito dal nome così curioso, è andato per la maggiore negli anni Ottanta e primi anni Novanta, allora li chiamavamo fuseaux (da “fuso” per la forma che regala alla figura femminile), termine già usato dallo stilista italiano Emilio Pucci fin dagli anni ’50. Usati ben prima degli anni ’80 (quando si ebbe un vero e proprio boom grazie alla cantante Madonna che li indossò in Cercasi Susan disperatamente del 1985), resi famosi anche da molte storiche icone della moda, come ad esempio la grandissima Audrey Hepburn, che li indossa nei film Sabrina ed in Cenerentola a Parigi. Come spesso succede in questo campo, tali aderentissimi pantaloni sono tornati di moda negli ultimi tempi, dal 2005 in poi, grazie anche alla loro comodità, ma anche alla sensualità che sicuramente sprigionano se portati nella maniera adatta. Solitamente i modelli attuali sono realizzati in elastam, o in filati misti di nylon e cotone o poliestere, ma esistono anche modelli realizzati in lana o seta, o latex.

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I leggins mettono in risalto i difetti
Il peggior difetto di questi pantacollant è quello di mettere in risalto i difetti, anche in chi non ne ha di particolarmente evidenti, e perciò bisognerebbe pensarci bene quando si sceglie di indossarli, soprattutto se volete far colpo su un ragazzo dai gusti particolarmente raffinati!
Quando la moda li ha riproposti, gli stilisti li hanno abbinati a lunghissime maglie o a mini dress, oggi, dopo qualche anno dal loro rilancio, le maglie si sono accorciate, e da sotto abito, il leggings è ritornato ad essere “pantalone”, mostrandosi aderentissimo sui glutei, con risultati che variano dall’estremamente sexy all’estremamente ridicolo. Infatti tutte le cose che gli stilisti lanciano in passerella, non sempre sono mettibili dalla gente comune (anzi diciamo proprio la maggior parte!): così dovrebbe essere anche per i leggings. Quindi la prima domanda che ci dobbiamo fare è…

A chi stanno bene i leggins?
Ovviamente la bellezza è un fatto relativo, ed è scontato che tutte le donne hanno il diritto di indossarlo se ne hanno voglia, a prescindere dalla forma del proprio corpo e della propria linea, ma credo di poter dire – con un buon margine di certezza – che ci sono delle gambe che stanno oggettivamente meglio coi leggins ed altre meno. Essendo tagliato alla caviglia, o peggio al polpaccio, i pantacollant sicuramente non slanciano le gambe ma le accorciano.
In più se le caviglie non sono sottili, l’interruzione in quel punto le evidenzierà e le penalizzerà. Se poi si sceglie il modello al polpaccio è necessario possederlo molto fine e avere un’altezza, a mio avviso, superiore al metro e 65. Certo che se i leggings saranno infilati in un paio di stivali questi due difetti decadono perché è come indossare dei collant, quindi l’idea di indossare un dato paio di scarpe, risulterà spesso una mossa estremamente vincente.

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I leggings evidenziano un corpo sproporzionato
Il difetto principe però che i leggings mettono in evidenza è la sproporzione. Essi avvolgono la gamba in tutta la sua lunghezza e sono aderenti a polpaccio e caviglia: tali due fattori creano un’illusione ottica per la quale se il bacino non è della stessa dimensione delle larghezza delle caviglie, i fianchi risulteranno più grandi. Quindi i leggings vanno meglio a chi ha i fianchi e il bacino piccolo (o comunque di misura simile alla distanza tra le caviglie), altrimenti – se la misura dei fianchi è molto più pronunciata – è meglio optare dei pantaloni che siano più larghi in basso, oppure – se la temperatura lo permette – per gli shorts.

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I leggings evidenziano la cellulite
L’altro difetto che è messo in evidenza solo da leggings in tessuto sottile o sformato o di bassa qualità è la cellulite a vista. Oltre alla cellulite tutti i rotolini, le culotte de cheval e i polpacci da calciatore vengono messi in chiara evidenza da questo tessuto, perciò i leggings donano a chi è magra, alta, slanciata, ha il bacino piccolo, le caviglie sottile e sedere e cosce sode. Chi è robusta, formosa o semplicemente non longilinea, ha caviglie grosse, fianchi larghi o anche semplicemente normali e un po’ di curve non starà bene con i leggings! Ma anche chi è magra e ossuta, con gambe molto sottili risulterà ancora più magra se lì indosserà soprattutto in colori scuri.

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I vantaggi di portare i leggings
Ma quindi i leggings vanno sempre evitati? Certamente no, se portati con sicurezza e con un corpo in buone condizione di linea, sono molto sexy ed hanno anche alcune indiscutibili qualità, tra cui una importante è sicuramente la comodità: sono freschi d’estate e caldi d’inverno, ma attenzione, questa comodità non deve prevalere sul buongusto. Quindi si ai leggings sotto abitini e maxi pull anche per chi è in sovrappeso o non è “perfetta” come una modella, ma per favore evitiamo di metterli come se fossero il più bel paio di pantaloni che abbiamo e prima di uscire di casa siate oneste con voi stesse e con quello che c’è al di sotto della vostra zona lombare! Prima di chiudere eccovi il “Codice di condotta dei leggings”, ed alcuni consigli per abbinarli al meglio!

Il Codice di condotta dei Leggings

1 I leggings non dovrebbero essere né troppo stretti né troppo larghi: dovrebbero essere sufficientemente aderenti. Quelli di pelle sono molto attillati, dunque non perdonano certi inestetismi.

2 I leggings non sono pantaloni. In casa possono essere comodi se abbinati ad una maglia, ma uscire senza mettere nulla per coprirli può svelare un po’ troppo. Questo vale anche per le ragazze dal fisico perfetto. Non abbinarli solo ad una maglia o ad una giacca lunga. Sebbene questi capi coprano il sedere, il look comunque non sarà completo.

3 Non metterli con le scarpe sbagliate. I leggings stanno bene con gli stivali che arrivano alle ginocchia o alle caviglie, i sandali e le infradito. Se vuoi abbinarli ad un paio di tacchi alti, il risultato finale non deve essere volgare, dunque studia bene il resto dell’outfit. I leggings possono anche essere abbinati alle ballerine e ai mocassini, l’importante è che la scarpa vada bene per il resto dell’outfit.

4 Assicurati che i leggings siano sufficientemente lunghi. Ricorda anche che dopo un bel po’ di lavaggi potrebbero restringersi. Quando i leggings lunghi si accorciano e arrivano fino alle caviglie, usali solo per stare in casa.

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Come abbinare al meglio i leggings?
I leggings non sono riservati solo alle adolescenti e alle ventenni: anche negli ambienti di lavoro creativi, come gli uffici di pubbliche relazioni, le aziende di moda, le redazioni o le agenzie pubblicitarie, puoi osare e dare sfogo alla tua originalità. Invece, nei luoghi di lavoro più formali, assicurati che il codice di abbigliamento della tua azienda non sia troppo severo prima di indossare i leggings: questo capo è sicuramente casual. Se sei l’ultima arrivata, osserva per un certo periodo le tue colleghe per vedere se li indossano. In tal caso, opta per leggings di alta qualità, come quelli classici in cotone, scamosciati, di pelle o di denim scuro, evitando quelli di cotone. Con questa varietà a tua disposizione, creerai numerosi outfit. Ricorda la regola d’oro: non metterli mai come se fossero dei pantaloni. Se indossi dei leggings di pelle ed una maglia per andare a lavorare, sembrerai poco professionale ed i tuoi colleghi potrebbero cominciare a farsi un’idea poco lusinghiera di te. Scegli preferibilmente i leggings neri – o comunque scuri – e monocolore per andare a lavorare. Quelli con i motivi a fantasia sono più adatti alle ragazze molto giovani.

1 Abbina i classici leggings neri in cotone ad una camicia. Per avere un’immagine più seriosa, indossa una giacca in jeans. In alternativa, puoi scegliere anche di metterli con maxi t-shirt e sempre giacca di jeans. Ai piedi, in entrambi i casi, metti delle ballerine in nappa nera o stivaletti biker.

2 Indossa il chiodo in nappa nera, una maxi t-shirt in viscosa grigio mélange con stampe grafiche sul davanti e i leggings di jeans. Per le scarpe, scegli gli stivaletti biker, poi indossa una cintura con borchie alla vita e completa l’outfit con una borsa ampia in nappa nera. Se fuori c’è il sole usa gli occhialoni scurissimi.

3 Per un look sofisticato ed elegante abbina i leggings ad un maglione oversize e marca la vita con una cintura. Aggiungi degli stivali alti e adatti al maglione. Per indossare questo outfit al lavoro, il maglione dovrà essere di eccellente qualità.

4 Scegli dei leggings in denim e abbinali con una tunica morbida, delle ballerine e un chiodo in nappa. Aggiungi una collana o un foulard. Sarai trendy e casual allo stesso tempo.

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PS Quello che è scritto nelle righe sopra, non vuole assolutamente impedire a nessuna donna di indossare liberamente ciò che più le piace. Concettualmente, quello che avete appena letto, è un po’ come sulle riviste di moda, dove ci sono articoli che ci dicono – ad esempio – che un certo tipo di costume da bagno sta meglio ad un fisico più asciutto, ed un altro taglio di costume sta bene a chi ha le forme. Si tratta di trovare l’abito giusto per valorizzare i propri punti forti e nascondere i propri piccoli difetti. Ecco, qui è la stessa cosa: i legging sono un abito che sta meglio ad un certo tipo di fisico piuttosto che ad un altro. Liberissime tutte voi di indossarlo, ma forse il vostro fisico potrebbe essere penalizzato dai legging e valorizzato da un altro capo di abbigliamento. Poi… Viva la libertà di andare in giro come si vuole, anche in pigiama se si desidera!

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Dismetria degli arti inferiori: una gamba è più corta dell’altra

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO PAPA FAMIGLIA NEONATO BAMBINOCon “dismetria degli arti inferiori” si indica una differenza di lunghezza dei segmenti ossei degli arti inferiori. La dismetria è un problema molto comune, dato che le due parti del corpo umano (emisoma) non sono mai perfettamente simmetriche. Le cause di tale patologia sono numerose e si distinguono in «congenite» (emiipertrofie, arti ipoplasici, displasie scheletriche) e «acquisite» (traumatiche, infettive, infiammatorie, neurologiche). In assenza di patologie specifiche, la differenza tra gli arti inferiori può essere semplicemente idiopatica (cioè presente senza causa apparente). È spesso difficile in questi casi capire se l’arto «malato» è quello più lungo oppure quello più corto. Nel neonato possono insorgere alcune patologie per cui il femore o la tibia (o entrambi) di un arto risultano più lunghi rispetto all’altro. Tutte queste vanno valutate con molta attenzione.

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Thigh-Gap: l’ossessione delle teenager per il varco tra le cosce impossibile da raggiungere

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologo Nutrizionista Cellulite Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Thigh-Gap ossessione teen ager varco tra le cosceUn inglese lo chiama “thigh gap”, un francese invece “espace entre les cuisses”, un italiano lo potrebbe chiamare “spazio tra le cosce”: è l’ultima moda tra le adolescenti, soprattutto in USA ed in Francia, dove le giovani statunitensi e francesi – tramite internet – si scambiano consigli su come ottenere il famoso spazio tra le cosce, alcuni anche pericolosi, come digiuni prolungati e sessioni interminabili di ginnastica. L’obiettivo estetico è chiaro: stando in posizione eretta, a piedi uniti, le cosce non devono toccarsi tra loro. Il fatto curioso è che fino a non molti anni fa questa distanza tra le cosce era considerata un difetto tra le donne, ma i gusti estetici – si sa – cambiano nel tempo.

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I rischi del thigh gap

Medici e pediatri (si perché il fenomeno è diffuso anche tra le bambine) cercano di fare capire alle giovanissime che avere il tanto agognato “spazio” non è tanto una questione di peso, né di magrezza, quanto di morfologia e quindi di genetica. E’ infatti l’ampiezza del bacino a determinare la “concavità” delle cosce, mentre il peso assume importanza secondaria: in pratica si può dimagrire e fare sport quanto si vuole, ma se la genetica non è quella giusta, il varco tra i due femori non si formerà mai. I rischi di inseguire questa caratteristica in modo ossessivo, sono ovviamente l’anoressia nervosa e la malnutrizione per difetto. Prima di chiudere il mio consiglio è quindi: non lasciate che un semplice spazio vuoto tra le gambe, influenzi così tanto (negativamente) la vostra vita!

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Carbossiterapia per ridurre la cellulite: micro-iniezioni di CO2

MEDICINA ONLINE MEDICINA ESTETICA BELLEZZA DONNA BELLA MAGRA PELLE NUDA SEXYSi chiama carbossiterapia ed è una terapia molto usata in medicina estetica per il trattamento della cellulite grazie alla somministrazione per via sottocutanea e per via cutanea di anidride carbonica allo stato gassoso. La carbossiterapia è un trattamento da richiedere al medico estetico ( non all’ estetista) che, con un ago minuscolo, inietta sottocute anidride carbonica medicale: un gas atossico che crea vasodilatazione, aumentando l’ ossigenazione dei tessuti. Non esiste alcuna tossicità. La CO2 può essere definita un farmaco naturale. Gli effetti sulla cellulite sono la levigazione della pelle a buccia d’ arancia e la riduzione di volume delle adiposità localizzate.

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La pressoterapia per combattere cellulite e gambe pesanti

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA NUDA BELLA CORPO ESTETICA BELLEZZA FISICO MAGRAMolte persone, in particolare le donne, soffrono di pesantezza e dolorosi gonfiori a gambe e caviglie, a volte sono anche interessati gli arti superiori. Le cause principali di tali spiacevoli sensazioni sono i disturbi della circolazione venosa e linfatica: in parte dovuti a edemi/linfedemi (accumulo di liquido interstiziale e ostacolata circolazione linfatica), in parte a lipoedemi (anormale accumulo sottocutaneo di cellule adipose) che aggravano il dolore muscolare, in particolare a chi sta a lungo in piedi o cammina molto.
Per combattere queste patologie ci è venuta in aiuto la pressoterapia (anche chiamata pressomassaggio), comparsa nel mondo della medicina estetica circa 20 anni fa e considerata ancor oggi una delle terapie non invasive più efficaci per combattere patologie e inestetismi specie degli arti inferiori. L’apparecchiatura di pressoterapia si è evoluta negli anni, nella sua versione più moderna è dotata di regolazione della pressione e di programmi di pressomassaggio computerizzato adattabili alle esigenze del soggetto in trattamento. Tale tecnica ha riscosso molto successo e suscitato un interesse che è andato sempre più aumentando negli anni, dal momento che procura realmente una sensazione di benessere e leggerezza degli arti inferiori, già dalle prime applicazioni.

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La pressione facilita il drenaggio
Il massaggio, attraverso pressioni sequenziali dalla periferia degli arti verso i linfonodi, facilita enormemente il drenaggio del liquido interstiziale che “ristagna” e rende più efficienti circolazione venosa e linfatica, riducendo di conseguenza gli inestetismi che si riscontrano più frequentemente: il gonfiore determina ritenzione idrica, ipotonia dei tessuti e cellulite.
La pressoterapia può ancora essere ottimizzata dall’impiego aggiuntivo di soluzioni saline, alghe, gel o oli specifici ad azione drenante applicati sia manualmente, sia con l’ausilio di specifici bendaggi; inoltre può essere abbinata ad altri trattamenti di medicina estetica, impiegati per prevenire o attenuare le disfunzioni e gli inestetismi descritti sopra.
La pressoterapia si utilizza soprattutto per il trattamento degli arti inferiori, delle braccia e della zona addominale, parti del corpo che presentano maggiormente problemi di tipo circolatorio venoso/linfatico, in alcuni casi è opportuno abbinare alla pressoterapia anche un ciclo di massaggi specifici per migliorare la circolazione e l’ossigenazione dei tessuti, inoltre è una tecnica che viene effettuata spesso subito dopo la cavitazione medica (in modo che i grassi vengano messi nelle condizioni di essere espulsi dall’organismo dopo che la cavitazione li ha mobilitati), ricordiamo però che dopo la cavitazione, in sostituzione della pressoterapia, si può effettuare anche un massaggio linfodrenante.

Come si svolge una seduta di pressoterapia medica?
Dopo aver effettuato una visita medica generale, importante per escludere eventuali controindicazioni, faccio stendere comodamente il soggetto su un apposito lettino e gli applico l’apparecchiatura. Prima di sottoporre il paziente all’azione della macchina, io effettuo dei massaggi specifici per riattivare il suo sistema linfatico. E’ infatti molto importante che ogni seduta di pressoterapia avvenga solo dopo aver sbloccato manualmente i centri di raccolta del sistema linfatico (svuotamento delle stazioni linfonodali, partendo da quelle sopraclaveari, passando poi a quelle inguinali e terminando con quelle poplitee). Una volta eseguito tale massaggio, che ha anche una funzione “rilassante”, metto in funzione il macchinario.
Il dispositivo dispone di varie “camere” separate, che sono posizionate intorno agli arti: questi applicatori speciali a forma anatomica (gambe, stivali, brevi gambe, braccia, addominali) vengono fatti indossare al paziente a seconda degli arti da trattare e sono tenuti in parallelo e in parte sovrapposti al fine di assicurare un gradiente di pressione per evitare la stasi o i ritorni dei flussi. Le camere possono essere anche applicate sull’addome come illustrato nella foto in alto nell’articolo.
Appena il macchinario è azionato, le varie camere si gonfiano di aria in sequenza, partendo da quella più periferica fino ad arrivare alle zone centrali. Ad esempio, se sottoponiamo una gamba alla pressoterapia, la prima camera d’aria che si gonfierà sarà quella vicina al piede, la seconda sarà al polpaccio e la terza sulla coscia. Queste sequenza è specificatamente studiata sul movimento del flusso venoso e linfatico. Una volta gonfiati tutti gli applicatori il trattamento finisce svuotandole tutte allo stesso tempo, la sequenza riparte di nuovo e così via, in “rotazione”, per tutta la durata dell’applicazione. La sequenza appena citata è quella “di base”: possono esserci delle variazioni in base alle necessità del paziente.

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Durata del trattamento e prezzi
Ogni seduta dura dai 15 ai 30 minuti, a volte anche di più, a seconda delle esigenze del paziente. I benefici si apprezzano fin dalla prima seduta, tuttavia solitamente i risultati migliori si ottengono portando a termine un ciclo completo che ha durata variabile in base al paziente, solitamente il ciclo è composto da dieci o dodici sedute. Ovviamente la durata totale del trattamento dipende molto dal bisogno del paziente e dalla sua situazione di partenza. In generale, in questa sede, non posso davvero definire una durata standard della terapia, perché applico uno schema diverso basandomi sulla condizione clinica di ogni singolo soggetto. In generale una seduta singola può costare circa 30-60 euro a seconda della zona da trattare ed a seconda del professionista. Considerando che un ciclo di trattamenti è composto da circa 10 sedute, la pressoterapia non è propriamente una terapia economica, ma i risultati ci sono e non solo a livello estetico: la salute della vostra circolazione vi ringrazierà e sentirete le vostre gambe leggere e belle come non le sentivate da tempo!

Quali sono i benefici?
Progettata per migliorare la circolazione sanguigna e linfatica, la pressoterapia riduce l’edema linfatico agli arti e il gonfiore addominale, ed è indicata in caso di cattiva circolazione o per insufficienza venosa, migliorando il flusso di ossigeno lungo il corpo e alleviando il senso di dolore e di fatica alle gambe. Come già detto all’inizio di questo articolo, la pressoterapia può anche essere utilizzata in combinazione con impacchi di alghe per disintossicare, tonificare, migliorare la circolazione e aumentare il drenaggio linfatico: non è in grado però di riparare i danni strutturali (degenerazione di pareti delle vene, flebotrombosi, ecc).

Terapia linfodrenante casalinga
Vi riportiamo una lista di prodotti per una terapia linfodrenante che potete usare comodamente a casa. Se soffrite di gambe pesanti, gonfiori, cellulite e dolori agli arti inferiori, potrebbero essere un ottimo investimento per la vostra salute e la vostra bellezza:

Possibili controindicazioni
La pressoterapia è assolutamente controindicata in gravidanza, in caso di trombosi venosa profonda, di insufficienza arteriosa periferica grave, di neoplasie e di insufficienza cardiaca. Oltre alle controindicazioni assolute appena elencate ci sono una serie di controindicazioni relative a condizioni infettive locali e generali (possibili infezioni della gamba, tromboflebiti, dermatiti). Proprio per escludere eventuali controindicazioni, io effettuo una accurata visita medica di controllo prima di iniziare il trattamento, visita che può arrivare a comprendere – in alcuni casi specifici – anche una ecografia ecocolordoppler vascolare degli arti inferiori. La pressoterapia, soprattutto se condotta con parametri massimali, può avere degli effetti collaterali anche gravi: è quindi consigliabile non esagerare con i valori pressori e con la frequenza delle sedute (massimo 3 volte a settimana) e, se possibile, abbinare il massaggio linfodrenante e attività sportiva, specie se condotta in acqua. Come abbiamo visto, la pressoterapia – pur sembrando un trattamento innocuo – ha importanti controindicazioni e procedere con una seduta in presenza di esse può arrecare danni anche gravi alla vostra salute: per questo motivo deve essere sempre eseguita da personale altamente qualificato e con macchinari a norma.

Associare la pressoterapia ad altri trattamenti di medicina estetica
Il trattamento della pressoterapia può essere associato ad altri trattamenti medici estetici che vengono applicati al fine di prevenire o ridurre la cellulite e gli accumuli di cellule adipose, come ad esempio i massaggi o trattamenti con fanghi. Personalmente ritengo l’associazione “cavitazione medica più pressoterapia” uno strumento veramente eccezionale: le pazienti ne sono davvero soddisfatte!

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