Defecografia: cos’è, a che serve, come ci si prepara, è dolorosa?

MEDICINA ONLINE DEFECOGRAFIA DEFECOGRAMMA ESAME TEST ENTEROCLISMA PERETTA CLISTERE EVACUATIVO PULIZIA COLON MICROCLISMA INTESTINO STIPSI COSTIPAZIONE FECALOMA FECI DURISSIME DEFECAZIONELa defecografia è un esame radiologico utilizzato per studiare le disfunzioni del pavimento pelvico che causano problemi nella defecazione. Viene eseguito utilizzando un mezzo di contrasto baritato diluito, iniettato direttamente nell’ampolla rettale. In alcuni casi , se richiesto, vengono opacizzate anche le anse del piccolo intestino con mezzo di contrasto baritato per bocca, la vescica mediante mezzo di contrasto iodato posizionando catetere vescicale o anche la vagina (nelle donne) per studiare i rapporti reciproci degli organi opacizzati durante la defecazione.

A cosa serve la defecografia?

La defecografia permette di studiare le fasi della defecazione e di identificare eventuali alterazioni patologiche che compromettono il normale svuotamento dell’ampolla rettale. È quindi indicata in caso di stipsi cronica, di problemi di evacuazione incompleta, di incontinenza, di prolasso rettale, rettocele o di cistocele. In caso di incontinenza offre indizi sulle possibili cause e sull’entità del problema.

Sono previste particolari norme di preparazione?

Circa due ore prima di una defecografia è necessario effettuare un clistere.

Quali pazienti possono sottoporsi all’esame?

Tutti i pazienti che soffrono di problemi sopracitati, tranne le donne in gravidanza.

È doloroso o pericoloso?

L’esame defecografico non è né doloroso, né pericoloso.

Come funziona la defecografia?

L’ampolla rettale viene riempita con un mezzo di contrasto contenente bario ad alta densità utilizzando una siringa con cono catetere. In questo modo viene simulata la consistenza delle feci. Il paziente viene quindi fatto accomodare su un apposito sedile e si procede alla radiografia utilizzando un apparecchio che permette di riprendere i movimenti del retto ed eventualmente degli ulteriori organi cavi precedentemente opacizzati. La ripresa viene effettuata lateralmente. Durante l’esame l’operatore inviterà il paziente a contrarre i muscoli pelvici. L’esame termina con l’espulsione del bario.

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Emocromo: guida completa a tutti i valori del sangue normali e patologici

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE FECI URINE GLICEMIA ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME ML’emocromo è uno degli esami del sangue più richiesti e importanti. Il sangue è costituito da una parte liquida detta plasma e da una parte corpuscolata, costituita da cellule. Le cellule si dividono in globuli rossi o eritrociti, globuli bianchi o leucociti e piastrine o trombociti. L’emocromo, in un’unica voce, racchiude diverse misurazioni, vediamole in dettaglio.

I globuli rossi

I globuli rossi, o eritrociti o emazie sono cellule prive di nucleo, a forma di disco biconcavo di 7,3 µ di diametro. Sono prodotti dalle cellule della serie eritroblastica del midollo osseo. I globuli rossi contengono l’emoglobina (Hb) che trasporta l’ossigeno e conferisce al sangue il tipico colore rosso.

I valori medi di eritrociti sono 5 milioni/mm3 nell’uomo e 4,5 milioni/mm3 nella donna.

La riduzione dei globuli rossi è detta anemia. Nella pratica clinica si utilizza il valore dell’emoglobina; la diagnosi di anemia si pone per valori di emoglobina minori di 13 g/dL per l’uomo e di 12 g/dL per la donna.

L’anemia può derivare da diminuita produzione dei globuli a livello del midollo osseo, solitamente per deficit di un componente fondamentale dell’eritropoiesi (ferro o acido folico o vitamina B12) o da aumentata distruzione dei globuli rossi circolanti (anemia emolitica) o da perdita per emorragia.

La sintomatologia dell’anemia varia in base ai valori di emoglobina e alla rapidità di insorgenza. Una anemia che si instaura rapidamente, ad esempio per emorragia o emolisi, può manifestarsi con una sintomatologia più grave anche per riduzioni dell’emoglobina di modesta entità, mentre una anemia che si instaura in tempi lunghi può rimanere anche asintomatica o manifestarsi con una sintomatologia lieve anche con valori di emoglobina molto bassi.

L’anemia lieve è spesso asintomatica. I sintomi tipici sono la stanchezza (astenia), affanno (dispnea) e palpitazioni, in particolare in corso di attività fisica. Se l’anemia è grave si può avere inoltre aumento della frequenza e della gittata cardiaca con cardiopalmo (percezione del battito cardiaco), fino allo scompenso cardiaco.

Si possono avere sintomi non direttamente riferibili all’apparato cardiovascolare, come cefalea (mal di testa), svenimenti (sincopi) ronzii auricolari (acufeni), vertigini, irritabilità, insonnia e difficoltà a concentrarsi.

L’aumento dei globuli rossi, anche fino a 12-15 milioni per mm3 si chiama poliglobulia o policitemia e può essere primitiva (policitemia vera di Vaquez) o secondaria a stimoli ambientali (altitudine) o malattie quali le cardiopatie congenite cianogene.

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Emoglobina ed ematocrito

Il valore dell’emoglobina esprime la sua concentrazione nel sangue intero, mentre l’ematocrito è la percentuale in volume di sangue intero comprendente gli eritrociti. La riduzione al di sotto del valore normale di questi due indici indica la presenza di anemia. Il range di normalità è ricavato da una distribuzione gaussiana intorno alla media normale in una popolazione sana, con variazione in base a sesso, età e gravidanza.

Tra emoglobina ed ematocrito esiste una correlazione costante espressa dalla formula

Ematocrito = Emoglobina × 3

L’emoglobina viene misurata direttamente mentre l’ematocrito è calcolato a partire dal numero dei globuli rossi e dal loro volume medio (MCV, vedere più avanti). Data questa correlazione costante i due valori sono intercambiabili e si possono utilizzare entrambi per la diagnosi di anemia. Per convenzione vengono comunque riportati entrambi. I valori di riferimento dell’emoglobina variano a seconda del laboratorio ma in generale si considerano normali valori compresi tra 14 e 18 g/dL per il maschio e 12 e 16 g/dL per la femmina.

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Diversi fattori possono variare il valore dell’emoglobina:

Condizione Variazione emoglobina
Età Ridotta nell’anziano (non tutti concordano)
Etnia Negli afro-americani minore di 1-2%
Altitudine Aumento di 1 g/dL ogni 3-4% di riduzione saturazione di O2
Posizione durante il prelievo La stazione eretta può aumentare il valore di 0,7 g/dL
Stress da prelievo Negli individui molto ansiosi o che provano molto dolore al momento del prelievo il valore di emoglobina può aumentare fino a 1 g/dL
Fumo di sigaretta Aumenta l’emoglobina di 0,5-1 g/dL soprattutto nel forte fumatore, per compensare l’ipossia indotta dal fumo

Un valore di ematocrito molto alto in ambito sportivo potrebbe indicare l’utilizzo farmacologico di eritropoietina, ormone che fisiologicamente stimola il midollo osseo a produrre globuli rossi, ai fini di aumentare il trasporto di ossigeno e quindi la prestazione.

Oltre ad essere una pratica scorretta espone anche l’atleta a rischi trombotici dovuti all’eccessiva viscosità del sangue.

Negli sport di resistenza, rispetto al sedentario, l’ematocrito può essere fisiologicamente normale o leggermente diminuito proprio per mantenere la fluidità del sangue necessaria a favorire la diffusione capillare dell’ossigeno nei tessuti periferici.

Indici eritrocitari (MCV, MCH, MCHC)

In aggiunta alla conta dei globuli rossi, nell’emocromo vengono valutati alcuni parametri, detti indici eritrocitari, che rendono possibile chiarire l’eziologia (la causa) di una eventuale anemia.

MCV

L’MCV o volume corpuscolare medio, rappresenta la misura del volume medio dei globuli rossi e permette di distinguere tra anemia normociticamicrocitica e macrocitica, rispettivamente quando il volume dei globuli è normale (80-96 fL), diminuito (<80 fL) o aumentato (>96 fL).

L’MCV potrebbe essere alterato anche in assenza di anemia, ad esempio in caso di alcolismo o per l’assunzione di alcuni farmaci.

L’MCV può essere tendenzialmente più alto nell’atleta di resistenza rispetto al sedentario.

Bisogna considerare che l’MCV esprime il volume medio dei globuli rossi e quindi, nel caso coesistano condizioni favorenti sia la microcitosi che la macrocitosi, potrebbe risultare normale; in questo caso uno striscio di sangue periferico, cioè la visione diretta del sangue del paziente, permetterà di distinguere le due diverse popolazioni cellulari.

MCV (fL) Cause più comuni
< 80 microcitosi anemia sideropenica (cioè causata da una carenza di ferro), talassemia
80-96 normale
>96 macrocitosi alcolismo, anemia megaloblastica, farmaci

Lo striscio di sangue periferico permette anche di valutare direttamente la morfologia delle cellule del sangue. Normalmente i globuli rossi sono di dimensioni costanti (7,3 µ) e di forma tondeggiante.

Si possono riscontrare numerose anomalie come elencato in tabella.

Anomalia Significato Condizione favorente
Anisocitosi Marcate differenze di dimensioni tra singole cellule Difetto di eritropoiesi, in particolare nelle anemie sideropeniche
Poichilocitosi Variabilità morfologica con forme particolari (racchetta, biscotto ecc.)
Anisocromia Marcate differenze di colorazione
Megalocitosi e macrocitosi I megalociti (14-16 µ) sono globuli rossi grossi e ovalari, i macrociti (9-12 µ) più tondeggianti I megalociti sono tipici dell’anemia perniciosa di Biermer
Microcitosi e sferocitosi Gli sferociti sono globuli rossi piccoli e tondeggianti, senza la tipica concavità Anemie sideropeniche e ittero emolitico (sferociti)

MCH

L’MCH o emoglobina corpuscolare media misura il peso dell’emoglobina nella media dei globuli rossi e in genere aumenta e diminuisce parallelamente all’MCV.

MCHC

L’MCHC o concentrazione di emoglobina corpuscolare media misura la quantità dell’emoglobina presente nella media dei globuli rossi in rapporto alle dimensioni.

RDW

L’RDW o volume di distribuzione eritrocitaria esprime la variabilità di dimensioni degli eritrociti, detta anisocitosi. Un aumento di questo indice potrebbe precedere la variazione dell’MCV e essere utilizzato insieme a quest’ultimo nella classificazione delle anemie.

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Conta dei reticolociti

I reticolociti sono globuli rossi “giovani” che al contrario delle cellule mature, prive di nucleo, contengono ancora del materiale genetico nucleare.

La conta dei reticolociti, che viene riportata come percentuale dei globuli rossi totali, esprime la capacità del midollo osseo di produrre globuli rossi.

Questo ci permette fare una iniziale distinzione tra anemia da ridotta produzione per incapacità midollare, e anemia per altre cause. In pratica quando si instaura anemia, il midollo cerca di compensare producendo più globuli rossi, e di conseguenza aumenta la percentuale dei reticolociti circolanti.

Globuli bianchi o leucociti

I globuli bianchi o leucociti si dividono in neutrofili, monociti, linfociti, eosinofili e basofili (per ulteriori dettagli vedere l’articolo sul sistema immunitario).

L’aumento o la diminuzione singola o combinata di ciascuna di queste cellule può causare rispettivamente leucocitosi (> 11.000/mm3) cioè aumento, o leucopenia, cioè diminuzione dei globuli bianchi.

Oltre alla conta dei vari tipi di globuli bianchi, nell’emocromo troviamo la cosiddetta formula leucocitaria cioè la percentuale di ciascuna tipologia cellulare rispetto al totale.

Si noti che i valori di riferimento variano molto a seconda del laboratorio di analisi e dei testi di riferimento, per cui può essere normale trovare sulle analisi valori di riferimento diversi da quelli riportati in tabella.

Globuli bianchi Percentuale
Neutrofili 45-65%
Linfociti 15-40%
Monociti 2-8%
Eosinofili 0-5%
Basofili 0-3%

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Neutrofili

La causa più frequente di leucocitosi è la neutrofilia (aumento dei neutrofili > 7.5×109 cellule/L). Nella pratica clinica la causa più comune di neutrofilia sono le infezioni, in particolare quelle di origine batterica che possono indurre un aumento dei neutrofili generalmente pari a 10-25×109 cellule/L. Alcune infezioni, ad esempio la polmonite pneumococcica inducono un aumento anche più spiccato, mentre in circa il 25% dei casi di infezioni batteriche non si riscontra neutrofilia. Le infezioni virali possono dare neutrofilia ma spesso sono associate a valori di globuli bianchi normali. La neutropenia (diminuzione dei neutrofili) è la più frequente causa di leucopenia. Le cause più frequenti di neutropenia sono le infezioni virali e l’assunzione di alcuni farmaci (ad esempio alcuni antibiotici).

Linfociti

La linfocitosi (aumento dei linfociti) può essere assoluta (condizione normale nei primi 4 o 5 anni di vita) o relativa, con aumento solo del valore percentuale nella formula leucocitaria. Le cause più comuni di linfocitosi spiccata sono le infezioni virali, in particolare la mononucleosi infettiva, la linfocitosi infettiva acuta e, tra le infezioni batteriche la pertosse. Linfocitosi di vario grado si osserva anche nelle leucemie. La linfopenia si può riscontrare in alcuni linfomi, ed è responsabile dell’immunodepressione tipica di queste malattie.

Monociti

La monocitosi (aumento dei monociti) si riscontra in corso di disordini ematologici (leucemie, linfomi, mieloma multiplo) e di infezioni (tubercolosi, endocardite, mononucleosi).

Eosinofili

L’eosinofilia (aumento degli eosinofili) si riscontra tipicamente nelle allergie e nelle parassitosi, nel linfoma di Hodgkin e nell’ infiltrato fugace di Loeffler. Può essere indotta da alcuni farmaci. L’eosinopenia (riduzione degli eosinofili) si può osservare nell’ileotifo, nell’infarto del miocardio ed in alcune malattie del corticosurrene.

Basofili

La basofilia (aumento dei basofili) può essere neoplastica, solitamente molto spiccata, e reattiva, di entità minore conseguente a reazioni allergiche, disordini endocrini, alcune infezioni.

Le piastrine

Le piastrine svolgono un importante ruolo nei processi di coagulazione del sangue e dell’emostasi.

I valori normali sono 200.000-300.000 × mm3.

La piastrinopenia o trombocitopenia (riduzione delle piastrine), si può manifestare, a seconda dell’entità, con sanguinamenti delle mucose, petecchie o ecchimosi.

Piastrine / µL Entità del sanguinamento
> 100.000 Nessun sanguinamento anomalo
50.000-100.000 Aumento sanguinamento per gravi traumi
20.000-50.000 Sanguinamento per traumi lievi
< 20.000 Sanguinamento spontaneo

Si distinguono piastrinopenie da ridotta produzione midollare o da aumentata distruzione, immunitaria e non immunitaria. Le principali cause di trombocitopenia sono la porpora trombocitopenica autoimmune, la gravidanza (5% dei casi), le malattie del tessuto connettivo (Lupus eritematoso sistemico), le infezioni virali (mononucleosi infettiva, HIV e citomegalovirus), la terapia radiante, l’alcool e alcuni farmaci (eparina). Le piastrinosi o trombocitosi (aumento delle piastrine) si classificano in fisiologiche, provocate da esercizio fisico o stress, reattive, conseguenti ad emorragie, anemia emolitica, infezioni o tumori e clonali, in corso di malattie linfo-proliferative. Si parla di trombocitosi per valori di piastrine superiori a 350.000-450.000 / µL.Le cause più comuni di trombocitosi reattiva sono le infezioni, in particolare quelle batteriche, le malattie infiammatorie (artrite reumatoide, polimialgia reumatica), la cirrosi epatica, l’anemia da carenza di ferro, alcuni tumori maligni.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Esame invasivo o non invasivo: significato ed esempi

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PSICHIATRIA MEDICINA DELLE DIPENDENZE DIRETTORE MEDICINA ONLINE TIROIDE BIOPSIA AGO ASPIRATO TIROIDE ENDOCRINOLOGO COLLO PUNTURA DOLORE INIEZIONE NODULO TIROIDEO CANCRO TUMORE

L’agoaspirato tiroideo è un esame più invasivo della semplice ecografia della tiroide

L’invasività è un parametro che viene utilizzato in medicina per descrivere la capacità di un esame clinico di penetrare le difese naturali dell’organismo umano e quindi procurargli danno. Può essere di grado moderato, medio o elevato. Anche una tecnica medica od un intervento chirurgico possono essere più o meno invasivi.

Invasività negli esami clinici

I diversi esami che vengono utilizzati in medicina per indagare le cause di una qualche malattia, hanno ognuno un potenziale di invasività che è utile al medico per scegliere quale esame sia meglio utilizzare, in rapporto alle condizioni di salute del paziente. Questo potenziale si riferisce alla possibilità che l’esame finisca per compromettere ulteriormente lo stato di salute del soggetto, invece di aiutare il medico a migliorarlo: questo perché gli esami più invasivi (per esempio prelievo di liquor cefalorachidiano, biopsia cerebrale) sono anche quelli che hanno la maggior probabilità di portare agenti contaminanti (virus, batteri, tossine, sporcizia) all’interno del distretto interessato, e di causare così un’infezione che finirebbe inevitabilmente per aggravare le condizioni del paziente; oppure, come nel caso della biopsia cerebrale, la sua pericolosità deriva anche dal fatto che un solo movimento errato del medico potrebbe seriamente danneggiare un’importante area encefalica, con conseguenze anche molto gravi.

Come regola generale, dunque, in medicina si tende a privilegiare sempre l’esame meno invasivo, mentre quelli più invasivi vengono utilizzati solo se il paziente è abbastanza in buona salute da poterli sopportare senza grossi rischi, oppure se le sue condizioni fanno supporre una patologia tanto grave da rendere accettabile il rischio di comprometterne ulteriormente la salute pur di ottenere una diagnosi migliore e potenzialmente salvavita.

Esempi di esami ad invasività differente

La misurazione della pressione arteriosa sistemica può avvenire mediante due metodi:

  • la misurazione della pressione arteriosa periferica viene effettuata mediante l’utilizzo di uno sfigmomanometro, cioè un bracciale la cui pressione sul braccio del paziente può essere regolata manualmente o elettronicamente dal medico stesso;
  • la misurazione della pressione arteriosa centrale viene effettuata mediante l’utilizzo di una sonda o catetere, che viene inserito nell’arteria femorale e va a misurare la pressione a livello dell’aorta ascendente.

La seconda tecnica, pur essendo più precisa della prima, non viene utilizzata di frequente proprio per la sua maggiore invasività: l’inserimento di un catetere arterioso centrale, infatti, comporta un rischio maggiore di quello del tradizionale sfigmomanometro, ed è da riservare ai casi in cui i benefici superano i rischi.

Un esempio di esame ad invasività moderata che viene utilizzato con una certa frequenza è il prelievo sanguigno: pur comportando l’inserimento di un ago in vena, e quindi un certo rischio correlato all’introduzione accidentale di microrganismi patogeni se l’ago non è ben sterilizzato, questo esame è l’unico in grado di darci tante informazioni sullo stato di salute dell’organismo con un rischio così piccolo. Il rapporto utilità/rischio molto favorevole lo rende quindi uno degli esami più utilizzati nella pratica medica di tutti i giorni.

Una ecografia della tiroide ha ovviamente una invasività decisamente minore rispetto allo stesso esame eseguito associandolo a biopsia, come anche una cavitazione per l’eliminazione del grasso corporeo ha una invasività molto più bassa rispetto ad una liposuzione. Una ecografia sovrapubica (eseguita con la sonda poggiata sul pube) ha una invasività minore di quella eseguita con una sonda transrettale (inserita nel retto) ed entrambe sono meno invasive di una laparoscopia che a sua volta è meno invasiva della chirurgia “open” (a “cielo aperto”).

Un esempio di come gli sviluppi tecnologici abbiano permesso di abbandonare tecniche più rischiose a favore di tecniche meno invasive, è rappresentato dalla diagnosi di encefalite, soprattutto per quanto riguarda le encefaliti da HSV. Fino all’inizio degli anni ’90, infatti, l’unico metodo che consentiva una diagnosi tempestiva di encefalite da HSV (permettendo così una sua rapida eradicazione prima dell’insorgere di gravi danni) era una biopsia cerebrale, tecnica però estremamente pericolosa per i motivi già ricordati. Al giorno d’oggi, con gli sviluppi della tecnologia, la biopsia cerebrale è stata abbandonata per un metodo molto meno invasivo, la ricerca di materiale virale nel liquor tramite PCR: pur non essendo scevra di rischi, questa tecnica permette infatti di evitare il contatto con le sensibilissime cellule encefaliche, ed è quindi dotata di un potenziale di invasività decisamente minore della biopsia cerebrale.

Attualmente, gli esami clinici con l’invasività più bassa e la più alta capacità di dare al medico informazioni sullo stato di salute del paziente, sono quelli appartenenti alla cosiddetta diagnostica per immagini: la radiografia, la RMN e la TAC.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Dolore: quando chiamare il medico e cosa riferirgli

Cassazione conferma solo il medico può fare il dietologo no nutrizionista distista biologoSe il dolore è lieve o è “conosciuto” (cioè è un tipo di dolore che si è presentato più volte nella vita ed il paziente ne conosce chiaramente le cause), si può ricorrere ai farmaci analgesici o antinfiammatori; a tale proposito leggi anche: Differenze tra Paracetamolo, Tachipirina, Ibuprofene, Aspirina, Efferalgan e Co-Efferalgan

Se invece il dolore è la prima volta che si presenta o è particolarmente intenso, occorre consultare il medico al quale è bene riferire preziose informazioni per permettergli una più attenta e precoce diagnosi. Del proprio dolore bisogna ricordare al medico, in particolare:

  • quando è insorto;
  • dove è iniziato e come si irradia;
  • se è insorto in seguito all’ingestione di cibi,
  • se è insorto in seguito a variazioni di clima, movimenti, emozioni;
  • se ci sono altri sintomi più o meno concomitanti quali: altri dolori, nausea, sudorazione, vertigini, pallore, stanchezza;
  • come è stata la sua evoluzione, per esempio, subito forte oppure in crescendo;
  • se c’è differenza di intensità tra movimento e riposo;
  • se c’è differenza di intensità tra posizione sdraiata o in piedi
  • se la pressione sulla parte dolente peggiora o migliora l’intensità
  • se disturba il sonno o no;
  • se in passato c’è già stato un dolore analogo e come è regredito.

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Broncoscopia: come ci si prepara all’esame?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma BRONCOSCOPIA POLMONARE BIOPSIA FA MALE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PenePrima di effettuare una broncoscopia non occorre alcuna particolare preparazione: è sufficiente essere a digiuno dalla sera precedente e non assumere liquidi per almeno 6 ore prima dell’esame. Se è in corso una terapia per via orale si può assumere il farmaco con poca acqua. Si consiglia chi si sottopone a broncoscopia di informare sempre preventivamente il medico sui farmaci che si stanno assumendo e/o sulla presenza di malattie o allergie di qualsiasi tipo. In particolare, occorre segnalare anche l’eventuale presenza di allergie agli anestetici locali.

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Come studiare bene e velocemente: i consigli migliori (terza parte)

 

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME STUDIARE BENE VELOCEMENTE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgPrima di iniziare la lettura, leggi:

1) Prendi buoni appunti a lezione

Assicurati di annotare tutto in maniera corretta, quando sei a lezione. Questo non significa essere ordinato o scrivere frasi complete, ma cogliere tutte le informazioni importanti. Per esempio, a volte potresti scrivere un termine detto dall’insegnante, per poi cercare la definizione a casa e trascriverla su un quaderno. Cerca di scrivere tutto quello che puoi.

  • Prendere buoni appunti a lezione ti obbligherà a essere sveglio e stare attento a tutto quello che succede in classe. Ti aiuterà anche a evitare di addormentarti.
  • Usa le abbreviazioni. Questo ti aiuta ad annotare velocemente le parole, senza scriverle in maniera completa. Cerca di creare un sistema di abbreviazioni personale, o usa quelle già esistenti, come “es.” al posto di “esempio”, “min.” al posto di “minimo”, “c.d.” al posto di “cosiddetto” e “par.” al posto di “paragrafo”.
  • Quando in classe ti vengono in mente delle domande, ponile subito. Intervieni nelle discussioni a lezione. Un altro modo per porti domande o creare collegamenti è scriverli ai margini degli appunti. Puoi guardarli quando sei a casa per trovare una risposta o approfondire una relazione mentre studi.

2) Riscrivi gli appunti a casa. Quando lo fai, concentrati sulla registrazione delle informazioni, non sulla comprensione o l’ordine. Riscrivili il prima possibile dopo la lezione, quando i concetti sono freschi nella tua mente. In questo modo, puoi completare totalmente le parti mancanti grazie alla memoria. Il procedimento di riscrittura è un approccio più attivo allo studio, perché coinvolge direttamente la mente nell’assorbimento delle informazioni. Se leggi e basta, puoi perdere facilmente la concentrazione. Scrivere ti obbliga a pensare ai concetti.

  • Questo non significa che tu non debba provare a capire o organizzare gli appunti. Evita solo di sprecare tempo per fare qualcosa in classe quando puoi occupartene o sistemarlo a casa. Gli appunti presi a lezione vanno considerati una bozza.
  • Potresti trovare più facile tenere due quaderni: uno per gli appunti presi a lezione, un altro per quelli riscritti.
  • Alcune persone scrivono al computer gli appunti, mentre altre trovano che la scrittura manuale aiuti a memorizzarli meglio.
  • Più parafrasi fai, meglio è. Lo stesso vale per il disegno. Per esempio, se studi anatomia, ridisegna a memoria il sistema che stai assimilando.

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3) Rendi interessante lo studio

Le argomentazioni logiche non ti motiveranno a studiare. Pensare “Se studio molto, mi laureerò e otterrò un buon lavoro” non ti sembrerà allettante. Trova qualcosa di appassionante, mentre impari. Cerca di capire la bellezza di ogni materia e, soprattutto, prova a collegarla a eventi della tua vita e aspetti di tuo interesse.

  • Questo collegamento può essere consapevole, per esempio decidi di elaborare reazioni chimiche, esperimenti fisici o calcoli matematici manuali allo scopo di dimostrare una formula, o inconsapevole, come andare al parco, guardare le foglie e pensare: “Uhm, fammi ripassare le parti della foglia che ho imparato a lezione la settimana scorsa”.
  • Usa la creatività per studiare. Prova a inventare delle storie che si adattino alle informazioni che stai studiando. Per esempio, cerca di scrivere un racconto in cui tutti i soggetti inizino per S, tutti gli oggetti per O e non ci siano verbi contenenti la V. Prova a creare una storia sensata con il lessico che devi imparare, figure storiche o altre parole chiave. Utilizza schemi pieni di simboli e colori.

4) Prima studia le materie difficili

Occupati delle discipline o dei concetti più complessi all’inizio della sessione di studio. In questo modo, hai abbastanza tempo per assorbirli e ti sentirai più energico e sveglio. Lascia gli argomenti più facili per l’ultima parte di studio, quando sei più stanco.

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5) Seleziona gli argomenti veramente importanti

Non sprecare troppo tempo per apprendere nozioni che non saranno argomento di esame o che vengono chiesti raramente. Concentra tutta la tua energia sulle informazioni importanti, quelle che davvero servono per superare la prova d’esame o la verifica. Prima di iniziare a studiare individua questi argomenti e dedicagli la parte iniziale dello studio, quando sei più fresco.

6) Forma un gruppo di studio

Riunisciti con 3-4 amici o compagni di scuola e chiedi a tutti di portare delle flash card. Scambiatevele e fatevi delle domande. Se qualcuno ha dei dubbi su un concetto, spiegatevelo a vicenda a turno. Importante: assicurati di chiamare persone effettivamente interessate a studiare e non gli “scansafatiche”!

  • Dividi i concetti tra i membri e chiedi a ognuno di loro di insegnare o spiegare questo argomento al resto del gruppo.
  • Dividi il gruppo in sottogruppi e assegna a ciascuno di essi un capitolo, in modo da riassumerne i concetti chiave. I sottogruppi possono poi presentarli al resto del gruppo, creare una scaletta o un riassunto di una pagina per gli altri.
  • Organizza un gruppo di studio settimanale. Ogni settimana, dedicala a un nuovo argomento. In questo modo, studi nel corso di tutto il quadrimestre o semestre, non solo alla fine.

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7) Mettiti alla prova

Dopo aver studiato per un certo periodo di tempo, mettiti alla prova negli ultimi 20 minuti. È un ottimo modo per rivedere tutto quello che hai appena preso in esame e per memorizzare meglio i concetti che hai imparato. Spesso i libri di testo contengono dei quesiti alla fine di ogni capitolo: prova a rispondere a tali quesiti. Se non sono presenti, puoi sempre usare la mano per nascondere le definizioni o parte dei tuoi appunti. Dopo aver risposto, controlla la correttezza della risposta.

8) Segna gli errori che fai

Seguendo la tecnica appena vista, qualora tu risponda in maniera errata, segnati su un foglio a parte l’errore e continua con altre domande. Alla fine prendi il foglio con tutti gli errori che hai fatto e cerca di ripassare solo gli argomenti ad essi relativi.

9) La sera prima dormi

Non passare la notte prima dell’esame o del test o dell’interrogazione a studiare: meglio una cena leggera, una rapida ripassata agli argomenti chiave ed una sana dormita!

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10) La mattina dell’esame

Evita di saltare la colazione: rischieresti di lasciare il tuo cervello senza carburante nel momento più importante! Preferisci latte scremato, yogurt magro, gallette integrali e frutta fresca.

11) Poco prima dell’esame

Stai per essere interrogato? Inutile passare gli ultimi momenti a rileggere mille argomenti: rischi solo di confonderti ancora di più le idee e di stressarti. Meglio chiudere il libro e cercare di rilassarsi, evitando di assumere litri di caffè e fumando sigarette a ripetizione.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Come studiare bene e velocemente: i consigli migliori (seconda parte)

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-5-migliori-libri-regalare-nerd-natale-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenza-ecogrPrima di iniziare la lettura, leggi la prima parte dell’articolo: Come studiare bene e velocemente: i consigli migliori (prima parte)

Ci sono molti modi diversi per memorizzare informazioni e per ognuno di noi ne esiste uno più efficace degli altri. Per trovare il miglior metodo di studio serve molta pazienza e tempo, ecco alcuni consigli che possono aiutarti a trovarlo.

1) Evidenzia i dettagli importanti

Usa un evidenziatore o sottolinea i punti principali del corpo del testo, in modo da poterli rintracciare più facilmente quando ripasserai i concetti. Non evidenziare tutto: sarebbe inutile! Invece, sottolinea solo le espressioni e le parole davvero più significative. È anche utile scrivere delle note a matita sui margini; sintetizza a parole tue o commenta i punti principali.

  • Puoi anche leggere solo queste parti allo scopo di ripassare velocemente i concetti imparati mentre sono ancora freschi nella memoria. Questo ti aiuterà ad assimilare i punti principali.
  • Se il libro di testo ti è stato prestato, allora puoi attaccare post-it colorati di vario tipo accanto alle frasi o ai paragrafi più importanti. Annota i tuoi commenti su questi bigliettini e sistemali in posti strategici.
  • Inoltre, è utile ripassare periodicamente in questo modo per rinfrescare nella mente i punti principali che hai già imparato. È necessario per ricordare una grande quantità di informazioni per un periodo prolungato, in vista di un esame finale o parziale – scritto o orale che sia.

2) Sintetizza o fai una scaletta dei concetti

Un metodo di studio utile consiste nello scrivere i concetti tratti dagli appunti e dal libro a parole tue. In questo modo, puoi pensare in maniera autonoma, senza usare il linguaggio del manuale. Incorpora i riassunti negli appunti, se c’è un collegamento. Puoi anche fare una scaletta. Organizzala in base alle idee principali e considera solo i punti secondari più importanti.

  • Se hai abbastanza privacy, è utile anche enunciare ad alta voce i riassunti allo scopo di coinvolgere più sensi. Se hai uno stile di apprendimento uditivo o impari meglio quando ripeti ad alta voce, allora questo metodo potrebbe aiutarti.
  • Se hai difficoltà a riassumere i concetti in modo tale da assimilarli, prova a insegnarli a qualcun altro. Fingi di essere un professore e di avere di fronte a te uno studente che non sa niente dell’argomento.
  • Quando fai riassunti, usa colori diversi. Il cervello ricorda le informazioni più facilmente quando vengono associate a un colore.

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3) Premiati ad ogni “obiettivo” raggiunto

E’ utile premiarti concedendoti una gratifica speciale dopo aver finito un lavoro importante. Ogni volta che finisci un paragrafo o un capitolo, premiati per motivarti.

4) Fai delle associazioni

Il modo più efficace per assimilare le informazioni è collegarle a quelle già esistenti e fissate nella tua mente. Usare tecniche mnemoniche può aiutarti a ricordare serie di dati difficili o consistenti.

  • Sfrutta al massimo il tuo stile di apprendimento. Pensa a quello che hai imparato già e che ricordi facilmente: testi di canzoni? coreografie? immagini? Adattali alle tue abitudini di studio. Se hai difficoltà a memorizzare un concetto, scrivi un testo musicale, adeguandolo alla melodia della tua canzone preferita e canticchialo. Puoi anche realizzare una coreografia rappresentativa o disegnare un fumetto. Meglio che il tutto sia creativo e “stravagante”: la maggior parte delle persone tende a ricordare i concetti espressi in questo modo con più efficacia rispetto a quelli enunciati in maniera noiosa.
  • Utilizza tecniche mnemoniche. Riorganizza le informazioni in una sequenza che trovi significativa. Per esempio, se vuoi ricordare le note della scala di Sol maggiore, crea la frase: Sai La Storia Di Re Mida, Fabio? (Sol, La, Si, Do, Re, Mi, Fa). È molto più facile ricordare una frase che una serie di note a caso. Puoi anche costruire un palazzo della memoria o usare la tecnica della stanza romana, molto utile per ricordare qualcosa in ordine cronologico, come la lista delle prime 13 colonie americane. Se la lista è corta, associa gli elementi utilizzando un’immagine nella tua testa.
  • Organizza le informazioni con una mappa mentale. Il risultato finale dello schema dovrebbe avere una struttura simile a una rete di parole e idee in qualche modo collegate nella mente dello scrittore.
  • Usa le tue capacità di visualizzazione. Costruisci un film nella tua testa che illustri il concetto che stai cercando di ricordare, e ripetilo diverse volte. Immagina ogni piccolo dettaglio. Utilizza i sensi: qual è l’odore? L’aspetto? La sensazione? Il suono? Il gusto?

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5) Spezza i concetti in parti più piccole.

Un metodo di apprendimento utile consiste nel suddividere gli argomenti in sezioni inferiori. Questo ti aiuta ad assimilare le informazioni gradualmente, invece di provare a capire tutto in una volta sola. Puoi raggruppare i concetti per argomento, parole chiave o altre tecniche che ritieni sensate. Il segreto è diminuire la quantità di informazioni imparate in una sessione, in modo da poterti concentrare sull’apprendimento di queste nozioni prima di proseguire.

6) Studia una sola materia alla volta

Studia una sola materia alla volta, altrimenti potresti farti distrarre da quello che devi imparare dopo o mischiare gli argomenti tra loro.

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7) Usa una parola chiave per ritrovare la concentrazione

Individua una parola chiave collegata a quello che stai studiando e, ogni volta che perdi la concentrazione, ti senti distratto o la mente vaga altrove, inizia a ripetere questo vocabolo nella tua mente finché non sarai ritornato all’argomento giusto. Per questa tecnica, la parola chiave non deve essere un termine singolo e fisso, ma cambia in base al tuo studio o lavoro. Non ci sono regole per selezionarla, e puoi usare qualsiasi parola che pensi possa aiutarti a ritrovare la concentrazione. Per esempio, quando leggi un articolo sulla chitarra, puoi usare appunto questa parola chiave. Mentre leggi, ogni volta che ti senti distratto, incapace di capire o concentrarti, inizia a ripetere il termine “chitarra, chitarra, chitarra, chitarra, chitarra” finché la mente non sarà tornata all’articolo e potrai proseguire.

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8) Non rimandare

Inizia a studiare presto per evitare di stressarti: abituati a non procrastinare, perché è una pessima abitudine. Alla fine, sarai felice di aver studiato regolarmente, senza ridurti all’ultimo minuto che è invece la maniera migliore per studiare male.

9) Non esagerare

Studiare per troppe ore consecutive è sbagliato come studiarne troppo poche: usa il buon senso!

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10) Crea una lista di studio o uno schema da portare sempre con te

Prova a condensare le informazioni necessarie in un unico foglio schematico, al massimo due, se strettamente necessario. Portalo con te e guardalo ogni volta che hai momenti di pausa nei giorni che precedono l’esame. Prendi gli appunti e i capitoli e organizzali in argomenti collegati tra di loro. Estrapola i concetti più importanti. Se li scrivi al computer, puoi esercitare un controllo maggiore sulla disposizione delle informazioni cambiando le dimensioni del carattere, gli spazi dei margini o le liste. Se impari meglio in maniera visiva, può aiutarti.

Continua la lettura con la terza parte dell’articolo: Come studiare bene e velocemente: i consigli migliori (terza parte)

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Come studiare bene e velocemente: i consigli migliori (prima parte)

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma IL MODO PER RIVOLUZIONARE TUTTO IL SISTEMA Studio Scuola Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pulsata Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaChe tu stia preparando un esame universitario, un concorso o una interrogazione al liceo, non importa: in tutti i casi è importante studiare bene. Per farlo segui questi pratici consigli che trasformeranno il tuo cervello in una potente arma da 10 e lode, sono gli stessi che ho usato io per laurearmi in medicina, quindi sono sicuramente efficaci!

1) Dormi a sufficienza

Ritagliati abbastanza tempo per dormire bene. Riposare adeguatamente ogni notte ti permetterà di sfruttare al meglio le ore dedicate allo studio. È importante durante il quadrimestre o il semestre, e lo è ancora di più poco prima degli esami. Alcuni studi hanno dimostrato che un sonno di qualità ha impatto sui test perché migliora la memoria e l’attenzione. Rimanere in piedi tutta la notte per studiare sembrerà una buona idea, ma cerca di evitare queste sessioni intense. Se studi nel corso delle settimane, non ne avrai affatto bisogno. Dormire bene ti aiuterà a rendere meglio. Se nonostante i tuoi grandi sforzi finisci comunque per dormire poco, fai un breve pisolino prima di studiare. Limitati a 15-30 minuti. Al risveglio, fai un po’ di attività fisica (come faresti durante una pausa) poco prima di metterti sui libri.

2) Libera la mente

Se hai molte cose a cui pensare, prenditi un momento per riflettere sulle tue preoccupazioni ed ai tuoi sentimenti. Nel momento in cui inizi a studiare – però – smetti di pensarci, altrimenti il tuo studio non sarà efficace.

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3) Elimina le distrazioni

Quando studi, i dispositivi elettronici possono distogliere la tua attenzione. Sono collegati ai social network, ricevono SMS, e internet può farti pensare ad altro. Imposta la modalità silenziosa sul cellulare o tienilo nello zaino, così non ti distrarrà qualora dovessero chiamarti o mandarti un messaggio. Se puoi, non aprire il portatile né collegarlo al web.

4) Blocca alcuni siti sul pc

Se per studiare hai bisogno di usare il tuo computer e se vieni facilmente distratto da social network come YouTube, Facebook e così via, puoi scaricare un’applicazione per bloccare istantaneamente sul computer alcuni dei siti più deleteri per la tua attenzione. Una volta finito di studiare, puoi sbloccare l’accesso a tutte le pagine e usarle normalmente.

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5) Non fumare e non bere alcolici

Fumo ed alcol sono nemici del cervello e della memoria. Anche se fumare apparentemente sembra aiutare la vostra concentrazione, in realtà sta solo causando un minor afflusso di sangue al cervello, rendendo lo studio meno efficiente. La sensazione di maggior concentrazione è illusoria: in realtà essa corrisponde alla cessazione dei sintomi di astinenza lasciati dalla sigaretta fumata (fumare è una tossicodipendenza). Smettere di fumare e di bere sarà un toccasana per il tuo studio.

6) Scegli attentamente la musica di sottofondo

Qualcuno preferisce studiare in silenzio, altri con della musica di sottofondo, che può infatti essere benefica perché ti aiuta a calmarti, migliora lo spirito e motiva. Tuttavia non tutte le musiche sono adeguate al compito: potrebbe essere preferibile scegliere della musica strumentale, ovvero priva di testi, come quella classica, trance, barocca o le colonne sonore: la parte cantata, specie se in italiano, potrebbe infatti distrarti.

  • Se non ti distrae, ascolta della musica cantata di tuo gradimento. Evita però quella che ti distrae dallo studio. Magari sei in grado di studiare con un sottofondo di musica rock cantata, mentre non ci riesci con il pop. Cerca di capire che cosa fa al caso tuo.
  • Assicurati di mantenere la musica a un volume moderato o basso. Quella ad alto volume può distrarti, mentre quella bassa può stimolare l’apprendimento.
  • Evita la radio. Le pubblicità e la voce dei DJ possono distrarti dallo studio.
  • Apposite compilation di musica naturale, possono aiutarti a entrare nell’atmosfera giusta e concentrarti sullo studio senza distrarti. I suoni naturali, come cascate, pioggia, tuoni e suoni della giungla, possono generare abbastanza rumore bianco da permetterti di concentrarti e bloccare altri rumori. Esistono molti siti su cui trovare questi tipi di suoni in compilation come ad esempio YouTube.

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7) Mangia sano e fai spuntini intelligenti

Una corretta alimentazione durante tutta la giornata è uno dei sistemi migliori per affrontare efficacemente lo studio. Inoltre mentre studi mangia cibi sani e nutrienti, evita gli alimenti pieni di zuccheri e grassi che non fanno altro di farti venire voglia di appisolarti durante la digestione. Preferisci i cibi che ti danno energia sana, come la frutta, o che ti fanno sentire sazio, come verdure e frutta secca. Se hai voglia di dolce, preferisci il cioccolato fondente a quello al latte o – peggio – bianco. Bevi dell’acqua per mantenere livelli di idratazione ottimali, mentre il tè ti risolleva quando ti senti giù.

  • Evita i cibi contenenti grandi quantità di zuccheri e carboidrati, come alimenti dalla cottura istantanea, patatine e dolciumi. Non bere energy drink e bevande gassate: contengono molti zuccheri, che causeranno un crollo energetico. Se bevi il caffè, evita di riempirlo di zucchero.
  • Prepara gli spuntini prima di iniziare a studiare, così non ti verrà fame e non dovrai alzarti per cercare il cibo, interrompendo lo studio.

8) Corretta postura

Durante lo studio ricordati di avere una corretta postura della schiena. Usa una scrivania ed una sedia di qualità ed adeguati alla tua altezza.

9) Riposa gli occhi

Se usi occhiali, lenti o se usi il computer per studiare, prenditi delle pause per far riposare i tuoi occhi. Usa postazioni di lavoro ben illuminate.

10) Organizza il tuo tempo

Stabilisci un programma settimanale e, quotidianamente, dedica una certa quantità di ore allo studio. Questa abitudine migliorerà anche i tuoi voti. Il piano varia a seconda di diversi fattori: vai alle superiori, all’università o ti stai preparando per un esame di stato o un concorso? Qual è il tuo campo di studio? Assicurati di seguire un programma realistico. Non dimenticare di pianificare tutto: cibo, vestiti, spostamenti, lezioni teoriche e pratiche. Devi equilibrare scuola, lavoro e attività esterne. Se hai più di un problema a seguire le lezioni ed essere costante con lo studio, sarebbe meglio rinunciare alle attività pomeridiane o extra finché i voti non saranno migliorati. Devi assegnare delle priorità in fatto di tempo. Per le lezioni universitarie, dovresti basare la quantità di ore di studio dedicate a ogni materia sulla difficoltà del corso e sui relativi crediti. Per esempio, se segui un corso di fisica molto difficile da 9 crediti, devi calcolare 25 ore di impegno personale per credito (è questo lo standard previsto dalle università italiane), quindi 225 ore totali per prepararti all’esame. Se hai un corso di letteratura da 6 crediti, caratterizzato da una difficoltà media, moltiplica 25 per 6, quindi avrai bisogno di 150 ore per prepararti all’esame.

11) Spegni la tv

Inoltre spegni la televisione: generalmente, lasciarla accesa mentre studi è una pessima idea. Può essere una grande fonte di distrazione; invece di concentrarti sul libro, finisci per guardare il programma o il film trasmesso. Inoltre, le voci distraggono parecchio perché impegnano il centro del cervello dedicato al linguaggio.

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12) Tieniti in forma

La mente è sana se anche il corpo è sano: fai attività fisica ogni giorno e cerca di non superare il tuo peso forma: vedrai che studiare diventerà più facile!

13) Trova uno spazio favorevole per lo studio

Adibiscilo unicamente a questa attività. Dovresti stare comodo, così imparare sarà più gradevole. Se detesti sederti a un tavolo della biblioteca, allora individua un posto più piacevole, come un divano o un pouf. Cerca di indossare vestiti comodi, come una felpa morbida e un paio di pantaloni da yoga. Il luogo in cui studi dovrebbe essere privo di distrazioni e relativamente tranquillo.

  • Non scegliere un posto talmente comodo da rischiare di addormentarti. Devi sentirti a tuo agio, ma non appisolarti. Quando sei stanco, il letto NON E’ il posto migliore per studiare.
  • Il traffico stradale che senti dalla finestra e le conversazioni bisbigliate tipiche di una biblioteca emettono un rumore bianco accettabile, però se vieni interrotto dalla tua famiglia o qualcuno accende la musica a un volume elevato nella stanza accanto alla tua, non potrai concentrarti: dovresti andare in un posto in cui nessuno ti distrarrà.

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14) Fai pause programmate

Fai delle brevi pause ogni ora. Alzati dalla scrivania e sgranchisci le tue gambe. Bevi un bicchiere d’acqua, mangia un frutto, vai in bagno. Delimita dei tempi per la tua pausa: non farla diventare di un’ora! Non stare sempre seduto mentre studi, prova ad alzarti. Per esempio, cammina intorno al tavolo mentre ripassi le informazioni ad alta voce e mentre ripeti o appoggiati al muro quando leggi gli appunti.

15) Trova il metodo di studio migliore per te

Facile a dirsi, molto difficile a farsi! Ci sono molti modi diversi per memorizzare informazioni e per ognuno di noi ne esiste uno più efficace degli altri. Per trovare il miglior metodo di studio serve molta pazienza e tempo… a tale proposito ti sarà sicuramente utile leggere la seconda parte dell’articolo: Come studiare bene e velocemente: i consigli migliori (seconda parte)

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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