ASL Milano: tutti i numeri e gli indirizzi utili per ogni esigenza

MEDICINA ONLINE CUORE ELETTROCARDIOGRAMMA SINUSALE DEFIBRILLATORE CARDIOVERSIONE SPONTANEA ELETTRICA SHOCK FARMACOLOGICA FARMACI URGENZA EMERGENZA MASSAGGIO CARDIACO ARRESTO RESPIRAZIONE BOCCA RIANIMAZIONE ECG FIBRILLATOREOrientarsi nella efficiente ma complessa rete della sanità milanese ed in quella della regione Lombardia non è sempre facile: per ottenere tutte le informazioni utili si può comporre il numero 02 85781 del centralino dell’ASL di Milano. L’azienda sanitaria milanese ha la sede centrale in Corso Italia, 19.

La guardia medica, sia per gli adulti, sia pediatrica, è contattabile al numero 02 34567 tutti i giorni della settimana dalle ore 20.00 alle ore 8.00 di mattina. In caso di emergenza, vale sia a Milano sia nel resto della Penisola, il numero 118.

Il numero verde Pronto Farmacia, all’800 801 185, è attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e consente di mettersi in contatto con la farmacia più vicina alla propria abitazione.

Per prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici è disponibile il numero verde 800 638 638 (attivo dal lunedì al sabato dalle ore 8,00 alle ore 20,00).

Il numero valido per le emergenze (dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle ore 20,00 ed il sabato fino alle 14,00) è 800 777 888.

L’ASL milanese, in tema di prevenzione e di sostegno alle donne ha predisposto anche un servizio dedicato, al numero 800 255 155, per lo screening per la diagnosi precoce del tumore al seno e per il cancro del colon retto. Nella stessa direzione va anche il numero 800 321 738, che fornisce un supporto a tutte le mamme, che scelgono l’allattamento al seno.

Per ottenere tutte le informazioni in merito allo strumento tecnologico per eccellenza della sanità lombarda, la Carta Regionale dei Servizi, basta chiamare il numero verde 800 030 606.

Novità, numeri e indirizzi completi sono presenti sul sito dedicato https://www.ats-milano.it/portale.

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In ospedale con tatuaggio “non rianimare”: i medici rispettano la scelta

MEDICINA ONLINE New England Journal of Medicine DO NOT RESUSCITATE NON RESUSCITARE PICTURE HD PIC IMAGE PHOTO RIANIMAZIONE DEFIBRILLATORE.jpgUn uomo di 70 anni di Miami è arrivato in ospedale privo di sensi e i medici hanno trovato un tatuaggio subito sotto il suo collo con la scritta “do not resuscitate” (non rianimare). La vicenda è descritta sul New England Journal of Medicine, e si è conclusa con lo staff che ha rispettato le volontà dell’uomo dopo aver consultato un bioeticista. L’uomo aveva problemi cronici ai polmoni e al cuore, oltre al diabete. Arrivato al Jackson Memorial Hospital i medici hanno cercato di risvegliarlo senza successo, e il paziente non aveva alcun segno identificativo che potesse far risalire alla famiglia, per capire se la decisione espressa dal tatuaggio fosse meditata o frutto di un impulso.

“All’inizio abbiamo deciso di non onorare il tatuaggio – scrivono gli autori – invocando il principio di non prendere una decisione irreversibile senza certezze”. Il consulto con il bioeticista dell’università di Miami Kenneth Goodman ha però portato alla decisione opposta. “Gli esperti hanno suggerito che era più ragionevole pensare che il tatuaggio esprimesse una preferenza autentica”. Dopo il consulto i medici hanno trovato anche una dichiarazione scritta sul fine vita da parte del paziente, e hanno interrotto le procedure più invasive. “Le condizioni dell’uomo sono peggiorate durante la notte – conclude l’articolo – ed è morto”.

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Chemioterapia a domicilio o in ospedale: dove farla?

MEDICINA ONLINE ITALIAN AMBULANCE DOCTOR NURSE AMBULANZA STRADA EMERGENZA INFERMIERE MEDICO PORTANTINO ITALIA PRONTO SOCCORSO OSPEDALE BARELLA CORSA MORTE MALATTIA DOLORE INCIDENTE ICTUSCon “chemioterapia” in oncologia si indica una modalità terapeutica che distrugge le cellule neoplastiche attraverso la somministrazione di farmaci particolari, chiamati chemioterapici. La chemioterapia può essere sistemica o loco-regionale (a seconda del campo d’azione del farmaco) e può essere neoadiuvante o adiuvante. A seconda del tipo di malattia, dei farmaci utilizzati e delle diverse condizioni cliniche la somministrazione della chemioterapia può avvenire in diversi luoghi.

A domicilio

Se la terapia deve essere presa per bocca, la si può fare stando a casa. Qualche volta i medici possono ritenere opportuno effettuare la prima somministrazione in ospedale per verificare che non ci siano reazioni indesiderate, altrimenti ci si reca in ambulatorio solo per regolari controlli ed esami del sangue. La cura può avvenire a domicilio anche quando avviene tramite un’infusione continua di farmaci mediante una pompa per la chemioterapia collegata alla linea centrale o alla PICC. Ha le dimensioni di una bottiglietta d’acqua e può essere tenuta sempre con sé, in una apposita borsa o attaccata a una cintura che verrà consegnata in ospedale. Non richiede batteria ma periodicamente deve essere sostituita.

Durante un ricovero in ospedale

A volte può essere necessaria una permanenza in ospedale di una o più notti, soprattutto nei casi in cui:

  • i farmaci devono essere somministrati molto lentamente e in maniera controllata;
  • c’è la possibilità di reazioni indesiderate;
  • occorre somministrare molti fluidi tramite flebo prima e dopo il trattamento;
  • devono essere date alte dosi di medicinali (in questo caso la permanenza può durare anche settimane).

In appositi ambulatori

Sono i cosiddetti day-hospital, dove ci si reca nei giorni prestabiliti. Lì si resta per il tempo necessario a eseguire gli esami preliminari al trattamento e a ricevere l’infusione, per poi rientrare a casa in giornata. È questa la modalità più comune.

Le sostanze usate per la chemioterapia possono essere irritanti per la pelle e pericolose al di fuori del loro uso terapeutico. È per questo che il personale indossa guanti, mascherina, grembiuli di plastica e occhiali protettivi. Per la stessa ragione il materiale che è venuto a contatto con i farmaci deve essere smaltito in maniera differenziata e con particolari cautele.

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Chemio e radioterapia: i bambini possono visitare i parenti durante i trattamenti?

MEDICINA ONLINE CURA CHEMIOTERAPIA SISTEMICA REGIONALE LOCALE RADIOTERAPIA CHIRURGIA FARMACO FA MALE AIUTO INFERMIERA AMORE CURA FA MORIRE TUMORE CANCRO SENO EFFETTI COLLATERALI CALVI CAPELLI PASTIGLIA DURATA COME FUNZIONAI bambini possono andare a trovare i pazienti che si sottopongono a chemioterapia o radioterapia? I farmaci e le radiazioni utilizzate sono sicuri o possono rappresentare un rischio per la loro salute? La prima cosa da dire è che la persona che sta facendo una chemioterapia o una radioterapia non rappresenta alcun pericolo per chi le sta intorno. Non è in alcun modo contagiosa o infettiva né i farmaci o le radiazioni che assume possono danneggiare chi la va a trovare: il paziente non diventa “radioattivo” o altre sciocchezze simili. Questo vale sia per le chemio e radioterapie, sia per le terapie più innovative, come l’immunoterapia o la terapia con farmaci biologici

Scintigrafia ossea

Le uniche, importanti, eccezioni riguardano i casi in cui vengono assunte sostanze radioattive, come avviene per certi esami diagnostici come la scintigrafia ossea: in questi casi il paziente deve evitare di stare vicino ad altre persone per un certo numero di ore e bisogna prestare attenzione a eventuali contatti con urine e feci, che potrebbero contenere residui della sostanza radioattiva. In ogni caso, al momento del trattamento, il medico vi dirà chiaramente come comportarvi con parenti, amici e coinquilini.

Avvertenze importanti

Radioterapia e chemioterapia non danno quindi problemi ai visitatori, ma bisogna valutare caso per caso, specialmente quando si tratta di visite in ospedale, se l’incontro con il bambino è davvero opportuno: in ospedale, infatti, è facile venire in contatto con agenti infettivi e per il bambino questo potrebbe rappresentare un rischio, soprattutto se è piccolo. Se non c’è urgenza, forse si potrebbe rimandare la visita a quando il parente malato sarà tornato a casa. Inoltre è importante ricordare che chi si sta sottoponendo a chemioterapia o radioterapia è un soggetto fragile: un bambino potrebbe essere veicolo di infezioni innocue per lui ma più pericolose per il parente malato, quindi in ogni caso è sempre importante chiedere il parere del medico prima di qualsiasi incontro con parenti ed amici.

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Cosa si prova e cosa succede quando si rompe un aneurisma cerebrale?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Perchè è così difficile smettere di fumare Perchè mi sento depresso dopoPer meglio comprendere l’argomento, leggi prima: Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

Un aneurisma cerebrale può:

  • essere asintomatico, e quindi scoperto per caso in corso di accertamenti neuroradiologici eseguiti per altri motivi (es. mal di testa). Si stima che circa l’1% della popolazione abbia almeno un aneurisma cerebrale senza saperlo. La maggior parte degli aneurismi non si rompe e non crea problemi né sintomi per tutta la vita. In alcuni casi può essere necessaria una terapia per un aneurisma che è stato scoperto ma che non si è rotto, per prevenirne un’eventuale futura rottura;
  • causare sintomi aspecifici e segni neurologici per compressione meccanica di strutture adiacenti (es. vertigini, sguardo doppio, mal di testa etc.);
  • rompersi e causare emorragia cerebrale e subaracnoidea.

Cosa succede quando si rompe un aneurisma?
Il mal di testa forte e improvviso, descritto spesso come il colpo di un pugnale affilato in testa, è il principale sintomo della rottura di un aneurisma. Al mal di testa si associano:

  • nausea e vomito;

  • malessere generale;
  • irrigidimento del collo;

  • visione offuscata o doppia;

  • fotosensibilità;

  • convulsioni;

  • ptosi palpebrale (abbassamento eccessivo della palpebra superiore);

  • perdita di coscienza;

  • confusione.

Quando l’aneurisma cerebrale si rompe, l’emorragia di solito dura per un tempo molto variabile. Il sangue può danneggiare direttamente le cellule circostanti o addirittura causarne la morte, nonché aumentare la pressione all’interno del cranio. Se la pressione aumenta troppo può interrompersi la fornitura di sangue e ossigeno al cervello: si può perdere conoscenza e persino morire.

Tra le complicazioni che possono nascere dopo la rottura di un aneurisma ricordiamo:

  • Seconda emorragia. Un aneurisma che già si è rotto o fissurato rischia una seconda emorragia, in grado di provocare ulteriori danni alle cellule cerebrali.

  • Vasospasmo. Quando l’aneurisma si rompe i vasi sanguigni cerebrali possono iniziare a restringersi e allargarsi in modo anomalo (vasospasmo). In questo modo le cellule cerebrali ricevono meno sangue (ischemia): si verificano ulteriori danni e perdite di funzionalità.

  • Idrocefalo. Se, come avviene nella maggior parte dei casi, la rottura dell’aneurisma provoca un’emorragia nello spazio tra il cervello e il tessuto circostante (emorragia subaracnoidea), il sangue può bloccare la circolazione del liquido che circonda il cervello e il midollo spinale (liquido cefalorachidiano). Come risultato si può verificare l’idrocefalo, cioè un accumulo di liquido cefalorachidiano che aumenta la pressione sul cervello e può danneggiare i tessuti.

  • Iponatremia. L’emorragia subaracnoidea provocata dalla rottura di un aneurisma cerebrale può causare uno squilibrio dei livelli sodio nel sangue, dovuto alla lesione dell’ipotalamo, una zona vicino alla base del cervello. Se i livelli di sodio si abbassano (iponatremia) le cellule cerebrali si ingrossano e subiscono danni permanenti.

In caso di rottura o sospetta rottura di aneurisma è necessario recarsi IMMEDIATAMENTE al pronto soccorso, dal momento che maggiore rapidità equivale a migliore prognosi.

Purtroppo circa il 15% dei pazienti muore prima di raggiungere l’ospedale, e più del 50% muore entro i primi 30 giorni dall’evento.

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Risarcimento danni medici ed errori malasanità: contattaci e il nostro team di esperti ti aiuterà

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RISARCIMENTO DANNI MEDICI ERRORI MALASANITA Legge 104 Avvocato Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Pene.jpgSe sei stato vittima di malasanità, hai diritto a ricevere un risarcimento per i danni subiti a causa dell’errore medico. Per avere buone probabilità di ottenere un giusto risarcimento danni, le pratiche devono necessariamente essere seguite da professionisti specializzati nel risarcimento da malasanità, ambito particolarmente complesso che richiede un’ottima conoscenza degli aspetti medico legali (in continua evoluzione), legali e di medicina specialistica. Per questo motivo, rivolgiti con tranquillità al nostro team composto da esperti medici ed avvocati che si occupano da anni con successo di responsabilità medica. Il team è diretto dal dott. Roberto Pirrone, neurochirurgo, neurologo, medico legale ed oncologo.

Invia una mail al dott. Roberto Pirrone, a questo indirizzo:

pirronedott@libero.it

inserendo nella mail queste informazioni:

  • Nome:
  • Cognome:
  • Tipo di danni subiti:
  • Numero di telefono:
  • Mail:
  • Breve descrizione della tua vicenda di malasanità:
  • Paziente inviato da Medicina OnLine.

Oppure contatta il dott. Roberto Pirrone a questo numero:

349.6404610

Contattaci senza impegno, ti aiuteremo ad ottenere il giusto risarcimento.

Obesi e fumatori finiscono in fondo alla lista per le operazioni chirurgiche

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma  OBESI FUMATORI FONDO LISTA CHIRURGIA  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgDal gennaio di quest’anno essere obesi o fumatori significherà anche dover aspettare di più per sottoporsi a un intervento chirurgico non urgente, dalla protesi all’anca o al ginocchio, fino ad altre operazioni non salvavita. Succede in Gran Bretagna, a stabilirlo è una direttiva emanata dall’azienda sanitaria locale di Vale of York, regione nel nord dell’Inghilterra, che lavora su questo progetto da un paio di mesi. A settembre, il primo annuncio di voler allungare la lista d’attesa per i pazienti con problemi di salute era stato accolto da un coro di proteste e quindi sospeso dal Servizio sanitario nazionale. Una pausa di riflessione per i funzionari del Ministero, che però dopo due mesi, e probabilmente qualche conteggio in più, nelle scorse ore hanno dato il via libera all’iniziativa.

Obesi e fumatori costano di più ai contribuenti
La nuova regolamentazione sarà adottata solo a livello locale, con il coinvolgimento di circa 350mila pazienti, ma suona ai più come una sorta di progetto pilota in vista di sviluppi futuri. Benché venga presentato come una formula per spingere i pazienti a prendersi cura della propria salute, infatti, il progetto appare come uno stratagemma per risparmiare sul bilancio traballante del Servizio sanitario nazionale, rimandando il più possibile gli interventi su candidati meno in forma, che date le loro condizioni potrebbero richiedere maggiori spese per il recupero e l’assistenza, spese che però – bisogna ricordarlo – sono pagate con le tasse di tutti i cittadini, anche quelli che con volontà e fatica si prendono maggiormente cura della propria salute.

Invito a dimagrire e smettere di fumare
Indipendentemente dalla sua vera finalità, comunque, da gennaio la direttiva sarà operativa. Le persone con un indice di massa corporea (BMI) di almeno 30 saranno invitate a dimagrire del 10 per cento oppure verranno penalizzate con un ritardo di dodici mesi nelle liste d’attesa per gli interventi chirurgici di tipo facoltativo. Analoga la misura definita per i fumatori accaniti, che dovranno abbandonare le sigarette per due mesi per aver accesso ai reparti di chirurgia e se non saranno in grado di farlo vedranno il loro nome messo in fondo alla lista, con sei mesi minimo di ritardo rispetto ai tempi usuali.

Una forma di discriminazione?
Alcuni parlano di una forma di “discriminazione” applicata a categorie di pazienti che, peraltro, sono molto diffuse in Gran Bretagna, tanto che quando la proposta è stata annunciata, all’inizio di settembre, le critiche sono state massicce. Anche Clare Marx, presidente del Royal College of Surgeons (Rcs), ha alzato la sua voce contro il progetto e dichiarato pubblicamente che i pazienti «devono essere trattati in base ai sintomi» e non secondo forme di discriminazione. Dal mio punto di vista invece questo potrebbe essere un sistema sicuramente drastico, ma funzionale, per spingere le persone a curarsi maggiormente della propria salute.

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Si inserisce un cavo USB nel pene per provare piacere ma finisce al pronto soccorso

MEDICINA ONLINE UOMO CINESE CAVO USB PENE URETRA PRONTO SOCCORSO SESSO SEX Drunk' man shoves 20cm USB cable into his penis 'for sexual pleasure' - and gets it stuck.jpgCerte volte il desiderio sessuale è così forte che si è pronti a tutto, ma nel caso di questo uomo della provincia di Shaanxi, in Cina, la situazione che si è verificata ha dell’assurdo.

Come riporta il Mirror, l’uomo era completamente ubriaco ed ha avuto l’idea di prendere un cavetto USB di 20 cm ed infilarlo nel pene tramite il meato uretrale (il foro attraverso cui esce l’urina). La “geniale” trovata gli sarebbe venuta guardando un video su internet: “infilare il cavo USB all’interno dell’uretra”. Purtroppo per lui non è andata come sperava.

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PSICHIATRIA MEDICINA DELLE DIPENDENZE DIRETTORE MEDICINA ONLINE CAVO USB INFILATO NEL PENE TRAMITE URETRA INCASTRATO PRONTO SOCCORSO RADIOGRAFIA SESSO SESSUALITA

Invece di arrivare all’orgasmo, come agognava, l’uomo ha provato un dolore micidiale e si è accorto che non riusciva più a rimuoverlo dal pene. L’unica soluzione è stata quella di recarsi al pronto soccorso del più vicino ospedale, dove l’uomo è arrivato dilaniato dal dolore. Qui sopra vedete una radiografia dove è ben visibile il cavo USB incastrato nel pene.

L’intervento è durato più di un’ora, con i chirurghi che hanno tagliato in tre sezioni il cavo per poterlo estrarre senza creare problemi dal pene. Non è noto se l’uomo, che si sta riprendendo in ospedale, abbia subito danni a lungo termine. I medici affermano che “era molto imbarazzato e rammaricato”. Il chirurgo ha confessato di non aver mai affrontato un caso simile in passato.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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