A che velocità viaggiano sperma e spermatozoi? Quanto è lungo il loro viaggio?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma VELOCITA SPERMA SPERMATOZOI Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina GluteiA che velocità viaggia il liquido seminale quando viene emesso dal pene?

La velocità media che possiedono i circa 5 ml di sperma emessi al momento dell’eiaculazione è circa 45 km/h, ovviamente questo dato può variare molto tra persona e persona ed anche nello stesso soggetto. In linea di massima, una persona più giovane, con maggiore libido ed alla prima eiaculazione giornaliera, tende ad emettere liquido seminale con una velocità maggiore rispetto ad un soggetto meno giovane, con meno libido ed alla seconda o terza eiaculazione giornaliera.

Leggi anche: Com’è fatto uno spermatozoo e quanto è piccolo rispetto al gamete femminile?

A che velocità viaggiano gli spermatozoi?

Gli spermatozoi si muovono ad una velocità media di circa 2,2 millimetri al minuto, cioè quasi 15 centimetri all’ora. Potrebbe sembrare poco, ma non lo è: è stato calcolato che, con le debite proporzioni, la velocità di uno spermatozoo sarebbe pari a quella di una persona che corre a quasi 55 km/h; per paragone, vi basti pensare che l’attuale primatista dei 100 metri piani è il giamaicano Usain Bolt, che il 16 agosto 2009 a Berlino ha corso i 100 metri in 9,58 secondi, ad una media di 37,578 km/h: nulla contro i 55 km orari di uno spermatozoo!

Quanto è lungo il viaggio degli spermatozoi fino all’oocita?

Il viaggio che devono compiere gli spermatozoi copre un tragitto di una ventina centimetri (l’utero è lungo circa 6-9 cm e le tube uterine circa 10 cm), e dura circa un’ora/un’ora e mezza.

Leggi anche: Per quanto vivono gli spermatozoi dopo un’eiaculazione in vagina e nell’ambiente?

Gli spermatozoi viaggiano tutti alla stessa velocità?

No, non tutti gli spermatozoi viaggiano alla stessa velocità. La velocità degli spermatozoi sani può oscillare tra 1,5 e 3 millimetri al minuto.

Quali sono i fattori che influenzano la velocità di uno spermatozoo?

La rapidità con cui uno spermatozoo “nuota” per fecondare l’ovulo dipende da molti fattori, tra cui:

  • Morfologia: la velocità di un gamete maschile dipende molto dalla sua forma, specialmente quella della “testa”, che contiene il materiale genetico ereditario, e soprattutto quella del “flagello”, l’appendice lunga e sottile che ha compiti di locomozione: spermatozoi con alterazioni morfologiche e funzionali possono essere molto più lenti degli spermatozoi in salute.
  • Viscosità dello sperma: la viscosità del liquido lattescente in cui si trova immerso, può caratterizzare la sua velocità. Liquidi più viscosi oppongono più resistenza e causano un rallentamento nello spermatozoo.
  • Gene Y o X: gli spermatozoi portatori del gene Y (e che quindi in caso di fecondazione possono produrre un embrione maschile) sono più veloci arrivando anche sui 3 mm/minuto, ma vivono per un periodo di tempo più limitato; gli spermatozoi che portano il gene X (caratteristici della femmina) sono più lenti (circa 1,5 mm/minuto) ma vivono più a lungo.

Leggi anche: Come fa uno spermatozoo a fecondare un ovulo femminile?

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Come si muovono gli spermatozoi?

Gli spermatozoi si muovono grazie al flagello (una sorta di coda, vedi immagine in alto). Il loro movimento è particolare: preferiscono strisciare invece che “nuotare”. Raramente transitano nella parte centrale del tratto riproduttivo femminile e, anzi, cercano proprio di evitare questa zona per spostarsi verso le pareti della vagina, sulle quali strisciano e quando incontrano una svolta improvvisa lasciano l’angolo in cui si trovavano per lasciarsi cadere sulla parete opposta, contro la quale vanno a sbattere come se si trovassero su un autoscontro.
Questo tipo di movimento non è affatto casuale, ma ha a che fare con la necessità degli spermatozoi di perforare lo strato di muco che normalmente protegge la cervice uterina: andando a urtarvi ripetutamente, perforano il muco che li separa dall’utero e si aprono un varco per raggiungere la meta. Ecco perché quando trovano una parete davanti a loro, queste cellule vi vanno naturalmente a impattare contro. Un gruppo di ricercatori statunitensi grazie a un ingegnoso sistema a LED è riuscito a osservare il percorso di circa 1.500 spermatozoi. Ha scoperto che compiono percorsi a “turacciolo” e – curiosamente – girano quasi sempre verso destra.

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L’orgasmo femminile è tutta questione di ritmo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DONNA SESSO SEXY SENO SDRAIATA LETTO AMORE ORGASMOUno studio della Concordia University di Montreal apparso su Socioaffective Neuroscience & Psychology ha indagato la natura dell’orgasmo femminile, cercando di scoprire se ci sono input sensoriali oltre a quelli universalmente noti che portano la donna all’orgasmo.

Gli autori delle ricerca sono stati coordinati dal dott. Jim Pfaus, che ha dichiarato: “Con l’esperienza, la stimolazione di una o tutte queste zone sono integrate in un insieme di input sensoriali, movimenti, posizioni del corpo, risvegli e spunti legati al contesto. Questa combinazione di input sensoriali è ciò che induce il piacere e l’orgasmo durante la masturbazione e il rapporto sessuale. Detto questo, pensiamo che sia probabile che questo cambia nel corso della vita, come le donne sperimentano diversi tipi di orgasmo da diversi tipi di sensazioni in diversi contesti e con diversi partner”.

Lo studio spiega che la distinzione tra i diversi orgasmi non è tra le sensazioni del clitoride o della vagina, ma tutti quei fattori che, insieme, concorrono per un orgasmo completo e ciò dipende soprattutto dall’esperienza dei movimenti ritmici che compie la donna tramite la stimolazione diretta del clitoride e della vagina, ma riguarda anche la conoscenza del proprio modello di movimenti che portano all’orgasmo e dall’esperienza della stimolazione dei genitali esterni e interni e zone non-genitali, come per esempio le labbra, i capezzoli e il collo.

Jim Pfaus ha inoltre dichiarato: “Gli orgasmi non provengono da un solo o da tutti questi zone di stimolazione. Inoltre non sono gli stessi per ogni donna, né per ogni esperienza sessuale anche nella stessa donna. A differenza degli uomini, le donne possono avere una notevole varietà di esperienze orgasmiche, che evolvono per tutta la durata della loro vita. La mappa del corpo erotico di una donna non è incisa nella pietra, ma è piuttosto un processo continuo di esperienze, di scoperte e di costruzione”.

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Vita sessuale a 50 anni: il 72% lo fa una volta al…

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO AMORE ANZIANI PANCHINA COPPIAChi pensa che a una certa età si devono “tirare i remi in barca”, si sbaglia. Secondo alcuni la vita, anche quella sessuale, comincia a 50 anni. In molti casi pure più tardi. E se non comincia a quell’età, vuol dire solo che continua. A certificare che gli ultracinquantenni il sesso lo fanno, eccome, è un’indagine singolare “Sesso over 50, tabù o naturale?” condotta da un sito-dating, il “Club 50 plus.it” secondo il quale il 72% fa l’amore una volta a settimana. I 700 soggetti arruolati sul web per l’indagine hanno confermato, in massima parte, di prediligere carezze e toccamenti nelle parti intime, cioè di amare i preliminari. Il 95% non potrebbe mai farne a meno perché “importantissimi ed essenziali”.

La maggior parte degli intervistati è inoltre convinta che il tempo migliori la qualità del rapporto: il 97.8% ritiene che non si è mai troppo vecchi per fare l’amore e il 91.6 punta a conservare rapporti regolari. A dichiararsi soddisfatto è solo il 13,7. La ricerca ha indagato sui comportamenti tenuti sopra e sotto le lenzuola, prima e dopo il rapporto. Con un occhio anche agli aiuti farmacologici: ma si è scoperto che a ricorrere ai medicinali che favoriscono il sesso con la prescrizione del medico è appena il 14,6% del campione.

Alla domanda se il rapporto vada migliorando con l’età, il 34.3% ha risposto di sì, perché conosce meglio il proprio corpo, mentre il 30.5 lo interpreta come conseguenza di emozioni più intense, e quasi il 30 attribuisce il successo a una migliore intesa con il partner.

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Perché viene la diarrea prima e durante il ciclo mestruale e cure

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOPrecedentemente, in questo post, abbiamo analizzato i motivi e le cure relativi alla diarrea “comune”. Oggi analizziamo invece cause e cure per la diarrea da ciclo mestruale.

Perché la diarrea aumenta durante le mestruazioni?

La caduta dei livelli estrogenici che attiva lo sfaldamento dell’endometrio e determina la comparsa della mestruazione, attiva anche la degranulazione dei mastociti (cellule considerate gli attivatori dell’infiammazione acuta) che si associa a uno stato di infiammazione generale causando cefalea, dolori addominali, mal di schiena, dolori muscolari, astenia, depressione e molti altri sintomi, oltre al dolore tipicamente mestruale. E’ quindi chiaro il perché le donne che soffrono di sindrome dell’intestino irritabile, durante le mestruazioni, hanno un aumento fino a cinque volte di tutti i sintomi correlati, rispetto alle donne che non ne soffrono: aumentano infatti la stitichezza o la diarrea, il gonfiore addominale, i crampi, il dolore addominale e le difficoltà relative a tutto l’apparato digerente. Si parla di sintomi mestruali (“catameniali”) intestinali, che interessano fino ad una donna su cinque.

Leggi anche: Alterazione del ciclo mestruale e secrezioni dal capezzolo: hai misurato la prolattina?

Prevenire e curare la diarrea da ciclo mestruale

L’orientamento clinico – in casi dove i dolori ed i sintomi siano molto intensi – è quello di utilizzare un contraccettivo orale, così da garantire la costanza dei livelli ormonali, togliendo le fluttuazioni che causano il ciclo e i sintomi infiammatori correlati, in qualsiasi organo si attivino. In caso di sintomi mestruali invalidanti, anche intestinali, si suggerisce quindi l’uso prolungato della pillola, tuttavia la collaborazione con un bravo gastroenterologo resta essenziale.

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Orgasmo femminile: una donna su 5 non lo ha mai provato in vita sua

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO SESSO SEDERE GLUTEI BELLEZZA BELLA DONNA CORPO SEXYOrgasmo, almeno 1 donna su 5 non lo ha mai raggiunto nel corso ella propria vita. È quanto rivela il tabloid “The Sun”, che cerca di approfondire le ragioni del mancato orgasmo femminile, in attesa che possa giungere sul mercato la pillola rosa, cioè il Viagra destinato alle donne.

Farmaci e alcol

Perché il più intenso dei piaceri è così difficile da provare per molte donne? Le cause possono essere molteplici e possono variare da donna a donna. La rivista ha deciso di interpellare alcuni esperti in proposito, che hanno rivelato quale può essere la causa principale del mancato raggiungimento dell’orgasmo per le donne. Si tratta dell’assunzione di farmaci per il mal di testa e di medicinali antidepressivi. La colpa però non è da imputare unicamente alle cure farmacologiche. Anche l’alcol, spesso considerato come un aiuto indispensabile contro le inibizioni, può avere effetti negativi sul piacere femminile, in quanto l’assunzione di bevande alcoliche può trasformarsi, al contrario di ciò che si crede, in un freno per gli impulsi sessuali.

Stress, psicologia e incontinenza

Altra ragione da non sottovalutare è lo stress, spesso onnipresente nelle vite frenetiche di molte donne. Lo stress nelle donne tende infatti ad abbassare i livelli di eccitazione ed è in grado di impedire al cervello di recepire gli impulsi sessuali. Ci sono poi donne che faticano a lasciarsi andare e che non riescono a ricorrere alla fantasia per aiutarsi nel raggiungimento del piacere. Alcune di esse sono purtroppo vittime di blocchi psicologici veri e propri, che possono essere comparsi a seguito di un intervento chirurgico, di una malattia o di altri problemi di cui si è sofferto a livello fisico o emotivo. Anche problemi di incontinenza urinaria e ragioni di tipo religioso possono giungere a frenare il piacere. La situazione può essere affrontata provando a conoscere meglio il proprio corpo e le proprie emozioni e decidendo di contare sull’aiuto del partner, cercano di comunicargli quali sono le attenzioni verso il proprio corpo che riescono a provocare il maggior piacere.

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Aumenta le dimensioni del seno smettendo di fumare

MEDICINA ONLINE SIGARETTA ELETTRONICA FUMARE NICOTINA FUMO SMETTEREChe smettere di fumare possa garantire una migliore salute è risaputo, ma che comportasse l’aumento delle dimensioni del seno è davvero una sorpresa. Anche se non esiste una specifica ricerca in merito, è dimostrato dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano che ha riscontrato numerosi casi: tante donne dopo aver smesso di fumare, hanno riscontrato dopo alcune settimane dall’ultima sigaretta spenta, una crescita del volume del seno. Molte potrebbero obiettare che smettendo di fumare spesso si tende ad aumentare di peso e sarebbe questo il motivo di una maggiore circonferenza del seno, ma non è così (almeno non è SOLO per questo motivo).

Il fumo influisce sugli equilibri ormonali

Non è l’aumento del peso, spesso registrabile in chi smette di fumare, a favorire la crescita dei seni. Gli esperti hanno, infatti, riscontrato una vero e proprio aumento delle misure, al di là della massa grassa. Nell’81% dei casi analizzati, infatti, alla crescita del seno non è corrisposta ad un aumento dei chili di grasso. Sarebbero gli effetti del fumo sul metabolismo e sullo sviluppo degli ormoni sessuali ad inibire le dimensioni della ghiandola mammaria, e quindi del seno, durante il periodo in cui la donna è fumatrice. Si tratta di un fenomeno che può essere fermato semplicemente smettendo di fumare.

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Vuoi smettere di fumare? Attenzione al ciclo mestruale

MEDICINA ONLINE SIGARETTA ELETTRONICA FUMARE NICOTINA FUMO SMETTEREL’ho sempre detto: il momento migliore per smettere è ora! O, ancora meglio, era ieri! Non esiste un momento migliore per smettere di fumare. O forse non è esattamente così? Secondo una nuova ricerca esiste, almeno per donne che fumano che vogliono diventare ex-fumatrici, un piccolo accorgimento che potrebbe essere di grande aiuto: programmare il momento in cui si abbandoneranno le sigarette in funzione del proprio ciclo mestruale.

Come il ciclo mestruale influenza la voglia di fumare

Il ciclo mestruale sembrerebbe infatti avere effetti considerevoli sull’astinenza da nicotina delle fumatrici mentre cercano di smettere; lo ha scoperto un nuovo studio guidato da Adrianna Mendrek dell’Università di Montreal, insieme a un team di ricerca dell’Institut universitaire en santé mentale. «I nostri dati ci hanno mostrato come l’incontrollabile necessità di fumare sia molto più forte all’inizio della fase follicolare che inizia dopo la mestruazione. Il calo ormonale di estrogeno e progesterone potrebbe aggravare i sintomi dell’astinenza e aumentare l’attività dei circuiti neurali che sono associati con il desiderio», spiegano i ricercatori.

Differenze di genere

Ed è per questo motivo che secondo Mendrek potrebbe essere molto più facile per una donna provare a smettere di fumare verso la metà della fase luteale, quando si forma il corpo luteo e vengono prodotti livelli molto elevati sia di progesterone sia di estrogeno (in preparazione a un’eventuale gravidanza). La differenza tra maschi e femmine in questi ambiti è piuttosto spiccata, considerazione che è emersa sia da studi sugli esseri umani che da studi su modelli animali. Meno di una ex-fumatrice su dieci riesce a non ricominciare dopo un anno o in periodi comunque relativamente brevi, e per le donne smettere si è dimostrato più difficile che per gli uomini (anche a parità del numero di sigarette fumate). Negli studi sui topi, per vagliare gli effetti della nicotina e di altre sostanze, i ricercatori hanno osservato che «i ratti femmina sviluppano la dipendenza più rapidamente e sono disponibili a impegnarsi molto di più anche per ottenere la stessa dose della sostanza», spiega Mendrek. Indagini che l’hanno portata a concludere che le donne sono probabilmente più a rischio di diventare dipendenti e gli ormoni sessuali potrebbero esserne la motivazione. Ed è per questo che di fronte alla decisione di smettere potrebbe essere opportuno prendere in considerazione il proprio ciclo mestruale.

Lo studio

Lavorando con 34 persone tra uomini e donne, ognuno dei quali fumava più di 15 sigarette al giorno, i ricercatori hanno fatto compilare un questionario e sottoposto tutti i partecipanti a risonanza magnetica (MRI) mentre guardavano fotografie neutrali o immagini appositamente pensate per far loro venire voglia di fumare. Tutte le donne hanno partecipato all’esperimento due volte, la prima all’inizio della fase follicolare del ciclo mestruale e la seconda verso la metà della fase luteale. In parallelo sono stati misurati a tutte i livelli di progesterone ed estrogeno.
Una delle difficoltà principali, spiega Mendrek, è il fatto che tra topi e umani c’è una differenza sostanziale quando si tratta di comprendere i meccanismi della dipendenza. Ogni fumatore o fumatrice è unico nel suo utilizzo del tabacco ma anche nella sua storia personale, situazione sociale e nell’ambiente in cui vive. Fattori come l’ansia, lo stress ed eventuali condizioni psicologiche andrebbero considerate in modo molto più soggettivo. Dall’analisi dei risultati è emerso che non ci sono differenze significative tra uomini e donne per quanto riguarda i circuiti neurali coinvolti nel fenomeno della dipendenza. D’altra parte però i meccanismi di attivazione variavano molto nelle donne in base alla fase del ciclo mestruale in cui si trovavano durante la scansione. Alcune aree della corteccia frontale, temporale e parietale mostravano attivazione  corticale molto più forte in fase follicolare, mentre nell’ippocampo si trattava di un’attività limitata durante tutta la fase luteale.

I limiti dello studio

Ci sono comunque alcuni limiti nello studio pubblicato su Psychiatry Journal, come sottolinea la stessa autrice: in primis i fattori psicologici e sociali, determinati dal fatto che le donne prese in considerazione per la ricerca hanno detto loro stesse in quale fase del ciclo mestruale si trovavano in quel momento.  Inoltre il gruppo di soggetti studiati era limitato.

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Incinta di due gemelli muore in ospedale “Medico obiettore non l’ha aiutata”

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma INCINTA GEMELLI MUORE OBIETTORE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina.jpgAperta un’inchiesta dalla Procura di Catania sulla morte di Valentina Milluzzo, una donna di 32 anni deceduta nell’ospedale Cannizzaro, dopo avere avuto gli aborti spontanei di due feti alla 19esima settimana di gravidanza. Il fascicolo è stato aperto, come atto dovuto, dopo la denuncia dei familiari della 32enne.

Medico obiettore si sarebbe rifiutato di intervenire

La donna, al quinto mese di gravidanza, era stata ricoverata in ospedale il 29 settembre per una dilatazione dell’utero anticipata. Secondo la ricostruzione del legale della famiglia, l’avvocato Salvatore Catania Milluzzo, la situazione sarebbe precipitata “dal 15 ottobre”, quando la donna ha manifestato “febbre alta”, “collassi e dolori lancinanti” “la pressione arteriosa bassa”. Secondo quanto riferito dai familiari, quando uno dei due feti ha manifestato segni di sofferenza il medico di turno si sarebbe rifiutato perché obiettore: “Fino a che è vivo io non intervengo”, avrebbe detto loro.

Sarà disposta l’autopsia

Il procuratore Carmelo Zuccaro ha disposto il trasferimento della salma in obitorio, bloccando i funerali che erano stati organizzati nel paese del Catanese di cui la donna era originaria, e il sequestro della cartella clinica. La magistratura disporrà l’autopsia dopo avere identificato il personale in servizio che sarà indagato, come atto dovuto, per omicidio colposo per potere eseguire l’esame autoptico.

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