Prima volta e sesso: consigli su come introdurre il pene in vagina

MEDICINA ONLINE SESSO ANALE ANO RETTO LUBRIFICANTE PRIMA VOLTA COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA CAMEL TOE LOVE FIRST TIME LOVER SEX GIRL MAN YOUNG WOMAN WA SQUIRTIG.jpgUna delle difficoltà che molti ragazzi e ragazze vivono, soprattutto nel corso delle prime loro esperienze sessuali, è quello di riuscire ad introdurre con semplicità il pene all’interno della vagina.
Nelle scene di molti film questa fase abbastanza delicata viene mostrata come se si trattasse di un’azione automatica che consente un incastro facilissimo da realizzare ma, in realtà, non è sempre così. Infatti spesso nei film accade che gli attori, in qualsiasi luogo si trovino, mediante qualsiasi posizione assunta e con ogni tipologia di abito addosso, riescano soltanto attraverso l’avvicinamento dei corpi, ad iniziare il rapporto con estrema naturalezza.

Da dove cominciare?

Conoscere la corretta anatomia degli organi genitali è il primo punto di partenza per non avere difficoltà nell’atto penetrativo. La vagina infatti non è perpendicolare al corpo ed è quindi fondamentale conoscerne la direzione per orientare correttamente il pene al momento della penetrazione; anche il pene in erezione non è mai tangenziale al corpo. Al fine di non provare e non far sentire dolore al partner ma, al contrario, godere appieno del rapporto sessuale, è quindi importante agevolare le conformazioni corporee e pensare alla penetrazione del pene in vagina come se si dovesse infilare un guanto partendo dall’alto verso il basso con la massima inclinazione del corpo femminile per iniziare e poi modificando l’angolo di questa fino alla posizione desiderata. La vagina bisogna considerarla come se fosse un sacchetto vuoto per tipologia di forma, capace di modificarsi straordinariamente grazie alla sua naturale capacità elastica.

Preliminari

Per fare l’amore la prima volta come si deve, prima di tutto non saltate i preliminari. Queste carezze permettono di scoprire il corpo dell’altro e instaurano una complicità tra i partner. Lasciati andare a queste sensazioni ancora sconosciute, per capire quello che provoca piacere a te e al tuo compagno. Carezze intime, baci languidi e massaggi erotici favoriscono l’eccitazione di cui avrete bisogno per passare all’atto sessuale. Toccate, massaggiate e baciate il vostro partner dappertutto, fino alle parti intime. Non esitare a dire al tuo partner di rallentare, se provi fastidio.

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Preparare la vagina con le dita alla prima penetrazione

L’erezione del pene e la lubrificazione vaginale indicano la presenza di uno stato eccitatorio da parte dei due partner; tali condizioni sono importantissime per iniziare la penetrazione nel modo giusto. Bisogna “preparare” la vagina (e l’imene se presente) con un dito (e poi due) in precedenza durante le “prime volte” senza la penetrazione con il pene. Inoltre i ragazzi/adulti devono sapere che non solo con la masturbazione si possono procurare facilmente orgasmi in tutte le donne e a tutte le età, ma anche con le dita in vagina (e anche con un dito nell’ano, che facilita l’orgasmo, come scriveva Grafenberg già nel 1950) che si muovono circolarmente o avanti e indietro, specialmente se contemporaneamente si stimola anche il clitoride. Insomma si deve spiegare ai ragazzi a distendere gradualmente l’imene con le dita, delicatamente, senza dolore prima della deflorazione. La delicata stimolazione del punto G (vedi immagine in basso: il punto G è indicato in giallo) è molto eccitante per la maggioranza delle donne.

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Lubrificante per facilitare la penetrazione?

Una penetrazione vaginale difficoltosa, può essere di molto facilitata da un lubrificante di buona qualità, fatto che rende il rapporto più piacevole ed appagante per entrambi i partner. Il miglior lubrificate attualmente sul mercato, selezionato, testato e consigliato dal nostro Staff, è il seguente: http://amzn.to/2BUNEAO. Questo prodotto facilita e rende più piacevole sia il sesso vaginale che anale e può essere usato da solo, cospargendolo su dito/sex toy e superficie esterna dell’ano, o inserendolo all’interno dell’ano tramite un clistere di alta qualità come questo: http://amzn.to/2kmuIU4

Vibratori e sex toy

Esistono una serie di vibratori e sex toy, che possono essere usati per ottenere più piacere e rendere più appagante il rapporto per entrambi i partner, noi vi consigliamo questi:

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In che posizione farlo la prima volta?

Se è la tua prima volta, rimanda le posizioni acrobatiche a quando sarete entrambi più esperti. Importante: non correre. Per la prima volta, la posizione del missionario (donna stesa a pancia in alto e lui sopra di lei) è la migliore. In questa posizione, la penetrazione è più naturale, dato che il pene si trova abbastanza allineato con la vagina. In seconda opzione, la donna può scegliere di stare a cavalcioni su di lui. Questa posizione permette alla donna di guidare il pene all’interno della sua vagina e di poter controllare i suoi movimenti. Tuttavia, al primo dolore, la donna potrebbe totalmente fermarsi, mentre invece – nella posizione del missionario – è l’uomo che spinge, anche se la donna prova un po’ di dolore e questo potrebbe aiutare la deflorazione. A penetrazione avvenuta, poi, se vi sentite pronti, potete già sperimentare qualche posizione diversa: usate la fantasia! Alla fine del rapporto, ed anche nelle prime ore successive, è normale essere un po’ indolenziti nelle zone dei genitali.

Fare l’amore la prima volta: la rottura dell’imene fa male?

Fare l’amore la prima volta implica quasi sempre la rottura dell’imene, una membrana che ricopre parzialmente l’orifizio vulvare della vagina. L’imene non ricopre del tutto la vagina, bensì ha una o più piccole aperture fisiologiche, necessarie per far defluire il sangue mestruale anche nel caso in cui la donna sia vergine nel menarca (cioè la prima mestruazione). Durante la penetrazione l’imene si rompe parzialmente o totalmente, il che – in alcune – può provocare un leggero sanguinamento e/o un lieve dolore. Queste perdite possono ricomparire anche nel secondo o terzo rapporto e ciò è del tutto normale. L’imene può anche non rompersi del tutto nel primo rapporto, tuttavia – dopo alcune penetrazioni – tenderà a logorarsi fino a praticamente sparire. La pratica regolare di uno sport, come ad esempio la danza o l’equitazione, distende molto l’imene: in questi casi la penetrazione sarà meno dolorosa. Dolore e sanguinamento sono comunque molto limitati: solo in caso di grande emorragia che non si blocca da sola, sarebbe il caso di contattare il medico.

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Com’è fare l’amore la prima volta?

È davvero difficile arrivare “al settimo cielo” durante la prima volta, questo a causa di molti fattori, come ad esempio la paura di sentire dolore e lo stress. Solitamente c’è bisogno di pratica prima di arrivare a provare sensazioni veramente piacevoli, quindi non preoccupatevi se la prima volta è stata un “disastro”: spesso la prima volta viene idealizzata e quasi sempre, subito dopo, si ha come la sensazione che non sia stato un granché, specie tra le donne. Ripeto: non preoccupatevi: i vostri rapporti saranno sempre migliori e presto vi renderete conto che la penetrazione non è l’unica fonte di piacere.

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Quanto conta la lunghezza del pene?

Il piacere fisico provato durante il rapporto non è necessariamente correlato alle dimensioni del pene. Certamente un micropene potrebbe rendere impossibile fornire un piacere sessuale completo ed appagante alla partner. In genere qualsiasi pene di dimensioni normali, che almeno superi i 10 cm di lunghezza in erezione, è capace di fornire buone “prestazioni”, tuttavia la sensazione di pienezza – in base all’opinione di molte donne – si raggiunge con un pene di oltre i 16 cm di lunghezza e 13 di circonferenza.

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E se il pene è troppo grande?

Alcuni ragazzi potrebbero giustamente avere dubbi e timori riguardo la penetrazione, facendo i calcoli sulla lunghezza della vagina e su quella del pene: “se la vagina è lunga circa 7 cm mentre il pene in erezione raggiunge misure maggiori, in media circa 15 cm, come fa un pene ad entrare in vagina senza che si percepisca dolore?”.
La vagina nella parte anteriore misura circa dai 6 ai 7,5 cm mentre nella parte posteriore raggiunge i 9 cm ma la sua grande capacità è quella di potersi dilatare, come se fosse un elastico, sia in lunghezza che in larghezza e quindi di potere accogliere senza alcun problema un pene che in erezione risulta essere più lungo e grosso delle sue dimensioni.
È anche vero che se in media un pene eretto raggiunge la lunghezza di circa 15 cm, ci sono alcuni casi in cui il pene dell’uomo si spinge oltre i 20 cm: in tale circostanza può essere necessario fare entrare il pene in vagina con una certa attenzione, ovvero più lentamente e meno in profondità, per evitare fastidiosi traumi alla vagina ed all’utero. Può anche accadere che una piccola parte del pene resti fuori dalla vagina durante la penetrazione ma senza che questo rappresenti un impedimento al piacere del rapporto ed al raggiungimento dell’orgasmo per entrambi i partner.

Le precauzioni da prendere

Il fatto che si tratti della tua prima volta non vi esime dal prendere precauzioni: usate il preservativo per evitare qualsiasi malattia sessualmente trasmissibile e gravidanze indesiderate. Inoltre prima e dopo ogni rapporto lavate in modo adeguato i vostri genitali e le zone limitrofe, soprattutto l’ano. Per approfondire:

Dolore durante la penetrazione

Secondo alcune statistiche, addirittura 1 donna su 7 prova dolore durante l’atto penetrativo. È ovvio che questa condizione, spesso tenuta nascosta da molte donne, crea un intenso disagio sia per la donna che all’interno del rapporto di coppia. Se c’è dolore durante la penetrazione, è chiaro che continuare ad  insistere senza prima affrontare efficacemente il problema, non farà altro che intensificare il dolore. Sia fattori psicologici che fisici possono determinare tale situazione. Il vaginismo ad esempio è un tipo di disturbo caratterizzato dalla contrazione involontaria dei muscoli perivaginali che può rendere difficile e dolorosa il tentativo di penetrazione. Tale contrazione per la donna è involontaria, nel senso che non è lei che decide consapevolmente di irrigidirsi ma accade per motivi fisiologici ma più spesso per cause di natura psichica.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Feci dalla bocca: il vomito fecaloide

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOIl vomito fecaloide è un tipo particolare di vomito caratterizzato dall’emissione di materiale scuro, solitamente tendente al marrone, maleodorante, simile alle feci, tipicamente associato all’occlusione intestinale. L’occlusione intestinale consiste nell’arresto della progressione delle materie fetali e di gas nell’interno del lume del canale digerente. Il materiale fecale contenuto nel vomito fecaloide in Continua a leggere

Clistere: quanto tempo va trattenuto affinché agisca?

MEDICINA ONLINE DIARREA VIAGGIATORE VACANZA VIAGGIO CIBO ESOTICO INFEZIONI CIBI CONTAMINATI ACQUA INTESTINO DOLORE FECI LIQUIDEIl clistere è una tecnica che permette l’iniezione di un liquido nell’ano con lo scopo principale di stimolare l’evacuazione, ma anche utile in caso di irregolarità intestinali e irritazioni della mucosa intestinale, preparazione ad intervento chirurgico o procedura d’indagine, fecalomi.

Quanto tempo va trattenuto affinché agisca?

Il clistere evacuativo fa effetto in tempi molto variabili, che dipendono ovviamente dalla variabilità individuale, dalla patologia/condizione del paziente e dalla tipologia di liquido usato. Il clistere può fare effetto dopo alcuni secondi come anche trenta minuti dopo aver tolto la sonda, anche se generalmente tende a fare effetto entro circa 5 minuti. Ricordiamo che dopo aver tolto la sonda dall’ano, il soggetto dovrà rimanere disteso per almeno 10-15 minuti, per rendere efficace il clistere, in alcuni casi più gravi, i tempi si allungano fino anche a mezz’ora.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

Per approfondire:

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Coligas contro pancia gonfia, meterorismo e dolori addominali

MEDICINA ONLINE COLIGAS METEORISMO PANCIA GONFIA COMPRESSE  FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO IMAGE PHOTO PICTURE HI RES INIEZIONE  PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA EFFETTI COLLATERALI CONTRO.jpgColigas è il nuovo prodotto Aboca a base di estratti di Cumino, Carvi, Finocchio, Menta e Camomilla che, grazie al contenuto di oli essenziali, riducono efficacemente a risolvere i problemi di gonfiore addominale. L’azione sinergica di estratti secchi liofilizzati di Coriandolo e Zenzero, ad elevato contenuto di principi attivi, agiscono sulla fisiologica eliminazione dei gas in eccesso e aiutano a prevenirne la loro formazione. Gli estratti di erbe, infatti migliorano la regolare mobilità gastrointestinale e migliorano la funzionalità digestiva dello stomaco e dell’intestino riequilibrando la flora batterica. Coligas è un integratore alimentare utile per favorire, con una duplice azione, il benessere dell’intestino.

Coligas: un supporto contro i gonfiori addominali
Coligas può aiutare la regolarizzare la normale attività di eliminazione dei gas intestinali. La vita moderna è accompagnata da stress, cattiva alimentazione e una vita sregolata. Le cause del gonfiore addominale possono essere molteplici, dalla colite fino ai disturbi dell’apparato digerente. Dai laboratori erboristici nasce Coligas un integratore in opercoli, tisana o gocce che permette di regolarizzare le funzioni intestianali e gastriche. Infatti Coligas è costituito da una potente sinergia tra erbe carminative, vitamine del gruppo B e fermenti lattici vivi. Gli opercoli Coligas, probiotici, microincapsulati, raggiungono l’intestino dove sprigionano i principi attivi e risolvono efficacemente i problemi agendo anche sulla flora intestinale. Coligas: rimedio contro la flatulenza e i gonfiori addominali. Disturbo digestivo più comune è la flatulenza. Ognuno di noi ha dei gas intestinali, ma quando questi creano dei disturbi potrebbero essere indicatori d un problema più complesso. Aria ingerita o batteri presenti nel cibo non digerito, queste sono le principali cause del problema. L’aria passa dalla bocca per arrivare all’intestino dove rimane intrappolata espandendosi e tendendo le terminazioni nervose e creando, così, disturbi e gonfiore. Mangiare troppo provoca una sopraffazione degli enzimi digestivi, il cibo non digerito diventa un terreno di crescita per i batteri putrefattivi responsabili della formazione di gas. Frutta e verdura, latticini e cerali possono causare questo tipo di problemi in alcuni soggetti. La grande quantità di fibre presenti in questa tipologia di alimenti non viene assorbita dall’organismo provocando a sua volta problemi nella digestione.

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Coligas e le piante carminative
E’ definito carminativo un prodotto che è capace di ridurre la formazione di gas intestinali oppure i indurne l’eliminazione. Le sostanze carminative normalmente presentano una composizione di oli essenziali che calma lo stomaco, aumentando la peristalsi evitando così il ristagno prolungato dei gas nell’intestino, riducendo il gonfiore ed i fastidi ad esso collegati.

Alcune piante carminative come il Coligas sono:

  • Aneto
  • Carota
  • Coriandolo
  • Cumino dei prati
  • Cuscuta
  • Finocchio marino
  • Nepetella
  • Sedano
  • Sedano montano
  • Garofano
  • Noce moscata
  • Zenzero

Coligas: tanti formati
La casa produttrice Aboca consiglia di evitare l’abuso del prodotto fornendo delle dosi consigliate ben precise: per il Coligas opercoli è consigliata l’assunzione di 2 opercoli 2 volte al giorno prima dei pasti principali, Inoltre il prodotto può essere utilizzato anche al bisogno assumendo 2 opercoli fino ad un massimo di 3 volte al giorno nell’arco della giornata. Coligas Tisana. Coligas tisana si prepara come un normale infuso con filtri. Può essere assunto più volte al giorno. La composizione delle erbe che lo compongono unito agli oli essenziali la rendono una bevanda piacevole e gradevole, se non si vuole rinunciare a dolcificare l’infuso è consigliato l’uso del miele in luogo dello zucchero. Coligas in gocce. Grazie al tappo dosatore Coligas gocce può essere assunto per 2 o 3 volte al giorno fino a un massimo di 50 gocce per giorno. In tutti i casi sopra indicati non è consigliato superare le dosi. Coligas appartiene alla famiglia degli integratori alimentari e come tale non sostituisce una dieta alimentare completa. Le erbe utilizzate per comporre il Coligas sono adatte a riequilibrare il fisiologico funzionamento intestinale limitando i disagi da gonfiori intestinali.

Visita il sito del produttore seguendo questo link.

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Grintuss sciroppo e compresse, posologia e foglietto illustrativo

MEDICINA ONLINE GRINTUSS SCIROPPO COMPRESSE  FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO IMAGE PHOTO PICTURE HI RES INIEZIONE  PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTRO.jpgGrintuss è un prodotto a base di miele e complessi molecolari che svolge un’azione protettiva e di conseguenza lenitiva delle prime vie aeree. Agisce sulla tosse secca contrastando l’irritazione della mucosa e sulla tosse grassa favorendo l’idratazione e l’eliminazione del muco. Grintuss è un prodotto con ingredienti da Agricoltura Biologica​, senza glutine e dal sapore gradevole.

INDICAZIONI
Grintuss pediatric sciroppo è indicato per il trattamento della tosse, sia secca che grassa, di bambini a partire da 1 anno di età.

COME AGISCE
Grintuss protegge la mucosa, calmando l’irritazione, idrata e favorisce l’eliminazione del muco mediante i seguenti meccanismi d’azione:

  • Effetto Barriera: forma un film protettivo che aderisce alla mucosa e la protegge dal contatto con gli agenti irritanti
  • Azione Mucoregolatrice: promuove l’idratazione del muco e ne favorisce l’eliminazione
  • Azione Lubrificante: riduce lo sfregamento a livello della faringe che è causa di tosse

Grintuss modula la tosse senza sopprimerla, rispettandone così l’importante ruolo di difesa delle prime vie aeree.

MODO D’USO

Sciroppo: si consiglia l’assunzione di 5ml (un cucchiaino) per i bambini da 1 a 6 anni e di 10 ml (due cucchiaini) dai 6 anni in poi, da due a quattro volte al giorno, effettuando l’ultima somministrazione prima di coricarsi.
Agitare prima dell’uso. Contiene cucchiaino dosatore. Dopo l’uso chiudere bene il flacone e lavare accuratamente il cucchiaino dosatore.

Compresse: si consiglia di assumere 1 compressa da 2 a 4 volte al giorno lasciandola sciogliere lentamente in bocca.

AVVERTENZE
Non utilizzare se presente ipersensibilità o allergia individuale verso uno o più componenti.
Nel caso in cui i sintomi non migliorano si consiglia di consultare il medico.
Conservare a temperatura ambiente, lontano da fonti di calore e al riparo dalla luce.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.

Visita il sito del produttore seguendo questo link.

Il Grintuss è composto da una serie di piante officinali:

La Grindelia

Anticamente utilizzata dagli indiani della California, da cui proviene la pianta, è stata importata di Gesuiti al principio come pianta ornamentale. Deve il proprio nome al botanico H. Grindel autore del Botanisches Taschenbuch (1803).Pianta perenne di origine americana, utilizzata per le proprietà sedative della tosse e per la cura delle affezioni cutanee, composta da vistosi fiori gialli che costituiscono l’ingrediente primario nella realizzazione di unguenti e composti. Utilizzata da tempo in omeopatia grazie al principio attivo che al contraddistingua, la Grindelia ha proprietà antibatteriche e principi attivi rappresentati dai flavonoidi, ad azione antispasmodica, azione espettorante, acidi diterpenici. La Grindelia viene utilizzata nella composizione di composti per la cura delle bronchiti catarrali e da coloro che soffrono di crisi di asma acute. La polvere di Grindelia viene utilizzata nella preparazione delle sigarette.

La piantaggine

La piantaggine, che compone insieme alla grindelia il Grinutss, è una pianta perenne con caratteristiche antinfiammatorie, antisettiche, lenitive, combatte gli arrossamenti. Considerata, come la grindelia, una droga sicura si può somministrare anche ai bambini in totale sicurezza. Utilizzata soprattutto in casi di mal di gola ed infiammazione delle vie respiratorie, in caso di bronchite e secrezioni catarrali. Conosciuta nell’antica Grecia alla piantaggine venivano attribuiti poteri curativi. Pianta considerata sacra dalle popolazioni Anglosassoni, veniva utilizzata come rimedio universale per febbre, dolori renali, morsi di animali velenosi, ferite e molti altri problemi. Infatti secondo la tradizione del nord Europa la piantaggine rappresentava uno spirito posto a guardia dell’ingresso del regno dei morti. Nella cultura popolare europea le foglie di piantaggine, in polvere o i succo, curavano ustioni, ferite, gonfiori. L’infuso era usato in caso di emorraggie asali, constro la gastrite, diarrea, asma, e molti altri disturbi.

Elicriso

Pianta caratteristica della macchia mediterranea possiede dei fiori gialli molto luminosi dal profumo intenso e aromatico, utilizzato moltissimo nella cosmetica. Il nome della pianta deriva dal greco, letteralmente significa “oro del sole”, ed ovviamente si riferisce alla forma e al colore dei fiori. COnosciuto anche con il nome di “sempre vivo” grazie alal conformazione e alla natura della pianta èresenta una lunga drata nel colore e nel profumo die fiori. La pianta era conosciuta, ed utilizzata tutt’ora, per le caratteristiche astringenti e sedative, antiasmatiche, stimolanti della circolazione del sangue e, in uso esterno, ha effetti lenitivi antinevralgici. Infatti favorisce l’aliminazione del catarro e attenua le crisi di asma e le infiammazioni allergiche. E’ un ottimo analgesico e decongestionante soprattutto se mescolato sapientemente ad altre piante. Inoltre le foglie di elicriso posseggono un aroma simile al curry e per questo possono essere usate nella preparazione di risotti, minestre, carni bianche o ripieni.

Cos’è Grintuss?
Prodotto per la tosse e la protezione del cavo che crea una pellicola protettiva che calma la tosse e protegge le vie aeree. A base di Piantaggine, Grindelia ed Elicriso, Grintuss possiede proprietà mucoadesive e protettive che rpoducono uno schermo contro gli agenti esterni sulle pareti della gola, Inoltre l’effetto di protezione è dato dalla commistione di sostanze vegetali che, sapientemente mescolate, danno alla formulazione un’azione protettiva ed emolliente ed un gusto piacevole grazie all’effetto rinfrescante degli olii essenziali.

Grintuss: tavolette e sciroppo, ma non solo
Il Grintuss non presenta particolari controindicazioni, ma è necessario seguire attentamente il foglietto illustrativo e non somministrare nei casi incui ci siano forme allergiche ai principi attivi delle erbe medicinali che compongono Grintuss. Oltre ai prodotti indicati esistono anche altre soluzioni Grinutss: come la Tisana e l’unguento balsamico.

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Dopo quanti giorni di astinenza le scorte di sperma sono le massime possibili?

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPER.jpgDopo quanti giorni di astinenza di verifica una eiaculazione con la massima quantità di sperma possibile? Questo dato è ovviamente variabile in base a molti fattori.

Quanto sperma viene emesso ad ogni eiaculazione?

Un uomo adulto e sano ad ogni eiaculazione emette circa dai 1,5 ml ai 5 ml di sperma, anche se questo valore può raggiungere anche picchi di 8 ml. La quantità di liquido seminale emessa dipende da molti fattori individuali, tra cui produzione di testosterone, etnia di appartenenza e fattori genetici. Varie patologie possono influenzare tali valori. Una importante variabile da considerare è l’intervallo di tempo che passa tra un’eiaculazione all’altra.

Astinenza significa maggior sperma disponibile?

Più ci si astiene, più aumentano le scorte di liquido seminale? Si. Parlando in generale, più è lungo l’intervallo tra una eiaculazione e la successiva, più spermatozoi e plasma seminale (cioè i due componenti dello sperma) vengono prodotti ed immagazzinati: l’astinenza aiuta quindi ad aumentare la quantità di sperma emesso, ma sempre nei limiti della quantità fisiologicamente prodotta. Questo vuol dire che se un individuo emette tipicamente 3 ml nelle sue eiaculazioni, con alcuni giorni di astinenza può arrivare ad avere eiaculazioni di circa 4 o 5 ml, ma non potrà mai raggiungere valori estremamente superiori, come ad esempio una eiaculazione di 10 ml. Generalmente l’astinenza che permette di raggiungere la quantità più alta di scorta di sperma oscilla tra i 3 ed i 7 giorni; mediamente la quantità massima di sperma eiaculabile tende ad essere raggiunta in genere tra il quinto ed il settimo giorno di astinenza.

Cosa succede se l’astinenza dura più di una settimana?

Astinenze superiori ad una settimana non porteranno ulteriori aumenti di sperma eiaculabile rispetto a quello che viene emesso con una astinenza di 5/7 giorni, dato che lo sperma più vecchio, oltre una certa quantità, non viene più accumulato, bensì viene eliminato dall’organismo. E’ quindi inutile prolungare l’astinenza oltre la settimana con la speranza di accumulare scorte di sperma maggiori.

Integratori per trarre maggior soddisfazione dal rapporto

Qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto, aumentando la quantità di sperma disponibile, potenziando l’erezione e procurando un aumento di libido sia nell’uomo che nella donna:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Differenza tra frattura composta, scomposta, esposta e patologica

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FRATTURA COMPOSTA SCOMPOSTA ESPOSTA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCon frattura si indica, in medicina, l’interruzione parziale o totale della continuità di un osso del corpo, causata da traumi (incidenti stradali, cadute), da patologie (tumore) o da stress (da microtraumi reiterati in un osso con normale resistenza meccanica).

Frattura chiusa o esposta?

Quando si frattura un osso, esso può rimanere confinato nella cute integra (fratture chiuse) oppure può lesionare la cute: i monconi ossei sporgono e comunicano con l’esterno. Questo tipo di frattura viene chiamato “frattura esposta“. Le fratture di questo tipo comportano un rischio di infezione ed emorragia elevato e richiedono un trattamento antibiotico e chirurgico.

Leggi anche: Femore rotto: tipi di frattura, sintomi, intervento, riabilitazione e conseguenze

Frattura composta o scomposta?

Una frattura viene detta “composta” quando i due monconi ossei risultano allineati, a differenza di quanto avviene nel caso di una frattura “scomposta” in cui i due monconi non sono allineati tra loro. In base allo spostamento dei monconi una frattura scomposta può essere:

  • laterale,
  • angolare,
  • longitudinale,
  • rotatoria.

Nel caso di frattura composta, la difficoltà del trattamento da parte del medico è senz’altro minore, mentre nel caso di frattura scomposta (come quella di ulna e radio che vedete nella foto in basso) è necessaria una manipolazione per la riduzione della frattura, in alcuni casi per mezzo di un intervento chirurgico.

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DIRETTORE MEDICINA ONLINE FRATTURA SCOMPOSTA BRACCIO OSSA OSSO ULNA RADIO OMERO GOMITO GESSO ORTOPEDIA SHOCK EMORRAGIA ARTO SUPERIORE

Leggi anche: Callo osseo e pseudoartrosi, quando la frattura non guarisce: cause, diagnosi e terapie

Frattura fisiologica o patologica?

Un’ulteriore distinzione è quella tra fratture fisiologiche e patologiche. Le fratture fisiologiche avvengono in un osso sano che è stato sottoposto ad un trauma e rappresentano il tipo più comune di frattura ossea. Le fratture patologiche invece avvengono in un osso indebolito a causa di una patologia, come ad esempio un tumore o una metastasi che eroda pian piano l’osso fino a che si fratturi. Per approfondire, leggi: Differenza tra fratture patologiche, fisiologiche e da stress

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere di ossa, legamenti, cartilagini e tendini e la cura dei dolori articolari:

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Renella (sabbia renale): cause, cure e differenze con i calcoli renali

MEDICINA ONLINE RENE RENI ANATOMIA FUNZIONI PATOLOGIE SINTESI SANGUE FILTROLa renella (anche chiamata “sabbia renale o “sabbiolina renale“) è una sorta di sabbiolina composta da numerosi piccoli aggregati cristallini che possono formarsi all’interno dei reni, e migrare nelle vie escretrici e nella vescica causando coliche renali e/o disturbi della minzione. La renella, pur essendo concettualmente simile ai calcoli renali, è diversa da essi: oltre la dimensione estremamente minore rispetto ai calcoli veri e propri, cambiano anche la consistenza ed il tipo di aggregazione rispetto alla calcolosi. Di solito la renella è composta da acido urico ed ossalati di calcio e date le minuscole dimensioni solitamente è sufficiente un aggiustamento dietetico e l’assunzione di molti liquidi per espellerla in modo naturale ed asintomatico, al contrario di quelli che accade con i calcoli, dove – in alcuni casi – si può rendere necessaria anche un intervento chirurgico. Nonostante queste notizie confortanti, la renella non deve essere sottovalutata, sia perché è la spia di una possibile alimentazione errata, sia perché è un fattore di rischio per i calcoli renali, sia perché può capitare che provochi delle coliche renali molto fastidiose.

Le cause della formazione di questi piccolissimi calcoli risiedono essenzialmente in un fattore genetico di predisposizione abbinato ad una dieta alimentare errata, o comunque troppo ricca di determinati nutrienti che i reni non riescono ad espellere totalmente. In base al tipo di alimentazione, si formerè una sabbia renale di composizione diversa (vedi paragrafo “Terapia per la renella”).

La renella in molti casi può essere del tutto asintomatica, cioè non determinare alcun sintomo nel paziente. In altri casi la renella può accumularsi nelle vie urinarie e determinare, similarmente a quanto avviene con i calcoli veri e propri, una ostruzione al deflusso dell’urina che porta a colica renale la quale si manifesta con dolore intermittente, che può essere anche molto violento e fastidioso, che origina solitamente al fianco o alla parte bassa della schiena e si irradia attraverso l’addome lungo il decorso dell’uretere (destro o sinistro), frequentemente nella regione dei genitali e nel lato interno della coscia. In presenza di grande accumulo di renella, nei casi più gravi e non trattati possono verificarsi vari sintomi e segni legati ad alterata minzione, tra cui:

La diagnosi della renella si basa su questi strumenti principali:

Solo in alcuni casi, in genere per escludere altre patologie e/o se si è in presenza di sintomi gravi, possono essere usati altri strumenti, tra cui:

Terapia per la renella

La terapia per la renella si basa essenzialmente sulla modifica delle abitudini alimentari errate che hanno portato alla sua formazione. La cura migliore (e la migliore prevenzione di nuova formazione di renella) consisterà quindi in un cambiamento dell’alimentazione quotidiana, a seconda della tipologia della sabbia renale:

  • in caso di renella di agglomerati di ossalati di calcio sarà opportuno ridurre le quantità di cibi che ne contengono dosi abbondanti (spinaci, prezzemolo, cacao, pomodori verdi, rabarbaro, prezzemolo, erba porcellana, erba cipollina, bietola, barbabietola rossa, verza, tè verde, cioccolato);
  • in caso di renella di agglomerati di acido urico andranno evitati gli alimenti ricchi di purine (acciughe, frutti di mare, carne e pesce grassi, cacciagione, acciughe, sardine sott’olio, aringa, caviale, frattaglie, estratti di carne, brodo di carne).

In generale vanno evitati caffè e bevande a base di caffeina, cola compresa, inoltre va bevuta una adeguata quantità di acqua. Il consiglio generale è quello di assumere circa 200/250 ml di liquidi ogni ora durante il giorno. Utili anche le tisane, soprattutto quelle diuretiche. Tisane consigliate sono quelle di tarassaco, di betulla, di solidago, di virga aurea, di equiseto, di finocchio e di radice di aneto. Importante anche limitare il sale. In presenza di renella di ossalato di calcio si consiglia di assumere una compressa di calcio carbonato durante i pasti ricchi di ossalati in modo da limitarne l’assorbimento intestinale. Solo nei casi più gravi, potrebbero essere necessarie le terapie usate per la calolosi renale (vedi paragrafo “Terapia dei calcoli renali”).

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Cause di calcoli renali

Dopo aver analizzato cause, sintomi, diagnosi e cure per la renella, andiamo ora ad occuparci dei calcoli renali. Le cause di origine della calcolosi renale non sono ancora state completamente chiarite, anche se alcuni fattori predisponenti aumentano sensibilmente la probabilità che si formino dei calcoli:

  • sesso: i maschi hanno una probabilità tripla rispetto alle donne di sviluppare calcolosi alle vie urinarie (la maggiore concentrazione di citrato nelle urine femminili, in stretto rapporto con il tasso estrogenico, spiegherebbe questa minore incidenza del problema nel gentil sesso);
  • scarso introito di liquidi: un flusso di urine limitato favorisce il ristagno, quindi la precipitazione dei sali in esse contenuti;
  • disidratazione per aumentata perdita di liquidi (diarrea, iperidrosi ecc);
  • età: i calcoli renali si formano prevalentemente tra i venti ed i quarant’anni;
  • acidità delle urine: pH urinario inferiore a 5 (per quanto riguarda alcuni tipi ben precisi di calcio, come quelli di cistina, xantine ed acido urico);
  • storia familiare di calcoli renali: è il caso ad esempio dei calcoli di origine cistinica in cui, a causa di un difetto congenito del rene, un amminoacido scarsamente solubile nelle urine (cistina) precipita formando dei cristalli;
  • infezioni croniche delle vie urinarie;
  • abuso di certi medicinali o di integratori salini e vitaminici;
  • ipertiroidismo (effetto catabolico sul tessuto osseo) e iperparatiriodismo (aumento calcemia);
  • dieta incongrua;
  • etnia: maggiore incidenza dei calcoli renali nella razza bianca ed asiatica;
  • clima (durante il periodo caldo estivo la maggiore evaporazione, se non reintegrata da un adeguato apporto di liquidi aumenta la concentrazione delle urine e la precipitazione dei calcoli).

Diagnosi di calcoli renale

La diagnosi di calcolosi renale viene effettuata con una serie di esami strumentali e di laboratorio. L’analisi delle urine mira ad esempio a ricercare alterazioni nell’equilibrio elettrolitico e l’eventuale presenza di tracce di sangue. In questo modo è possibile suggerire al paziente una dieta povera degli elementi presenti in eccesso, minimizzando la probabilità di sviluppare calcoli.
Fra le indagini più comuni vi sono la radiografia dell’addome in bianco e l’ecografia addominale. Analizzando le immagini radiografiche si possono localizzare i calcoli calcarei in quanto composti da sostanze radio opache. Non sono invece distinguibili i calcoli non calcarei come quelli causati dal deposito di acido urico o cistina.
L’ecografia è un esame più sensibile rispetto alla radiografia tradizionale, ma non è sempre in grado di fornire chiare informazioni al medico. Per confermare la diagnosi di calcoli renali possono allora divenire necessarie indagini più complesse come l’urografia, che prevede l’iniezione di un mezzo di contrasto per via endovenosa, e la TAC spirale, un esame abbastanza costoso ma molto preciso ed affidabile.

Terapia dei calcoli renali

Molti piccoli calcoli solitari, non complicati da ostruzione o infezione non hanno bisogno di una terapia specifica e tendono a risolversi da sé. Se invece i calcoli sono associati a ostruzione ed infezione, devono essere asportati chirurgicamente o disintegrati con gli ultrasuoni. A volte è possibile l’estrazione attraverso l’uretra, ma oggi si ricorre sempre più spesso alla distruzione dei calcoli con gli ultrasuoni (litotrissia). In caso di colica renale è necessario il riposo con l’applicazione locale di fonti di calore.

Integratori consigliati per la salute delle vie urinarie

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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