Come abbronzarsi senza scottarsi?

Rear view of a woman sitting with a parasol on the beachAbbronzatura che passione, ma attenzione, ricordatevi che i raggi solari possono anche diventare pericolosi per la salute! Gli alleati per un’abbronzatura perfetta e sicura sono per prima cosa l’uso di creme protettive adatte alla vostra pelle, unite ad un’adeguata alimentazione, oltre che ovviamente ad un’elevata dose di pazienza e soprattutto di buonsenso. L’abbronzatura è infatti un processo graduale e lento – mai improvviso ed estremo – e le conseguenze di una prolungata esposizione al sole senza le dovute protezioni non vanno sottovalutate. E’ vero che il sole stimola la sintesi di vitamina D, la quale rafforza le ossa e tiene lontane le malattie infettive, ma è altrettanto vero che i suoi raggi invecchiano la pelle e possono causare scottature spiacevoli oltre che – se si abusa – pericolosissimi tumori maligni. Un arrossamento dell’epidermide causa bruciori e malesseri nell’immediato e può portare danni cutanei anche nel lungo periodo; indagini scientifiche hanno dimostrato che le ustioni derivate da un’eccessiva o scorretta esposizione al sole sono in grado di danneggiare il DNA e modificare le cellule che inducono lo sviluppo dei tumori. Per questo è meglio procedere per piccoli passi e tenere sempre bene in mente i consigli che seguono.

Leggi anche: Nei sospetti: riconoscere quelli normali ed i tumori

Creme solari

Le creme solari sono fondamentali, rappresentano il principale supporto per la pelle quando è esposta ai raggi UV (ultravioletti) e il loro fattore di protezione va scelto in base al proprio fototipo; per esempio chi è di carnagione molto chiara deve optare per un fattore di protezione ben più alto da chi presenta una pelle olivastra. Il consiglio è quello di spalmarle su tutto il corpo circa mezz’ora prima dell’esposizione al sole, così da farle assorbire bene, e ogni qualvolta viene fatto un bagno o si sente di aver sudato molto. Anche il sudore infatti fa sì che il filtro protettivo delle creme venga meno ed è quindi opportuno metterle una seconda, o terza, o addirittura quarta volta. La crema solare va messa anche se si sta esclusivamente sotto l’ombrellone perché nonostante vi sia ombra, non si è protetti dai raggi solari e ci si può scottare allo stesso modo.

Leggi anche: Le creme solari sono abbronzanti? Fanno abbronzare di meno?

Creme doposole

Dopo esser stati al mare o comunque al sole, se volete mirare alla migliore abbronzatura possibile è doveroso applicare una specifica crema doposole su tutto il corpo in modo tale da ammorbidire ed idratare la pelle.

Alimentazione

Anche la dieta gioca un ruolo importante in quanto gli alimenti che contengono vitamina C, betacarotene e antiossidanti aiutano la pelle a prevenire i rossori e a difendersi. Nel periodo estivo è quindi consigliato abbondare con pomodoricarotealbicoccheangurie, té verde e semi di lino.
Inoltre, in questa stagione più che mai è opportuno bere tanta acqua per non correre il rischio di disidratazione; la dose minima che viene consigliata è di un litro e mezzo di acqua.

Leggi anche:

Integratori alimentari

Se proprio non riuscite ad assumere tutta la quantità di vitamine e sali minerali di cui avete bisogno, potete sempre integrare con specifici integratori mirati all’abbronzatura perfetta. Per approfondire, leggi: Integratori per abbronzarsi di più: funzionano? Quali sono i migliori e quali evitare?

Idratazione

Un importantissimo alleato estivo non solo per l’abbronzatura, ma soprattutto per la nostra salute, è bere una adeguata quantità di liquidi che, ricordiamo, possono anche essere assunti tramite frutta e verdura. Ma quanta acqua bere al giorno? A tal proposito leggi: Fabbisogno idrico giornaliero: quanta acqua bere al giorno?

Consigli utili

Ci sono fasce orarie in cui fa più caldo e sarebbe meglio evitare l’esposizione, ma soprattutto di addormentarsi sotto al sole, cosa che capita più di quanto si possa pensare. Queste fasce vanno dalle 12 di mattina alle 16 del pomeriggio; gli orari migliori per prendere il sole, quindi, sono dalla mattina presto fino alle 11.30 circa e nel pomeriggio dopo le 17.
E’ da evitare l’uso di cosmetici o profumi i quali possono lasciare macchie o causare reazioni allergiche dovute alla fotosensibilizzazione.
E’ opportuno rinfrescarsi frequentamene durante l’esposizione, con tuffi in mare o docce, ma è sconsigliato far asciugare le goccioline sotto il sole in quanto il riverbero delle stesse potrebbe favorire le scottature; è meglio quindi tamponare la pelle con un telo ed eventualmente applicare nuovamente un filtro protettivo. Ricordatevi di applicare sempre un nuovo strato di crema solare dopo ogni bagno.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Reddit, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Prendere il sole ed abbronzarsi fa bene o fa male alla pelle ed alla salute?

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL VETRO UVA UVB ULTRAVIOLEQuando ci si avvicina all’estate su giornali, televisioni e radio si leggono e sentono i soliti falsi miti sull’abbronzatura, specie sui fantastici vantaggi che l’esposizione alla radiazione solare porta alla nostra salute. Ma è davvero tutto… sole quello che luccica? La realtà, senza tanti complimenti, è una soltanto: il sole fa male alla pelle. Prendere il sole determina certamente alcuni vantaggi alla salute ma la verità è che i benefici dell’esposizione ai raggi solari sono decisamente inferiori al rischio di sviluppare tumori e alla certezza di fare invecchiare precocemente la pelle. La parola d’ordine è sempre la stessa: moderazione: prendere il sole usando protezione solare elevata, diminuendo i tempi di esposizione specie le prime volte ed evitando le ore più calde.
Cerchiamo di fare chiarezza, rispondendo oggi alle domande più frequenti sui pericoli del sole. E svelando alcune curiosità e consigli sulla tintarella.

CHE COSA SUCCEDE QUANDO CI ABBRONZIAMO?
L’abbronzatura è a tutti gli effetti il modo con cui il nostro corpo si difende dal sole. Tutto merito della melanina, un pigmento che viene prodotto quando siamo colpiti dal Sole e che ha il compito di proteggerci dai raggi ultravioletti (Uv).
Resistente ed elastica, la pelle costituisce nel complesso uno degli organi più voluminosi del nostro organismo, rappresentando circa il 16% del totale peso corporeo. Di vario spessore (massimo nella pianta del piede – 4-5 millimetri – e minimo – circa 0,5 millimetri – nelle palpebre e nel prepuzio), la cute è composta da cellule di diversa natura.
Il 5% dei raggi viene riflesso, ma il resto penetra nei tessuti e la luce inizia a riflettersi sulle cellule. Parte dell’energia viene assorbita da queste ultime, quella che rimane passa agli strati sottostanti dell’epidermide. Ed è qui che incontra i melanociti, cellule particolari che producono la melanina.

Due tipi di melanina
La melanina è molto importante per l’equilibrio della pelle: non soltanto le dà il colore, ma è in grado di assorbire i raggi Uv e quindi di scaricarne l’energia.
Esistono in realtà due tipi di melanina: quella “scura” (eumelanina) che caratterizza le persone brune, e quella rossa (feomelanina) presente in chi ha i capelli di quel colore. E i biondi? Le possiedono tutte e due.
Più la melanina è scura, più è in grado di svolgere il suo compito: l’abbronzatura è proprio il risultato di questa operazione di difesa. Quando ci si espone al sole, i melanociti producono nuovo pigmento nel giro di 2 o 3 giorni e la pelle si scurisce. L’effetto abbronzatura è subito visibile perché nell’epidermide c’è sempre una piccola scorta di melanina pronta ad intervenire subito.

Leggi anche:

IL SOLE È DANNOSO PER LA SALUTE?
Per molti anni si è pensato che l’esposizione alla luce solare fosse la principale causa del cancro della pelle; oggi la visione dei rapporti tra raggi ultravioletti e tumori è più complessa: da un lato studi recenti hanno confermato che l’esposizione aumenta il rischio di sviluppare tumori della pelle e sottolineato l’importanza di adottare sempre, soprattutto nei bambini, misure preventive; dall’altro, nuovi dati hanno dimostrato che la luce solare, permettendo all’organismo di disporre di adeguati livelli di vitamina D, riduce il rischio di sviluppare tumori di altri organi.

Sole e tumori
L’eccessiva esposizione ai raggi UV rimane comunque uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori meno aggressivi, quelli che originano dal rivestimento cutaneo (carcinomi baso e spinocellulari). Per il melanoma, potenzialmente più aggressivo, i fattori di rischio sono conosciuti solo in parte. Alcuni sono legati strettamente alla persona, ovvero la predisposizione familiare e la presenza di nei e lentiggini – soprattutto se numerosi e di grosse dimensioni, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile – e il fototipo (occhi, capelli e pelle chiara).

La fabbrica del colore
I melanociti si trovano in tutto il corpo ma la loro densità cambia da regione e regione. Nel viso se ne trovano quasi 300 mila per mm2, ma nell’interno avambraccio sono poco più di 100 mila. L’intensità dell’abbronzatura non dipende però dal numero di melanociti, ma dalla quantità e dal tipo di melanina prodotta. Per queste persone l’esposizione al sole – senza adeguate protezioni – è estremamente pericolosa, anche se il sole rappresenta solo il fattore scatenante, soprattutto quando le scottature sono avvenute in età infantile.

Leggi anche:

ATTENTI ALLA VISTA
Ma il sole può essere nocivo anche per gli occhi; gli effetti più frequenti sono la fotocheratite e la fotocongiuntivite, che possiamo paragonare a una vera e propria scottatura degli occhi. E sono molto dolorose, ma si curano e generalmente non hanno conseguenze a lungo termine. I problemi dell’esposizione al sole possono però essere anche più gravi e comprendono anche la cataratta.
Altri effetti nocivi dell’esposizione solare sono l’invecchiamento precoce della pelle, con perdita progressiva dell’elasticità e dell’idratazione. Diversi studi sembrano inoltre suggerire che l’esposizione prolungata ai raggi Uv possa aumentare il rischio di infezioni virali, batteriche e fungine.

INDIGESTIONE SOLARE
Occorre dunque evitare assolutamente l’esposizione al sole? Non c’è bisogno. Facciamo un paragone con l’alimentazione: mangiare è necessario per sopravvivere, ma se tutti i giorni si fa indigestione compaiono danni anche irreparabili. Lo stesso avviene con l’esposizione al sole.
In spiaggia ricorrere sempre alla protezione delle creme solari che evitano le scottature e che vanno spalmate (questo è il sistema corretto) alcuni minuti prima di esporsi al sole, anche nei posti più impensati: per esempio la pianta del piede, come nel caso di queste due bagnanti.

PERCHÉ IL SOLE FA MALE ALLE PELLE?
Nonostante l’effetto protettivo dell’abbronzatura, i raggi Uv riescono a penetrare e raggiungere il derma. E qui cominciano i guai e gli effetti negativi.
In primo luogo possono danneggiare il Dna delle cellule della pelle. Nella maggior parte dei casi questi danni vengono riparati, oppure portano alla morte delle cellule stesse. A volte, però, possono trasformare qualche cellula in senso canceroso, provocandone una crescita incontrollata.

PERDITA DI ELASTICITÀ
In più, a lungo andare, il sole causa la degenerazione della elastina e del collagene, le due proteine che danno sostegno ed elasticità alla pelle. Rughe, pieghe d’espressione più visibili, solchi sono causate anche dalla mancanza di collagene indotta dal sole. In altre parole, troppo sole fa invecchiare.
Le radiazioni ultraviolette modificano il patrimonio genetico della cellula perché alterano le basi azotate che costituiscono il DNA, formando legami anomali. Queste alterazioni, se non vengono riparate, possono impedire la normale replicazione del DNA e portare alla comparsa di mutazioni che, a loro volta, possono causare tumori. La cellula è normalmente dotata di meccanismi di riparazione, uno dei quali prevede l’eliminazione di legami anomali tra le basi di DNA e la sostituzione del tratto di DNA danneggiato con uno di nuova sintesi. In una rara malattia ereditaria, lo xeroderma pigmentoso, per esempio, i meccanismi di riparazione del DNA sono alterati e chi ne è affetto è molto sensibile ai danni provocati dalla luce solare e ha un elevato rischio di sviluppare tumori della cute. Si ipotizza che, anche nel caso del melanoma non ereditario debbano esistere, nell’individuo, una o più alterazioni genetiche che compromettono questo meccanismo e favoriscono la comparsa del tumore.

Leggi anche:

4. QUANTI TIPI DI TUMORI ALLA PELLE ESISTONO?
Esistono tre principali tipi di tumore della pelle: i carconomi basocellulari, quelli spinocellulari e i melanomi.
Dalle cellule epiteliali hanno origine i carcinomi basocellulari e quelli spinocellulari, mentre dai melanociti si sviluppano i melanomi.
La prognosi dei due tipi di tumore è molto diversa: i primi crescono infatti molto lentamente, e di rado danno luogo a metastasi: molto raramente sono mortali.
Il melanoma, invece, è la forma più grave dei tumori della pelle, ed è particolarmente pericoloso perché rispetto ad altri tumori cutanei può dar luogo con maggiore frequenza a metastasi.

Leggi anche:

5. QUANTO SONO DIFFUSI I TUMORI ALLA PELLE?
Purtroppo l’incidenza dei tumori cutanei è rapidamente aumentata in diversi Paesi, in particolar modo in Australia, Europa e Nord America. Tra le cause, vi è l’assottigliamento dell’ozonosfera e quindi una riduzione della sua attività di filtro dei raggi ultravioletti emessi dal sole. Inoltre, una pelle abbronzata, che in passato era un segno dell’appartenenza alle classi contadine che svolgevano lavori all’aperto, oggi nei Paesi industrializzati è diventata sinonimo di relax, inteso come tempo libero trascorso all’aria aperta. Stiamo più al sole. Anzi, troppo.

NUMERI IN CRESCITA.
Ogni anno nel mondo si registrano 2-3 milioni di casi di tumore cutaneo diverso da melanoma e 130 mila casi di melanoma maligno. In Italia negli ultimi 10 anni il carcinoma basocellulare è cresciuto del 10% e ogni anno si registrano circa 95 nuovi casi ogni 100mila abitanti.
Anche l’incidenza del melanoma, il più temuto, continua ad aumentare (aumento del 4% ogni anno, è al dodicesimo posto fra tutte le forme di cancro) ed è raddoppiata nel corso dell’ultimo decennio. Fino a qualche anno da era considerato un tumore raro. Oggi nel nostro Paese si manifestano 6-9 casi di melanoma ogni 100mila abitanti.

6. COME SI SVILUPPANO I TUMORI ALLA PELLE?
Il carcinoma spinocellulare nasce dalle cellule più superficiali dell’epidermide ed è la forma di tumore cutaneo più chiaramente associato all’esposizione cronica e cumulativa al sole. È il più frequente tra coloro che lavorano all’aperto, colpisce prevalentemente le parti del corpo più esposte, quali viso, orecchie, collo, cuoio capelluto, spalle e dorso. Difficilmente dà luogo a metastasi e si cura con facilità.
Il basalioma, invece, nasce dalla morte delle cellule più profonde dell’epidermde ed è associato a un’esposizone intensa e intermittente, come quella che si riceve durante le vacanze. Si presenta come un piccolo nodulo duro al tatto che progressivamente cresce di dimensioni. In alcuni casi possono essere pigmentati e quindi scambiati per melanomi. Colpiscono dopo i 60 anni e raramente danno metastasi. Si tratta di forme neoplastiche aggressive.
Più complesso è lo sviluppo dei melanomi. I fattori di rischio sono noti soltanto in parte. Alcuni di questi sono strettamente legati alla persona:
– una predisposizione familiare (in circa il 10% dei casi si presenta in due o più individui di una stessa famiglia);
– la presenza di lentiggini o di nei, soprattutto se sono grossi, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile o in gran quantità (più di 50);
– occhi, capelli e pelle chiara: queste persone generalmente durante esposizioni solari intense si scottano con facilità, ma non si abbronzano.
Nel caso del melanoma il legame tra l’esposizione ai raggi solari e l’insorgenza del tumore è meno forte rispetto agli altri tumori della pelle. Si è comunque osservato che molti malati di melanoma avevano avuto ustioni solari in età giovanile, oppure avevano mostrato un aumento del numero dei nevi a seguito dell’esposizione ai raggi ultravioletti.

Leggi anche:

NEI MALIGNI
Statisticamente nel 30% dei casi si originano dai nevi (il termine medico per indicare i nei della pelle), che possono essere presenti fin dalla nascita oppure dalle macchie displasiche.
I nei benigni hanno generalmente una forma circolare e margini netti. Diventano maligni quando si trasformano rapidamente e crescono di dimensione o cambiano di colore.
Le macchie displasiche invece sono più grandi di un neo (più di 5 millimetri), hanno colore variabile e forma irregolare.
A differenza degli altri tumori della pelle, il melanoma può essere letale se non si interviene negli stadi iniziali. È un tumore da non sottovalutare.
Si origina dai melanociti e può crescere sia in superficie sia in profondità. Le cellule tumorali possono staccarsi dalla zona d’origine e raggiungere i linfonodi più vicini (ascelle, inguine e collo) oppure, attraverso la circolazione sanguigna, qualsiasi organo. Il rischio che il melanoma possa dare metastasi è tanto maggiore quanto più alto è il suo spessore. E lo spessore sopra il quale questo rischio comincia ad aumentare è uguale a 1 millimetro.
La mortalità del melanoma è per fortuna in calo perché viene diagnosticato sempre più precocemente, quando l’asportazione chirurgica può risolvere definitivamente il problema: questo anche grazie a una maggiore sensibilità per l’autocontrollo di nei nuovi e anomali (vedi pagina seguente). Secondo uno studio recente pubblicato su Cancer i soggetti con melanoma in situ o sottile hanno una probabilità di sopravvivenza a 5 anni superiore al 90%.

OGNI QUANTO OCCORRE CONTROLLARE I NEI?
L’autoispezione della pelle è una prevenzione raccomandata quanto l’autopalpazione del seno per le donne e andrebbe fatta ogni 6 mesi. La regola dell’ABCDE è utile per ricordare gli elementi principali di allarme, ma non sufficiente per una diagnosi corretta per la quale è necessario effettuare un esame più approfondito delle lesioni cutanee.

A scopo preventivo è consigliabile, verso i 30 anni di età, effettuare dal dermatologo la mappatura dei nei, così da avere uno schema di riferimento per eventuali cambiamenti.
Anche ispezionare i nei prima e dopo l’estate, controllando poi se sono intervenuti cambiamenti sospetti, può essere un’ottima prevenzione.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Ionoterapia: riduce il dolore muscolare-articolare ed accelera la guarigione

MEDICINA ONLINE DOLORE ARTO BRACCO SINISTRO FORMICOLIO CIRCOLAZIONE CANCRO TUMORE ATTACCO CARDIACO CUORE GOMITO TENNISTA ICTUS INFARTO MIOCARDIO CANCRO TUMORE SENO MAMMELLALa ionoterapia (o elettroionoterapia) è una terapia non invasiva usata nel campo della medicina riabilitativa a vari scopi, principalmente ridurre il dolore muscolare ed articolare tipico di molte patologie croniche ed accelerare i processi di guarigione di ferite e traumi.

Come funziona la ionoterapia?
Per capirlo serve prima fare un breve ripasso di fisiologia. Il nostro organismo è un complicato sistema di cariche elettriche: anche l’aria che respiriamo e l’ambiente in cui viviamo sono caratterizzati dalla presenza, in diversa percentuale, di ioni positivi e negativi (molecole di gas atmosferici che hanno perso o acquistato una o più cariche elettriche elementari dette elettroni). Ne consegue che una variazione nella quantità di cariche possedute dall’atmosfera in cui siamo immersi determina una variazione nella composizione delle cariche elettriche del nostro organismo. Il dispositivo medico per l’Elettroionoterapia è in grado di creare una ionizzazione dell’aria attraverso l’impiego di un emettitore con punta di carbonio. Orientando l’emettitore verso la cute del paziente, la microcorrente che viene generata attraversa i tessuti biologici, senza che avvenga nessun contatto diretto con la pelle, senza quindi usare mezzi invasivi come gli aghi.

Leggi anche:

Cosa determina nel tessuto bersaglio?
Il flusso di ioni prodotto dall’apparecchio, favorisce numerose modificazioni elettrochimiche. È la membrana cellulare (sottile involucro che delimita la cellula e la separa dall’ambiente esterno) ad essere maggiormente stimolata in modo da favorire la migrazione intra-extra cellulare di tutti gli elementi, ed in particolare del calcio, in grado di produrre una stimolazione di processi di rigenerazione e riparazione dei danni cellulari e tissutali. L’azione a livello cellulare, attraverso la depolarizzazione della membrana, l’attivazione dei canali del calcio e dei meccanismi intracellulari di trasduzione del segnale, determinerebbe una stimolazione e modulazione delle funzioni cellulari.
Tali eventi sarebbero alla base della migliore utilizzazione dell’ossigeno, della stimolazione dei sistemi enzimatici ossido-riduttivi, in particolare i citocromi, della stimolazione della sintesi proteica, di ATP e del DNA cellulare. La stimolazione degli ioni negativi esplica:

  • un’attività proliferativa delle cellule epidermiche;
  • un incremento della velocità del flusso ematico;
  • un miglioramento dei processi di respirazione dei tessuti;
  • una riduzione dell’edema infiammatorio.

Per quali condizioni e patologie è indicata la ionoterapia?
Questo sistema terapeutico viene impiegato nella cura di tutte quelle condizioni e patologie per le quali è necessaria:

  • una veloce riparazione cutanea (ulcere venose, ulcerazioni cutanee, erosioni cutanee, ferite infette, piaghe da decubito, psoriasi);
  • una veloce riabilitazione in caso di danni cronici legati all’apparato osteomuscolare (traumi accidentali e sportivi con lesioni cutanee e muscolari, tendiniti, borsiti, ernia del disco, osteoartrosi e osteoartriti, rachide cervico-dorso-lombare);
  • trattamento e riabilitazione dei traumi da sport: i risultati ottenuti nel corso di questi anni ne hanno dimostrato l’efficacia e la rapidità di azione sulla sintomatologia algica e sulla limitazione funzionale.

I tempi di guarigione risultano sensibilmente abbreviati se confrontati con quelli necessari alle terapie farmacologiche o con l’impiego di altri mezzi fisici.

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari 
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere di ossa, legamenti, cartilagini e tendini e la cura dei dolori articolari. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Ti sei scottato? Ecco i 10 errori da evitare per non peggiorare la situazione e prevenire nuove scottature

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ERITEMA SCOTTATURA BRUCIATURA ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL UVA UVB RADIAZIONE CANCRO NEOEcco che anche quest’anno siete caduti nello stesso errore delle scorse estati: poche ferie e poco tempo per raggiungere una abbronzatura intensa, così vi siete esposti al sole in maniera esagerata fin dal primo giorno, pensando di guadagnare tempo. Invece vi siete ritrovati con un colore talmente tendente all’aragosta che la vostra foto è finita nelle enciclopedie mediche sotto la voce “eritema solare” e con la pelle talmente dolorante che la notte vorreste dormire in piedi, se fosse possibile! Cosa fare? Premesso che sarebbe meglio evitare di scottarsi, una volta che il danno è fatto, ecco alcuni consigli per dare un po’ di tregua alla pelle e soprattutto per evitare che la situazione peggiori ulteriormente e che ci si scotti nuovamente.

1) Evita la disidratazione

Il corpo ha bisogno di acqua, a maggior ragione dopo che è stato “cotto” al sole. Le scottature non sono solo dolorose, ma privano anche il corpo dei suoi fluidi naturali, che bisogna quindi integrare assumendo per un paio di giorni più acqua, come pure succhi di frutta e bevande isotoniche, tenendo nel contempo d’occhio ogni possibile segnale di disidratazione.

2) Evita di indossare vestiti aderenti

Dopo una scottatura solare, la pelle ha bisogno di respirare, quindi i vestiti aderenti sono l’ultima cosa di cui ha bisogno. «Il corpo cerca di combattere il trauma della scottatura facendo affluire più sangue nell’area scottata, così da favorire il processo di guarigione e questo provoca già di per sé rossore ed infiammazione, che i vestiti troppo aderenti potrebbero intensificare, causando vesciche e gonfiore ancora più intenso».

Leggi anche: Impieghi terapeutici dell’aloe vera nella dieta, nella cosmesi, nelle terapie antitumorali e contro gastrite e colesterolo

3) Non usare creme idratanti contenenti alcool

Ottima l’idea di idratare la pelle, ma prima di applicare una crema su una scottatura provocata dal sole, è meglio assicurarsi che non contenga alcool, perché si finirebbe solo con l’aggravare il problema. L’alcool priva la pelle del suo film lipidico naturale quindi usato su un’ustione in via di miglioramento significherebbe rallentarne il processo di guarigione. Meglio scegliere una crema bio, con ottimo INCI, contenente l’aloe, che ha naturali proprietà anti-infiammatorie dell’aloe (un toccasana per la pelle in caso di scottature), ma sempre senza profumo, che può irritare l’epidermide ancora di più. Ecco perché i dermatologi consigliano di usare l’aloe senza profumazione o, ancora meglio, quella derivata direttamente dalla pianta. Un prodotto che vi consigliamo, è questo gel: https://amzn.to/3y8hC2N

Leggi anche: Conosci veramente il tuo idratante? Con l’INCI impari a leggere gli ingredienti di tutti i cosmetici che usi

4) Evita di far scoppiare le vesciche

Queste bolle extra di pelle servono a proteggere la zona scottata, quindi non vanno toccate per nessun motivo. Nel caso però in cui facessero davvero male si possono bucare con un ago sterile e far uscire delicatamente il siero. Successivamente bisogna applicare una crema antibiotica per 4 – 5 giorni.

Leggi anche: Differenza tra scottatura ed ustione

5) Evita alcuni tipi di trattamenti di medicina estetica

Alcune tipologie di trattamenti di medicina estetica sono da evitare quando la pelle è scottata, come ad esempio la radiofrequenza. Meglio aspettare qualche giorno, in modo che la pelle possa tornare alla normalità.

Leggi anche: La radiofrequenza elimina efficacemente le rughe del viso

6) Evita di riesporti al sole

Può sembrare un consiglio banale, eppure dopo una scottatura molti fanno l’errore di riesporsi al sole troppo presto, appena vedono che la pelle non è più arrossata. In questi casi è invece preferibile lasciar passare alcuni giorni prima di cercare nuovamente la tintarella, soprattutto se avete un fototipo molto chiaro. Evitate ovviamente anche lettini solari e lampade.

Leggi anche: Fototipo 0 1 2 3 4 5 6: significato, colore, caratteristiche, come abbronzarsi

7) Non coprire la scottatura col trucco

Si, lo sappiamo: avete quell’evento in cui volete arrivare con la pelle perfetta quindi vorreste truccarvi, tuttavia la pelle ustionata – per guarire – deve “respirare”, quindi coprirla col make-up non è certo una opzione intelligente per la sua salute. Senza contare che l’utilizzo di spugnette o pennelli sporchi potrebbe aumentare il rischio di infezioni o di reazioni allergiche, aggravando così il quadro generale. Importante anche evitare i tester dei negozi, spesso ricchi di virus e batteri che non vedono l’ora di prendere d’assalto la vostra gia debilitata pelle.

Leggi anche: Attenzione ai cosmetici tester nei negozi sono pieni di virus e batteri fecali

8) Alimentati correttamente

Dopo una scottatura, è ancora più importante del solito fornire al corpo la giusta quantità di vitamine e sali minerali, grazie ad una alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione. Evita i cibi eccessivamente calorici e grassi, come i fritti ed il cibo spazzatura (dolci e merendine). Può essere molto utile assumere ogni giorno un multivitaminico multiminerale, come questo che vi consigliamo: https://amzn.to/3buPj6X

9) Utilizza la giusta crema solare

Come visto al punto 6, dopo una scottatura, la cosa più intelligente da fare, sia di non esporsi al sole per alcuni giorni, ma se non lo si può proprio evitare, che almeno si usi una crema solare protettiva, da riapplicare per tutto il tempo in cui si sta all’aria aperta. L’importante è sceglierne una di alta qualità, che protegga la vostra pelle, come questa che vi consigliamo: https://amzn.to/3I3ZBXY

10) Evita di esfoliare la pelle che si sta desquamando

Quando la pelle comincia a squamarsi, è bene non interferire col processo in atto e lasciare quindi che si compia in modo naturale. Il che significa stare lontano da prodotti esfolianti, o che contengano acido glicolico o salicilico e retinolo, perché possono essere estremamente aggressivi per la pelle, soprattutto se questa è bruciata dal sole. In questi casi è bene non dimenticarsi di idratare generosamente la pelle, così da aiutarla ad esfoliarsi naturalmente e in modo uniforme.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Perché la pelle del pene è più scura rispetto al resto del corpo?

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVUn nostro lettore ci chiede: “La mia pelle è chiara ma alcune parti del mio corpo, in particolare il pene e lo scroto, hanno la pelle più scura rispetto al resto. E’ Normale? Per quale motivo ciò avviene? Grazie per la risposta”

Ha perfettamente ragione: i genitali maschili negli individui caucasici hanno generalmente una pelle di colore più scuro rispetto alle altre zone del corpo. Salvo rari casi relativi ad alcune malattie, ciò è perfettamente normale. Le cause sono diverse: vediamole insieme.

Ormoni

La prima cosa da dire è che i genitali, come anche le areole, si scuriscono naturalmente durante la pubertà, grazie all’effetto degli ormoni. Quando i maschi passano attraverso la pubertà, il corpo produce più androgeni, ormoni sessuali maschili prodotti dalle ghiandole surrenali e dai testicoli. L’azione degli androgeni è responsabile dei caratteri sessuali secondari, come i peli del viso e quelli sul corpo; ma riguarda anche la pigmentazione della pelle. Ciò accade quando gli androgeni esplicano la loro funzione sui melanociti, le cellule che producono la melanina della pelle, con una conseguente pigmentazione più scura all’inguine, sul pene e nella zona dello scroto.

Leggi anche: Perché il glande ha un colore diverso rispetto al resto del pene?

Uomo preistorico

La colorazione più scura dei genitali dipende da una grande concentrazione di melanina, che è il pigmento responsabile dell’imbrunimento della pelle. Più è alta la concentrazione di melanina nella pelle, più questa sarà scura. La quantità di melanina più elevata a livello di pene e scroto, è spiegata anche prendendo in considerazione l’uomo preistorico da cui discendiamo: esso era ricoperto interamente di peli tranne in alcune zone come ad esempio l’asta peniena. Per tale motivo la pelle del pene, per proteggersi dall’azione nociva della radiazione solare, avrebbe una quantità di melanina più elevata.

Leggi anche: Prima volta e sesso: consigli su come introdurre il pene in vagina

Elasticità

La melanina renderebbe la pelle più elastica e nel pene sarebbe presente in maggiore quantità in quanto esso viene sottoposto a continue variazioni di dimensioni a causa del passaggio dello stato flaccido a quello eretto.

Attrito

Un altro fattore che può influenzare la pigmentazione scura, soprattutto all’inguine e allo scroto, è l’attrito procurato da varie cause, tra cui indumenti, rapporti sessuali e masturbazione. La pelle fisiologicamente tende a diventare più spessa , dura e resistente in seguito ad un attrito cronico, quindi se ci sono sfregamenti in una zona, nel corso del tempo una persona può notare che la pelle ha una maggiore durezza, con un lieve scurimento della zona ispessita.

Leggi anche: Il pene si accorcia o no con l’età? Come le misure cambiano negli anni

Malattie

Oltre alle cause prima citate, esistono anche diverse condizioni mediche che possono contribuire a un adombramento dei genitali maschili. Uno squilibrio ormonale o degli zuccheri – come quello che avviene nelle persone con diabete – possono portare alla produzione di più pigmento. L’obesità può anche provocare una pelle scura in diversi settori, come le cosce e i genitali, a causa del progressivo sfregamento della pelle. Altre condizioni meno note, come l’Acanthosis Nigricans, possono portare all’oscuramento della pelle sulla parte posteriore del collo, dell’inguine e delle ascelle. Un insolito e improvviso oscuramento nerastro potrebbe essere un’indicazione precoce di cancrena (gangrena di Fournier), o di un qualsiasi trombo che ostruisce le arterie terminali nella zona.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Follicolite da depilazione inguinale ed alle gambe: rimedi naturali

MEDICINA ONLINE FOLLICOLITE DA DEPILAZIONE INGUINE INGUINALE COSCE GAMBE PUBE CAUSE RIMEDI NATURALI CURE.jpgLa follicolite, come suggerisce il nome stesso, è un’infezione dei follicoli piliferi di origine batterica che colpisce sia le donne che gli uomini. Il batterio che più spesso causa quest’infiammazione è lo Staphylococcus Aureus ma può essere causata anche da altri agenti, come il fungo Pityrosporum. La follicolite da depilazione è anch’essa di origine batterica e si manifesta in quanto la cute essendo continuamente sottoposta a sollecitazioni, derivanti appunto dallo strappo della ceretta o dall’uso di rasoi e lamette, si altera a livello chimico e batterico, aumentando il rischio di infezioni.

Le cause: perchè depilarsi favorisce in manifestarsi dell’infezione

La causa più frequente della follicolite, dunque, è il continuo sottoporsi a trattamenti estetici di tipo depilatorio, come la rasatura o l’estrazione del pelo con pinzetta ed epilatori elettrici. In questi casi l’infezione si presenta perché i rasoi o gli epilatori non sono stati puliti correttamente e, pertanto, i batteri che si annidavano in essi hanno dato origine alla suppurazione. Il trattamento però che più di tutti da’ origine al problema è sicuramente la ceretta, la quale ha un effetto sulla pelle molto più traumatico rispetto a qualsiasi altro trattamento estetico. Lo strappo deciso con resine calde infatti, se elimina i peli dalla radice, altera l’equilibrio della cute, che come abbiamo visto, causa stati infiammatori ed irritazioni. La follicolite da depilazione può presentarsi in tutte le zone del corpo che vengono sottoposte al trattamento e pertanto anche all’inguine, in tal caso la zona colpita è quella relativa all’interno cosce in corrispondenza del pube, e alle gambe. La follicolite da depilazione può essere di tipo superficiale o profondo:

  • Nella prima eventualità dura solo qualche giorno e tende a scomparire da sola.
  • Nella seconda, invece, è una patologia vera e propria che va curata con l’aiuto di un dermatologo, un’adeguata terapia farmacologica e può durare intere settimane.

I sintomi: come appaiono gambe e inguine affette da follicolite.

Dal punto di vista sintomatico, la follicolite si presenta come un’infiammazione della cute e dei pori piliferi. Una persona affetta da follicolite da depilazione riscontra nella zona interessata, che di solito sono le gambe o l’inguine:

  • peli incarniti: crescita sottocutanea del pelo che non riesce ad uscire in superficie;
  • accumuli di sebo, ovvero piccoli brufoli, particolarmente frequenti all’inguine;
  • pustole anche di dimensioni considerevoli: lesioni della pelle, non a carattere permanente, contenenti pus, ovvero una sostanza giallastra più o meno densa;
  • macchie sulla pelle di colore scuro;
  • forte prurito e in rari casi dolore;
  • se profonda può comportare l’instaurarsi di cicatrici. La profondità dell’infezione si denota dalla presenza corposa di pustole purulente che resistono a scomparire nell’arco di due al massimo tre giorni.

Bisogna stare poi molto attenti in quanto la follicolite da batterio o da fungo è molto contagiosa e si può trasmettere attraverso lo scambio di asciugamani, rasoi e vestiti. E’ importante sottolineare che non è contagiosa solo per gli altri ma, mediante l’uso dei nostri stessi asciugamani o rasoi utilizzati in altre parti del nostro corpo non affette da follicolite, è possibile causarne la propagazione.

Le cure: rimedi naturali e terapie mediche per sconfiggere l’infezione post depilatoria.

Dopo aver visto le cause e i sintomi che si ravvisano in presenza di follicolite da depilazione, ci apprestiamo a scoprire i rimedi sia naturali che farmacologici che possono sconfiggerla. E’ fondamentale premettere che la prima cosa da fare quando si soffre di follicolite alle gambe o all’inguine è smettere qualsiasi trattamento depilatorio poiché, anche se questo disturbo viene trattato con i dovuti rimedi, si riformerà sempre se si continua a depilare la zona irritata.

Leggi anche:

I rimedi naturali per follicoliti ai primi stadi.

Tra i rimedi naturali, che vanno utilizzati solo nei casi in cui la follicolite sia di tipo superficiale e quindi meno grave, annoveriamo diverse erbe e piante che non solo riescono a procurare un certo sollievo dal fastidioso prurito, ma addirittura possono essere risolutive nell’eliminare il problema.

  • L’aglio è un efficace antibatterico, grazie all’allicina suo principio attivo, e può essere assunto, alla comparsa dei sintomi, sia come ortaggio mangiandone circa tre spicchi al giorno, oppure come compresse o capsule in una posologia di tre volte al dì. Ovviamente l’assunzione di aglio, soprattutto per un tempo piuttosto lungo, può comportare delle controindicazioni: cattivo odore di alito e pelle, vomito e diarrea. Non se ne consiglia l’uso in gravidanza e allattamento. Chiedere un consulto medico se si stanno assumendo dei farmaci in quanto l’aglio interagisce con alcuni tipi di essi.
  • L’echinacea è una pianta che, grazie al principio attivo definito echinacoside contenuto al suo interno, ha grandi proprietà antibiotiche capaci di contrastare le infezioni. Nel caso della follicolite da depilazione va assunta nelle dosi di una o due compresse al giorno lontano dai pasti. Non esistono particolari controindicazioni ma come in ogni cosa è meglio non esagerare con le dosi e non assumerlo se si è in stato interessante.
  • Efficace è anche l’olio essenziale di Timo che grazie al contenuto di altri oli essenziali come il carvacrolo e il timolo, svolge un’azione antibatterica. Può essere assunto per via orale, diluendo due o tre gocce in una soluzione liquida come the o camomilla oppure con un cucchiaino di zucchero o di miele, e per via topica, diluendo quattro o cinque gocce di olio essenziale in un bicchiere d’acqua nel quale immergerete una garza sterile che, strizzata, andrà applicata sulle zone colpite da follicolite per almeno venti minuti e due volte al giorno. Riguardo le controindicazioni è possibile che, in dosi eccessive, l’olio essenziale di timo possa causare vomito, diarrea, nausea e problemi nella respirazione. Non è consigliato in gravidanza e nei soggetti con disfunzioni tiroidee in quanto il timo ne compromette la funzionalità. Se si vuol essere più cauti un consiglio del proprio medico di fiducia non sarebbe male.
  • L’olio essenziale di bergamotto è, come quello di timo, un efficace antibatterico grazie alla presenza di linalolo, e può essere somministrato sia mediante impacchi che per via orale. Non è consigliata l’assunzione nei periodi estivi, se ci si reca in spiaggia per la tintarella, in quanto a causa delle furocumarine, l’olio essenziale di bergamotto crea una fotosensibilizzazione della cute con conseguente rischio di macchie e depigmentazione della pelle.
  • La malva grazie alla presenza di flavonoidi, mucillagini e tannini, esplica un’efficacia lenitiva. Il decotto ottenuto con le sue foglie e i suoi fiori è molto utilizzato in caso di infiammazioni, pruriti ed irritazioni cutanee ed anche in caso di follicolite ad uso esterno.
Decotto di malva per alleviare i sintomi della follicolite da depilazione.

Ingredienti:

  • 25 grammi di foglie e fiori essiccati di malva
  • ½ litro di acqua

Preparazione:

Lasciate bollire in un pentolino ½ litro di acqua e 25 grammi di fiori e foglie di malva per un lasso di tempo di circa 10/15 minuti. Una volta spento il fuoco, strizzate sia le foglie che i fiori per ricavarne tutti i principi, dopodiché travasate con l’aiuto di un colino per eliminare eventuali residui.

Utilizzo:

Imbevete una garza sterile e applicate sulla zona interessata, per un lasso di tempo di 20 minuti circa, almeno due volte al giorno.

I rimedi farmacologici per infezioni profonde.

Se la follicolite è più profonda e radicata i rimedi naturali non riescono a combatterla, pertanto in questi casi l’unica cura è quella di seguire un’adeguata terapia a base di farmaci antibiotici. Di solito si consigliano farmaci antibiotici il cui principio attivo è la levofloxacina. Ovviamente i farmaci vanno assunti o applicati previa prescrizione medica: è da evitare l’assunzione di antinfiammatori o antibiotici senza aver prima consultato uno specialista dermatologo, per non rischiare di arrecare più danni che benefici.

Consigli ed informazioni utili: come prevenire la follicolite provocata dalla depilazione frequente di gambe ed inguine.

Se la follicolite si ripresenta con una certa frequenza, in forma lieve, si possono mettere in atto una serie di strategie e trattamenti preventivi per cercare di arginare il fenomeno:

  • Esfoliazione: Per prevenire la comparsa dei peli incarniti, possiamo levigare la cute con un guanto di crine quando si fa la doccia, eliminando così le cellule morte e gli strati di pelle che impediscono la fuoriuscita del pelo dal bulbo. Si deve però avere l’accortezza di non passarlo per almeno 4 giorni dopo la depilazione con ceretta. Anche lo scrub è un ottimo rimedio contro i peli incarniti, ma il guanto di crine è sicuramente più indicato. Utilizzare saponi antibatterici e creme a base di acido glicolico, esfoliante, riduce le possibilità di contrarre la follicolite da depilazione con conseguente comparsa di peli incarniti.
  • L’idratazione della pelle è uno dei fattori da curare il più possibile: la depilazione infatti, specie quella con la ceretta, oltre ad eliminare i peli elimina anche lo strato superficiale della cute. Quindi più spesso ci si depila più acqua perde il nostro corpo e la pelle non essendo ben idratata, può incorrere in infiammazioni varie. È necessario quindi reidratare la pelle ogni volta che si effettua una depilazione, per compensare la perdita subita, applicando sulla parte interessata una lozione idratante o un olio, ad esempio alle mandorle che risulta essere molto nutriente.
  • Disinfezione. Poiché la follicolite altro non è che un’infiammazione è opportuno disinfettare la cute sia prima che dopo la depilazione, prima dell’applicazione della crema idratante; in questo modo si ridurrà il rischio di infezioni. Per disinfettare la pelle si può usare un detergente igienizzante per cute integra, ricordando però di non applicarlo sulla cute se lesa. In quest’ultimo caso è anche sconsigliato qualsiasi trattamento depilatorio.

Particolare attenzione è richiesta alle donne in gravidanza, periodo in cui da un lato la pelle e molto più sensibile e delicata, dall’altro, la somministrazione di farmaci come di erbe non è particolarmente indicata. Per questo sarebbe bene evitare di depilarsi con ceretta sia a caldo che a freddo, e nel caso in cui si opta per la lametta o l’epilatore elettrico accertarsi che siano ben puliti.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Pelle secca e desquamata su gambe, mani e piedi: cause e cure naturali e farmacologiche

MEDICINA ONLINE PELLE CUTE DONNA COSMESTICI CREMA TRUCCO FEMMINA DERMATITE ATOPICA ALLERGIA RUGHE VISO OCCHI LABBRA BELLEZZA CURA COSMESI BELLALa pelle diventa squamosa quando le cellule dello strato più superficiale (strato corneo) si seccano e si staccano, determinando un accumulo di scaglie scarsamente aderenti di cheratina, come la forfora nel caso del cuoio capelluto, però talora si tratta non di processi normali ma di processi patologici.

Normalmente, la perdita cellulare cutanea è impercettibile; la comparsa di squame indica un aumento della proliferazione cellulare, secondaria ad alterazioni del processo di cheratinizzazione. Le squame si differenziano in base alla conformazione da fini e delicate, a medie, grossolane o stratificate.Le squame sono solitamente secche, fragili e lucenti, ma possono anche essere grasse e opache. Il loro colore varia dal grigio-biancastro al giallo o dal marrone all’argentato. Le affezioni più frequenti sono le infezioni fungine della pelle, dette “micosi”, fra cui la tinea capitis, tinea corporis, tinea cruris, tinea versicolor. Ancora ricordiamo la psoriasi ed il lichen planus. Solitamente benigna, la cute squamosa si sviluppa nelle infezioni micotiche, batteriche e virali (cutanea o sistemica ), nei linfomi e nel lupus eritematoso. E’ anche comune nelle malattie infiammatorie della cute. Una forma di cute squamosa, con fine desquamazione generalizzata, è di solito conseguente a una forma febbrile prolungata, all’ustione da esposizione al sole e a ustioni termiche. Chiazze rosse di pelle squamosa, che compaiano o peggiorano durante l’inverno, possono derivare da disidratazione cutanea (o da cheratosi attinica, frequente negli anziani). Anche alcuni farmaci possono causare pelle squamosa. I fattori aggravanti includono freddo, calore, immobilità e bagni frequenti.

Le cause: cosa rende disidratata la pelle?

Le cause all’origine della secchezza della pelle possono essere di varia natura:

  • Fisiologiche, tipo l’età avanzata. La cute subisce, come ogni altro organo, dei mutamenti col passare degli anni, con l’età essa si assottiglia e perde il film superficiale idrolipidico che rende la pelle ben idratata. Allo stesso tempo le variazioni ormonali legate a fasi della vita della donna quali gravidanza e menopausa, possono influenzare il contenuto lipidico dell’epidermide e causare eccessiva secchezza.
  • Ambientali. L’esposizione prolungata al vento, al sole, ad ambienti eccessivamente riscaldati, all’aria condizionata rende la pelle rugosa e secca a causa della riduzione di umidità dell’ambiente.
  • Prodotti professionali o per l’igiene e la cura della persona come saponi, creme o trucchi troppo aggressivi.Questi penetrando nella cute, alterno il film idrolipidico causando la progressiva disidratazione.
  • Farmaci quali diuretici, contraccettivi orali, farmaci chemioterapici alterano lo strato lipidico della pelle e provocano tra gli effetti collaterali secchezza e desquamazione.
  • Alimentazione. Una dieta povera di liquidi comporta una disidratazione generale dell’organismo che si riflette sulla cute. Inoltre, poichè una buona idratazione cutanea è dovuta anche alla presenza di lipidi, è opportuno osservare un’alimentazione ricca di acidi grassi insaturi ed aminoacidi.
  • Patologie: esistono, infine alcune patologie quali carenze vitaminiche, psoriasi, allergie, ipotiroidismo, cirrosi, diabete, insufficiena renale che alterano la struttura stessa della pelle e che possono comportare secchezza.

Qualunque siano le cause, la pelle secca comporta conseguenze non solo a livello estetico, ma anche per la salute. La pelle secca e disidrata, infatti, si assottiglia e riduce quella che è la funzione fondamentale dell’epidermide e cioè prevenire la penetrazione nell’organismo di batteri, virus ed altre sostanze estranee.

Prodotti per la cura della pelle irritata
Ecco una lista di prodotti, selezionati e testati dal nostro Staff di esperti, per detergere, idratare e calmare la pelle irritata. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile:

Leggi anche:

Cause mediche

Malattia di Bowen

Questa forma di carcinoma intraepidermico determina la comparsa di lesioni indolori eritematose, rialzate e coriacee, con una squama spessa, ipercheratotica e, spesso, ulcerata al centro.

Dermatite

La dermatite esfoliativa inizia con un eritema diffuso che si sviluppa rapidamente. La desquamazione di elementi fini o a foglie piuttosto ampie, che interessa gran parte della superfìcie corporea, può provocare un’ipotermia potenzialmente letale. Altre possibili complicanze includono insufficienza della gittata cardiaca e setticemia. Le manife-stazioni sistemiche e i sintomi possono includere febbre di grado lieve, brividi, malessere, linfadenopatie e ginecomastia. Pelle squamosaNella dermatite nummulare, le lesioni circolari, pustolose con stillicidio di essudato purulento, fortemente pruriginose diventano in poco tempo crostose e squamose. Le lesioni compaiono sulla superficie estensoria degli arti, tronco posteriore e natiche. La dermatite seborroica inizia con delle papule eritematose, squamose, che si evolvono in placche squamose più grandi. Questa patologia interessa soprattutto il centro del volto, il petto e il cuoio capelluto ed eventualmente i genitali, le ascelle e la regione perianale. Con la desquamazione si ha prurito.

Dermatofitosi

La tinea capitis (tricofizia del capo) provoca lesioni con bordi arrossati, lievemente sollevati e un’area centrale di densa desquamazione; queste lesioni possono infiammarsi e sovrainfettarsi (Kerion). Si può anche avere alopecia a chiazze e pruriginosa. La tinea pedis determina desquamazione e bolle fra le dita. Il tipo squamoso determina la produzione di elementi lini, medi. Squame aderenti e bianco argentato, sono più evidenti nelle pieghe cutanee e possono interessare l’intero dorso del piede. La tìnea corporìs provoca lesioni crostose. Man mano che aumentano di volume il centro guarisce, causando la comparsa della classica lesione a bersaglio.

Lupus eritematoso discoide

Questa forma cutanea di lupus può presentarsi in completa assenza di interessamento sistemico. Lesioni separate o coalescenti (macule, papule o placche), variabili dal rosa al purpureo, sono ricoperte da materiale crostoso giallastro o marrone scuro. I follicoli piliferi ingrossati si riempiono di squame e si può sviluppare teleangectasia. Dopo questa fase infiammatoria, le lesioni guariscono e si possono sviluppare ipopigmentazione o iperpigmentazione, cicatrici e atrofia non retraenti. Il lupus discoide interessa solitamente volto o aree fotoesposte di collo, orecchie, cuoio capelluto, labbra e mucosa orale. Può lichen planusanche svilupparsi alopecia.

Lichen planus

In questa patologia, si hanno lesioni viola con desquamazione fine, solitamente in sede lombare, su genitali, caviglie e superficie anteriore degli arti inferiori.

Linfomi

La malattia di Hodgkin e i linfomi non Hodgkin causano solitamente eruzioni cutanee squamose. Il linfoma di Hodgkin può causare dermatiti pruriginose con desquamazione, che si originano negli arti inferiori e si estendono all’intera superficie corporea. Frequentemente si hanno fasi di remissione e riacerbazioni. Segni associati sono piccoli noduli e pigmentazione diffusa. Questa patologia determina, solitamente, l’ingrandimento non doloroso dei linfonodi superficiali. Altri segni e sintomi includono febbre, astenia, calo ponderale, malessere ed epatosplenomegalia. Il linfoma non-Hodgkin provoca inizialmente chiazze eritematose con desquamazione che più tardi si intervallano a noduli. Prurito e disagio sono frequenti; tardivamente, tumori e forme ulcerative. Con la progressione della malattia, si ha linfoadenopatia non dolente.

Parapsoriasi (cronica)

Questa patologia provoca la comparsa di papule di piccola o media grandezza, con squama sottile e ade-rente su tronco, mani e piedi. L’asportazione della squama rivela una superficie lucida marrone.

Pitiriasi

La pitirìasi rosea, è una patologia benigna, acuta e autolimitante che provoca desquamazione diffusa. Inizia con una macchia ovale eritematosa. sollevata su ogni parte del corpo. Pochi giorni o settimane più tardi, erompono su tronco e arti e, a volte, su volto, mani e piedi, delle chiazze giallo-bruno o eritematose con bordi squamosi. Si ha sempre prurito.  psoriasiLa pitirìasi rubra pilare, patologia rara, inizialmente causa desquamazione seborroica del cuoio capelluto, progredendo fino al volto e alle orecchie. Successivamente, si sviluppano chiazze rosse sul palmo delle mani e sulle piante dei piedi, che divengono diffuse, dense, fissurate, ipercheratotiche e dolorose. Le lesioni compaiono anche su mani, dita, polsi, avambracci e su vaste aree di tronco, collo e arti.

Psoriasi

Squame bianco-argentate e friabili ricoprono placche eritematose che presentano bordi nettamente delineati. La psoriasi si presenta generalmente su cuoio capelluto, torace, gomiti, ginocchia, schiena, natiche e genitali. Segni e sintomi associati comprendono unghie putate, prurito, artrite e, talvolta, dolore da lesioni secche, screpolate e crostose.

Sifilide (secondaria)

Questa patologia è caratterizzata dall’insorgenza di un’eruzione cutanea lievemente desquamante, papulo-squamosa. Solitamente si ha la comparsa di papule disposte ad anello, rossastre su volto, arti, palmo delle mani, piante dei piedi, torace, schiena e addome. Si possono avere anche papule anulari. Reperti sistemici possono includere linfadenopatia, malessere, calo ponderale, anoressia, nausea, vomito, cefalea, mal di gola e febbre lieve.

Leggi anche:

Lupus eritematoso sistemico

Questa patologia causa un’eruzione maculopapulosa rossa, talvolta con desquamazione. Le squame sono nettamente definite e interessano il naso e le regioni malari del volto, delineando l’eritema a farfalla, uno dei segni principali. Eruzioni con caratteristiche simili compaiono su altre superfici corporee; la desquamazione si verifica lungo il labbro inferiore o lungo l’attaccatura anteriore dei capelli. Altre caratteristiche cliniche fondamentali includono fotosensibilità, dolore e rigidità alle articolazioni. Può verificarsi anche vasculite (che determina l’insorgenza di lesioni infartuali, ulcere necrotiche degli arti inferiori o gangrena delle dita), fenomeno di Raynaud. alopecia a chiazze e ulcere delle mucose.Tinea versicolor

Tinea versicolor

Questa micosi benigna della cute porta solitamente alla comparsa di lesioni ipopigmentate maculari, brune o di colore marrone, di varie forme e dimensioni. Tutte presentano una desquamazione fine. Le lesioni riguardano di solito la parte superiore del tronco, gli arti, l’addome inferiore, talvolta il collo e, raramente, il volto.

Altre cause

Farmaci

Molti farmaci, compresi penicilline, sulfamidici, barbiturici, chinidina, diazepam, fenitoina e isoniazide. possono provocare lesioni desquamarne.

Cosa fare per prevenire la disidratazione dell’epidermide?

Individuare il fattore scatenante che porta alla disidratazione della pelle è il primo fondamentale passo per intraprendere la giusta terapia, infatti mettere in pratica dei rimedi senza correggere il comportamento dannoso può essere utile per attutire temporaneamente il problema, mentre per restituire alla pelle la sua naturale e normale idratazione è necessario intervenire in modo mirato sulla causa principale.

Ad ogni modo per prevenire la disidratazione è opportuno prendersi cura della pelle in modo intelligente:

  • Evitare tutte le situazioni potenzialmente dannose e quindi non esporsi al freddo o al sole senza l’adeguata protezione.
  • Detergere con cura la pelle, soprattutto nelle zone in cui questa è più delicata come ad esempio il viso, e rimuovere le cellule morte superficiali con scrub e peeling.
  • Applicare almeno due volte al giorno una crema idratante scelta in base alle caratteristiche qualitative della propria pelle, che restituisca acqua ed oli all’epidermide.
  • Usare almeno una volta a settimana maschere nutrienti ed idratanti.
  • Seguire una alimentazione sana. Non bisogna, infatti, dimenticare che il nutrimento più importante per la pelle arriva comunque dall’interno dell’organismo, per cui uno dei rimedi migliori per a pelle secca è seguire un alimentazione che contenga molti alimenti ricchi d’acqua, vitamine ed antiossidanti, come le zucchine, i cetrioli e tutti gli altri tipi di verdura e frutta, senza dimenticare le proteine ed i grassi, soprattutto omega3 ed omega 6 contenuti nel pesce e nella frutta secca e tutti gli altri micro e macro nutrienti fondamentali
  • Bere molti liquidi per assicurare una corretta idratazione dell’organismo in generale
  • Evitare il fumo che rallenta tutti i processi metabolici e quindi anche la perdita di elasticità del tessuto connettivo che invecchia precocemente e quindi appare secca e screpolata.

Se la disidratazione è persistente può essere utile chiedere consiglio al proprio medico o dermatologo di fiducia, come già accennato, infatti, vi sono dei casi in cui la disidratazione è legata a fattori interni che difficilmente possono essere identificati con certezza da un occhio poco esperto.

Leggi anche:

I rimedi naturali per combattere la pelle secca.

Fortunatamente la natura ci viene in aiuto con molti rimedi per contrastare la disidratazione della pelle, molti dei quali vengono utilizzati dalla moderna cosmetica, ma molti sono rimedi antichi conosciuti già dalle nostre nonne e semplici da preparare anche in casa senza spendere una fortuna.

Le preparazioni cosmetiche per mantenere il giusto grado di idratazione della pelle, in modo che essa si mantenga sana ed elastica, non devono solo idratare e nutrire ma fare attivare i processi fisiologici capaci di mantenere lo stato di idratazione. Un perfetto trattamento cosmetico prevede l’utilizzo di diverse categorie di prodotti sovrapponibili:

  • Detergenti; servono a pulire la pelle dallo sporco e dalle sostanze che si accumulano. I prodotti migliori devono essere poco aggressivi ed avere una base cremosa idratante in modo da eliminare lo sporco ma non il fisiologico film lipidico della pelle. Ottimi sono i saponi naturali a base di olio di argan o olio di cocco dalle proprietà idratanti ed antiossidanti.
  • Creme idratanti: sono creme che restituiscono acqua ed oli alla pelle da applicare quando la cute è già umida per esempio dopo la doccia. Le ultime ricerche hanno sostituito i classici idratanti con prodotti con proprietà igroscopiche, che aiutano cioè la pelle a trattenere l’acqua, come dimostra il successo di tutte le creme che contengono acido ialuronico, acido lattico ed acido glicolico, ed altri aminoacidi con caratteristiche simili.
  • Creme protettive: servono a potenziare la barriera protettiva e quindi a proteggere la pelle dagli agenti atmosferici mantenendola idratata. Esse devono contenere filtri contro i raggi UVA ed UVB a base di ossido di zinco o talco che riflettono i raggi del sole prima di raggiungere l’epidermide ma anche sostanze nutritive ed idratanti come l’aloe vera o l’olio di cocco.
  • Creme nutrienti: la pelle, infatti non ha bisogno solo di acqua, ma anche di sostanze nutritive che mantengono compatta la struttura cellulare. Tali creme ricche di oli e sostanze naturali come miele, cera d’api, burro di karitè o altri oli vegetali sono a lento rilascio e quindi vanno applicate di notte affichè la pelle possa assorbirle.

Cure farmacologiche per pelli secche e disidratate.

Quando la cattiva idratazione cutanea è causata da patologie è necessario intervenire con farmaci appropriati, naturalmente da assumere sotto stretto controllo medico.

Se la causa del disturbo è dovuta a malattie metaboliche è chiaro che bisogna curare e rimuovere la patologia, se invece, la secchezza cutanea è legata a patologie della pelle, è possibile utilizzare trattamenti topici che possono alleviare il disturbo.

  • In caso di ittiosi, che è un disordine genetico della pelle che provoca un’eccessiva cheratizzazione con conseguente presenza di squame spesse e secche, la pelle deve essere profondamente nutrita ed idratata con creme a base di vasellina o acido salicilico.
  • In caso di psoriasi che è una patologia infiammatoria della pelle è possibile utilizzare prodotti emollienti a base di mandorle, catrame, ittiolo per contrastare l’eccessiva secchezza e la desquamazione della pelle.

Leggi anche:

Preparazioni casalinghe: rimedi naturali fai da te per una pelle idratata.

Ed infine ecco alcuni rimedi naturali per mantenere la pelle giustamente idrata e nutrita e quindi dall’aspetto più sano e luminoso.

Partiamo dalla detersione, una validissima soluzione naturale è il sapone di Aleppo composto di olio di oliva ed olio alloro, che disinfetta e nutre e pulisce la pelle senza eliminare i grassi fisiologici.

Come preparare il sapone di Aleppo:

Ingredienti:

  • 1 kg di olio di oliva,
  • 200 g di infuso di foglie di alloro.
  • 150 g di soda caustica
  • 10/15 foglie di alloro

Preparazione:

  1. Metti le foglie di alloro in un barattolo con circa 500 g di olio di oliva e fai macerare al caldo per circa 15 giorni.
  2. Mescola l’infuso di foglie di alloro con la soda caustica portando ad una temperatura di circa 40 gradi.
  3. Riscalda gli altri 500 g di olio a bagnomaria fino a portarlo ad una temperatura di circa 40 gradi.
  4. Unisci i due composti e frulla il tutto con un frullatore ad immersione fino ad ottenere un composto dremoso.
  5. Cuoci il composto per circa due ore a fuoco lento e poi versalo negli stampi.
  6. Lascia riposare il sapone per almeno due mesi prima di utilizzarlo.

Una pelle pulita necessita poi di una maschera idratante e nutriente: ecco come prepararla sfruttando i molteplici benefici del miele che ha proprietà emollienti e lenitive.

Maschera nutriente

Ingredienti:

  • 1 rosso di uovo,
  • 2 cucchiai di latte,
  • 1 cucchiaino di miele
  • 1 cucchiaino di farina di mandorle.

Preparazione:

  1. Unisci il tuorlo sbattuto con latte, miele e la farina di mandorla fino ad ottenere un composto denso e corposo. Applico sul viso e fai agire per circa 15 minuti.
  2. Risciacqua prima con acqua tiepida per eliminare il composto e poi con acqua fredda per tonificare la pelle.

Durante il giorno la pelle secca va poi protetta con una crema idratante a base di oli soprattutto contro i rigori della stagione invernale

Crema idratante e nutriente

Ingredienti:

  • 30 grammi di olio di mandorle
  • 20 grammi di burro di karitè
  • 50 g di acqua
  • 1 cucchiaino di cera d’api
  • 10 gocce di olio essenziale al limone

Preparazione:

  1. Unisci l’olio di mandorle, il burro di karitè e la cera disciolta a bagnomaria.
  2. Frulla il tutto aggiungendo l’acqua intiepidita lentamente fino ad ottenere una crema densa.
  3. Conserva (per circa due mesi) in un barattolo chiuso.
  4. Applica ogni mattina dopo aver lavato la pelle.

Anche il corpo ha bisogno di prodotti idratanti ed ammorbidenti! Per una pelle liscia e perfettamente idrata un bagno all’avena è l’ideale! Essa ha infatti, proprietà antinfiammatorie e rinfrescanti ed inoltre grazie alle saponine è un ottimo detergente.

Bagno al latte di avena

Preparazione:

  • Metti 100 g di fiocchi d’avena in un panno legato ben stretto
  • Riempi la vasca con acqua calda ed immergi i fiocchi d’avena premendo per far uscire il latte.
  • Immergiti nella vasca per 10 minuti ed utilizza il panno con i fiocchi come detergente.

La pelle secca va anche contrasta dall’interno, un ottimo rimedio è assumere più volte al giorno una tisana rinfrescante ed idratante a base di malva, che, come sostengono i naturopati, ha proprietà emollienti grazie alle mucillagini, soprattutto durante i mesi estivi o in caso di allenamenti prolungati per contrastare la disidratazione dovuta all’eccessiva sudorazione

Tisana alla malva:

10 foglie di malva fresca

500 g di acqua

Preparazione:

Fai bollire le foglie di malva nell’acqua per circa 10 minuti, aggiungi un cucchiaino di miele e bevi ben fresca.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

La psoriasi è contagiosa? Tipi, sintomi, cause, cure ed alimentazione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ARTRITE PSORIASICA SPONDILO NEGATIVE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa psoriasi è una patologia infiammatoria della pelle, che in genere si caratterizza per essere cronica e soggetta a delle recidive. Non è contagiosa, colpisce sia gli uomini che le donne, anche se queste ultime sembrano essere più colpite in modo più precoce. Inoltre i soggetti dalla pelle chiara sono sempre più colpiti da questo disturbo rispetto a quelli dalla pelle scura. Tra le zone maggiormente colpite: le mani, le unghie, il gomito, i piedi e la testa, in particolare il cuoio capelluto.

La psoriasi è caratterizzata dalla presenza su alcune parti del corpo di zone tondeggianti di pelle arrossata, ispessita e ricoperta da squame bianco-argentee. Oltre ai sintomi più evidenti, le manifestazioni cutanee, è possibile che la persona interessata avverta un anomalo senso di prurito e fastidio, che può essere di varia entità e intensità. Una caratteristica tipica della psoriasi, anche se non esclusiva della malattia, è il fenomeno di Koebner, la comparsa di lesioni nei punti interessati da un trauma di tipo fisico, come cicatrici o bruciature. Tra le complicazioni e le conseguenze della psoriasi dobbiamo citare l’artrite psoriasica, una malattia infiammatoria le cui cause sono sconosciute e che si manifesta solitamente per lo più sui soggetti che hanno sofferto di psoriasi. Esistono, poi, diverse tipologie di psoriasi e ognuna di esse ha dei sintomi specifici che la caratterizzano e che aiutano anche nella diagnosi, come le placche, una sorta di eritema con prurito e gonfiore o le unghie bucherellate.

Leggi anche:

Secondo gli esperti, esiste una predisposizione ad ammalarsi di psoriasi di tipo genetico. Infatti, secondo gli studi epidemiologici, la presenza della malattia in un genitore aumenta il rischio, di contrarre la stessa, per il figlio di ben 19 volte. Esistono comunque dei fattori di rischio per la psoriasi. Oltre alla predisposizione genetica, hanno una certa influenza:

  • lo stile di vita (obesità, abuso di alcool, fumo);
  • la presenza di altre patologie;
  • i processi infettivi e lo stress.

Alcuni soggetti si ammalano di psoriasi dopo essere stati colpiti da un’infezione virale o batterica, come le infezioni da streptococco ß-emolitico di Gruppo A. Si pensa che, in soggetti predisposti, la psoriasi compaia in seguito ad una risposta eccessiva del sistema immunitario a certe infezioni.

La diagnosi della psoriasi si basa in genere sull’aspetto delle chiazze, le quali si presentano come caratteristiche. Tuttavia non sempre è facile giungere ad una corretta diagnosi, in quanto anche altre malattie presentano un quadro clinico simile a quello della psoriasi. Basti pensare in questo senso all’eczema o alla dermatite atopica. Il medico per la diagnosi si serve di dati dell’anamnesi e di indagini di laboratorio. L’anamnesi tiene conto di diversi parametri, come durata, localizzazione ed estensione della patologia, ma anche della familiarità con la malattia. Fra le indagini di laboratorio si fa ricorso alla biopsia della cute e alla tipizzazione linfocitaria. La gravità della psoriasi viene distinta in base all’osservazione delle zone colpite dalla psoriasi. I livelli di psoriasi possono essere lievi, moderati, moderato – grave e grave.

La scelta della dieta contro la psoriasi non è paragonabile a quella di una terapia, ma, per la gestione dei sintomi, riveste un ruolo da non sottovalutare. Per quanto riguarda l’alimentazione, i cibi sconsigliati sono quelli più grassi:

  • le uova,
  • il burro,
  • le carni rosse,
  • il sale,
  • gli alimenti fritti,
  • i formaggi stagionati,
  • l’alcol,
  • la birra e i super alcolici.

Meglio prediligere invece:

  • il pane integrale,
  • il riso,
  • la pasta,
  • i legumi,
  • la verdura,
  • il pesce
  • la frutta.

Fondamentale anche l’apporto idrico: almeno due litri di acqua al giorno, in modo da idratare l’organismo e la pelle.

Per ciò che riguarda la cura della psoriasi, attualmente non esistono vere e proprie terapie risolutive, in grado di debellare completamente la malattia, ma sono disponibili diversi tipi di trattamento, in grado di attenuarne i sintomi e rendere la convivenza con la psoriasi più tollerabile. Le pomate per la psoriasi sono l’alleato più “sfruttato” in questi casi, soprattutto per rimuovere le squame e favorire l’idratazione della cute. Quando si tratta di forme di psoriasi più gravi, il trattamento consigliato è sistemico, da assumere per via orale, con farmaci specifici, con effetto immunosoppressivo, che ostacolano la risposta del sistema immunitario. Gli ultimi arrivati sono i farmaci biologici, capaci di sopprimere la risposta autoimmune dell’organismo, agendo in modo mirato su alcuni processi bio-chimici all’origine della psoriasi. Inoltre si parla spesso di rimedi naturali anche per la psoriasi, indicati soprattutto per i casi più leggeri. In particolare è la medicina ayurvedica, quella tradizionale indiana, che consiglia una terapia naturale e l’impiego di alcuni oli, oltre alla pratica dello yoga e della meditazione.

Leggi anche:

La psoriasi più diffusa è quella che viene denominata “volgare” o “a placche” e si presenta per lo più su gomiti, ginocchia, testa e schiena. E’ caratterizzata dai tipici sintomi delle chiazze rosse e della pelle secca e squamata, di un colore bianco argentato. Tali chiazze provocano prurito e risultano molto fastidiose.

Altra tipologia frequente (soprattutto nei giovani e bambini) è, invece, la psoriasi guttata, che prende il nome dalla parola latina “gutta”, che vuol dire goccia. In questo caso le chiazze della psoriasi sono simili a gocce e tendono a scomparire in un paio di settimane.

Questa tipologia di disturbo si sviluppa solo nelle pieghe cutanee (viene infatti detta anche psoriasi delle pieghe) e si manifesta per lo più nei soggetti con problemi di obesità o negli anziani.

Tra le varie forme di psoriasi non possiamo dimenticare anche la psoriasi eritrodermica, che coinvolge quasi tutto il corpo. Tante zone vengono infatti colpite da una sorta di eritema che provoca fastidio e prurito oltre che un certo gonfiore. Si tratta di una tipologia di disturbo più grave delle altre e che spesso richiede il ricovero ospedaliero.

Leggi anche:

La psoriasi del cuoio capelluto si può concentrare anche sulla testa, sul collo e sulla fronte. Spesso viene anche confusa con altri disturbi come la forfora o la dermatite e ha tra i suoi sintomi anche il prurito localizzato sui vari punti colpiti.

Teniamo presente che, per valutare le lesioni cutanee esiste un determinato indice, mentre, nel caso della psoriasi alle unghie, le manifestazioni non sono spesso distinte con sicurezza, appellandosi al termine generico di onicomicosi o di onicodistrofia. Le manifestazioni ungueali della psoriasi sono molte e differenti e possono presentarsi sia singolarmente che in maniera combinata nel paziente, il quale ne ricava un certo disagio. Il polimorfismo delle lesioni alle unghie causate dalla psoriasi dipende da vari fattori: dal letto ungueale, dalla matrice ungueale e, in generale, dalla sede in cui si manifesta il problema.

Altra forma grave e invalidante di psoriasi è la psoriasi pustolosa, che ha come sintomi delle pustole piene di pus e che porta spesso anche altri malesseri come la febbre e una sensazione di bruciore diffuso. Può localizzarsi in particolare su mani e piedi e spesso è causata dall’interruzione di trattamenti e terapie di corticosteroidi.

In alcuni casi oltre alla psoriasi cutanea si può presentare anche la psoriasi articolare, questa si presenta per lo più dopo quella cutanea, solo in pochi casi entrambe le forme si sviluppano contemporaneamente o quella articolare si presenta prima della cutanea. La psoriasi articolare può colpire, ad esempio, la colonna vertebrale oppure le articolazioni periferiche.

Secondo alcuni studi le donne che soffrono di psoriasi notano un miglioramento durante la gravidanza. Le chiazze diventano meno evidenti e numerose, ciò è dovuto probabilmente all’azione del cortisolo. Soltanto per una piccola percentuale di donne la psoriasi ha maggiori effetti durante la gestazione. In ogni caso, comunque, la psoriasi non può portare complicazioni alla gravidanza. L’unico accorgimento importante, per le donne in attesa, è quello di chiedere il parere del medico prima di utilizzare qualunque tipo di farmaco per la cura della psoriasi, anche quelli biologici.

Per approfondire:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!