Otto cose che al mattino ti sveglieranno più di un caffè

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSE SVEGLIANO PIU CAFFE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Glutei PressoBere il caffè è una delle primissime azioni che qualsiasi italiano compie subito dopo essersi svegliati e non c’è da meravigliarsi: quando per motivi lavorativi o scolastici è necessario esser lucidi e reattivi velocemente, una tazzina di caffè espresso è una ottima “terapia”. Pensate che niente potrebbe sostituire la vostra dose di caffeina? Probabilmente non vi sbagliate, eppure ci sono alimenti e attività che possiedono virtù risveglianti ed eccitanti come quelle del caffè, se non addirittura migliori, che potete assumere in qualsiasi momento della giornata.

1) Thè nero. Per un risveglio istantaneo ed energico una tazza di thè nero è un’ottima alternativa al caffè. Il thè nero contiene teina, una sostanza stimolante del sistema nervoso: stimola l’attenzione e la concentrazione. Bevendo un thè nero a colazione otteniamo un risveglio eccezionale e fulmineo. Una famosa bevanda a base di thè nero è il Chai. Si tratta di un preparato indiano a base di thè nero, latte e spezie quali cannella, zenzero e cardamomo. Al gusto e all’aspetto somiglia notevolmente a un caffè e proprio per questo motivo vi aiuterà a sentire meno l’astinenza da caffè, sopratutto da un punto di vista psicologico.

2) Energy drink. Chi preferisce una bevanda meno calda e non ha il tempo materiale per lasciare in infusione il thè ed aspettare che sia pronto, può optare per un energy drink pronto in lattina. Le bevande energetiche hanno il potere di svegliarci in pochissimi minuti grazie al loro contenuto di caffeina e taurina, una sostanza energizzante e stimolante. Ovviamente non esagerate con l’assunzione di queste bevande, specie se soffrite di patologie cardiache.

3) Carruba in polvere. Si tratta del frutto del carrubo, un albero sempreverde originario dell’Arabia, ma che oggi viene coltivato da molte nazioni Europee che si affacciano sul Mediterraneo.  I semi del carrubo spesso vengono macinati per ottenere una farina molto fine e polverosa che, unita al latte, vi darà una bevanda ricca di fibre, vitamine e minerali. Il sapore ricorda vagamente il cioccolato (di cui è un ottimo sostituto), mentre l’assenza di caffeina e la presenza di proteine, zuccheri, potassio e magnesio la rendono una perfetta sostituta del caffè.

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4) Cioccolato. Un’altra alternativa – gustosissima – alla classica tazza di caffè può essere il cioccolato. Fra le innumerevoli motivazioni che possono spingerci a consumare il tanto apprezzato cioccolato (ossia la fame, la tristezza, un improvviso calo di zuccheri, la noia, etc) vi è anche l’esigenza di svegliarsi. Uno o due quadratini di cioccolato infatti sono in grado di avviare il nostro risveglio grazie al contenuto di tiramina e serotonina. Anche qui: non esagerate con le quantità.

5) Caffè verde. Si tratta semplicemente di semi di caffè fatti essiccare anziché torrefatti e questa diversa lavorazione determina un assorbimento più lento, ma più continuo della caffeina: per questo motivo è consigliato a chi ha bisogno di energia a lunga durata. Inoltre, essendo ricco di metilxantine, velocizza il metabolismo, contrasta il diabete e riduce l’assorbimento di zuccheri nel nostro corpo.

6) Musica. È stato dimostrato che ascoltare la propria canzone preferita al risveglio (logicamente a volumi umani e preferibilmente con delle cuffie audio, al fine di non arrecare disturbo ai familiari) ha la capacità di risvegliarci in maniera delicata, gradevole e funzionale.

7) Caffè al tarassaco. Potrete acquistare l’infuso di tarassaco in erboristeria, oppure seguire la preparazione tradizionale del caffè al tarassaco, secondo una ricetta pugliese: raccogliete le radici di tarassaco tra giungo e agosto. Risciacquatele e lasciatele asciugare al sole. Arrostitele in forno a bassa temperatura, in modo che si scuriscano. Tagliatele e macinatele. Con questa polvere preparate il caffè al tarassaco. Versatene 1 cucchiaino in 1 litro d’acqua e fate bollire a fuoco lento per qualche minuto. Filtrate e bevete. Il caffè al tarassaco purifica il fegato e aiuta a liberare l’intestino.

8) Cacao. La mia alternativa preferita! Sostituire il caffè con una bevanda al cacao è una ottima alternativa? La raccomandazione è di scegliere cacao in polvere biologico, ancora meglio se non sottoposto ad alte temperature (cacao raw). Ciò permette che il cacao conservi tutte le propria ricchezza di sostanze stimolanti. Anche il cacao può aiutarvi a recuperare le energie e a sentirvi più attivi, proprio come il caffè. Sostituitelo al caffè per la preparazione di un cappuccino, oppure, di tanto in tanto, regalatevi una buona tazza di cioccolata fatta in casa (sia il cappuccino che la cioccolata possono essere preparati anche con il latte vegetale).

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Delay analogico a pedale Diamond Memory Lane: recensione

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Questo articolo l’ho scritto originariamente per il sito accordo.it in data 14/01/2008

Il Pedale in questione (e la maiuscola non sta li per caso!) si fa subito notare per le generose dimensioni: avete presente un Fulltone Fulldrive2? Beh il Memory Lane è più largo di almeno 3cm e più profondo di almeno 2cm, insomma è una robusta scatola Hammond rettangolare piuttosto grossa, non pesa molto ma sicuramente in pedaliera occupa lo spazio di quasi 3 Boss! Il nostro pedalone canadese ha un bel colore argento metallizzato con scritte rosso scuro, 6 potenziometri grigi molto “hi-fi vintage” disposti su una fila, nel centro è presente uno switchettino MOD/TAP, ai due lati ci sono due switch meccanici classici, inoltre vi sono 4 prese jack.

Ora vedremo a che serve tutta questa roba.

POTENZIOMETRI PER CONTROLLARE IL DELAY

Da sinistra a destra ecco i potenziometri che incontriamo:

DELAY: permette di regolare il tempo di ritardo. Girato completamente in senso antiorario permette un ritardo minimo di 40 millisecondi, settato al massimo si ottengono circa 550 millisecondi di ritardo.

EQ: permette l’equalizzazione del segnale ritardato. In realtà non è un classico equalizzatore: Messo al minimo otteniamo che i ritardi diverranno via via più scuri perdendo progressivamente le frequenze più alte, messo al massimo al contrario le ripetizioni saranno via via sempre più chiare. Mettendolo proprio nel mezzo si sente un piccolo “click” significa che l’equalizzazione è neutra.

LEVEL: indica in pratica quante ripetizioni si vogliono avere. Messo al minimo si sentirà una sola ribattuta, quasi a metà si comincerà ad avere una bella coda di parecchie ripetizioni, superata la metà si entra in territorio “OSCILLAZIONE IMPAZZITA” per la felicità dei chitarristi più noise.

MIX: tale controllo è posizionato completamente sulla destra del pedale, permette di decidere il rapporto tra suono dry (pulito) e wet (effettato). Ad ore 9 mi sembra abbastanza bilanciato, verso ore 11 si sente il suono effettato che comincia a prendere il sopravvento e si ottiene un risultato molto “spaziale”.

POTENZIOMETRI PER CONTROLLARE LA MODULAZIONE

Fin qui i controlli sono abbastanza “classici” per un delay ma rimangono 2 potenziometri che sono del tutto particolari. Cominciamo con lo spiegare che questo pedale permette anche una modulazione molto interessante che va ad agire NON sul suono diretto ma SOLO sulle ripetizioni. Ebbene i prossimi 2 potenziometri servono proprio per controllare questa modulazione:

DEPTH: controlla quanta modulazione applicare alle ripetizioni: messo al minimo l’effetto sarà appena udibile, al massimo l’effetto sarà più invadente. Per me l’ideale è più o meno nel mezzo a meno che non ricerco sonorità particolari. Se messo al minimo si sente un piccolo “click”: significa che l’effetto è totalmente disinserito.

SPEED: immaginando la modulazione come una serie di onde, questo controllo permette di modificare quanto sono ravvicinate tali onde: al minimo le “pulsazioni” saranno molto lente (circa 0,1 Hz), al massimo le pulsazioni saranno molto più veloci (10 Hz). Spero di essermi spiegato, anche se la maggior parte di voi almeno una volta nella vita avrà usato un chorus od un tremolo ed avrà già capito cosa intendo!

SWITCH

Ve ne sono due, quello a sinistra accende/spegne l’intero effetto, quello a destra permette di effettuare due operazioni completamente diverse:

MODALITA’ TAP: in tale modalità questo switch serve per regolare in tempo reale la velocità del controllo “DELAY” tramite doppia pressione dello switch. Il potenziometro DELAY si disattiva. Il led lampeggia indicando il tempo di ritardo.

MODALITA’ MOD: in tale modalità questo switch permette di attivare e ovviamente disattivare la modulazione sulle ribattute. Il led è giallo a modulazione spenta e arancione quando è attiva. E’ possibile anche attivare la modulazione prima di accendere il delay, nel senso che il led mod diventerà arancione (attivato) a prescindere se il delay è acceso o spento in modo che quando accendete l’effetto delay avrete contemporaneamente anche la modulazione.

“SWITCHETTINO”

Posto in alto tra i potenziometri permette di passare dalla modalità Tap a quella Modulation.

PRESE JACK

Ve ne sono 4:

INPUT: abbastanza intuitivo direi!

DELAY ONLY: da qui esce solamente il segnale effettato (solo le ribattute insomma)

MIX/DIRECT: da qui esce il segnale diretto mescolato con quello effettato, se però un jack è attaccato alla presa “delay only” da qui uscirà solamente il segnale diretto.

EXP: attaccandoci un pedale di espressione si può controllare in tempo reale il numero di ripetizioni, contemporaneamente si disattiva quindi il potenziometro FEEDBACK”.

QUELLO CHE NON SI VEDE

C’è un controllo all’interno del pedale, un piccolo jumper posizionato sulla destra a mezza altezza, veramente utile: permette infatti di regolare il livello di input che entra nel pedale. In pratica agendo su di esso si può usare il pedale con una strato con singoli dall’uscita molto bassa, fino ad una jackson con humbucker dall’uscita altissima. Inoltre permette di inserire il Memory Lane anche nel loop effetti di un amplificatore. Tutto ciò perché il chip NE570N presente all’interno è predisposto per lavorare ottimamente a segnali non troppo sparati e non gradisce cose tipo l’X2N della Di Marzio! Se usate un humbucker potente e picchiate sulle corde col delay acceso e con tale jumper regolato male potreste sentire di tanto in tanto dei piccoli “colpi” nel suono corrispondenti ai picchi. Problema ovviato dal jumper appunto. Ah, un’altra cosa che non si vede, è la costruzione interna: una precisione quasi maniacale, ottimi componenti e non aggiungo altro.

ALIMENTIAMOLO

Per alimentare questa bestiola serve un trasformatore da ben 24V DC che è incluso nel prezzo. Attenzione al polo positivo che è centrale, contrariamente alla maggior parte dei pedali in giro.

LO ACCENDIAMO?

Dopo averlo osservato (con rispetto ed in religioso silenzio) per qualche minuto, si passa finalmente alla prova sonora! Per prima cosa ho trovato molta soddisfazione nel notare come il pedale da spento sia assolutamente trasparente! Dinamica ed armoniche che entrano in questa scatolona argentata escono inalterate. E’ true bypass (ed infatti uso un buffer Black Box della Masotti ad inizio catena) ed il segnale della mia strato e dei miei wha Geoffrey Teese e Fulldrive2 mosfet passano attraverso il Memory Lane come un limpido ruscello di montagna. Ricordatevi che ad un pedale non basta essere true bypass per essere veramente trasparente!

Lo switch per accendere l’effetto è veramente silenzioso. Azionato il delay (senza modulazione per ora) si nota, con MIX abbastanza alto, un leggero scurimento del suono, in realtà il segnale diretto è identico ma le ripetizioni abbastanza scure possono dare tale effetto al suono generale risultante. A parte questa considerazione c’è da dire solo una cosa: chiudo gli occhi e mi sembra di suonare allo stadio Olimpico tanta è la spazialità dell’effetto! Una cosa realmente mai sentita prima, una pasta sonora “organica”, una naturalezza fuori dal normale, rimani completamente avvolto e coccolato da un “abbraccio” di suono. E la spazialità ovviamente aumenta passando da un ampli monoconico ad un ampli con molti coni o meglio ancora usando un ampli con il solo suono diretto ed un altro ampli con il solo suono effettato (spazio sul palco permettendo!). Diminuendo il tempo di ritardo si ha un quasi riverbero da togliere il fiato, abbassando il controllo EQ le ripetizioni si scuriscono in maniera naturale e diventano un tutt’uno con le note lunghe nei soli, aumentando il numero delle ripetizioni si creano dei tappeti sonori da psichedelia pura fino a raggiungere oscillazioni aliene! Perdonatemi l’eccesso di trasporto ma vi assicuro che questo scatolone canadese vi fa volare più in alto di uno shuttle e vi porta in una dimensione musicale totalmente diversa dai soliti suoni, quasi in un universo sonoro parallelo. I due NOS MN3005 percorsi da 15v hanno la musicalità della antologica lira di Orfeo!

MODULIAMOLO!

La modulazione può essere inserita in due modi.

Se avete il delay acceso e la modalità mod spenta potete comunque inserire una leggera modulazione agendo sul potenziometro mod, aumentandone il livello (bisogna sentirgli fare il famoso “click” altrimenti non si ha modulazione. In pratica in questo modo si ha una lieve modulazione che un po’ mi ricorda quella data dall’imperfezione di un sistema a testine magnetiche su un nastro ormai ben vissuto… Inserendo la modulazione tramite lo switch mod si possono invece ottenere risultati veramente molto modulati, “sognanti” e creare paesaggi sonori suggestivi. Posso suonare un arpeggio e dietro di me mi sembra quasi di sentire un sintetizzatore di quelli buoni ad accompagnarmi con suoni tappeto, o addirittura, spingendo sul controllo DEPTH, un intero gruppo di coriste che sottolineano le mie linee melodiche! Molti potrebbero pensare che lo stesso effetto potrebbe essere ottenuto usando un chorus (o un flanger o un phaser) messo semplicemente prima di un delay “normale” ma vi assicuro che non è neanche lontanamente lo stesso! Con il Memory Lane il suono diretto rimane non modulato e molto nitido e crea un bel contrasto con lo “sfondo” modulato. Un po’ come succede nel Jazz Chorus della Roland dove, azionando il chorus, un cono dell’ampli continua a dare solo il pulito mentre l’altro cono dà il segnale effettato: la spazialità ne guadagna molto! Ovviamente esagerare con la modulazione unita ad un MIX molto alto può dare risultati parecchio “scordati” che vanno bene solo si ricerca quel tipo di effetto.

LIVE

Dal vivo la comodità di avere il tap tempo si sente molto, il Memory Lane se ricordo bene è l’unico vero analogico che ha tale possibilità! Inoltre la possibilità di controllare il numero di ripetizioni tramite un pedale di espressione è comoda e si possono fare giochini oscillanti noise rimanendo direttamente in piedi e senza chinarsi a modificare a mano il potenziometro!

QUELLI CHE POTREBBERO ESSERE CONSIDERATI DIFETTI

Sembrerà ovvio agli appassionati di delay analogici ma è doveroso ricordarlo per i meno esperti: le ripetizioni non sono esattamente la riproduzione matematica del suono che entra ma sono molto morbide, diciamo lo-fi, sicuramente ciò è una cosa che può anche non piacere, senza contare che con alcuni tipi di suono/genere molti preferiscono un digitale ben fatto all’analogico, come ci insegna il buon Floyd. Poi, anche se secondo me è più che sufficientemente versatile, qualcuno potrà aver bisogno di vari settaggi preimpostati, del midi, delle lucette colorate e della macchina del caffè incorporata: qualcuno insomma magari lo trova limitato! Chi viene da delay digitali sul tipo Boss si troverà probabilmente sconcertato: il Diamond è un pedale impossibile da gestire senza un minimo di esperienza, per quanto possano sembrare intuitivi i vari controlli interagiscono criticamente tra di loro! Sembrerà strano ma se non lo impari ad usare questo pedale con certe regolazioni reagisce in maniera quasi imprevedibile. Col Boss 2+2=4 mentre con questo 2+2= dipende… Questo per me è un grande pregio, ne parlo meglio nell’ultimo capitoletto dell’articolo. Inoltre alcuni troveranno il poco più di mezzo secondo di delay un po’ pochino per i loro bisogni. In effetti anche io ero partito per comprare il Maxon AD999 che è analogico e raggiunge 900 millisecondi, però, dopo aver provato entrambi, la qualità sonora del Diamond ha vinto su qualsiasi altra cosa, senza contare che mi sono anche accorto che in fondo 550ms mi bastano decisamente! Inoltre, il Maxon, essendo analogico, risulta un pelino rumoroso quando si raggiungono tempi di ritardo oltre i 700ms. Il nostro canadese è invece più silenzioso di un pesce muto. Sicuramente poi non è un delay adatto a qualsiasi genere musicale, difficilmente io ci suonerei metal e nu metal! Io infatti lo uso per suoni vecchia scuola blues e rock blues! Se volete un pedale delay più versatile magari potete provare un NOVA DELAY della T.C. Electronic, oppure il Boss DD-20 (serie twin pedal, il preferito di Pierangelo Mezzabarba della Masotti), o magari il valvolare della Hughes&Kettner (il Replex) che non è analogico ma suona più analogico di alcuni veri analogici, oppure l’Eventide Time Factor che è un gran bell’effetto (2 diversi delay contemporaneamente fino a 3 secondi di ritardo) anche se, secondo me, provato accanto al Diamond, continua a rimanere un pizzico digitale, artificiale per così dire! Il prezzo, circa 400 euro, è un tantino – eufemismo – alto (durante le feste natalizie il portafoglio è l’unico ad esser dimagrito!) e questo è un impedimento mica da poco, tuttavia a giudicare da quanto mi ispira questo pedale alla tipica domanda di Harmony Central “se questo pedale ti venisse rubato lo ricompreresti?” io rispondo senza dubbio di SI così ci potrei suonare comodamente in galera dopo aver preso a legnate il ladro! Magari ci esce una cosa tipo il finale del film “The Blues Brothers”!

ALTRI DELAY PROVATI

Oltre ai pedali appena menzionati ve ne sono anche altri che ho posseduto/provato, tra cui il SIB! Mr Echo, il Guyatone MD3 (micro delay), il Guyatone Tube Echo, l’Ibanez AD9, il Maxon AD80, il Maxon AD900, T-Rex Replica, vari Boss vecchi e nuovi (gli analogici ed i digitali), inoltre delay DOD, MXR, Electro-Harmonix, Rocktron, Rocktek, Line6… Nessuno mi ha dato le stesse sensazioni del Diamond! Forse gli unici che hanno lasciato un bel segno sono stati, spero di scrivere bene i nomi, il Mooger Fooger Analog echo e il WayHuge AquaPuss ma li ho provati un bel po’ di tempo fa. Un altro prodotto interessante, ma solo per i pazzoidi che arrivano a spendere 1200 euro, è il Tube Tape Echo della Fulltone!

VARIE

Suonato con una Stratocaster con humbucker Jeff Beck al ponte, vari pedali tutti abbastanza costosi (altro eufemismo!), attaccato a vari ampli Fender – Twin soprattutto -, un Vox ed un Hiwatt. Accoppiato a Tubescreamer e simili (insomma overdrive morbidi) escono suoni di classe spettacolari specie attraverso il pulito dei Fender e dell’Hiwatt, sullo stile Radiohead, Pink Floyd, U2, Yes… Ripeto: va bene per tutto basta che non si cerchino sonorità troppo moderne, anche se poco fa ci ho suonato “Sing for absolution” dei Muse e quasi mi mettevo a piangere dall’emozione. Con la modulazione si possono ricreare anche in parte le amate/odiate sonorità “arpeggione effettatissimo” anni ’80. Questo pedale è riuscito a far suonare morbido e spazioso perfino un acidissimo amplificatorino Ibanez IBZ10G a transistor con un solo cono da 6,5 pollici, e senza manco portarlo a Lourdes, vedete un po’ voi!

Curiosità: il pedale ha preso il suo nome dal nome della via dove abita il suo creatore: Memory Lane!

IMPORTANTISSIMO!

Crea assuefazione, ricordate di tanto in tanto di premere sullo switch on/off e spegnerlo!

SOLO L’ULTIMO CONCETTO

Prima di chiudere solo un ultima cosa. Ormai i chitarristi si possono quasi dividere in due grandi correnti di pensiero: chi trova l’analogico insuperabile e chi trova che il digitale sia praticamente così simile all’analogico che lo può sostituire senza nessun problema (vabbè poi ci sono anche quelli che per vari motivi devono scendere a compromessi). Vorrei dire alla categoria dei digitofili che, per quanto il suono di un POD sia identico a quello di un valvolare, la differenza sta nel come si sente la chitarra sotto le dita, nelle reazioni della strumentazione. Voi direte “è talmente scontato e poi che c’entra col pedale in questione?”. Il Memory Lane ha un suono che probabilmente può essere fedelmente ricreato da un qualche apparecchio digitale/transistor/computer/quellochevipare ma la cosa che non può essere ricreata artificialmente è proprio l’essenza del pedale: il fatto che reagisce in maniera analogica, imprevedibile, quasi come fosse umano! Con certe regolazioni il pedale può diventare un cavallo imbizzarrito che però, con esperienza, si impara a controllare con i volumi, con la pennata più o meno dinamica! A volte il pedale, a parità di settaggio, reagisce in maniera diversa se suono una nota più grave o più acuta, oppure se suono la stessa nota molto piano o molto forte! Con il digitale, anche quello più fedele, non ho mai avuto lo stesso grado di difficoltà nel gestire un pedale ed allo stesso tempo lo stesso grado di soddisfazione quando ho faticosamente imparato a gestirlo. Io tra la maggior parte dei digitali che emulano l’analogico e il vero analogico continuo a sentire molta differenza, non tanto nel suono risultante, ma nella reazione al tocco. La stessa differenza che sento anche tra ampli a transistor e a valvole. Non è una regola fissa, ma per me molto spesso è così! Scusate lo sfogo ma sono un sognatore. Spero di aver scritto qualcosa se non interessante, almeno utile a qualcuno!

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I 21 segni che indicano che sei intelligente

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Studio Roma 21 SEGNI INDICANO INTELLIGENTE  Viso Mani Ecografia Mammella Tumore Seno Articolare Spalla Vascolare Traumatologo  Spalla Medicina Estetica Cellulite Cavitazione Grasso Radiofrequenza Pene THSAlcune ricerche scientifiche fatte in varie università del mondo, sembrano confermare che ci sono alcuni comportamenti, segni e caratteristiche fisiche che sembrano essere associati all’intelligenza. Alcuni, come l’aver imparato a leggere presto, sono piuttosto scontati, ma altri – vi assicuro – vi sconvolgeranno! Se volete sapere se voi, il vostro partner, i vostri figli o i vostri amici rientrano nella categoria delle persone con più alto quoziente intellettivo, leggete i prossimi 21 punti e controllate quali appartengono alla persona interessata.

1) Leggere prima degli altri. Le persone intelligenti sono quelle che in media hanno imparato a leggere prima dell’età scolare o comunque velocemente e facilmente. Nel 2012, a supporto di questa analisi, un gruppo di ricercatori ha esaminato quasi 2.000 coppie di gemelli identici nel Regno Unito e ha scoperto che il fratello che aveva imparato a leggere prima tendeva ad un punteggio più alto nei test sulle abilità cognitive.

2) Prendere lezioni di musica. Una gran quantità di ricerche scientifiche, confermano che saper suonare uno strumento musicale, specie fin da giovani, sia legato ad una maggiore intelligenza. Chi suona uno strumento musicale in tenera età, ha un cervello che si svilupperà meglio e più precocemente.

3) Essere fratelli maggiori. Secondo la scienza, sembrerebbe che i fratelli maggiori siano effettivamente in genere anche quelli più intelligenti.

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4) Essere magri. Uno studio del 2016 ha affermato che più grande è la circonferenza addominale, minore sarà la capacità cognitiva.

5) Avere un gatto. Una ricerca del 2014 afferma che le persone che possiedono un gatto sono più intelligenti della media, inoltre le persone “da gatto” sarebbero più sveglie delle persone “da cane”.

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6) Essere stati allattati al seno. L’allattamento al seno sembra essere determinante per l’intelligenza futura. Almeno secondo quanto affermato da due studi condotti in Gran Bretagna a Nuova Zelanda.

7) Fare uso di droghe leggere. La scienza afferma che un alto quoziente intellettivo è mediamente legato all’adozione di comportamenti potenzialmente dannosi per la salute, tra cui l’uso di droghe leggere.

8) Bere alcolici regolarmente. Per il consumo degli alcolici vale lo stesso discorso fatto per le droghe leggere.

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9) Essere mancini. Il mancinismo è generalmente associato con istinti potenzialmente criminali, ma può anche indicare un pensiero fuori dalla norma e dai soliti schemi. Ecco perché è segno di intelligenza.

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10) Essere alti. E’ il risultato di un’indagine condotta nel 2008 a Princeton: le persone più alte sono anche quelle mediamente più intelligenti.

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11) Essere politicamente liberali. Anche essere politicamente liberali è segno di intelligenza, mentre invece essere “di destra” sembra essere collegato ad un minore quoziente intellettivo, almeno secondo la scienza.

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12) Essere ansiosi. Un numero crescente di ricerche suggerisce che gli individui più ansiosi possono essere anche i più intelligenti.

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13) Essere simpatici. Le persone divertenti e con senso dell’umorismo sono anche più intelligenti della media.

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14) Essere donna. Mi dispiace per i colleghi maschi, ma la scienza sembra confermare che le donne siano mediamente più intelligenti di noi.

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15) Essere atei. Uno studio del dipartimento di analisi dell’Università di Rochester di New York pubblicato sul sito del noto quotidiano The Independent e dedicato alla relazione tra il cervello umano e l’esistenza di Dio. I risultati dello studio infatti dicono che gli atei sono più intelligenti di chi ha una qualche fede religiosa.

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16) Essere del nord Italia. Uno studio del prof. Richard Lynn, docente emerito di psicologia all’università dell’Ulster a Coleraine, in Irlanda del Nord, afferma che le persone del nord dell’Italia sono più intelligenti delle persone del sud Italia.

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17) Giocare ai videogiochi. Una ricerca, pubblicata su Nature dal Max Planck Institute for Human Development, afferma che tanto più si gioca con i videogiochi tanto più il cervello diventa “forte”. Lo studio ha dimostrato che la materia grigia migliora grazie all’attività continua con i videogiochi.

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18) Mangiare bene. Una smisurata lista di studi scientifici conferma che mangiare bene, tiene in forma il nostro cervello e ci rende più reattivi intellettivamente.

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19) Usare poco lo smartphone. Varie ricerche confermano che usare troppo il cellulare, può peggiorare la nostra intelligenza.

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20) Fare attività fisica. Uno studio, pubblicato sulla rivista Stem Cells, conferma che la corsa è in grado di rallentare moltissimo il processo di invecchiamento cerebrale e di stimolare la produzione di nuove cellule staminali, che migliorano le capacità mnemoniche.

21) Dormire in modo adeguato. I risultati di una ricerca condotta da un team di ricercatori della School of Medicine dell’Università della Pennsylvania, che ha condotto uno studio sugli effetti della deprivazione del sonno sui topi, parlano chiaro: dormire troppo poco provoca la morte delle cellule cerebrali.

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Non avete nessun segno distintivo di alto quoziente intellettivo? Non vi preoccupate, perché la scienza rimette – come al solito – tutto in discussione! Leggete questo articolo: Il quoziente intellettivo? Un mito da sfatare

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In che lingua è cantata “Now we are free”?

Quanti di voi conoscono questa canzone? Sicuramente tantissimi, visto il successo del film a cui questa traccia è legata. Il film è ovviamente Il gladiatore diretto da Ridley Scott, interpretato da Russell Crowe e Joaquin Phoenix. Molti fanno l’errore di attribuirla ad Enya, mentre in realtà è stata composta da Hans Zimmer e la canta la fantastica Lisa Gerrard, che nel 2001 vinse assieme a Zimmer il Golden Globe per la migliore colonna sonora. Quante volte l’avete ascoltata? E quante volte l’avete… cantata? A proposito: ma vi siete mai chiesti in che lingua sia cantata questa canzone? Inglese, forse? Spagnolo? Aramaico? Qualche lingua orientale? Avete cercato il suo testo o la traduzione delle sue parole ma non avete trovato nulla? In realtà questo brano è cantato dall’inizio alla fine con parole totalmente inventate non riconducibili a nessun linguaggio umano né artificiale. Tutte le “parole” di questa canzone sono solo “suoni”. La cantante, Lisa Gerrard, ha affermato che questo brano è fatto per far scaturire sentimenti attraverso i suoni delle parole e non il significato che esse racchiudono.

Ed adesso che lo sapete, riascoltatela. Credetemi: vi farà tutto un altro effetto!

Se volete cantarla, una sorta di “testo” è questo:

Anol shalom
Anol sheh lay konnud de ne um
Flavum nom de leesh
Ham de nam um das
La um de flavne

We de ze zu bu
We de sooo a are iou
Un va-a pesh a lai
Un vi i bee
Un da la pech ni sa (aah)
Un di-i lay na day
Un ma la pech a nay
Mee di nu ku

La la da pa da le na da na
Ve va da pa da le na la dumda

La la da pa da le na da na
Ve va da pa da le na la dumda

Anol shalom
Anol sheh lay konnud de ne um
Flavum nom de leesh
Ham de nam um das
La um de flavne

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Salut Salon: cosa succede se metti insieme 4 tedesche virtuose e scatenate?

Il quartetto femminile Salut Salon di Amburgo è piuttosto particolare: le quattro musiciste stanno diventando sempre più famose per le loro esibizioni spettacolari, dove i brani classici e moderni vengono riarrangiati inscenando gag acrobatiche e teatrali. Il gruppo musicale è stato fondato nel 2002 ed è formato da quattro elementi: due violini, un violoncello e un pianoforte. Le due violiniste sono Angelika Bachmann e Iris Siegfried, quest’ultima si occupa anche delle parti vocali nelle loro esibizioni. Al pianoforte c’è Anne-Monika von Twardowski e al violoncello Sonja Lena Schmid. Le loro esibizioni sono tutt’altro che… normali: guardate il video e capirete cosa intendo!

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Kintsugi: quando una storia d’amore subisce un duro colpo, può tornare come prima?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo STORIA AMORE SUBISCE DURO COLPO TORNARE COME PRIMA  Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Dietologo Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene Laser Ripara Sex Kintsugi Rughe BotulinOQuando un rapporto (d’amore, d’amicizia o di qualsiasi altro tipo…) subisce un “duro colpo”, le cose potranno mai tornare come prima? Prendete un foglio di carta, appallottolatelo, poi riapritelo: per quanto vi impegnate a stenderlo, il foglio non tornerà mai piatto come prima, le pieghe non verranno più via. Quante volte l’abbiamo sentita questa storia, magari raccontata da una amica che era stata tradita dal proprio ragazzo o marito? Ma la vera domanda che vi faccio oggi è: visto che le pieghe del foglio non scompariranno mai, perché non provare invece a… valorizzarle?

Un organismo in evoluzione

Nessun organismo rimane vivo, se si ferma. Ogni rapporto è un organismo in evoluzione, ed ogni cambiamento, nel bene o nel male, lo tiene in vita. Ovvio che ognuno di noi vorrebbe per il proprio rapporto solo delle svolte in positivo ma purtroppo, come noi tutti sappiamo, spesso la vita ci riserva episodi dolorosi che stravolgono in negativo il nostro racconto. Dopo tali episodi spesso ci convinciamo che la nostra storia non tornerà mai più come prima, che la perfezione era già stata raggiunta e non potrà mai più ripresentarsi, ormai macchiata da un episodio sfavorevole. Il messaggio che invece voglio darvi oggi è invece che, nella maggior parte dei casi, il rapporto – se saldo – può sopravvivere anche quando subisce un colpo ed anzi, in alcuni casi, può addirittura giovarne: serve ovviamente l’impegno e lo sforzo da entrambe le parti, oltre che un pizzico di fortuna.

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Dieci vasi di terracotta

Avete di fronte a voi dieci vasi di terracotta, molto belli, tutti perfettamente uguali. Prendetene uno e gettatelo per terra. Chiunque vi dirà che ora avete in mano nove bei vasi e che il decimo non è più un bel vaso, ma solo un cumulo di pezzetti di terracotta. Ora voi avete quattro possibilità:

  1. buttate subito il cumulo di macerie, senza neanche provare a incollare i pezzi;
  2. provate a incollare i pezzi, ma l’urto è stato talmente drammatico che è realmente impossibile rimettere insieme il vaso;
  3. l’urto è stato abbastanza lieve e riparate con la colla il vostro vaso: tornerà in piedi ma sarà comunque per sempre più brutto degli altri nove vasi;
  4. l’urto è stato abbastanza lieve, riparate il vostro vaso ma in questo caso valorizzate le crepe con dell’oro. Non cercate di nascondere i segni dell’urto (sarebbe impossibile!), puntate invece a dare importanza a quei segni che – nel bene e nel male – raccontano una storia, mostrano l’impegno ulteriore che quel vaso ha dovuto affrontare per tornare a splendere. Se il vostro restauro è stato fatto con impegno ed amore state sicuri che, tra i dieci vasi, il vostro decimo vaso sarà probabilmente quello più bello di tutti, perché unico ed inimitabile.

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Kintsugi

In Giappone il concetto di “riparare un oggetto danneggiato con la ferma volontà di renderlo migliore rispetto all’oggetto di partenza“, è conosciuto da millenni tanto che ha anche un nome: kintsugi (金継ぎ), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente “riparare con l’oro“. Si tratta di una pratica appunto che consiste nell’utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d’oro per la riparazione di oggetti in ceramica usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. La tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da quello artistico: ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica ed interiore. Non è forse vero che spesso è una piccola imperfezione a rendere unico e vero un viso altrimenti bello ma banale? Kintsugi è un concetto che trascende l’arte, ma è un vero e proprio principio filosofico, applicabile in vari ambiti della nostra vita.

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Il kintsugi in musica

Ricordo che qualche anno fa applicavo, senza conoscerlo, il concetto di kintsugi anche nella musica. Fino a qualche anno fa avevo una band musicale di genere blues-rock ed a volte ci succedeva anche di esibirci live nei locali. Quando mi capitava di suonare dal vivo una parte solistica improvvisata con la mia chitarra e mi accorgevo di aver, per errore, suonato una nota completamente sbagliata – “stonata” tanto per capirci – anziché fare la tipica faccia sofferente del chitarrista che sa di aver toppato una nota, tiravo fuori un bel sorriso e, continuando con la mia parte solistica, giocavo a risuonare la nota sbagliata inserendola in fraseggi composti da altre note “intonate”. Il risultato era che spesso la nota sbagliata diventava un “cromatismo” che dava al mio solo una sfumatura unica ed inconfondibile. Addirittura col tempo ho trasformato alcune note “stonate” in un vero e proprio mio marchio stilistico, che rendeva particolari ed uniche le mie parti solistiche e mi aiutava ad essere meno timido sul palco visto che questa mia capacità di “abbellire gli errori” mi rendeva consapevolmente un chitarrista “più capace e con più carattere degli altri” con la consapevolezza che, anche nell’errore, avrei tirato fuori un bel solo. Il concetto è sempre lo stesso: una volta fatto l’errore, visto che non si può tornare indietro e “piangere sul latte versato” è inutile anzi controproducente, a quel punto meglio impegnarsi per valorizzarlo e “colorarlo” per poi esporlo alla platea, senza vergogna, anzi: con orgoglio! Ovviamente questo non deve essere un invito a sbagliare più note possibili per poi avere il piacere di usarle in modo positivo, anche perché per riuscirci serve molta esperienza, esattamente come per riparare un vaso rotto e farlo splendere più di quanto lo fosse prima, serve tanta capacità e pazienza. Senza considerare che non sempre la pratica del kintsugi può essere effettivamente usata con efficacia ed a volte un oggetto rotto rimane semplicemente rotto, come un solo di chitarra sbagliato rimane semplicemente un brutto solo. A volte una nota sbagliata rimane… una nota sbagliata e quindi sgradevole!

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Un’occasione per capire l’altra persona

Quando uno dei due partner causa un danno (ad esempio tradisce l’altro) in una storia d’amore, ma poi se ne pente sinceramente, ciò non deve necessariamente rappresentare la fine della storia. Deve invece spingere entrambi a farsi delle domande su cosa non sta funzionando nella loro storia e ad affrontare eventuali problemi irrisolti e nascosti dalla routine. Più il colpo che ha subito la storia è stato duro, più la storia sarà salda se la coppia riuscirà a risolvere il problema. Non sempre, ma spesso è così! In ospedale ho visto tante coppie ormai alla deriva, tornare unite come e più di prima, in seguito a malattie o incidenti gravi subiti da uno dei due partner. Qualcuno si ricorda ad esempio cosa succede a Fabrizio Bentivoglio nel film del 2003 “Ricordati di me” diretto da Gabriele Muccino?
E’ però anche vero che in alcuni casi, come accadeva per il vaso di terracotta, l’urto è stato davvero troppo forte per riuscire a rimettere in piedi i pezzi, motivo per cui non tutte le storie sono necessariamente destinate a durare per sempre: è così dalla notte dei tempi e nessun kintsugi può farci nulla.

Le imperfezioni come parte fondamentale di un rapporto

Sperando che questo articolo sia stato un po’ d’aiuto ai tanti cuori infranti del nostro tempo, chiudo con il mio personale invito a ricordarvi sempre un concetto fondamentale dell’amore: le debolezze ed i piccoli difetti sono la parte essenziale di un rapporto. Se è tutto perfetto, senza mai un litigio, una imperfezione, può sopraggiungere presto la noia. Guardate questo bellissimo video tratto dal film “Will Hunting – Genio ribelle” un bel film del 1997 diretto da Gus Van Sant e interpretato da Matt Damon e Robin Williams:

Se credi di vivere una crisi di coppia, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, vi aiuterò a gestire e superare questo memento difficile.

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Così la musica cambia il sapore di quello che mangiamo

Sappiamo già da molto tempo che gli odori e le immagini influenzano la nostra percezione dei sapori del cibo che mangiamo, ma che dire dei suoni? La musica che ci circonda può davvero influenzare la nostra alimentazione? “Sono seduta al mio tavolo di cucina e mangio cioccolato in nome della scienza. Sto cercando di capire se è vero che, se ascolto un suono grave, la mia consapevolezza del gusto si restringe alla parte posteriore della lingua e si concentra sugli elementi amari del cioccolato. Quando invece si passa ad una frequenza elevata, si spalancano le porte alla dolcezza e tutta la mia bocca viene avvolta da un sapore zuccherino”. Il test sul “condimento musicale” degli alimenti lo ha fatto la giornalista inglese Amy Flaming e lo racconta in un post sul sito del Guardian. “È una sensazione curiosa” spiega “perché mi sembra che il cioccolato abbia un sapore diverso. I suoni non influiscono solo sul mio cervello, ma cambiano completamente la percezione del gusto”.

Suono: l’ultima frontiera

Gli ultimi anni, continua l’articolo, hanno visto un boom di ricerche in questo settore. Il suono è l’ultima frontiera nella presentazione del cibo. I ristoranti si arrovellano sul menu, sulle stoviglie, sull’arredamento e l’illuminazione, eppure spesso non dedicano nemmeno un pensiero al sottofondo musicale che accompagnerà i piatti. Tuttavia, ora che stiamo iniziando a capire la relazione tra il gusto e il suono, la musica sembra destinata ad avere un ruolo importante anche nel mondo del cibo. L’azienda di produzione di gelati Ben & Jerry, per esempio, sta valutando una gamma sonora di gusti di gelato, con i codici QR sulle vaschette che permetteranno di ascoltare, attraverso i cellulari, i suoni più adatti ad accompagnare proprio quel gusto. Riguardo a come i suoni che ascoltiamo influenzano la percezione del sapore del cibo, all’Università di Oxford hanno fatto un interessante esperimento. Si è proceduto con il far assaggiare ad un gruppo di volontari qualche caramella mou, durante la riproduzione di suoni ad alta e bassa frequenza, chiedendogli di valutare il gusto su una scala di valori dal dolce all’amaro. Proprio come ha sperimentato la giornalista del Guardian, alle note alte corrispondeva maggiore dolcezza e quelle basse hanno portato fuori l’amaro.

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La musica rinforza il tuo sistema immunitario e diminuisce lo stress di una operazione chirurgica

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DENTI BOCCA BAMBINI CARIE LABBRA SORRISO FELICITA ALLEGRIAAscoltare musica fa davvero bene alla nostra salute mentale e fisica e il professor Daniel J. Levitin del Dipartimento di Psicologia della McGill University di Montreal, è Continua a leggere