Christmas Blues: a Natale sei triste perché sei obbligato ad essere felice. I consigli per stare bene durante le feste

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CHRISTMAS BLUES NATALE SEI TRISTE FELICE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgTutto sembra essere felice durante le feste natalizie: luci, colori, suoni all’insegna dei buoni sentimenti. Ma tu ti senti stressato, pieno di impegni da rispettare, tasse da pagare, amici o presunti tali a cui fare necessariamente regalo ed auguri, parenti insopportabili a cui sei costretto di ridare la parola dopo mesi di silenzi. L’anno sta finendo e tu non hai rispettato quasi nessuno dei buoni propositi che avevi programmato un anno fa. Tutti apparentemente si divertono, dovresti divertirti anche tu, ma non ci riesci. Ripensi con nostalgia ai natali di quando eri bambino, quando tutto sembrava magico e ti bastava una macchinina o una bambola per essere felice, mentre ora ti serve l’ultimo modello di smartphone, per esserlo.
Ripensi alle tavole imbandite del cibo che aveva cucinato tua nonna ed a quando i tuoi cari erano ancora tutti vivi, seduti accanto a te. Ora al contrario tutto sembra grigio.

Vorresti esternare la tua tristezza ma non puoi: a Natale DEVI sentirti felice, non puoi fare altro. E questo ti fa sentire ancora più infelice.
Ma soprattutto ti senti solo.
In mezzo alla folla, ma inesorabilmente solo.

Forse anche tu ti ritrovi nel bel mezzo del Christmas Blues, il mix esplosivo di sentimenti e condizioni che, proprio durante le festività natalizie, fa cadere molti in uno stato di profonda tristezza o acuire i sintomi di una preesistente depressione, uno stato di frustrazione in contrasto, ma solo in apparenza, con l’atmosfera delle feste.

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Essere felici per forza

Questo senso di tristezza e depressione può derivare da quella sorta di obbligo al dover essere felici che si percepisce e che deriva dall’idea stereotipata del Natale veicolata ad esempio dalla pubblicità ma che, in vari casi, non ha nulla a che vedere con la realtà. È una sorta di ‘effetto post partum natalizio’: così come, infatti, la donna che ha appena partorito è spesso depressa ma tutti pretendono che sia invece felice e piena di entusiasmo, allo stesso modo una persona con un disagio interiore si sente chiamata a esternare felicità per rispondere appunto ad un clichè sul Natale.

Aspettative troppo elevate

Il problema risiede anche nel fatto che in molti di noi c’è una aspettativa troppo elevata rispetto alle feste ed ai rituali. Questo perché viviamo in un momento di paura e destabilizzazione e dunque, per reazione, spostiamo l’aspettativa di gioia e serenità proprio sulle feste natalizie, viste come possibilità di ricarica e stabilizzazione. Ma ciò difficilmente si realizza e subentrano così delusione e depressione. Dobbiamo invece renderci conto che il Natale può certamente regalare gioia e serenità, ma non può affrancare totalmente, come se avesse l’effetto di una bacchetta magica, dai disagi profondi che si vivono, sia nella propria vita (disoccupazione, malattie, lutti…) che nel mondo in cui viviamo (guerre, morti,stragi, incidenti aerei…).

Isolamento sociale

Va inoltre considerato che, nell’epoca della globalizzazione e dei social network, l’esperienza dell’isolamento sociale e di una mancata rete di rapporti reali si accentua in maniera fortissima nel periodo natalizio, specie per alcuni soggetti a rischio come gli anziani: i messaggi che riceviamo sono di serenità, casa abbondanza, e diventano una esplosiva miscela per chi tutto questo sente di non poterlo realizzare, mentre si amplifica lo stato di malessere.

Crediamo di vivere più vicini alle altre persone, ma nella realtà siamo più lontani

Shopping, parenti e bilanci esistenziali

Un ruolo nella malinconia delle feste, però, lo giocano pure il ‘tour de forcè legato allo shopping, gli incontri a volte non proprio graditi con parenti anche lontani o il ricordo, più intenso in questi giorni, di chi non c’è più. Altro capitolo ‘a rischio’ è poi quello dei bilanci esistenziali, tipico della fine dell’anno: spesso a Natale tendiamo a mettere in evidenza quello che non siamo riusciti a ottenere durante l’anno, invece di spostare l’attenzione su cosa abbiamo fatto e sugli obiettivi raggiunti.

I consigli per stare bene durante le feste

Non c’è una ricetta vincente per stare bene durante le feste. I consigli principali sono:

  • Cercare di sforzarsi di vedere il ‘bicchiere mezzo pieno’ e di essere positivi.
  • Non investire emotivamente troppo nel Natale.
  • Tenere a mente che questo evento non può far scomparire per magia le nostre frustrazioni e la nostra paura di essere soli.
  • Considerare il Natale un “giorno come un altro”.
  • Ricalibrare le aspettative.
  • Liberarsi dai ‘clichè delle feste’.
  • Non impazzire alla ricerca del regalo perfetto: a volte basta anche il primo regalino che trovate nel primo negozio.
  • Ricordarsi che a Natale non è obbligatorio essere felici, ma che è assolutamente normale provare anche tristezza.

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Le 7 cose che devi fare nella tua vita per essere felice al 100%

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 7 COSE DEVI FARE VITA ESSERE FELICE 100  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

La felicità umana non si ottiene con grandi colpi di fortuna inattesi, che possono verificarsi raramente nella vita, ma con piccole cose che accadono tutti i giorni.

Benjamin Franklin

La nostra vita è decisa in parte dalla fortuna, in parte dalle nostre scelte. Alcune scelte ci possono portare verso la felicità, altre no. Ecco sette comportamenti che differenziano la vita di una persona felice, da una infelice.

1. Le persone felici accettano il cambiamento. Le persone infelici lo temono
Accettare il cambiamento è una delle sfide più difficili che dobbiamo affrontare nella vita. Per la maggior parte delle persone è più facile stare al riparo nella loro zona di comfort, dove sanno esattamente cosa aspettarsi e hanno tutto relativamente sotto controllo. Ma in quella zona scarseggia la felicità, perché essere felici è anche vivere nuove esperienze, avere il coraggio di andare oltre i nostri limiti ed essere in costante evoluzione. In realtà, la felicità non contrasta con la paura e l’ansia, ma si intreccia con queste per permetterci di crescere.

2. Le persone felici parlano di idee. Le persone infelici parlano degli altri
Le persone felici si concentrano su se stesse, si sforzano di aver chiaro cosa desiderano e tracciano il cammino per raggiungerlo. In effetti, uno dei più grandi segreti della felicità è quello di abbandonare la critica malsana, il bisogno malsano di dipendere dagli altri e, soprattutto, la convinzione che siamo superiori e possiamo diventare i giudici dei comportamenti e degli atteggiamenti altrui. Le persone infelici, al contrario, si dedicano a criticare gli altri, in modo tale che sprecano energia preziosa che potrebbe essere utilizzata per migliorare la loro vita.

3. Le persone felici assumono la responsabilità dei loro errori. Le persone infelici danno la colpa agli altri
Nella nostra società vi è la convinzione che gli errori siano qualcosa di negativo, il che rende molto difficile alle persone assumerli volontariamente. Ma dare la colpa agli altri è la via più diretta per l’infelicità. Al contrario, le persone felici hanno un locus of control interno che gli permette di assumersi la responsabilità delle loro azioni, senza sentire che hanno fallito o che hanno sulle spalle il peso della colpa. Queste persone comprendono che gli errori sono opportunità per imparare e ne approfittano per crescere. Così, quando sbagliano, piuttosto che piangere sul latte versato o cercare un colpevole, imparano la lezione e vanno avanti disponendo di una serie di strumenti che le aiuteranno a vivere in modo più pieno.

4. Le persone felici perdonano. Le persone infelici provano rancore
Uno dei sentimenti più dannosi che possiamo sperimentare è il rancore, è come consumarsi a fuoco lento per volontà propria. Il risentimento non solo ci rende infelici, ma innesca anche una serie di reazioni a livello fisiologico che aumentano la nostra propensione ad ammalarci. Così le persone felici sanno di dover perdonare e andare avanti. Infatti, il perdono è estremamente liberatorio perché ci impedisce di restare prigionieri del passato e ci permette di vivere pienamente il presente. Se non siamo capaci di perdonare restiamo prigionieri del rancore, restiamo legati a questa situazione che ci ha fatto tanto male e continua a farcene.

5. Le persone felici si concentrano sul positivo. Le persone infelici vedono solo macchie sul sole
Le persone felici non sono ottimisti ingenui, al contrario, possono diventare molto realistiche e sono in grado di mantenere le loro aspettative sotto controllo. Ma preferiscono concentrarsi sugli aspetti positivi delle situazioni, perché sanno che possono motivare se stesse e sentirsi meglio. Queste persone sono consapevoli che il bicchiere è mezzo vuoto, ma scelgono di concentrarsi sul fatto che è anche mezzo pieno. Al contrario, le persone infelici si concentrano solo sugli aspetti negativi delle situazioni, così finiscono per sviluppare una visione pessimistica del mondo che termina amareggiandogli la vita. Queste persone preferiscono vedere le macchie sul sole, invece di apprezzare il calore e la luce che dà.

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6. Le persone felici approfittano delle opportunità. Le persone infelici incrociano le braccia e si lamentano
Una delle chiavi per avere una vita piena e felice è quella di cogliere le opportunità. Le persone felici lo sanno e sono sempre disposte a prendere in considerazione le alternative. Queste persone sanno che possono fare degli errori, ma preferiscono rischiare piuttosto che sedersi a guardare e poi pentirsi per non aver colto l’occasione. Al contrario, le persone infelici sguazzano nell’amarezza e lasciano che le opportunità gli passino continuamente accanto inventandosi delle scuse per lamentarsi della loro “sfortuna”, non si rendono conto che sono loro che costruiscono il loro proprio destino.

7. Le persone felici seguono i propri sogni. Le persone infelici restano legate alle opinioni degli altri
Le persone felici sognano come se potessero vivere per sempre e vivono come se dovessero morire domani. Questo significa che hanno grandi progetti per il futuro ma, al tempo stesso, non si lasciano sfuggire il qui e ora. Non rinviano la felicità o la subordinano a un obiettivo lontano, ma sanno come approfittare delle piccole cose del presente che danno loro gioia e soddisfazione. Al contrario, le persone infelici lasciano che siano gli altri a dettare i loro obiettivi, si affidano alle loro opinioni e valutazioni. Questo è il percorso più diretto per l’insoddisfazione, l’amarezza e il rimorso, seguire un sentiero tracciato da altri, e dipendere dalle loro opinioni. La chiave per la vera felicità è sapere di cosa abbiamo veramente bisogno e avere il coraggio di lottare per ottenerlo.

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Le statue dell’amore sfortunato di Ali e Nino: il video del bacio

Sul lungomare di Batumi in Georgia, affacciata sul Mar Nero, c’è una statua davvero particolare, rappresenta un uomo e una donna, due amanti innamorati. L’aspetto unico di quest’opera sta nel fatto che la statua si muove e muovendosi le due figure si incontrano, si trapassano e si allontanano nuovamente. La statua è un’opera monumentale in acciaio, i due soggetti sono costruiti in modo tale che le parti si intersechino in modo perfetto. Ogni sera al tramonto le statue collocate davanti al mare all’imbocco del porto di Batumi inscenano l’amore drammatico della leggenda di Ali e Nino.

L’amore ostacolato dalla guerra

L’autrice della statua è l’artista georgiana Tamara Kvesitadze che ha voluto rendere omaggio alla triste storia d’amore di Ali e Nino, un’opera letteraria attribuita a Kurban Said, un classico della letteratura caucasica. La storia si svolge durante la prima guerra mondiale e racconta di due amanti, Ali e Nino appunto: il ragazzo, un azero mussulmano si innamora della ragazza, una principessa georgiana, quando finalmente il loro amore può essere vissuto, lui muore in guerra difendendo il suo Paese. Per costruire l’opera alta sette metri, ci sono voluti 10 mesi ciascun elemento pesa 7 tonnellate, ogni giorno alle ore 19:00 per mezzo di un computer e illuminate con un’illuminazione colorata, le statue si muovono una verso l’altra.

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Rinunciò ai regali per donare valvole all’ospedale, morta a dieci anni la piccola Marta

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Studio Roma Ecografia Mammella Tumore Seno Muscoli Spalla Ginocchio Traumatologia Sport Arti Gambe Referto Articolare Medicina Estetica Radiofrequenza Cellulite Cavitazione MARTA MAGOSSO Neuroblastoma TACNel Natale 2014, la sua storia aveva commosso l’Italia: Marta Magosso, 10 anni, ricoverata in ospedale per neuroblastoma, aveva scelto di rinunciare ai regali di Natale donando i suoi risparmi, 475 euro, proprio all’ospedale dove era ricoverata per acquistare i tappi blu, cioè valvole speciali per la pulizia dei cateteri con cui tutti i bambini ricoverati nel reparto di oncoematologia devono convivere. Marta però non ce l’ha fatta: dopo tre anni di lotte, dimostrando tenacia e grande generosità si è arresa alla malattia. I medici avevano diagnosticato a Marta il neuroblastoma il 25 febbraio 2013. Dopo due anni di chemioterapia sembrava essere uscita dal tunnel ma a metà luglio ha avuto una ricaduta dal quale non si è più ripresa. Era in ospedale dal 2 dicembre ed è uscita solo nel giorno di Natale, che ha trascorso con la famiglia. La piccola lascia il padre Andrea, ex giocatore e allenatore del Valsugana Rugby Padova, mamma Sandra e la sorella Matilde.

Il neuroblastoma

Il neuroblastoma è un tumore che ha origine dalle cellule del sistema nervoso autonomo, cioè quell’insieme di strutture che controlla alcune funzioni involontarie come il battito cardiaco, la respirazione o la digestione. Nei bambini di età compresa tra 0 e 14 anni, i tumori maligni del sistema nervoso simpatico – quasi tutti classificati come neuroblastoma (96%) – rappresentano circa il 7% di tutti i tumori. Il neuroblastoma, in particolare, è di gran lunga più diffuso tra i bambini di età inferiore a un anno.

Il ricordo del papà

«Era sempre molto attenta agli altri e alle loro esigenze, qualità che ci rendeva molto orgogliosi e ci stupiva» racconta papà Andrea al Mattino di Padova. Nella sua letterina di Natale quest’anno aveva chiesto regali per i genitori, la sorella, i nonni e tutti quelli che si stavano dando da fare per lei.

Ti abbracciamo forte piccola Marta.

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Le 5 cose di cui ti pentirai un attimo prima della tua morte

MEDICINA ONLINE DEPRESSIONE TESTIMONIANZA RACCONTO FRASI AFORISMI TRISTEZZA SOLITUDINE TRISTE VITA SPERANZA MORTE MALATTIA SENTIRSI SOLI lonely girl crowdVi siete mai chiesti quale sarebbe il vostro più grande rimpianto se oggi fosse il vostro ultimo giorno di vita? Cosa vorreste aver fatto, cosa vi pentireste di non aver mai provato? Bronnie Ware, un’infermiera australiana nella rete delle Cure Palliative per i malati terminali, che assisteva i moribondi nelle loro ultime 12 settimane, ha riportato per anni le loro ultime parole e desideri in un blog intitolato “Inspiration and Chai” che ha avuto un seguito talmente grande da convincerla a scrivere un libro intitolato “I 5 più grandi rimpianti dei morenti”. Quando la Ware ha chiesto ai suoi pazienti di eventuali rammarichi, o su qualcosa che avrebbero fatto diversamente, sono venuti fuori molti temi comuni. Nessun accenno al non aver fatto più sesso o a non avere provato a fare sport estremi, ma il rimorso di non aver speso più tempo con la propria famiglia, coltivato le amicizie o cercato con più accortezza la via della felicità. Questi i cinque più comuni rimpianti, secondo la testimonianza dell’infermiera:

5. Vorrei essere stato capace di rendermi più felice

“Questo è un sorprendentemente comune a tutti. Molti non si rendono conto, finché non è tardi, che la felicità è una scelta. Sono rimasti bloccati nelle loro abitudini e nella routine. Il cosiddetto ‘comfort’ di familiarità si è espanso anche alle loro emozioni, perfino ad un livello fisico. La paura del cambiamento li fa fingere con gli  altri e mentire a se stessi, convincendosi di essere contenti, quando nel profondo,  non desideravano che ridere a crepapelle e un po’ di infantilità nella loro vita. ”

4. Vorrei esser rimasto in contatto con i miei amici

“Spesso non sono riusciti ad apprezzare quale privilegio magnifico fosse avere dei vecchi amici se non nelle loro ultime settimane e non sempre era stato possibile rintracciarli. Molti erano così concentrati sulle proprie vite che hanno perso per strada delle amicizie d’oro nel corso degli anni. Molti rimpiangevano profondamente di non aver dato alle amicizie il tempo e lo sforzo che si meritavano. Ognuno sente la mancanza dei propri amici quando sta morendo.”

3. Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti

“Molte persone sopprimono i loro sentimenti in modo da mantenere il quieto vivere con gli altri. Di conseguenza, si accontentano di un’esistenza mediocre e non diventano mai chi erano realmente in grado di divenire. Come risultato, amarezza e risentimento diventano delle malattie che si sviluppano dentro. ”

2. Vorrei non aver lavorato così duramente

“Questo è venuto fuori da ogni paziente di sesso maschile che ho assistito. Si sono persi l’infanzia dei loro figli e la compagnia dei propri partner. Anche alcune donne hanno menzionato questo rimpianto, ma come se fossero di una vecchia generazione, molti dei pazienti di sesso femminile non erano stati capifamiglia. Tutti gli uomini che ho curato hanno rimpianto profondamente l’aver trascorso così tanto della loro esistenza a dedicarsi sfrenatamente al lavoro. ”

1. Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita come volevo io

“Questo il rammarico più comune per tutti. Quando le persone si rendono conto che la loro vita è quasi finita e ripensano ad essa tirando le somme, è facile rendersi conto di quanti sogni sono rimasti insoddisfatti. La maggior parte delle persone non aveva realizzato nemmeno la metà dei loro sogni e doveva morire con la consapevolezza che era a causa di scelte che aveva compiuto. La salute offre una libertà di cui in pochi si rendono conto, fino a quando non la perdono.”

La Ware testimonia di come le persone alla fine della propria vita acquisiscano un’incredibile lucidità di visione e che noi tutti potremmo imparare dalla loro saggezza. Come diceva il poeta Henry David Thoreau: “Vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, di non aver vissuto”.

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Gatta tenta il “massaggio cardiaco” sull’amico morto e commuove il web

Chi mi conosce sa che ho sempre preferito i cani ai gatti, ma questo video mi ha veramente colpito. Proposto da un sito turco tempo fa, e rilanciato da molti media internazionali, questo video mostra una gatta che, di fronte a un suo amico felino ferito da una macchina, cerca a lungo di rianimarlo praticandogli con le sue zampine una sorta di “massaggio cardiaco”.

I più esperti sapranno che il gesto che il gatto sta facendo è in realtà la pratica detta “dell’impastamento” anche conosciuta con “la danza del latte“, cioè una specie di massaggio che i mici fanno da piccoli intorno al capezzolo della madre al fine di stimolare la secrezione del latte. Molti gatti, una volta adulti, in particolari situazioni di trasporto emotivo, riproducono lo stesso gesto, solitamente verso una persona, un peluche o un altro gatto a cui si sentono particolarmente legati o con cui provano una forte intesa o intimità. Il video, pubblicato dal quotidiano turco Hurriyet, colpisce, al di là di ogni possibile interpretazione più o meno scientifica che gli si voglia dare, per l’evidente cura ed empatia con le quali la micia sia rimasta vicino al suo amico steso moribondo al suolo.

Un tentativo inconscio e rudimentale di massaggio cardiaco o carezze affettuose? Istinto o sentimenti più profondi? Impastamento o inconsapevole tentativo di rianimazione? Che fosse un gesto volontario quello di cercare di rianimare l’amico in fin di vita con una stimolazione di qualche tipo (o qualsiasi altro significato abbia quel gesto), poco importa: siamo di fronte a una incredibile e toccante prova di quanta empatia i gatti – e gli animali in genere – riescano a provare e a dimostrare ai loro padroni ed agli altri rappresentanti della stessa specie, anche nel cercare di vincere la morte.

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I 10 cibi che ti aiutano a combattere lo stress del periodo natalizio

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DOLCE NATALE PANETTONEMeglio si mangia, meno si è stressati. E, nonostante tutto sembri suggerire il contrario, il periodo natalizio può diventare una fonte di stress e ansia: la corsa ai regali, il traffico nei centri commerciali, l’incontro con suoceri e cognati che per tutto l’anno si è cercato di evitare… Ma, come spiega Health.com ci sono alcuni alimenti che in questo periodo possono darci una forte mano: perché non organizzare un gustosissimo cenone anti-stress?

1. ARANCE ROSSE

Sono ricche di vitamina C, il che non solo aiuta le difese immunitarie dell’organismo, ma aiuta anche il cervello ad essere più reattivo e a reggere meglio lo stress.

2. AVENA

È facilmente digeribile, ma regala il giusto apporto di carboidrati. Poiché non contiene zuccheri raffinati, non stimola una sovra-produzione di insulina, ma aiuta il cervello a liberare la serotonina.

3. CAMOMILLA

Un classico! Aiuta a ridurre lo stress, aiutando il corpo a rilassarsi e permettendo di addormentarsi con più facilità.

4. TACCHINO 

Contiene triptofano, un amminoacido che stimola la produzione di serotonina che, a sua volta, induce uno stato di calma (a patto che sia accompagnato da una moderata dose di carboidrati).

5. MANDORLE  

Contengono le vitamine B ed E, che aiutano il sistema immunitario e regolano l’umore, aggiungendo anche una buona dose di magnesio, in grado di combattere l’emicrania.

6. CARNE DI MANZO  

Purché proveniente da animali allevati allo stato semi-brado, la carne di manzo contiene omega3, omega6 e creatinina, che aiuta a risollevare l’umore, specialmente nelle donne.

7. PATATE DOLCI  

Sono ricche di licopene, un antiossidante, che toglie l’infiammazione.

8. SALMONE  

Gli omega3 fanno bene all’organismo, e il salmone ne è ricco. Aiuta anche a tenere sotto controllo i livelli di cortisolo e adrenalina.

9. LENTICCHIE

Oltre che a portare fortuna sono ricche di acido folico, un anti-depressivo naturale.

10. OSTRICHE 

Contengono più zinco di qualsiasi altro alimento, e lo zinco è un toccasana per l’ansia.

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