Perché viene la tosse e come faccio a farla passare?

MEDICINA ONLINE MILK LATTE VACCINO DI CAPRA PASTORIZZATO STERILIZZATO UHT ALTA QUALITA FRESCO LUNGA CONSERVAZIONE MICROFILTRATO INTERO PARZIALMENTE SCREMATO LIPIDI GRASSI COLESTEROLO BAMBINI NEONATI LATTANTI DIETA CALORIEFreddo e gelo, batteri, virus, fumo di sigaretta o quant’altro, a prescindere da cosa la provochi la tosse è un problema veramente fastidioso. I modi per risolvere o alleviare il disturbo sono molti ma di certo non tutti applicabili. Come sempre la cosa essenziale da fare è la diagnosi, ovvero individuare la causa scatenante. Cerchiamo insieme di capire come comportarsi anche in base al tipo di tosse che si ha. Secca o grassa che sia.

Perché viene la tosse?
La tosse è un sintomo di qualcosa che non va nelle vie respiratorie: si manifesta come reazione naturale per allontanare un elemento di disturbo: in genere catarro, polvere, agenti irritanti, patogeni (virus e batteri), muco nasale, quando la tosse è di gola, oppure può venire più dal profondo, dai bronchi e dai polmoni. Come la febbre dunque, anche la tosse di per se stessa non è una cosa grave, ma solo il sintomo di una malattia che nella maggior parte dei casi guarirà in breve, come anche un raffreddore, grazie all’azione del sistema immunitario. Vanno escluse comunque col medico delle cause importanti, specie la tosse perdura per più giorni. Ecco quindi qualche consiglio.

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I rimedi naturali e domestici contro la tosse
Bere molti liquidi o utilizzare un umidificatore è utile sia per ammorbidire e rinfrescare una gola irritata, sia per fluidificare il muco. Il miele è un ottimo rimedio naturale riconosciuto scientificamente, per sedare la tosse. Ma attenzione, a differenza di ciò che si pratica abitualmente, andrebbe evitata la somministrazione del nettare nei bambini al di sotto dei 12 mesi: sembra infatti che possa scatenare botulismo infantile, a causa delle spore del batterio Clostridium Botulinum che può contenere (soprattutto nella preparazione domestica, ma anche industriale). In un adulto non sono rischiose, ma nell’apparato gastrointestinale di un neonato sì. Meglio evitare.

Rimedi per calmare la tosse grassa
Per calmare la tosse grassa si può ricorrere ai farmaci espettoranti, ma anche se si tratta di medicinali da banco, è sempre buona norma chiedere al medico, soprattutto per ciò che riguarda i bambini sotto i 4 anni, ma anche più in generale per escludere che il catarro, se in grandi quantità, sia sintomo di polmonite, bronchite o si abbia l’asma. Una particolare attenzione va riposta anche nell’utilizzo dei cosiddetti mucolitici. Se il catarro c’è ed esce tranquillamente, non è il caso di sollecitare l’ulteriore sua produzione con un medicinale di questo tipo, preferibile in caso di tosse secca.

Rimedi per sedare la tosse secca
In commercio esistono gustose caramelle calmanti della tosse, ma vanno evitate nei bambini sotto i 4 -5 anni. In caso di tosse talmente stizzosa da non permettere un sonno adeguato o particolari condizioni di salute, con l’ausilio di un medico si può optare per un sedativo della tosse o un mucolitico. Vi sono formulazioni anche per l’età pediatrica. Il miele e l’idratazione con i liquidi come dicevamo pocanzi, per tutto il resto dei casi.

Quando somministrare gli antibiotici per la tosse?
In genere gli antibiotici per la tosse non vanno dati perché nella maggior parte dei casi questa è provocata da infezioni virali (e ricordiamo che questa classe di farmaci agisce solo sui batteri). A volte può capitare che subentri però un’infezione batterica: sarà il medico a stabilire la diagnosi e l’eventuale necessità di una terapia antibiotica.

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Se la tosse è provocata da asma e allergia
Se con tutti i rimedi finora elencati non c’è una soluzione alla tosse, questa potrebbe essere dovuta da un attacco d’asma e/o provocato da un’allergia: se accompagnata da affanno e mancanza d’aria è il caso di un approfondimento diagnostico terapeutico per l’asma. Altrimenti un antistaminico può alleviare il disturbo.

Tosse nei fumatori
Ovviamente non potevo fare un accenno alla tosse da fumatore che purtroppo conosco bene essendo stato io stesso un fumatore per alcuni anni. E’ frequente soprattutto al mattino, è produttiva ed è direttamente proporzionale alla quantità di sigarette fumate. Il mezzo più semplice per contrastarla è smettere di fumare (ovviamente). Ma a parte questo, non è un sintomo da trascurare: può svilupparsi in bronchite cronica o in selezionati casi essere il segnale (NON precoce) di un tumore ai polmoni.

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Come alleviare i sintomi della Sindrome pre-mestruale?

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOI sintomi della sindrome pre-mestruale possono essere alleviati assumendo alimenti ricchi di ferro non-eme (cioè non legato a due proteine tipicamente presenti nella carne, l’emoglobina e la mioglobina) come ad esempio i broccoli. Anche i semi di sesamo e le albicocche secche ne sono ricchi. Per questo, i due alimenti sono i più indicati a ridurre il rischio di soffrire di dolori in vista del ciclo, vera e propria condanna mensile per molte donne.

Continua la lettura con https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/nutrizione/dolori-mestruali-ferro-broccoli/

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Mestruazioni dolorose e abbondanti: i 10 migliori rimedi naturali ed i cibi da preferire ed evitare

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOI dolori mestruali in alcune donne sono fastidi sopportabili, per altre possono trasformarsi in veri e propri disturbi debilitanti. Durante i giorni meno amati del mese, il corpo chiede ad ogni donna in età fertile di concedersi un momento di riposo, affinché essi possano trasformarsi in una vera e propria fase di rigenerazione. Una maggiore cura dell’alimentazione ed il ricorso ad alcuni semplici rimedi naturali possono rappresentare un’ottima occasione per prendersi maggiormente cura di se stesse ed accogliere i giorni delle mestruazioni con uno spirito del tutto nuovo. Ecco alcuni consigli utili.

Continua la lettura su: http://himecosmetics.blogspot.com/2012/12/dolori-mestruali-rimedi-naturali_13.html

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La sciatalgia ti blocca? Ecco i rimedi e gli esercizi che ti salveranno!

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO YOGA RELAX MEDITAZIONE DONNA TRANQUILLITA MENTE RILASSAMENTO NATURA PALESTRA ESERCIZIO PESI MUSCOLI STRETCHING TAPPETINOViene descritto come un dolore insopportabile e caratteristico che non permette le normali attività lavorative e sociali. Vediamo di cosa si tratta e come combatterlo! In medicina per sciatalgia (anche chiamata “sciatica”) si intende un dolore che si estende alla gamba partendo dalla parte bassa della schiena (a livello lombare), in genere solo su un lato del corpo. In alcuni casi può associarsi mal di schiena e lombalgia. La causa primaria è una radicolopatia, o meno frequentemente una mielopatia o una neuropatia, ai danni della radice del nervo ischiatico (“nervo sciatico”), dovute a diversa origine: circa il 90% dei casi di sciatica sono dovuti ad una ernia del disco che determina avvicinamento di due vertebre lombari o di una vertebra lombare ed una sacrale, col risultato di determinare irritazione del nervo e dolore sul suo decorso. Altre patologie che possono portare alla sciatica, più rare, includono la spondilolistesi, la stenosi spinale, la sindrome del piriforme, la spondilosi vertebrale, la spondilite anchilosante, tumori pelvici, lesioni spinali, infezioni dei dischi vertebrali e compressione dovuta alla testa di un feto durante la gravidanza.

Terapie e consigli

La terapia di una sciatalgia dipende dalla causa a monte che l’ha determinata. Quando la causa della sciatica è l’ernia del disco a livello lombare o lombo-sacrale, la maggior parte dei casi si risolvono spontaneamente nel corso di settimane o di qualche mese, con la disidratazione spontanea della massa polposa fuoriuscita, potendo però perdurare alcuni sintomi se le vertebre premono sui nervi. Sicuramente si raccomanda il riposo (o un esercizio fisico a basso impatto, sotto la supervisione di un fisioterapista o un personal trainer titolato, per rinforzare i muscoli della schiena e dei lombi), bere molta acqua (per favorire l’idratazione del disco erniato), eliminare il fumo di sigaretta, mantenere una postura corretta, lo stretching e l’evitare di alzare pesi curvando la schiena (in qualsiasi movimento la schiena deve infatti sempre rimanere diritta). E’ importante evitare le correnti d’aria ed i colpi di freddo. Molto importante, in caso di sovrappeso od obesità, seguire una dieta ipocalorica per ridurre il grasso corporeo.

Utili sono alcuni esercizi mirati, da eseguire preferibilmente con la supervisione di un fisioterapista o un personal trainer titolato. Ad esempio:

  • mettiti in posizione supina (stesi per terra con un tappetino, a pancia in alto), con le gambe distese e le braccia allungate lungo il corpo; le ginocchia vanno portate verso il petto, per essere circondate dalle braccia, in modo allungare le prime vertebre;
  • mettiti in posizione supina, piega le ginocchia mantenendo saldamente sul pavimento i piedi; appoggia la caviglia sinistra sul ginocchio destro tirando con entrambe le mani la coscia destra all’altezza dell’angolo del ginocchio) verso il petto. Mantieni questa posizione per alcuni secondi, poi ripeti con l’altra gamba;
  • mettiti carponi a terra sulle ginocchia, poi distendi la colonna vertebrale allungandoti all’indietro con le mani;
  • assumi una posizione supina e solleva la gamba, piegando il ginocchio che va preso con l’altra mano e tirato lievemente, fino a sentire la tensione delle prime vertebre e del bacino;
  • “esercizio del gatto”: mettiti carponi a terra sulle ginocchia poggiando le mani a terra posizionate sotto alle spalle; le ginocchia devono risultare allineate ai fianchi; ingobbisci la schiena formando una U rovesciata, contraendo gli addominali e spingendo verso l’alto; mantieni la posizione per alcuni secondi, poi rilascia ed arcua la schiena in senso opposto: incurvala spingendo i glutei in alto e l’addome verso il basso.

L’attività fisica regolare è ottima, ma deve essere eseguita senza sforzi intensi e sempre sotto la supervisione di un personal trainer titolato. Gli sport più adatti contro la sciatica sono:

  • passeggiata a passo medio/veloce;
  • nuoto;
  • acquagym.

Frequentemente i farmaci sono prescritti per il trattamento della sciatica, vi sono prove a sostegno degli antidolorifici. In particolare, i FANS (farmaci intinfiammatori come l’aspirina) sembrano migliorare il dolore immediato e tutti i FANS appaiono circa equivalenti nella loro efficacia, tuittavia consigliamo sempre l’uso di ibuprofene (massimo 1200 mg al giorno, divisi in due o tre assunzioni) per via della sua minore gastrolesività. In caso di dolori più lievi, sarebbe preferibile evitare i FANS, specie per chi soffre di gastrite, ed assumere paracetamolo (Tachipirina). In coloro con sciatica a causa della sindrome del piriforme, le iniezioni di tossina botulinica possono migliorare il dolore e la funzionalità. Vi sono prove anche per l’efficacia degli steroidi. Alcuni evidenze supportano l’uso del gabapentin per alleviare il dolore acuto nei pazienti con sciatica cronica.

La chirurgia per sciatica unilaterale comporta la rimozione di una parte del disco intervertebrale, una procedura conosciuta come discectomia. Sebbene in genere si hanno benefici a breve termine, quelli a lungo termine sembrano essere equivalenti all’approccio conservativo.[3][26] Il trattamento della causa sottostante della compressione è necessaria in caso di ascesso epidurale, tumori epidurali e sindrome della cauda equina.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Quando scoprire il glande è doloroso: fimosi, cos’è e come si cura

MEDICINA ONLINE TESTICOLI ANATOMIA ANSIA DA PRESTAZIONE SESSO TRISTE SESSUALE PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE COPPIA PSICOLOGIA LETTO PENETRAZIONE UOMO DONNA LIBIDO SPERMA PIACERE MALE GENITALIA SEXIl pene è costituito da un corpo chiamato “asta” e da una testa chiamata “glande”, ricoperta da uno strato di mucosa e pelle scorrevole, detto “prepuzio”. Quando il prepuzio scorre con difficoltà – o non scorre affatto – allora molto probabilmente ci troviamo di fronte ad una fimosi. La fimosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di un anello fibroso a livello del prepuzio, che rende difficoltoso o addirittura impossibile retrarre la pelle prepuziale e scoprire il glande.
Nelle forme più marcate il prepuzio è così stretto da non permettere di vedere l’orifizio uretrale esterno: quando il bambino urina, la pipì dapprima si raccoglie al di sotto del prepuzio, formando tipicamente una specie di palloncino, e poi esce all’esterno.
Nelle forme meno gravi è possibile retrarre il prepuzio in modo parziale: a quel punto l’anello fibroso appare come una specie di collare (anulus) che strozza il pene, conferendogli un aspetto a clessidra.

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Classificazione della fimosi

In base al periodo di esordio la fimosi può essere classificata come congenita o acquisita:

  • Fimosi congenita quando fin dalla nascita e nei primi anni di vita si manifesta un restringimento prepuziale.
  • Fimosi acquisita se si manifesta in età adulta in un uomo a causa di traumi o di infiammazioni fungine o batteriche del glande o del prepuzio, oppure in seguito ad un lichen sclero-atrofico.

La fimosi, sia congenita che acquisita, si può dividere in due specie: serrata e non serrata.

  • Fimosi serrata si ha quando il restringimento è tale da impedire lo scoprimento del glande anche a pene flaccido, e in casi limite può anche portare difficoltà nell’urinare. La circoncisione è il rimedio più utilizzato, anche se comincia a decadere. È tuttavia possibile tentare di risolvere una fimosi non grave con l’applicazione di creme steroidee unita a tentativi delicati di scopertura.
  • Fimosi non serrata invece si ha quando non si riesce a scoprire il glande a pene eretto o ci si riesce solo parzialmente. La forzatura nello scoprimento del glande può provocare un effetto molto più grave, chiamato parafimosi, in cui non si riesce più a ricoprire il glande e che comporta uno strangolamento dello stesso. In questo caso è necessario un intervento d’urgenza.

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Come si riconosce?

La fimosi può essere asintomatica. In altri casi può dare i seguenti problemi:
infiammazione del glande e del prepuzio (balanopostite) con arrossamento, gonfiore e bruciore a livello del glande e del prepuzio dovuti all’accumulo di urina al di sotto del prepuzio;
Parafimosi: il prepuzio, una volta retratto per scoprire il glande, non riesce più ad essere riportato in posizione quo ante; l’anello fibroso strozza sempre di più il glande, che diventa sempre più gonfio, rendendo ancora più difficile la risalita del prepuzio. Il bambino è molto sofferente. Si tratta di una complicanza grave: è necessario condurre il bambino il prima possibile al Pronto Soccorso dell’ospedale più vicino, dove si provvede a riportare manualmente il prepuzio nella posizione corretta. In caso d’insuccesso, si esegue un intervento di circoncisione in urgenza. Pertanto nel sospetto di fimosi, il consiglio è quello di non retrarre il prepuzio fintanto che le reali condizioni non vengano appurate da un medico.

Vedi anche: Foto che mostrano il normale scivolamento del prepuzio sul glande, difficoltoso nella fimosi

In chi si manifesta?

  • All’età di 3 anni 10 bambini su 100 sono portatori di fimosi.
  • Adulti con pregressa lieve fimosi peggiorata nel tempo
  • Adulti con diabete mellito, scarsa igiene dei genitali, ripetuti episodi di balano postite anche secondaria a candidosi genitale.

Cause

La fimosi può essere presente dalla nascita, come già detto all’inizio dell’articolo, oppure può manifestarsi in seguito a infezioni o a traumi conseguenti a brusche manovre di retrazione del prepuzio.

Parafimosi

La parafimosi è una grave consequenza della fimosi e consiste in uno strangolamento del glande da parte dell’anello prepuziale stenotico quando questo venga forzato a scorrere all’indietro e non possa riassumere la posizione iniziale. All’esame obiettivo di una condizione di parafimosi il glande appare aumentato di volume per stasi venosa, il prepuzio puo’ presentarsi edematoso, talvolta si possono evidenziare ulcerazioni della mucosa, necrosi od infezioni. Il trattamento puo’ essere quello di riduzione manuale e/o cruenta ovvero della circoncisione.

Terapie

In presenza di fimosi si esegue un intervento di circoncisione, cioè di asportazione del prepuzio ed emostasi mediante posizionamento di alcuni punti di sutura. Talvolta viene eseguita consensualmente anche una plastica del frenulo.
È un intervento della durata di circa 40 minuti. Nei bambini è eseguibile in anestesia generale o in narcosi. Negli adulti in anestesia locale o spinale.
L’intervento è quasi sempre definitivo e risolutivo. In caso di parafimosi l’intervento deve essere eseguito in urgenza, mentre in caso di fimosi l’intervento può essere programmato.

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Balanite, lichen planus, verruche, candida, gonorrea: le infezioni del pene

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVLe infezioni del pene e del glande sono diversi processi infettivi di origine batterica, virale, parassitaria o fungina che coinvolgono i genitali maschili ma che possono diffondersi anche ad altre aree del corpo e trasmettersi sessualmente al partner. Tra le infezioni più diffuse ricordiamo la balanite, le verruche genitali, la candidosi, il lichen planus e la gonorrea.

Balanite

La balanite (dal greco antico: βάλανος, bálanos, «ghianda», itis, «infiammazione») è un’irritazione e un’infiammazione, con comparsa di rossore, della testa del glande spesso estesa anche al prepuzio. In quest’ultimo caso viene meglio definita balanopostite. Le cause della balanite sono frequentemente correlate a batteri (Streptococcus pyogenes, Staphylococcus aureus, Neisseria gonorrhoeae) ma a volte è sostenuta da miceti come la candida albicans. Può essere una balanite traumatica di tipo irritativo, da farmaci, allergica da contatto. Irritazione, prurito intimo, desquamazioni sono segnali di una origine batterica. I sintomi sono irritazione del glande, prurito, arrossamento, disturbi della minzione, edema, ingrossamento delle ghiandole linfatiche inguinali, lesioni ulcerative, secrezioni biancastre e/o maleodoranti dal pene, dolore durante i rapporti. In alcuni casi c’è sanguinamento. Le terapie includono antibiotici (se l’infezione è batterica) e gli antimicotici (se l’infezione è fungina). Anche il o la partner sessuale, sebbene sia asintomatica, dovrebbe sottoporsi al trattamento farmacologico specifico.

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Lichen planus

Il lichen planus (LP), o lichen ruber planus (LRP), è una dermatosi infiammatoria ad andamento cronico-recidivante ed eziologia sconosciuta che colpisce cute, mucose e unghie, si configura nella categoria delle malattie autoimmuni. Le cause non sono ancora del tutto note. Numerosi farmaci tra cui antibiotici, anticonvulsivanti, antidepressivi, antimalarici, antipertensivi, diuretici, FANS, metalli e farmaci biologici sono stati associati allo sviluppo di reazioni lichenoidi. L’amalgama dentale, contenente mercurio, è un possibile fattore di rischio benché non sia stata provata una chiara associazione con la patologia. Altri fattori di rischio sono esposizione a p-fenilendiammina, dimetilfumarato, noce di Betel, radioterapia, depressione e disturbi d’ansia. Anche le intolleranze alimentari, come quella al lattosio, non vanno trascurate. In alcuni studi (ma non in altri) si è riscontrata un’associazione tra infezione da HCV e lichen planus; il possibile ruolo di questo virus rimane perciò incerto. È stato inoltre associato ad infezioni da herpesvirus tra cui HHV-3, HHV-6, HHV-7 e in rari casi ad infezioni da HBV e in seguito a somministrazione di vaccino antiepatite B. I sintomi sono: lesioni papulose o placche pruriginose, erosive e recidivanti sulla pelle, prurito locale con balanite e postite, dolore durante i rapporti. La terapia dipende dall’elemento a monte che l’ha determinato. Il lichen reticolare non richiede alcun trattamento in quanto è asintomatico. In rari casi si può osservare una superinfezione da Candida albicans che causa bruciore e rende necessario un trattamento antimicotico. Nel lichen erosivo vengono impiegati soprattutto i corticosteroidi. In prima istanza si usano i corticosteroidi topici come il desametasone in soluzione viscosa, il flucinonide in gel o il betametasone in tavolette da sciogliere in bocca. Nel lichen atrofico dei genitali (come nella forma più grave sclero-atrofica) vengono impiegati due nuove molecole: il tacrolimus e il pimecrolimus, con ottimi risultati soprattutto se si considerano i pesanti effetti collaterali dei cortisonici (atrofia dell’epitelio e graduale perdita dell’elasticità delle mucose e della cute) che restano un’arma valida nelle forme più gravi.

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Verruche genitali

Il condiloma acuminato (anche chiamato verruca genitale, verruca venerea, verruca anale e verruca anogenitale) è una malattia altamente contagiosa a trasmissione sessuale. La causa risiede in alcuni sottotipi di Papillomavirus umano (HPV). Tra i sintomi ricordiamo: dolore, irritazione, prurito, dispareunia, dolore durante la minzione. Può degenerare in cancro. Terapia: è consigliato trattare i condilomi con farmaci antivirali ed immunomodulatori. Possono essere usati anche elettrocoagulazione, laser terapia o escissione chirurgica.

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Candidosi

Rare nell’uomo, al contrario della candidosi femminile, molto più diffusa e sintomatica. Cause: la causa è un fungo, la Candida albicans. Sintomi: bruciore circoscritto, dolore durante i rapporti, dolore durante la minzione, eritema localizzato, prurito, irritazione genitale. La terapia si serve di applicazione topica di antimicotici specifici (ad esempio Clotrimazolo o Miconazolo), eventualmente associando antifungini ad azione sistemica (ad esempio Polienici o Echinocandine).

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Gonorrea

La gonorrea (dal greco “gonos”: seme; e “reo” : scorro;) o blenorragia (dal greco “blenos”: muco; e “ragoo”: erompo;) è una malattia a trasmissione sessuale. La causa risiede nel batterio Neisseria gonorrhoeae. È popolarmente nominata “scolo”. I termini si riferiscono al principale sintomo, ossia le perdite uretrali. I sintomi includono: irritazione a livello del glande, perdite biancastre-giallognole e maleodoranti dal pene, dolore durante la minzione, bruciore e prurito. Nei casi più complessi, l’infezionee degenera in prostatite, epididimite e sterilità. La terapia include antibiotici (macrolidi, chinoloni e cefalosporine).

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Caviglie gonfie in gravidanza: rimedi naturali e consigli pratici

caviglieIl gonfiore alle caviglie è un problema comune, specie tra le donne durante la gravidanza o subito dopo il parto ma anche tra le persone che stanno in piedi tutto il giorno o rimangono a lungo in posizione seduta. Se le masse muscolari poltriscono, il sangue fatica a ritornare al cuore, soprattutto quando la gravità non gioca a suo favore. La conseguente stasi ematica aumenta la pressione venosa, che è massima a livello delle caviglie sulle quali pesa l’intera colonna di sangue. Il rialzo pressorio favorisce il passaggio di liquidi plasmatici che, quando non vengono adeguatamente drenati dal sistema linfatico, si accumulano nei…

Continua la lettura con: https://www.my-personaltrainer.it/salute/caviglie-gonfie.html

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Mastodinia: quando il seno è gonfio e dolorante

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Mastodinia seno è gonfio e doloranteSeno gonfio? Qualche lettrice potrebbe dire: “magari!”. In realtà non mi riferisco all’aspetto estetico, bensì a quella condizione di tensione mammaria, spesso accompagnata a dolore che si definisce col termine “mastodinia” o “mastalgia“. Ma quali sono le cause? Numerose e molto diverse tra loro. Occorre infatti subito dire che il seno gonfio (e dolente) rappresenta uno dei sintomi più frequenti nel corso dell’età fertile della donna, ovvero dalla prima mestruazione alla menopausa, e può essere determinato da svariate cause. Cerchiamo allora di capire insieme quali i casi più frequenti e come comportarsi.

Seno gonfio a causa delle mestruazioni

In prossimità del ciclo mestruale e dunque dell’ovulazione si è spesso in presenza di seno gonfio. A dir la verità si tratta di una sensazione spiacevole causata a volte dal dolore correlato, ma che fa sentire alcune donne anche un pochino più piacenti: non solo infatti aumenta di volume ma diventa più sodo! Il gonfiore può essere minimo oppure abbastanza rilevante, tale anche da costituire un vero e proprio fastidio, un senso di pesantezza. vorrei comunque tranquillizzare tutte le lettrici: tale situazione come sapete si allevierà col passare del ciclo mestruale. E’ infatti causata dall’aumento di flusso sanguigno nella zona, provocato dagli ormoni. Che fare? Attendere con pazienza o alleviare il fastidio con impacchi di acqua tiepida. Se il sintomo è particolarmente rilevante dal punto di vista della qualità della vita, è possibile chiedere al vostro medico di fiducia l’ausilio di una terapia, magari una pomata per applicazioni locali a base di progestinici.

Leggi anche: Differenza dolore al seno da gravidanza e da ciclo mestruale

Seno gonfio, se la colpa è della prolattina alta

C’è poi il discorso dell’iperprolattinemia che può causare forti mal di testa, difficoltà a rimanere in stato interessante, ma soprattutto un aumento del volume del seno e dolore. La prolattina è un ormone prodotto dall’ipofisi e fisiologicamente serve alla donna per produrre il latte quando nasce un bambino. Per approfondire, leggi questo articolo: Iperprolattinemia: alterazione del ciclo mestruale e secrezioni dal capezzolo

C’è forse un bambino in arrivo?

Prima di chiudere devo anche ricordare un fatto che farà felici alcune donne e potrebbe terrorizzarne altre: il seno gonfio è uno dei primi sintomi della gravidanza, per cui se la vostra tensione mammaria è improvvisa, apparentemente senza motivo e avete avuto rapporti sessuali non protetti di recente… fate il test! E’ la cosa più semplice. Per approfondire: Capire se sono incinta: i primi 7 sintomi di gravidanza

Cancro al seno

Un dolore al seno, soprattutto se monolaterale e se associato a sintomi come alterazioni della forma della mammella, secrezioni anomale, retrazione del capezzolo ed increspatura della pelle, potrebbe essere correlato a tumori maligni del seno. A tal proposito, leggi: Cancro al seno: sintomi precoci, diagnosi, terapia e prevenzione

Seno gonfio, quando non dipende dalle mestruazioni

A volte il seno rimane gonfio anche lontano dal ciclo mestruale e questo tende a farci preoccupare. Se è solo una mammella ad essere caratterizzata da questa tensione, ci si può trovare in presenza di di una mastite, ovvero di un’infiammazione dei dotti galattofori, tipica della gravidanza e non solo. Una volta fatta la diagnosi precisa, il vostro medico vi consiglierà la terapia adeguata, antibiotica (se la mastite è provocata da un’infezione batterica) o puramente antinfiammatoria. In taluni casi il gonfiore al seno può nascondere una cisti, ma non necessariamente pericolosa. Basterà fare le dovute indagini diagnostiche. L’auto-palpazione è fondamentale in questi casi.

Continua la lettura con: Dolore al seno (mastodinia): da cosa è causata e quando preoccuparsi?

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