Differenze tra respiro normale e patologico

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE RESPIRO NORMALE E PATOLOGICO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgLa respirazione è il fisiologico atto con cui si assorbe ossigeno nell’organismo e nel contempo si emette biossido di carbonio, tale stato normalmente ha un andamento costante: la frequenza respiratoria normalmente si attesta sui 16-20 respiri al minuto, a riposo negli adulti; all’atto della nascita e per i primi anni di vita del bambino essa è anche superiore arrivando a 30 respiri al minuto. Il respiro patologico altera il fisiologico susseguirsi degli atti respiratori e la loro frequenza, ed è causato da varie patologie, spesso a carico del SNC (sistema nervoso centrale).

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Esofago e trachea: zona, anatomia, rapporti e differenze

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ESOFAGO TRACHEA ZONA ANATOMIA DIFFERENZE RAPPORTI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari.jpgLa trachea e l’esofago sono strutture anatomiche che decorrono verticalmente e parallelamente partendo entrambe dalla faringe con la trachea posizionata anteriormente all’esofago. Durante la deglutizione, una parte della laringe chiamata epiglottide Continua a leggere

Trachea: anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TRACHEA ANATOMIA FUNZIONI SINTESI ZONA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCos’è la trachea?
La trachea è un condotto tubulare, cavo, mediano ed impari che fa parte delle vie aeree inferiori insieme alla laringe che la precede superiormente ed ai bronchi che la seguono inferiormente.

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Dove si trova la trachea?
La trachea decorre parallelamente ed anteriormente rispetto all’esofago. Essa si espande dal livello della sesta vertebra cervicale (C6) fino alla quarta vertebra toracica (T4) dove si divide nei due bronchi principali (destro e sinistro) in un punto denominato carena, sfocianti nei rispettivi polmoni.

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A che serve la trachea?
La sua funzione primaria è di trasferire l’aria dall’esterno verso i polmoni, tuttavia i suoi compiti non si limitano a questo, come vedremo più avanti.

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Come può essere osservata la trachea?
A scopo diagnostico (o per raccogliere tessuti) si può usare la video-tracheoscopia (con strumento a fibre ottiche flessibile) o mediante tracheoscopia con strumento rigido.

Leggi anche: Broncoscopia polmonare con biopsia: a cosa serve, fa male, è pericolosa?

Cenni anatomici
La trachea ha la forma di un tubo semirigido e lungo circa 12cm formato da una serie di anelli cartilaginei, aperti dorsalmente, uniti tra loro da tessuto connettivo. È costituita da 15-20 anelli di tessuto cartilagineo sovrapposti, ricoperti da tessuto fibroso con regolari intervalli, chiamati legamenti anulari, formati dallo stesso tessuto che ricopre gli anelli. La peculiarità di questi ultimi risiede nell’incompletezza situata posteriormente, ciò implica la presenza di una parete membranacea che permette l’espansione dell’esofago al momento della deglutizione, essendo essa a stretto contatto con quest’ultimo, tale movimento è permesso dalla presenza di una tonaca muscolare interna alla parete. Essa presenta, inoltre, una tonaca mucosa esterna ben visibile a causa delle estroflessioni causate da essa, rivestita principalmente da un epitelio di tipo respiratorio. All’interno troviamo un epitelio di rivestimento ciliato che prende il nome di epitelio respiratorio (formato da ciglia) e sono presenti inoltre delle ghiandole mucose, di tipo tubuloacinoso composte, le quali presentano adenomeri ricoperti da una tonaca sottomucosa.

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Funzioni delle ciglia vibratili della trachea
Le ciglia presenti nella trachea, dette ciglia vibratili, si muovono in senso caudo craniale, insieme al muco filtrano le sostanze introdotte attraverso la respirazione; il muco intrappola il pulviscolo atmosferico (polvere, polline, batteri, ecc…) in modo che le vie aeree vengano tenute pulite. Il muco prodotto deve essere eliminato, quindi portato verso l’alto; questo processo avviene spingendo il muco verso la laringe e poi verso l’epiglottide quindi caricato nell’esofago e spinto verso lo stomaco. Quest’organo contiene i succhi gastrici che eliminano il muco. Termina a livello mediastinico dividendosi nei 2 bronchi polmonari principali destro e sinistro.

Perché quando respiriamo aria fredda siamo più a rischio di infezioni?
Se respiriamo aria fredda le ciglia rallentano la loro attività, sfavorendo il movimento del muco, il quale si accumula. Se queste strutture sono infiammate il muco prodotto rimane nella trachea, diventando un mezzo di coltura per i batteri.

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Differenze tra faringite, laringite e tracheite: vari tipi di mal di gola

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA LARINGE FARINGE TRACHEA ALTE VIE AEREE SUPERIORI LINGUA NASO PALATO ESOFAGO EPIGLOTTIDE GLOTTIDEPrima di leggere questo articolo, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere: Differenza tra laringe, faringe e trachea

Spesso chiamiamo “mal di gola”, un dolore localizzato al nostro collo, pensando che sia una sorta di unica patologia. In realtà, non esiste un solo tipo di mal di gola: è un disturbo dai tre volti. Quando la gola fa male, sono tre i problemi a salire sul banco degli imputati, la faringite, la laringite e la tracheite.

Faringite

La faringite è una infiammazione della faringe. Può essere acuta o cronica e, nella maggior parte dei casi è la conseguenza dell’attacco di alcuni virus, come l’adenovirus, il rinovirus, il virus influenzale e il citomegalovirus. I virus sono i principali responsabili, ma alcune abitudini malsane, come il fumo, non aiutano. I sintomi della faringite sono molto fastidiosi: dolore durante la deglutizioneindolenzimento dei linfonodi del collo, malessere generale, febbre, mucosa gonfia e arrossata, presenza di grosse quantità di muco e di chiazze rossastre sul fondo della gola. In molti casi, specie in caso di infezione da rinovirus, si associa anche rinorrea (naso “che cola”). Per approfondire:

Laringite

La laringite è l’infiammazione della laringe. Oltre alle stesse cause che abbiamo visto nella faringite, ci sono l’abuso della voce e delle corde vocali, allergie, freddo, fumo e smog. Quando la laringe si infiamma, la voce si abbassa e diventa roca, per colpa delle corde vocali, che, irritate e gonfie, non vibrano più come dovrebbero. La gola tende a “bruciare”, e secca e caratterizzata da una sensazione di corpo estraneo. Tra le persone più a rischio ci sono i professionisti che usano la voce per lavoro, come i cantanti, gli ambulanti o gli insegnanti. L’alterazione della voce e la sensazione di corpo estranea è più frequente nella laringite che nella faringite, ricordando comunque che le due infezioni possono presentarsi anche insieme (faringo-laringite) ed i sintomi si sovrappongono. Per approfondire: Laringite acuta e cronica: antibiotico, catarrale, cure, rimedi naturali

Tracheite

La tracheite, invece, è l’infiammazione che interessa la mucosa di rivestimento della trachea. Solitamente si presenta come “corredo” di altri disturbi, come bronchite o faringite, con una serie di sintomi difficili da ignorare, come la febbre, il respiro affannoso, il senso di bruciore all’altezza dello sterno, la tosse secca e il malessere generale. I disturbi tendono ad essere più profondi nel petto ed interessare la parte medio-bassa del torace. Per approfondire: Tracheite virale, batterica, allergica: quanto dura e come si cura

Tonsillite ed adenoidite

Ricordiamo infine che l’eventuale presenza di ipertrofia delle tonsille (tonsille ingrossate) e di placche su di esse è indicativa di tonsillite, cioè l’infiammazione delle tonsille palatine, che può essere determinata da infezione virale o batterica. In caso di adenoidite, seno invece le adenoidi ad essere infiammate. Le patologie possono presentarsi da sole o associate ad esempio a faringite (faringo-tonsillite). Per approfondire:

IMPORTANTE: La diagnosi differenziale deve essere fatta solo dal medico, che la ottiene principalmente grazie a dati ricavati da anamnesi, esame obiettivo e dati di laboratorio ottenuti tramite esame del sangue e tampone faringeo. Il paziente deve evitare l’auto-diagnosi.

Prodotti consigliati

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, utilissimi in caso di febbre, influenza, raffreddore e mal di gola:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Differenza tra laringe, faringe e trachea

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA LARINGE FARINGE TRACHEA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

Faringe, laringe e trachea sono delle zone anatomiche che fanno parte dell’apparato respiratorio ed hanno il principale compito di convogliare l’aria introdotta con naso e bocca verso i polmoni e di evitare che il cibo diretto all’esofago finisca erroneamente nelle vie respiratorie. La Continua a leggere

Raffreddore: rimedi naturali e farmacologici

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RAFFREDDORE RIMEDI NATURALI E FARMACI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl raffreddore è una rinofaringite acuta infettiva virale causata solitamente (ma non esclusivamente) da Rhinovirus (virus a RNA appartenenti alla famiglia Picornaviridae). Questo virus causa una infezione delle prime vie respiratorie – in particolare del naso e della gola – che è fastidiosa ma di solito non grave. I sintomi del raffreddore comprendono:

  • starnuti,
  • produzione abbondante di muco,
  • congestione nasale,
  • catarro,
  • mal di gola,
  • tosse,
  • mal di testa,
  • sensazione di stanchezza.

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Si tratta della malattia umana più comune: infetta gli adulti in media 2-4 volte l’anno, e i ragazzi in età scolare fino a 12 volte l’anno; in talune popolazioni non è raro incontrare tassi di infezione superiori a 3 all’anno per persona. Il raffreddore comune è distinto dall’influenza, che è un’infezione virale più seria del tratto respiratorio, caratterizzata dall’insorgenza di ulteriori sintomi quali un rapido innalzamento della temperatura, brividi di freddo, dolori muscolari. Per quanto il raffreddore comune in sé non sia generalmente rischioso per la vita del paziente, le sue complicazioni, quali per esempio la polmonite, possono esserlo.

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Raffreddore: rimedi casalinghi

  • Salvia: sapevate che la salvia oltre ad essere un potente antibatterico è efficace anche contro il raffreddore? Basta mettere in infusione 3 foglie di salvia in una tazza di latte bollente dolcificato con il miele. Dopo 10 minuti togliere le foglie e degustare lentamente. Sembra che sia un vero e proprio toccasana.
  • Sambuco: da bere ogni giorno fino a guarigione completa. Come? Mettendo in infusione le bacche di sambuco in una tazza di acqua calda, lasciare riposare 10 minuti, filtrare e bere. Semplice, rapido e casalingo, la tisana al sambuco è un rimedio della nonna per il raffreddore tra i più antichi. Se vi fosse anche un po’ di febbre, un ottimo rimedio è la tisana fatta con parti uguali di foglie di tiglio e sambuco, da bere calda.
  • Brodo di pollo: tra i rimedi veloci per il raffreddore c’è certamente il brodo di pollo. Usato da generazioni e generazioni, il brodo di pollo aiuta ad allontanare il raffreddore grazie al brodo caldo che agisce come antiinfiammatorio.
  • Bagno caldo: vecchio come il cucco, il bagno caldo è un rimedio che fa bene per tante patologie. Nel caso del raffreddore è un coaudivante della congestione. Aggiungendo poi all’acqua calda alcune gocce di essenza di menta, il naso ne gioverà.
  • Aglio e limone: dal gusto deciso e di sicuro successo è la tisana a base di aglio e limone in cui è possibile aggiungere un po’ di miele per rendere il sapore più gradevole. Come si prepara questo rimedio della nonna per il raffreddore? Semplicemente mescolando il succo di 1 limone con uno spicchio di aglio tritato in una tazza di acqua calda. Lasciare in infusione per qualche minuto e bere ancora caldo. Si consiglia di assumere questo trattamento almeno 2 o 3 volte al giorno per tutta la durata dei sintomi.
  • Zenzero e limone: limone antisettico naturale è protagonista di molte ricette contro il raffreddore. In questo caso si accompagna con lo zenzero e acqua calda per preparare un infuso capace di decongestionare le mucose in modo molto rapido.
  • Inalazioni: le inalazioni sono rimedi tipici per chi è congestionato. Farli è molto semplice: è sufficiente prendere una ciotola di acqua bollente, mettere in infusione alcune gocce di olio essenziale di menta o di tea tree oil, coricarsi sulla bacinella, coprirsi con un asciugamano e respirare profondamente. I vapori aiuteranno il muco a sciogliersi regalando un respiro fluido. Da fare al bisogno o prima di coricarsi. Molto valide anche le inalazioni con acqua calda e sale rosa.

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Raffreddore: rimedi farmacologici

I trattamenti che aiutano ad alleviare i sintomi includono l’assunzione di semplici analgesici e antipiretici come l’ibuprofene ed il paracetamolo (Tachipirina). È stato provato che i medicinali contro la tosse non sono più efficaci degli analgesici semplici e non sono raccomandati per l’uso nei bambini a causa della scarsa efficacia e per i loro potenziali effetti collaterali. Negli adulti, la rinorrea può essere ridotta grazie all’assunzione di antistaminici di prima generazione, tuttavia, il loro uso è associato a effetti indesiderati quali la sonnolenza. Gli antistaminici di seconda generazione, invece, non sembrano essere efficaci. I decongestionanti come la pseudoefedrina risultano essere utili, mentre gli spray nasali a base di ipratropio possono ridurre la rinorrea ma sono poco attivi sulla congestione nasale e controindicati per lunghi periodi.
Gli antibiotici non hanno alcun effetto contro le infezioni virali e quindi non hanno alcuna efficacia contro i virus che causano il raffreddore comune, tuttavia essi sono ancora frequentemente prescritti, specie nel tentativo di escludere eventuali complicazioni che potrebbero essere sensibili agli antibiotici. Non vi sono farmaci antivirali efficaci per il trattamento causale del raffreddore comune, anche se alcune ricerche preliminari hanno dimostrato benefici per alcune molecole.

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Consigli pratici:

  • non usare fazzoletti di stoffa, ma privilegiare quelli di carta e usarne sempre uno nuovo ogni volta che ci si soffia il naso;
  • il naso va soffiato molto spesso: meno tempo rimane il muco nelle narici e più rapidamente se ne andrà l’infezione;
  • è importante che la casa sia continuamente aerata, anche se la stagione è fredda, per non consentire ai batteri di proliferare con più facilità;
  • bere molta acqua aiuta a fluidificare il muco e quindi ne favorisce l’espulsione.

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Quando deglutire è doloroso: sintomi, cause, trattamento e pericoli

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DEGLUTIRE DOLOROSO DOLORE CAUSE PERICOLI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa deglutizione è un atto apparentemente semplice ma che in realtà coinvolge in modo complesso diversi organi dell’apparato digerente, tra cui bocca, gola, faringe ed esofago. La deglutizione ha inizio durante la masticazione, che è parte della digestione meccanica. La saliva contiene enzimi che degradano o emulsionano il cibo in una massa morbida che transita verso il basso nell’esofago, il tratto del tubo digerente che collega la bocca allo stomaco. La deglutizione è parzialmente volontaria (controllata dalla volontà) e in parte involontaria (controllata da muscoli e nervi). L’insorgere di problemi durante una qualsiasi delle fasi di questo processo può causare dolore o difficoltà di deglutizione. Il dolore può interessare gola, torace o collo. Il soggetto può percepire un senso di oppressione, pesantezza o una senso di soffocamento oppure può avere rigurgiti o vomito. La deglutizione dolorosa, che in medicina viene chiamata “odinofagia” (mentre il termine “disfagia” indica al contrario difficoltà a deglutire), può indicare la presenza di un problema grave. Si consiglia di ricercare cure mediche immediate in caso di deglutizione dolorosa accompagnata da difficoltà di respirazione, senso di soffocamento, vomito con emissione di sangue o feci sanguinolente, nere o catramose.

Leggi anche: Le 7 fasi della deglutizione (volontarie ed involontarie)

Cause e fattori di rischio

Le cause della deglutizione dolorosa sono molteplici, tra cui infezioni, condizioni specifiche che interessano l’esofago e ostruzioni meccaniche.

Cause infettive:

  • Candidosi (tipologia di infezione fungina);
  • Citomegalovirus (virus appartenente alla famiglia degli Herpesvirus);
  • Gengivite (infiammazione delle gengive);
  • Tonsillite (infiammazione acuta o cronica delle tonsille);
  • Herpesvirus;
  • Faringite (infiammazione della faringe);
  • Sifilide (malattia infettiva a decorso cronico trasmessa per via sessuale);
  • Ascesso dentale;
  • Ulcere nel cavo orale;
  • Virus varicella-zoster.

Cause esofagee:

  • Acalasia (assenza di peristalsi del corpo esofageo, ovvero dell’insieme delle contrazioni delle pareti del tubo digerente che ne spingono avanti il contenuto);
  • Esofagite erosiva (infiammazione dell’esofago con lesioni);
  • Restringimento dell’esofago dovuto a radioterapia, farmaci o sostanze chimiche;
  • Spasmi esofagei;
  • Reflusso gastroesofageo;
  • Esofago a schiaccianoci (disturbo caratterizzato da una abnorme contrazione dei muscoli esofagei);
  • Anello di Schatzki (anello originato da una protrusione dei normali tessuti esofagei);
  • Traumi all’esofago.

Cause neurologiche e muscolari:

  • Sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una grave malattia neuromuscolare che causa debolezza e disabilità muscolare;
  • Distrofia muscolare (malattia ereditaria che causa una progressiva debolezza muscolare e la perdita di tessuto muscolare);
  • Sclerosi multipla (malattia che colpisce cervello e midollo spinale, causando debolezza, difficoltà di coordinazione ed equilibrio e altri problemi);
  • Miastenia gravis (disturbo neuromuscolare autoimmune che causa debolezza muscolare);
  • Malattia di Parkinson (malattia cerebrale che altera movimento e coordinazione)
  • Polimiosite (forma di miopatia infiammatoria);
  • Sclerodermia (malattia del tessuto connettivo caratterizzata da indurimento della cute e del tessuto sottocutaneo).

Cause gravi o potenzialmente pericolose per la vita del paziente:

  • Blocco del cibo o di un oggetto in gola;
  • Ictus;
  • Emorragie interne;
  • Neoplasie di bocca, gola o esofago.

Leggi anche: Bruciore retrosternale (pirosi): cause, sintomi, diagnosi, terapie, rischi

Sintomi e segni associati

La deglutizione dolorosa può accompagnare o essere accompagnata ad altri sintomi e segni gastrointestinali che variano a seconda della condizione, del disturbo o della malattia sottostanti, tra cui:

  • pirosi retrosternale;
  • dolore addominale;
  • alito cattivo;
  • senso di soffocamento;
  • attivo sapore o sapore acido in bocca;
  • bruciore di stomaco;
  • nausea;
  • vomito;
  • reflusso del cibo;
  • emissione di sangue dalla bocca;
  • rigurgito.

La deglutizione dolorosa può essere associata a sintomi e segni correlati a patologie e condizioni che interessano sistemi corporei diversi da quello gastrointestinale, inclusi:

  • tosse;
  • difficoltà respiratorie;
  • febbre;
  • difficoltà motorie;
  • brividi sussultori;
  • anoressia (perdita dell’appetito);
  • dimagrimento inspiegabile.

In alcuni casi, la deglutizione dolorosa può essere un sintomo di una condizione estremamente grave che necessita di una immediata valutazione medica in un contesto di emergenza. Qualora il soggetto sperimentasse uno qualsiasi dei sintomi che andremo ad elencare qui di seguito, si consiglia di ricercare cure mediche immediate:

  • Feci sanguinolente (il sangue può essere di colore rosso, nero o di consistenza catramosa);
  • Senso di soffocamento;
  • Difficoltà di respirazione;
  • vomito con abbondante emissione di sangue o di materiale nerastro (rassomigliante a fondi di caffè).

Leggi anche: Differenza tra disfagia orofaringea ed esofagea: sintomi comuni e diversi

Diagnosi

Durante la visita, è bene riferire al medico tutti i sintomi sperimentati ed altre patologie di cui si soffre, durante l’anamnesi: queste informazioni saranno di aiuto al medico per determinare la causa del dolore. Per determinare la diagnosi, il solo esame obiettivo non è però quasi mai sufficiente. Pertanto, il medico potrà suggerire l’effettuazione di alcuni esami, quali:

  • esame del sangue;
  • laringoscopia diretta e/o indiretta;
  • coltura della gola (mediante l’impiego di un tampone per prelevare un campione dalla parte posteriore della gola) e coltura dell’espettorato (prelievo di un campione di muco): questi test possono contribuire a identificare eventuali batteri o virus come causa della condizione;
  • radiografia del torace e/o dell’addome, con o senza mezzo di contrasto;
  • ecografia addominale;
  • esofagogastroscopia.

Non tutti gli esami elencati sono sempre necessari per raggiungere una diagnosi.

Leggi anche: Cosa succede al cibo nello stomaco dopo averlo ingerito?

Trattamento

Le opzioni di trattamento dipendono esclusivamente dalla causa del dolore. In presenza di infezioni a carico di gola, tonsille, cavo orale o esofago, il medico probabilmente prescriverà l’impiego di antibiotici. Potrà inoltre suggerire al paziente l’uso di un collutorio specifico per intorpidire la gola prima di inghiottire l’antibiotico. Questo agente intorpidente contribuisce a contrastare il dolore che il paziente può percepire quando tenta di deglutire la pillola. Anche uno spray per la gola può trattare l’infezione e intorpidire il dolore. Il medico può prescrivere farmaci antinfiammatori per ridurre l’infiammazione a carico di esofago, gola o tonsille. Gli antiacidi da banco possono alleviare il gonfiore esofageo dovuto al reflusso acido. Tuttavia, in caso di reflusso acido cronico o malattia da reflusso gastroesofageo, il medico prescriverà farmaci impiegati specificatamente per arrecare sollievo in caso di reflusso acido cronico. Gli antiacidi da banco sono destinati ad uso temporaneo e non per il trattamento del reflusso acido cronico. Nel caso il paziente sperimenti deglutizione dolorosa dovuta a tonsilliti ricorrenti o qualora la tonsillite non risponda al trattamento medico, il medico può suggerire l’asportazione chirurgica delle tonsille (tonsillectomia).

Leggi anche: Feci dalla bocca: il vomito fecaloide

Possibili complicazioni

Poiché la deglutizione dolorosa può essere causata da una malattia grave, l’assenza di un trattamento appropriato può tradursi in gravi complicazioni e danno permanente. Una volta diagnosticata la causa sottostante, è essenziale che il paziente segua il piano terapeutico formulato dal medico, al fine di ridurre il rischio di potenziali complicazioni, tra cui:

  • Sviluppo di neoplasia esofagea;
  • Malnutrizione;
  • Danno permanente a carico di gola o esofago;
  • Forte dimagrimento;
  • Aggravamento dell’infezione;
  • Infezione toracica;
  • Perdita del gusto (temporanea o permanente);
  • Ingrossamento dei linfonodi.

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Apparato respiratorio: anatomia in sintesi, struttura e funzioni

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma APPARATO RESPIRATORIO ANATOMIA SINTESI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’apparato respiratorio è costituito da un gruppo di organi altamente specializzati che ha il principale – ma non esclusivo – compito di rifornire di ossigeno le cellule e di eliminare l’anidride carbonica prodotta dall’ossidazione delle sostanze organiche. Nell’uomo esso è costituito dalle vie aeree, dai due polmoni e dalla pleura interna ed esterna. Le vie aeree sono formate dal naso esterno (fosse nasali e cavità nasali), dalla faringe, dalla laringe, dalla trachea, dai bronchi e dai bronchioli. Il polmone destro, più voluminoso, è suddiviso in tre lobi, mentre il sinistro è suddiviso solo in due lobi per far spazio all’apice (punta) del cuore. L’inspirazione, l’espirazione e la breve pausa che si verifica fra i due movimenti costituiscono un atto respiratorio. Ogni atto respiratorio comporta una serie di cambiamenti nella gabbia toracica dove sono alloggiati i polmoni e nella posizione del diaframma, un muscolo piatto che separa il torace e l’addome.

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Funzione dell’apparato respiratorio
La funzione principale del sistema respiratorio è quella di garantire la corretta ossigenazione del nostro sangue e l’eliminazione della CO2 che possediamo in eccesso. Poiché questi gas devono entrare nel circolo ematico o da questo devono essere espulsi le vie respiratorie necessariamente accoppiano ventilazione e perfusione. Il processo meccanico definito comunemente respirazione prende il nome di ventilazione polmonare, mentre il termine respirazione indica l’intero processo che va dall’immissione di ossigeno alla sua utilizzazione per l’ossidazione dei substrati e la conseguente produzione di energia. Le vie aeree hanno lo scopo di distribuire il flusso d’aria su una superficie di 70 m2 circa per un uomo di 70kg.

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Anatomia e funzioni delle singole parti del sistema respiratorio
Le vie aeree si dividono in superiori e inferiori. Delle vie aeree superiori fanno parte:

  • le cavità nasali, che hanno il compito di umidificare l’aria e portarla circa a una temperatura uguale a quella corporea. Forniscono circa il 50% della resistenza al flusso, inoltre si comportano come un filtro e bloccano le particelle di diametro superiore a 10 micrometri.
  • La faringe. Essa non è solo una via di passaggio ma grazie a numerosi aggregati linfocitari fornisce una protezione attiva contro gli agenti infettivi.
  • La laringe che contiene l’organo della fonazione e la glottide(che può essere volontariamente occlusa).

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le vie aeree inferiori originano sotto l’anello della cartilagine cricoide e si dividono in:

  • trachea, un condotto cilindrico che è formato da una struttura membranosa tesa tra anelli cartilaginei di sostegno strutturale, non collassabile.
  • Bronchi, che originano in numero di due, uno per lato, e costituiscono i condotti in cui termina la trachea. penetrati nel polmone si arborizzano diventando bronchi lobari, lobulari e dando ramificazioni sempre minori; la sezione delle 2 ramificazioni figli è pero complessivamente maggiore della sezione del bronco da cui originano. Per dieci ordini id ramificazione(che avvengono ad angolo acuto), fino al diametro di 1 micrometro, i bronchi conservano nella loro parete placche cartilaginee che conferiscono una certa rigidità strutturale. Al disotto di questo diametro i bronchi prendono il nome di bronchioli e divengono collassabili dalla pressione. Dopo sei ordini di ramificazioni (a T) nei bronchioli iniziano a comparire, lungo la parete sporadici alveoli. Le successive ramificazioni prendono il nome di bronchioli terminali(o respiratori). Questi ultimi continuano a dividersi fino a generare dotti alveolari, ovvero bronchioli la cui superficie è cosparsa di alveoli. Nel polmone sono individuabili unità morfofunzionali definite unità respiratorie formate da decine di bronchioli respiratori e di conseguenza alcune migliaia di alveoli. Queste sono individuabili in numero di circa 60000 per polmone. L’albero bronchiale è dotato di una propria innervazione attribuibile al sistema simpatico. È ricco di terminazioni sensitive che rispondono a stimoli quali agenti irritanti (l’ipersensibilizzazione causa l’asma). Inoltre è innervata la circolazione nutrizionale bronchiale e il sistema muscolare. Il sistema muscolare bronchiale risponde agli stimoli costringendosi e aumentando la resistenza al flusso(è ad esempio l’effettore dell’asma), a stimoli opposti in maniera opposta. La circolazione bronchiale deriva dalle arterie bronchiali dell’aorta toracica e costituisce l’apporto nutrizionale del sistema bronchiale. Esistono alcuni shunt anastomotici tra la circolazione polmonare e quella bronchiale ma nel soggetto normale non sono significativi.
  • Alveoli. Sono deputati allo scambio di ossigeno tra aria e sangue; tale scambio avviene per diffusione passiva, che è molto facilitata visto che la barriera aria sangue nei polmoni è spessa circa 0,15 micrometri. (ricordiamo che secondo la legge di fick la diffusione avviene in modo inversamente proporzionale alla distanza). La barriera aria sangue è composta dall’accollamento di cellule laminari dell’endotelio capillare e pneumociti (anch’essi con medesima struttura laminare e nucleo protrudente nel lume) e dalla membrana basale tra i due strati cellulari. Le concentrazioni di ossigeno e anidride carbonica sono all’equilibrio dopo 0,2 secondi. Il tempo di transito del sangue è di circa 0,8 secondi, più che sufficiente. In questo tempo transita la gittata sistolica di sangue, circa 70 ml(fino a 200 ml sotto sforzo: il limitato aumento di gittata fa si che le richieste metaboliche di O2, che sotto sforzo aumentano anche di sei volte, vengano soddisfatte aumentando il prelievo dall’emoglobina, che funge anche da riserva), distribuita su una superficie capillare circa uguale a quella alveolare. Si ritiene che la grande estensione della superficie non sia funzionale all’ossigenazione del sangue quanto alla distribuzione della gittata cardiaca in vasi di piccole dimensioni, quelle di un eritrocito, perfettamente ossigenabili.Ogni alveolo polmonare ha la parete costituita da un epitelio pavimentoso semplice e da uno strato connettivale ricco di capillariL’epitelio alveolare è costituito, oltre che da macrofagi, da due particolari tipi di cellule: gli pneumociti di I e di II tipo:
  1. pneumociti di tipo I sono cellule appiattite strutturali. Sono definiti anche piccole cellule alveolari, ricoprono circa il 90% della superficie alveolare totale. Sono cellule piccole, sottili, le quali si sviluppano come un sottile film che ricopre la superficie dell’alveolo. Gli pneumociti di tipo I aderiscono alla superficie dei vasi capillari tramite la membrana basale, permettendo la diffusione e lo scambio dei gas.
  2. pneumociti di tipo II sono anche detti cellule di Clara. Sono cellule presenti a livello dei bronchi lobulari e bronchioli intralobulari nel parenchima polmonare. Il loro ruolo è quello di secernere materiale sieroso che mantenga fluido il materiale mucoso prodotto dalle cellule caliciformi mucipare ad azione surfactante che va a ricoprire la superficie dell’epitelio dei bronchi e degli alveoli polmonari.

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Il percorso dell’aria dentro il nostro corpo

  1. L’aria entra nel naso dalle narici e percorre le cavità nasali tappezzati internamente dal muco che ha la funzione di inumidire l’aria e di trattenere microbi e polvere. E’ possibile inspirare con la bocca, azione che si compie normalmente quando si è molto raffreddati, ma in questo caso viene a mancare la funzione di protezione da microbi e polvere.
  2. Le pareti delle cavità nasali sono fittamente intrise da capillari sanguigni e rivestite di piccoli peli: l’aria viene riscaldata a contatto con i capillari e filtrata dai peli.  L’aria entra poi nella faringe, un organo che nella parte inferiore comunica, posteriormente con l’esofago e anteriormente con la laringe. La faringe è anche un organo dell’apparato digerente e in essa l’aria e il cibo possono essere presenti contemporaneamente.
  3. Attraversata la laringe, l’aria passa nella trachea un tubo flessibile cosparso internamente di ciglia che muovendosi dal basso verso l’alto contribuiscono ad espellere eventuali impurità e corpi estranei.
  4. L’aria passa nei bronchi, nei bronchioli e negli alveoli.
  5. Nell’alveolo polmonare avvengono gli scambi gassosi fra aria e sangue. L’insieme dei 300 milioni di alveoli polmonari costituisce i polmoni, organini spugnosi ed elastici.
  6. L’aria compie a ritroso il percorso per poi venire espulsa all’esterno dell’organismo.

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