Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FEBBRE ALTA QUANDO MEDICO Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina GluteiIMPORTANTE: quelli che seguono sono solo consigli generali. Contattate sempre un pediatra prima di far assumere qualsiasi farmaco a vostro figlio.

Come misurare la febbre nei bambini?

L’apparecchio migliore è il termometro elettronico digitale, poiché facile da usare, economico e con elevata affidabilità.  Vanno bene anche i termometri a infrarossi, che si mettono a contatto con la pelle o sono dotati di un puntatore che permette l’uso a distanza, ma hanno un costo piuttosto elevato; sconsigliato in ogni caso il termometro a infrarossi auricolare, perché dà risultati poco affidabili se utilizzato da persone non esperte.

Leggi anche: Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei

Dove misurare la temperatura nei bambini?

Il posto migliore per misurare la temperatura con termometro è sotto l’ascella. Sconsigliata la misurazione sotto la lingua, perché può essere influenzata da numerosi fattori, come l’assunzione di cibi caldi o freddi, e perché richiede la collaborazione del bambino. Sconsigliata anche la misurazione rettale, perché è troppo invasiva e disagevole per il bambino, inoltre è potenzialmente dannosa perché può procurare lesioni e trasferire batteri da soggetto a soggetto se non viene pulita adeguatamente.

Leggi anche: Differenza tra misurazione della febbre orale, cutanea e rettale

Quando e come abbassare la febbre?

L’uso di farmaci antipiretici è previsto solo se la febbre si accompagna a segni di malessere generale. Dunque, le linee guida smontano la convinzione diffusa secondo la quale la febbre deve essere abbassata sempre e comunque se supera i 38,5°. E’ bene informare il pediatra e chiedere a lui consiglio se abbassare o no la febbre con farmaci. Una febbre alta non va abbassata troppo bruscamente con antipiretici, cortisonici ecc., poiché così facendo si potrebbe invece incorrere in complicazioni. Oltretutto bisogna sempre tener presente che noi o il nostro bambino possiamo essere allergici ai farmaci che si ritengono utili.

Quali farmaci usare per abbassare la febbre nei bambini?

Per i bambini, quando il malessere generale è evidente, usare paracetamolo (la famosa Tachipirina) ed ibuprofene (l’antinfiammatorio non steroideo meno gastrolesivo, commercializzato col nome di Brufen) ma non insieme e sempre facendo attenzione alla dose (pediatrica, non quella per adulti!). In caso di asma preferire sempre il paracetamolo. In caso di vomito meglio preferire l’assunzione rettale. L’Aspirina (nome commerciale dell’acido acetilsalicilico) nei pazienti pediatrici non va usato perché più gastrolesivo dell’ibuprofene e per il rischio di Sindrome di Reye (spesso associata alla somministrazione di acido acetilsalicilico).

Leggi anche: Febbre dopo vaccino: come curarla e quanto dura?

Meglio gocce, supposte o sciroppo?

Le Linee Guida raccomandano di somministrare sia paracetamolo sia ibuprofene in gocce o sciroppo, in quanto l’assorbimento è più costante ed è possibile maggiore precisione nel dosaggio, che deve essere sempre calcolato in base al peso corporeo e non in base all’età del bambino. Meglio evitare invece le supposte, sia perché sono sgradevoli per il bambino sia perché possono causare effetti collaterali, dal momento che si tende al sovradosaggio. Le supposte vanno utilizzate solo se, oltre alla febbre, è presente vomito o altre condizioni che impediscano l’impiego di farmaci per via orale.

Antibiotici nei bambini

Gli antibiotici non vanno mai somministrati di propria iniziativa, ma solo dietro prescrizione del pediatra, quando sospetta un’infezione batterica. Gli antibiotici infatti sono del tutto inutili nelle infezioni virali (rinite, rinofaringite, bronchite, bronchiolite), per di più usarli in modo errato può portare allo sviluppo di resistenze controproducenti.

Febbre nel neonato/lattante/bambino: cosa fare?

Se il bambino ha meno di 28 giorni di vita, il neonato febbrile deve essere portato subito in ospedale, per l’elevato rischio di patologia. Se invece si tratta di lattante, cioè bambino dalle 4 settimane compiute fino al compimento del dodicesimo mese di età, è necessario farlo visitare in giornata dal pediatra, poiché è una fascia d’età in cui il rischio di infezione batterica grave – come setticemia, polmonite, pielonefrite, meningite – è pari a circa il 10%. In ogni caso è bene rivolgersi rapidamente al pediatra se il lattante piange in maniera inconsolabile, rifiuta completamente il cibo o assume un comportamento che induce la mamma a pensare ‘non è lui’. Nelle età successive, è sempre opportuno informare il pediatra della condizione del bambino e seguire le sue istruzioni.

Sono utili spugnature e bagni tiepidi?

Le Linee Guida sconsigliano tutti i vari mezzi fisici per abbassare la febbre, come spugnature fredde, bagni tiepidi, borse del ghiaccio, esposizione a correnti fredde o frizione della cute con alcool.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Pelle arrossata ed irritata a causa del sudore: come curare l’irritazione cutanea?

MEDICINA ONLINE PELLE ARROSSATA IRRITATA CAUSA SUDORE RIMEDI CURE CURARE IRRITAZIONE CUTANEA CUTE BRUCIORE FASTIDIO DANNO FARMACI.jpgLa nostra pelle è davvero straordinaria: è una linea di difesa contro le aggressioni esterne, ha importantissime funzioni relative alla sensibilità, regola la temperatura dell’organismo, ha capacità di assorbire varie sostanze… Addirittura la pelle viene definita “il terzo rene del corpo” in riferimento alla sua capacità di eliminare le tossine e le sostanze di rifiuto prodotte dal metabolismo. A volte però la pelle in risposta a uno stimolo nocivo può irritarsi, specialmente durante i mesi più caldi quando il sudore è abbondante. L’irritazione cutanea da sudore si manifesta soprattutto in primavera/estate e colpisce petto, incavo del braccio, incavo del ginocchio e ascelle.

Se l’irritazione interessa in particolare il seno e la piega sottomammaria, leggi questo articolo: Rossore ed irritazione della pelle sotto e tra il seno: cause e rimedi

Quali sono i sintomi di irritazione cutanea da sudore?
L’irritazione da sudore è causata principalmente dal sudore stesso e dall’atto del grattarsi ripetutamente, e porta principalmente a uno o più dei seguenti sintomi:

  • Arrossamento: è il sintomo più comune di irritazione cutanea ed è causato dalla dilatazione dei vasi sanguigni della pelle, che quindi risulterà arrossata, in seguito ad un fenomeno infiammatorio locale.
  • Bruciore: il bruciore è un sintomo di irritazione della pelle frequentemente associato all’arrossamento cutaneo. Può capitare però che vi sia bruciore della pelle al tatto senza arrossamento nei casi di ipersensibilità. La causa del bruciore è da ricondursi alla stimolazione delle terminazioni nervose della cute; per approfondire: Bruciore della pelle al tatto con e senza arrossamento: cause e cure
  • Macchie, bolle e vescicole: sono delle eruzioni cutanee che possono essere del tipo eritematoso (macchie non sporgenti) o ponfo eritematoso (formazione di bolle o vescicole). Sono spesso correlate a infezioni virali o ad allergie e portano prurito. Caratteristiche sono le macchioline presenti sulla pelle dei bambini in corso di malattia esantematica. Per approfondire leggi: Differenza tra macula, papula, pustola, vescicola, bolla, flittene e pomfo
  • Secchezza: è causata da un’eccessiva disidratazione dell’epidermide e spesso si associa a desquamazione.
  • Gonfiore: viene chiamato anche angioedema e non ha una causa ben definita. Si può associare a prurito.
  • Dolore: una irritazione intensa della pelle può determinare addirittura dolore acuto.

Cosa fare per prevenire e per curare l’irritazione cutanea da sudore?

  1. usa abiti comodi, non stretti, e in materiali naturali, senza poliestere: scegliete cotone 100. Cambia spesso gli abiti;
  2. usa l’amido di riso: per rinfrescarvi e lavarvi, usate acqua in cui avrete sciolto dell’amido di riso, che lenisce il rossore cutaneo e rende morbida la pelle;
  3. lavati accuratamente con acqua fresca mattino e sera, utilizzando prodotti neutri che non contengano alcool, agenti chimici derivati dal petrolio, profumazioni eccessive;
  4. usa dei fazzoletti di cotone 100% per separare la cute dagli abiti più stretti: per esempio sotto la pancia, o sotto il seno, o sotto la chiusura del reggiseno;
  5. nelle ore più calde della giornata, previeni gli arrossamenti con una crema solare: cercane una che blocchi i raggi UVA e UVB, a tal proposito forse può interessarti: Posso usare la crema solare rimasta dall’estate scorsa?
  6. lavati solo con saponi non profumati e organici. Evita i saponi profumati e colorati che possono provocare secchezza e irritazione. Invece, scegli saponi di buona qualità composti da karitè e burro di cacao;
  7. se l’irritazione si verifica nelle zone inguinali, preferite boxer o culotte ai classici slip;
  8. idrata la pelle con olio di mandorla ed i capelli con olio di ricino, a tal proposito leggi: Olio di mandorla per prevenire le smagliature, rigenerare i capelli, combattere rughe e cellulite: i dieci usi che ancora non conosci
  9. evita il borotalco e tutte le sostanze a base di talco liquido o oli vari, che ostruiscono i pori della pelle inibendo una corretta sudorazione;
  10. evita il contatto con le sostanze chimiche. Se la pelle già irritata dal sudore viene esposta ad agenti chimici quali candeggina, tinture per capelli e altri solventi, l’irritazione cutanea può subire peggioramenti;
  11. bevi molta acqua minerale a temperatura ambiente (almeno un litro e mezzo al giorno e mai troppo fredda!). Puoi reintegrare i sali minerali persi – e rendere più gustosa la tua acqua – aggiungendo alla vostra bottiglia delle fettine di limone o degli insaporitori d’acqua. Per approfondire: Incinta, sportivi, ipertesi, anemici, stitici… Scopri quale acqua fa per te!
  12. bevi anche tisane lenitive, a base di salvia o camomilla, che aiutano anche dall’interno a combattere l’irritazione;
  13. non lesionare eventuali bolle o bollicine che dovessero formarsi, ma lascia che si riassorbano naturalmente. Evita il più possibile di grattarti: se il prurito è intenso lavati la zona interessata con semplice acqua;
  14. stai al fresco: preferite ambienti ben areati ed – ovviamente – l’ombra, a tal proposito leggi anche: Dormire col climatizzatore o il ventilatore fa male? Gli errori da non commettere

Bagno o doccia?
In caso di pelle irritata a causa del sudore, cosa preferire: un bagno o una doccia? E quali gel e creme idratanti scegliere? Leggi questo articolo: Pelle irritata dal sudore: bagno, doccia, gel o crema idratante?

Prodotti per la cura della pelle irritata
Ecco una lista di prodotti, selezionati e testati dal nostro Staff di esperti, per detergere, idratare e calmare la pelle irritata:

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Perché ho sempre le mani ed i piedi freddi? Cosa fare e cosa NON fare per scaldarli

MEDICINA ONLINE FREDDO MANI MANO INVERNO AUTONNO TEMPERATURA GELONI FASTIDIO PIEDI GHIACCIO FREDDISSIMO ESTREMITA CAPILLARI UNGHIE DOLORE SINOSITE RAFFREDDORE FEBBRE INFLUENZA TERMOGRAFIA.jpgMolti pazienti lamentano, specie nei mesi invernali, la fastidiosa sensazione di avere sempre mani e piedi freddi. I soggetti non solo vengono da me per cercare un rimedio a tale fastidio, ma anche perché hanno il timore che esso possa essere la spia di qualche malattia. In effetti tale condizione è assolutamente normale quando la cute delle estremità degli arti è esposta a temperature molto basse, tuttavia, in alcuni casi, avere mani e piedi freddi può essere effettivamente sintomo di una patologia. Cerchiamo oggi di fare un po’ di chiarezza e di tranquillizzare tanti pazienti! Partiamo come al solito da una domanda…

Perché il freddo raffredda mani e piedi?

Il quesito – apparentemente banale – nasconde uno dei mille trucchi che la meravigliosa fisiologia del nostro corpo mette in atto per farci mantenere in vita. Quando la temperatura dell’ambiente si abbassa di molto, le arterie più piccole – che scorrono vicino alla superficie cutanea – si restringono per limitare la dispersione di calore (si parla in questi casi di vasocostrizione o vasospasmo). Tale meccanismo di difesa, oltre a rendere fredde le estremità corporee, ne accentua anche il pallore in maniera anche a volte piuttosto intensa, come tutti noi abbiamo sperimentato almeno una volta nella nostra vita. Ciò serve all’organismo per conservare il calore del corpo nei luoghi corporei dove è più importante mantenerlo, cioè negli organi interni, come ad esempio l’apparato digerente subito dopo un pasto. Proprio come dice il detto “mani fredde, cuore caldo”, il calore è quindi privilegiato nelle zone centrali – vitali – e ciò avviene sacrificando le estremità del corpo, appunto mani e piedi. Senza questa difesa, anche un freddo non così rigido, potrebbe creare sei seri problemi alla nostra salute, anzi alla nostra stessa vita.

Leggi anche: Avete sempre freddo? Ecco la dieta che vi riscalda!

Mani e piedi freddi nello sport

Quello che ho appena detto vale ancora di più quando il nostro fisico è impegnato in una attività sportiva. Quando si pratica sport durante i mesi invernali, specialmente la corsa o il ciclismo (cioè sport praticati all’aria aperta e dove il movimento stesso dell’atleta crea un flusso d’aria fredda continuo), la sensazione di freddo alle mani e piedi può diventare particolarmente molesta. Anche in questo caso la colpa del freddo avvertito a mani e piedi, è causato dalla fisiologia del nostro corpo: il sangue viene spostato dalla periferia alle masse muscolari impegnate nello sforzo. Non trovate che la fisiologia sia un vero e proprio esempio di efficienza?

Leggi anche: Proteggere la pelle di viso, mani e corpo dal freddo: rimedi e consigli

Altre cause non patologiche

Uno stile di vita non salutare può determinare la sensazione cronica di freddo alle estremità. Cattiva alimentazione, ma soprattutto sedentarietà, ed ancor di più il fumo di sigaretta, possono essere alla base di questo disturbo. L’ansia cronica, la cattiva digestione e le allergie/intolleranze alimentari sembrano essere correlate al peggioramento del sintomo.

Mani e piedi freddi: da quali patologie sono causati?

In alcuni casi, però, avere mani e piedi freddi può essere l’espressione di determinate patologie che diminuiscono eccessivamente il flusso di sangue a queste regioni corporee. Senza entrare troppo nel dettaglio, tale sintomo può essere causato da crioglobulinemia, infezione da candida, alterazioni degli estrogeni, cervicale, anemia ed una gran quantità di patologie legate ad alterazione del circolo sanguigno.

Sindrome di Raynaud

A proposito di mani/piedi freddi non si può evitare di parlare della Sindrome di Raynaud. Quando vengono esposte alle basse temperature, le estremità di una persona colpita dalla Sindrome di Raynud appaiono fredde, bluastre, indolenzite e intorpidite, talvolta tremanti. Questo morbo colpisce soprattutto le donne di età compresa tra i 20 ed i 40 anni. Per approfondire: Fenomeno di Raynaud: cause, sintomi e trattamento

Sindrome del tunnel cubitale

In caso di Sindrome del tunnel cubitale (compressione del nervo ulnare a livello del gomito), i pazienti lamentano comunemente intorpidimento, difficoltà a mantenere a lungo la posizione di flessione del gomito, ed appunto una sensazione di freddo sul lato ulnare (interno) della mano.

Leggi anche: La dieta anti-freddo per rafforzare il tuo sistema immunitario: mai più raffreddore!

Mani e piedi freddi: il ruolo della tiroide

Mani e piedi freddi possono essere anche espressione di un ridotto funzionamento della tiroide (ipotiroidismo); si accompagnano in tal caso ad un’aumenta sofferenza alle basse temperature, pallore, debolezza cronica, aumento di peso ed altri sintomi caratteristici. Patologie della tiroide possono causare una forte intolleranza a temperature eccessive (sia nel lato più caldo del termometro, che in quello più freddo). Per approfondire: Ipotiroidismo: sintomi, diagnosi, cura farmacologica e consigli dietetici

Ateropatia periferica

La sensazione di freddo ai piedi è tipica dell’ateropatia periferica, una condizione in cui il lume delle arterie si presenta notevolmente ristretto per la presenza di placche adipose (vedi aterosclerosi). In tal caso mani e piedi freddi sono spesso associati a disfunzione erettile e zoppia intermittente.

I farmaci che causano freddo a mani e piedi

Anche alcuni farmaci possono provocare, o peggiorare una condizione preesistente di freddo a mani e piedi. La sensazione di freddo alle estremità corporee è comune soprattutto tra i pazienti in terapia con farmaci beta-bloccanti, farmaci che sono utilizzati principalmente come antiaritmici, antipertensivi e antianginosi.

Leggi anche: Laringite, asma, sinusite, raffreddore: riduci i sintomi con i suffumigi

Mani e piedi freddi: cosa evitare

Alcuni consigli rapidi per chi soffre di mani e piedi freddi: evitare il fumo ed il caffè, non manipolare oggetti gelidi a mani nude, quando ci si trova in ambienti freddi muovere di tanto in tanto le dita delle mani e dei piedi per riattivare la circolazione, evitare di indossare calzini troppo stretti e proteggersi con appositi indumenti. Quando si lavano i piatti, e per risparmiare si usa l’acqua fredda, mai dimenticare di indossare dei guanti adatti.

Mani e piedi freddi: cosa fare per scaldarli

Vasodilatatori naturali sono l’alcool, i rimedi erboristici a base di foglie di ginko biloba ed il peperoncino piccante. Se la condizione è cronica, o notate un rapido peggioramento del sintomo, il mio consiglio è di evitare i rimedi fai da te e farsi controllare da un medico. Buon caldo a mani e piedi a tutti!

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Volete perdere peso? Allora spogliatevi!

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSOAvete sperimentato diete ferree e massacranti esercizi fisici senza successo? Provate a stare al freddo. La regolare esposizione a temperature più basse di quanto siamo abituati potrebbe rivelarsi un modo salutare ed efficace per dimagrire. Lo affermano scienziati dell’University Medical Center di Maastricht su Trends in Endocrinology & Metabolism del 22 gennaio.

Bruciare più calorie

La spiegazione fornita dai ricercatori è semplice: quando ci si trova in un ambiente freddo, il nostro organismo deve bruciare molte più calorie per mantenere l’omeotermia (dal greco: omòs = uguale; termos = calore) cioè la condizione caratteristica di quegli animali in grado di mantenere costante la propria temperatura corporea. Il processo è regolato dal tessuto adiposo bruno, che si attiva quando diminuisce la temperatura esterna, sfruttando i lipidi per produrre il calore sufficiente a proteggerci dal freddo. Il team olandese ha scoperto che, diversamente da quanto si riteneva finora, questo tessuto è presente non solo nei neonati, ma anche nelle persone adulte. E che quando interviene per generare calore, sottrae fino al trenta per cento di calorie nel bilancio energetico dell’organismo.
Sempre secondo lo studio dei ricercatori olandesi, rimanere sei ore al giorno a temperature più basse per un lungo periodo di tempo, non solo favorisce l’aumento del tessuto adiposo bruno (quello che fa dimagrire), ma avrebbe anche altri effetti benefici. Primo tra tutti, abituare il corpo al freddo e agli sbalzi termici così da non beccarsi un raffreddore ogni volta che si esce all’aperto d’inverno.

La ricerca giapponese

Una conferma sperimentale è arrivata dal Giappone: alcuni scienziati hanno verificato che individui esposti almeno due ore al giorno a una temperatura di diciassette gradi hanno ottenuto una notevole diminuzione del grasso corporeo. Per la maggior parte delle persone che, tra casa e ufficio, passano quasi il novanta per cento del tempo al chiuso, variare la temperatura dell’ambiente più volte durante la giornata potrebbe dunque aiutare a perdere peso. E se ci si trova in un luogo, come appunto il posto di lavoro, dove non è possibile regolarla a piacimento senza suscitare le ire dei colleghi, allora l’alternativa è spogliarsi. Ovviamente non fino al punto da farsi venire i brividi: non c’è bisogno di sperimentare un clima polare, basta una leggera sensazione di freddo!

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La mappa delle emozioni: così il corpo cambia temperatura quando ci emozioniamo

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Pressoterapia  Massaggio Linfodrenante Dietologo Roma Cellulite Amore Sessuologia Sesso Laser Filler HD PSA LDH Pelo Amore MAPPA EMOZIONI CORPO TEMPERATURAChiudete gli occhi e pensate alla prima volta che vi siete innamorati: ricordate le “farfalle” nello stomaco? Una squadra di scienziati in Finlandia ha cercato di fare una vera e propria mappa di quelle “farfalle”. I ricercatori finlandesi hanno chiesto a 700 volontari quali parti del corpo sentono coinvolte (zone “calde”) durante una data emozione e quali parti corporee sentono invece “neutre” o “fredde”: il risultato è l’immagine che vedete in alto, una sorta di mappa corporea dei sentimenti: i colori caldi indicano le aree fisiche stimolate, mentre i colori freddi indicano quelle disattivate.

Paura sul torace, amore ovunque

Il risultato è molto interessante: gli intervistati sono stati concordi nel riferire che la felicità e l’amore scatenano attività ovunque, mentre pericolo e paura innescano forti sensazioni nella zona del torace; il disgusto invece scatena “calore” nei pressi del cavo orale e dell’addome. Lo studio, pubblicato dalla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, è stato condotto dallo psicologo Lauri Nummenmaa della Aalto University: “Questo è il primo studio del genere”, ha dichiarato il ricercatore. ”Abbiamo raccolto sensazioni nette e ci siamo concentrati sulla forza statistica dei risultati”.

E voi, vi ritrovate in questa mappa emozionale?

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L’alimentazione ideale per sopravvivere al freddo inverno

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO NEVE FREDDO MONTAGNA COPPIA SESSO AMORE (2)Ormai ci siamo, tra pochissimi giorni finisce l’autunno ed entriamo ufficialmente in inverno, ed il calo delle temperature negli ultimi giorni sembra ribadirlo. Il freddo invernale aumenta il fabbisogno calorico del nostro corpo che deve bruciare un po’ di più per resistere alle temperature basse. Questo non significa che dobbiamo eccedere ed ingurgitare tutto ciò che vogliamo. Anche perché non viviano al Circolo Polare Artico e le temperature delle nostre case o dei nostri luoghi di lavoro, in generale, non sono poi tanto rigide. Durante l’inverno, dunque, si possono seguire delle indicazioni per poter scegliere gli alimenti più giusti sia per perdere qualche chilo, in vista delle abbuffate natalizie, sia per mantenersi in forma pur non potendo muoversi come d’estate.
Prima di tutto è necessario assumere alimenti che contengano molta vitamina C: agrumi, pomodori, ananas, broccoli, frutti di bosco, cavolfiori e kiwi. Prodotti in grado anche di proteggere dalle malattie da raffreddamento. Importante assumere anche antiossidanti utilissimi per gli anticorpi. Ottimi carote, zucca, patate, pomodori, spinaci, carciofi, cavolfiori, barbabietole rosse, broccoli e cime di rapa. Senza dimenticare la fondamentale vitamina E, quella che si trova nel germe di grano, nella mandorle, nelle nocciole, nelle patate, nei semi di girasole secchi, nell’olio extravergine di oliva e nell’olio di semi.
Inoltre non possono mancare dei suggerimenti utili anche durante l’inverno:

  • variate la scelta degli alimenti;
  • evitate cibi troppo grassi;
  •  mangiate pesce due volte a settimana;
  • date preferenza a cotture semplici e leggere;
  • evitate alimenti di difficile digestione come carni e formaggi grassi, frattaglie, salumi e salse – non saltate i pasti;
  • limitate l’uso di alcol, caffè, fritti e dolciumi.

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Col freddo diminuisce il desiderio sessuale? Non è vero

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO NEVE FREDDO COPPIA SESSO AMOREBasta con l’adagio che lega indissolubilmente malinconia e freddo invernale: viceversa, quando le temperature scendono la libido degli uomini sale, parola di una pubblicazione comparsa su The Psychology of Human Sexuality. L’aspetto interessante è che il motivo, a quanto pare, dipende dal fatto che tra dicembre e febbraio le donne ci appaiono più sensuali di quel che sembrano in estate. L’indagine è durata un anno e ha coinvolto 114 uomini. Ogni trimestre i volontari dovevano recarsi presso l’ufficio dei ricercatori, che mostravano loro due gruppi differenti di fotografie: nel primo erano ritratti volti di donne, nel secondo corpi femminili con indosso costumi da bagno. Ogni tre mesi sempre i medesimi scatti.

Il risultato è stato rivelatore: di fronte alle foto con i volti, il livello di eccitazione non cambiava in modo significativo nel corso dei 12 mesi. Al contrario, le immagini più rivelatrici facevano sì che il trimestre dicembre/febbraio risultasse molto più caldo di quello che va da giugno ad agosto. Le stesse donne, nelle stesse immagini, producevano dunque una reazione differente a seconda del periodo dell’anno. I ricercatori hanno poi approfittato di un’utile coincidenza: hanno cioè chiesto agli uomini con una relazione stabile se riscontrassero la medesima fluttuazione del desiderio con le loro partner. Risposta: sì, perché sembravano loro più sexy quando faceva freddo.

Come mai succede tutto questo? Lo studio non lo dice: lo scopo era raccogliere dati, non formulare ipotesi. Intorno alla pubblicazione hanno però battagliato due teorie diverse: da un lato c’è chi ipotizza che il livello degli ormoni degli uomini cambi insieme al mutare delle stagioni e che durante l’inverno sia più alto rispetto al resto dell’anno. Dall’altro lato c’è chi sostiene una tesi meno fisiologica e più psicologica: tutto dipenderebbe dal fatto che in estate è più semplice vedere corpi molto scoperti, e dunque il grado di suggestione necessario a stimolare l’eccitazione sarebbe maggiore rispetto a quando le donne sono imbacuccate dalla testa ai piedi.

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Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia  Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Dieta Sessuologia Sex LDH PSA Pene Laser Filler Rughe Botulino Ialuronico Temperatura Perchè FEBBREConosciamo tutti bene i suoi sintomi fastidiosi, appena arriva il freddo come in questi giorni temiamo di prenderla. Sto parlando della febbre. Quando la temperatura corporea sale, specialmente nel caso di un bambino, spesso ci si preoccupa troppo in fretta senza un reale motivo: sì, perché la febbre è un processo biologico naturale e non deve essere vista come una “malattia” da guarire nell’immediato.

Cos’è la febbre?

Tutti l’abbiamo provata, ma se vi chiedessero “cos’è la febbre?” voi sapreste rispondere? La febbre è uno stato patologico temporaneo che comporta un’alterazione del sistema di termoregolazione ipotalamica e una conseguente elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale (circa 37 gradi per l’uomo). E’ importante distinguere la febbre dall’ipertermia: in quest’ultima si ha l’aumento della temperatura del corpo, ma ciò è dovuto a fattori esogeni e non comporta variazione della attività di termoregolazione. Più esattamente per ipertermia si intende una temperatura rettale uguale o superiore a 41,6 gradi non dovuta all’azione di pirogeni endogeni, ma ad altri meccanismi che comportano un aumento primitivo della produzione endogena di calore e che agiscono al di fuori del controllo del centro ipotalamico che regola la temperatura corporea, come nel caso di ipertiroidismo, colpi di calore, condizioni di alterata capacità di disperdere calore (disautonomia familiare o la displasia ectodermica anidrotica). Tornando alla febbre si parla di:

  • stato subfebbrile/febbricola al di sotto dei 37,3 gradi (misurazione ascellare);
  • febbre moderata (tra 37,7 e 38,9);
  • febbre elevata (sopra i 39 gradi);
  • quando il valore supera i 40 si parla di iperpiressia.

Leggi anche: Differenza tra raffreddore e influenza: sintomi comuni e diversi

Perché veniamo colpiti dalla febbre?

Come ci spiega il Ministero della Salute, l’aumento della temperatura corporea viene causato da sostanze che si liberano durante la produzione delle difese naturali ed è esso stesso uno dei meccanismi attraverso il quale l’organismo del bambino si difende quando viene aggredito dall’esterno da un virus o da un batterio, che prediligono una temperatura più bassa: il corpo, con l’innalzamento della temperatura, viene infatti reso più svantaggioso per gli organismi invasori.

Leggi anche: Febbre alta: quando rivolgersi al medico

Un eccezionale sistema di difesa

Quando gli agenti infettivi entrano in contatto con le cellule dell’organismo che hanno il compito di proteggerci, si mette in moto un sofisticato sistema di risposta: una parte di questa risposta è proprio il fenomeno della febbre. Le cellule aggredite liberano alcune molecole che danno un segnale al cervello affinché vengano liberate altre molecole che hanno il compito di far salire la temperatura corporea. Nel frattempo, affluisce meno sangue in superficie, in modo che il calore prodotto in eccesso si conservi. Le cellule del corpo provano “disagio” per il calore (per intenderci, è quella sensazione di malessere che avvertiamo quando siamo colpiti dalla febbre), ma ad avere maggiori difficoltà sono invece virus e batteri: con l’innalzamento della temperatura, infatti, questi vengono man mano distrutti e non possono più riprodursi e moltiplicarsi. In pratica ora conoscete la febbre per quello che realmente è: un’ottima difesa per l’attacco da parte di virus e batteri, una “cura” del tutto naturale che deve fare il suo corso per poter difendere il nostro organismo

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La febbre non è un nemico

La febbre non è necessariamente un nemico da combattere a ogni costo. Non è necessario somministrare medicine tutte le volte che la temperatura supera i valori normali: abbassare la febbre, infatti, non aiuta il bambino a guarire prima. Se, però, il bambino mostra malessere, è irritabile o sofferente, è giusto dargli un po’ di sollievo abbassandogli la temperatura.

Sbagliato sottovalutarla in alcuni casi

La febbre può essere provocata sia da malattie poco gravi (la maggior parte delle volte), sia da malattie più impegnative (molto più raramente): questo significa che la febbre, pur essendo un meccanismo di difesa, può in certe situazioni essere sintomo di malattie gravi o diventare essa stessa fonte di danno per l’organismo, specie se dura per periodi eccessivamente lunghi e se la temperatura supera i 40 gradi. Quindi d’accordo a non sopravvalutare la febbre, ma non si deve neanche sottovalutarla. Nel dubbio chiedete aiuto al vostro medico.

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Febbre alta

Prima ho nominato i “famosi” 40 gradi, tuttavia c’è da ricordare una cosa: non c’è necessariamente una specifica relazione tra valore della febbre e la gravità della malattia: una febbre molto alta, infatti, non vuol dire per forza che ci troviamo in presenza di una malattia molto grave: valori elevati di temperatura corporea, dunque, possono causare un disagio intenso a noi o al bambino, ma non bisogna pensare che la causa sia per forza pericolosa.

Tipi di febbre

In base alle sue caratteristiche, la febbre può essere di vari tipi:

  • Febbre continua: la temperatura corporea raggiunge i 40 °C e si mantiene pressoché costante. È frequente nelle polmoniti. Solitamente si ha defervescenza per crisi con sudorazione profusa.
  • Febbre remittente o discontinua: il rialzo termico subisce durante il periodo del fastigio (cioè l’acme febbrile raggiunto dopo la prima fase di ascesa della temperatura) oscillazioni giornaliere di due-tre gradi, senza che mai si raggiunga la defervescenza. È frequente nelle setticemie e nella tubercolosi.
  • Febbre intermittente: periodi di ipertermia si alternano a periodi di apiressia (senza febbre). Queste oscillazioni si osservano durante una stessa giornata, e questo è il caso di sepsi, neoplasie, malattie da farmaci, oppure nell’arco di più giorni, come nel caso della malaria (se il picco di ipertermia si osserva ogni quattro giorni si parla di quartana, se si osserva ogni tre giorni di terzana), nel linfoma di Hodgkin e in altri linfomi. Una febbre alta (intorno ai 40 °C, o fra i 37 e 38 in presenza di sudorazione, che asporta calore corporeo), intermittente e associata a brividi è il sintomo di una febbre settica, di origine batterica.
  • Febbre ondulante: il periodo febbrile oscilla da 10 a 15 giorni.
  • Febbre ricorrente e familiare: il periodo febbrile oscilla da 3 a 5 giorni.

Quali farmaci usare in caso di febbre?

Per gli adulti l’aspirina è sicuramente efficace, ma soltanto se la febbre ha origini infiammatorie, poichè agiscono inibendo la produzione delle prostaglandine. Non danno alcun beneficio, quindi, né nell’ipertermia né nel colpo di calore. In caso di ipertermia la terapia delle febbre con mezzi fisici (spugnature di acqua o alcool) può essere indicata. Se avete dei dubbi chiedete al vostro medico.

Quali farmaci in caso di febbre nei bambini?

A tale proposito leggi questo articolo: Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

I migliori prodotti per il benessere in caso di febbre, influenza e raffreddore

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, utilissimi in caso di febbre, influenza e raffreddore:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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