E’ italiano il primo trapianto di mano bionica al mondo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO OSPEDALE CHIRURGIA SALA OPERATORIA OPERAZIONE CHIRURGICAPuò prendere in mano la penna, guidare e lanciare una palla a soli 15 giorni dal trapianto di protesi di mano. Walter Visigalli, il primo uomo a subire un intervento del genere, è ora anche il primo al mondo ad avere una protesi di mano bionica. I dettagli di questa nuova soluzione terapeutica sono stati presentati dal chirurgo Marco Lanzetta, presso l’Istituto Italiano di Chirurgia della Mano a Monza: ”Abbiamo sostituito il trapianto da donatore umano con quello da donatore tecnologico. L’utilizzo di questa protesi di mano bionica apre importantissimi scenari per le persone che subiscono amputazioni di arti, e che potrebbe far diventare il trapianto di mano, se fatto in giovane età, una misura temporanea, nel caso vi siano effetti collaterali d rigetto o cali di funzione, come avvenuto per Walter”.  

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Il chirurgo che ha operato sé stesso

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico  Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Dieta Peso Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Sesso Psicologia Ecografie Dermatologia Chirurgo ha operato se stessoSu un vecchio numero del British Medical Journal è stata tempo fa riportata una storia molto particolare, una bella storia vera: lo straordinario caso umano e professionale del dottor Leonid Ivanovich Rogozov, chirurgo di una base antartica sovietica, che nel 1961, durante l’inverno polare, si operò da solo di appendicectomia. Ecco come andarono i fatti, secondo l’articolo della rivista scientifica britannica.

MEDICO ESPLORATORE

Rogozov aveva all’epoca solo 27 anni e si era imbarcato come unico medico sulla nave Ob, che ai primi di dicembre lo sbarcò, assieme a un altro gruppetto di esploratori polari, sulla costa antartica Astrid Princess, con il compito di mettere in piedi una nuova base sovietica. Il gruppo lavorò sodo e a febbraio la nuova base, chiamata Novolazarevskaya, era pronta. Giusto in tempo, perché stava arrivando il terribile inverno antartico, con tempeste di neve, gelo estremo e buio pressoché perenne, mentre la nave non sarebbe tornata fino al dicembre successivo. Il gruppo era confinato in un ambiente selvaggio e inospitale, completamente isolato dal resto del mondo.

I SINTOMI

In aprile, come risulta dal suo diario, Rogozov cominciò a sentirsi male. Inizialmente si trattava di nausea, malessere e debolezza, ma poi comparvero anche dolore addominale che si espandeva al quadrante destro inferiore e febbre a 37.5 °C. Si legge nel diario del 29 aprile: «Sembra che io abbia l’appendicite. Continuo a mostrarmi tranquillo, perfino a sorridere. Perché spaventare i miei amici? Chi potrebbe essermi di aiuto?» Così il giovane chirurgo decise di iniziare un trattamento medico con antibiotici e applicazioni fredde locali, ma le sue condizioni presto peggiorarono, con nausea e vomito che diventarono più frequenti e la febbre che saliva. Presto, nella sua mente di medico si profilò quella che poteva essere l’unica soluzione per salvarsi la vita, prima di una perforazione che giudicò ormai quasi sicuramente imminente: operarsi da solo.

LA PREPARAZIONE DELL’INTERVENTO

Alle 20.30 del 30 aprile, Rogozov scrisse sul suo diario: «Sto peggiorando. L’ho detto ai compagni. Adesso loro stanno iniziando a togliere tutto quello che non serve dalla mia stanza». Inizia la preparazione per l’intervento, ed è ovviamente Rogozov stesso a dare tutte le precise istruzioni sul da farsi. Il meteorologo Alexandr Artemev, il meccanico Zinovy Teplinsky e il direttore della stazione Vladislav Gerbovich si lavano per l’intervento e indossano camici sterilizzati in autoclave e guanti: Artemev sarà il ferrista, Teplinsky aggiusterà la direzione della lampada e orienterà lo specchio, Gerbovich sarà pronto a sostituire chi degli altri due dovesse sentirsi male o svenire. Rogozov prepara anche alcune siringhe già caricate con farmaci che gli dovranno essergli iniettati se dovesse perdere conoscenza.

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DIRETTORE MEDICINA ONLINE Leonid Ivanovich Rogozov il chirurgo che ha operato sé stesso di appendicectomia the-doctor-had-his-own-appendix-surgery-between-antarctica-the-histori

L’INTERVENTO

Alle 2 del mattino seguente, inizia l’intervento. È la prima volta (e forse l’ultima, almeno finora) nella storia della Medicina che un chirurgo si opererà di appendicectomia completamente da solo. C’era stato un solo precedente, nel 1921, ad opera di un certo dottor Kane, ma in quel caso in realtà l’intervento fu solo iniziato dallo stesso paziente, e venne poi completato da alcuni assistenti. Qui, stavolta, Rogozov dovrà fare tutto da solo. Ha deciso di operare senza guanti, perché anche se ha scelto una posizione semiseduta per poter guardare quello che fa, sa che dovrà orientarsi soprattutto con il tatto. Si comincia. La parete addominale viene infiltrata in più punti con 20 millitril di procaina allo 0,5%. Dopo 15 minuti Rogozov parte con l’incisione, di 10-12 centimetri, e subito si rende conto che la visibilità del campo operatorio, specie in profondità, è scarsa, tanto che deve spesso tirare su la testa, e comunque deve fidarsi di quello che le sue mani riescono a sentire. Passano circa 45 minuti, mentre le sue mani avanzano all’interno del suo stesso addome, e intanto il chirurgo comincia a percepire un senso di vertigine e di crescente debolezza, tanto da doversi fermare più volte. Gli assistenti gli asciugano ripetutamente il sudore sulla fronte. Perde molto sangue. Mentre cerca di raggiungere l’appendice, si rende conto a un certo punto di aver lesionato il cieco, e deve suturarlo. Ogni 4-5 minuti deve fermarsi per 20-25 secondi, a causa del senso di debolezza che avanza. Finalmente ecco l’appendice. In quel momento, il cuore di Rogozov rallenta, e lui si sente svenire, pensa che tutto stia per finire male. Però, alla fine, ce la fa a rimuoverla e a ricucire la ferita chirurgica. «Con orrore mi rendo conto che l’appendice ha una macchia scura alla base. Questo vuol dire che anche un solo altro giorno e si sarebbe rotta e…» scriverà poi Rogozov nel suo diario, lasciando i punti di sospensione.

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IL DECORSO POST-OPERATORIO

L’intervento termina alle 4 del mattino, e gli assistenti, che più volte sono stati sul punto di svenire, ora sgomberano le attrezzature. Rogozov è sfinito e si addormenta con l’aiuto di un sonnifero. La mattina dopo la sua temperatura è a 38,1 °C. Prosegue la terapia antibiotica. Dopo quattro giorni il suo intestino riprende a funzionare, e il giorno seguente la temperatura corporea rientra nella norma. Trascorse due settimane dall’intervento, e tolti i punti, Rogozov torna al lavoro. Scrive nel suo diario l’8 maggio, ripensando al suo stato d’animo durante l’intervento: «Non mi sono concesso di pensare a nient’altro che al compito che avevo davanti. Era necessario armarsi di coraggio e stringere i denti».

QUARANT’ANNI DOPO

Passa un altro anno e il 29 maggio 1962, finalmente la nave recupera il gruppo di esploratori e li riporta a Leningrado, dove Rogozov torna al lavoro nel Dipartimento di chirurgia generale del First Leningrad Medical Institute. Morirà il 21 settembre 2000, quindi quasi quarant’anni dopo lo straordinario intervento di appendicectomia su se stesso. Quarant’anni di vita che avrebbero potuto non esistere senza il coraggio e la perizia di quel giovane chirurgo. Ed è bello sapere che la storia di Leonid Ivanovich Rogozov è stata raccontata sul BMJ di Natale, con evidente orgoglio, da suo figlio, il dottor Vladislav Rogozov, che oggi è anestesista nel Department of Anaesthetics dello Sheffield Teaching Hospital, in Gran Bretagna.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Cancro al seno: meno operazioni col nuovo test Rd-100i Osna

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME FONENDOSCOPIOMeno interventi chirurgici grazie a un nuovo test per la diagnosi del cancro al seno, che ha ricevuto l”imprimatur’ del Nice (National Institute for Health and Care Excellence), l’organismo inglese che ha il compito di valutare il rapporto costo-beneficio di nuove terapie o procedure. In genere – ricordano i media britannici – la prassi ospedaliera vuole che durante la rimozione di un tumore al seno venga fatta una biopsia dei linfonodi per valutare l’eventuale diffusione del cancro. Sarà poi necessario aspettare circa 3 settimane per avere i risultati ed, eventualmente, subire una seconda operazione. Grazie alla nuova metodica, chiamata ‘Rd-100i Osna’, è possibile individuare già nel corso della prima operazione chirurgica se il tumore si è propagato, ed eventualmente rimuoverlo immediatamente, evitando alle pazienti non solo un secondo intervento con il rischio di complicazioni associato, ma anche lo stress e l’ansia del periodo di attesa per 3 settimane, consentendo inoltre di iniziare immediatamente la chemioterapia.

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L’Italia è al sesto posto nella classifica mondiale della chirurgia estetica

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Italia è al sesto posto nella classifica mondiale della chirurgia esteticaL’Italia è sesto posto nella classifica mondiale della chirurgia estetica, sia come interventi praticati, sia come numero di professionisti, secondo l’ultima indagine dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS), la più grande società mondiale di chirurgia plastica estetica.

L’intervento di chirurgia estetica più praticato al mondo è la liposuzione (19.9% di tutte le procedure chirurgiche), seguita a ruota dall’aumento del seno o mastoplastica additiva (18.9%). Se aggiungiamo il 7% di interventi per il sollevamento del seno o mastopessi ed i 6,7% di per la riduzione o mastoplastica riduttiva, il seno si conferma il punto focale dell’interesse. Seguono il ringiovanimento delle palpebre o blefaroplastica (11%), la rinoplastica (7,5%) ed il lifting del viso (4,8%). Per le procedure di medicina estetica al primo posto vediamo il botulino (38,1%), seguito dall’acido jaluronico (23,2%).

In Italia l’intervento più praticato è l’aumento del seno (per il quale siamo al quarto posto nel mondo), mentre l’acido jaluronico batte ancora il botulino, soprattutto a causa della diffusione di informazioni errate.

L’indagine è stata effettuata su ventimila chirurghi in venticinque paesi del mondo. Non sono stati considerati, a fine statistico, gli interventi estetici eseguiti da professionisti che non sono chirurghi plastici.

La ricerca completa si può trovare sul sito  dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery http://www.isaps.org

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Valeria Lukyanova: la Barbie umana [FOTO]

Valeria Lukyanova è la “Barbie umana” che ha sconvolto il web: le immagini di lei hanno impressionato gli internauti, i quali hanno faticato a credere che, quella nella foto, fosse una ragazza in carne ed ossa e non una bambola in plastica. Ma questo era l’obiettivo di Valeria: apparire praticamente perfetta, almeno agli occhi suoi. Perché quegli occhi sporgenti, la bocca a cuoricino e quel vitino così stretto, sono il risultato di una serie di interventi chirurgici, che l’hanno completamente trasformata. Valeria, infatti, prima della trasformazione, era una ragazza come tante altre, che conduceva una vita normale, fin quando poi ha deciso di diventare altro da sé.

Continua la lettura con https://www.today.it/gossip/valeria-lukyanova-prima-e-dopo-barbie-umana-foto.html#:~:text=Ma%20questo%20era%20l’obiettivo,che%20l’hanno%20completamente%20trasformata.

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Come la chirurgia estetica può intervenire su pene e testicoli

MEDICINA ONLINE TESTICULAR TESTICOLI PENE PROSTATA SEX SESSO GLANDE SEMEN SPERMA BIANCO GIALLO ROSSO MARRONE LIQUIDO TRASPARENTE EIACULAZIONE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VIAGNon solo aumento della lunghezza e della circonferenza del pene. La chirurgia estetica può intervenire a vari livelli per quasi tutta l’area genitale maschile.

Aumento circonferenza del pene

Nel caso in cui il paziente desideri un aumento della circonferenza del pene si procede con un intervento di ingrossamento. Questo può essere svolto sotto forma di lipofilling penieno: del grasso viene prelevato, quando possibile, da un’altra parte del corpo e iniettato a livello pubico (puboliposcultura), in modo da ottenere un aumento dell’organo anche in lunghezza. Il grasso iniettato sotto la cute del prepuzio determina un aumento uniforme e il risultato estetico é un aumento di circonferenza e un pene che appare più grosso. Dato che almeno la metà del grasso infiltrato viene riassorbito dal corpo, l’intervento va ripetuto dopo circa tre settimane. Per chi voglia ottenere dei risultati definitivi immediati, come anche nei soggetti magri, che non presentano una massa di tessuto adiposo sufficiente da prelevare, si può utilizzare un filler (un gel bio-compatibile sintetico). In casi rari, può rivelarsi opportuno un impianto di Alloderm®, un tessuto dermico liofilizzato acellulare, che viene utilizzato nella chirurgia ricostruttiva o nel trattamento correttivo dell’induratio penis, e che può essere impiantato ai lati dei corpi cavernosi, in modo da far aumentare la circonferenza del pene.

Allungamento del pene

Per quanto riguarda l’aumento della lunghezza del pene, questa si può eseguire praticando un’incisione in una porzione del legamento sospensore pubo-penieno, che mantiene il pene aderente alla parte inferiore del pube. All’interno del nostro corpo sono, infatti “nascosti” dai quattro ai sei centimetri di pene, e in seguito alla resezione del legamento, questo può essere esteso in avanti (protrusione).

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La puboliposcultura mostra tutta la lunghezza del pene

Tramite la puboliposcultura peniena si può invece rimuovere il cuscinetto di grasso formatosi nella zona del pube e contribuire in questo modo ad allungare visivamente il pene. Questo intervento viene spesso associato a quello dell’ingrossamento. Per un risultato migliore, le tecniche di allungamento e d’ingrossamento possono essere eseguite in sedute successive, iniziando con una falloplastica d’allungamento, procedendo poi con uno stiramento passivo per mezzo di un penile extender e terminando con un intervento di ingrossamento penieno, mediante la tecnica del lipofilling o per mezzo di filler.

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Pube scavato o sollevato

In presenza di un pube scavato, che si presenta con l’avanzare dell’età soprattutto in soggetti magri, è possibile intervenire con un lipofilling davvero semplice e poco traumatico. Per quanto riguarda invece la presenza di un pube sollevato, che invagina in parte il pene e può, in casi estremi, farlo quasi scomparire, si può ricorrere alla puboliposcultura. Quest’operazione porta a un duplice risultato, perché permette di allungare il membro e di modellare il pube al tempo stesso.

Lifting dello scroto

Quando invece il sacco cutaneo contenente i testicoli si fa flaccido con l’età e presenta dei cedimenti che lo rendono antiestetico, si procede con un intervento del tutto innovativo di lifting scrotale. Anche in questo caso si tratta di un’operazione semplice, che viene eseguita ambulatorialmente, in cui i testicoli, una volta eliminati i tessuti in eccesso e liftata la pelle, vengono fissati in una nuova cavità scrotale. L’incisione necessaria per eseguire l’operazione, effettuata sulla linea dell’emiscroto, lascerà una cicatrice difficilmente visibile.

Protesi testicolari

Qualora a causa di patologie benigne o maligne, o di traumatismi, fosse venuto a mancare un solo testicolo o entrambi, mediante un’operazione breve ed eseguibile ambulatorialmente possono essere introdotte delle protesi testicolari.

A questo proposito leggi anche: Impianto di protesi testicolare: quando, come e perché si effettua

Fimosi o frenulo breve

Nel caso di una fimosi o di una brevità del frenulo prepuziale, due alterazioni che possono rappresentare un problema anche funzionale, si può ricorrere alle tecniche della circoncisione e della frenuloplastica. A parte il lato estetico, infatti, quando non è più possibile scoprire il glande a causa della pelle troppo tesa, si può verificare un’infiammazione del prepuzio, mentre un frenulo troppo corto può causare una flessione dolorosa del pene. Sia l’intervento di circoncisione, che quello di frenuloplastica, eliminano permanentemente questi disturbi, e restituiscono al tempo stesso un aspetto estetico al membro.

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La gluteoplastica: la nuova tendenza è il ritocco dei glutei

gluteoplasticaFaranno il loro effetto i confronti sulla spiaggia e gli esiti non sempre felici della prova costume, ma durante e subito dopo l’estate sempre più donne si rivolgono al chirurgo plastico per scolpire il proprio corpo, e in particolare il “lato B”.
Un’operazione, la gluteoplastica, molto diffusa in Brasile ma che sta riscuotendo un crescente successo anche in Europa. Un recente sondaggio Eurisko, effettuato in diversi paesi e presentato in occasione dell’annuale congresso del SIME, la Società italiana di medicina estetica, conferma che il rifacimento dei glutei è al secondo posto (29%), dopo i denti storti (34%) come più importante inestetismo da cambiare.
Esistono varie tipologie di intervento, ad esempio si possono rimodellare i glutei nei casi di eccesso di grasso e cellulite con la liposcultura. Attraverso questo intervento il chirurgo può esprimere al meglio tutto il suo talento estetico eliminando il grasso dove è abbondante e trasferendolo nelle zone piatte per sollevare. Invece per i glutei piatti si usano le protesi al silicone, mentre in caso di fondoschiena cadente e rilassato, si può intervenire con la torsoplastica e il lifting.
Non sono però operazioni semplici, da cui si possa tornare indietro senza lasciare segni permanenti e cicatrici. Pertanto bisogna prestare attenzione alle complicanze, come infezioni, asimmetria dei glutei o addirittura rottura delle protesi. Al chirurgo spetta di selezionare attentamente le persone fortemente motivate. Per chi ha paura esiste l’alternativa: riempire i glutei con l’acido ialuronico riassorbibile. Iniezioni, eseguite pur sempre in ambiente asettico e sotto anestesia locale, al posto del bisturi. I risultati sono buoni in mani esperte. Gli svantaggi? costi elevati proporzionali al volume ricercato e alla necessità di ripeterlo periodicamente negli anni a venire.

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Torsione del testicolo: sintomi, cure, conseguenze, neonati. E’ doloroso? Cosa fare dopo l’intervento?

MEDICINA ONLINE TORSIONE TESTICOLO FUNICOLO SINTOMI CURE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene VagiLa torsione testicolare, o torsione del funicolo spermatico, è una patologia caratterizzata dalla rotazione del testicolo attorno al proprio asse. E’ una urgenza chirurgica a tutti gli effetti. Se trascurata, può portare ad atrofia del testicolo.

Leggi anche: Testicoli e scroto: dimensioni, anatomia e funzioni in sintesi

Fattori di rischio

Le probabilità di una torsione aumentano se il cordone è troppo lungo e se il didimo non è ben ancorato alla parte terminale dello scroto.

Frequenza

La torsione del testicolo si manifesta in un caso ogni 15 mila maschi al di sotto dei 25 anni.

Leggi anche: L’autopalpazione del testicolo ti salva dal cancro testicolare

Cause

Le cause sono genetiche: alcuni pazienti sembrano essere più predisposti di altri al problema per motivi anatomici. In età neonatale le cause sono l’anomala mobilità testicolare all’interno dello scroto. Altre possibili cause sono traumi ripetuti, criptorchidismo, testicolo posto orizzontalmente, incremento volumetrico testicolare, neoplasie del didimo e disuria.

Sintomi e segni

In caso di torsione completa, non ricevendo più sangue, il testicolo tende ad atrofizzarsi e andare in necrosi nel giro di poche ore. Il dolore è fortissimo e può essere spesso confuso con coliche molto fastidiose, dato che i nervi che partono dal testicolo ramificano fino in zona inguinale. Il testicolo tende ad aumentare di volume e ad assumere una posizione anomala nello scroto. Lo scroto si arrossa. Il paziente può inoltre avere malessere, nausea, febbre e dolore durante la minzione.

Leggi anche: Cancro del testicolo: prevenzione, diagnosi, stadiazione, cure

Rischi

Se non trattata in tempo, la torsione del testicolo può determinare lesioni irreversibili del testicolo, necrosi del testicolo, infertilità o sterilità.

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Diagnosi

La torsione testicolare viene diagnosticata principalmente con anamnesi, esame obiettivo ed ecografia.

Leggi anche: Micropene: quanto misura, complicazioni, c’è una cura?

Terapie

Se non viene diagnosticata e di conseguenza curata (con un intervento chirurgico), può arrecare danni irreversibili al testicolo con l’inevitabile asportazione chirurgica. Pertanto a qualsiasi età sussista il sospetto clinico di torsione del testicolo l’intervento chirurgico assume i caratteri dell’urgenza indifferibile. Se il testicolo non può essere salvato, il chirurgo lo rimuove e può essere applicato un testicolo artificiale; ed a tal proposito leggi: Impianto di protesi testicolare: quando, come e perché si effettua

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