Può bastare una fotografia di una donna sofferente ma sorridente a scatenare i sentimenti di un popolo intero? Si, può.
Fino alla settimana scorsa nessuno conosceva suor Cecilia Maria. Era da tempo su un letto d’ospedale di Santa Fè in Argentina dove lottava contro un cancro alla lingua, la religiosa, appartenente alle carmelitane scalze della cittadina sulle rive del Paranà. Ha ricevuto le visite delle consorelle e dei parenti. Come un qualunque malato. Come un qualunque essere umano in cerca di affetto e comprensione nel momento più drammatico della propria esistenza: la malattia terminale. Stava per morire, ma affrontava il suo destino con fede e… sorridente. La foto che vedete, un attimo prima di morire, ha fatto il giro del mondo, dando un messaggio di amore specie tra i malati terminali e i loro familiari: si può essere sereni in un momento così tragico dell’esistenza umana.
La dolcissima suor Cecilia aveva appena 42 anni. Entrò nella clausura carmelitana a 26 anni, poco dopo il conseguimento del diploma di infermiera nel 2003. Nulla sappiamo della sua vita dietro le grate del monastero di Santa Teresa e San Giuseppe se non che suonasse il violino e fosse sempre allegra, sorridente. Come nei suoi ultimi istanti di vita.
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Lo staff di Medicina OnLine
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Si sente male mentre è in classe e finisce in coma. Rylie Whitten rischia la vita a 15 anni per colpa di un assorbente. La ragazza ha accusato forti mal di testa, nausea e un forte senso di spossatezza, così i genitori hanno deciso di portarla in ospedale. Al pronto soccorso la situazione è peggiorata e la 15enne è andata in coma. I medici, come riporta il Daily Mail, hanno escluso la meningite e credono si tratti di uno choc tossico causato dal tampone. Rylie, infatti, aveva le mestruazioni e al momento del ricovero indossava un assorbente interno. E’ possibile che la ragazza abbia tenuto il tampone per un tempo troppo lungo e che ciò abbia dato il via a un’infezione degenerata in modo assai grave.
La Procura di Foggia ha disposto perquisizioni in alcune palestre della città pugliese dopo che un culturista, il 30enne Gianni Racano, è morto e un altro è ricoverato in gravi condizioni. Il sospetto è che i due atleti possano avere assunto sostanze dopanti in vista di una gara di body building che si disputerà tra qualche giorno. nell’inchiesta sono indagati i titolari di due palestre.
Quando una tua paziente muore, anche una parte di te muore… Ti ho conosciuta per poco tempo ma quando ti chiedevo “come stai?” e tu rispondevi “bene”, il tuo sorriso mi riempiva di gioia… Ora potrai fare tutto quello che il tuo corpo ti impediva di fare… Arrivederci Angelina, ti voglio bene
Mettersi a dieta non è roba per uomini, stando almeno ad alcuni ricercatori danesi, secondo i quali il sesso forte corre di più il rischio di morire di diabete perché si ritene ‘troppo macho‘ per seguire un regime alimentare. Alle donne, invece, meno restie a tagliare le calorie, andrebbe meglio. Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori e riportato dal ‘Daily Mail’, ha evidenziato che le donne che invece seguono una dieta e fanno esercizio fisico sono meno propense ad ammalarsi di malattie legate al diabete.

E’ morto nell’ospedale in cui era ricoverato a causa di un tumore al fegato, dopo quasi un anno di battaglia. Dean Wharmby, ex bodybuilder che per anni ha assunto circa 10 mila calorie al giorno soprattutto grazie a tantissima carne, energy drink, pizza e panini, prima di morire aveva ammesso l’assunzione di steroidi. La sua battaglia contro il tumore era anche diventata virale: sulla sua pagina Facebook lui e la compagna Charlotte Rigby avevano documentato tutta la situazione, compreso l’approccio alla cura, basato sulla medicina naturale e su una dieta rigorosa.