Trenbolone acetato: effetti, dosaggi ed effetti collaterali

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RICONOSCERE ATLETA DOPATO NATURAL PALESTRA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari A PeneIl trenbolone acetato è un potente steroide anabolizzante androgeno, che non può essere convertito in estrogeni dall’organismo umano. Queste sue caratteristiche lo rendono adatto per aumentare forza, densità e definizione muscolare. Il suo effetto anabolico è quindi “pulito” e non viene influenzato, come spesso accade, da un apparente guadagno di peso legato a ritenzione idrica ed aumento delle riserve adipose. Qualcuno ritiene che i suoi effetti anabolizzanti siano simili a quelli del testosterone e del dianabol anche se tale paragone è forse un po’ troppo generoso. Quando si ricerca il massimo sviluppo muscolare la mancata conversione in estrogeni sembra infatti essere un fattore limitante. Per tutti questi motivi nei cicli di massa il Trenbolone acetato viene generalmente utilizzato insieme ad altri anabolizzanti (Deca-durabolin ® o Equipoise ® se si mira a mantenere una discreta definizione; testosterone, Dianabol ® o Anadrol 50 ® se l’obiettivo è il massimo aumento delle masse muscolari).

Le proprietà anaboliche del trenbolone, a parità di dosaggio, sono superiori a quelle del deca-durabolin e, presubilmente, a quelle di tutti gli altri anabolizzanti privi di attività estrogenica. Nel periodo che precede le competizioni il Trenbolone viene generalmente abbinato ad altri anabolizzanti non aromatizzabili come Winstrol ® o Primobolan ®.

Dal punto di vista chimico il Trenbolone è un derivato del Nandrolone ed è stato studiato per annullare la già bassa attività estrogenica di questo ormone. Anche se il confronto tra questi due steroidi anabolizzanti è difficoltoso, è indubbio che il trenbolone sia dotato – a parità di dose – di effetti anabolici ed androgeni molto più marcati. Il trenbolone, inoltre, è accreditato di un potere androgeno tre volte superiore al testosterone. Gli effetti collaterali legati a questa sua caratteristica (acne, eccessiva virilizzazione, caduta dei capelli) sono in parte mitigati dalla struttura chimica, che ne riduce la suscettibilità all’azione dell’enzima 5-alfa reduttasi; di conseguenza finasteride e dutasteride non sortiscono una particolare azione protettiva. Effetti collaterali legati al suo elevato potere androgeno sono comunque comuni e possono includere acne, pelle grassa, ipertrofia prostatica e aumentata crescita dei peli corporei (ad eccezione dei capelli, che specie in presenza di una predisposizione genetica, tendono a cadere).

Il Trenbolone conquistò popolarità, sotto il nome commerciale di Finajet, negli anni ’80 e, nonostante fosse destinato al settore veterinario, si conquistò presto un ottima reputazione anche nel mondo del bodybuilding. Dopo essere stato tolto dal mercato per alcuni anni oggi è disponibile con nomi commerciali diversi. L’evoluzione del farmaco ha portato nel 2004 alla sintesi del Trenbolone enantato, come sempre destinato al settore veterinario. Questo nuovo prodotto si caratterizza per il graduale e lento rilascio, che permette di ridurre l’elevato numero di iniezioni rese necessarie dalle caratteristiche chimiche del tradizionale trenbolone acetato.

Effetti collaterali del trenbolone

A dosaggi elevati sono stati documentati gravi effetti collaterali a carico del fegato, nonostante non si tratti di un 17-alfa-alchilato e la sua epatotossicità sia per certi aspetti ancora poco chiara. Da non sottovalutare inoltre, l’effetto negativo sul rischio cardiovascolare, dovuto all’aumento del colesterolo LDL e al calo della frazione HDL. Analogo discorso per la funzionalità orale, che può essere compormessa da dosaggi eccessivi, specie se non accompagnati da un generoso apporto di liquidi. Oltre ai già citati effetti indesiderati, il trenbolone presenta un ulteriore, grosso, svantaggio. Questo farmaco, nonostante la bassa estrogenicità, tende infatti ad inibire la sintesi endogena di testosterone. In studi sperimentali tale sopressione si è dimostrata tre volte superiore a quella del testosterone. Per questo motivo, al termine del ciclo, specie quando è condotto a dosaggi elevati, si rende necessaria l’assunzione di antiestrogeni (Nolvadex, Clomid) o di altri prodotti, come la gonadotropina corionica (HCG), in grado di riattivare la sintesi endogena di testosterone.

Dosaggio tipico

La maggior parte dei body builder maschi assume circa 150-300 mg di trenbolone (acetato o enantato) alla settimana, per 6-8 settimane consecutive (da notare che l’uso umano non è mai stato approvato). Se si utilizza la forma acetato, a causa della breve emivita, la dose settimanale dev’essere suddivisa in due o tre dosi. A causa degli elevati effetti androgeni l’utilizzo di trenbolone è sconsigliato alle donne, anche a bassi dosaggi.

EFFETTI ANABOLIZZANTI: 500*

EFFETTI ANDROGENIZZANTI: 500*

ATTIVITÀ ESTROGENICA: nessuna

ATTIVITÀ PROGESTINICA: da bassa a moderata

* l’ormone di riferimento è il testosterone (100/100)

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Accertati di essere a conoscenza degli effetti collaterali e delle ripercussioni legali derivanti dall’utilizzo degli steroidi anabolizzanti (regolamentate dalla legge in materia antidoping 14 dicembre 2000, n. 376 e successivi aggiornamenti, e dalla legge in materia di disciplina degli stupefacenti D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 e successivi aggiornamenti).

Tale farmaco è uno dei prodotti più contraffatti. Oltre a sconsigliarne l’acquisto in assoluto, se ne sconsiglia in particolare il suo acquisto via internet o dal mercato nero, per evitare farmaci contraffatti estremamente pericolosi per la salute.

Tali indicazioni hanno esclusivamente scopo informativo e NON intendono in alcun modo sostituirsi al parere di un medico o favorire l’utilizzo di steroidi anabolizzanti, né tanto meno promuovere specifici prodotti commerciali, eventualmente indicati a puro scopo informativo. Il ricorso agli steroidi anabolizzanti al di fuori dell’ambito medico è una pratica pericolosa ed aberrante dalla quale ci discostiamo CONDANNANDOLA E SCORAGGIANDOLA nella maniera più assoluta.

Fonte: my-personaltrainer.it

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Otto gravi conseguenze dell’abuso di steroidi

MEDICINA ONLINE Candice Armstrong DONNA PIU ANZIANA MONDO 80 ANNI ALLENAMENTO MUSCOLI PESI GINNASTICA GUINNESS RECORD MORTE DEAD DEATH CUORE PATOLOGIA STEROIDI DOPING SOSTANZE DOPANTI GH BODYBUILDER BODY BUILDING CULTURISTA.jpgGli ormoni sono sostanze naturali che tutti abbiamo nel nostro organismo. In alcuni casi, se mancano, si possono iniettare per sopperire alla mancanza ma l’esagerazione è ovviamente sbagliata: gli ormoni non hanno mai una sola funzione, ma ne hanno tante, e spesso una è quella desiderata, le altre sono tutte effetti collaterali: noi abbiamo preparato una lista di casi, spesso tragici, a cui ha portato l’abuso di ormoni steroidei: eccoli qua.

La bodybuilder che è quasi diventata un uomo

Gli ormoni maschili hanno la capacità di donare anche alle donne caratteristiche fisiche dell’uomo, come una massa muscolare sviluppata. Il problema è che a prenderne troppi si rischia di finire come questa donna, Candice Armstrong, 28enne di Londra, che ha sperimentato gli effetti collaterali come la crescita della peluria nel viso e su tutto il corpo, la presenza di acne, la scomparsa del seno e l’allungamento del clitoride che è diventato quasi un piccolo pene. Dice che si è resa conto troppo tardi del problema e che adesso non riesce a smettere di prendere gli ormoni.

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Il Wrestler che ha ucciso la propria famiglia

Michel Benoit era una promessa del Wrestling, che nel 2004 aveva vinto premi importantissimi, ma che viene ricordato maggiormente per l’omicidio-suicidio che ha posto fine alla vita sua, della moglie e del figlio. I poliziotti trovarono una scena raccapricciante il 25 Giugno del 2007 in cui lui aveva strangolato i familiari per poi togliersi la vita: i medici hanno stabilito che il problema è stato causato da un abuso di steroidi, che prolungato nel corso degli anni ha causato gravi problemi al cervello dell’uomo.

L’uomo messicano a cui è esploso un muscolo

Sebbene gli ormoni aiutino a sviluppare le masse muscolari, non bisogna mai dimenticare che tendini e ossa rimangono gli stessi di prima, e che troppi muscoli non fanno bene. È il caso di un uomo messicano che ne faceva uso (purtroppo le foto sono di scarsa qualità anche per la loro crudezza) che aveva raggiunto 90 cm di circonferenza del braccio. Durante un incidente in modo, si tagliò e il suo muscolo si è letteralmente aperto come una zip; in pratica è esploso. È morto di setticemia poco tempo dopo perché la troppa trazione rendeva impossibile ai medici suturare la ferita.

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L’uomo a cui è cresciuto il seno

Quando si cerca in ogni modo di far crescere varie parti del corpo, è indubbio che prima o poi crescano anche parti indesiderate. È il caso di quest’uomo, che per raggiungere risultati nelle gare di bodybuilding ha avuto dei risultati inattesi come quello della ginecomastia, di fatto la crescita del seno in un uomo. Questo problema è dovuto agli estrogeni, che assumeva in contemporanea al testosterone per ottenere altri tipi di effetti.

L’uomo che ha avuto la gastrectasia a causa degli ormoni

Una patologia più brutta rispetto all’inestetismo di avere il seno cresciuto è quella che si è trovato ad affrontare quest’uomo tedesco, che iniziò a fare palestra a 18 anni a causa di una frattura ossea mentre giocava a calcio e da lì non ha più smesso: il suo allenamento comprendeva però anche l’assunzione di ormoni, tra cui l’ormone della crescita, che ha portato all’aumento di dimensioni del suo stomaco, ovvero la gastrectasia. Si tratta di una malattia che provoca fortissimi dolori addominali perché lo stomaco rimane sempre dilatato e toglie spazio agli altri organi, impedendo anche di nutrirsi correttamente: una delle patologie in assoluto più dolorose, la cui comparsa è dovuta proprio agli ormoni.

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L’uomo che è morto a causa dell’assunzione di troppi steroidi

Andreas Münzer era un culturista che per assomigliare al sui idolo, Arnold Schwarzenegger, iniziò ad assumere ormoni e medicinali di qualsiasi tipo, dagli ormoni sessuali a quelli della crescita, dall’insulina al cortisone ai diuretici, più che altro per controbilanciare gli effetti avversi degli ormoni. Così si è trovato ad avere poco sangue per tutti i muscoli che aveva a disposizione, problemi al cuore e alla fine, nel 1996, venne ricoverato. I medici non lo hanno potuto salvare, ma durante l’autopsia hanno trovato diversi tumori al fegato, un’ipertrofia cardiaca (il cuore pesava il doppio del normale) e i testicoli erano praticamente scomparsi.

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Greg Valentino, che ha provato a ricucire il suo braccio da solo

Greg Valentino è un culturista che non ha ottenuto il suo successo solo grazie alla fatica, ma anche e soprattutto grazie agli ormoni e ad Youtube. Aveva masse muscolari sviluppatissime a causa dell’abuso di steroidi e una volta su un braccio è stato colpito con una mazza da baseball che ha portato il muscolo a spezzarsi di netto. Ma non è andato in ospedale: si è suturato da solo per continuare il suo live-show su Youtube. Poi, comunque, è andato, perché a suturarsi in questo modo rischiava di rimanerci secco.

L’uomo che si è iniettato gli steroidi per scrivere un libro

Uno scrittore canadese volendo scrivere un libro sugli steroidi ha deciso di provare ad iniettarli su sé stesso. I risultati sono stati deleteri: in 16 settimane oltre alla crescita muscolare ha avuto una serie di problemi di prostata, testicolari, al seno e soprattutto ha contratto un’ernia ad un disco intervertebrale. Queste le diagnosi mediche dopo la fine del trattamento, medici che fortunatamente lo hanno rimesso in sesto: va bene scrivere, ma meglio non perderci la salute in questo modo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

 

Trattamento farmacologico del diabete mellito

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICIl diabete mellito abbreviato DM è una forma di diabete ovvero un gruppo di disturbi metabolici accomunati dal fatto di presentare una persistente instabilità del livello glicemico del sangue, passando da condizioni di iperglicemia, più frequente, a condizioni di ipoglicemia.

Trattamento farmacologico

Nel DM di tipo 1, nel quale esiste carenza assoluta di insulina, e nel DM di tipo 2 resistente alla terapia dietetica e agli antidiabetici orali questo ormone deve essere somministrato come terapia sostitutiva mettendo in atto un protocollo di terapia insulinica. Oggi si usano insuline umane ricavate per sostituzione aminoacidica dell’insulina suina o prodotte da ceppi di Escherichia coli con opportuni inserimenti genetici. Esistono diversi tipi di preparazioni insuliniche classificate solitamente in base alla loro durata d’azione:

TIPO Agente ritardante AZIONE (ore)
inizio picco durata
Ad azione rapida

  • Insulina umana regolare o solubile
0,5 1,5 6-7
Analoghi ad azione rapida

  • insulina lispro
  • insulina aspart
  • insulina glulisina
0,1 0,75 4-5
Ad azione intermedia

  • insulina umana NPH
  • insulina umana lenta
protamina / zinco 1-3 4-7 10-16
A lunga durata d’azione

  • insulina umana ultralenta
Zinco 4,5 8-10 16-20
Analoghi ad azione ritardata

  • insulina glargine
  • insulina detemir
Punto isoelettrico: 7,4 1,5 >24

La somministrazione di insulina avviene mediante iniezione nel tessuto sottocutaneo (preferibilmente dell’addome). Lo schema terapeutico più vantaggioso prevede tre iniezioni di insulina regolare da somministrare prima dei pasti. A queste è utile associare prima di cena o prima di coricarsi un’insulina ad azione intermedia per coprire il fabbisogno notturno. Altri protocolli prevedono un’iniezione quotidiana di un analogo dell’insulina (glargine o detemir), che copre il fabbisogno basale, ed iniezioni ai pasti di insulina ad azione rapida o ultrarapida. Le insuline ad azione rapida permettono un più efficace controllo della glicemia postprandiale ma risultano meno efficaci nel mantenimento della glicemia nel corso dell’intera giornata; le insuline ad azione intermedia non sono risultate soddisfacenti per via del rischio concreto di ipoglicemie durante le prime ore della notte e di iperglicemia al risveglio.

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La somministrazione può avvenire mediante l’uso di un microinfusore che eroga insulina ad azione ultrarapida in maniera continua e modulata per le 24 ore. All’occorrenza (cioè principalmente ai pasti ma anche per correggere eventuali iperglicemie) l’apparecchio eroga un bolo, cioè una dose unica, regolabile in base alle necessità terapeutiche contingenti. Poco tempo fa la FDA ha approvato la commercializzazione negli Stati Uniti di una forma di insulina da assumere per via respiratoria. Le varie preparazioni servono a rendere più flessibile la terapia insulinica, adattandola alle differenti richieste metaboliche dei pazienti.

Ipoglicemizzanti orali

Sono disponibili 4 categorie di ipoglicemizzanti orali:

  1. Insulino-stimolanti
    • Sulfaniluree
    • Composti non-sulfanilureici: glinidi (repaglinide, nateglinide)
  2. Insulino-sensibilizzanti
    • Biguanidi: metformina
    • Tiazolidindioni: rosiglitazone, pioglitazone
  3. Inibitori delle a-glicosidasi intestinali
    • acarbosio, miglitolo
  4. Farmaci agenti sull’asse delle incretine
    • incretino-mimetici (exenatide) solo per via parenterale
    • inibitori della dipeptidil-peptidasi IV

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Che significa prendere un farmaco off label?

MEDICINA ONLINE FARMACO MEDICINALE PRINCIPIO ATTIVO FARMACIA PILLOLA PASTIGLIA DINITROFENOLO DNP DIMAGRIRE DIETA FARMACI ANORESSIZANTI MORTE EFFETTI COLLATERALI FOGLIO FOGLIETTO ILLUSTRACon off-label in medicina e farmacologia si intende l’impiego nella pratica clinica di farmaci in maniera non conforme allo stesso, ad esempio la somministrazione di un dato farmaco per una patologia non prevista tra le indicazioni terapeutiche di quel dato farmaco.

Spesso l’utilizzo degli off-label riguarda molecole già note e utilizzate da tempo e per le quali determinate evidenze scientifiche suggerirebbero un uso razionale anche in situazioni cliniche non previste dalla scheda tecnica e nel foglietto illustrativo dei farmaci autorizzati all’immissione in commercio dalle Autorità regolatorie (Ministero della Salute e/o EMEA). Di conseguenza il farmaco off-label può essere utilizzato in “particolari situazioni cliniche”, per esempio ma non solo, anche modificando alcuni aspetti fondamentali “consolidati” della posologia del farmaco.

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La prescrizione off-label si realizza quando un farmaco viene somministrato:

  • Diversamente dall’indicazione terapeutica prevista.
  • Diversamente dalle vie e dalle modalità di somministrazione prevista.
  • Secondo dosi diverse rispetto a quanto previsto dallo schema posologico dell’RCP.
  • Superando le controindicazioni contemplate nel RCP.
  • Diversamente dalle utilizzazioni autorizzate dal Ministero della Salute.
  • Diversamente dall’elenco predisposto dalla Commissione Unica del farmaco.

La prescrizione in off-label, al di là del rispetto delle leggi che la regolano, è anche un problema di ordine etico; perché va a condizionare in modo decisivo la pratica clinica, ovvero il comportamento che il medico assume nei confronti della terapia cui sottopone il proprio paziente. Infatti, se da un lato la prescrizione in off-label di un farmaco, in alcune situazioni cliniche selezionate, può rappresentare una preziosa opportunità, talvolta questa è l’unica terapia possibile del paziente.

L’uso diffuso ed indiscriminato del farmaco off-label, per il quale non è stata accertata “efficacia” e/o “sicurezza”, può sottoporre inutilmente il paziente a possibili imprevedibili danni. Danni evitabili nel caso in cui sono disponibili più note e collaudate alternative terapeutiche efficaci e nello stesso tempo autorizzate; per le quali è stata accertata con sicurezza l’efficacia e la tollerabilità.

Spetta sempre e comunque al medico curante la scelta dell’utilizzo di un farmaco in off-label che, secondo “scienza e coscienza”, basandosi sui risultati pubblicati nella letteratura scientifica, sotto la sua diretta responsabilità, dopo aver informato adeguatamente il paziente ed averne ottenuto il consenso, potrà far iniziare la terapia con un farmaco per un’indicazione terapeutica differente o una via di assunzione o una modalità di somministrazione alternativa a quelle approvate foglietto illustrativo.

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Differenza tra integratori alimentari e sostanze dopanti con esempi

MEDICINA ONLINE INIEZIONE OLIO SYNTHOL PALESTRA MORTO ALLENAMENTO PESI MUSCOLI PALESTRA DOPING PROTEINE MORTE INTEGRATORE BODY BUILDING 14 FARMACI ILLEGALI PROIBITI ANFETAMINE TREMBOLONEIn termini esclusivamente medico-legali e penali, le sostanze e le metodiche doping sono quelle comprese nelle liste periodicamente pubblicate dalle organizzazioni internazionali e nazionali competenti in materia (CIO, WADA, Coni, Ministero della Salute).

L’uso di alcuni di questi farmaci:

  • è proibito sotto qualsiasi forma di somministrazione (ad esempio gli steroidi anabolizzanti);
  • è permesso solo per via locale (cortisonici);
  • erano considerate doping solo se assunte in quantità non alimentari (come, sino a qualche tempo fa, la caffeina).

Non sono quindi considerate sostanze dopanti quelle contenute nei prodotti comunemente indicati come ‘integratori alimentari’ purché contengano sostanze la cui vendita sia consentita, anche se l’articolo 1 comma 2 della Legge 14 dicembre 2000, n. 376 “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping” suggerisce che un uso indiscriminato di tali sostanze potrebbe comunque essere considerato pratica dopante.

Infatti:

articolo 1 comma 2 – Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.-

L’utilizzo della creatina per periodi prolungati ad alti dosaggi potrebbe rappresentarne un possibile, valido esempio.
Per quello che invece concerne le valutazioni scientifiche dell’utilizzo degli integratori dovremmo farci, nell’ordine di importanza, alcune domande: l’integratore che andiamo a somministrare è:

1 INNOCUO ?
2 LEGALE ?
3 NECESSARIO?
4 EFFICACE?

1 – Pur chiaramente non potendo paragonare l’integrazione alla somministrazione di sostanze farmacologicamente attive, non sono rari i casi di farmaci che pur essendo stati sottoposti a rigorosi protocolli di ricerca rivelano, a distanza di anni e dopo un uso intensivo, inaspettati e gravi effetti collaterali. Ma, in questo caso la gravità delle patologie trattate rendeva se non accettabile almeno possibile il rischio.
E’ comprensibile che quando lo scopo sia esclusivamente migliorare la prestazione sportiva non possa essere accettabile anche il potenziale minimo rischio per la salute, considerando anche il fatto che spesso dosaggi, periodi di somministrazione vanno ben oltre le indicazioni.

2 – Un altro rischio è il cosiddetto ‘doping involontario’: sono noti alcuni casi (estremamente più rari di quanto atleti risultati positivi all’antidoping vogliano far credere ), di integratori, che pur dichiarando componenti assolutamente permessi, risultavano inquinati colposamente o colpevolmente da sostanze ‘doping’. L’avvertenza, quindi, qualora si decida di far uso di integratori, di rivolgersi ad aziende ‘serie’ che garantiscano quanto dichiarando sulle etichette evitando, per quanto sia possibile, incauti acquisti on-line, forse più economici ma spesso meno sicuri.

3- Fermo restando la correttezza della reintegrazione, cioè la necessità  del rapido recupero di quello che si è consumato durante l’esercizio fisico impegnativo o l’aumentato fabbisogno, occorre chiedersi quanto l’uso così diffuso di reintegratori non sia solo una ‘moda’, un bisogno creato per scopi commerciali anche in quei casi in cui una normale, corretta alimentazione sia sufficiente al recupero.

4- Esiste una sterminata bibliografia sugli integratori, anche se gli studi ad alto valore ed attendibilità scientifica non sono così numerosi. Visto l’estrema varietà  e diversità  delle sostanze attive classificate come integratori è difficile dare una risposta univoca sull’efficacia degli stessi. Bisogna comunque sempre diffidare di prodotti che promettono effetti portentosi: quasi sempre non hanno alcuna attendibilità  scientifica o magari sono efficaci a dosaggi molto vicini a quelli potenzialmente dannosi.

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Trattamento farmacologico per la tubercolosi

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICIl trattamento per la tubercolosi (TBC) utilizza gli antibiotici per uccidere i micobatteri. Gli antibiotici più utilizzati sono la rifampicina, la pirazinamide, l’etambutolo e l’isoniazide. Sono i quattro farmaci che si usano, secondo le linee guida, nei primi due mesi di terapia, nella cosiddetta “fase d’attacco”.

Gli schemi terapeutici più diffusi prevedono una terapia iniziale con

  • isoniazide (300 mg),
  • rifampicina (600 mg),
  • pirazinamide (2000 mg),
  • etambutolo (1200 mg),

somministrati in associazione giornalmente.

Dopo i due mesi, i farmaci che si usano sono i soli isoniazide (600 mg) e rifampicina (600 mg), tre volte alla settimana per almeno altri 4 mesi. Infatti, rispetto al breve periodo di cure di antibiotici tipicamente utilizzato per altre infezioni batteriche, la TBC necessita di periodi molto più lunghi (dai 6 ai 12 mesi) per eliminare completamente i micobatteri dall’organismo. Il trattamento per la TBC latente utilizza solitamente un singolo antibiotico (chemioprofilassi preventiva), mentre la TBC attiva viene curata in modo più efficace con la combinazione di diversi antibiotici, per ridurre la possibilità che i batteri sviluppino una resistenza agli antibiotici. Persone con infezioni latenti vengono curate per prevenire la possibile evoluzione della TBC nella sua forma attiva.

Sebbene il trattamento antitubercolare abbia rappresentato una svolta nell’epidemiologia della malattia, una volta un vero e proprio flagello per i paesi occidentali (lo è ancora per i paesi in via di sviluppo), la terapia utilizzante la rifampicina e l’isoniazide non è senza rischi. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno fornito agli operatori sanitari delle raccomandazioni contro l’utilizzo di rifampicina e pirazinamide per il trattamento dell’infezione tubercolosa latente, a causa dell’alto numero di ospedalizzazioni e decessi da danni al fegato associati con l’utilizzo combinato di questi due farmaci.

Per approfondire:

La tubercolosi resistente ai farmaci si trasmette allo stesso modo della normale TBC. La resistenza primaria avviene nelle persone che sono infette da un ceppo resistente di TBC. Un paziente con TBC normale sviluppa una resistenza secondaria (o resistenza acquisita) durante la terapia contro la TBC a causa del trattamento inadeguato, del non mantenimento delle cure prescritte o dell’utilizzo di medicine di bassa qualità. La TBC resistente ai farmaci è un problema in molti paesi in via di sviluppo, poiché il trattamento è più prolungato e richiede farmaci più costosi. La tubercolosi multiresistente (MDR-TB) è definita come TBC resistente ai due medicinali più efficaci di prima linea: la rifampicina e l’isoniazide. La tubercolosi estensivamente resistente ai farmaci (XDR-TB) è immune anche a tre o più dei farmaci di seconda linea. La tubercolosi totalmente resistente ai farmaci (TDR-TB) è resistente a tutti i farmaci ed è ritenuta incurabile. Al 2012, questa forma è stata rilevata in sole tre nazioni: India, Iran e Italia.

Nel caso di meningite tubercolare, si deve ricorrere a farmaci in grado di passare attraverso la barriera emato-encefalica. Talvolta può essere necessario la somministrazione di tali farmaci attraverso un serbatoio di Ommaya.

Nei tempi antichi i trattamenti disponibili si concentravano particolarmente sui parametri dietetici. Plinio il Vecchio descrisse diversi metodi nella sua Naturalis Historia: il fegato di lupo preso in vino povero, il lardo di una scrofa nutrita con erba, o la carne di asina con il brodo. Nonostante questi metodi particolari non siano stati testati scientificamente, è stato dimostrato che topi di laboratorio nutriti con una dieta al 2% di proteine soffrivano di mortalità ben più alta di topi con una dieta al 20% di proteine a cui era stata somministrata la stessa dose di batteri, e che il progresso verso la morte delle cavie poteva essere invertito restaurando una dieta normale. Inoltre, le statistiche degli immigrati di South London rivelano un incremento di 8,5 volte del rischio di tubercolosi nei latto-vegetariani, prevalentemente Indiani e Asiatici, cioè persone che si nutrono solamente di vegetali e derivati caseari, rispetto ai musulmani che mangiavano carne e pesce quotidianamente. Pare comunque più accreditata l’ipotesi che i responsabili siano le carenze di vitamine, come la B12 o la D.

Directly Observed Therapy

La terapia per la tubercolosi è lunga e complessa. Un ciclo di cure può durare da 6 mesi a 18-24 mesi a seconda dell’aderenza del paziente alla prescrizione. Perché il trattamento sia efficace e per evitare che si instauri una resistenza ai farmaci antitubercolari, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto una strategia denominata Directly Observed Therapy(Terapia Osservata Direttamente) o DOT, che consiste in un regime terapico in cui vi sia un sanitario che si assicuri che il paziente assuma regolarmente la sua dose di farmaci, così come previsto dalla prescrizione. Diversi studi hanno dimostrato che la strategia DOT è in grado di ridurre la durata della cura a 6-8 mesi.

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Farmaci antipsicotici: differenza tra neurolettici tipici ed atipici

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTROfarmaci neurolettici (anche chiamati “antipsicotici“) sono un gruppo di psicofarmaci che agiscono su precisi target neurotrasmettitoriali (principalmente utilizzati tipicamente per il trattamento delle psicosi, schizofrenia, disturbo bipolare e nel disturbo depressivo cronico. Non sono indicati per il trattamento dell’insonnia in quanto non vi sono evidenze cliniche a favore del loro impiego. I farmaci neuroletti vengono classicamente divisi in due categorie, neurolettici tipici ed atipici:

Neurolettici tipici

hanno una affinità pressoché selettiva verso i recettori dopaminergici, in particolare sul sottotipo D2, su cui agiscono come potenti antagonisti. Essendo molto attivi in tal senso e poco selettivi per le diverse aree cerebrali, mostrano una elevata incidenza di effetti collaterali di tipo extrapiramidale. Data la loro efficacia sono spesso preferiti nella gestione delle crisi acute.

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Neurolettici atipici

Gli aticipici sono sviluppati in modo da migliorare il profilo di effetti collaterali perché esercitano sia un antagonismo verso i recettori dopaminergici, in particolare i D2 per i quali mostrano una affinità minore rispetto ai neurolettici tipici, sia un antagonismo verso alcuni recettori serotoninergici, in particolare i sottotipi 5HT2A e 5HT2C. Quest’ultime attività si ipotizza possano migliorare sia i sintomi della malattia (nella schizofrenia sembra coinvolta anche un’alterazione dell’attività serotoninergica) che diminuire l’incidenza di effetti collaterali extrapiramidali per modulazione indiretta del tono dopaminergico. Non tutti condividono pienamente questo meccanismo d’azione, dato che la modulazione di altri target neuronali (ad esempio il recettore GHB nelle benzammidi sostituite) o enzimatici (come l’inibizione della Amminoacido Ossidasi da parte del Risperidone) sembrano contribuire all’effetto complessivo. Inoltre molti presentano una distribuzione preferenziale proprio nelle aree coinvolte nella genesi del disturbo, migliorando quindi ulteriormente il profilo di effetti collaterali. Sono perciò preferiti, rispetto ai tipici, nelle terapie di mantenimento anche se alcuni studi sembrano indicare una efficacia leggermente minore.

Recentemente è stata proposta una nuova classe per raccogliere i farmaci come l’aripiprazolo che si comportano come agonisti parziali dei recettori dopaminergici piuttosto che come antagonisti puri, definendoli neurolettici di terza generazione. Nonostante l’incidenza di effetti collaterali extrapiramidali e discinesia tardiva sia più elevata tra gli antipsicotici di prima generazione, anche nelle altre classi possono comunemente verificarsi tali effetti collaterali.

Classificazione

  • Antipsicotici tipici o di prima generazione

    • butirrofenoni
      • Aloperidolo, molto potente ed efficace, associa all’effetto terapeutico un’alta incidenza di effetti collaterali extrapiramidali
      • Droperidolo
    • fenotiazine
      • Alifatiche
        • Clorpromazina
        • Prometiazina
        • Acepromazina, utilizzata in ambito veterinario
      • piperaziniche
        • Perfenazina
        • Porcloperazina
        • Tioproperazina
        • Trifluoperazina
      • Piperidiniche
    • Tioxanteni
      • Zuclopentixolo
      • Clopentixolo
      • Tioxitene
  • Antipsicotici atipici o di seconda generazione

    • Benzammidi sostituite
      • Amisulrpide, associa l’antagonismo D2 (a basse dosi preferenzialmente presinaptico), all’agonismo per il recettore GHB.
      • Sulpiride, simile al composto correlato amisulpride.
      • Tiapride, mostra affinità preferenziale per il sistema limbico rispetto a quello striatriale
      • Varelipride, utilizzata però in ambito veterinario.
    • Dibenzodiazepine
      • Quetiapina, ha struttura simil dibenzodiazepinica, è considerato quello a maggior potenziale sedativo.
      • Clozapina, considerato un farmaco di seconda linea per i potenziali effetti collaterali anche gravi.
      • Olanzapina
    • Scheletro simil Azapironi
      • Lurasidone
      • Risperidone
      • Paliperidone, principale metabolita del risperidone
      • Ziprasidone, causa un minore aumento di peso rispetto ad altri antipsicotici
      • Perospirone
  • Terza generazione

    • Aripiprazolo, agonista parziale dei recettori D2 e di alcuni sottotipi serotoninergici. La sua efficacia è ancora oggetto di approfondimento.

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Primobolan Depot ® Metenolone enantato: effetti e dosaggi

MEDICINA ONLINE Shawn Rhoden Mister Olympia 2018 BEFORE 2008 AFTER 2018 EFFETTI STEROIDI ANABOLIZZANTI FARMACI AAS DEFINIZIONE MASSA MUSCOLARE COME RICONOSCERE DOPATO IN PALESTRA NATTY NATURAL NATURALE DOPING BODY BUILDINGPrimobolan Depot ® è il nome commerciale del metenolone enantato, uno steroide anabolizzante iniettabile di origine sintetica. Questo farmaco è prodotto dalla casa farmaceutica Sharing ed ha una durata di azione decisamente superiore rispetto allla versione orale (metenolone acetato). Il Primobolan Depot ha scarse proprietà androgene ma anche deboli effetti anabolizzanti (leggermente inferiori rispetto al Deca-Durabolin ®). Per questo motivo alcuni atleti lo assumono insieme a steroidi ad elevato effetto anabolico; in questo modo si tenta di ridurre l’attività androgena complessiva e diminuire il rischio di spiacevoli effetti collaterali.

A differenza di molti steroidi anabolizzanti il Primobolan non viene convertito in estrogeni e questa è senza dubbio la sua caratteristica più interessante. Per questo motivo il suo utilizzo non è in alcun modo legato ad effetti collaterali come ginecomastia, ipertensione e ritenzione idrica. Grazie a tali caratteristiche il metenolone enantato viene utilizzato nei periodi di definizione quando l’aumento della massa muscolare non è l’obiettivo primario. Se assunto a dosi moderate (100-200 mg alla settimana) il Primobolan interferisce debolmente con la sintesi endogena di testosterone che viene invece ridotta sensibilmente quando si assumono altri anabolizzanti iniettabili (nandrolone o testosterone).

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali di questo farmaco risiedono nella sua bassa (ma comunque presente) attività androgena. Acne, caduta dei capelli, ed eccessiva virilizzazione possono pertanto colpire soggetti predisposti. Se assunto a dosi elevate oltre ad una esacerbazione di questi sintomi si assiste anche ad un rilevante decremento della sintesi endogena di testosterone. Nonostante questo aspetto il Primobolan è uno degli steroidi anabolizzanti relativamente più sicuri, ricordando comunque che l’uso di farmaci di questo tipo rimane altamente sconsigliato e pericoloso per la salute. Generalmente è ben tollerato anche dalle donne che di solito lo assumono in formulazione orale (Metenolone acetato) per poter meglio gestire l’eventuale comparsa di effetti collaterali.

MODALITÀ D’ASSUNZIONE (penalmente perseguibile e associata a gravi e numerosi effetti collaterali)

Come sostanza anabolizzante nel bodybuilding: il Primobolan Depot viene solitamente assunto in dosi di 100-200 mg alla settimana. Molti atleti tendono comunque ad assumerne quantitativi superiori fino a raggiungere i 600-800 mg alla settimana. Ovviamente ad un simile dosaggio aumenta notevolmente il rischio di spiacevoli effetti collaterali, anche se in molti casi il Metenolone viene comunque ben tollerato dall’organismo. Come accennato all’inizio dell’articolo il Primobolan è uno steroide ideale nel periodo di definizione dove viene spesso associato ad altri anabolizzanti a bassa attività estrogenica (Halotestin ®, Trenbolone, Winstrol ®). Qualche atleta utilizza il Primobolan anche nei periodi di massa addizionandolo a Testosterone, Dianabol o Anadrol. Tale approccio, a parità di effetto anabolico, permette una riduzione dei dosaggi dei singoli anabolizzanti androgeni diminuendo gli effetti collaterali complessivi dello stack.

EFFETTI ANABOLIZZANTI: 88*

EFFETTI ANDROGENIZZANTI: 44-57*

ATTIVITÀ ESTROGENICA: assente

ATTIVITÀ PROGESTINICA: nessun dato disponibile (bassa)

* l’ormone di riferimento è il testosterone (100/100)

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Accertati di essere a conoscenza degli effetti collaterali e delle ripercussioni legali derivanti dall’utilizzo degli steroidi anabolizzanti (regolamentate dalla legge in materia antidoping 14 dicembre 2000, n. 376 e successivi aggiornamenti, e dalla legge in materia di disciplina degli stupefacenti D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 e successivi aggiornamenti).

Tale farmaco è uno dei prodotti più contraffatti. Oltre a sconsigliarne l’acquisto in assoluto, se ne sconsiglia in particolare il suo acquisto via internet o dal mercato nero, per evitare farmaci contraffatti estremamente pericolosi per la salute.

Tali indicazioni hanno esclusivamente scopo informativo e NON intendono in alcun modo sostituirsi al parere di un medico o favorire l’utilizzo di steroidi anabolizzanti, né tanto meno promuovere specifici prodotti commerciali, eventualmente indicati a puro scopo informativo. Il ricorso agli steroidi anabolizzanti al di fuori dell’ambito medico è una pratica pericolosa ed aberrante dalla quale ci discostiamo CONDANNANDOLA E SCORAGGIANDOLA nella maniera più assoluta.

Fonte: my-personaltrainer.it

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