Triatec (ramipril): posologia, effetti collaterali [FOGLIETTO ILLUSTRATIVO]

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene H Grasso Pancia Sex Sessuologo Auguri Buon Natale 2013 CURA FARMACI ANTICOLESTEROLOTRIATEC è un farmaco che contiene il principio attivo ramipril che appartiene al gruppo di farmaci chiamati ACE inibitori (Inibitori dell’Enzima di Conversione dell’Angiotensina).

TRIATEC agisce:

  • Diminuendo la produzione, da parte del corpo, di sostanze che possono causare un aumento della pressione sanguigna
  • Rilassando e allargando i suoi vasi sanguigni
  • Facilitando il suo cuore nel pompare il sangue in circolo nel corpo.

Triatec è disponibile in questi dosaggi:

  • TRIATEC 1,25 mg compresse
  • TRIATEC 2,5 mg compresse
  • TRIATEC 5 mg compresse
  • TRIATEC 10 mg compresse

TRIATEC può essere usato:

  • Per trattare la pressione alta del sangue (ipertensione)
  • Per ridurre il rischio di un attacco cardiaco o di un ictus
  • Per ridurre il rischio o ritardare il peggioramento di problemi renali (in presenza o meno di diabete)
  • Per trattare il suo cuore quando non riesce a pompare un sufficiente volume di sangue nel resto del corpo (insufficienza cardiaca)
  • Come trattamento dopo un attacco cardiaco (infarto del miocardio) se associato ad insufficienza cardiaca.

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Controindicazioni, non assuma Triatec:

  • Se è allergico (ipersensibile) al ramipril, ad altri medicinali ACE inibitori o uno qualsiasi degli altri eccipienti di TRIATEC elencati al paragrafo 6. Segni di una reazione allergica possono essere eruzioni cutanee, difficoltà ad inghiottire o a respirare, gonfiore alle labbra, alla faccia, alla gola o alla lingua
  • Se ha avuto una reazione allergica grave chiamata “angioedema”. I segni includono prurito, eruzione cutanea (orticaria), macchie rosse sulle mani, sui piedi e in gola, gonfiore della gola e della lingua, gonfiore attorno agli occhi e delle labbra, difficoltà nel respirare e ad inghiottire
  • Se è in dialisi o sta facendo qualche altro tipo di filtrazione del sangue. A seconda del macchinario che viene utilizzato, TRIATEC può non essere adatto per lei
  • Se ha problemi renali dovuti a insufficiente apporto di sangue al rene (stenosi dell’arteria renale).
  • Durante gli ultimi 6 mesi di gravidanza
  • Se la pressione sanguigna è eccessivamente bassa o instabile. Il medico dovrà fare questa valutazione
  • Se soffre di diabete o la sua funzione renale è compromessa ed è in trattamento con un medicinale che abbassa la pressione del sangue, contenente aliskiren.

Controlli con il medico prima di prendere TRIATEC:

  • Se ha problemi di cuore, fegato o reni
  • Se ha perso molti sali o fluidi corporei (a causa di uno stato di malessere quale vomito, diarrea, sudorazione eccessiva, o in seguito ad una dieta povera di sale, o per l’assunzione di diuretici per un lungo periodo di tempo o avendo subito una dialisi)
  • Se sta per sottoporsi ad un trattamento per ridurre l’allergia alle punture delle api o delle vespe (desensibilizzazione)
  • Se sta per subire un’anestesia. Questa può essere somministrata per un intervento chirurgico o un intervento ai denti. Potrebbe essere necessario interrompere il trattamento con TRIATEC il giorno prima; chieda consiglio al medico
  • Se ha un elevato quantitativo di potassio nel sangue (evidenziato da un esame del sangue)
  • Sta prendendo medicinali o si trova in condizioni tali che i livelli di sodio nel sangue possono diminuire. Il medico può prescriverle esami del sangue a intervalli regolari, in particolare per controllare i livelli di sodio nel sangue, soprattutto se lei è anziano
  • Se ha una patologia del collagene vascolare come sclerodermia o lupus eritematoso sistemico.
  • Deve informare il medico se pensa di essere incinta.
  • TRIATEC non è raccomandato nei primi 3 mesi di gravidanza e può causare gravi danni al bambino dopo 3 mesi di gravidanza (vedere paragrafo sotto “Gravidanza e allattamento”)
  • Se sta assumendo uno dei seguenti medicinali usati per trattare la pressione alta del sangue: – un “antagonista del recettore dell’angiotensina II” (AIIRA) (anche noti come sartani – per esempio valsartan, telmisartan, irbesartan), in particolare se soffre di problemi renali correlati al diabete – aliskiren”

Bambini
L’uso di TRIATEC non è raccomandato in bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni di età perché la sicurezza e l’efficacia di TRIATEC nei bambini non sono state ancora stabilite.

Interazioni
Informi il medico o il farmacista se sta assumendo o ha recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, compresi quelli senza prescrizione medica (inclusi i medicinali a base di piante medicinali). Questo perché TRIATEC può influenzare il meccanismo d’azione di alcuni altri medicinali. Inoltre alcuni medicinali possono influenzare il meccanismo d’azione di TRIATEC. Informi il medico se sta assumendo uno dei seguenti medicinali. Tali medicinali possono interferire con TRIATEC alterandone l’azione:

  • Medicinali utilizzati per alleviare dolori ed infiammazioni (ad es. Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS) come ibuprofene, indometacina, aspirina)
  • Medicinali utilizzati per il trattamento della pressione bassa, dello shock, dell’insufficienza cardiaca, dell’asma o delle allergie come efedrina, noradrenalina o adrenalina. Il medico dovrà controllare la sua pressione sanguigna.
  • Medicinali utilizzati per alleviare dolori ed infiammazioni (ad es. Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS) come ibuprofene, indometacina, aspirina)
  • Medicinali per la cura del cancro (chemioterapia)
  • Medicinali per evitare il rigetto di organi dopo il trapianto come ad esempio la ciclosporina
  • Diuretici come la furosemide
  • Medicinali che possono aumentare il quantitativo di potassio nel sangue come lo spironolattone, il triamterene, l’amiloride, i sali di potassio e l’eparina (usata per rendere il sangue più fluido)
  • Medicinali steroidei per il trattamento delle infiammazioni come il prednisolone
  • Allopurinolo (usato per abbassare il contenuto di acido urico nel sangue)
  • Procainamide (per i problemi di battito cardiaco)
  • Farmaci per il diabete come gli ipoglicemizzanti orali e l’insulina. TRIATEC può abbassare il quantitativo di zuccheri nel sangue. Controlli attentamente il livello degli zuccheri nel sangue quando assume TRIATEC.
  • Litio (per problemi psichiatrici). TRIATEC può aumentare il quantitativo di litio nel sangue. Il livello di litio nel suo sangue deve essere controllato attentamente dal medico.

Se si verifica una delle condizioni sopra descritte (o non è sicuro), chieda al medico prima di assumere TRIATEC.

Assunzione di TRIATEC con cibi e alcool
Bere bevande alcoliche insieme a TRIATEC può provocare sensazione di vertigini o di stordimento. Se vuole sapere quanto alcool bere quando sta prendendo TRIATEC ne discuta con il medico, poiché i farmaci usati per ridurre la pressione sanguigna e l’alcool possono avere Il medico potrebbe ritenere necessario modificare la dose e/o prendere altre precauzioni se sta assumendo un antagonista del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) o aliskiren (vedere anche quanto riportato alla voce “Non prenda TRIATEC” e ” effetti additivi.

Gravidanza
Deve informare il medico se pensa di essere incinta. Non deve prendere TRIATEC nelle prime 12 settimane di gravidanza e non deve assolutamente assumerlo dopo la 13ma settimana perché il suo uso durante la gravidanza può essere dannoso per il bambino. Se rimane incinta durante la terapia con Triatec, informi immediatamente il medico. Prima di pianificare una gravidanza deve essere effettuato il passaggio ad un altro farmaco più adatto.

Allattamento
Non deve prendere TRIATEC se sta allattando al seno. Chieda al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale.

Guida di veicoli e utilizzo di macchinari
Potrebbe avere sensazione di vertigini, mentre assume TRIATEC. Questo è più probabile quando ha appena iniziato ad assumere TRIATEC o ha appena aumentato la dose. Se ciò dovesse accadere, non guidi o usi strumenti o macchinari.

Posologia
Prenda sempre TRIATEC seguendo esattamente le istruzioni del medico. Deve chiedere il parere del medico o del farmacista se non è sicuro.

Come prendere questo medicinale

  • Prenda il farmaco per bocca nello stesso momento della giornata, ogni giorno.
  • L’assunzione di TRIATEC può avvenire durante o lontano dai pasti.
  • Inghiotta le compresse intere con del liquido.
  • Non rompa le compresse e non le mastichi.

Dose per il trattamento della pressione alta
La dose iniziale abituale è 1,25 mg o 2,5 mg una volta al giorno.
Il medico aggiusterà il quantitativo che lei assume finché la sua pressione sanguigna sarà sotto controllo.
La dose massima giornaliera è 10 mg.
Se sta già prendendo dei diuretici, il medico potrebbe interromperli o ridurne il quantitativo prima di farle iniziare il trattamento con TRIATEC.

Dose per ridurre il rischio di un attacco cardiaco o di un ictus
La dose iniziale è 2,5 mg una volta al giorno.
Il medico potrebbe decidere di aumentare il dosaggio che assume
La dose abituale è 10 mg una volta al giorno.

Dose per ridurre o prevenire l’aggravamento dei problemi renali
Può esserle data per iniziare una dose di 1,25 mg o 2,5 mg una volta al giorno
Il medico adeguerà il quantitativo che sta assumendo.
La dose abituale è 5 mg o 10 mg una volta al giorno.

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Dose per il trattamento dell’insufficienza cardiaca
La dose iniziale abituale è 1,25 mg una volta al giorno.
Il medico adeguerà il quantitativo che assume.
La dose massima è 10 mg al giorno. È preferibile dividere la dose in due somministrazioni giornaliere.

Dose per il trattamento dopo un attacco cardiaco
La dose iniziale abituale è da 1,25 mg una volta al giorno a 2,5 mg due volte al giorno.
Il medico adeguerà il quantitativo che assume.
La dose abituale è 10 mg al giorno. È preferibile dividere la dose in due somministrazioni giornaliere.

Sovradosaggio: cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Triatec?
Informi il medico o vada al pronto soccorso dell’ospedale più vicino. Non guidi per andare all’ospedale, si faccia accompagnare da qualcuno o chiami un’ambulanza. Porti con sé la scatola del medicinale. Questo perché il medico deve sapere che cosa ha assunto.

Se dimentica di prendere Triatec
Se dimentica una dose, assuma la sua dose normale, quando è il momento.
Non prenda una dose doppia per compensare la dimenticanza della compressa.
Se ha ulteriori domande sull’uso di questo medicinale, si rivolga al medico o al farmacista.

Effetti collaterali di Triatec
Come tutti i medicinali, TRIATEC può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino. Smetta di prendere TRIATEC e si rivolga immediatamente al medico se nota la comparsa di un qualsiasi effetto indesiderato grave – potrebbe avere bisogno di un trattamento medico urgente:

  • Gonfiore del volto, delle labbra o della gola tale da rendere difficoltoso deglutire o respirare, così come prurito o eruzione cutanea. Questo potrebbe essere segno di una reazione allergica grave a TRIATEC.
  • Reazioni cutanee gravi che includono eruzione cutanea, ulcere in bocca, peggioramento di una patologia cutanea pre-esistente, arrossamenti, formazione di vesciche e desquamazione della pelle (come Sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica o eritema multiforme).
  • Accelerazione del battito cardiaco, battito cardiaco irregolare o rinforzato (palpitazioni), dolore al petto, sensazione di oppressione al petto, o problemi più gravi che includono attacco cardiaco e ictus
  • Respiro corto o tosse. Questi possono essere segni di problemi polmonari
  • Formazione più facile di lividi, sanguinamento prolungato più del normale, qualsiasi segno di sanguinamento (ad es. sanguinamento delle gengive) macchie viola sulla pelle o facilitata insorgenza di infezioni, irritazioni della gola e febbre, sensazione di stanchezza, debolezza, capogiri o colorito pallido.
  • Dolore gastrico grave che può estendersi fino alla schiena. Questo può essere un segno di pancreatite (infiammazione del pancreas)
  • Febbre, brividi, stanchezza, perdita dell’appetito, dolore allo stomaco, sensazione di malessere, ingiallimento della pelle o degli occhi (ittero). Questi possono essere segni di problemi al fegato come l’epatite (infiammazione del fegato) o danno al fegato.

Altri effetti indesiderati includono:

  • Mal di testa o sensazione di stanchezza
  • Sensazione di vertigini. Questo è più probabile che accada quando la terapia con TRIATEC è appena iniziata o ha appena incrementato la dose
  • Debolezza, ipotensione (pressione sanguigna insolitamente bassa), specialmente quando si è in piedi o ci si alza rapidamente
  • Tosse secca stizzosa, infiammazione dei seni nasali (sinusite) o bronchite, fiato corto
  • Dolore allo stomaco o all’intestino, diarrea, indigestione, sensazione di malessere o stato di malessere
  • Eruzione cutanea con o senza rigonfiamenti
  • Dolori al petto
  • Crampi o dolori muscolari
  • Problemi di equilibrio (vertigini)
  • Prurito e sensazioni insolite alla pelle come intorpidimento, formicolio, bruciore, sensazione di punture o di sfregamento (parestesia)
  • Perdita o cambiamento del gusto
  • Problemi di sonno
  • Umore depresso, ansia, maggiore nervosismo rispetto al solito o irritabilità
  • Naso chiuso, difficoltà respiratorie o peggioramento dell’asma
  • Gonfiore all’intestino chiamato “angioedema intestinale” e che si presenta con sintomi come dolore addominale, vomito e diarrea
  • Bruciore allo stomaco, stipsi o secchezza delle fauci
  • Aumento della quantità di urina durante la giornata
  • Maggiore sudorazione rispetto al solito
  • Perdita o diminuzione dell’appetito (anoressia)
  • Battito cardiaco accelerato o irregolare.
  • Braccia e gambe gonfie. Questo può essere il segno che il suo corpo sta trattenendo più acqua del solito
  • Vampate
  • Visione confusa
  • Dolore alle articolazioni
  • Febbre
  • Disfunzione erettile nel maschio
  • Ridotto desiderio sessuale in uomini e donne
  • Aumento nel numero delle cellule bianche del sangue (eosinofilia) riscontrato durante gli esami del sangue
  • Alterazioni della funzionalità di fegato, pancreas o reni evidenziate da analisi del sangue.
  • Sensazione di mancamento o confusione
  • Lingua gonfia ed arrossata
  • Grave sfaldamento o desquamazione della pelle, prurito, eruzione cutanea caratterizzata da pustole
  • Problemi alle unghie (come perdita o separazione dell’unghia dalla sua sede)
  • Eruzione cutanea o lividi
  • Macchie sulla pelle ed estremità fredde
  • Occhi arrossati, gonfi o acquosi o con prurito
  • Disturbi dell’udito e tintinnio nell’orecchio
  • Sensazione di debolezza
  • Diminuzione nel numero dei globuli rossi, bianchi e delle piastrine del sangue o della concentrazione dell’emoglobina, evidenziato da esami del sangue.
  • Maggiore sensibilizzazione al sole
  • Difficoltà di concentrazione
  • Gonfiore alla bocca
  • Esami del sangue che mostrano un numero troppo basso di cellule del sangue.
  • Esami del sangue che mostrano un basso livello del sodio nel sangue
  • Dita delle mani e dei piedi che cambiano colore quando si raffreddano e che formicolano o fanno male quando vengono riscaldate (fenomeno di Raynaud)
  • Ginecomastia (aumento del volume del seno negli uomini)
  • Reazioni rallentate o alterate
  • Sensazione di bruciore
  • Modifica nella percezione degli odori
  • Perdita dei capelli

Scadenza e conservazione
Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini. Non usare Triatec dopo la data di scadenza indicata sugli astucci, blister e flaconi. La data di scadenza si riferisce all’ultimo giorno del mese indicato. Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici.

 

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Feci nere e melena: cause e cure in adulti e neonati

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAGNO TAZZA TOILETTE WC SANITARI CACCA FECI URINA PIPI GABINETTO BIDET CISTITE EMORROIDI STIPSI COSTIPAZIONE STITICHEZZALa presenza di sangue nelle feci conferisce loro un colore molto scuro, tendente al nero. È sangue che arriva dalla zona alta dell’apparato gastrointestinale, ovvero dall’esofago, dallo stomaco e dall’intestino tenue: se il sangue derivasse da una zona bassa dell’intestino (più vicino all’ano), il sangue sarebbe di colore rosso vivo e non marrone scuro tendente al nero. Le feci nere dovute a sanguinamento prendono il nome di “melena“. Non tutte le feci nere sono necessariamente dovute a sanguinamento: “false melene” sono quelle feci che risultano scure o nere, ma in realtà non contengono sangue.
Le feci nere possono essere provocate da varie cause, come ad esempio l’ingestione di alcune sostanze o l’assunzione di integratori di ferro. Tuttavia, come prima accennato, le feci nere possono anche essere causate da una grave condizione, ovvero il sanguinamento nel tratto digestivo dovuto ad un’ulcera peptica. Tra le cause più comuni di feci nere spiccano:

  • ulcera allo stomaco (ulcera peptica);
  • infiammazione del tratto gastrointestinale;
  • uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei.

Le feci nere potrebbero essere un’abitudine per le persone che hanno subito un intervento di colectomia, perché il cibo non viene digerito nel modo più completo. Tuttavia, se si è presentato un sanguinamento gastrointestinale in passato, le feci hanno un cattivo odore o il problema va avanti per più di un paio di giorni, consultare immediatamente il medico.

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Le cause di feci nere

Una delle possibili cause di melena è l’ulcera che sanguina: l’ulcera è una ferita che appare sul rivestimento dello stomaco, può provocare sanguinamento e melena. Contrariamente alla credenza popolare, le ulcere allo stomaco non sono di solito causate da stress o da cibo piccante (anche se questi possono aggravare un’ulcera già esistente). In realtà, esse sono causate da un’infezione dovuta ad un batterio chiamato Helicobacter pylori (H. pylori). Gli antibiotici sono normalmente prescritti per eliminare l’infezione, e talvolta un riduttore acido. Un’altra causa di ulcere allo stomaco è l’uso a lungo termine di farmaci antidolorifici noti come FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei). I FANS possono irritare lo stomaco, indebolendo la capacità del rivestimento di resistere all’acido prodotto nello stomaco. Per questo stesso motivo, i FANS hanno un effetto negativo sulla malattia di Crohn e la colite ulcerosa. I FANS sono farmaci comuni come l’ibuprofene, il naprossene sodico e l’aspirina. Alcuni FANS sono prescritti dai medici. Le ulcere dello stomaco, causate da FANS, di solito guariscono dopo che viene interrota la somministrazione del farmaco incriminato. Anche la gastrite (l’infiammazione del rivestimento dello stomaco) può determinare la comparsa di feci nere. Questa infiammazione può essere causata da troppo alcol o cibo, dal cibo piccante, dal fumo, da infezione da batteri o dall’uso prolungato di FANS. La gastrite si può sviluppare anche dopo un intervento chirurgico o un trauma, oppure può essere associata a condizioni mediche preesistenti. Le varici esofagee sono vene dilatate nella parete dello stomaco, nell’esofago o superiore o inferiore, e possono anch’esse determinare la comparsa di feci nere. Quando queste vene si rompono, possono causare sanguinamento, che può far comparire il sangue nelle feci o nel vomito. Le varici esofagee sono una grave complicanza derivante da ipertensione portale (pressione alta) causata da cirrosi epatica.

Quali sintomi accompagnano la comparsa di feci nere?

Le feci nere possono essere accompagnate da altri sintomi, che variano a seconda della causa principale. I sintomi e segni che possono accompagnare le feci nere includono:

  • dolore addominale;
  • gonfiore addominale;
  • cambiamento delle abitudini intestinali;
  • diarrea;
  • indigestione;
  • sintomi simil-influenzali ;
  • feci maleodoranti;
  • nausea e vomito;
  • scarso appetito;
  • malessere generale;
  • astenia;
  • dolore rettale o sensazione di bruciore;
  • perdita di peso imprevisto.

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Come avviene la diagnosi delle feci nere?

La causa a monte delle feci nere generalmente viene diagnosticata dal medico tramite anamnesi, esame oggettivo e vari test di laboratorio e di diagnostica per immagini. Questi test possono includere:

  • radiografie;
  • ecografie;
  • esami del sangue;
  • esami delle feci;
  • ricerca di sangue nelle feci;
  • colonscopia;
  • gastroscopia;
  • cultura delle feci.

A quali trattamenti si deve ricorrere in caso di feci scure?

La cura varia in base alle cause che hanno generato il problema, quindi può essere farmacologica, chirurgica o di altro genere, a seconda dei casi.

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Feci nere nei bambini e neonati

E’ possibile che le feci assumano questa colorazione per una assunzione eccessiva di ferro, se il bambino si è alimentato con molte verdure. Se la colorazione invece è del tutto nera allora è necessario far visitare subito il bambino dal pediatra perché ciò potrebbe essere sintomo di sanguinamento nel tratto digestivo alto ed il colore scuro essere determinato dalla presenza di sangue digerito. Se insieme alle feci si vedono invece piccole striature di sangue rosso vivo, la causa più frequente risiede in piccole ragadi o escoriazioni della mucosa anale, dovute all’espulsione di feci più dure; la mamma (o il pediatra) se ne accorge perché sono ben visibili attorno all’ano. Per evitarle, basta fare in modo di ammorbidire le feci, curando un’eventuale stitichezza; per lenire il fastidio, si possono applicare pomate cicatrizzanti, ad esempio a base di fitostimoline, oppure un po’ di pomata all’ossido di zinco che ha la funzione di proteggere la pelle al passaggio delle feci.

Quale contenitore sterile usare per l’esame delle feci?

In caso di un eventuale esame delle feci, per raccogliere e conservare correttamente il campione di feci da inviare in laboratorio, è necessario usare un contenitore sterile apposito, dotato di spatolina. Il prodotto di maggior qualità, che ci sentiamo di consigliare per raccogliere e conservare le feci, è il seguente: http://amzn.to/2C5kKig

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Quanto tempo serve per reintegrare il sangue dopo una donazione?

MEDICINA ONLINE BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MEDITERRANEA EMOGLOBINALa quota liquida del sangue viene ricostituita nell’arco di poche ore grazie a meccanismi naturali di recupero che richiamano liquidi entro i vasi sanguigni; la quota corpuscolata (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine) viene ricostituita in tempi variabili a seconda della cellula considerata, comunque sempre in pochi giorni.

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Pressione arteriosa: i momenti della giornata in cui è più alta

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PRESSIONE ARTERIOSA VALORI NORMALI PATOLOGICI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari AnoAlcune persone si misurano la pressione in un momento qualsiasi della giornata, magari solo quando si sentono stanchi o hanno mal di testa. Quello che non tutti sanno è che la pressione arteriosa, così come anche la temperatura del nostro corpo, non è costante durante tutto l’arco della giornata e mettere a paragone valori presi in ore diverse può portare a valutazioni sbagliate.

Come variano i valori della pressione arteriosa durante la giornata?

  • I valori più alti vengono ritrovati al mattino, subito dopo il risveglio, tanto che molti ictus cerebrali (che hanno come fattore di rischio l’ipertensione arteriosa ed i picchi ipertensivi), accadono proprio con maggior frequenza durante il mattino (fra le 6 del mattino e le 2 del pomeriggio); il picco degli attacchi cardiaci si ha invece intorno alle 10/11 del mattino.
  • Durante il pomeriggio si osserva un calo progressivo che prosegue per tutta la notte nel corso della quale si hanno i valori più bassi, tra mezzanotte e la mattina successiva (soprattutto intorno alle 3/4 di notte).
  • Nei soggetti ipertesi i valori più elevati vengono ritrovati fra le 10 e le 12 del mattino, quelli più bassi fra le 2 e le 5 di notte.

Parlando in generale quindi – e riferendoci a persone che svolgono lavori diurni – la pressione è più alta tra il risveglio e l’ora di pranzo, per poi diminuire il pomeriggio e raggiungere i picchi più bassi tra mezzanotte e la mattina successiva. Alcuni eventi e/o patologie possono alterare questo “schema”. Ad esempio una emozione improvvisa (ad esempio paura) la sera, oppure svolgere una attività lavorativa che includa grossi sforzi di notte, può determinare un rialzo pressorio improvviso in orari serali/notturni e quindi determinare eventi ischemici o emorragici in orari serali e notturni. II ritmo circadiano della pressione arteriosa è sotto controllo neuro-ormonale, ma i meccanismi regolatori non sono ancora ben noti.

Strumenti necessari per misurare la pressione

Per misurare la pressione arteriosa sono necessari uno sfigmomanometro (la parte che si indossa sul braccio, con rispettiva valvola) ed uno stetoscopio (la parte che “si mette alle orecchie”): se non li possedete ancora ed avete necessità di misurarvi spesso la pressione arteriosa, potrebbe essere un ottimo investimento per la vostra salute, quello di acquistarli e tenerli in casa a portata di mano.

Sfigmomanometri manuali

La scelta dello strumento adatto a volte può risultare difficile, vista l’enorme quantità di strumenti attualmente sul mercato: a tale scopo io ed il mio Staff abbiamo selezionato per voi i migliori sfigmomanometri manuali professionali, elencati in ordine di prezzo decrescente:

A tali strumenti dovrete aggiungere anche uno stetoscopio, i nostri preferiti sono:

Se invece preferite comprare in un’unica soluzione sia sfigmomanometro che stetoscopio, ecco i migliori prodotti selezionati per voi:

Sono quattro strumenti ben costruiti, venduti in tutto il mondo e, pur avendo un prezzo contenuto, sono estremamente precisi e professionali, inoltre includono nella confezione anche uno stetoscopio il che vi eviterà di doverlo comprare a parte.

Sfigmomanometri automatici digitali

Se non sapete come utilizzare uno sfigmomanometro manuale potete leggere la nostra guida, oppure acquistare uno strumento digitale che misura in modo automatico la pressione: è necessario solo indossare l’apposito bracciale e dare avvio alla procedura senza neanche avere lo stetoscopio, che è invece necessario con gli strumenti manuali. La scelta dell’apparecchio adatto a volte può risultare difficile, vista l’enorme quantità di prodotti attualmente sul mercato: a tale scopo il mio Staff ha selezionato per voi i migliori sfigmomanometri automatici sul mercato:

Sono cinque apparecchi ottimamente costruiti, moderni, facili da usare ed estremamente precisi e professionali: con essi misurare la vostra pressione arteriosa sarà facile come premere un tasto!

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Come si misura la pressione arteriosa? Guida facile

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma differenza pressione arteriosa venosa Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneEcco come misurare la pressione arteriosa con il tipico sfigmomanometro con manicotto (camera d’aria) ed un fonendoscopio (per gli apparecchi digitali, consultate invece il manuale di istruzioni):

  1. arrotolare il manicotto gonfiabile intorno al braccio disteso all’altezza del cuore, posizionandolo a metà tra la spalla e la piega del gomito, zona passaggio dell’arteria omerale;
  2. applicare la membrana del fonendoscopio (stetoscopio) sulla piega del gomito (sopra l’arteria omerale) e porre l’indice e il medio sul polso nella zona dove si percepisce il polso radiale (arteria radiale). Ovviamente quest’ultima operazione può essere fatta solo se una seconda persona ci misura la pressione;
  3. riempire d’aria il manicotto fino a portare la colonnina di mercurio ad un valore superiore di almeno 30 mmHg rispetto alla pressione che avete di solito;
  4. continua a gonfiare il manicotto fino a che non si sente più alcun rumore con il fonendoscopio e scompare il polso radiale: in questo momento l’arteria è occlusa – in quanto la pressione del manicotto è maggiore alla pressione massima del sangue nell’arteria (omerale) sottostante – sia durante la contrazione sistolica del cuore sia durante la diastole cardiaca. Contemporaneamente l’aria mantiene sollevata la colonnina di mercurio del sistema collegato al bracciale;
  5. sgonfiare lentamente il manicotto. Aprendo la valvola della pompa la pressione nel manicotto viene ridotta gradualmente e, via via che si procede in questa direzione, il sangue passa durante la sistole (perché la pressione del manicotto è inferiore a quella massima – sistolica – vigente nell’arteria omerale) ma non durante la diastole (almeno fino a quando il manicotto produce una compressione maggiore della pressione minima – diastolica – vigente nell’arteria). Mentre fate sgonfiare il manicotto, all’improvviso sentirete dei rumori sordi e ritmici, come battiti (per la ripresa del flusso sanguigno nell’arteria del braccio); leggere il numero corrispondente al livello della colonnina di mercurio al primo battito percepito. Quasi contemporaneamente ricompare il polso radiale. Il numero che leggete sulla colonnina, nel momento esatto in cui sentite il primo battito, corrisponde alla pressione arteriosa massima. Ripetiamo: la pressione massima è quella che corrisponde alla cifra raggiunta dalla colonnina di mercurio nel momento della comparsa dei toni e delle pulsazioni arteriose durante la decompressione del bracciale. Essa riflette la pressione vigente nell’arteria sottostante il manicotto nella fase di contrazione del cuore (sistole cardiaca) ecco perché si definisce anche pressione arteriosa sistolica;
  6. continuando a sgonfiare il manicotto, continuerete ad ascoltare le pulsazioni fino a che scompaiono i toni scompariranno: il numero che si legge sulla colonnina di mercurio in corrispondenza dell’ultimo tono sentito rappresenta la pressione minima dell’arteria omerale è la pressione minima. Essa riflette la pressione vigente nell’arteria verso nella fase rilasciamento del cuore (diastole cardiaca) per cui prende il nome di pressione diastolica. Da quando la compressione del manicotto è inferiore alla pressione minima vigente in arteria, questa è completamente pervia (anche in diastole) per cui il sangue fluisce regolarmente riassumendo un flusso di tipo laminare Questo spiega perché i toni che si sentivano con lo stetoscopio scompaiono, mentre le pulsazioni del rilevabile con la palpazione del polso radiale permangono.

Consigli

Ecco alcuni preziosi consigli su come misurare la pressione arteriosa:

  • Cercare di rilassarsi circa 5 minuti prima di misurare la pressione arteriosa e mettersi comodamente seduti con la schiena ben appoggiata allo schienale e i piedi ben aderenti al suolo in un ambiente tranquillo.
  • Rimuovere gli indumenti dal braccio dove deve essere applicato il bracciale e appoggiare l’avambraccio su un tavolo per evitare tensioni muscolari.
  • Il braccio (quindi il bracciale per la misurazione) deve essere posizionato all’altezza del cuore.
  • Accertarsi che il bracciale per la misurazione sia della misura corretta: le dimensioni standard di un bracciale sono 12 x 35 cm, per le persone obese ci sono misure più grandi e per persone molto magre, bambini ed adolescenti, esistono misure più piccole.
  • Porre il bracciale attorno al braccio in modo non molto stretto ma aderente. Non deve rimanere spazio tra il bracciale e il braccio.
  • Il bordo inferiore del bracciale va posizionato 2 cm sopra la piega del gomito.
  • La prima volta misura la pressione arteriosa su entrambe le braccia, a volte possono esserci piccole differenze tra un braccio e l’altro; in questo caso bisogna sempre misurare la pressione arteriosa dal braccio dove risulta più elevata .
  • Usando un misuratore semiautomatico o elettronico spingere il bottone per il gonfiaggio automatico del bracciale e a fine misurazione comparirà la lettura della pressione arteriosa. Il misuratore indicherà due numeri che sono la pressione arteriosa sistolica (detta massima) e la pressione arteriosa diastolica(detta minima) in millimetri di mercurio mmHg (es. 120/80 mmHg) e il numero di battiti cardiaci al minuto (frequenza cardiaca in battiti per minuto).
  • Misura la pressione due volte (al massimo 3) a distanza di circa 1-2 minuti.
  • E’ utile registrare i valori di pressione arteriosa ottenuti per il medico curante per meglio ottimizzare la strategia di trattamento o prevenzione.
  • Nel caso di accesso per dialisi o cateteri centrali con accesso periferico (PICC) misurare la pressione arteriosa sull’arto sano e senza dispositivi medicali.

Cosa NON fare

Evitare di misurare la pressione arteriosa nelle seguenti condizioni:

  • Evitare di fumare (almeno 30 minuti prima) o bere bevande che contengono caffeina, teina o alcool (almeno 1 ora) prima di misurare la pressione arteriosa.
  • Misura la pressione arteriosa dopo almeno 30 minuti dall’esercizio fisico, misurarla subito comporta valori errati.
  • Non accavallare le gambe o assumere posizioni scomode durante la misurazione.
  • Evitare un pasto pesante 2 ore prima di prendere la pressione arteriosa.
  • Non indossare indumenti stretti quando si misura la pressione arteriosa.
  • Evitare di parlare o guardare la TV durante la misurazione.
  • Evitare di misurare la pressione arteriosa quando si ha freddo, si prova ansia, disagio, stress o si ha dolore.

Strumenti necessari per misurare la pressione

Per misurare la pressione arteriosa, sono necessari uno sfigmomanometro ed uno stetoscopio.

Sfigmomanometri manuali

La scelta dello strumento adatto a volte può risultare difficile, vista l’enorme quantità di strumenti attualmente sul mercato: a tale scopo il nostro Staff sanitario ha selezionato per voi i migliori sfigmomanometri manuali professionali, elencati in ordine di prezzo decrescente:

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Sfigmomanometri automatici digitali

Se non sapete come utilizzare uno sfigmomanometro manuale potete leggere la nostra guida, oppure acquistare uno strumento digitale che misura in modo automatico la pressione: è necessario solo indossare l’apposito bracciale e dare avvio alla procedura senza neanche avere lo stetoscopio, che è invece necessario con gli strumenti manuali. La scelta dell’apparecchio adatto a volte può risultare difficile, vista l’enorme quantità di prodotti attualmente sul mercato: a tale scopo il nostro Staff sanitario ha selezionato per voi i migliori  sfigmomanometri automatici sul mercato:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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A che ora del giorno misurare la pressione arteriosa?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PRESSIONE ALTA IPERTENSIONE ARTERIOSA SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie CapillariSalvo diverse indicazioni del vostro medico, generalmente è sufficiente misurare la pressione arteriosa due volte al giorno:

  • la mattina, prima di colazione e prima di assumere le vostre medicine;
  • la sera, prima di andare a letto.

Annotate i risultati su un diario, che mostrerete al vostro medico. In entrambe le misurazioni è preferibile ripetete il procedimento 3 volte di seguito, ad intervalli di 1 o 2 minuti. Per misurare la pressione arteriosa, sono necessari uno sfigmomanometro ed uno stetoscopio.

Sfigmomanometri manuali

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Rene: anatomia, funzioni e patologie in sintesi

MEDICINA ONLINE RENE RENI ANATOMIA FUNZIONI PATOLOGIE SINTESI SANGUE FILTRO.jpgI reni sono due organi di colore rosso scuro che, insieme alle vie urinarie, costituiscono l’apparato urinario, che filtra dal sangue i prodotti di scarto del metabolismo e li espelle tramite l’urina. I reni inoltre gestiscono l’equilibrio idro-salino nel corpo umano. I reni si trovano ai lati della colonna vertebrale e sono tenuti in sede dalla pressione addominale e da uno spesso tessuto connettivo detto fascia renale. Seppur mantengano la loro posizione, si abbassano e si alzano a seconda delle fasi del respiro. Organi escretori per antonomasia, filtrano ogni minuto 1200 ml di sangue ovvero 1700 litri in un giorno. Entrambi i reni hanno una superficie liscia, una faccia anteriore convessa e una posteriore piana e un po’ incurvata, un polo superiore arrotondato e uno inferiore più appuntito, un margine laterale convesso e uno mediale incavato.

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Funzioni dei reni

I reni non hanno solo il compito, tramite i nefroni, di eliminare i prodotti di scarto del catabolismo azotato e i prodotti tossici che vi giungono, ma anche quello di regolare il volume del liquido extracellulare e quindi il contenuto idrico dell’organismo e poi di regolare il pH ematico tramite riassorbimento ed eliminazione di bicarbonato HCO3-; hanno anche importanti funzioni endocrine, secernendo diversi ormoni ad azione sistemica (quali renina ed eritropoietina) ed attivando il calcitriolo. Il rene è principalmente un organo escretore, ma svolge anche altre funzioni:

  • regola l’equilibrio idrico ed elettrolitico nei liquidi corporei regolando la concentrazione di Na+, K+, Cl-, HCO3-, PO43-, Ca2+, glucosio, aminoacidi, acido urico, urea, mediante integrazione tra processi di filtrazione, riassorbimento, secrezione ed escrezione a livello del nefrone;
  • partecipa al mantenimento dell’equilibrio acido base (controllo del pH ematico) agendo sul riassorbimento di HCO3- e sulla secrezione di H+;
  • partecipa alla regolazione del volume dei liquidi corporei – e quindi della pressione sanguigna – mediante meccanismi che permettono il recupero e l’eliminazione di acqua (clearance dell’acqua libera) con conseguente escrezione di un’urina che, a seconda delle esigenze dell’equilibrio idrico ed elettrolitico, può essere ipertonica, isotonica o ipotonica (cioè avente una concentrazione di soluti maggiore, uguale o minore rispetto a quella del sangue);
  • svolge importanti funzioni endocrine mediante la secrezione di renina, eritropoietina, prostaglandine e la sintesi, a partire dalla vitamina D, di 1,25-diidrossicolecalciferolo, necessario per la regolazione ed il trasporto del calcio. La renina svolge un importante ruolo nel controllo della pressione sanguigna agendo nel Sistema renina-angiotensina-aldosterone, l’eritropoietina è un ormone indispensabile per la formazione e la maturazione dei globuli rossi nel processo detto eritropoiesi, mentre gli effetti fisiologici delle prostaglandine sono molti e svariati e si esercitano a diversi livelli;
  • partecipa al metabolismo dei carboidrati poiché è una sede della gluconeogenesi.

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Anatomia

I reni sono due organi retroperitoneali simili a due grossi fagioli di colore bruno-rossastro, posti subito a lato della colonna vertebrale tra T12 e L3. Ogni rene da un polo all’altro misura circa 13 cm di lunghezza, 8 cm di larghezza e 3 cm antero-posteriormente, con il rene sinistro tendenzialmente più lungo del destro di 1-1,5 cm, anche se i due reni possono risultare di dimensioni molto simili. Il loro peso è variabile, mediamente circa 150 g negli uomini e 135 g nelle donne. Normalmente non sono palpabili. Il rene destro è posto leggermente più in basso del sinistro a causa dell’ingombro del fegato nell’ipocondrio destro, ed è leggermente più corto e tozzo, il sinistro più allungato e leggermente più piatto. L’asse longitudinale di un rene è infero-laterale, mentre quello trasversale è postero-laterale, così che si distinguono due facce, una antero-laterale e una postero-mediale. Ciascun rene presenta due poli, uno superiore, arrotondato e in rapporto con la ghiandola surrenale, da cui è separato da un sottile strato capsulare fibroso, ed uno inferiore arrotondato immerso nel tessuto adiposo perirenale. In ogni rene si distinguono due margini.

Il margine laterale è uniformemente convesso mentre quello mediale è convesso in prossimità dei poli superiore e inferiore ma concavo al centro, presso l’ilo. Nell’ilo dei reni, localizzato presso il suo margine mediale, penetrano i vasi di maggior calibro diretti a quest’organo, l’arteria renale e la vena renale, rispettivamente, ramo dell’aorta e affluente della vena cava inferiore, vasi linfatici e nervi. Nell’ilo, lungo 3–4 cm, entrano, dalla più superficiale (anteriore) alla più profonda (posteriore) le seguenti strutture: la vena renale e i tronchi linfatici che la affiancano, l’arteria renale e la pelvi renale. Il rene è ricoperto da una sottile capsula fibrosa costituita da collagene in cui sono immerse anche fibre elastiche e cellule muscolari lisce. Una volta sezionato è possibile distinguere due parti, una esterna di colore più cupo, la corticale e una interna, chiara, la midollare.

  • La corticale, che si trova alla periferia dell’organo, sotto la capsula, forma le colonne renali (del Bertin), che si interpongono tra una piramide e l’altra dirigendosi verso il seno renale e gli archi che sovrastano la base di ciascuna piramide, dette piramidi di Malpighi. Gli archi corticali sono attraversati dai raggi midollari, delle striature di colore più chiaro che si assottigliano procedendo dalle piramidi da cui hanno origine verso la capsula renale. La stessa sostanza corticale è divisibile in una zona esterna ed in una interna. La zona esterna è quella sottocapsulare, mentre quella interna dove si dispongono i vasi tangenziali alla base delle piramidi ed è appena soprastante la base delle piramidi; tale zona è detta anche sostanza corticale iuxtamidollare. Nella corticale troviamo due porzioni, una è la parte radiata, a contatto con la base delle piramidi e l’altra è la parte convoluta, più superficiale, sede dei corpuscoli renali di Malpighi e dei tubuli contorti.
  • La midollare, posta in profondità nell’organo e presso il suo ilo, è costituita dalle piramidi renali, delle formazioni triangolari striate e pallide con la base rivolta verso la corticale e la capsula e l’apice disposto verso il seno renale. All’apice delle papille renali sboccano i dotti collettori che riversano l’urina in uno o più calici minori, delle cavità a forma di imbuto. La capsula renale penetra nell’ilo e va a fondersi con la tonaca avventizia dei calici minori. Un calice minore si unisce agli adiacenti per formare cavità più ampie, i calici maggiori, che drenano negli infundiboli renali, generalmente due per rene, nel superiore drenano tre paia di calici maggiori, nell’inferiore quattro paia. I due infundiboli costituiscono presso l’ilo la pelvi renale, un grosso imbuto biancastro che medialmente si restringe formando un unico dotto che prosegue inferiormente, l’uretere.

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Vasi e nervi

I reni necessitano di un grande apporto ematico e pertanto presentano una ricca vascolarizzazione che si sviluppa nel suo complesso per circa 160 chilometri di lunghezza. Per ogni gettata cardiaca, circa il 20% del sangue fluisce attraverso questi organi; da ciò risulta che nei reni circolano in media 1.100 ml di sangue al minuto. I principali vasi arteriosi del rene sono le due arterie renali, sinistra e destra, due vasi di grosso calibro (5–7 mm) che si distaccano quasi ad angolo retto dall’aorta addominale, poco sotto l’arteria mesenterica superiore e decorrono dietro le vene renali. L’arteria renale destra è più lunga della sinistra, dato che l’aorta è spostata a sinistra rispetto alla linea mediana e si trova leggermente più in alto.

I capillari venosi che si formano da quelli arteriosi a livello della papilla renale si uniscono a formare le venule rette ascendenti, che risalgono lungo i raggi midollari seguendo le arteriole a cui sono accoppiate fino a drenare a livello della base delle piramidi renali nelle vene arcuate o nelle vene interlobulari. Le arteriole discendenti e le venule ascendenti sono perciò molto vicine tra loro e questo facilita fenomeni di scambio. Le venule ascendenti drenano direttamente nelle vene arcuate ma più spesso nel plesso venoso peritubulare che a sua volta drena nella vena interlobulare, così come fanno le vene stellate della capsula renale. Le vene interlobulari decorrono verso la corticale interna dove drenano nelle vene arcuate, le vene arcuate procedono trasversalmente e drenano nelle vene interlobari, che discendono lungo le colonne renali per formare infine le due vene renali che escono dall’ilo del rene. Le vene renali sono anteriori alle arterie renali, si portano medialmente verso la vena cava inferiore che drena il loro sangue. La vena renale sinistra è più lunga della destra (il triplo, circa 7,5 cm) che invece è molto corta data la stretta vicinanza con la vena cava inferiore. La vena renale sinistra è appena posteriore all’arteria mesenterica superiore che la scavalca e drena il sangue della vena gonadica sinistra che vi affluisce inferiormente, così come quello della vena surrenale sinistra che vi affluisce superiormente. La vena renale sinistra drena nella vena cava inferiore poco al di sopra della destra. Le vene renali possono essere doppie.

L’innervazione simpatica del rene è fornita da rami del plesso celiaco, aorticorenale, dal nervo splancnico minimo e dal I nervo splancnico lombare che seguono il decorso dell’arteria renale costituendo poi il plesso renale. Presso l’origine dell’arteria renale è presente almeno un ganglio nervoso. I nervi successivamente proseguono seguendo il decorso delle arterie e distribuendosi a tutto il rene.

Le principali patologie renali sono:

  • sindrome nefrosica;
  • glomerulonefrite;
  • stenosi, trombosi ed embolia dell’arteria renale;
  • insufficienza renale acuta;
  • insufficienza renale cronica.

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Perché il glande ha un colore diverso rispetto al resto del pene?

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PLASMA UOMO COME FUNZIONA AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRIl glande è quella struttura che si trova all’estremità del pene; su di esso si apre il meato urinario, attraverso fuoriesce l’urina e lo sperma durante l’eiaculazione. Il glande ha forma di tronco di cono, utile a favorire la penetrazione in vagina. Una delle caratteristiche che più risaltano del glande è il fatto che la sua superficie presenta una tinta diversa rispetto alla cute dell’asta peniena. Il glande ha infatti un colore tendente al roseo-violaceo, che diventa di un viola vivo durante l’erezione.

Questo particolare colore del glande, che lo caratterizza rispetto al resto del pene, è dovuto alla sua sensibilità: il glande è infatti la parte del pene più sensibile e tale qualità è dovuta alla sua elevata innervazione e vascolarizzazione, decisamente maggiori rispetto a quella della cute dell’asta del pene. E’ proprio questa elevata concentrazione di vasi sanguigni a fornire al glande il suo colore violaceo, che diventa viola acceso durante l’erezione proprio perché il pene si riempie di ancora più sangue.

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