A cosa servono le mosche, che funzione hanno?

MEDICINA ONLINE ZANZARA TIGRE MOSQUITO MOSKITO MOSCA INSETTO MOSCA PUNTURA MORSO PRURITO PELLE PUNGE FASTIDIO ESTATE ATTRAE WALLPAPER PICS PICTURE PHOTOI ditteri sono un’ordine insetti che conta all’incirca 10.000 specie. I più conosciuti sono le mosche e le zanzare, comuni soprattutto per il fastidio che provocano ad animali, piante ed esseri umani.

Una domanda molto frequente è a cosa servano e difficilmente si pensa alla loro vera utilità.

Dal punto di vista dell’ecosistema terrestre i ditteri rappresentano il cibo di molte specie di animali. Le mosche, in particolare, sono la fonte nutritiva di molti uccelli, ed in particolare di rondini, colibrì, merli, cardellini e di altri uccelli che spesso frequentano i nostri balconi e i giardini di case e palazzi.

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Cosa sono gli alleli ed a che servono?

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In genetica si definiscono alleli le due o più forme alternative dello stesso gene che si trovano nella stessa posizione su ciascun cromosoma omologo (locus genico). Gli alleli controllano lo stesso carattere ma possono portare a prodotti quantitativamente o qualitativamente diversi. Ad esempio, nel caso di un fiore, si possono avere colori diversi in base alla quantità di pigmento prodotto dai rispettivi alleli. In un pathway del genere, per valutare il corretto fenotipo risultante, è bene tener conto della condizione di omozigosi o eterozigosi, in cui possono trovarsi gli alleli e dei loro rapporti di dominanza completa, dominanza incompleta o codominanza.

Leggi anche: Differenza tra dominanza semplice, incompleta e codominanza

Genotipo

Il genotipo di un individuo relativamente ad un gene è il corredo di alleli che egli si trova a possedere. Pertanto, in un organismo diploide, in cui sono presenti due copie di ogni cromosoma (i cosiddetti cromosomi omologhi), il genotipo è costituito da due alleli. Genotipi differenti possono originare anche fenotipi identici; il termine omozigote si riferisce a un gene in cui l’informazione riportata, che determina il fenotipo, dall’allele materno, è identica a quella paterna. Diversamente, negli eterozigoti, il contributo dell’allele materno e paterno è diverso. In tal caso la determinazione fenotipica è correlata ai concetti di dominanza e recessività genetica.

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Apparato respiratorio: anatomia in sintesi, struttura e funzioni

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma APPARATO RESPIRATORIO ANATOMIA SINTESI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’apparato respiratorio è costituito da un gruppo di organi altamente specializzati che ha il principale – ma non esclusivo – compito di rifornire di ossigeno le cellule e di eliminare l’anidride carbonica prodotta dall’ossidazione delle sostanze organiche. Nell’uomo esso è costituito dalle vie aeree, dai due polmoni e dalla pleura interna ed esterna. Le vie aeree sono formate dal naso esterno (fosse nasali e cavità nasali), dalla faringe, dalla laringe, dalla trachea, dai bronchi e dai bronchioli. Il polmone destro, più voluminoso, è suddiviso in tre lobi, mentre il sinistro è suddiviso solo in due lobi per far spazio all’apice (punta) del cuore. L’inspirazione, l’espirazione e la breve pausa che si verifica fra i due movimenti costituiscono un atto respiratorio. Ogni atto respiratorio comporta una serie di cambiamenti nella gabbia toracica dove sono alloggiati i polmoni e nella posizione del diaframma, un muscolo piatto che separa il torace e l’addome.

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Funzione dell’apparato respiratorio
La funzione principale del sistema respiratorio è quella di garantire la corretta ossigenazione del nostro sangue e l’eliminazione della CO2 che possediamo in eccesso. Poiché questi gas devono entrare nel circolo ematico o da questo devono essere espulsi le vie respiratorie necessariamente accoppiano ventilazione e perfusione. Il processo meccanico definito comunemente respirazione prende il nome di ventilazione polmonare, mentre il termine respirazione indica l’intero processo che va dall’immissione di ossigeno alla sua utilizzazione per l’ossidazione dei substrati e la conseguente produzione di energia. Le vie aeree hanno lo scopo di distribuire il flusso d’aria su una superficie di 70 m2 circa per un uomo di 70kg.

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Anatomia e funzioni delle singole parti del sistema respiratorio
Le vie aeree si dividono in superiori e inferiori. Delle vie aeree superiori fanno parte:

  • le cavità nasali, che hanno il compito di umidificare l’aria e portarla circa a una temperatura uguale a quella corporea. Forniscono circa il 50% della resistenza al flusso, inoltre si comportano come un filtro e bloccano le particelle di diametro superiore a 10 micrometri.
  • La faringe. Essa non è solo una via di passaggio ma grazie a numerosi aggregati linfocitari fornisce una protezione attiva contro gli agenti infettivi.
  • La laringe che contiene l’organo della fonazione e la glottide(che può essere volontariamente occlusa).

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le vie aeree inferiori originano sotto l’anello della cartilagine cricoide e si dividono in:

  • trachea, un condotto cilindrico che è formato da una struttura membranosa tesa tra anelli cartilaginei di sostegno strutturale, non collassabile.
  • Bronchi, che originano in numero di due, uno per lato, e costituiscono i condotti in cui termina la trachea. penetrati nel polmone si arborizzano diventando bronchi lobari, lobulari e dando ramificazioni sempre minori; la sezione delle 2 ramificazioni figli è pero complessivamente maggiore della sezione del bronco da cui originano. Per dieci ordini id ramificazione(che avvengono ad angolo acuto), fino al diametro di 1 micrometro, i bronchi conservano nella loro parete placche cartilaginee che conferiscono una certa rigidità strutturale. Al disotto di questo diametro i bronchi prendono il nome di bronchioli e divengono collassabili dalla pressione. Dopo sei ordini di ramificazioni (a T) nei bronchioli iniziano a comparire, lungo la parete sporadici alveoli. Le successive ramificazioni prendono il nome di bronchioli terminali(o respiratori). Questi ultimi continuano a dividersi fino a generare dotti alveolari, ovvero bronchioli la cui superficie è cosparsa di alveoli. Nel polmone sono individuabili unità morfofunzionali definite unità respiratorie formate da decine di bronchioli respiratori e di conseguenza alcune migliaia di alveoli. Queste sono individuabili in numero di circa 60000 per polmone. L’albero bronchiale è dotato di una propria innervazione attribuibile al sistema simpatico. È ricco di terminazioni sensitive che rispondono a stimoli quali agenti irritanti (l’ipersensibilizzazione causa l’asma). Inoltre è innervata la circolazione nutrizionale bronchiale e il sistema muscolare. Il sistema muscolare bronchiale risponde agli stimoli costringendosi e aumentando la resistenza al flusso(è ad esempio l’effettore dell’asma), a stimoli opposti in maniera opposta. La circolazione bronchiale deriva dalle arterie bronchiali dell’aorta toracica e costituisce l’apporto nutrizionale del sistema bronchiale. Esistono alcuni shunt anastomotici tra la circolazione polmonare e quella bronchiale ma nel soggetto normale non sono significativi.
  • Alveoli. Sono deputati allo scambio di ossigeno tra aria e sangue; tale scambio avviene per diffusione passiva, che è molto facilitata visto che la barriera aria sangue nei polmoni è spessa circa 0,15 micrometri. (ricordiamo che secondo la legge di fick la diffusione avviene in modo inversamente proporzionale alla distanza). La barriera aria sangue è composta dall’accollamento di cellule laminari dell’endotelio capillare e pneumociti (anch’essi con medesima struttura laminare e nucleo protrudente nel lume) e dalla membrana basale tra i due strati cellulari. Le concentrazioni di ossigeno e anidride carbonica sono all’equilibrio dopo 0,2 secondi. Il tempo di transito del sangue è di circa 0,8 secondi, più che sufficiente. In questo tempo transita la gittata sistolica di sangue, circa 70 ml(fino a 200 ml sotto sforzo: il limitato aumento di gittata fa si che le richieste metaboliche di O2, che sotto sforzo aumentano anche di sei volte, vengano soddisfatte aumentando il prelievo dall’emoglobina, che funge anche da riserva), distribuita su una superficie capillare circa uguale a quella alveolare. Si ritiene che la grande estensione della superficie non sia funzionale all’ossigenazione del sangue quanto alla distribuzione della gittata cardiaca in vasi di piccole dimensioni, quelle di un eritrocito, perfettamente ossigenabili.Ogni alveolo polmonare ha la parete costituita da un epitelio pavimentoso semplice e da uno strato connettivale ricco di capillariL’epitelio alveolare è costituito, oltre che da macrofagi, da due particolari tipi di cellule: gli pneumociti di I e di II tipo:
  1. pneumociti di tipo I sono cellule appiattite strutturali. Sono definiti anche piccole cellule alveolari, ricoprono circa il 90% della superficie alveolare totale. Sono cellule piccole, sottili, le quali si sviluppano come un sottile film che ricopre la superficie dell’alveolo. Gli pneumociti di tipo I aderiscono alla superficie dei vasi capillari tramite la membrana basale, permettendo la diffusione e lo scambio dei gas.
  2. pneumociti di tipo II sono anche detti cellule di Clara. Sono cellule presenti a livello dei bronchi lobulari e bronchioli intralobulari nel parenchima polmonare. Il loro ruolo è quello di secernere materiale sieroso che mantenga fluido il materiale mucoso prodotto dalle cellule caliciformi mucipare ad azione surfactante che va a ricoprire la superficie dell’epitelio dei bronchi e degli alveoli polmonari.

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Il percorso dell’aria dentro il nostro corpo

  1. L’aria entra nel naso dalle narici e percorre le cavità nasali tappezzati internamente dal muco che ha la funzione di inumidire l’aria e di trattenere microbi e polvere. E’ possibile inspirare con la bocca, azione che si compie normalmente quando si è molto raffreddati, ma in questo caso viene a mancare la funzione di protezione da microbi e polvere.
  2. Le pareti delle cavità nasali sono fittamente intrise da capillari sanguigni e rivestite di piccoli peli: l’aria viene riscaldata a contatto con i capillari e filtrata dai peli.  L’aria entra poi nella faringe, un organo che nella parte inferiore comunica, posteriormente con l’esofago e anteriormente con la laringe. La faringe è anche un organo dell’apparato digerente e in essa l’aria e il cibo possono essere presenti contemporaneamente.
  3. Attraversata la laringe, l’aria passa nella trachea un tubo flessibile cosparso internamente di ciglia che muovendosi dal basso verso l’alto contribuiscono ad espellere eventuali impurità e corpi estranei.
  4. L’aria passa nei bronchi, nei bronchioli e negli alveoli.
  5. Nell’alveolo polmonare avvengono gli scambi gassosi fra aria e sangue. L’insieme dei 300 milioni di alveoli polmonari costituisce i polmoni, organini spugnosi ed elastici.
  6. L’aria compie a ritroso il percorso per poi venire espulsa all’esterno dell’organismo.

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Com’è fatto il cervello, a che serve e come funziona la memoria?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME FATTO CERVELLO SERVE FUNZIONA MEMORIA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene.jpgIl cervello è l’organo più importante del sistema nervoso centrale (SNC), presente in tutti gli animali a simmetria bilaterale, compreso ovviamente l’uomo.

A che serve il cervello?

Il cervello controlla tutte le funzioni del nostro corpo; quelle che permettono di restare in vita, poi le attività psichiche, motorie e sensoriali. Molte di queste funzioni sono sotto il controllo della volontà, mentre altre sono del tutto “autonome” (respiro, battito cardiaco, attività digestive ecc.). Nell’essere umano, inoltre, il cervello è la sede di funzioni cosiddette “superiori”, come il pensiero, il linguaggio, l’apprendimento ecc. Le funzioni “volontarie” del cervello si dividono in tre gruppi: quelle motorie (come camminare, deglutire, afferrare), quelle sensitive (cioè legate ai 5 organi di senso) e quelle cognitive (linguistiche, mnemoniche, logiche e di giudizio). Fra tutte le funzioni cognitive quelle più soggette all’invecchiamento sono quelle legate alla memoria.

Leggi anche: Sistema nervoso: com’è fatto, a che serve e come funziona

Quanto pesa un cervello?

Il peso è piuttosto variabile, normalmente non supera i 1500 grammi ed ha un volume compreso tra i 1100 e i 1300 cm³, tenendo presente la possibilità di significative variazioni tra individuo e individuo oltre al sesso (il cervello maschile è mediamente più grande di quello femminile) ed ovviamente all’età.

Qual è la differenza tra cervello ed encefalo?

L’encefalo (dal greco ἐγκέφαλος, enképhalos, “dentro la testa”, composto di ἐν, en, “in” e κεϕαλή, kephalè, “testa”) è quella parte del sistema nervoso centrale (SNC) completamente contenuta nella scatola cranica e divisa dal midollo spinale. L’encefalo è composto da tre parti:

  • tronco encefalico (diviso in bulbo, ponte e mesencefalo);
  • cervelletto;
  • cervello.

Da ciò si intuisce come l’encefalo sia la parte del SNC che è nel cranio, mentre il cervello è una parte dell’encefalo stesso.

Leggi anche: Tronco cerebrale (mesencefalo, ponte e bulbo) anatomia e funzioni in sintesi

Com’è fatto un cervello?

Il cervello è diviso in due parti:

  • Telencefalo (la porzione più superficiale dell’encefalo, costituito dagli emisferi cerebrali e dai nuclei della base. Il telencefalo è estremamente sviluppato e può essere suddiviso in quattro aree o lobi: lobo frontale, lobo parietale, lobo occipitale, lobo temporale. Il telencefalo include anche la corteccia cerebrale che è importantissima a livello funzionale essendo sede delle “funzioni cerebrali superiori”, quali il pensiero e la coscienza.
  • Diencefalo: posto internamente alla sostanza bianca telencefalica, è costituito da cinque porzioni (talamo, epitalamo, metatalamo, ipotalamo, subtalamo) strutturalmente e funzionalmente legate ai nuclei della base. Si trova in continuazione, caudalmente, con il mesencefalo tramite i due peduncoli cerebrali.

Leggi anche: Cervello maschile e femminile: quali sono le differenze?

Cos’è la “plasticità cerebrale”?

Il cervello possiede una proprietà straordinaria, chiamata “plasticità cerebrale”. Si tratta della capacità di modificare la propria struttura e la propria funzionalità in base all’attività dei neuroni e di rispondere all’esperienza o di essere addirittura modificato da quest’ultima. Nei primi tre anni di vita la plasticità cerebrale è altissima, ma anche il cervello adulto, sulla base delle ultime scoperte scientifici che, è in grado di rimodellarsi continuamente sulla base delle nuove esperienze, formando nuovi circuiti sinaptici o ristrutturando gli esistenti. Oggi sappiamo infatti che il cervello dell’uomo non è una struttura rigida e determinata dalla nascita ma può ancora crescere e cambiare la sua struttura fisica anche in età adulta. E siamo proprio noi, con le nostre abitudini di vita e le esperienze, a forgiare la nostra mente in un modo piuttosto che in un altro.

Leggi anche: Mark Sloan e il recupero fittizio: il mistero del cervello pochi attimi prima di morire

Cos’è la memoria?

La memoria è una delle funzioni principali del cervello. Essa consiste nella capacità di immagazzinare, mantenere e richiamare determinate informazioni. L’encefalo è in grado di elaborare impressioni figurate, verbalizzare quanto appreso e associarlo a informazioni precedenti. Maggiori sono le possibili associazioni, più è facile ricordare per tempi più lunghi quanto appreso.

Vari tipi di memorie

Classicamente si distinguono vari tipi di memoria. Uno dei criteri più frequentemente utilizzati è quello per cui, a seconda del carattere fugace o duraturo delle informazioni immagazzinate, si distinguono una memoria a breve termine (o immediata) e una memoria a lungo termine. La prima è quella che trattiene una bassa quantità di dati per pochi secondi o pochi minuti. La seconda invece consente di mantenere una maggiore quantità di informazioni per un periodo di tempo più duraturo (potenzialmente illimitato). Tutti hanno esperienze di memorie a lungo termine in cui i ricordi si associano a emozioni forti vissute in una determinata circostanza. Nella memoria a lungo termine si possono poi distinguere una memoria episodica che riguarda le esperienze personali o i ricordi e che dipende dal contesto, soprattutto affettivo, con cui sono state vissute e una memoria semantica che si riferisce ai ricordi dei fatti e alla conoscenza degli oggetti e del mondo (la cui rievocazione non riguarda il contesto spazio-temporale in cui queste informazioni sono state immagazzinate). Per esempio, ricordare che nell’estate di un tal anno siamo stati a Parigi riguarda la memoria episodica, ma sapere che Parigi è la capitale della Francia è conservato nella memoria semantica. Infine, con la memoria procedurale ci si riferisce alla capacità di ricordare una serie di movimenti che si compiono per svolgere un’azione automaticamente, senza averne una continua consapevolezza. Per esempio allacciarsi le scarpe, farsi il nodo alla cravatta ecc. Quest’ultima, a differenza delle altre due, è molto più resistente all’usura del tempo e al danno cerebrale. L’incapacità di ricordare si definisce invece “amnesia”. Si distinguono l’amnesia anterograda, quando non si riescono a immagazzinare nuovi dati dopo un trauma (per esempio uno shock psico- fisico, un lutto, un incidente) e l’amnesia retrograda quando non si ricordano più eventi accaduti immediatamente prima di un trauma (un fenomeno tipico degli incidenti e dei traumi cranici). Per approfondire, leggi anche:

Come funziona la memoria?

Nell’encefalo non esistono singole zone deputate alla memorizzazione dei singoli dati. Ogni informazione, infatti, viene distribuita attraverso un complesso di cellule deputate alla memorizzazione. Il funzionamento della memoria non è stato ancora del tutto chiarito: nuove memorie vengono immagazzinate all’interno di nuovi circuiti neuronali (ogni nuovo dato crea dei nuovi collegamenti nel nostro cervello). Continua la lettura con questo articolo: Come funziona la nostra memoria e come facciamo per aumentarla: guida per prendere trenta e lode agli esami universitari

Integratori per il cervello e la memoria

Prodotti ottimi per contrastare la stanchezza mentale e migliorare memoria e concentrazione, sono:

Per approfondire: Gli integratori per allenare il tuo cervello e sviluppare una memoria prodigiosa

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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