Ovaio: anatomia, funzioni e patologie in sintesi

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Le ovaie (ovaio destro e sinistro) sono le ghiandole sessuali (gonadi) femminili, quindi l’uomo non le possiede (l’equivalente maschile sono i testicoli).
Si tratta di ghiandole di forma ovalare, di dimensioni variabili da 2,5 a 5 cm a seconda della fase del ciclo ovario e con un peso oscillante tra i 5 e i 10 grammi.
Le ovaie sono situate ai lati dell’utero, in prossimità delle pareti laterali della pelvi femminile. Le ovaie sono importanti sia dal punto di vista riproduttivo, in quanto producono le cellule germinali femminili o ovociti, sia dal punto di vista endocrinologico, in quanto secernono ormoni. L’ovario è rivestito esternamente da un epitelio superficiale, il quale è fragile e sottile ma ha un’elevata capacità rigenerativa, utile in seguito alla deiscenza del follicolo; questo epitelio poggia su uno strato connettivale denso detto falsa albuginea che delimita il parenchima dell’organo.
L’ovaio è composto da una regione centrale, detta midollare, e una più esterna, detta corticale. Nella regione corticale avviene la maturazione dei follicoli, che sono delle piccole strutture rotondeggianti contenenti ciascuno una cellula uovo.
Il processo di maturazione dei follicoli parte ad ondate. Contemporaneamente più follicoli iniziano il processo maturativo ma, tra tutti, solo uno riuscirà ad arrivare alla maturazione finale raggiungendo lo stadio di follicolo graafiano e solo quest’ultimo potrà liberare la cellula uovo. La cellula uovo, infine, potrà essere fecondata da uno spermatozoo e formare uno zigote che si impianterà nell’utero e che, evolvendo in embrione, darà inizio ad una gravidanza: questa è la principale funzione dell’ovaio.

Ovaio ed ormoni
Come prima accennato, l’ovaio – oltre alla funzione riproduttiva – svolge anche un’altra importante funzione: quella di produrre gli ormoni sessuali femminili (estrogeniprogesterone) importantissimi nella modulazione del ciclo mestruale. Pertanto il ciclo ovarico e il ciclo mestruale sono due entità nettamente differenti ma strettamente interconnesse tra di loro. L’insieme dei meccanismi ormonali che regolano il ciclo ovarico e quindi quello mestruale è molto complesso; i centri endocrini adibiti alla regolazione dei cicli sono posti nel cervello e sono l’ipotalamo e l’ipofisi.
Nell’ipotalamo vi è un centro neuroendocrino (il nucleo arcuato) che produce, ciclicamente e ad impulsi, una sostanza che determina il rilascio di ormoni, ovvero il GnRH (Gonadotropin-Releasing Hormone).
Il GnRH agisce su un’altra ghiandola endocrina (l’ipofisi) stimolando la sintesi di due ormoni detti gonadotropine (chiamate rispettivamente LH ed FSH) che a loro volta agiscono sull’ovaio determinando la maturazione dei follicoli e la sintesi di ormoni sessuali. Gli ormoni sessuali, a loro volta, agiscono sull’ipotalamo e sull’ipofisi regolandone e modulandone l’attività.
Si tratta, pertanto, di un complesso meccanismo di interazioni, stimolatorie e inibitorie, per il cui corretto funzionamento è richiesta una completa sincronizzazione di tutte le componenti coinvolte.

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Vasi e nervi
L’ovario ha una duplice irrorazione arteriosa:

  • Arteria ovarica: che origina dall’aorta discendente in prossimità della seconda vertebra lombare.
  • Rami ovarici dell’arteria uterina.

Le vene ovariche sono riunite in un plesso pampiniforme che a destra si scarica nella vena cava inferiore, a sinistra raggiunge la vena renale.
L’innervazione è costituita prevalentemente da fibre simpatiche, tuttavia sono presenti anche fibre parasimpatiche e sensitive.

Condizioni e patologie più diffuse
Proprio per la complessità di questi meccanismi è facile che insorgano dei problemi che, però, nella maggior parte dei casi, sono da considerare più che altro dei piccoli discostamenti da una condizione di perfetta normalità e non delle vere e proprie condizioni patologiche. Tra queste piccole alterazioni vanno ricordate la sindrome premestruale, che è data dall’insieme dei sintomi (irritabilità, cambiamenti d’umore, cefalea, gonfiore mammario) che compaiono in alcune donne durante il ciclo mestruale e la dismenorrea, cioè la presenza di mestruazioni così dolorose da impedire, nei giorni di flusso mestruale, anche le più banali attività quotidiane.
Altre condizioni parafisiologiche (ma che a volte possono essere anche una spia di vere e proprie patologie sottostanti) sono le irregolarità mestruali, mentre la mancanza di flussi mestruali per più di 6 mesi (amenorrea), in determinate fasce d’età, è sempre espressione di una condizione patologica.
La sindrome dell’ovaio policistico è un’altra patologia ovarica molto frequente caratterizzata da irregolarità mestruali, irsutismo e obesità che si accompagnano a altre disfunzioni metaboliche come l’aumento del colesterolo e dei trigliceridi.
Infine, anche per l’ovaio, come per tutte le altre ghiandole endocrine esiste la possibilità di sviluppo di tumori (tumori dell’ovaio) che possono avere un’aggressività clinica e una malignità variabile da caso a caso.

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Articolazione temporo mandibolare (ATM): anatomia, funzioni e patologie

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Anatomia dell’articolazione temporo-mandibolare

L’articolazione temporo-mandibolare (da cui l’acronimo “ATM“), mostrata nel quadrato evidenziato in rosso nella figura in alto, è una diartrosi condiloidea doppia che si occupa di articolare i due condili mandibolari con le fosse mandibolari delle due ossa temporali. L’articolazione viene considerata doppia perché tra il condilo mandibolare e le fosse mandibolari si inserisce un disco che va a suddividere l’articolazione in:

  • temporo-meniscale;
  • mandibolo-meniscale.

Entrambe le superfici articolari sono rivestite da fibrocartilagine composta da 4 strati sovrapposti. Il disco invertebrale invece ha una forma ovolare ed è formato da una parte di tessuto e una parte di cartilagine.

Le ossa presenti nell’articolazione sono:

  • processo condiloideo: ha una forma oivoidale che anteriormente e inferiormente si ristringe;
  • fossa mandibolare: è laterale all’ala dello sfenoide e posteriore al tubercolo articolare; risulta essere inclinata di 25° rispetto al piano occlusale.

I legamenti presenti sono:

  • legamento temporo-mandibolare;
  • legamento collaterale;
  • legamento sfeno-mandibolare;
  • legamento stilo-mandibolare.

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Funzioni dell’articolazione temporo-mandibolare

L’articolazione temporo-mandibolare si occupa di far muovere la mandibola per favorire la fonazione e la masticazione. In particolare si distinguono i seguenti movimenti:

  • movimenti simmetrici: apertura, chiusura, protusione, retrusione;
  • movimenti asimmetrici: lateralità, masticatori, movimenti automatici;
  • movimenti limite;
  • movimenti di contatto: quelli che prevedono il contatto fra i denti;
  • movimenti liberi.

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Patologie dell’articolazione temporo-mandibolare

Come qualsiasi parte del nostro corpo, anche l’articolazione temporo-mandibolare può essere interessata da patologie, traumi e malformazioni che vanno trattate con dei trattamenti specifici, tra queste le più diffuse sono:

  • sindrome temporo-mandibolare;
  • lussazione temporo-mandibolare;
  • dislocazione del menisco;
  • frattura della mandibola;
  • sindrome di Costen.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Cervelletto: le lesioni cerebellari più comuni

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CERVELLETTO LESIONI CEREBELLARI COMUNI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgI disturbi cerebellari sono patologie che interessano il cervelletto e sono in genere dovuti a lesioni della corteccia cerebellare, con la conseguente mancanza dell’azione regolatrice delle cellule di Purkinje sui nuclei centrali. Le lesioni al cervelletto sono tutte accumunate da una perdita della coordinazione del movimento o atassia.  Molti disturbi cerebellari si evidenziano con un esame clinico detto posturografia. Ecco alcuni dei più comuni disturbi che interessano il cervelletto.

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Medulloblastoma
Il medulloblastoma è un tumore cerebellare che colpisce l’archicerebello; ha sede nel verme cerebellare e nel pavimento del IV ventricolo, colpisce di regola bambini e adolescenti ed ha un rapido accrescimento, potendo disseminarsi nel liquor. Può essere curato con la radioterapia. Crea disturbi gravissimi all’equilibrio perché vengono colpiti i fasci vestibolari. È impossibile stare in piedi per atassia dei muscoli della colonna vertebrale.

Atassia cerebellare
L’atassia cerebellare (dal greco “atassia”=disordine) lesione del neocerebello caratterizzata da molti sintomi tipici del disordine del movimento. Si riscontrano nel paziente disturbi del tono muscolare ed un forte tremore, detto intenzionale perché, diversamente da quello del Parkinson, aumenta col movimento. Si ha anche dismetria cerebellare (quando al paziente viene chiesto di toccarsi il naso, non ci riesce perché è incapace di coordinare i movimenti). È inoltre impossibile compiere movimenti rapidi di prono-supinazione dell’avambraccio e della mano (adiadococinèsi) e si parla in modo esplosivo (a scatti).

Etilismo acuto
L’etilismo acuto è una lesione temporanea al somatocerebello, il paziente presenta difficoltà nel parlare e nel camminare, infatti barcolla.

Nistagmo cerebellare
Il nistagmo cerebellare è un’oscillazione coniugata involontaria dei 2 bulbi oculari, più o meno rapida, in senso orizzontale, verticale o rotatorio, composto da una deviazione lenta degli occhi in una data direzione alla quale fa seguito immediatamente una reazione spasmodica, cioè un brusco movimento, di ritorno in senso inverso. A differenza del nistagmo definito regolare, dovuto a lesioni dell’apparato vestibolare e dei nervi oculomotori, quello cerebellare è definito irregolare, perché è un disturbo continuo.

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Sindrome temporo-mandibolare: cause, sintomi, diagnosi e cure

MEDICINA ONLINE ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE ATM MANDIBOLA MASCELLA ANATOMIA FUNZIONI FISIOLOGIALa sindrome temporo-mandibolare è un disturbo che interessa l’articolazione omonima che collega l’osso temporale del cranio alla mandibola oppure i muscoli e i legamenti a supporto. L’articolazione temporo-mandibolare deve essere perfettamente allineata in modo da favorire la corretta masticazione; nei casi in cui non è presente un corretto allineamento, i muscoli e i legamenti a supporto si sforzano per compensare i movimenti errati e viene danneggiata tutta l’articolazione. Tra le cause più accrediatate che possono provocare la patologia vi sono: artrosi dell’articolazione, traumi della mandibola, traumi al collo e altre cause che analizzeremo nel prossimo paragrafo. I pazienti colpiti dalla patologia mostrano una certa difficoltà nell’apertura della bocca accompagnata da schiocchi, blocchi improvvisi e scricchiolii. Esistono diversi trattamenti medici per alleviare il dolore e la tensione muscolare e tra questi sono consigliate anche delle sedute di Agopuntura.

Cause e fattori di rischio

Le cause che spesso provocano la sindrome temporo-mandibolare sono:

  • trauma alla mandibola;
  • trauma al collo;
  • trauma alla testa;
  • artrosi dell’articolazione temporo-mandibolare;
  • malocclusione;
  • otturazione eseguita male;
  • protesi dentale eseguita male;
  • dislocazione articolare;
  • digrignamento notturno dei denti.

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Sintomi e segni

La sindrome temporo-mandibolare si caratterizza per la difficoltà ad aprire correttamente la bocca. Spesso la bocca si può bloccare in una determinata posizione provocando dolori improvvisi, scricchiolii, schiocchi e blocchi momentanei. Oltre a ciò possono manifestarsi altri sintomi come:

  • mal di testa;
  • mal di denti;
  • cefalea;
  • dolore al collo;
  • dolore al viso;
  • dolore alle orecchie;
  • vertigini;
  • ronzii;
  • muscoli mandibolari indolenziti.

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Diagnosi

Per diagnosticare la sindrome che colpisce l’articolazione temporo-mandibolare è necessario effettuare:

  • anamnesi (raccolta delle informazioni del paziente, delle sue abitudini alimentari, di altre patologie, dei suoi sintomi…);
  • esame obiettivo (osservazione della zona interessata e raccolta dei segni);
  • indagini di laboratorio come analisi del sangue;
  • indagini strumentali come radiografia, TC o risonanza magnetica dell’articolazione.

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Terapie

Per trattare il dolore è consigliato assumere: aspirine, FANS e miorilassanti. Poi è necessario utilizzare un Bite (apparecchio in resina che si appoggia sull’arcata dentaria superiore o inferiore) per evitare di digrignare i denti. Per alleviare la tensione muscolare, i dolori e il mal di testa è consigliato effettuare delle sedute di Agopuntura. E’ consigliato preferire cibi morbidi ai cibi croccanti. Nei casi in cui è presente una malformazione anatomica dell’articolazione, può essere opportuno l’intervento chirurgico.

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Bruciore agli occhi: cause, rimedi naturali e farmaci

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma BRUCIORE AGLI OCCHI CAUSE RIMEDI NATURALIRiabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.gif

Cheratocongiuntivite

Con “bruciore agli occhi” si intende una condizione fastidiosa relativa alle zone interne e intorno agli occhi, caratterizzata appunto da senso di bruciore più o meno intenso, per un periodo limitato o prolungato, occasionale o in episodi ripetuti. La maggior parte delle volte, oltre al bruciore, il paziente avverte altri sintomi come prurito della zona oculare e perioculare, arrossamento, visione annebbiata, eccessiva lacrimazione, maggiore sensibilità alla luce, secrezioni oculari, sensazione di corpo estraneo.

Quali sono le più comuni cause di bruciore agli occhi?
Il bruciore agli occhi è un sintomo comune a diverse patologie che colpiscono l’occhio e gli annessi oculari; tra le malattie potenzialmente responsabili, ricordiamo la cheratocongiuntivite secca (sindrome dell’occhio secco), la congiuntivite, la blefarite e la cheratite da herpes simplex. Spesso, questa fastidiosa manifestazione può insorgere insieme a prurito, arrossamento e irritazione oculare. Alcune persone, quando sperimentano il bruciore agli occhi, riportano una visione offuscata e un’aumentata sensibilità alla luce.
Le allergie stagionali o perenni possono causare un’infiammazione (congiuntivite allergica) che si manifesta tipicamente con questo sintomo. In particolare, il bruciore agli occhi si può sviluppare come reazione ad allergeni presenti nell’aria (pollini, acari della polvere, muffe o peli di animali) o che entrano in contatto con la mucosa congiuntivale (ipersensibilità da contatto locale). Anche le infezioni delle alte vie respiratorie, come l’influenza o il raffreddore, possono essere accompagnate da bruciore agli occhi.

Altre cause di bruciore agli occhi
Una delle principali cause di bruciore agli occhi occasionale consiste nell’esposizione accidentale a irritanti ambientali (come il fumo di sigaretta, lo smog, la sabbia o la polvere) e a sostanze chimiche presenti nei detergenti per la casa, come la candeggina o l’ammoniaca. Una sensazione di bruciore transitoria si può sperimentare anche quando accidentalmente lo shampoo, il sapone o i cosmetici per la cura della pelle entrano a contatto con gli occhi. Altre possibili cause includono l’alterazione del film lacrimale legato all’invecchiamento, l’effetto collaterale di alcuni farmaci, l’impiego non corretto delle lenti a contatto (indossate per troppo tempo e non cambiate regolarmente), l’eccessivo uso di monitor di computer o televisori e l’irritazione provocata da un corpo estraneo.

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Possibili cause di bruciore agli occhi

  • Miopia
  • Pediculosi
  • Pinguecola
  • Presbiopia
  • Raffreddore
  • Rinite allergica
  • Allergia da contatto
  • Allergie respiratorie
  • Astigmatismo
  • Blefarite
  • Rosacea
  • Sindrome dell’occhio secco
  • Sindrome di Sjögren
  • Ulcera corneale
  • Cheratite da Herpes simplex
  • Cheratocono
  • Congiuntivite
  • Episclerite
  • Febbre emorragica Crimea-Congo
  • Herpes simplex
  • Herpes zoster oftalmico
  • Influenza
  • Ipermetropia

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Quali sono i rimedi contro il bruciore agli occhi?
Per porre rimedio al bruciore degli occhi è necessario:

  • eliminare i fattori accidentali che possono essere alla base del disturbo (polvere, fumo di sigaretta) arieggiando i locali in cui si soggiorna (o lavora);
  • limitare l’uso di schermi di pc, smartphone e tablet;
  • evitare l’uso di sostanze (come detersivi e make up) che risultano irritanti;
  • cambiare le lenti a contatto spesso per prevenire il bruciore e comunque toglierle del tutto in caso di bruciore;
  • curare la patologia a monte che causa il bruciore agli occhi.

Gli interventi da mettere in atto in caso di bruciore agli occhi dipendono ovviamente dalla causa scatenante; quando il problema non è legato a una patologia, ma a una momentanea irritazione può essere sufficiente aspettare la risoluzione spontanea del problema; possono aiutare i colliri decongestionanti, le lacrime artificiali, i risciacqui con soluzioni saline e dagli impacchi freddi sugli occhi.

Bruciore agli occhi: farmaci
Il trattamento farmacologico dipende ovviamente dalla tipo di patologia che sta alla base. La terapia farmacologica può prevedere o gocce o pomate antibiotiche, farmaci antistaminici e risciacqui con acqua salina.

Bruciore agli occhi: quando rivolgersi al proprio medico?
È bene chiedere un consulto al proprio medico se il bruciore agli occhi non accenna a migliorare nel giro di qualche giorno o se assieme al bruciore si presenta all’improvviso un forte dolore ad uno o entrambi gli occhi. Devono destare particolare attenzione l’associazione del bruciore agli occhi anche con sintomi o segni come:

  • fotopsie (lampi di luce),
  • miodesopsie,
  • sanguinamento oculare,
  • alterazione della funzione visiva,
  • vista offuscata,
  • diplopia,
  • secrezione di materiale purulento o comunque denso di colore giallo/verdastro.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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La dieta antinfiammatoria ci aiuta a prevenire le malattie croniche

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RISTORANTE MANGIARE CUCINA DIETA CIBO INSALATA DIMAGRIREUna sana alimentazione è in grado di prevenire l’infiammazione silente e di proteggere salute e benessere nel tempo, prevenendo l’insorgenza di malattie croniche, oggi prima causa di morte nel mondo. È quanto emerso nel corso della terza edizione del convegno Science in Nutrition che si è tenuto qualche giorno fa a Milano Il convegno si è focalizzato sul tema dell’infiammazione silente che, non provocando dolore, non viene rilevata e curata ma progredisce fino a determinare malattie croniche, come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e respiratorie, artrite e malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Olio di pesce, olio extravergine di oliva, frutta e verdura ricche di polifenoli sono i cibi che aiutano a prevenire l’infiammazione silente. In particolare, proprio per assicurare il giusto apporto di polifenoli, è fondamentale l’assunzione di maqui, il frutto in assoluto più ricco di antocianine. È un piccolo mirtillo che cresce spontaneo nel sud del Cile, noto fin dall’antichità alla popolazione nativa, gli indiani Mapuche, che la utilizzavano come energizzante e come rimedio da applicare sulle ferite. Le principali caratteristiche di una dieta antinfiammatoria sono un basso carico glicemico, un buon tenore di acidi grassi omega-3, oltre a circa 150 grammi di carboidrati al giorno. A differenza delle diete ricche di proteine, che inducono la chetosi, o di carboidrati, che aumentano il tasso di insulina, una dieta antinfiammatoria si basa sull’equilibrio e sulla moderazione delle varie componenti alimentari a ogni pasto.

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Le malattie cardiache si stanno globalizzando

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO MONDO SPAZIO TERRA PIANETA ASTRONAUTALa “globalizzazione” delle malattie cardiovascolari è una realtà: si stanno diffondendo sempre più nei Paesi in via di sviluppo a causa dell’aumento dei fumatori e dell’effetto imitativo rispetto a errati stili di vita dei popoli ricchi, in particolare a livello di alimentazione. Secondo il Global adult tobacco survey, più del 40% degli uomini fa regolarmente uso di tabacco in 8 dei 14 Paesi a reddito medio-basso analizzati. I livelli medi di pressione sanguigna misurati in Africa sono fra i più alti al mondo e, al contrario dei Paesi sviluppati, si registra un costante aumento sia tra gli uomini sia tra le donne sin dagli anni Novanta. E poi in Africa del Nord e in Medio Oriente la misura del giro vita è fra le più grandi al mondo e l’aumento nell’assunzione di grassi e di cibi “spazzatura” occidentali sta causando un aumento del rischio. Inoltre in alcuni Paesi, il rapido sviluppo economico sta causando un ingente degrado ambientale, oltre all’inquinamento dell’aria e acustico.

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