Colazione sana: perché è così importante e cosa mangiare?

MEDICINA ONLINE COLAZIONE LATTE YOGURT CORNETTO MATTINA DIFFERENZE PIU CALORIE DIABETE GLICEMIA INSULINA ZUCCHERI CARBOIDRATI CIBO DOLCE MANGIARE ACQUA VALORI PROPRIETA NUTRIZIONISTA TAVLa colazione è un pasto spesso sottovalutato in confronto al pranzo o alla cena. Per iniziare la giornata con grinta e anche con il giusto apporto energetico, invece, la prima colazione è un pasto fondamentale: ogni dieta sana prevede al suo interno un primo piatto della mattina, in grado di dare al tuo fisico le energie per iniziare la giornata con il piede giusto. Con il primo pasto del mattino, ti assicuri in media già circa il 20-30% dell’apporto calorico giornaliero. Per questo, saltarla potrebbe comportare sonnolenza, difficoltà di concentrazione ed ipoglicemia. Ma come diventare consapevoli dell’importanza di mangiare la mattina e come fare a gestirla al meglio, specialmente se non si è abituati a farla? E, infine, come fare una colazione dietetica?

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La mappa del cervello quando sei nel mondo dei sogni

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo DORMIRE POCO CONSUMA CERVELLO CORRERE RICOSTRUISCE Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene Laser Filler Rughe BotulinoItalia, Stati Uniti d’America e Svizzera stanno effettuando una ricerca scientifica sul mondo dei sogni. I primi risultati di questa collaborazione sono stati pubblicati su Nature Neuroscience. I ricercatori hanno osservato le onde cerebrali emesse durante il sonno per capire quale zone fossero interessate al fenomeno. In questa maniera riuscivano a capire entro quando un soggetto fosse in procinto di sognare. La ricerca ha coinvolto 46 persone. Queste dovevano semplicemente dormire indossando un EEG, ossia un casco per l’elettroencefalogramma. Sono stati posti 256 elettrodi sullo scalpo dei partecipanti. In questo modo sono state calcolate le grandezze delle onde e il loro numero. Ogni volta che il monitor segnava un’attività interessante gli scienziati svegliavano le cavie. In totale ciò è successo almeno mille volte. Al risveglio chiedevano alle persone di sapere se stessero sognando e cosa.

I risultati

Il sogno coincideva con l’abbassarsi della quantità di onde a bassa frequenza nella zona calda posteriore corticale. Nel 91% dei casi gli studiosi riuscivano ad indovinare che il soggetto sottoposto ad esperimento stesse sognando, semplicemente osservando la quantità di queste frequenze. La scoperta è stata sensazionale. Ricordiamo veramente poco dei nostri sogni. Questi infatti si sviluppano per il 91% della zona REM e per il 71% della non – REM. I sogni svaniscono al nostro risveglio. Non riusciamo a ricordarli a causa del fatto che la zona interessata alla loro produzione e quella relativa alla memoria siano differenti. Ha commentato in questa maniera, i risultati dell’esperimento, Francesca Siclari, fautrice della ricerca.

La corteccia prefrontale

I soggetti che riuscivano a ricordare i sogni con più facilità avevano una corteccia prefrontale più attiva. Inoltre, l’attività cerebrale della veglia è la medesima del sonno. Nel senso che se si attraversa un labirinto o si sogna di farlo per il nostro cervello è precisamente la stessa cosa. Il sognare è, per certi versi, un’attività reale e non immaginata. O almeno questo è vero per il nostro cervello. In questa maniera si conclude la ricerca, come ha spiegato Francesca Siclari dell’Università del Wisconsin Madison. Questa scoperta apre dunque degli incredibili spiragli nel mondo accademico. Vedremo cosa accadrà negli ambienti delle neuroscienze da questo punto in poi.

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Differenza tra proteine caseine e whey

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI MUSCOLI MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA CARNITINA DIMAGRIRE WORKOUT ALLENAMENTO BICIPITI SPALLE DORSALI GAMBE ESERCIZI DONNA SQUAT GLUTEI.jpgCaseine e whey sono due classi di proteine di derivazione del latte, molto usate nell’integrazione in ambito sportivo, quali sono le differenze?

Le caseine, a causa della loro struttura e della loro natura micellare, sono più difficili da digerire, per questo motivo sono considerate proteine a lento assorbimento, infatti sono chiamate anche “slow protein”.
Studi scientifici hanno dimostrato che le caseine garantivano un rilascio di proteine nel sangue più dilazionato nel tempo rispetto alle whey: in seguito alla loro assunzione si nota un picco di indice amminoacidico nel sangue solo dopo 3-4 ore. La sintesi proteica può durare anche fino a 7 ore dall’ingestione di caseine.

Le proteine whey (proteine del siero del latte) invece garantivano un innalzamento del livello amminoacidico sanguigno più veloce e più intenso, anche se di minor durata, favorendo però una sintesi proteica del 68%, rispetto al 31% delle caseine.
La caseine però, dal canto loro, riducono il catabolismo proteico (ovvero la degradazione delle proteine per formare amminoacidi o composti più semplici) del 34%.

Per questi motivi, il nostro consiglio, è di assumere le caseine lontano dagli allenamenti, specialmente prima di andare a dormire, in modo da avere :

  • lenta disponibilità di aminoacidi – perfetta per le ore notturne;
  • riduzione del catabolismo delle proteine, provocato dal digiuno notturno.

Al contrario le whey, essendo ad assorbimento più veloce, devono essere assunte subito dopo l’allenamento. Questo perché i loro amminoacidi riescono ad essere assorbiti dall’intestino in tempi molto brevi, per essere velocemente disponibili per l’anabolismo proteico (ovvero per la sintesi di proteine complesse a partire da amminoacidi semplici). Le proteine whey inoltre provocano l’innalzamento dei livelli di insulina: tale ormone, legandosi alla superficie delle cellule muscolari, permette di facilitare l’ingresso del glucosio nei muscoli, tramite l’attivazione di specifiche proteine trasportatrici, le GLUT 4. In questo modo si vanno ad integrare più velocemente le scorte di glicogeno consumate durante un allenamento intenso, il che si traduce in un recupero più veloce post-workout. Da non sottovalutare infine un altro ruolo importante dell’insulina, che  è quello di ridurre i fenomeni di proteolisi (ovvero di catabolismo proteico), per questo si ritiene che l’insulina non agisca direttamente ma indirettamente sulla sintesi proteica, ma solo quando si è in presenza di un’elevata disponibilità di amminoacidi liberi nel sangue (che invece hanno un ruolo prettamente anabolico).

Per questi motivi, il nostro consiglio, è di assumere le whey subito dopo l’allenamento, in modo da avere :

  • rapida disponibilità di aminoacidi – perfetta per il post-workout;
  • rapida ricostruzione delle scorte di glicogeno consumate durante un allenamento intenso (recupero più veloce);
  • maggiore sintesi proteica;
  • riduzione di proteolisi (ovvero catabolismo proteico).

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Apnea ostruttiva del sonno: cause, rischi, trattamenti e prevenzione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma APNEA OSTRUTTIVA DEL SONNO CAUSE RISCHI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’apnea ostruttiva del sonno (anche chiamata apnea notturna di tipo ostruttivo, o OSA) è una condizione medica caratterizzata da interruzioni nella respirazione durante il sonno dovute all’ostruzione – totale o parziale – delle vie aeree superiori. Il disturbo interessa più frequentemente gli uomini delle donne e nelle donne è più frequente dopo la menopausa.
Oltre all’apnea notturna di tipo ostruttivo, esistono altri due tipi di apnea notturna:

  • Apnea notturna di tipo centrale (CSA): consiste in un’assenza di attività respiratoria, dovuta a una perdita transitoria dello stimolo nervoso diretto verso i muscoli respiratori durante il periodo di sonno. Questi casi sono poco frequenti, eccetto che nei bambini prematuri, e sono dovuti, di norma, a problemi neurologici o neuromuscolari.
  • Apnea notturna di tipo misto: si ricade sotto tale definizione quando l’apnea notturna di tipo ostruttivo e l’apnea notturna di tipo centrale si associano nello stesso soggetto.

I tre tipi di apnea notturna possono determinare la comparsa della Sindrome delle apnee nel sonno (OSAS).

Leggi anche: Differenza tra apnea ostruttiva, centrale e mista durante il sonno

Apnee: livelli di gravità

Diversi sono i livelli di gravità della patologia:

  • si ha apnea quando l’interruzione del respiro va dai 10 secondi e meno di 3 minuti;
  • si ha ipopnea quando si ha una riduzione parziale del respiro;
  • si ha il RERA (Respiratory Effort Related Arousal) quando c’è limitazione della respirazione con progressivo aumento dello sforzo respiratorio seguito da un repentino sblocco.

Leggi anche: Dispnea ansiosa, notturna e cardiaca: sintomi, diagnosi e cura

Quali sono le cause ed i fattori di rischio dell’apnea ostruttiva del sonno?

Alcune condizioni favoriscono l’insorgenza delle apnee del sonno:

  • obesità/sovrappeso
  • ostruzione delle vie aeree superiori (naso, bocca, gola)
  • abuso di bevande alcoliche prima di andare a dormire
  • assunzione di sonniferi

Quali sono i sintomi dell’apnea ostruttiva del sonno?

Chi soffre di apnee ostruttive del sonno russa in modo molto evidente fin dalle prime fasi di sonno (il russare diventa via via più forte fino a quando il soggetto non smette di respirare per qualche secondo, per poi riprendere a respirare improvvisamente e dar vita a un nuovo ciclo che si ripete, identico). Diversi i sintomi legati a questo disturbo:

  • eccessiva sonnolenza diurna
  • difficoltà a concentrarsi
  • colpi di sonno
  • cefalea e/o bocca asciutta al risveglio
  • sudorazioni notturne
  • risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento
  • necessità di minzione notturna
  • impotenza

Leggi anche: Perché si russa e quali sono i rimedi per smettere di russare? I pericoli dell’apnea ostruttiva del sonno

Come prevenire l’apnea ostruttiva del sonno?

Per prevenire l’insorgenza delle apnee ostruttive del sonno è consigliabile:

  • perdere peso se si è sovrappeso oppure obesi;
  • mangiare in modo sano e fare attività fisica costante, anche moderata;
  • evitare il fumo;
  • evitare gli alcolici, soprattutto prima di andare a dormire.

Diagnosi

Si ha la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno quando il numero di apnee è uguale o superiore a 5 episodi per ora, oppure quando si ha almeno un numero di eventi uguale o superiore a 15 accompagnati da evidenti sforzi respiratori. La diagnosi si basa prima di tutto sui sintomi riferiti dal paziente e dal partner. Il medico, in caso di sospetto, può sottoporre il soggetto a misurazioni strumentali di vari parametri attraverso:

  • Polisonnografia: consiste nella misurazione, durante alcune ore di sonno notturno, del flusso aereo, del livello di ossigeno nel sangue, della frequenza cardiaca, della mobilità respiratoria toracica e addominale e della postura nel sonno.
  • Poligrafia respiratoria (o monitoraggio cardio-respiratorio notturno): l’esame consiste nel monitoraggio dei principali segnali cardio-respiratori durante il sonno.
  • Elettroencefalogramma: per esaminare l’attività elettrica del cervello.
  • Elettromiografia degli arti: per esaminare l’attività muscolare.

Leggi anche: Asfissia: sintomi, cure ed in quanto tempo si muore

Trattamenti

In generale la terapia prevede:

  • l’uso del Cpap (Continuous positive air way pressure): è una maschera che si applica su naso e bocca e che forza il passaggio dell’aria, facilitando il respiro.
  • l’impiego della terapia chirurgia: può consistere nella correzione del setto nasale deviato o nell’asportazione delle tonsille ipertrofiche, a seconda del livello e del tipo di ostruzione riscontrato nelle vie aeree superiori.

I trattamenti farmacologici sono volti sia a contrastare i sintomi che a correggere le cause del disturbo.

Consigli

Ai pazienti che soffrono di apnee notturne viene consigliato di:

  • perdere peso, se sono obesi o in sovrappeso;
  • evitare bevande alcoliche e sonniferi;
  • dormire su un fianco;
  • trattare i disturbi eventualmente presenti a carico delle vie aeree superiori.

L’apnea notturna è pericolosa per la vita di chi ne soffre?

No, almeno in modo diretto: non c’è il rischio che sospendendo la respirazione non vi sia più modo di riprenderla; tuttavia la sindrome delle apnee nel sonno, in particolare quelle da cause ostruttive, è un fattore di rischio di aumentata mortalità nella popolazione generale. Se non viene curata l’apnea nel sonno determina indirettamente e cronicamente un aumento del rischio di eventi cerebrovascolari come l’ictus, di problemi cardiaci e di infarti. Inoltre le apnee nel sonno possono anche provocare un peggioramento della qualità della vita del paziente a causa di:

  • maggiore possibilità di incidenti in automobile,
  • sonnolenza durante il giorno,
  • incapacità di concentrazione,
  • scarso rendimento nello studio o sul lavoro,
  • diminuzione di memoria.

Infine se il paziente soffre di diabete o ipertensione, la presenza di apnee rende più difficile il controllo di queste malattie, per questo motivo è importante intervenire in tempo con terapie e prevenzione adeguata.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Respiro di Falstaff: caratteristiche e cause

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI FALSTAFF CARATTERISTICHE CAUSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgCon il termine respiro di Falstaff ci si riferisce ad una forma di respiro patologico ed estremamente difficoltoso associato alla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. Il respiro di Falstaff si verifica soprattutto in soggetti obesi tanto che prende il suo nome da Sir John Falstaff – raffigurato nel dipinto che vedete in alto – un personaggio inventato nel 1596 da William Shakespeare per la sua opera Enrico IV: Falstaff viene descritto come un individuo enorme, gravemente obeso che “russa come un cavallo e fa fatica a respirare”.

Eziopatogenesi e caratteristiche
Negli individui gravemente obesi il dormire comporta una marcata perdita del tono della muscolatura scheletrica. Questo fatto determina un importante restringimento delle vie aeree superiori, in particolare nella fase REM, quando il rilassamento muscolare raggiunge un apice. La faringe tende a collassare risultando una ostruzione parziale o completa. La colonna d’aria che attraversa queste strutture tende perciò ad accelerare e mette in vibrazione le strutture stesse: il flusso diviene turbolento e ne consegue il russamento.
L’ostruzione persiste fino alla temporanea interruzione del sonno ed al ripristino del tono muscolare. I momentanei risvegli tendono ad essere inferiori ai 15 secondi.
Occasionalmente l’ostruzione si traduce in un risveglio improvviso con uno sbuffo od un russamento più sonoro. Al ripristino della respirazione con pochi respiri riprende un sonno più profondo ma il problema a breve si ripresenta. Questo ciclo di apnee e risvegli può verificarsi centinaia di volte ogni notte.

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Respiro di Kussmaul: caratteristiche e cause

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO CHEYNE STOKES CAUSE CARATTERISTICHE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgIl Respiro di Kussmaul (o respiro grosso) è un tipo di respiro patologico caratterizzato da atti respiratori molto lenti, ed in particolare da una inspirazione profonda e rumorosa, a cui segue una breve apnea inspiratoria, quindi una espirazione breve e gemente, infine una pausa post-espiratoria decisamente prolungata. Questo respiro patologico deve il suo nome a Adolf Kussmaul che lo descrisse nel 1800.

Cause patologiche del Respiro di Kussmaul
Il Respiro di Kussmaul è spesso associato ad acidosi metabolica grave, causata in particolare da chetoacidosi diabetica, o insufficienza renale. È una forma di iperventilazione compensatoria in cui l’aumento della frequenza respiratoria ha lo scopo di incrementare l’eliminazione dell’anidride carbonica per compensare la riduzione del pH del sangue. Se si esegue una emogasanalisi arteriosa sul sangue di un paziente con respiro di Kussmaul i risultati ci mostreranno una bassa pressione parziale di CO2 in combinazione con una bassa concentrazione di bicarbonati. Questi valori trovano spiegazione nell’aumento della ventilazione che conduce ad un maggiore scambio (e quindi allontanamento) della anidride carbonica a livello alveolare. L’eccesso di basi è marcatamente negativo. Il paziente sente il bisogno di respirare profondamente. Percepisce una “fame d’aria” che, a seguito della attivazione dei centri di controllo della respirazione, lo induce anche involontariamente e respirare con maggiore profondità.
In un primo momento il respiro tenderà ad essere rapido e relativamente poco profondo, ma ben presto l’acidosi metabolica evolve in iperventilazione. Quindi quanto più l’acidosi diviene grave e tanto più elevata sarà la probabilità di sviluppare il respiro di Kussmaul. Non a caso Adolf Kussmaul originariamente identificò questo tipo di respirazione come segno di coma e morte imminente nei pazienti diabetici. Proprio perché osservabile in ogni forma di acidosi metabolica il respiro di Kussmaul è stato osservato anche in soggetti terminali affetti da AIDS. Durata del digiuno, presenza od assenza di epatomegalia ed il respiro di Kussmaul forniscono importanti indizi per la diagnosi differenziale di iperglicemia negli errori congeniti del metabolismo.

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Respiro di Cheyne-Stokes: caratteristiche e cause patologiche e non patologiche

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI CHEYNE STOKES CARATTERISTICHE CAUSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pe.jpgPer respiro di Cheyne-Stokes (o respiro periodico) si intende una forma di respiro patologico frequente negli anziani in cui si alternano fasi di apnea anche di lunga durata (fino a 20 secondi) a fasi in cui si passa gradatamente da una respirazione profonda ad una sempre più superficiale (cicli respiratori brevi e frequenti) che termina nuovamente nella fase di apnea. Ogni ciclo respiratorio anomalo dura da un minimo di 45 secondi ad un massimo di 3 minuti. Questo loop può prolungarsi varie volte.
Il nome di questo respiro patologico deriva da due medici: John Cheyne e William Stokes che avevano descritto lo stato morboso nel 1800.

Cause patologiche del Respiro di Cheyne-Stokes:

  • encefalopatie;
  • scompenso cardiaco ed altre cardiopatie (prevalenza del 40%);
  • intossicazione da narcotici o ipnotici;
  • ipocapnia e ipossiemia;
  • aumentata responsività dei chemocettori centrali e periferici;
  • danni delle vie aeree;
  • prolungato tempo di circolo;
  • ridotta riserva di O2;
  • alternanza delle fasi del sonno e ripetersi di arousals;
  • coma da sindrome mesencefalica;
  • malattie respiratorie.

Le oscillazioni della ventilazione determinano queste conseguenze cliniche:

  • desaturazione ossiemoglobinica;
  • ritenzione di CO2;
  • modificazioni emodinamiche;
  • attivazione dei centri respiratori;
  • frequenti microrisvegli coscienti o non che conducono a frammentazione del sonno;
  • insonnia e quindi a eccessiva sonnolenza diurna;

Questi eventi fisiopatologici agiscono come feedback positivo peggiorando la sindrome stessa che pertanto si automantiene grazie a questo circolo vizioso.

Cause non patologiche del Respiro di Cheyne-Stokes:
Negli anziani si può verificare – specie durante il sonno la notte – anche senza nessuna patologia apparente; inoltre, tende a comparire quando il soggetto staziona ad elevate altitudini.

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Respiro di Biot ed apnee: caratteristiche e cause patologiche e non patologiche

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma RESPIRO DI BIOT APNEE CAUSE PATOLOGICHE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl Respiro di Biot è una forma di respiro patologico caratterizzato da una alternanza di gruppi di 4 o 5 atti respiratori brevi e superficiali seguiti da fasi di apnea di durata variabile, ma in genere tra i 10 ed i 30 secondi. Questo tipo di respiro è una manifestazione di una grave sofferenza del centro respiratorio bulbare ed è un indice prognostico grave. Deve il suo nome allo scopritore, Camille Biot, che lo descrisse nel 1876. Viene chiamato anche respiro intermittente o respirazione atassica anche se secondo alcuni si deve distinguere il respiro di Biot dalla respirazione atassica in quanto il primo appare più regolare mentre la respirazione atassica è caratterizzata da respiri del tutto irregolari e da pause.

Cause patologiche comuni di Respiro di Biot:

  • tumori endocranici;
  • meningiti;
  • encefaliti;
  • traumi cranici;
  • edema cerebrale;
  • erniazioni uncali o del tentorio.

Cause non patologiche comuni di Respiro di Biot:
Questo tipo di respiro patologico è spesso associato all’utilizzo di sostanze oppiacee.

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