Panettone light: ricetta facile, gustosa e leggera

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Non è Natale senza il panettone, il dolce tipico di questa festa gioiosa!
Per chi segue anche durante le feste un regime ipocalorico può essere davvero utile preparare a casa un panettone con ingredienti alternativi e leggeri, che non fanno troppi “danni” alla linea.

Cosa caratterizza questa versione light del panettone, differenziandola da quello classico?
Innanzitutto non c’è burro ma olio evo (cosa che lo rende ovviamente più leggero) e poi non vi è lo zucchero bianco ma zucchero di canna integrale, più salutare e con meno calorie.
Per la farcitura potete dare libero sfogo alla vostra creatività ed usare frutta candita oppure solo uvetta e cedro (come nella nostra ricetta); i più golosi potranno invece aggiungere gocce di cioccolato e scorze di arancia candita. La preparazione del panettone richiede tempo e molta pazienza, ma il risultato finale è davvero speciale… quindi vale la pena dedicare ore per realizzare questa speciale ricetta natalizia che stupirà per la sua bontà sia grandi che piccini!

Se desiderate, potete optare per piccoli panettoni mono porzione da 80/100 gr. l’uno, molto carini da vedere e da offrire agli ospiti (e anche da regalare, volendo!).

Dovete ovviamente munirvi di stampini di carta sia che realizziate un unico panettone da 500 gr e sia che vogliate fare le mono porzioni.

  • Resa:PANETTONE DA 500 GR.
  • Preparazione:60 minuti
  • Cottura:45 minuti

Ingredienti

  • 250 grammi farina per panettoni W 390 P/L 0.55 oppure farina di grano tenero 00
  • 150 grammi farina Manitoba
  • 50 grammi zucchero di canna integrale
  • 70 grammi olio extra vergine d’oliva
  • 6 grammi lievito di birra fresco
  • tuorli d’uovo
  • 80 grammi acqua
  • 40 grammi latte scremato
  • 4 cucchiai miele millefiori
  • 70 grammi uvetta
  • 70 grammi cedro candito
  • 1 bustina vanillina
  • 1 cucchiaino sale

Preparazione

  1. Fate sciogliere il lievito di birra in 80 gr. di acqua tiepida.
  2. Mescolate al lievito di birra fresco contemporaneamente le seguenti dosi di ingredienti: 100 gr. di farina 00, 50 gr. di manitoba, 2 tuorli, 35 gr. di olio e 25 gr. di zucchero di canna integrale.
  3. Impastate tutto con una planetaria alla velocità minima con la frusta oppure con le mani in assenza di altro.
  4. Quando otterrete la giusta consistenza, omogenea, umida a morbida, mettete l’impasto in una ciotola e mettetelo a riposare per circa 3 ore in forno spento al riparo da sbalzi di temperatura.
  5. Quando l’impasto sarà raddoppiato unite la vanillina, la scorza di limone grattugiata, il resto dello zucchero (25 gr.), il miele e il sale. Impastate delicatamente con la planetaria o con le mani ed unite i restanti tuorli (2), il restante olio (35 gr.), il latte e la restante manitoba (100 gr.).
  6. Continuate ad impastare e quando tutti gli ingredienti si saranno legati fra loro, aggiungete l’uvetta ed il cedro candito.
  7. Riprendete ad impastare fino a quando non ottenete un panetto elastico, omogeneo ed umido.
  8. A questo punto dovete versare il composto nello stampo da mezzo chilo oppure nei mini stampi se optate per le mono porzioni, aiutandovi con una spatola.
  9. Mettete lo stampo (o gli stampi) su una placca coperta da carta forno ed infornate con temperatura al minimo lasciando il composto a lievitare per altre 5 ore circa.
    (Vi renderete conto che la lievitazione è a buon punto quando l’impasto arriverà ai bordi dello stampo di carta.
)
  10.  Trascorso il tempo, accendete il forno a 180 gradi e mettete sul fondo una teglia con due dita di acqua per non far seccare il panettone.
  11.  Rimettete il panettone in forno a mezza altezza e fatelo cuocere per circa 30 minuti. Poi passate a 160 gradi per altri 10/15 minuti.
  12.  A cottura ultimata non sfornate subito il panettone, ma spegnete il forno e fatelo raffreddare al suo interno per evitare che si sgonfi.

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Idratazione corretta: quanta acqua bere al giorno e perché è così importante

MEDICINA ONLINE ACQUA WATER DEMINERALIZZATA DEIONIZZATA IONI SALI ACIDA SALUTE DISTILLATA IDROGENO CHIMICA OSSIGENO DRINK POTABLE WALLPAPER PICS HI RES IMAGE PHOTO PICTURESIl corpo ha bisogno di acqua per sopravvivere e per funzionare adeguatamente, e anche se molto spesso viene considerata superficialmente, nessun altro Continua a leggere

Frequenza defecazione: quante volte al giorno è normale andare di corpo?

MEDICINA ONLINE BAGNO CACCA FECI WATER WC TOILETTE INTESTINO COLON STIPSI STITICHEZZA RETTO ANO EMORROIDI DOLORE COPROCULTURA ANALISI SANGUE FECI ANALISI INFEZIONE PESO DIETA DIMAGRIRE LASSATIVO URINA PIPI CISTITE BERE ACQUMolte persone si interrogano su quale sia la normale frequenza di defecazione, preoccupate dal fatto che il numero delle loro evacuazioni sia insufficiente od eccessivo. Sebbene sia lecito interrogarsi sul “famoso” concetto di regolarità intestinale, ovvero su quante volte sia normale “andare in bagno”, la risposta è troppo spesso influenzata da pregiudizi e false convinzioni. Alcune persone hanno un atteggiamento quasi maniacale nei confronti di tale aspetto, perché convinte che solo una defecazione quotidiana sia sinonimo di salute. Per non parlare di chi scomoda bizzarri paragoni con animali, come la mucca, molto diversi dall’uomo per abitudini alimentari e funzionalità gastro-intestinale. Per queste ragioni, molte persone si considerano stitiche sulla base di false convinzioni. Tutto ciò, in taluni soggetti, non si limita ad essere “solo” un disagio psicologico, ma genera spesso persino pericolosi fenomeni di abuso nei confronti di farmaci ed integratori lassativi: dopo aver ottenuto la tanto sospirata evacuazione, si pretende di produrne una nuova il giorno seguente, ignorando che dopo l’energica defecazione indotta dal lassativo è necessario un intervallo di tempo adeguato prima che nel tratto intestinale si accumulino le scorie necessarie, intervallo che può variare moltissimo in base a molti parametri soggettivi e – banalmente – alla quantità ed al tipo di cibo ingerito. Questa condizione di falsa stitichezza non va assolutamente intesa come un fenomeno anomalo e non giustifica in alcun modo la nuova assunzione di purganti.

Leggi anche: Stitichezza acuta e cronica: tipi, cause, trattamenti medici e rimedi

Normale frequenza di evacuazione

La normale frequenza di defecazione varia ampiamente tra le persone sane: alcuni soggetti possono produrre tre evacuazioni a settimana, mentre altri possono averne tre al giorno: all’interno di questo range la funzionalità di eliminazione delle scorie fecali può considerarsi normale. La maggioranza delle persone evacua comunque una volta ogni uno o due giorni. In genere, una frequenza di evacuazioni fecali inferiore ai tre episodi settimanali non è sufficiente per parlare di stitichezza; un soggetto affetto da stipsi, infatti, lamenta anche altri sintomi e segni – come la sensazione di incompleto svuotamento intestinale, di ostruzione anorettale, le difficoltà e gli sforzi per evacuare, l’evacuazione di feci dure e la necessità di manovre evacuative digitali – in almeno una defecazione su quattro. In altre parole se le feci hanno un aspetto ed una consistenza normale, anche una frequenza di evacuazione eccessiva o insufficiente può essere considerata fisiologica. Viceversa, se le feci mostrano variazioni cromatiche (ad esempio se si presentano particolarmente chiare o scure), di consistenza (ad esempio acquose o troppo dure) oppure di forma (feci nastriformi o caprine), è bene sottoporsi ad un controllo medico per identificare le cause di quella che molto probabilmente è spia di un problema a livello gastro-intestinale. La frequenza di evacuazione può inoltre variare nel corso del tempo, in relazione alle abitudini dietetiche e alla situazione ambientale e psicologica. E’ ad esempio comune percepire un diradarsi delle defecazioni quando ci si reca in località turistiche per villeggiatura o quando ci si alimenta meno del solito. Anche l’età può influire: gli anziani tendono ad andare in bagno meno di frequente rispetto ai giovani.

Leggi anche: Le tue feci dicono se sei in salute: con la Scala di Bristol impara ad interpretarle

DEFECAZIONE FREQUENTE (>3/die) DEFECAZIONE RARA (<3/settimana)
Cause patologiche comuni Cause patologiche comuni
  • Celiachia
  • Morbo di Crohn
  • Ipertiroidismo
  • Sindrome dell’intestino irritabile
  • Effetti collaterali di alcuni farmaci
  • Colite ulcerosa
  • Tossinfezioni alimentari
  • Celiachia
  • Ipotiroidismo
  • Sindrome dell’intestino irritabile
  • Ostruzione intestinale per la presenza di un tumore o di un polipo di grosse dimensioni
  • Effetti collaterali di alcuni farmaci
Cause non patologiche comuni Cause non patologiche comuni
  • Eccessivo consumo di frutta ed alimenti zuccherini
  • Eccessivo consumo di vegetali ed alimenti integrali
  • Insufficiente consumo di alimenti ricchi di fibra, come frutta, verdura e cereali integrali
  • Insufficiente apporto di liquidi
  • Sedentarietà

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Cirrosi epatica e fegato: sintomi, dieta, diagnosi, terapia e prevenzione

MEDICINA ONLINE ESOFAGO STOMACO DUODENO INTESTINO TENUE DIGIUNO ILEO SCOPIA APPARATO DIGERENTE CIBO DIGESTIONE TUMORE CANCRO POLIPO ULCERA DIVERTICOLO CRASSO FECI SANGUE OCCULTO MILZA VARICI CIRROSI EPATICA FEGATO VOMITO.jpgLa cirrosi epatica è una condizione in cui il fegato si deteriora lentamente e non funziona più a causa di lesioni croniche. Il tessuto cicatriziale sostituisce il tessuto epatico sano, bloccando parzialmente il flusso del sangue diretto verso il fegato. Le cicatrici pregiudicano anche la capacità del fegato di:

  • controllare le infezioni,
  • eliminare i batteri e le tossine dal sangue,
  • controllare il processo di elaborazione di nutrienti, di ormoni e dei farmaci,
  • produrre le proteine che regolano la coagulazione del sangue,
  • produrre la bile per aiutare ad assorbire i grassi, tra cui il colesterolo, e le vitamine liposolubili.

Un fegato sano è in grado di rigenerare la maggior parte delle proprie cellule nel momento in cui esse vengono danneggiate; nel caso di cirrosi il fegato non può più efficacemente sostituire le cellule danneggiate. Un fegato sano è necessario per la sopravvivenza.

Cause

La cirrosi epatica ha varie cause, nei paesi industrializzati il consumo di alcol e l’epatite C sono le cause nettamente più comuni. Anche l’obesità sta diventando una causa comune di danni epatici, o come causa unica oppure in combinazione con alcol o con l’epatite C, o entrambi. Molte persone che soffrono di cirrosi presentano più di una causa. La cirrosi non è causata da un trauma al fegato o da altre cause acute o di breve durata, di solito occorrono anni di lesioni croniche per arrivare allo sviluppo di cirrosi.

  • Malattie epatiche legate all’alcol. La maggior parte delle persone che consuma alcolici non subisce danni al fegato, ma il consumo prolungato nel corso degli anni può provocare lesioni croniche. La quantità di alcool che serve per danneggiare il fegato varia notevolmente da persona a persona, per le donne bere due o tre bicchieri di vino o birra al giorno e per gli uomini tre o quattro drink al giorno sono quantità potenzialmente sufficienti a causare negli anni danni responsabili di cirrosi. In passato i casi dovuti all’alcool hanno portato alla morte più dei casi di cirrosi epatica legati ad altre cause. I decessi causati da cirrosi correlate all’obesità sono però in aumento.
  • Epatite cronica C. Il virus dell’epatite C è un’ infezione del fegato che si trasmette attraverso il contatto con il sangue della persona infettata. L’epatite C causa l’infiammazione e danni al fegato nel corso del tempo, che possono portare alla cirrosi.
  • Epatite cronica B e D. Il virus dell’epatite B è causa di una infezione del fegato che si trasmette attraverso il contatto con il sangue della persona infettata, lo sperma o altri fluidi del corpo. L’epatite B, come la C, causa l’infiammazione del fegato e può portare alla cirrosi. Il vaccino anti-epatite B viene fatto a tutti i bambini e a molti adulti per evitare che il virus possa infettarli. L’epatite D è un altro virus che infetta il fegato e può portare a cirrosi epatica, ma si verifica solo nelle persone che già soffrono di epatite B.
  • Epatopatia steatosica non alcolica. In questa patologia il grasso si accumula nel fegato fino a causare cirrosi. Questa malattia, sempre più diffusa, è associata all’obesità, al diabete, alla malnutrizione proteica, alla malattia coronarica, e ai farmaci corticosteroidi.
  • Epatite autoimmune. Questa forma di epatite è causata dal sistema immunitario che attacca le cellule del fegato e causa l’ infiammazione, il danno epatico ed infine cirrosi. I ricercatori ritengono che i fattori genetici possono rendere alcune persone più vulnerabili alle malattie autoimmuni. Circa il 70 per cento delle persone con epatite autoimmune sono di sesso femminile.
  • Malattie che danneggiano o distruggono i dotti biliari. Numerose malattie possono danneggiare o distruggere i dotti che trasportano la bile (una sostanza coinvolta nella digestione) dal fegato, facendo sì che ritorni indietro nel fegato fino a causare cirrosi. Negli adulti la malattia più comune che rientra in questa categoria è la cirrosi biliare primitiva, una condizione in cui i dotti biliari diventano infiammati e danneggiati ed infine scompaiono. La cirrosi biliare secondaria si può verificare se i dotti vengono cuciti erroneamente o feriti durante l’intervento chirurgico alla cistifellea. La colangite sclerosante primaria è un’altra condizione che causa danni e cicatrici ai dotti biliari. Nei neonati i dotti biliari danneggiati sono comunemente causati dalla sindrome di Alagille o da atresia delle vie biliari, che si verifica quando i dotti sono assenti o feriti.
  • Malattie ereditarie. La fibrosi cistica, l’alfa-1 antitripsina, l’emocromatosi, la malattia di Wilson, la galattosemia e le malattie da accumulo di glicogeno sono malattie ereditarie che interferiscono con il modo in cui il fegato funziona ed elabora enzimi, proteine, metalli ed altre sostanze di cui il corpo ha bisogno per poter funzionare correttamente . La cirrosi può derivare da queste condizioni.
  • Farmaci, tossine, e infezioni. Altre cause di cirrosi sono l’abuso di farmaci, l’esposizione prolungata a sostanze chimiche tossiche, le infezioni parassitarie e i ripetuti attacchi di insufficienza cardiaca con congestione del fegato.

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Sintomi

Molte persone che soffrono di cirrosi non avvertono alcun sintomo nelle fasi iniziali della malattia ma, a seguito dell’inarrestabile progressione, si possono verificare:

  • debolezza,
  • stanchezza
  • perdita di appetito,
  • nausea
  • vomito,
  • perdita di peso,
  • dolore addominale e gonfiore, quando il fluido si accumula nell’addome,
  • prurito,
  • ittero,
  • teleangectasie (capillari e vene visibili sulla pelle).

Pericoli

Con il progressivo peggioramento della cirrosi e delle condizioni del fegato si possono sviluppare una o più complicazioni; in alcune persone queste possono rappresentare i primi segni della malattia.

  • Edema e ascite. Quando il danno epatico progredisce ad uno stadio avanzato, si accumula fluido nelle gambe (edema) e nell’addome (ascite). L’ascite può portare alla peritonite batterica, una grave infezione.
  • Ecchimosi e sanguinamento. Quando il fegato rallenta o smette di produrre le proteine necessarie per la coagulazione del sangue, si sviluppano lividi o si sanguina facilmente.
  • Ipertensione portale. Normalmente, il sangue dall’intestino e dalla milza viene condotto al fegato attraverso la vena porta. La cirrosi epatica rallenta il normale flusso del sangue, il che aumenta la pressione nella vena porta. Questa condizione è chiamata ipertensione portale.
  • Varici esofagee e gastropatia. Quando si verifica l’ipertensione portale, essa potrebbe causare la dilatazione dei vasi sanguigni nell’esofago (le varici) o nello stomaco (gastropatia) o entrambe le cose. I vasi sanguigni dilatati hanno maggiori probabilità di scoppiare a causa dell’assottigliamento delle pareti e dell’aumento della pressione. Se scoppiano, si possono verificare delle emorragie gravi nella parte alta dello stomaco o nell’esofago, che richiedono delle cure mediche immediate.
  • Splenomegalia. Quando si verifica ipertensione portale, la milza tende a dilatarsi e a trattenere globuli bianchi e piastrine, riducendo il numero di queste cellule nel sangue. Un livello basso di piastrine può essere un primo indice che si sta sviluppando la cirrosi.
  • Ittero. L’ittero si verifica quando il fegato malato non riesce a rimuovere la bilirubina dal sangue, causando l’ ingiallimento della pelle e del bianco degli occhi e lo scurimento delle urine. La bilirubina è il pigmento che dà alla bile il colore rossastro-giallo.
  • Calcoli biliari. Se cirrosi impedisce alla bile di fluire liberamente da e per la colecisti, allora la bile si indurisce a formare i calcoli biliari.
  • Sensibilità ai farmaci. La cirrosi rallenta la capacità del fegato di filtrare i farmaci dal sangue. Quando questo si verifica i farmaci agiscono per più tempo del previsto e si accumulano nel corpo. Ciò aumenta la sensibilità ai farmaci e la probabilità di effetti collaterali.
  • Encefalopatia epatica. Un fegato mal funzionante non riesce a rimuovere le tossine dal sangue, che alla fine si accumulano nel cervello. L’accumulo di tossine nel cervello (encefalopatia epatica) può ridurre le funzioni mentali e può causare il coma. Tra i segni della riduzione della funzionalità mentali rientrano: confusione mentale, alterazioni della personalità, perdita della memoria, difficoltà di concentrazione, e un cambiamento nelle abitudini di sonno.
  • L’insulino-resistenza e diabete di tipo 2. La cirrosi provoca resistenza all’insulina, un ormone prodotto dal pancreas che permette al corpo di usare il glucosio come energia. Con l’insulino-resistenza i muscoli del corpo e le cellule del fegato non utilizzano correttamente l’insulina. Il pancreas cerca di soddisfare la richiesta di insulina producendo di più, ma il glucosio in eccesso si accumula nel sangue causando il diabete di tipo 2.
  • Cancro del fegato. Il carcinoma epatocellulare è un tipo di cancro del fegato che può verificarsi nelle persone affette da cirrosi. Il carcinoma epatocellulare ha un alto tasso di mortalità, ma sono disponibili numerose opzioni di trattamento.
  • Altri problemi. La cirrosi può causare delle disfunzioni del sistema immunitario, che portano al rischio di infezione. La cirrosi può anche causare insufficienza renale e polmonare, nota come sindrome epato-renale ed epato-polmonare.

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Diagnosi

La diagnosi della cirrosi è di solito basata sulla presenza di uno o più fattori di rischio, come l’abuso di alcolici o l’obesità, ed è confermato da un esame fisico, esami del sangue e da esami di imaging. Il medico si informa inizialmente sulla storia medica del paziente e sui sintomi che si sono manifestati, procede poi con un esame fisico per analizzare i sintomi e i segni clinici della malattia. Per esempio, attraverso l’esame addominale il fegato può apparire rigido o dilatato, con segni di ascite. Il medico può anche effettuare degli esami del sangue che possono essere utili per valutare il fegato e aumentare il sospetto di cirrosi. Per poter visualizzare il fegato nel caso in cui sussistano dei segni di allargamento, una riduzione del flusso di sangue, o l’ ascite, il medico può ordinare una tomografia computerizzata (TC), l’ecografia, la risonanza magnetica (MRI), o la scansione del fegato. È inoltre possibile visualizzare direttamente il fegato con l’inserimento di un laparoscopio nell’addome; il laparoscopio è uno strumento munito di telecamera che trasmette immagini sullo schermo di un computer. La biopsia epatica può confermare la diagnosi di cirrosi, ma non è sempre necessaria. La biopsia di solito viene effettuata se il risultato fosse determinante nella scelta del trattamento. La biopsia viene eseguita con un ago inserito tra le costole o in una vena del collo. Vengono prese tutte le precauzioni per ridurre al minimo il disagio. Un piccolo campione di tessuto epatico viene esaminato con un microscopio per cicatrici o altri segni di cirrosi. A volte tramite la biopsia viene riscontrata una causa di danno epatico diverso dalla cirrosi.

Punteggio MELD nella cirrosi epatica

La gravità della cirrosi viene valutata attraverso un modello per la malattia epatica (MELD). Il punteggio MELD è stato sviluppato per predire la sopravvivenza a 90 giorni delle persone con cirrosi avanzata. Il punteggio MELD è basato su tre esami del sangue:

  • rapporto normalizzato internazionale (INR), che esamina la capacità di coagulazione del sangue,
  • bilirubina, che esamina la quantità di pigmenti biliari nel sangue,
  • creatinina, che esamina la funzionalità renale.

Il MELD assegna un punteggio che di solito varia tra 6 e 40, un punteggio pari a 6 indica una maggiore probabilità di sopravvivenza a 90 giorni.

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Cura e terapia

Il trattamento per la cirrosi epatica dipende dalla causa della malattia e dall’eventuale presenza di complicazioni. Gli obiettivi del trattamento sono:

  • rallentare la progressione di tessuto cicatriziale nel fegato,
  • prevenire o trattare le complicanze della malattia.

Può essere necessario il ricovero in ospedale in caso di complicanze. Innanzi tutto si consiglia:

  • Una dieta nutriente. Poiché la malnutrizione è comune nelle persone affette da cirrosi, una dieta sana è importante in tutte le fasi della malattia. Gli operatori sanitari raccomandano un piano alimentare che sia ben equilibrato. Se si sviluppa l’ascite è raccomandata una dieta povera di sodio. Una persona affetta da cirrosi non dovrebbe mangiare molluschi e crostacei crudi, che possono contenere batteri in grado di causare infezioni gravi. Per migliorare la nutrizione il medico può aggiungere un supplemento di liquido assunto per bocca o attraverso un sondino nasogastrico, un tubicino inserito attraverso il naso e la gola che raggiunge lo stomaco.
  • Evitare alcolici e altre sostanze d’abuso. Le persone con cirrosi non dovrebbero consumare alcolici o sostanze illecite, per non peggiorare i danni al fegato. Poiché molte vitamine e farmaci, sia quelli soggetti a prescrizione che quelli da banco, possono influire sulla funzionalità del fegato, si dovrebbe consultare un medico prima dell’assunzione.

Il trattamento per la cirrosi affronta anche delle complicanze specifiche. Per l’edema e l’ascite, il medico può consigliare dei diuretici e dei farmaci per rimuovere il liquido dal corpo. Grandi quantità di liquido ascitico possono essere rimosse dall’addome e controllare la peritonite batterica. Possono essere prescritti degli antibiotici orali per prevenire l’infezione. Le infezioni più gravi con ascite richiedono degli antibiotici assunti per via endovenosa (IV).

Il medico può poi prescrivere un beta-bloccante o dei nitrati per l’ipertensione portale. I beta-bloccanti possono ridurre la pressione nelle varici e ridurre il rischio di sanguinamento. Il sanguinamento gastrointestinale richiede un’immediata gastroscopia alla ricerca di varici esofagee. Il medico può effettuare una legatura con bande mediante un dispositivo speciale per comprimere le varici e fermare l’emorragia. Le persone che hanno avuto varici in passato possono aver bisogno di medicine per prevenire episodi futuri. L’encefalopatia epatica viene trattata mediante la pulizia dell’intestino con il lattulosio (Laevolac®), un lassativo somministrato per via orale, farmaci lassativi osmotici diversi o tramite clisteri. Possono essere aggiunti degli antibiotici, se necessario. Ai pazienti può essere chiesto poi di ridurre l’assunzione di proteine nella dieta. L’encefalopatia epatica può migliorare, nel momento in cui vengono tenute sotto controllo le altre complicanze della cirrosi.

Alcune persone affette da cirrosi che sviluppano insufficienza epato-renale devono essere sottoposte a dialisi, che si basa sull’utilizzo di una macchina per pulire i rifiuti dal sangue. Vengono inoltre assunti dei farmaci per migliorare il flusso di sangue attraverso i reni. vIl trattamento per cirrosi causata da epatite dipende dal tipo specifico di epatite, ad esempio l’interferone ed altri farmaci antivirali vengono prescritti per l’epatite virale, mentre l’epatite autoimmune richiede corticosteroidi e altri farmaci che sopprimono il sistema immunitario. Vengono indicati farmaci specifici per il trattamento di vari sintomi di cirrosi, come il prurito e il dolore addominale.

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Quando è indicato un trapianto di fegato per cirrosi?

Il trapianto di fegato viene preso in considerazione quando le complicazioni non possono essere controllate dal trattamento. Il trapianto di fegato è un’operazione delicata in cui l’organo malato viene rimosso e sostituito con uno sano da un donatore di organi. Un team di medici determina i rischi ed i benefici della procedura per ciascun paziente. I tassi di sopravvivenza sono migliorati nel corso degli ultimi anni grazie a dei farmaci che sopprimono il sistema immunitario, evitando che il nuovo fegato venga danneggiato.

Il numero di persone che ha bisogno di un trapianto di fegato supera di gran lunga il numero di organi disponibili. Chi necessita di un trapianto deve passare attraverso un complicato processo di valutazione prima di essere aggiunto a una lunga lista d’attesa per il trapianto. In generale gli organi vengono resi disponibili per le persone con le migliori possibilità di vivere più a lungo dopo un trapianto. La sopravvivenza dopo un trapianto necessita di terapie intensive post-operazione e della collaborazione del paziente e del personale medico.

Prevenzione

Si può ridurre il rischio di cirrosi prendendosi cura del proprio fegato, ad esempio:

  • Eliminare qualsiasi alcolico o – almeno – bere alcolici con estrema moderazione, specie se sono presenti altri casi di cirrosi in famigliari. Per gli uomini è bene bere non più di due bicchieri al giorno, mentre per le donne o chiunque abbia 65 anni o più è preferibile non bere più di un bicchiere al giorno.
  • Seguire una dieta sana. È consigliabile scegliere una dieta ricca di frutta e verdura, prediligere cereali e le fonti di proteine magre, ridurre la quantità di cibi grassi e fritti.
  • Mantenere un peso sano. Un eccesso di grasso corporeo può danneggiare il fegato, è bene perdere qualche chilo se si è obesi o in sovrappeso.
  • Utilizzare sostanze chimiche domestiche con parsimonia e attenzione, seguire le indicazioni sui detersivi e gli spray per gli insetti. Se si lavora a contatto con vari prodotti chimici, è bene seguire tutte le precauzioni di sicurezza. Il fegato elimina le tossine dal corpo, per cui sarebbe bene concedergli regolarmente una pausa, limitando la quantità di tossine da filtrare.
  • Ridurre il rischio di epatite. Evitare lo scambio di siringhe ed i rapporti sessuali non protetti che possono aumentare il rischio di epatite C e B. E’ quindi opportuno usare il preservativo durante i rapporti sessuali.
  • Valutare con il vostro medico l’eventuale vaccinazione contro l’epatite B.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Come fare un clistere evacuativo: procedura semplice con enteroclisma

MEDICINA ONLINE ENTEROCLISMA PERETTA CLISTERE EVACUATIVO PULIZIA COLON INTESTINO STIPSI COSTIPAZIONE FECALOMA FECI DURISSIME PALLINE TAPPO DIGIUNO DEFECAZIONE DIARREA ODORE CIBO TEMPO ESIl clistere è una tecnica che permette l’iniezione di un liquido nell’ano con lo scopo principale di stimolare l’evacuazione, ma anche utile in caso di irregolarità intestinali e irritazioni della mucosa intestinale, preparazione ad intervento chirurgico o procedura d’indagine, fecalomi. Come fare un clistere con enteroclisma? Ecco la procedura sia da soli che in due.

Precisazione: in questo articolo descriviamo come fare un clistere tramite enteroclisma, l’apparecchio che vedete nella foto in alto, se cercate invece il metodo per fare il classico clistere con peretta oppure con microclisma, leggete:

Occorrente

Per praticare un clistere tramite enteroclisma, occorrono:

  • un kit nuovo per enteroclisma, acquistato in farmacia;
  • un paio di asciugamani o una traversa cerata o pannoloni usa e getta;
  • vasellina o gel ipoallergenico o un cucchiaino di olio di mandorle organico, olio di oliva o di cocco, per lubrificare l’ingresso della sonda;
  • guanti monouso in lattice o nitrile;
  • un litro di acqua distillata a temperatura corporea;
  • cestino per rifiuti biologici;
  • eventuale tampone per indagine microbiologica.

Avvertenze generali

  • Sarebbe opportuno evitare l’enteroclisma se si è soli: è opportuno che sia presente in casa una persona di fiducia, pronta a prestare aiuto in caso di necessità.
  • Acquistate materiale di alta qualità.
  • È preferibile che la procedura venga svolta a vescica vuota.
  • Fai attenzione alla temperatura della soluzione introdotta, dal momento che temperature troppo alte o troppo basse sono potenzialmente dannose. L’ideale è circa 35°: sarebbe importante testare con un termometro da bagno che la temperatura sia in un range compreso fra i 25 e i 38 °C.
  • Se durante la procedura fuoriesce sangue dall’ano, fermarsi immediatamente.

Avvertenze in ambiente sanitario

  • Quando tale procedura viene effettuata in ambiente sanitario, è necessario che l’infermiere o il medico spieghi al paziente la procedura prima di iniziare a farla, in modo che comprenda e gli dia un valido consenso.
  • Il clistere va effettuato nel mantenimento della privacy più elevata possibile.
  • E’ necessario continuare la sorveglianza del paziente anche al termine del clistere: non sappiamo la dimensione della massa fecale da espellere e se avviene in modo imponente c’è la possibilità di crisi lipotimiche, per cui meglio ridurre ai minimi termini il rischio di caduta in bagno.
  • Controllare periodicamente se il clistere ha avuto o non esito positivo, prendetene nota e comunicatelo al resto del team sanitario che si occupa di quel paziente.

1) Trova luogo confortevole

Se sei a casa e non in ambiente sanitario, trova un luogo confortevole per fare il clistere, come ad esempio il vostro bagno: una volta fatto il clistere potresti avere solo pochi secondi prima che il corpo decida di evacuare, quindi il bagno – o un posto ad esso vicino – può essere una ottima scelta.

2) Monta il kit

Apri la confezione del kit e montalo in base alle istruzioni incluse nella confezione. Solitamente nella confezione troverai:

  • una sacca per il liquido;
  • un gancio per appenderlo;
  • un tubo;
  • un tappo;
  • una sonda rettale.

3) Procedure iniziali

Lava le mani ed inserisci i guanti. Usa il lubrificante per lubrificare l’ano ed i primi centimetri della sonda del clistere. Inserisci l’acqua nel tubo eventualmente mescolata con altri liquidi curativi.

4) Procedura da soli

  1. Disponi gli asciugamani sul letto o per terra e sdraiati sulla schiena, con le ginocchia piegate verso il petto.
  2. Quando ti senti pronto, introduci la sonda nel canale anale per una lunghezza di circa 9 – 11 cm.
  3. Fermati se senti resistenza o dolore ed aggiusta lievemente l’angolazione finché non entra con facilità.
  4. Utilizza il morsetto sul tubo per aprire il flusso e controllare la quantità di liquido.
  5. Introduci il liquido lentamente.
  6. Ritira la sonda con delicatezza.
  7. Asciuga la zona perineale con un tampone di garza o con telini monouso.
  8. La procedura potrà ritenersi conclusa solo dopo aver trattenuto il clistere per 10-15 minuti prima di evacuare l’intestino, o per lo meno quanto più tempo ti sarà possibile. Durante questo periodo devi rimanere sdraiato, con le ginocchia piegate verso il petto, aiutandole con le braccia.
  9. Dopo aver trattenuto il liquido, siediti sul water e rilassati. Aspetta sino a che non riesci ad espellere acqua e feci.

5) Procedura in due

  1. E’ preferibile che il soggetto venga posizionato sul lato sinistro, con le ginocchia ben flesse e con i glutei vicino al bordo del letto.
  2. Successivamente va posizionata la traversa cerata al di sotto del paziente, se non dovesse essere autonomo avvalersi anche dell’ausilio di un pannolone.
  3. Quando il paziente si sentirà pronto, introdurre la sonda nel canale anale, mentre si tiene alzato il gluteo destro con la mano libera.
  4. Lentamente bisognerà introdurre la sonda per una lunghezza di circa 9 – 11 cm.
  5. Fermati se senti resistenza o dolore e aggiusta lievemente l’angolazione finché non entra con facilità.
  6. Utilizzare il morsetto sul tubo per aprire il flusso e controllare la quantità di liquido.
  7. Introdurre il liquido lentamente.
  8. Ritirare la sonda con delicatezza ed asciugare la zona perineale con un tampone di garza o con telini monouso.
  9. La procedura potrà ritenersi conclusa solo dopo aver chiesto al paziente di trattenere il clistere per 10-15 minuti prima di evacuare l’intestino, o per lo meno quanto più tempo gli sarà possibile, stando sdraiato sul letto.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

Per approfondire:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Il mio alito odora di feci: cause, quando è pericoloso e rimedi

MEDICINA ONLINE UOMO TRISTE DOLORE MAL DI TESTA PENSIERI DEPRESSIONE STANCHEZZA STANCO BRUTTOLa presenza di odore di feci che fuoriesce dalla bocca del paziente è sempre un segno pericoloso ed una condizione di urgenza addominale per il paziente. E’ facile che il medico pratico si imbatta nel paziente con odore fecaloide, specie se anziano, paziente che può presentare ostruzione del tratto intestinale, in genere più o meno basse. Compare allora il vomito,  tardivamente se le lesioni sono nel colon, per esempio delle masse tumorali.. L’odore fecale dell’alito di solito accompagna il vomito fecale che si associa a un’ostruzione intestinale prolungata o a fistola gastrodigiunocolica. Esso rappresenta un importante segno tardivo di una patologia gastrointestinale potenzialmente letale, poiché l’ostruzione completa di qualunque segmento intestinale, se non viene trattata, può causare morte, dopo ore dalla comparsa di collasso vascolare e shock.

Quando un intestino ostruito o adinamico tenta di decomprimersi spontaneamente rigurgitando il suo contenuto, vigorose onde peristaltiche rimandano il contenuto intestinale indietro, verso lo stomaco. Lo stomaco pieno di liquido intestinale, a sua volta, spinge il contenuto verso l’alto, provocando il vomito. L’odore di vomito fecale persiste nella bocca. L’odore fecale dell’alito si può riscontrare anche nei pazienti con un sondino nasogastrico o intestinale. L’odore è percepibile solo finché persiste la patologia sottostante e si attenua subito dopo la sua risoluzione.

Leggi anche: Feci dalla bocca: il vomito fecaloide

Interventi urgenti

Poiché l’odore fecale dell’alito può segnalare un’ostruzione intestinale potenzialmente molto grave e – in alcuni casi – letale, si devono rapidamente valutare le condizioni del paziente. Controllare i parametri vitali e porre attenzione ad eventuali segni di shock, come ipotensione, tachicardia, riduzione della pressione del polso, cute fredda e asciutta. Chiedere al paziente se ha nausea oppure se ha vomitato. Valutare la frequenza del vomito così come colore, odore, quantità e consistenza. Raccogliere il vomito, per poterlo accuratamente misurare. Prepararsi a inserire un sondino nasogastrico oppure intestinale, per decomprimere il tubo digerente.

In previsione di un eventuale intervento chirurgico, per rimuovere un’ostruzione o riparare una fistola, il paziente deve eliminare tutti i cibi e i liquidi. E’ importante per il medico:

  • Ottenere un campione ematico ed inviarlo in laboratorio per eseguire emocromo completo e dosaggio degli elettroliti, poiché cospicue perdite di liquidi possono indurre squilibri elettrolitici.
  • Mantenere un’adeguata idratazione e supportare il circolo con ulteriori liquidi.
  • Controllare l’equilibrio acido-base del paziente e somministrare soluzioni come il Ringer lattato, soluzione fisiologica, prevenire l’alcatosi metabolica da perdite gastriche e l’acidosi metabolica da perdite intestinali.

Leggi anche: Differenza tra disfagia orofaringea ed esofagea: sintomi comuni e diversi

Alito fecaloide: quali possono essere le cause?

di seguito riporto una serie di possibili cause di alito di tipo fecale:

  1. Ostruzione distale dell’intestino tenue. Nella fase tardiva dell’ostruzione, è presente nausea, anche se il vomito può essere ritardato. All’inizio, il vomito è di contenuto gastrico, quindi diviene di tipo biliare, seguito da contenuto fecale con conscguente odore fecale dell’alito. Sintomi di accompagnamen­to possono includere dolenzia generalizzata, malessere, vertigini e polidipsia. Le modifica­zioni intestinali (dalla diarrea fino alla stipsi), sono accompagnate da distensione addomi­nale, dolore epigastrico persistente o dolore tipo colica periombelicale. rumori intestinali iperaltivi e borborigmi; quando l’ostruzione diventa completa, la peristalsi diventa ipoatti­va o assente. Febbre, ipotensione, tachicardia e dolorabilità di rimbalzo, possono indicare strozzamento o perforazione.
  2. Fistola gastrodigiunocolica. In questa patologia, i sintomi possono essere variabili e intermittenti, a causa della chiusura transi­toria della fistola. Si può avere vomito fecale con conseguente odore lecale dell’alito, ma il più comune segno di esordio è la diarrea, spesso accompagnata anche da dolore ad­dominale. I reperti gastrointestinali correla­ti comprendono anoressia, calo ponderale, distensione addominale, e a volte, grave malassorbimento.
  3. Ostruzione intestinale del colon. All’inizio, il vomito è in genere assente, ma il vomito fecale con conseguente odore fecale dell’ali­to, si può manifestare tardivamente. General­mente, i segni si sviluppano più lentamente rispetto alle ostruzioni dell’intestino tenue. Si ha la brusca comparsa di dolore addominale tipo colica, seguito da dolore ipogastrico persistente. Si hanno marcata distensione addominale e dolorabilità e le anse coliche possono essere visibili attraverso la parete addominale. Anche se si sviluppa stipsi, la defecazione può continuare fino a 3 giorni dopo la completa ostruzione, a causa delle feci rimaste nel tratto di intestino, sottostante la lesione. La fuoriuscita di feci è frequente nelle ostruzioni parziali.

Terapie

Non esiste un solo tipo di trattamento che risolva tutti i casi di vomito fecaloide: le cure dovranno essere impostate dal medico in base alla causa a monte che hanno determinato la comparsa di alito fecaloide. In alcuni casi poterebbe rendersi necessario anche un intervento chirurgico.

Leggi anche: Feci nere e melena: cause e cure in adulti e neonati

I migliori prodotti per l’igiene orale

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere della bocca e del viso, in grado di migliorare l’igiene orale, combattere l’alito cattivo, pulire la lingua dalla patina ed idratare le labbra:

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Ingrassa di più pandoro, panettone, torrone o colomba?

MEDICINA ONLINE NATALE DOLCI NATALIZI PANDORO PANETTONE TORRONE NOCCIOLE CIOCCOLATO BIANCO SFOGLIATA LIEVITAZIONE INGREDIENTI ZUCCHERO A VELO CALORIE RICETTE DIFFERENZE DIETA CIBO DOLCE COLOMBA PASQUA BUONE FESTE CAPODANNONessuno dei quattro dolci citati nel titolo – tre natalizi ed uno pasquale – è un cibo definibile “ipocalorico”. Ma quale contiene più calorie?

Il panettone generalmente possiede tra le 330 e le 360 calorie per 100 grammi, mentre il pandoro arriva fino a 410 calorie, invece la colomba pasquale si attesta generalmente tra le 400 e le 450 calorie. Tutti e tre sono però “superati” dal torrone, che mediamente contiene circa 460 calorie per 100 grammi.

Il problema vero di pandoro, panettone, torrone e colomba è che spesso vengono serviti in tavola alla fine dei pasti natalizi o pasquali, che già da soli non sono dei propriamente “ipocalorici” e vanno così ad aggiungersi ad un menu già fin troppo abbondante. Per evitare un eccessivo apporto calorico, un trucco potrebbe essere quello di ridurre le calorie durante la cena, diminuendo le porzioni ad esempio di pasta.

Altro trucco è – se prevedete una cena abbondante – quello di limitare le calorie a pranzo o, comunque, nei giorni precedenti e successivi al periodo natalizio o pasquale. Altro trucco è, ovviamente, quello di limitare le porzioni e di aumentare l’attività fisica prima, durante e dopo le feste.

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Meteorismo intestinale: cos’è, cause, rimedi, dieta, cibi da evitare

MEDICINA ONLINE TUMORE COLON RETTO INTESTINO SINTOMI INIZIALI TARDIVI DIAGNOSICon meteorismo viene indicato un disturbo gastrointestinale associato alla distensione addominale provocata da una eccessiva produzione e accumulo di gas nel tratto digestivo, usualmente nel tratto intestinale (Meteorismus intestinalis) o nello stomaco, più raramente nella cavità addominale. L’accumulo di gas che risale nel tratto gastro-intestinale e che non viene evacuato, ad esempio attraverso la flatulenza, può dar luogo a complicanze, una tra tutte il rigonfiamento dell’addome stesso.

Patogenesi

La quantità di gas all’interno dell’intestino è abbastanza costante, e non rappresenta che una piccola frazione del volume totale realmente prodotto. Il volume totale dei gas è soltanto da 100 a 200 mL. La quantità dei gas è regolata dal transito intestinale e dall’evacuazione del gas in eccesso. I gas entrano nell’organismo con la deglutizione, le reazioni biochimiche, la diffusione a partire dal sangue e dalla fermentazione batterica intestinale. I gas escono invece per assorbimento dalla parete intestinale, per escrezione respiratoria, per sintesi batterica e per evacuazione anale.

Eccessiva produzione

Questa è influenzata dalla ricchezza in fibre alimentari (soprattutto pectina, poco la cellulosa), la cui riduzione causa una netta diminuzione dei gas prodotti. Esso dipende anche dalla durata del transito: più è lento, più la produzione sarà importante (costipazione).

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Alterazione della propulsione

L’intestino, tramite la peristalsi, mette in movimento i gas prodotti in modo da evacuare la parte non riassorbita dall’intestino. In alcuni pazienti vi è un rallentamento della propulsione dei gas e formazione di sacche gassose. Anche lo sfintère anale ha un ruolo; normalmente il gas è evacuato mediante l’associazione di una leggera contrazione dei muscoli addominali con il rilasciamento dell’ano; talvolta non c’è tale coordinazione e lo sfintère non si rilascia. In conclusione, non è tanto l’eccesso dei gas, ma la distribuzione anormale di essi a essere responsabile del meteorismo addominale. È da notare che la ritenzione dei gas nell’intestino tenue dà una sintomatologia più marcata della ritenzione nel colon. Inoltre è stato notato che, per una stessa quantità di gas, certe persone si sentono gonfie e altre no, quindi vi è un fattore personale di sensibilità e di tolleranza a tale sintomo.

Carbone vegetale contro il meteorismo

Il carbone vegetale riveste un ruolo di assoluta rilevanza come rimedio erboristico naturale, seguito da piante carminative come finocchio ed anice.
Si distinguono quattro categorie di carbone:

  • Carbone vegetale: è ottenuto dalla distillazione secca del legno di betulla, salice o pioppo, da cui si ottiene una polvere. Vanta blande proprietà adsorbenti, comportandosi come una spugna.
  • Carbone animale: deriva da scarti della macellazione (ossa, tendini, cartilagini) sottoposti ad una carbonizzazione senza fiamma. Comporta proprietà adsorbenti maggiori rispetto al carbone vegetale: infatti, è considerato anche “anti-tossico” in ambito medico (in seguito alla lavanda gastrica). Il materiale di scarto animale viene posto in stufe ad una temperatura compresa tra i 100 e i 200°C: la carbonizzazione avviene senza fiamma per evitare la produzione di sostanze aromatiche cancerogene.
  • Carbone officinale composto: rappresenta un mix di carbone vegetale ed animale.
  • Carbone medicato: è un carbone arricchito con sostanze antisettiche (es. fenoli).

Il carbone, in generale, ha proprietà adsorbenti che lo rendono capace di trattenere i gas intestinali; inoltre, facilita l’eliminazione batterica che provoca la fermentazione. Per i soggetti che presentano solamente una forma di meteorismo causata da un’alimentazione scorretta, il carbone dev’essere assunto dopo i pasti. Solitamente, per i soggetti che seguono una cura farmacologica, il carbone dovrebbe essere evitato, perché potrebbe diminuire la biodisponibilità dei farmaci. Il carbone, inoltre, non dev’essere assunto dalle persone che presentano carenze vitaminiche e dai soggetti che manifestano problemi di assorbimento in generale: il carbone, infatti, va ad indebolire l’assorbimento dei principali nutrienti. Sarebbe buona regola assumere fermenti lattici in concomitanza al carbone per favorire il ripristino della flora intestinale, di conseguenza per combattere il meteorismo. Il consulto del medico è comunque indispensabile.

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Rimedi naturali per il meteorismo

Tra rimedi naturali contro il meteorismo spiccano anche le tisane con estratti di piante carminative, che agiscono diminuendo il gonfiore a livello addominale: finocchio, anice, cumino, sono i più noti, ma anche melissa, mirto e camomillasono molto efficaci per contrastare il meteorismo.

  • Finocchio (Foeniculum vulgare) e anice (Pimpinella anisum): sono droghe carminative che diminuiscono il gonfiore addominale grazie a molecole capaci di limitare la fermentazione anaerobia (in assenza di ossigeno) operata dalla flora intestinale. Il finocchio, stimolando l’attività biliare, è usato anche contro la dispepsia; inoltre è un diuretico. Il fitocomplesso è caratterizzato da fencone e da anetolo, appartenenti alla categoria di mono e sesquiterpeni. L’anice potenzia l’azione del finocchio,  inibisce il processo fermentativo a livello intestinale, riduce la flatulenza e la nausea.
  • Cumino (Cuminum cyminum) vanta proprietà carminative e digestive: per questo motivo è un ottimo rimedio naturale contro crampi addominali e gonfiori legati al meteorismo. Si consiglia una tisana a base di cumino a fine pasto per favorire la corretta digestione; per queste sue proprietà si configura simile al finocchio e all’anice.
  • Melissa (Melissa officinale) anche la melissa vanta proprietà carminative, riuscendo i diminuire i gas intestinali formati. La melissa è ricordata anche per le sue capacità antispasmodiche e calmanti: per questa sua potenzialità è inserita in molte formulazioni per indurre il sonno. Considerando poi che il meteorismo, come abbiamo analizzato, è causato anche da stress ed ansia, la melissa è sicuramente una droga molto utile per rilassare i tessuti, di conseguenza ostacolare il gonfiore addominale.
  • Mirto (Myrtus communis) il mirtolo è un principio attivo del mirto, ricavato dal suo olio essenziale, che vanta proprietà digestive, stomachiche, antinfiammatorie  e carminative. Inoltre, esplica anche proprietà antifermentative, ostacolando la fermentazione gastrica che causerebbe la sensazione di gonfiore.
  • Camomilla (Matricaria recutita) ha potenzialità carminative, essendo in grado di togliere l’aria dallo stomaco e dall’intestino, diminuisce i dolori addominali ed i crampi. Ha proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie, spasmolitiche e antibatteriche, attività utili ad alleggerire i disturbi derivati dal meteorismo.

Consigli per combattere meteorismo e pancia gonfia

  • seguire una dieta equilibrata e bilanciata introducendo nello stesso pasto i vari nutrienti nelle giuste proporzioni;
  • utilizzare, sotto controllo medico, antibiotici non assorbibili che esercitano la loro azione riequilibrante sulla flora batterica senza essere assorbiti dall’intestino (effetti collaterali ridotti);
  • alcuni farmaci impediscono la formazione di schiume nell’intestino, favorendo l’assorbimento dei gas e riducendo il meteorismo (carbone vegetale, dimeticone).
  • masticare lentamente;
  • evitare le abbuffate;
  • mangiare la frutta zuccherina lontano dai pasti, soprattutto in caso di colite fermentativa;
  • se si soffre di meteorismo è bene evitare le fritture ed i cibi molto grassi;
  • mangiare in un ambiente rilassante, senza parlare troppo tra un boccone e l’altro
  • attenzione a combinazioni alimentari particolarmente sfavorevoli: carne e formaggi; uova e legumi; pasta, pane e molta carne;
  • per prevenire il meteorismo limitare il consumo di the, alcol, bevande gassate e più in generale di tutti quegli alimenti che contengono aria (panna montata, pasta sfoglia ecc.);
  • attenzione ai dolcificanti artificiali che contengono polialcoli (mannitolo, sorbitolo, xilitolo); anche un eccesso di fruttosio favorisce il meteorismo;
  • altri comportamenti a rischio: succhiare con la cannuccia e fumare durante i pasti;
  • il meteorismo e la fermentazione intestinale possono essere evitati grazie ad un ammollo prolungato dei legumi, al loro consumo sottoforma di puré o alla loro divisione con il cucchiaio a metà cottura;
  • nei pasti ricchi di proteine si consiglia l’associazione con verdure.

Alimenti che causano meteorismo, da eliminare o limitare

  • Frappè, panna montata
  • Cacao, cioccolato al latte, cioccolato fondente, cioccolato in tazza
  • Legumi: fagioli, fave, lenticchie (da soli o come componenti di zuppe tradizionali)
  • Alcune verdure: cipolla, cavoli, cavoletti di Bruxelles, cime di rapa, melanzane, carote(ammesse in piccoli quantitativi), lupini. Usare con moderazione i minestroni e i passati di verdura
  • Frullati di frutta (con o senza latte)
  • Bevande gasate
  • Maionese e salse a base di maionese
  • Zabaione
  • Gelato
  • Pasticceria fresca e secca
  • Zucchero, marmellata
  • Mollica di pane (in presenza di pancia gonfia e meteorismo si consiglia l’utilizzo di pane abbrustolito, fette biscottate o crackers)
  • Sostituire spesso il riso alla pasta
  • Brodi di carne o fatti con dadi ed estratti di carne
  • Vino rosso, alcolici, aperitivi
  • Liquidi in grande quantitativo ai pasti (bere spesso tra un pasto e l’altro)
  • Formaggi fermentati o piccanti
  • Pepe
  • Fritture in genere
  • Cibi troppo freddi o troppo caldi
  • Cibi assunti ad orari irregolari (utili 3 pasti principali ed eventualmente 2 merende)
  • Cibi poco masticati, ingoiati in fretta, parlando mentre si mastica.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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