Differenza tra epilessia e convulsioni

MEDICINA ONLINE MORTE CLINICA BIOLOGICA MORTE CEREBRALE END LIFE OSPEDALE LETTO VENTILATORE MECCANICO STACCARE LA SPINA BRAIN DEATH ELETTROENCEFALOGRAMMA PIATTO FLAT EEG SNC CERVELLO TERMINALE MALATO COMA STATO VEGETATIVOL’epilessia è una condizione neurologica, solitamente cronica, in altri transitoria, caratterizzata da ricorrenti e improvvise manifestazioni con perdita della coscienza e – in alcuni casi – violenti movimenti convulsivi dei muscoli, dette “crisi epilettiche”.  La crisi è causata dalla scarica improvvisa eccessiva e rapida di una popolazione più o meno estesa di neuroni che fanno parte della sostanza grigia dell’encefalo (definizione di John Hughlings Jackson). L’aggregato di neuroni interessati dalla scarica viene definito “focolaio epilettogeno”. Se la scarica interessa tutta la superficie del cervello, si parla di crisi epilettiche generalizzate; se interessa solo una parte della superficie, si parla di crisi epilettiche focali (o parziali).

Le convulsioni sono contrazioni violente e non volontarie che interessano alcuni muscoli scheletrici volontari. Una pratica distinzione delle convulsioni è quella che le suddivide in:

  • toniche;
  • cloniche;
  • tonico-cloniche.

Si parla di convulsioni toniche nel caso che la contrazione muscolare sia prolungata; le convulsioni sono dette invece cloniche quando sono di breve durata e sono seguite da una fase di rilassamento; si parla di convulsioni tonico-cloniche quando c’è un susseguirsi di convulsioni toniche e di convulsioni cloniche.

Epilessia e convulsioni

Spesso si fa confusione tra i due termini, questo accade perché le convulsioni sono un sintomo tipico, ma non esclusivo, dell’epilessia. La convulsioni possono infatti essere provocate da altri tipi di patologie o da altre condizioni:

  • ascessi cerebrali;
  • crisi di astinenza (astinenza da alcol, farmaci, sostanze stupefacenti);
  • eclampsia;
  • encefalite;
  • febbre (si parla di convulsioni febbrili, specie nei bambini);
  • idrofobia;
  • meningite;
  • neoplasie cerebrali;
  • problemi di tipo metabolico (ipoglicemia, iponatremia e ipossia);
  • tetano;
  • uremia.

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Differenza tra Eutirox e Ibsa nella cura dell’ipotiroidismo

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene HD Grasso Pancia Auguri Buon Natale FARMACO MARCA GENERICO EQUIVALENTE DIFFERENZEIl trattamento standard dell’ipotiroidismo in tutto il mondo è attualmente basato sulla somministrazione della levotiroxina sodica (L-T4), prodotto sostanzialmente identico all’ormone tiroideo naturale, che – grazie all’azione delle desiodasi – viene trasformato nell’ormone attivo, la triiodotironina (T3). La levotiroxina è uno dei farmaci più prescritti al mondo, abitualmente commercializzato in formulazione solida sotto forma di compresse con il nome commerciale di Eutirox. Le compresse si assumono per bocca, quotidianamente. La lunga emivita del farmaco, (circa 7 giorni in condizione di eutiroidismo, 9-10 giorni in caso di ipotiroidismo o gravidanza), tuttavia, evita problematiche importanti in caso di sporadiche inosservanze nell’assunzione giornaliera. Una recente innovazione è rappresentata dalla formulazione orale di levotiroxina liquida. Il principio attivo, già in soluzione, non ha bisogno della fase di dissoluzione gastrica e pertanto l’assorbimento della levotiroxina liquida avviene in maniera molto più rapida. Quest’aspetto consente la netta riduzione dei tempi di attesa tra l’assunzione del farmaco e la prima colazione poiché, quando il cibo arriva nell’intestino tenue, l’assorbimento della levotiroxina liquida (T4) è già in gran parte avvenuto.

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Tiroide Ibsa
Alcune recenti evidenze scientifiche indicano però che la levotiroxina in monoterapia (Eutirox) non sia sempre in grado di assicurare lo stato di eutiroidismo in tutti i tessuti contemporaneamente, suggerendo un possibile impiego della terapia combinata Levotiroxina (T4) + Liotironina (T3) (farmaco chiamato “Tiroide Ibsa”, o comunemente “Ibsa”)
Sono attuamente disponibili alcune formulazioni precostituite in frazioni fisse di tetraiodotironina (Levotiroxina sodica, T4) e triiodotironina (Liotironina sodica, T3):

Tiroide Ibsa 33 (T4 19,54 mcg + T3 5,69 mcg), confezione da 50 Cpr.
Tiroide Ibsa 125 (T4 74 mcg + T3 21.4 mcg), confezione da 25 Cpr.

La differenza tra Eutirox e Tiroide Ibsa
Da quanto detto appara chiara la differenza tra i due farmaci: l’Eutirox contiene solo T4 (levotiroxina, in monoterapia), mentre Tiroide Ibsa contiene T3 e T4 (levotiroxina e liotironina in terapia combinata).

Meglio Eutirox o Tiroide Ibsa
Non esiste un farmaco migliore dell’altro. Sebbene alcuni studi abbiano dimostrato una maggior preferenza da parte dei pazienti e migliori profili metabolici per la terapia combinata, le evidenze scientifiche suggeriscono tuttavia che la terapia combinata (Tiroide Ibsa) non sia generalmente superiore alla monoterapia con levotiroxina. Pertanto la monoterapia con levotiroxina rimane il trattamento standard per l’ipotiroidismo ma, in pazienti selezionati, può anche essere presa in considerazione la terapia combinata. Sarà il vostro medico a decidere quale terapia sia per voi la più indicata.

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Differenza tra farmaco originale, generico ed equivalente

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICPrincipio attivo e nome commerciale

Un farmaco ha un nome commerciale e contiene un dato principio attivo (o più principi attivi). La cosa più importante di un farmaco non è chiaramente il suo nome commerciale, bensì il suo principio attivo, perché è il principio attivo a determinare gli effetti che ricerchiamo quando assumiamo il farmaco che lo contiene. Prendiamo ad esempio Tachipirina ed Efferalgan: essi sono due farmaci che hanno nome commerciale diverso, ma contengono lo stesso principio attivo, cioè il paracetamolo. Quindi tra una compressa di Tachipirina 500 mg ed una di Efferalgan 500 mg non c’è nessuna differenza. Se un paziente avverte un maggior effetto con uno, piuttosto che con l’altro farmaco, è solo per un condizionamento psicologico. Ciò avviene spesso ad esempio con gli anziani, abituati per anni ad assumere un farmaco chiamato con un certo nome: difficilmente passeranno ad un farmaco con stesso principio attivo ma con nome commerciale diverso!

Farmaco “originale” e farmaco generico

La faccenda si è “complicata” per il consumatore, quando sono stati messi sul mercato i farmaci “generici” cioè la versione “non di marca famosa” di farmaci di cui è venuta meno la copertura brevettuale. Molti pensano, ancora oggi ed in particolare i consumatori più anziani, che il generico sia “meno buono” dell’originale. Ma è davvero così? Mettiamo ad esempio a paragone la Tachipirina e un farmaco gemello generico c ontenente paracetamolo:

TACHIPIRINA – Ogni compressa contiene PRINCIPIO ATTIVO: paracetamolo 500 mg. Eccipienti: cellulosa microcristallina, povidone, croscarmellosa sodica, magnesio stearato, silice precipitata.

PARACETAMOLO – Una compressa contiene PRINCIPIO ATTIVO: paracetamolo 500 mg. Eccipienti: Magnesio stearato; Amido di mais, Povidone.

Il principio attivo, riportato su entrambe le confezioni, come potete notare è uguale tra farmaco generico ed originale, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. La domanda che spesso ci facciamo è “Siamo sicuri che sia presente proprio la stessa identità quantità di principio attivo?”. Le risposte ci arrivano da varie fonti; nel dettaglio: dal sito Assogenerici e da un’intervista rilasciata dal Presidente Massimo Scarabozzi di Farmaindustria. I pareri combaciano perfettamente ed affermano la validità del farmaco generico, in quanto esso per legge – per essere immesso sul mercato – deve risultare bioequivalente al brand di marca; esso, infatti, deve possedere – rispetto all’originale – tali caratteristiche precise:

  1. lo stesso principio attivo in uguale dose;
  2. la stessa forma farmaceutica;
  3. la stessa via di somministrazione;
  4. le stesse indicazioni terapeutiche.

Proprietà che possiamo per legge riscontrare perfettamente in entrambi i farmaci (originale e generico). Possono comunque essere presenti delle differenze riguardanti il metodo di preparazione o la composizione degli eccipienti, come i coloranti e i leganti, fatti che non influenzano neanche minimamante gli effetti terapeutici del prodotto. L’unica vera differenza è chiaramente il prezzo: il costo del generico è molto più basso del farmaco originale.

Eccipienti diversi: una questione secondaria?

In realtà va comunque fatta una precisazione relativa agli eccipienti. Abbiamo visto che gli effetti terapeutici tra originale e generico, sono identici in virtù delle quattro caratteristiche precedentemente elencate, tuttavia la presenza di diversi eccipienti può in alcuni casi rappresentare una questione molto importante. Prendiamo il caso di un paziente che sia allergico agli eccipienti contenuti solo in un dato farmaco generico e non nell’originale: in questo caso il paziente dovrà assumere l’originale o comunque un generico di altra marca che non contenga l’eccipiente a cui è allergico.

Farmaco generico e farmaco equivalente

Ma quale differenza c’è tra farmaco “generico” e farmaco “equivalente”? Assolutamente nessuna. Il nome in origine era “generico” ma, dal momento che tale denominazione “spaventava” i consumatori – e ritorniamo ai famosi anziani abituati a prendere il farmaco “originale” e non certo un “meno efficiente generico” – il nome dei farmaci generici è stato cambiato in “farmaci equivalenti”, che psicologicamente è molto più rassicurante per i consumatori. Un farmaco equivalente con un dato principio attivo in una data quantità e uguale via di somministrazione, è assolutamente identico al farmaco generico con medesimo principio attivo nella stessa quantità e con medesima via di somministrazione ed entrambi sono identici al farmaco originale (sempre ricordando il discorso sugli eccipienti, che possono essere diversi in base alla marca).

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenza artrite reumatoide e artrite psoriasica: sintomi comuni e diversi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MALATTIE REUMATICHE COSA SONO CURANO PERICOLOSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie CapillariL’artrite reumatoide (AR) è una poliartrite infiammatoria cronica, anchilosante e progressiva a patogenesi autoimmunitaria e di eziologia sconosciuta, principalmente a carico delle articolazioni sinoviali. Può provocare deformazione e dolore che possono portare fino alla perdita della funzionalità articolare.
L’artrite psoriasica è un tipo di artrite infiammatoria cronica, associata spesso, ma non sempre, a psoriasi che precede generalmente il processo artritico. Normalmente colpisce solo alcune articolazioni ma in forme gravi si manifesta nella colonna vertebrale, ricordando come quadro clinico quello della spondilite anchilosante. Fa parte del gruppo delle spondiloartriti sieronegative.
Entrambe sono patologie autoimmunitarie, entrambe con eziologia ancora non del tutto chiara, tuttavia esistono molte differenze tra esse, a cominciare dall’epidemiologia: mentre l’artrite reumatoide colpisce maggiormente le donne (rapporto 3:1) e la malattia esordisce di solito tra i 40 e i 50 anni di età, nella psoriasica il picco di incidenza è tra i 20 e i 40 anni senza distinzione tra i sessi.

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Sintomi
Nell’artrite reumatoide i segni sono principalmente: dolore, tumefazione calda ma non arrossata, impotenza funzionale e rigidità (specie al mattino) delle articolazioni: tipicamente interfalangea prossimale (IFP) e/o metacarpofalangea (MCF). La psoriasica è un’oligoartrite, cioè che interessa poche articolazioni, che colpisce solamente le interfalangee distali (IFD) che appaiono tumefatte e doloranti, impossibili da distendere o piegare completamente. Può essere mutilante (molto aggressiva), simmetrica o predominare il danno alla colonna vertebrale (spondilite).

Differenze
Una sostanziale differenza tra le due è che nel caso dell’artrite psoriasica sono presenti, nell’individuo, anche le manifestazioni cutanee della psoriasi, mentre nell’artrite reumatoide non è rilevabile clinicamente nessuna lesione cutanea riconducibile alla psoriasi.
Importante differenza tra le due patologie è la presenza del fattore reumatoide: l’artrite psoriasica è classificata tra le spondiloartriti sieronegative, cioè un gruppo di malattie in cui non è presente il fattore reumatoide che è invece un riscontro di laboratorio che caratterizza in particolare l’artrite reumatoide (la positività al fattore reumatoide indica artrite reumatoide nell’80% dei casi). Per avere ulteriori informazioni su fattore reumatoide e sui suoi valori normali e patologici, leggi questi aricoli:

Per approfondire l’argomento, leggi gli articoli sulle rispettive patologie:

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari 
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere di ossa, legamenti, cartilagini e tendini e la cura dei dolori articolari. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Differenza tra meteorite, asteroide e cometa con esempi

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Medicina Estetica Roma DIFFERENZA TRA PIANETA E UNA STELLA Amore Aforismi Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Luce Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaAsteroidi
Per cominciare bisogna chiarire che si definisce “pianeta” ogni corpo freddo o inerte (ossia non dotato di luce propria) che percorra un’orbita direttamente intorno al Sole. In questa definizione non rientrano solo i 9 più noti ma anche un gran numero di corpi celesti più piccoli che percorrono orbite proprie attorno al Sole e possiedono caratteristiche fisiche analoghe ai maggiori. Essi vengono appunti denominati Asteroidi o “pianetini” e secondo calcoli approssimativi si stima che esistano circa 300.000 asteroidi nello spazio. La maggior parte degli asteroidi orbita tra Marte e Giove, ad una distanza compresa tra 2 e 4 UA dal Sole, in una regione conosciuta come Fascia principale.
Esempi di grandi asteroidi sono Cerere, con un diametro di circa 950 km, Pallade e Vesta, di circa 550 km di diametro ciascuno. I pianetini più grandi sono quasi sferici, però forme allungate e irregolari sono comuni tra quelli di diametro inferiore a 150 km. La maggior parte degli asteroidi, indipendentemente dalle dimensioni, ruota attorno ad assi, con periodi compresi tra le 5 e le 20 ore; vi sono anche pianetini doppi, cioè dotati di compagni.
Alcuni scienziati ritengono che gli asteroidi siano i resti di un pianeta esploso, ma è più probabile che essi si siano formati singolarmente giacché la distruttiva influenza gravitazionale di Giove dovrebbe aver impedito l’aggregazione di un pianeta in quella regione celeste. Un numeroso gruppo di asteroidi, oltre un migliaio, è costituito dai cosiddetti troiani. Questi asteroidi hanno orbite molto simili a quella di Giove. Poi esistono i centauri che orbitano attorno al Sole in mezzo ai pianeti giganti, quindi oltre l’orbita di Giove. Le migliorate capacità dei moderni telescopi hanno permesso di estendere le nostre conoscenze sugli oggetti trans-nettuniani. Oggi vengono comunemente riconosciute tre grandi distribuzioni asteroidali oltre l’orbita di Nettuno: la fascia di Edgeworth-Kuiper, il disco diffuso e la nube di Oort.

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Meteoriti
Per definizione un meteorite è ciò che rimane di un meteoroide ( ovvero un piccolo Asteroide) dopo il processo di ablazione ( rimozione di materiale dalla superficie di un oggetto mediante processi di vaporizzazione ed erosione ) nel suo passaggio attraverso l’atmosfera e che raggiunge il suolo. Si definisce meteora ogni corpo celeste che, provenendo dallo spazio, si incendia al contatto con l’atmosfera terrestre, consumandosi completamente prima di raggiungere il suolo. Quando entrano nell’atmosfera i meteoroidi si riscaldano fino ad emettere luce, formando così una scia luminosa chiamata meteora, bolide o stella cadente. Contrariamente a quanto comunemente si ritiene, il riscaldamento non è prodotto dall’attrito, ma dalla pressione dinamica generata dalla fortissima compressione dell’aria di fronte al meteorite. L’aria si riscalda e a sua volta riscalda il meteorite.

Comete
Una cometa è un oggetto celeste, simile ad un asteroide ma composto prevalentemente di ghiaccio. Spesso descritte come “palle di neve sporche”, le comete sono composte per la maggior parte di sostanze volatili come biossido di carbonio, metano e acqua ghiacciata, con mescolati aggregati di polvere e vari minerali. La sublimazione delle sostanze volatili (ovvero del nucleo) quando la cometa è in prossimità del Sole causa la formazione della chioma (nube o atmosfera rarefatta che si genera attorno al nucleo) e della coda (nube che si allunga dalla chioma nella direzione del vento solare). Esempi di comete famose, sono:

  • Cometa Hale-Bopp: è una delle più luminose comete mai viste, definita come la Grande Cometa del 1997. Fu visibile a occhio nudo per ben 18 mesi, scoperta il 23 luglio 1995 quando si trovava ancora molto lontano dal Sole.
  • Cometa di Halley: la più famosa e brillante delle comete periodiche provenienti dalla Fascia di Kuiper, le quali passano per le regioni interne del sistema solare ad intervalli di decine di anni, a differenza delle migliaia di anni delle comete provenienti dalla Nube di Oort. È così chiamata in onore di Edmond Halley, che per primo ne predisse il ritorno al perielio.
  • Cometa Ikeya-Seki: la prima osservazione di questa cometa fu fatta con un telescopio il 18 settembre 1965. I primi calcoli della sua orbita suggerirono che il 21 ottobre sarebbe dovuta transitare a soli 450 000 km dalla superficie del Sole e che probabilmente sarebbe stata molto luminosa: ciò si rivelò poi esatto.

Spesso polveri e gas di una cometa formano due code distinte, che puntano in direzioni leggermente differenti: la polvere, più pesante, rimane indietro rispetto al nucleo e forma spesso una coda incurvata, che si mantiene sull’orbita della cometa; il gas, più sensibile al vento solare, forma una coda diritta, in direzione opposta al Sole, seguendo le linee del campo magnetico locale piuttosto che traiettorie orbitali. Viste prospettiche dalla Terra possono determinare configurazioni in cui le due code si sviluppano in direzioni opposte rispetto al nucleo, oppure in cui la coda di polveri, più estesa, appare ad entrambi i lati di esso. In questo casi si dice che la cometa possiede una coda ed un’anti-coda.
La maggior parte delle comete seguono orbite ellittiche molto allungate che le portano ad avvicinarsi al Sole per brevi periodi ed a permanere nelle zone più lontane del Sistema solare per la restante parte. Le comete hanno vita relativamente breve. I ripetuti passaggi vicino al Sole le spogliano progressivamente degli elementi volatili, fino a che la coda non si può più formare, e rimane solo il materiale roccioso. Se questo non è abbastanza legato, la cometa può semplicemente svanire in una nuvola di polveri. Se invece il nucleo roccioso è consistente, la cometa è adesso diventata un asteroide inerte, che non subirà più cambiamenti.

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Differenza tra ufficiale ed ufficioso nella lingua italiana

MEDICINA ONLINE STUDIO STUDIARE LIBRO LEGGERE LETTURA BIBLIOTECA BIBLIOGRA LIBRERIA QUI INTELLIGENTE NERD SECCHIONE ESAMI 30 LODE UNIVERSITA SCUOLA COMPITO VERIFICA INTERROGAZIONE ORALE SCRITTO Library PICTURE HD WALLPAPERCon “ufficiale” si intende una notizia, decisione o documento che siano stati resi pubblici essendo emanati da un’autorità competente con caratteri formali che gli conferiscono piena garanzia di comprovata validità e di autenticità.

Con “ufficioso” si intende una notizia, decisione o documento che non siano stati resi pubblici o che non hanno carattere ufficiale ma che sono lo stesso stati diffusi e considerati autorevoli e credibili, perché annunciati da una fonte reputata attendibile. Una informazione ufficiosa è simile ad una “confidenza” che – pur essendo considerata abbastanza attendibile – non raggiunge la piena garanzia di una informazione ufficiale, dal momento che alcune informazioni ufficiose date per vere, a volte si rivelano poi false o non del tutto veritiere.

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Differenza tra pianeta e pianeta nano con esempi

MEDICINA ONLINE STELLA PIANETA NANO GIOVIANO TERRESTRE SATELLITE NATURALE ARTIFICIALE METEROIDE METEORITE METEORA STELLA CADENTE SOLE LUNA TERRA FANTASCIENZA MARTE PIANETA SISTEMA SOLAREUn pianeta viene definito come un corpo celeste che, a differenza di una stella, non produce energia tramite fusione nucleare, non brilla di luce propria ma di luce riflessa proveniente dalla stella attorno a cui orbita (nel caso della Terra ovviamente è il sole).

Nel 2006 l’Unione Astronomica Internazionale ha stabilito una nuova definizione, per i pianeti: si definisce pianeta un oggetto che orbita stabilmente intorno al Sole, che ha dimensioni sufficienti a raggiungere l’equilibrio idrostatico (cioè che non ha la forma di un sasso, ma grossomodo di una sfera) e che è gravitazionalmente dominante (ovvero che ha “ripulito le vicinanze della sua orbita da altri oggetti”).

In base alla nuova definizione, Plutone è stato retrocesso a pianeta nano: Plutone, infatti, interseca l’orbita di Nettuno e ne è in qualche maniera dominato, nel senso che il suo periodo orbitale è risonante con quello di Nettuno in modo da non incrociarlo mai troppo da vicino. Se così non fosse, sarebbe già stato catturato da Nettuno o sbalzato fuori dalla sua orbita. Insieme a Plutone, sono stati identificati altri pianeti nani, uno dei quali (Eris) è anche più grande dell’ex nono pianeta: la differenza tra pianeta e pianeta nano è proprio il fatto di essere o meno gravitazionalmente dominante nella regione della propria orbita.

Ad oggi, quindi, nel sistema solare ci sono otto pianeti (gravitazionalmente dominanti nella regione della propria orbita):

  • Mercurio;
  • Venere;
  • Terra;
  • Marte;
  • Giove;
  • Saturno;
  • Urano;

e cinque pianeti nani (non gravitazionalmente dominanti nella regione della propria orbita):

  • Plutone;
  • Eris;
  • Haumea;
  • Makemake;
  • Cerere.

Di questi, soltanto Cerere sta nel sistema solare interno, gli altri sono tutti oggetti transnettuniani. Oltre a questi, un’altra quindicina di oggetti sono sotto studio per stabilire se possono rientrare nella categoria o se devono accontentarsi di essere catalogati come “oggetti minori del sistema solare” (una definizione francamente un po’ triste).

 

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Differenza tra elemento, composto e miscuglio con esempi

Work of scientists in the chemical laboratory.Elemento chimico
L’elemento chimico è una sostanza che non può essere scomposta in altre sostanze. Nell’elemento gli atomi hanno uguale numero e disposizione di elettroni, ma possono avere massa differente; quando ciò avviene si parla di isotopi e occupano il medesimo posto della tavola periodica. Sono 96 gli elementi naturali presenti sulla Terra, 80 hanno almeno un isotopo stabile, e attualmente ne sono stati creati artificialmente in laboratorio altri 21 , per un totale di 118 elementi. Per ordinarli si utilizza la tavola periodica degli elementi, dove la classificazione avviene in base al numero atomico e al numero di elettroni presenti negli orbitali atomici s, p ed f. Nel 1870 il tedesco Julius Lothar Meyer pubblicò la versione estesa della sua tavola periodica elaborata precedentemente nel 1864. Nel 1869, indipendentemente da Meyes, il professore chimico russo Dmitrij Mendeleev pubblicò la sua prima tavola periodica. In entrambi gli schemi gli elementi sono ordinati in righe e colonne, in peso atomico e si inizia una nuova riga o colonna quando le caratteristiche cominciano a ripetersi. Tuttavia tra le due venne adottata quella di Mendeleev poiché era più precisa: aveva infatti meno spazi vuoti e, in alcuni casi, il professore decise di ignorare l’ordine suggerito dai pesi atomici e scambiando elementi vicini per inserirli nella colonna con le stesse proprietà chimiche.

Esempi di elemento chimico

  • Idrogeno,
  • elio,
  • mercurio,
  • alluminio,
  • argento,
  • carbonio,
  • calcio,
  • ferro,
  • iodio,
  • magnesio,
  • azoto,
  • radio,
  • piombo
  • sodio.

Composto chimico
Il composto chimico è un sistema omogeneo formato da due o più elementi con un rapporto fisso che ne determina la composizione; ovvero è una sostanza pura costituita da atomi di natura diversa. Il rapporto fisso è determinato da specificità chimiche o fisiche. Ad esempio l’acqua (H2O, questa la sua formula), che è formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, è un composto, mentre ottone e cioccolata sono miscugli.
Infine la caratteristica principale del composto è rappresentata dalla sua formula chimica; in essa funziona come una carta d’identità: vi è descritto il rapporto del numero di atomi nella molecola, l’unità minima della sostanza. E’ possibile suddividere i composti chimici in singoli atomi o in composti più semplici attraverso processi ad alta temperatura detta temperatura di decomposizione. Qual è la differenza tra elemento chimico e composto? La risposta più ovvia e immediata è che i primi formano i secondi.

Esempi di composto chimico

  • acqua (H2O);
  • cloruro di sodio (NaCl);
  • ossigeno (O2);
  • anidride carbonica (CO2)
  • ammoniaca (NH3);
  • metano (CH4);
  • anidride nitrica (N2O5);
  • anidride ipoclorosa (Cl2O);
  • monossido di carbonio (CO).

Miscugli o miscele
I miscugli (o miscele) sono materiali formati dalla mescolanza di più sostanze pure e, a differenza di queste ultime, non presentano caratteristiche ben definite. Mentre la composizione degli elementi che formano il composto è fissa e ben determinata dalla natura, nei miscugli invece (sia miscugli omogenei che miscugli eterogenei) la composizione delle sostanze che lo formano non è fissa e determinata. Un miscuglio di acqua e sale presenta per esempio densità diverse a seconda della composizione della miscela. Osservando un corpo, spesso notiamo che esso è formato da sostanze di natura diversa (es. granito) e talvolta tale differenza esiste anche se il fatto non è evidente ai nostri occhi (es. acqua minerale). Ci troviamo di fronte, in questi casi, a una mescolanza di più sostanze, ciascuna delle quali mantiene la propria identità e può, in vario modo, essere separata dalle altre attraverso opportune tecniche di separazione. Mescolanze di questo tipo si chiamano miscugli.

Esempi di miscuglio
L’acqua minerale che beviamo è un esempio di miscuglio: essa contiene piccole quantità di altre sostanze disciolte che sono i sali minerali. La stessa cosa si può dire per tutti i prodotti chimici in uso nel laboratori. Sulle loro confezioni sono sempre riportati i risultati delle analisi che indicano anche la quantità di sostanze indesiderate. A seconda del modo in cui le sostanze si mescolano, i miscugli possono essere classificati in:

  • miscugli omogenei;
  • miscugli eterogenei.

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