Rottura dell’imene (deflorazione): si perde sangue e quanto?

MEDICINA ONLINE VULVA LABBRA GRANDI PICCOLE LABIA MINORA MAJOR VAGINA SEX SESSO DONNA APPARATO SESSUALE FEMMINILE CLITORIDE MEATRO URETRALE OPENING IMENE VERGINITA WALLPAPER PICS PICTUREDurante il primo rapporto sessuale completo solitamente, avviene la deflorazione, cioè la rottura dell’imene, la membrana mucosa che sovrasta o ricopre parzialmente l’esterno dell’apertura della vagina (canale vaginale). Tale evento può determinare una perdita di sangue variabile, da qualche goccia a quantità più elevate. In alcuni casi la perdita di sangue è assente. Alcune donne testimoniano di non aver subito nessuna perdita ematica o che essa si è verificata solo diverse ore dopo l’atto sessuale: da ciò si intuisce quanto può essere variabile tale evento.

Non avviene sempre

In passato si era convinti del fatto che per verificare la verginità di una donna, essa dovesse perdere sangue durante il primo rapporto con l’uomo. In realtà non è affatto detto che la rottura dell’imene comporti una piccola o grande emorragia o che sia dolorosa. Tutto dipende dalla tipologia del singolo imene che, se particolarmente elastico, può anche attraversare indenne un rapporto sessuale completo e rimanendo integro, fatto che non porta a nessuna perdita di sangue.
Non abbiate quindi paura se durante la vostra prima volta non avete avuto alcuna perdita ematica, si tratta di un fenomeno più comune di quanto si pensi e non avete “nulla che non va”.

Non fatevi prendere dal panico

In ogni caso è preferibile, durante il vostro primo rapporto, di non dimenticare di avere sempre con voi delle salviettine, fazzoletti o un asciugamano e di essere pronte che un tale evento possa verificarsi. Ricordate sempre che la perdita di sangue tende a fermarsi da sola e che questo è un fatto del tutto fisiologico. Solo nel caso in cui l’emorragia sia realmente copiosa ed inarrestabile, conviene contattare un medico. Anche nei giorni successivi al primo rapporto potrebbe verificarsi qualche piccolo sanguinamento che non deve allarmare, anche se in caso di dubbio – e se il sanguinamento non accenna a fermarsi – è bene non sottovalutare il problema e contattare subito il vostro medico.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Donare sangue: come fare con mestruazioni, pillola o gravidanza

MEDICINA ONLINE PRELIEVO DONAZIONE SANGUE ANALISI BLOOD LABORATORY VES FORMULA LEUCOCITARIA PLASMA FERESI SIERO FIBRINA FIBRINOGENO COAGULAZIONE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIASTRINE WALLPAPER HI RES PIC PICTURE PHOTOLe donne NON possono donare sangue durante il ciclo mestruale o durante la gravidanza.

Il giorno del prelievo le donne che hanno in corso la terapia anticoncezionale NON devono sospenderne l’assunzione quotidiana.

Lo Stato, attraverso il D.M. “Protocolli per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue ed emoderivati”, cautela le donne imponendo un massimo di 2 donazioni di sangue intero l’anno che, invece, per l’uomo salgono a 4.

Quando è consigliabile donare il sangue? E’ preferibile farlo tra il 10° e il 21° giorno di ciclo. Le donne dovrebbero recarsi alla donazione nel momento più lontano possibile dalle mestruazioni.

Il monitoraggio costante dell’emoglobina, effettuata preliminarmente ad ogni donazione, e del ferro, assicurano la tutela della salute delle donatrici. Le stesse risultano essere particolarmente “adatte” alla donazione di plasma in aferesi che non incide assolutamente sulla parte corpuscolata (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine).

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Come funziona uno sfigmomanometro (apparecchio per la pressione)

MEDICINA ONLINE PRESSIONE ARTERIOSA VENOSA SANGUIGNA CENTRALE PERIFERICA CUORE SANGUE BRACCIO VENE ARTERIE VASI PETTO DESTRO SINISTRO COME QUANDO SFIGMOMANOMETROUno “sfigmomanometro aneroide” serve a determinate la pressione sanguigna e verificare la sistolica e la diastolica, comunemente dette massima e minima, nei pazienti. E’ bene ricordare sin da subito che lo sfigmomanometro aneroide ha delle controindicazione e delle attenzioni da tenere bene a mente. Infatti il loro utilizzo è sconsigliato sui neonati. Inoltre non bisogna lasciare ad una pressione di 10 mmHg quando è gonfiato sul braccio di un paziente per più di 10 minuti, infatti questo potrebbe provocare disturbi alla circolazione sanguigna, e lesionare i nervi periferici. Ricordati di non utilizzare mai il bracciale se il paziente presenta una pelle delicata o danneggiata. Ricordati che il paziente deve restare fermo durante la misurazione, per non alterare la stessa, anche altitudini estreme ne possono alterare la lettura. Bene e dopo aver parlato delle controindicazioni, passiamo alla parte pratica del prodotto. Lo sfigmomanometro aneroide è costituito da tre parti principali:

  • un manometro aneroide;
  • un completo sistema di gonfiaggio;
  • una custodia.

Di solito questi prodotti vengono forniti già preassemblati, in altri casi devono essere montati seguendo le istruzioni del prodotto. Se non incluso nella confezione, vi servirà anche uno stetoscopio.

Come si misura la pressione arteriosa?

Innanzitutto il paziente dovrebbe essere seduto o disteso, infatti prendere la pressione ad una persona che sta in piedi ne altera la lettura. Se il paziente è seduto deve evitare di accavallare le gambe, anche questo potrebbe alterare la lettura. Il paziente non deve aver fumato o bevuto caffè prima della misurazione. Fai in modo che il paziente si rilassi, sappiamo bene l’effetto che fa il camice bianco su alcune persone, iniziano ad agitarsi e a sudare e la pressione arteriosa aumenta di conseguenza. Quando il soggetto è rilassato, allora si può applicare il bracciale. Esso va posizionato sul braccio nudo del paziente e con il marchio arteria che sta direttamente sopra l’arteria. Il bordo inferiore dovrebbe trovarsi all’incirca ad un centimetro dalla piega del gomito. Quindi si può chiudere il bracciale.

A questo punto:

  1. chiudere la valvola in senso orario;
  2. riempire d’aria il manicotto fino a portare la colonnina di mercurio ad un valore superiore di almeno 30 mmHg rispetto alla pressione che il paziente ha di solito;
  3. continua a gonfiare il manicotto fino a che non si sente più alcun rumore con il fonendoscopio e scompare il polso radiale: in questo momento l’arteria è occlusa – in quanto la pressione del manicotto è maggiore alla pressione massima del sangue nell’arteria (omerale) sottostante – sia durante la contrazione sistolica del cuore sia durante la diastole cardiaca. Contemporaneamente l’aria mantiene sollevata la colonnina di mercurio del sistema collegato al bracciale;
  4. sgonfiare lentamente il manicotto. Aprendo la valvola della pompa la pressione nel manicotto viene ridotta gradualmente e, via via che si procede in questa direzione, il sangue passa durante la sistole (perché la pressione del manicotto è inferiore a quella massima – sistolica – vigente nell’arteria omerale) ma non durante la diastole (almeno fino a quando il manicotto produce una compressione maggiore della pressione minima – diastolica – vigente nell’arteria). Mentre fate sgonfiare il manicotto, all’improvviso sentirete dei rumori sordi e ritmici, come battiti (per la ripresa del flusso sanguigno nell’arteria del braccio); leggere il numero corrispondente al livello della colonnina di mercurio al primo battito percepito. Quasi contemporaneamente ricompare il polso radiale. Il numero che leggete sulla colonnina, nel momento esatto in cui sentite il primo battito, corrisponde alla pressione arteriosa massima. Ripetiamo: la pressione massima è quella che corrisponde alla cifra raggiunta dalla colonnina di mercurio nel momento della comparsa dei toni e delle pulsazioni arteriose durante la decompressione del bracciale. Essa riflette la pressione vigente nell’arteria sottostante il manicotto nella fase di contrazione del cuore (sistole cardiaca) ecco perché si definisce anche pressione arteriosa sistolica;
  5. continuando a sgonfiare il manicotto, continuerete ad ascoltare le pulsazioni fino a che scompaiono i toni scompariranno: il numero che si legge sulla colonnina di mercurio in corrispondenza dell’ultimo tono sentito rappresenta la pressione minima dell’arteria omerale è la pressione minima. Essa riflette la pressione vigente nell’arteria verso nella fase rilasciamento del cuore (diastole cardiaca) per cui prende il nome di pressione diastolica. Da quando la compressione del manicotto è inferiore alla pressione minima vigente in arteria, questa è completamente pervia (anche in diastole) per cui il sangue fluisce regolarmente riassumendo un flusso di tipo laminare Questo spiega perché i toni che si sentivano con lo stetoscopio scompaiono, mentre le pulsazioni del rilevabile con la palpazione del polso radiale permangono.

Come conservare il tuo sfigmomanometro

Dopo aver preso la lettura della pressione, puoi avvolgere il tubo e la valvola attorno al bracciale e riporlo nella apposita custodia. Puoi ripulire il manometro con un panno morbido ed asciutto, mi raccomando di non smontarlo mai, in nessun tipo di caso, questo provocherebbe certamente il guasto del manometro. Quando riponi il manometro, accertati che la lancetta indichi la posizione di 0. Nel caso il tuo manometro, in posizione di riposo, non indica un valore di 0, esso non può essere utilizzato per alcuna misurazione, ma va fatto calibrare nuovamente. Il bracciale invece può essere pulito con acqua o un detergente delicato. Infine, nel caso il tuo sfigmomanometro non funzioni più, esso va smaltito secondo le normative vigenti in ambito ambientale, sia regionale che nazionale: non va gettato tra i rifiuti normali.

Strumenti necessari per misurare la pressione

Come anticipato, per misurare la pressione arteriosa sono necessari uno sfigmomanometro ed uno stetoscopio: se non li possedete ancora, vi diamo ora dei consigli su quale acquistare.

Sfigmomanometri manuali

La scelta dello strumento adatto a volte può risultare difficile, vista l’enorme quantità di strumenti attualmente sul mercato: a tale scopo il nostro Staff sanitario ha selezionato per voi i migliori sfigmomanometri manuali professionali, elencati in ordine di prezzo decrescente:

A tali strumenti dovrete aggiungere anche uno stetoscopio, i nostri preferiti sono:

Se invece preferite comprare in un’unica soluzione sia sfigmomanometro che stetoscopio, ecco i migliori prodotti selezionati per voi dallo Staff sanitario:

Sono quattro strumenti ben costruiti, venduti in tutto il mondo e, pur avendo un prezzo contenuto, sono estremamente precisi e professionali, inoltre includono nella confezione anche uno stetoscopio il che vi eviterà di doverlo comprare a parte.

Sfigmomanometri automatici digitali

Se non sapete come utilizzare uno sfigmomanometro manuale potete leggere la nostra guida, oppure acquistare uno strumento digitale che misura in modo automatico la pressione: è necessario solo indossare l’apposito bracciale e dare avvio alla procedura senza neanche avere lo stetoscopio, che è invece necessario con gli strumenti manuali. La scelta dell’apparecchio adatto a volte può risultare difficile, vista l’enorme quantità di prodotti attualmente sul mercato: a tale scopo il nostro Staff sanitario ha selezionato per voi i migliori  sfigmomanometri automatici sul mercato:

Sono cinque apparecchi ottimamente costruiti, facili da usare ed estremamente precisi e professionali: con essi misurare la vostra pressione arteriosa sarà facile come premere un tasto!

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Condizioni e preparazione per donare il sangue: tutte le informazioni

MEDICINA ONLINE PRELIEVO DONAZIONE SANGUE ANALISI BLOOD LABORATORY VES FORMULA LEUCOCITARIA PLASMA FERESI SIERO FIBRINA FIBRINOGENO COAGULAZIONE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIASTRINE WALLPAPER HI RES PIC PICTURE PHOTOAl momento della donazione, è consigliabile essere a digiuno da qualche ora oppure, se non è proprio possibile presentarsi a stomaco vuoto, è bene aver assunto un pasto comunque leggero, privo di grassi e zuccheri. È necessario aver introdotto una sufficiente quantità di liquidi onde non essere disidratati, prima del prelievo viene compilato un questionario anamnestico riguardo alla storia clinica remota e recente dall’ultima donazione, o comunque gli ultimi 4 mesi, dopodiché il donatore viene sottoposto alla quantificazione dell’emoglobina tramite punzione di un dito della mano ed esame spettrofotometrico della goccia di sangue fuoriuscita.

Segue poi un colloquio con un medico della sezione con cui viene commentato il questionario, viene misurata la pressione arteriosa ed auscultati il cuore ed i polmoni, dopodiché si può accedere alla sala prelievi.

Una donazione di sangue intero dura circa 15 minuti; una di plasma ne dura circa 45 ed una di piastrine poco di più. La durata della donazione di plasma è maggiore di quella del sangue intero a causa del procedimento di estrazione del plasma dal sangue: la cannula (l’ago che viene inserito in vena) è collegata ad un separatore cellulare in cui una centrifuga separa la parte più liquida, il plasma appunto, dai globuli rossi. Tale macchina esegue normalmente tre cicli di prelievo-separazione-reinfusione; in ciascuno sono processati circa 450 ml di sangue. Il plasma viene immesso in una sacca, la restante parte processata (globuli rossi concentrati e il plasma non separato) viene reintrodotta nell’apparato circolatorio nel donatore attraverso la stessa cannula. Per la donazione di plasma è incoraggiato lo stringere ritmicamente con la mano una pallina di gommapiuma per favorire il ritorno venoso garantendo un regolare funzionamento del separatore cellulare; è comunque presente un avviso sonoro quando il flusso di sangue si riduce sotto determinati valori.

Tramite una gestione con codici a barre, viene tracciata la singola donazione, identificando la sacca di sangue, l’apparecchio di emotrasfusione impiegato, il tesserino dell’Infermiere e del donatore.
In questo modo, è informatizzata la registrazione del gruppo sanguigno e della data di donazione, che permettono di controllare:

  • l’impiego di sangue di un gruppo compatibile col ricevente;
  • non oltre il tempo massimo utile per la conservazione delle sacche e la trasfusione;
  • il rispetto del tempo minimo di 3 mesi, previsto per legge, tra una donazione e la successiva;
  • la disponibilità in tempo reale di sangue presso ogni centro, per ottimizzare la raccolta e l’impiego in base alla domanda.

Al termine del processo, per compensare la parte liquida tolta, potrebbe essere infusa nel donatore della soluzione salina, ma nella pratica si consiglia semplicemente di bere dei liquidi. Non prelevando componenti cellulari, la donazione di plasma risulta di impatto praticamente nullo sull’efficienza fisica del donatore; può pertanto essere eseguita ad intervalli ridotti (anche soli 14 giorni) ed è particolarmente indicata a donne in età fertile, in quanto non riduce il contenuto di ferro del sangue.

La richiesta di questo emoderivato è molto maggiore rispetto al sangue intero poiché il suo campo di applicazione è molto vasto.

Le donazioni sono in genere indolori e prevedono un ristoro finale. Ai lavoratori dipendenti, inoltre, viene riconosciuta in Italia per legge una giornata di riposo retribuita.

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Le condizioni per la donazione in Italia

Le condizioni necessarie per essere donatore sono:

SANGUE INTERO

  • età: compresa tra i 18 e i 65 anni. È possibile donare prima della maggiore età solo in situazioni particolari, dopo parere medico e autorizzazione da parte di chi esercita la patria potestà sul minore. I donatori abituali in buona salute possono continuare a donare anche oltre i 65 anni. L’età massima per la prima donazione è di 60 anni, posticipabile dal medico. Negli USA è possibile la prima donazione già a 17 anni; in Brasile anche a 16, con il consenso di chi esercita la patria potestà.
  • massa: uguale o superiore ai 50 chili;
  • pulsazioni: comprese tra 50-100 battiti/minuto;
  • pressione arteriosa: tra 14,66 e 24 kPa (sistolica o massima), tra 8 e 13,33 kPa (diastolica o minima).
  • emoglobina: non inferiore a 12,5 g/dL nelle donne ed a 13,5g/dL negli uomini

PLASMA DA AFERESI

  • età: compresa tra i 18 ed i 60 anni; dopo i 60 anni, la plasmaferesi è consentita solo occasionalmente
  • peso, pressione arteriosa, polso: stessi requisiti del sangue intero
  • protidemia: non inferiore ai 6 g% e quadro elettroforetico non alterato
  • emoglobina: non inferiore a 11,5 g/dL nella donna e 12,5 g/dL nell’uomo

In generale Inoltre è necessario:

  • avere un buono stato di salute:
    • non essere affetto da gravi malattie/patologie croniche;
    • non aver avuto malattie nei 15 giorni precedenti il prelievo
    • non aver assunto antibiotici nei 5 giorni precedenti il prelievo;
    • non aver subito estrazioni dentarie nei 7 giorni precedenti la donazione;
    • non aver subito interventi chirurgici o endoscopie nei 4 mesi precedenti il prelievo.
  • non seguire comportamenti a rischio:
    • non essere stato esposto al rischio di malattie trasmissibili (non aver effettuato tatuaggi/piercing negli ultimi 4 mesi);
    • non fare uso di droghe pesanti né uso continuato di droghe leggere;
  • non avere soggiornato per oltre sei mesi nel Regno Unito nel periodo dal 1980 al 1996;
  • che sia passato un anno dalla gravidanza (il parto).

Dopo la donazione

La legislazione italiana (Legge 21 ottobre 2005, n. 219) prevede una giornata di riposo retribuita per chi ha effettuato una donazione. Tale norma, adottata anche da altre nazioni europee per incentivare maggiormente i potenziali donatori, è comunque di carattere precauzionale e viene normalmente disattesa dai donatori lavoratori autonomi, che dopo la donazione in genere effettuano una normale giornata di lavoro. Risulta però importante per chi svolge lavori pesanti, pericolosi o che richiedano particolare attenzione: conducenti di camion, aerei, treni, pompieri, quanti lavorano su impalcature, eccetera. Per quanto riguarda gli studenti, invece, l’assenza causata nella giornata della donazione è giustificata e, sotto presentazione di un certificato medico, le ore di assenza non vengono conteggiate.

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Non solo ipertensione: ecco gli effetti del troppo sale nella dieta

MEDICINA ONLINE SOCIAL EATING GNAMMO FENOMENO WEB MANGIARE PRANZO CIBO CENA INSIEME AMICI RISTORANTETroppo sale fa male, si sa bene. Eppure, forse, sono in pochi coloro che sanno perché una dieta ipersodica è dannosa per il nostro corpo, al di là di qualche vaga nozione sull’ipertensione e sulla ritenzione idrica.

Gli effetti sul corpo di un’alimentazione troppo ricca di sodio

Un eccesso di sodio nel sangue richiede un maggior lavoro da parte dei reni, la cui funzione è quella di filtrare il sangue dai prodotti di scarto. Per smaltire questo eccesso, il corpo aumenta la ritenzione idrica per diluire il sodio. Ciò porta a un aumento di fluido che circonda le cellule e a un aumento del volume di sangue nel sistema linfatico. Più sangue significa più lavoro anche per il cuore e maggiore pressione nei vasi sanguigni. Un sovraccarico che, a lungo andare, può portare a una condizione di alta pressione cronica e alle patologie cardiovascolari a ciò legate. Alcuni studi hanno messo in luce come, anche in assenza di alta pressione, una dieta troppo ricca di sale possa comunque danneggiare il cuore, le aorte, i reni e le ossa.

Leggi anche: Classifica dei cibi con maggior quantità di sodio esistenti

Il ruolo del potassio

I tipici regimi alimentari della società moderna lasciano poca scelta sull’uso del sale. Molte pietanze, soprattutto confezionate, fanno grande ricorso al sodio in ogni forma. A fronte di ciò, nell’alimentazione di ogni giorno non si prevede un buon apporto di potassio, che ha un effetto inverso rispetto al sodio per ciò che riguarda la pressione e lo smaltimento del sodio nel sangue. Il nostro corpo avrebbe bisogno di un apporto quotidiano di un volume molto maggiore di potassio rispetto a quello di sodio. I rischi legati a una dieta ipersodica potrebbero essere mitigati dall’introduzione nella dieta di più verdura fresca e frutta: gli integratori naturali di potassio.

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Non solo ipertensione

L’ipertensione non è l’unica patologia imputabile all’eccessivo uso di sale nella dieta. Gli studi scientifici hanno messo in relazione all’abuso di sodio almeno altre due patologie diffuse nella nostra società: il cancro e l’osteoporosi. Il World Cancer Research Fund e l’American Institute for Cancer Research hanno riscontrato nel sale una probabile causa del cancro allo stomaco. Inoltre, una ridotta assunzione di sale può rallentare la perdita di calcio delle ossa: un fenomeno fisiologico legato all’invecchiamento.

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Quanto pesa e quanto sangue contiene un cuore?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma RICONOSCERE INFARTO DEL MIOCARDIO Vita Cuore HD Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaQuanto è lungo un cuore?
Le dimensioni del cuore variano ovviamente da persona a persona ed in base al riempimento; in media, per quanto riguarda un uomo adulto, si parla di 13 centimetri in senso longitudinale, quindi dall’apice alla base, e 11 centimetri in senso trasversale, mentre lo spessore nella direzione che va dalla spina dorsale allo sterno è di massimo 8 centimetri. Nelle donne è lievemente più piccolo, circa 12 e 10 centimetri.

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Quanto pesa un cuore?
Il peso varia in base al soggetto, mediamente un cuore svuotato del sangue pesa circa 300 grammi. In un maschio adulto il peso del cuore può variare fra 280 e 340 e fra 230 e 280 grammi in una femmina adulta.

Quanto sangue può contenere un cuore?
Le cavità rilasciate possono contenere quasi 500 millilitri di sangue, cioè ben mezzo litro di sangue.

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Come si muove il sangue all’interno del cuore e nel corpo?

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Come si muove il sangue all’interno del cuore e uscendo da esso?

Dalla periferia del corpo, il sangue venoso povero di ossigeno giunge all’atrio destro tramite la vena cava inferiore e superiore, il sangue passa dall’atrio destro al ventricolo destro passando attraverso la valvola tricuspide. Dal ventricolo destro attraversa la valvola polmonare e tramite le arterie polmonari si allontana dal cuore per dirigersi ai polmoni dove viene ossigenato. Il sangue ormai ossigenato esce dai polmoni e torna al cuore tramite le vene polmonari. Entra nel cuore, più precisamente nell’atrio sinistro, poi attraversa la valvola mitrale e raggiunge il ventricolo sinistro. Infine il sangue, dopo aver ricevuto una bella “spinta” da parte del ventricolo sinistro, attraversa la valvola aortica, e raggiunge tutto il corpo grazie ad una enorme arteria chiamata aorta.

Come il sangue ossigenato si allontana dal cuore?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME FATTO IL CUORE Medicina Estetica Riabilitazione Nutrizionista Dieta Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Luce Pulsata  Macchie Pene Capillari Pressoterapia Linfodrenaggio Antifumo 3.jpgL’aorta appena uscita dal cuore forma un arco aortico da cui partono tre rami arteriosi importanti, dalla destra alla sinistra: il primo, l’arteria brachiocefalica o arteria anonima, il secondo, l’arteria carotide comune sinistra e il terzo, l’arteria succlavia sinistra.

L’aorta, allontanandosi dal cuore, si dirama varie volte per raggiungere ogni parte del corpo, creando moltissime arterie.

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME FATTO IL CUORE Medicina Estetica Riabilitazione Nutrizionista Dieta Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Luce Pulsata  Macchie Pene Capillari Pressoterapia Linfodrenaggio Antifumo 4.jpgLe arterie più grandi si ramificano e si riducono di calibro man mano che penetrano negli organi fino a diventare dei capillari che formano una vera e propria rete di scambi di ossigeno e nutrienti; inversamente, dai capillari si formano le vene che via via confluiscono e aumentano di calibro.

Le vene sistemiche confluiscono nella vena cava superiore ed inferiore, che riportano il sangue nell’atrio destro del cuore, ed il “giro” ricomincia.

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Perché il freddo e l’ansia riducono le dimensioni del pene?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ESERCIZI ALLUNGAMENTO PENE JELQING TECN Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneL’erezione del pene è alimentata dal flusso sanguigno. Il freddo è un vaso costrittore, cioè diminuisce il diametro dei vasi sanguigni, questo significa il freddo determina un minore afflusso di sangue al pene che a sua volta potrebbe diminuire di dimensioni. Inoltre il pene è ricco di cellule muscolari lisce che hanno l’importante compito di regolare la presenza di sangue all’interno delle cavità del tessuto erettile. In particolare:

  • la loro contrazione determina lo svuotamento delle cavità, situazione propria dello stato flaccido del pene;
  • il loro rilassamento determina una facilitazione nell’ingresso di sangue, caratteristica dello stato di erezione.

Le cellule muscolari lisce si contraggono ad opera di segnali nervosi o mediatori chimici. Questi segnali vengono prodotti in seguito a situazioni di vario genere, come ad esempio: emozioni, eccitazione, caldo, freddo, traumi, ecco il motivo per cui il pene può ritrarsi in alcune condizioni, per esempio appunto con il freddo od in caso di forti emozioni come ansia o paura.

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