Il disturbo da alimentazione incontrollata (in inglese “Binge Eating Disorder” da cui l’acronimo BED) è un disturbo alimentare di tipo bulimico che si manifesta con episodi di ricorrenti e protratte assunzioni di cibo, associate alla sensazione di perdere il controllo dell’atto del mangiare, ma NON seguite da manovre di eliminazione (come induzione del vomito o assunzione di diuretici e/o lassativi) o da altri comportamenti compensatori (come digiuno o attività fisica sostenuta). Quando l’abbuffata avviene di notte e non si verificano condotte compensatorie, si parla di “Night Eating Disorder” (NED). cioè di “disturbo da alimentazione notturna”: esso è caratterizzato da episodi di abbuffate notturne o dal mangiare per alcune ore durante la notte.
Cause e fattori di rischio
I fattori di rischio sono gli stessi per tutti i disturbi del comportamento alimentare:
- la presenza di un membro della famiglia a dieta per un qualsiasi motivo
- critiche di familiari su alimentazione, peso o le forme corporee
- episodi di vita in cui si è stati presi in giro sull’alimentazione, il peso o le forme corporee
- obesità dei genitori
- obesità personale nell’infanzia
- frequentazione di ambienti che enfatizzano la magrezza (es. danza, moda, sport)
- disturbi dell’alimentazione in famiglia
Esistono, inoltre, delle caratteristiche specifiche di personalità che si riscontrano nei pazienti affetti da disturbo dell’alimentazione. Questi aspetti di personalità vengono considerati come fattori di vulnerabilità individuale, ovvero fanno sì che coloro che ne sono portatori siano più esposti di altri a sviluppare un disturbo dell’alimentazione. Una persona sarà tanto più a rischio se:
- ha uno scarso concetto di sé (bassa autostima);
- non ha fiducia in se stessa;
- ha scarsa consapevolezza delle proprie emozioni;
- è eccessivamente perfezionista;
- tende ad estremizzare le cose, cioè “vede tutto bianco o tutto nero”;
- manifesta comportamenti impulsivi o comportamenti ossessivi;
- tende ad attribuire importanza eccessiva al peso ed alla forma del proprio corpo.
Sintomi e segni
Gli individui affetti da tale disturbo presentano ricorrenti episodi di alimentazione incontrollata (non per forza eccedono con il cibo in modo costante), ovvero abbuffate che presentano almeno tre delle seguenti caratteristiche:
- mangiare più velocemente del normale;
- mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati;
- mangiare fino a sentirsi dolorosamente pieni;
- mangiare da soli e di nascosto, per via della vergogna che si prova per quanto si sta mangiando;
- sentirsi disgustati di sé, depressi o molto in colpa dopo un’abbuffata.
Le abbuffate degli individui affetti dal disturbo di alimentazione incontrollata sono tipicamente caratterizzate dalla presenza di due elementi in contemporanea:
- il fatto di mangiare in un periodo definito di tempo una quantità di cibo nettamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe in quel lasso di tempo e in quelle stesse circostanze;
- la sensazione di perdita di controllo durante l’episodio (incapacità di controllare cosa si mangia e quanto, e incapacità di fermarsi).
Ciò porta coloro che soffrono di BED, nel corso del tempo, ad evolvere verso l’obesità, che può essere di grado variabile. Il 20-30% dei soggetti che richiedono un trattamento per l’obesità e il 5-8% degli obesi in genere soffre di un disturbo da alimentazione incontrollata.
In caso di uso frequente di condotte di eliminazione, il paziente presenta spesso il segno di Russell; per approfondire: Segno di Russell in anoressia e bulimia: cause ed interpretazione
Differenze tra disturbo da alimentazione incontrollata e bulimia
I due disturbi sono molto simili tra loro, tuttavia nel disturbo da alimentazione incontrollata l’abbuffata non è seguita da alcun comportamento compensatorio inadeguato, quali l’epurazione (vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o clisteri), l’esercizio fisico eccessivo e/o il digiuno: questa è la principale differenza con la bulimia nervosa: nella bulimia nervosa tali condotte compensatorie sono invece presenti e seguono l’abbuffata. I due disturbi del comportamento alimentare, alimentazione incontrollata e bulimia, hanno tuttavia numerose caratteristiche in comune, come il fatto che il paziente tendenzialmente sia cosciente della sua situazione, ma se ne vergogni moltissimo e la viva con preoccupazione sia relativa alla perdita di controllo che relativa alle conseguenze delle abbuffate sul peso corporeo e sulla salute.
Conseguenze fisiche
Il disturbo da alimentazione incontrollata può portare – direttamente o indirettamente – a complicazioni mediche vere e proprie, come:
- sovrappeso od obesità;
- ridotta aspettativa di vita;
- diabete;
- malattie cardiovascolari;
- apnee notturne;
- certe tipologie di tumore;
- dislipidemia;
- colelitiasi;
- ipertensione arteriosa;
- infarto del miocardio.
Conseguenze psicologiche
I soggetti affetti da BED, dal punto di vista psicologico, sono tipicamente depressi o stressati a causa del proprio problema alimentare. Spesso questa sensazione si traduce in isolamento sociale, poiché essi si vergognano del proprio stile alimentare o della propria condizione di sovrappeso o obesità. In alcuni casi il soggetto soffre di depressione e può avere ideazioni suicidarie.
Terapia
Come tutti i disturbi del comportamento alimentare, il BED necessita di un approccio multidisciplinare che preveda una collaborazione tra psichiatra, internista, dietologo e psicologo. Si hanno quindi a disposizione diversi tipi di trattamento, ciascuno focalizzato su aspetti specifici del problema e su modalità peculiari di intervento. Tuttavia, il disturbo da alimentazione incontrollata sembra rispondere meglio ai trattamenti sia rispetto all’anoressia nervosa che alla bulimia nervosa.
Trattamento dimagrante convenzionale
Un trattamento dimagrante convenzionale ha efficacia a breve termine nel ridurre le abbuffate, ma la probabilità di ricaduta è estremamente alta, poiché non si va ad intervenire in alcun modo sui meccanismi disfunzionali che in primo luogo hanno generato il problema.
Auto-aiuto con manuali
L’auto-aiuto con i manuali, si è riscontrato utile nelle forme più lievi.
Psicoterapia
- La terapia cognitiva-comportamentale è il metodo maggiormente studiato e supportato dagli specialisti per la cura dei DCA; si pone come scopo quello di aiutare chi soffre di un disturbo dell’alimentazione a imparare a gestire il proprio sintomo, a sostituirlo con comportamenti più adeguati e soddisfacenti, e a identificare e modificare alcune modalità di pensiero problematiche che favoriscono il mantenimento della patologia alimentare. Il trattamento prevede tre fasi per una durata complessiva di almeno un anno.
- La terapia ad orientamento sistemico-relazionale cerca di intervenire sul problema attraverso la modificazione delle relazioni familiari problematiche all’interno del nucleo familiare, e presuppone dunque che sia l’intera famiglia a sottoporsi al trattamento
- Il counselling dietetico-nutrizionale, attraverso il monitoraggio quotidiano dell’alimentazione mediante un diario alimentare dove la persona annota cosa ha mangiato durante il giorno, permette nei casi meno gravi di modificare le abitudini nutrizionali scorrette.
Sia la terapia cognitivo-comportamentale che la psicoterapia interpersonale danno dei tassi di remissione ≥ 60%; il miglioramento solitamente è ben mantenuto nel lungo termine. Tali trattamenti non producono però una significativa perdita di peso nei pazienti obesi, se non abbinati anche ad uno specifico piano alimentare.
Terapia farmacologica
- farmaci antidepressivi – come gli inibitori della ricaptazione della serotonina. Hanno un’efficacia a breve termine nell’eliminare le abbuffate, ma quella a lungo termine non è nota.
- lisdexamfetamina – approvata per il trattamento del disturbo da moderato a grave. Può ridurre il numero di giorni di abbuffata e sembra causare una lieve perdita di peso, ma la sua efficacia a lungo termine è sconosciuta.
- farmaci che sopprimono l’appetito (come per esempio il topiramato).
- farmaci dimagranti (come per esempio l’orlistat).
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Lo Staff di Medicina OnLine
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Vi piacerebbe smettere di mangiare di notte, ma non avete idea di come placare questa insana voglia? E’ necessario sapere che le calorie vengono assorbite in modo differente in funzione dell’ora in cui vengono assunte. A sostenerlo sono i ricercatori della Northwestern della University in Illinois (Stati Uniti). Il team di ricerca della Northwestern University ha infatti messo in atto uno studio su dei topi. Il suddetto è stato poi pubblicato sull’International journal of Obesity. Grazie a questa analisi condotta sui topi, è stato scoperto che la medesima quantità di cibo mangiata nelle ore notturne fa ingrassare molto di più se viene assimilata nelle ore destinate al sonno. Nel corso dell’esperimento, è stato infatti comprovato che un gruppo di topi nutriti con una dieta ipercalorica negli orari notturni, ha messo su il doppio del peso rispetto agli altri topi che si alimentavano con gli stessi alimenti, ma negli orari diurni.
Di questi tempi è sempre più difficile seguire delle indicazioni alimentari che siano realmente salutari, probabilmente perché oggi, nell’era della “rieducazione alimentare”, siamo ancor più bombardati dai media con pubblicità ingannevoli e fuorvianti.
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Il glucomannano è un polisaccaride ad alto peso molecolare che viene estratto dal tubero di Amorphophallus konjac, una pianta utilizzata nella cucina giapponese come agente gelatificante. Da tale pianta si ottengono anche gli
La dieta mediterranea riduce di oltre il 10% il rischio di ammalarsi di diabete. E se chi la segue limita anche il consumo di carboidrati, la riduzione del rischio può arrivare al 20%. Lo dimostra uno studio degli epidemiologi dell’Irccs Mario Negri di Milano, guidati dal dott. Carlo La Vecchia. La ricerca è pubblicata su ‘Diabetologia’, rivista scientifica dell’Easd, l’European Association for The Study of Diabetes.
C’è crisi. I soldi sono pochi e per alcuni fare la spesa è diventata una operazione molto complessa visto che per risparmiare qualche soldo si passa da un supermercato all’altro alla ricerca di sconti ed offerte. Però ricordiamoci sempre che la nostra salute è il risultato (anche) di ciò che mangiamo, e ciò che mangiamo è il risultato (anche) di quello che compriamo quando facciamo la spesa. Quindi sempre attenzione a quello che mettete nel carrello perché qualche giorno dopo starà nel vostro stomaco e successivamente si potrebbe accumulare su pancia, glutei e fianchi sotto forma di grasso. Ecco quindi qualche consiglio su cosa comprare per eliminare tale grasso ancora prima che si accumuli!
Dimagrire dopo le vacanze estive è facile se sai come farlo, direbbe Allen Carr. Già, ma come smaltire i chili accumulati in estate, tra grigliate all’aperto e gelati di mezzanotte, quando siamo già stressati dal rientro al lavoro? La gestione dello stress eccessivo è fondamentale ma spesso trascurata nelle diete dimagranti.