Gonfiore addominale e meteorismo: otto trucchi per dirgli addio in modo definitivo

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOIl gonfiore addominale lo conosciamo tutti, specialmente le donne che ne sono più colpite. E’ quel senso di eccessiva tensione addominale, causato dall’eccessivo contenuto gassoso dello stomaco e/o dell’intestino. Può essere correlato a varie patologie (cirrosi, infezioni del tratto gastroenterico, colecistiti, occlusioni intestinali…) ma spesso è determinato da una alimentazione sbagliata. Bisogna ricordare che spesso, dietro al gonfiore addominale, si cela un problema di celiachia, cioè un’allergia al glutine (grano e frumento) quindi la presenza del medico è sempre importante per valutare la situazione. Ecco ora gli otto consigli a tavola, per dire addio al gonfiore addominale!

1) Meno latte e formaggi
Per limitare il fenomeno del gonfiore addominale, bisogna dire limitare il latte e i formaggi freschi, come la ricotta, il mascarpone e ripiegare su quello ad alta digeribilità o anche sul latte di riso, di soia, d’avena e sui formaggi stagionati. Questo perché alcuni di noi non riescono a digerire il lattosio presente nel latte ed i suoi derivati, a causa del deficit di un enzima (la lattasi).

Leggi anche: Quali sono le differenze tra allergia alimentare ed intolleranza alimentare?

2) Attenzione alla fermentazione di ortaggi, pasta, pane
Ortaggi, frutta, e gli zuccheri raffinati contenuti nella pasta, nel pane e nelle farine bianche causano facilmente gonfiore addominale. Lo stesso accade con il lievito, la birra e le patate. Meglio limitare questi alimenti.

3) Le fibre non sono tutte uguali
Le fibre, una volta ingerite, sono trasformate dai batteri presenti nell’intestino attraverso un processo di fermentazione che è alla base del rigonfiamento. Però non tutte le fibre danno lo stesso risultato: il fenomeno è più evidente se si mangiano le fibre lunghe, come quelle contenute nella lattuga a foglia larga. Lo stesso vale per i legumi, gli ortaggi (vedi il cavolfiore), le noci o la frutta secca. Per evitare il gonfiore si deve puntare sulle verdure a foglia piccola, che fermentano di meno. Altro consiglio è centrifugare la frutta e la verdura, così da eliminare la parte di fibra che non è digerita.

Leggi anche: Glucomannano: l’integratore che nel tuo stomaco aumenta di 100 volte il proprio volume, ti sazia e ti impedisce di mangiare troppo

4) Mangia piano e mastica molto
Durante i pasti bisogna godersi il cibo. Questo è un concetto che spesso dimentichiamo, immersi in una routine che vede il cibo sempre più consumato a gran velocità, tra uno sguardo alla mail ed una telefonata di lavoro in arrivo. Invece è importante mangiare lentamente e masticare molto il cibo: ciò ci difenderà dal gonfiore addominale e ci farà assimilare meglio lo sostanze nutritive contenute nei cibi.

Leggi anche: Intossicazione alimentare, tossinfezione, indigestione: cause, sintomi, diagnosi, cura e prevenzione

5) Zenzero e finocchio
Lo zenzero aiuta a tenere a bada il gonfiore e la flatulenza. Si può gustare fresco o grattugiato sopra i centrifugati di frutta e verdura. Anche il finocchio è una vera panacea contro i disturbi digestivi, soprattutto se preso sotto forma di tisane, decotti e infusi preparati con i suoi semi. Tra le sue molte virtù, il finocchio sgonfia la pancia contrastando i processi di fermentazione.

6) Attenzione alla frutta dopo i pasti
Per evitare fenomeni di fermentazione, un altro importante consiglio è di evitare la frutta alla fine del pasto. E’ preferibile consumarla qualche tempo dopo per diminuire il rischio di gonfiore addominale.

Leggi anche: Gli otto cibi che ti possono procurare una intossicazione alimentare

7) No a gomme da masticare ed a bibite gassate 
Masticare gomme favorisce l’ingestione di aria che va prima nello stomaco e poi nell’intestino, da qui il gonfiore. Meglio evitarle. Come è meglio evitare anche le bevande gassate, che incrementano l’aria nell’intestino.

8) L’aiuto viene dal carbone vegetale
Il carbone vegetale, o carbone attivo, ha una forte capacità di assorbire i gas presenti nell’intestino, arginando così il problema del gonfiore addominale, senza provocare alcun effetto collaterale.

FONTE DI QUESTO ARTICOLO: CORRIERE.IT

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Come fare gli esercizi di Kegel: la ginnastica pelvica per migliorare il piacere sessuale femminile e aiutare il parto

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma PERINEO ESERCIZI KEGEL GINNASTICA PELVICA DONNA PARTO SESSO Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pulsata Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Dietologo Dermatologia2Ci sono alcune parti del nostro corpo che pensiamo di conoscere molto bene, ma molto spesso non è così. Me ne accorgo quando una mia paziente rimane incinta (oppure quando mi parla della sua difficoltà a raggiungere il piacere durante l’atto sessuale) ed io le parlo di una cosa chiamata perineo: in poche sanno esattamente cosa sia.

Cos’è il perineo?

Il perineo è uno “spazio anatomico”, cioè una zona del nostro corpo. Tecnicamente questa zona risulta delimitata in alto dalla sinfisi pubica (l’articolazione tra le due ossa pubiche), in basso dal coccige (l’ultimo osso in basso della colonna vertebrale) e lateralmente dalle due tuberosità ischiatiche; per semplificare il perineo è lo spazio tra il pube ed il coccige, cioè quello che comprende i nostri genitali.  Il perineo posteriore è attraversato dal retto e presenta le stesse disposizioni nei due sessi; invece il perineo anteriore differisce per il fatto che nel maschio ha una sola apertura destinata al passaggio dell’uretra, mentre nella femmina ha due aperture, una per l’uretra e l’altra per la vagina. La struttura del perineo è molto complessa; infatti esso risulta formato, oltre che dalla pelle e dal sottocutaneo, da tre piani muscoloaponeurotici (superficiale, medio e profondo), ciascuno dei quali forma un diaframma più o meno completo.

Perineo

Pavimento pelvico, gravidanza, incontinenza e piacere sessuale

All’interno della zona perineale sono presenti varie strutture muscolari e tendinee che compongono il pavimento pelvico, chiamato così proprio perché rappresenta la base del nostro corpo: così come il pavimento di casa vostra sostiene i vostri mobili, il pavimento pelvico sostiene le parti importanti del vostro corpo come vescica, uretra, ano, intestino e per quanto riguarda la donna anche l’utero. Da qui evidente l’importanza di mantenere allenata questa zona del corpo nel corso della gravidanza per far sì che sia pronta ed elastica al momento del parto, ma anche se non avete in programma di partorire nei prossimi mesi, vi regalo un motivo per allenarvi lo stesso: un pavimento pelvico allenato significa migliorare di molto la gestione delle proprie zone intime durante i rapporti sessuali, non è un caso che spesso esercizi per il perineo vengano consigliati anche agli uomini che accusano problemi di erezione o eiaculazione precoce. Conoscere e controllare questa misteriosa zona del corpo, significa provare – e regalare al proprio partner – un maggior piacere sessuale. Potrà sembravi eccessivo ma vi assicuro che è così: conosco coppie che sono letteralmente rifiorite dopo aver iniziato ad allenare il pavimento pelvico! Un altro buon motivo per allenare il vostro pavimento pelvico è quello di migliorare il controllo della minzione, per prevenire e curare incontinenza e perdite urinarie.

Leggi anche: Esercizi di Kegel: allena il tuo muscolo pubococcigeo per aumentare la potenza sessuale e contrastare l’eiaculazione precoce

Cosa sono e come si fanno gli esercizi di Kegel?

Per allenare il vostro pavimento pelvico non serve iscriversi in palestra! L’ormai famoso dottor Arnold Kegel ha ideato dei semplicissimi esercizi che chiunque può fare in qualunque momento della giornata e in qualunque posizione per mantenere allenata questa zona del corpo. Si tratta semplicemente di contrarre il pavimento pelvico, ovvero stringere e trattenere i muscoli del perineo per circa 5-10 secondi (se si trova difficoltà si può iniziare trattenendo per un tempo minore) e poi rilasciare per altri 5-10 secondi, ripetendo l’esercizio a serie di 10 ripetizioni per 2/3 volte nel corso della giornata.

Come fare a capire quali sono i muscoli da contrarre?

Prima di iniziare l’allenamento vero e proprio, è importante individuare con esattezza i muscoli interessati. Per capire qual è il punto esatto da contrarre potete fare una semplice prova mentre urinate interrompendo per un attimo la minzione. Bloccando il flusso di urina avete messo in funzione proprio i muscoli del pavimento pelvico!

Esercizi di Kegel: le sei regole

Seguite sempre queste sei regole di base:

1) Continuate a respirare normalmente: spesso le prime volte i “meno esperti” tendono ad andare in apnea;

2) Fate gli esercizi di Kegel solo quando la vostra vescica è svuotata, in questo modo evitate un rischio maggiore di cistite;

3) Siate costanti, gli esercizi vanno fatti ogni giorno per almeno un mese;

4) Se sentite dolori o crampi improvvisi, interrompete subito l’allenamento;

5) Se il giorno dopo il primo allenamento, sentite un lieve indolenzimento della zona, state sereni: è assolutamente normale, però se il dolore persiste parlatene col vostro medico di fiducia;

6) Gli esercizi di Kegel – una volta appreso il meccanismo – sono semplicissimi e possono essere messi in pratica a tutte le età. Inoltre possono essere fatti ovunque (anche quando siete a lavoro con altri colleghi nella stessa stanza, o quando siete seduti sul divano o guidate la macchina) e possono essere eseguiti in pochissimo tempo.

Consigli

Per potenziare il pavimento pelvico, vi consigliamo la danza del ventre, lo yoga, i balli caraibici, lo hula delle polinesiane, le danze tribali africane e quelle sudamericane: tutte queste attività – in particolare la danza del ventre – spingono il corpo a compiere una serie di movimenti ritmici, rapidi e controllati che stimolano i gruppi muscolari del bacino, potenziandoli.

Prodotti per gli esercizi di Kegel

Un ottimo prodotto per eseguire gli esercizi di Kegel, consigliato dal nostro Staff di esperti, è questo: https://amzn.to/3tnFwq9

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Gonfiore addominale e meteorismo: otto trucchi per dirgli addio in modo definitivo

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOIl gonfiore addominale lo conosciamo tutti, specialmente le donne che ne sono più colpite. E’ quel senso di eccessiva tensione addominale, causato dall’eccessivo contenuto gassoso dello stomaco e/o dell’intestino. Può essere correlato a varie patologie (cirrosi, infezioni del tratto gastroenterico, colecistiti, occlusioni intestinali…) ma spesso è determinato da una alimentazione sbagliata. Bisogna ricordare che spesso, dietro al gonfiore addominale, si cela un problema di celiachia, cioè un’allergia al glutine (grano e frumento) quindi la presenza del medico è sempre importante per valutare la situazione. Ecco ora gli otto consigli a tavola, per dire addio al gonfiore addominale!

1) Meno latte e formaggi
Per limitare il fenomeno del gonfiore addominale, bisogna dire limitare il latte e i formaggi freschi, come la ricotta, il mascarpone e ripiegare su quello ad alta digeribilità o anche sul latte di riso, di soia, d’avena e sui formaggi stagionati. Questo perché alcuni di noi non riescono a digerire il lattosio presente nel latte ed i suoi derivati, a causa del deficit di un enzima (la lattasi).

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2) Attenzione alla fermentazione di ortaggi, pasta, pane
Ortaggi, frutta, e gli zuccheri raffinati contenuti nella pasta, nel pane e nelle farine bianche causano facilmente gonfiore addominale. Lo stesso accade con il lievito, la birra e le patate. Meglio limitare questi alimenti.

3) Le fibre non sono tutte uguali
Le fibre, una volta ingerite, sono trasformate dai batteri presenti nell’intestino attraverso un processo di fermentazione che è alla base del rigonfiamento. Però non tutte le fibre danno lo stesso risultato: il fenomeno è più evidente se si mangiano le fibre lunghe, come quelle contenute nella lattuga a foglia larga. Lo stesso vale per i legumi, gli ortaggi (vedi il cavolfiore), le noci o la frutta secca. Per evitare il gonfiore si deve puntare sulle verdure a foglia piccola, che fermentano di meno. Altro consiglio è centrifugare la frutta e la verdura, così da eliminare la parte di fibra che non è digerita.

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4) Mangia piano e mastica molto
Durante i pasti bisogna godersi il cibo. Questo è un concetto che spesso dimentichiamo, immersi in una routine che vede il cibo sempre più consumato a gran velocità, tra uno sguardo alla mail ed una telefonata di lavoro in arrivo. Invece è importante mangiare lentamente e masticare molto il cibo: ciò ci difenderà dal gonfiore addominale e ci farà assimilare meglio lo sostanze nutritive contenute nei cibi.

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5) Zenzero e finocchio
Lo zenzero aiuta a tenere a bada il gonfiore e la flatulenza. Si può gustare fresco o grattugiato sopra i centrifugati di frutta e verdura. Anche il finocchio è una vera panacea contro i disturbi digestivi, soprattutto se preso sotto forma di tisane, decotti e infusi preparati con i suoi semi. Tra le sue molte virtù, il finocchio sgonfia la pancia contrastando i processi di fermentazione.

6) Attenzione alla frutta dopo i pasti
Per evitare fenomeni di fermentazione, un altro importante consiglio è di evitare la frutta alla fine del pasto. E’ preferibile consumarla qualche tempo dopo per diminuire il rischio di gonfiore addominale.

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7) No a gomme da masticare ed a bibite gassate 
Masticare gomme favorisce l’ingestione di aria che va prima nello stomaco e poi nell’intestino, da qui il gonfiore. Meglio evitarle. Come è meglio evitare anche le bevande gassate, che incrementano l’aria nell’intestino.

8) L’aiuto viene dal carbone vegetale
Il carbone vegetale, o carbone attivo, ha una forte capacità di assorbire i gas presenti nell’intestino, arginando così il problema del gonfiore addominale, senza provocare alcun effetto collaterale.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente 
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

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Difficoltà a dimagrire? Attenti allo stress: rallenta il metabolismo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSOAvete presente quando non riuscite a smettere di mangiare, in genere porcherie ipercaloriche, perché siete stressate? Ecco, la fame nervosa potrebbe non essere l’unico legame che unisce stress e sovrappeso. Uno studio dell’americana Ohio State University, appena pubblicato su Biological Psychiatry, rivela che lo stress è un fattore che rallenta il metabolismo, quindi quando si mangia un pasto ipercalorico si fa più fatica a bruciarlo se si è stressati. Gli autori avvertono che i risultati sono validi solo per le donne, sulle quali sono stati compiuti esperimenti e misurazioni. Mentre per gli uomini, che hanno una maggiore massa muscolare, potrebbero non entrare in gioco gli stessi meccanismi.

Leggi anche: Fame nervosa: cause, sintomi e cure

A 58 donne con un’età media di 53 anni i ricercatori hanno chiesto di mangiare solo i pasti standardizzati forniti dal laboratorio per 24 ore e poi di digiunare per 12 ore prima di presentarsi per una visita che ne avrebbe verificato lo stato di salute mentale, i livelli di attività fisica e, tramite un’intervista, eventuali precedenti di depressione e presenza di fattori di stress nelle 24 ore precedenti allo studio vero e proprio. Nel corso di due incontri 31 donne hanno dichiarato di aver avuto almeno un episodio stressante prima della visita, e 21 prima di entrambe le visite. Nella maggior parte dei casi si era trattato di problemi interpersonali come litigi con colleghi o mariti, problemi con i bambini o problemi sul lavoro.

A questo punto a tutte è stato servito un pasto composto da uova, salsiccia, salsa e biscotti con un contenuto energetico approssimativo di 930 calorie e ben 60 grammi di grasso. I ricercatori hanno chiesto alle partecipanti di consumare il pasto in 20 minuti e per le successive 7 ore hanno misurato il tasso metabolico di ciascuna per 20 minuti ogni ora, grazie all’analisi del flusso di ossigeno e anidride carbonica inspirati ed espirati. “Misurando lo scambio di gas possiamo determinare il loro tasso metabolico: di quanta energia il loro corpo ha bisogno durante il periodo di misurazione”, spiega Martha Belury, professore di Nutrizione umana alla Ohio State e co-autrice dello studio.

“Le partecipanti bruciavano meno calorie nel corso delle 7 ore successive al pasto quando avevano avuto un fattore di stress nella propria vita il giorno precedente”, racconta Belury. Quanto meno? Per l’esattezza 104 calorie meno rispetto a quelle bruciate dalle donne non stressate, una differenza che può tradursi in un aumento di peso di quasi 5 kg in un solo anno.

Grazie a diversi prelievi del sangue effettuati nel corso della giornata è stato anche possibile seguire “cosa accadeva a livello metabolico dopo aver ingerito un pasto ad alto contenuto di grassi”, aggiunge Janice Kiecolt-Glaser, che insegna Psichiatria e Psicologia ed è autrice principale dello studio. Nelle donne stressate l’insulina raggiungeva un picco subito dopo il pasto e poi scendeva fino a raggiungere i livelli osservati nelle donne non stressate dopo circa un’ora e mezza. Più alti livelli di insulina contribuiscono allo stoccaggio del grasso e alla sua minore ossidazione. In pratica ostacola la trasformazione delle grandi molecole di grasso in molecole più piccole che possono essere utilizzate come carburante dall’organismo. Tutto il grasso che non è bruciato viene immagazzinato e contribuisce all’aumento di peso.

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Gli autori hanno valutato anche il ruolo di una passata depressione sul funzionamento del metabolismo delle donne analizzate e hanno appurato che questa da sola non influisce sul tasso metabolico, ma combinata allo stress comporta un maggiore innalzamento dei trigliceridi dopo il pasto. Alti livelli di questi grassi nel sangue rappresentano un rischio cardiovascolare. L’abbinata di una passata depressione con recenti episodi stressanti sembra quindi essere la combinazione peggiore.

“Sappiamo che non sempre possiamo evitare i fattori di stress nella nostra vita”, chiosa Belury, “ma una cosa che possiamo fare per prepararci a questa eventualità è avere cibi sani a portata di mano nel frigo e nell’armadietto dell’ufficio. Così quando quei fattori di stress entrano in gioco, possiamo mangiare qualcosa di sano invece di rivolgerci a più comode ma molto più caloriche alternative”.

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Puoi pure avere la tartaruga sulla pancia, ma…

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO YOGA RELAX MEDITAZIONE DONNA TRANQUILLITA MENTE RILASSAMENTO NATURA PALESTRA ESERCIZIO PESI MUSCOLI STRETCHINGPuoi pure avere la tartaruga sulla pancia, ma se poi in testa hai un criceto non è che ci fai una bella figura! 

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Prova costume: bocciata la metà degli italiani

MEDICINA ONLINE DIETA UOMO PANCIA GRASSO DIMAGRANTE GRASSI CALORIE ATTIVITA FISICA SPORT DIMAGRIRE PERDERE PESOProva costume: bocciata quasi la metà degli italiani, il 46%. Tanti infatti risultano sovrappeso (35,6%) o addirittura obesi (10,4%) secondo un’analisi della Coldiretti. In particolare gli uomini che sono fuori forma nel 55,5% dei casi rispetto alle donne (37,1%). La situazione è dunque drammatica anche perché – osserva la Coldiretti – i segnali non sono incoraggianti neanche nelle giovani generazioni, con il 26,9% di ragazzi italiani tra i 6 e i 17 anni in eccesso di peso.

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Fa più ingrassare la pasta o il riso? Quale scegliere per dimagrire?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo FA PIU INGRASSARE PASTA O RISO Dieta Chirurgia Medicina Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Pancia Sessuologia Pene Laser Filler Rughe Botulino 2

Le frecce indicano il valore che risulta più elevato nel confronto

Tra pasta e riso, qual è quello con le migliori caratteristiche nutrizionali e con meno calorie? Quale scegliere per la nostra dieta, per dimagrire senza rinunciare al gusto?

La pasta ha più calorie del riso

La prima considerazione che va fatta è che la pasta ha un contenuto calorico leggermente superiore rispetto al riso, è più ricca di lipidi, proteine e fibre mentre è più povera di acqua e carboidrati, come possiamo notare osservando la tabella comparativa qui in basso. Il riso, pur avendo un contenuto proteico inferiore alla pasta, ha un indice chimico superiore che lo rende sotto questo punto di vista equivalente, se non addirittura superiore alla pasta. L’indice chimico è un valore che si ricava dal rapporto tra la quantità di un dato aminoacido in un grammo della proteina in esame e la quantità dello stesso aminoacido in un grammo della proteina di riferimento biologica (dell’uovo). Più è alto questo indice e maggiore sarà la percentuale di aminoacidi essenziali.

Leggi anche: Glicemia alta o bassa: valori normali, che patologie indica e come si controlla nei diabetici

Il riso è più digeribile della pasta

Il riso è anche più digeribile poiché l’amido di riso è composto da granuli di dimensioni inferiori ed è povero di amilosio (necessita solamente di 1 o 2 ore di attività gastrica contro le 3 o 4 ore della pasta). Il suo peso aumenta notevolmente durante la cottura, basti pensare che da 1 etto di riso crudo si ottengono circa 320 grammi di riso cotto. Per questo motivo ha un indice di sazietà superiore alla pasta.

Leggi anche: Cosa succede al tuo corpo quando smetti di mangiare pasta e pane

Usato dai celiaci

Il riso parboiled così come quello integrale, conserva intatte gran parte delle vitamine contenute nel chicco. Infine può essere utilizzato anche dai celiaci, poiché contiene poca prolammina, una sostanza che partecipa alla formazione del glutine.
Insomma, sebbene i due alimenti siano simili dal punto di vista nutrizionale, il riso vanta alcune caratteristiche che lo rendono, anche se di poco, migliore e più leggero della pasta. A me piacciono tantissimo entrambi, e voi quale preferite?

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I 10 motivi per cui non riesci a dimagrire anche se ci provi da anni

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO DISEGNO DI DONNA GRASSA SOVRAPPESO OBESA CHE PIANGE SULLA BILANCIA TRISTE IN BAGNO PERCHE NON RIESCO A DIMAGRIRE

Raggiungere il peso ideale non è solo una questione di bellezza: perdere un po’ di peso, ma soprattutto ridurre il girovita può migliorare di molto le condizioni di salute. Il grasso addominale, infatti, è strettamente legato all’insorgenza di malattie cardiache, diabete di tipo 2, insulino-resistenza e anche alcune forme di tumore. Eppure far “calare la pancia” può risultare un’impresa ardua, nonostante dieta e attività fisica. Il motivo? A contribuire a far allargare il girovita possono contribuire l’età, gli ormoni e alcuni fattori genetici. Ecco una lista di dieci tipici motivi per cui per qualcuno tornare ad avere un ventre piatto può diventare un’impresa impossibile, nonostante anni ed anni di tentativi.

1) L’invecchiamento

Col passare degli anni il corpo modifica il proprio metabolismo basale e con esso le calorie in grado di bruciare normalmente. Per le donne, poi, bisogna tenere conto dall’arrivo della menopausa, che fa diminuire la produzione di estrogeni e progesterone, e contemporaneamente fa diminuire il metabolismo e aumentare la pancia. In parole semplici: se quando avevate 20 anni diminuire la percentuale di grasso corporeo era relativamente facile, se ora avete 40 o 50 anni dimagrire è fisiologicamente più difficile, anche perché – anno dopo anno – allenarsi adeguatamente risulta progressivamente più difficile, soprattutto se si pensa che iscriversi in palestra a 60 anni, dopo una vita di sedentarietà, sia una sorta di bacchetta magica. Per approfondire: Menopausa: quali cambiamenti aspettarsi e come gestirli

2) Dimenticarsi di potenziare i muscoli

Va bene la corsa, va bene l’aerobica, va bene fare zumba, va bene fare step, ma se volete perdere peso in modo efficace in palestra dovete affiancare i pesi: aumentare i muscoli, oltre a farvi apparire più tonici, i muscoli in più aumentano il vostro metabolismo basale e quindi il fabbisogno calorico giornaliero, migliorando le possibilità di eliminare il grasso in eccesso. Per approfondire: Metabolismo basale: cos’è, definizione, calcolo, alto, basso, totale

3) Pensare di dimagrire in una settimana

Dimagrire in modo corretto e senza l’aiuto di liposuzione, richiede tempo: se pensi di poter far calare macroscopicamente la pancia con una semplice corsetta o una seduta di spin purtroppo si sbaglia. Se pensi di poter dimagrire in modo visibile facendo una settimana di dieta, sbagli ugualmente. Per perdere kg di grasso corporeo serve costanza: l’impegno di fare attività fisica e di osservare una dieta ipocalorica, deve essere mantenuto per tempi adeguati.

Leggi anche: Quanto peso perdiamo ogni volta che andiamo in bagno?

4) Dieta sbagliata

Chi non riesce a dimagrire da anni, probabilmente si alimenta in modo errato, con diete ipercaloriche e ricche di grassi e carboidrati. Consumare troppi carboidrati raffinati (come pane bianco, cracker e patatine), assumere troppi zuccheri sotto forma di dolci o bevande zuccherate, è distruttivo non solo sul nostro peso corporeo, ma anche sulla salute. Meglio prediligere frutta, verdura e cereali integrali, che sono ricchi di fibre – ottime contro la stitichezza – e di antiossidanti naturali. Meglio assumere la giusta quantità di proteine (almeno 1 grammo di proteine per ogni kg corpoereo al giorno), possibilmente ad alto valore biologico (uova, latte, carni bianche e pesce). Molte persone che non riescono a dimagrire, ignorano inoltre il fatto che i grassi non sono tutti uguali. Esistono grassi “buoni” e grassi “meno buoni”. Rientrano in quest’ultima categoria, ad esempio, quelli saturi come latticini e carne rossa, che andrebbero ridotti. Via libera invece ai grassi monoinsaturi (come olio d’oliva e quelli contenuti nell’avocado) o alcuni tipi di polinsaturi (come quelli di noci, semi di girasole o gli omega-3 del pesce, anche se più grasso come il salmone). In caso di dubbi, decisamente meglio consultare un medico dietologo.

Leggi anche: Valore biologico: significato, alimenti con proteine ad alto e basso valore biologico

5) Hai appena smesso di fumare

Hai smesso di fumare e sei ingrassato? Purtroppo non è una leggenda: fumare sigarette, aumenta il metabolismo. Quando si smette di fumare, il metabolismo cala, rendendo molto più difficile il rimanere dello stesso peso. Per approfondire: Ho smesso di fumare e sono ingrassato: perché succede e come rimettersi in forma?

6) Troppo stress

Ritmi di vita frenetici, impegni lavorativi e familiari, litigi, crisi amorose ed altre situazioni che generano ansia, possono rendere stremamente più difficile perdere i chili di troppo, perché per affrontare le situazioni di stress si tende a mangiare alimenti più calorici. I cibi calorici, ricchi di carboidrati e grassi (come biscotti, merendine, dolci…) fanno infatti aumentare i livelli del neurotrasmettitore dopamina, che è un vero e proprio antidepressivo endogeno, prodotto dal nostro stesso corpo. Quando siamo tristi e nervosi, se non affrontiamo a monte il problema, rischiamo di attaccarci al cibo per sentirci meglio e non avvertire i sintomi negativi. Ciò può portare, sul lungo periodo, ad una dipendenza comportamentale, la dipendenza da cibo, che rende molto più difficile dimagrire, a meno che non si risolvano i problemi a monte che determinano stress e depressione. Per approfondire: Dipendenze comportamentali: sintomi e caratteristiche

7) Poco sonno

Il 30% degli americani dorme meno di sei ore a notte: troppo poco secondo The National Institutes of Health, che suggeriscono per gli adulti almeno sette-otto ore a notte. Dormire poco è nemico della salute, del dimagrimento, della bellezza e della crescita muscolare. Nonostante molti pensino, sbagliando, che dormire poco faccia dimagrire, in realtà è vero il contrario. Dormire la giusta quantità di ore ed aumentare l’igiene del sonno, è uno dei fattori che può aiutarvi a dimagrire. Per approfondire: Dormire poco fa ingrassare o dimagrire?

8) A forma di mela

Se il tuo corpo ha una forma detta “a mela” (tecnicamente denominata “obesità androide”), per distinguerla da quella “a pera” (denominata “obesità ginoide”), e tendi ad accumulare chili intorno al girovita invece che su fianchi e cosce, significa che mediamente avrai una difficoltà maggiore a perdere grasso. L’obesità di tipo androide è un fenotipo tipicamente maschile, ma può interessare anche le donne, caratterizzato da una maggiore distribuzione di tessuto adiposo nella regione addominale, toracica, dorsale e cerviconucale. L’obesità androide si associa statisticamente un maggior rischio di patologie cardiovascolari e metaboliche: infarto del miocardio, ictus cerebrale, diabete, ipercolesterolemia, iperuricemia, ipertensione e ridotta tolleranza ai carboidrati. Per approfondire: Differenza tra obesità androide e ginoide ed i rispettivi rischi per la salute

9) Tiroide che funziona poco

Soffrire di ipotiroidismo, cioè una malattia della tiroide che porta ad un deficit della produzione di ormoni tiroidei, potrebbe determinare un calo nel metabolismo ed una maggior difficoltà a perdere peso. In questi casi un bravo endocrinologo vi somministrerà la giusta dose del farmaco Eutirox e non avrete più scuse per non dimagrire! Per approfondire: Ipotiroidismo: sintomi, diagnosi, cura farmacologica e consigli dietetici

10) La motivazione

Per poter ridurre il grasso addominale, oltre che curare qualsiasi malattia psichiatrica o endocrinologica o altra patologia che aumenti il rischio di soffrire di obesità o si opponga al dimagrimento, bisogna essenzialmente assumere meno calorie e bruciare più calorie. Questo significa combinare una dieta ipocalorica con allenamenti mirati ad elevata intensità che prevedano anche il potenziamento dei muscoli attraverso la pesistica. Tutto ciò potrebbe risultare difficile da seguire, se non si ha la giusta motivazione. La motivazione è quindi la prima cosa che vi serve se volete dimagrire. Senza motivazione, nessuno dei miei pazienti è riuscito a dimagrire in modo soddisfacente. Lavorare su questo aspetto, migliorerà le vostre possibilità di raggiungere il vostro peso forma.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine