Una pillola che in pancia diventa un palloncino: nuova cura contro l’obesità

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KGUna pillola con un palloncino dentro in aiuto dei bambini in sovrappeso. E’ la metodica utilizzata per la prima volta in campo pediatrico al Bambino Gesù di Palidoro (Roma) con cui si potrà posizionare un palloncino anti-obesità nello stomaco, semplicemente ingoiando una pillola. In Italia il 25% dei bambini è in sovrappeso, mentre il 13% è addirittura obeso. Non sempre, purtroppo, le strategie dietetiche e comportamentali riescono a risolvere il problema, per cui si rendono necessari trattamenti non convenzionali. Tra questi, il metodo meno invasivo prevede l’inserimento di un palloncino che viene gonfiato all’interno dello stomaco per indurre il senso di sazietà e aiutare così il paziente a seguire una dieta più corretta e dimagrire in maniera significativa. Fino a poco tempo fa – spiega una nota del nosocomio pediatrico – questi palloncini venivano inseriti per via endoscopica, ma oggi è disponibile una procedura alternativa che permette al paziente di inghiottire semplicemente una pillola.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

La dieta per prevenire l’ernia iatale ed evitare il reflusso gastroesofageo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO VERDURA CIBO VEGETALI DIETA DIMAGRIRE CUCINAIn medicina inl termine “ernia” indica la protrusione (cioè lo “spostamento in fuori”) di un organo o di un tessuto al di fuori della cavità corporea che normalmente lo ospita. L’ernia iatale (anche detta “ernia dello iato” o “ernia diaframmatica paraiatale”) è un tipo specifico di ernia in cui si verifica la protrusione – parziale o completa – dello stomaco attraverso lo iato esofageo, un piccolo foro del diaframma che permette il passaggio dell’esofago.

Le ernie iatali più diffuse sono principalmente di due tipi e sono raffigurate nella figura in basso:

1) Ernia iatale da scivolamento: più frequente, la riscontro spesso nei miei pazienti obesi, la pressione nell’area addominale supera la pressione diaframmatica e lo stomaco tende ad essere spinto verso l’alto, nel mediastino, attraverso lo hiatus diaframmatico. Non è necessariamente una condizione permanente, poiché la parte di stomaco interessata si sposta spesso superiormente ed inferiormente in base alla pressione esistente nell’addome: un pasto abbondante, uno sforzo, un colpo di tosse, il sollevamento delle gambe in posizione sdraiata o qualunque contrazione dei muscoli addominali possono facilitare lo scivolamento.

2) Ernia iatale paraesofagea: consiste in una rotazione dello stomaco lungo la grande curvatura, in modo tale che la parte superiore della stessa erni attraverso lo hiatus esofageo. Questa tipologia è meno comune della precedente, ma è decisamente più temibile poiché la giunzione gastro-esofagea rimane nella sua posizione naturale, e l’erniazione del fondo dello stomaco porta al suo strozzamento tra la parete dello iato e l’esofago. Può talvolta derivare da un intervento chirurgico correttivo di un’ernia iatale da scivolamento.

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO ERNIA IATALE DA SCIVOLAMENTO DA ROTOLAMENTO PARAESOFAGEA DIFFERENZE STOMACO IATO ESOFAGO DIAFRAMMA SFINTERE ESOFAGEO INFERIORE SEI ADDOME

Sintomi e segni di ernia iatale

Piccole ernie iatali in uno stadio iniziale di solito non causano sintomi particolari; tuttavia, quando la porzione di stomaco erniata è consistente, la risalita del contenuto gastrico nell’esofago provoca sintomi come bruciore, rigurgito e dolore al petto in sede retrosternale. Altri sintomi spiacevoli sono diarrea, difficoltà digestive, eruttazioni frequenti, rigurgiti, stipsi e, anche se meno frequentemente, vomito. Tali sintomi possono essere accompagnati da tosse, dispnea, asma, mal di gola e difficoltà di deglutizione. Una delle complicanze più comuni riscontrabili in chi soffre di ernia iatale è il reflusso gastroesofageo (patologia caratterizzata da un ritorno di materiale acido dallo stomaco verso l’esofago). Un corretto approccio dietetico è un’arma che riveste una notevole importanza sia nelle prevenzione che nella cura dell’ernia iatale.

Leggi anche:  Esofagite: cause, cronica, sintomi, cura, dieta, alimentazione

Una dieta errata può causare ernia iatale e reflusso

La dieta sembra rappresentare un elemento molto importante non solo nella corretta gestione dell’ernia iatale, intesa come prevenzione degli episodi di eruttazione e reflusso gastroesofageo, ma anche nell’origine di questa diffusissima malattia. Sin dal 1973, grazie agli studi epidemiologici di Burkitt, sappiamo che l’ernia iatale risulta abbastanza rara nei Paesi in via di sviluppo e addirittura misconosciuta nelle società rurali che hanno mantenuto uno stile di vita semplice e tradizionale. Due sono i fattori additati come principali responsabili della maggior incidenza dell’ernia iatale negli occidentali: il ridotto apporto di fibre nella dieta e la stitichezza che ne consegue. In particolare, elementi come il ridotto apporto di fibre e liquidi, la necessità di ignorare lo stimolo dell’evacuazione (a causa di impegni lavorativi), la posizione innaturale assunta sul wc rispetto a quella fisiologica (alla turca), determinano un aumento della pressione all’interno dell’addome durante l’evacuazione; tale aumento pressorio, se perpetuato nel tempo, comporterebbe un rilassamento progressivo delle strutture di ancoraggio dell’esofago distale, favorendo la risalita dello stomaco attraverso lo iato esofageo del diaframma (quindi provocando l’ernia iatale).

Obesità come causa di ernia iatale

Spiegare la differente incidenza dell’ernia iatale tra le popolazioni rurali africane e quelle urbane dei Paesi occidentali semplicemente sull’apporto di fibra della dieta, appare perlomeno riduttivo. Ad esempio anche l’iperalimentazione in sé, fatta di abbuffate frequenti, dilatando in maniera abnorme le pareti dello stomaco può spingerle con forza contro lo iato esofageo, favorendone l’erniazione. Analogo discorso per l’obesità o per la cattiva abitudine di indossare corsetti od abiti troppo stretti. Infine, è indubbio che lo stile di vita sedentario si associ ad una minore motilità intestinale (che predispone alla stitichezza), ma anche ad ipotonia muscolare con riduzione dell’elasticità e della robustezza anche dei fasci muscolari e dei tendini diaframmatici.

Consigli alimentari generali

In caso di ernia iatale, un primo, importante consiglio è quello di evitare le cosiddette abbuffate e nutrirsi assumendo piccoli pasti pur restando comunque attenti a rispettare il corretto introito calorico quotidiano. Meglio quindi privilegiare tanti pasti piccoli, che pochi grandi. Limitare (o ancora meglio evitare) gli alcolici, i superalcolici, le bevande gassate, il caffè, il tè, i formaggi grassi, le fritture, i condimenti piccanti e quelli a base di burro dovrebbero essere evitati.

E’ consigliabile poi limitare il consumo di particolari cibi quali l’aglio, la cipolla, la menta e il cioccolato; devono essere assunti con moderazione anche gli agrumi e i succhi che da essi derivano nonché il pomodoro e relativo succo. In generale possiamo dire che dobbiamo, nei limiti del possibile, orientarci verso un tipo di alimentazione che tenda a non favorire l’acidità gastrica.

E’ possibile consumare alimenti quali la pasta, il pane, il riso, carne magra, frutta (tranne, come detto, gli agrumi), formaggi magri, verdure e yogurt. Può essere utile bere un po’ più acqua del normale, pur senza esagerare (un aumento improvviso della quantità di liquidi nello stomaco può peggiorare la situazione).

Oltre alla dieta vi sono altre semplici regole alle quali è bene attenersi; ne citiamo alcune che sono dei capisaldi di un buon stile di vita: abolire il fumo, evitare gli stati ansiosi, evitare le situazioni stressanti e l’abuso di farmaci. Un altro consiglio per chi avverte i sintomi dovuti all’ernia iatale è quello di evitare, subito dopo i pasti, di coricarsi oppure di compiere sforzi eccessivi. È consigliabile dormire mettendo la testa sopra un cuscino, posizione che ostacola il reflusso. Da abolire l’abitudine che alcuni hanno di posizionare un cuscino sotto la pancia, abitudine che è causa di un’eccessiva pressione sullo stomaco; è bene anche, sempre per evitare tale eccesso di pressione, non indossare abiti troppo stretti in vita.
Quando gli accorgimenti dietetici e gli altri consigli di cui sopra non sono in grado di risolvere i problemi causati dall’ernia iatale, si dovrà ricorrere a interventi di tipo farmacologico; se anche questi non fossero sufficienti si dovrà prendere in considerazione la possibilità di intervenire chirurgicamente.

Le regole da seguire in caso di ernia iatale e reflusso

Sebbene la dieta non possa in alcun modo favorire il riassorbimento dell’ernia iatale, che se necessario può avvenire attraverso un intervento chirurgico, risulta senz’altro utile per il controllo dei sintomi associati e delle complicanze. Anche se una buona percentuale di pazienti affetti da ernia iatale non lamenta alcun sintomo, l’osservanza delle giuste regole dietetiche e comportamentali risulta importante per evitare che l’ernia cresca di dimensioni. In tal senso, la dieta corretta per il trattamento dell’ernia iatale non si discosta da quella vista per la corretta gestione alimentare dei pazienti colpiti da esofagite da reflusso:

  1. consumare pasti piccoli e frequenti, evitando i pasti troppo elaborati ed abbondanti;
  2. evitare le abbuffate specialmente prima di dormire;
  3. attendere almeno due o tre ore dal termine del pasto prima di coricarsi per il riposo notturno
  4. se durante il sonno dovessero manifestarsi episodi di reflusso acido, è consigliabile mettersi sul lato sinistro o – meglio ancora – rialzare la testa del materasso per adottare una posizione leggermente elevata del torace, ad esempio usando due cuscini sovrapposti;
  5. associare alla dieta regolare attività fisica, evitando gli sforzi fisici a testa in giù ed i carichi eccessivamente pesanti, che possono favorire la comparsa e l’aggravamento dell’ernia iatale;
  6. se in sovrappeso od obesi, adottare una dieta ipocalorica che aiuti a raggiungere il peso forma. Se l’obesità è di secondo o terzo grado, prendere in considerazione rimedi drastici, come la chirurgia bariatrica;
  7.  limitare il consumo di grassi, specie se cotti, anche sottoforma di condimenti aggiunti, poiché aumentano i tempi di digestione e riducono il tono dello sfintere esofageo inferiore, favorendo il reflusso associato all’ernia iatale;
  8. evitare il fumo, che similmente ai grassi può ridurre il tono sfinteriale;
  9. preferire fonti proteiche magre, come il pesce o il pollo, che sembrano aumentare il tono dello sfintere esofageo inferiore, prevenendo il reflusso acido associato all’ernia iatale;
  10. preferire metodi di cottura salutari, come quella al vapore e al cartoccio, limitando arrosti, fritti e grigliate (da sostituire con una sobria cottura alla piastra, evitando nel modo più assoluto la formazione delle classiche righe in corrispondenza delle strisce metalliche della griglia);
  11. masticare lentamente e deglutire con la stessa premura, se possibile consumare il pasto in un ambiente rilassato;
  12. se possibile, evitare di tornare di fretta al lavoro al termine del pasto, soprattutto se il vostro lavoro costringe l’addome a forti pressioni;
  13. non praticare attività fisica intensa a breve distanza da un pasto importante (concessa dopo lo spuntino pomeridiano);
  14. consumare una colazione abbondante ed abituarsi a mangiare poco a cena
  15. in caso di problemi digestivi frequenti, le regole base della dieta dissociata possono aiutare anche il paziente affetto da ernia iatale;
  16. quando si mangia troppo, una camminata di 30-40 minuti a passo tranquillo, a breve distanza dal termine del pasto, può evitare l’insorgere di acidità e bruciori di stomaco;
  17. limitare il consumo di tè, caffè ed alcolici;
  18. ridurre la presenza di spezie come pepe, peperoncino, curry e noce moscata nella dieta: potrebbero peggiorare l’acidità gastrica;
  19. seguire una dieta ricca di fibre alimentari e di liquidi per prevenire la stitichezza; se necessario assumere lassativi, ma evitare l’utilizzo cronico;
  20. evitare l’uso di cinture ed abiti troppo stretti in vita.

Se i sintomi peggiorano o diventano molto frequenti, consultate il vostro medico di fiducia e non sottovalutate mai il problema: come qualsiasi studente di medicina sa già dal secondo anno di università, un reflusso gastroesofageo cronico può costruire le basi per la formazione di un tumore esofageo.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere acidità di stomaco, reflusso gastroesofageo, stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, cattiva digestione ed alitosi:

Per approfondire:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Dimagrire riducendo le dimensioni dello stomaco senza chirurgia e bendaggio gastrico

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSOSe tutti noi potessimo ridurre in questo preciso momento la dimensione del nostro stomaco, stasera a cena mangeremmo pochissimo e in pochi giorni perderemmo decine di chili di grasso. Questo perché il nostro senso di sazietà è strettamente correlato alle dimensioni di tale organo: la riduzione della dimensione dello stomaco comporta una ridotta capacità di assunzione di cibo, per ovvie ragioni meccaniche. In chirurgia si effettua il bendaggio gastrico a questo scopo (oppure l’applicazione temporanea di un palloncino intragastrico). Lo stomaco, riempendosi, trasmette all’ipotalamo il senso di sazietà. Se naturalmente lo stomaco è piccolo, basta poco cibo per sentirsi sazi.
Se il bendaggio gastrico chirurgico è una soluzione per i soggetti obesi, non è necessario per le persone in leggero sovrappeso, né tanto meno per le persone normopeso che voglio snellire, tonificare o rimanere tali, anche perché il bendaggio non è una operazione chirurgica libera da rischi, anche gravi, per il paziente. L’obbiettivo è quindi ridurre la dimensione dello stomaco agendo per altre vie, e vi spiego qui quali:

Potenziare il muscolo trasverso
Il muscolo trasverso è un muscolo addominale profondo che cinge le viscere per tutta la lunghezza dalle parte interna delle coste, sino alla spina iliaca e all’inguine. Il suo tono esercita pressione sulle viscere spingendole verso l’interno, stimola la peristalsi intestinale (effetto anti-stipsi) e riduce la dimensione del lume dello stomaco. Ergo: bisogna assolutamente tonificare il trasverso e mantenerlo tonico. Come fare? Eseguire due/tre volte a settimana da uno a tre set di crunch addominale con vacuum al massimo delle ripetizioni sino a cedimento. Ciò significa che durante l’esecuzione del crunch, in ogni ripetizione al termine della fase concentrica, dovete buttar fuori tutta l’aria forzando l’espirazione e contraendo per un paio di secondi. Dovete proseguire nella serie sino al cedimento. Senza cedimento non date stimolo e non riuscirete a tonificare. L’esercizio va eseguito a stomaco vuoto.

Riempire lo stomaco a calorie zero
Riempite, durante i pasti (in particolare pranzo e cena), gran parte dello stomaco con alimenti ad alto contenuto idrico e ridotto contenuto calorico, facendo precedere alla pietanza calorica vera e propria una ciotola abbondante di insalata mista (pomodoro, cetriolo, finocchio, sedano, peperoni, insalate verdi, ecc.) condita con olio extravergine di oliva e/o olio di semi di canapa e un cucchiaio di olio di lino, aceto o succo di limone. Dopo questo piatto di verdure, consumate almeno un paio di frutti con buccia (es.: due mele, una mela e una pera, due arance tarocco grandi ecc.). Dopo di che potete partire con la pietanza a medio/basso ig, di cui vi ho dato esempio in precedenza (ad esempio una porzione di salmone al vapore con pane di segale, un piatto di lenticchie o di ceci, pasta con legumi – con due parti di pasta per una di legumi -, una porzione di ricotta vaccina con pane integrale, ecc. ecc., aiutandovi con le tabelle degli indici glicemici presenti nel ns. sito). Se, a fine pasto non vi sentite ancora a posto, riempitevi con altra frutta con buccia (es.: mele, arance, pere, ecc.) o due/tre noci. Se siete soggetti non particolarmente preposti a ingrassare, potete riempire lo spazietto rimasto con un po’ di cioccolato o un dolcetto, il quale da solo difficilmente porterà il vostro pasto misto ad alto carico glicemico. Nota: alcuni soggetti hanno problemi ad assumere frutta o dolce a fine pasto, come del resto viene posto in attenzione dalla dietetica dissociata. Infatti la frutta e il dolce, possedendo zuccheri semplici, necessitano di passare rapidamente per lo stomaco. Se assunti a fine pasto, possono trattenersi troppo a lungo con fermentazione e produzione di gas. Questo in verità dovrebbe succedere solo in soggetti molto sensibili, se avete avuto l’accortezza di fare un PICCOLO pasto come indicato già da prima, e soprattutto se non avete assunto fritti (il fritto è un tabù non solo per l’effetto ingrassante, ma anche per quello intossicante dato che denatura gli oli di cottura). Ma se questo effetto di produzione di gas si verifica in voi, allora la frutta lasciatela nel prepasto e negli spuntini. Attendete almeno 15 minuti prima di partire con la pietanza calorica (quindi: insalata, frutta, attendere 15 minuti, e poi salmone o ricotta, ecc.).

Glucomannano: un integratore molto utile
Se ciò non bastasse, potete assumere tra l’insalata e la frutta prepasto una compressa di glucomannano 1-2g con due bicchieroni di acqua. Tale fibra aumenta fino a 100 volte il suo volume riempiendo lo stomaco ed aiutando la motilità intestinale. Oppure potete utilizzare una manciata di orecchiette di crusca sempre con due bicchieroni di acqua (questa fibra aumenta sino a 10 volte il suo volume). Se volete approfondire il fuzionamento di questo eccezionale integratore, cliccate qui.

Dal meno saporito al più
Ancora un’ultima osservazione: mangiare PRIMA verdure e frutta rispetto al piatto calorico è importante anche perché rispetta il principio “dal meno saporito al più”. Cioè, quando ci si alimenta, è bene incominciare a masticare prima ciò che ha meno sapore, e poi ciò che ne ha di più. Infatti, difficilmente se partite mangiando della pasta ben condita, troverete gustosa l’insalata. Viceversa l’insalata sarà squisita se gustata come primo alimento. Provare per credere.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Glucomannano per dimagrire: nel tuo stomaco aumenta di 100 volte, ti sazia e ti impedisce di mangiare troppo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSOIl glucomannano è un polisaccaride ad alto peso molecolare che viene estratto dal tubero di Amorphophallus konjac, una pianta utilizzata nella cucina giapponese come agente gelatificante. Da tale pianta si ottengono anche gli Shirataki, la pasta senza carboidrati e senza glutine che non fa ingrassare e può essere consumata anche da chi è celiaco. Il glucomannano purificato è considerato uno dei più efficaci prodotti per favorire il dimagrimento: questa fibra ha infatti la capacità di attirare molta acqua, aumentando fino a 100 volte il proprio volume e dando origine ad una soffice massa gelatinosa. Il miglior integratore di glucomannano, selezionato, usato e raccomandato dal nostro Staff di esperti, lo potete trovare qui: http://amzn.to/2AFT572

Continua la lettura su https://www.my-personaltrainer.it/integratori/glucomannano.html

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

L’abuso di anti-infiammatori può causare ulcera gastrica

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE FARMACI FARMACIA FARMACISTA BUGIARDINO BLISTER COMPRESSE CAPSULE PILLOLE FARMACOLOGIA ANTIBIOTICI ANSIOLITICI DROGHE DRUGS TERAPIA CHIMICA EFFETTI COLLATERALIL’ulcera gastrica è una soluzione di continuo della parete dello stomaco. Può variare da una semplice erosione della mucosa fino alla completa perforazione della parete. Tra i fattori socio-ambientali di rischio vanno ricordati il fumo di sigaretta, il consumo di sale, acidi grassi insaturi e in genere sostanze che stimolano la secrezione acida (caffè). Gli scienziati Robin Warren e Barry Marshall, entrambi Premio Nobel per la Medicina 2005, hanno dimostrato che la causa dell’ulcera gastrica è un batterio chiamato Helicobacter pylori, tuttavia un ruolo determinante nello sviluppo di tale patologia è l’uso di FANS.

I FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) tolgono il dolore, ma “bucano” lo stomaco, oltre ad essere un fattore di rischio per il reflusso esofageo, vomito e gastrite. I farmaci anti-infiammatori fanno “pagare” cara la loro prestazione, per questo l’attenzione del paziente deve essere rivolta anche agli effetti collaterali.

Specialmente se il paziente è italiano: noi italiani sembriamo avere una bassa sopportazione del dolore rispetto ai colleghi europei i quali usano i FANS con molta più parsimonia di noi. I FANS sono farmaci usati non solo come analgesici ma anche come antipiretici, per far abbassare la febbre. Il principio attivo da cui nacquero i FANS è l’acido acetolsalicilico, immancabile in ogni casa provvista di armadietto dei medicinali e che trovate sotto il nome più comune di aspirina. Lo stomaco, però, è a rischio. Motivo per cui ogni medico si raccomanda di assumere l’aspirina sempre dopo aver mangiato.

L’aspirina fu però solo il principio dell’avvento dei FANS nella storia dei farmaci e molte sono le molecole e i principi attivi di questi farmaci. Tutti con effetti collaterali, spesso molto seri. Se lo stomaco è il primo a mal digerire l’assunzione di fans, poi ci sono i reni, il cuore e la pressione sanguigna e le piastrine. Gli effetti collaterali, spiega Repubblica nell’inserto Salute, sono legati al meccanismo di inibizione delle prostaglandine:

Il danno è insito nella modalità d’azione dei FANS, che inibiscono in definitiva le prostaglandine, sostanze deputate a regolare il flusso sanguigno dell’organo. Esistono diverse classi di prostaglandine e la loro modulazione è complessa: in sintesi, quando vengono inattivate si riduce il flusso sanguigno nell’organo, Nel rene questa situazione determina una riduzione della filtrazione e della diuresi, con conseguente aumento del volume circostante (sovraccarico salino). La pressione sanguigna sale e il cuore si affatica.

Poi ancora la diminuzione del numero di piastrine nel sangue, le cellule che aiutano la coagulazione, la riduzione di leucociti neutrofili, tipologia di globuli bianchi, fino all’anemia con la diminuzione dei globuli rossi che trasportano ossigeno e ferro nel sangue.

Non va poi sottovalutata l’eventuale ipersensibilità e allergia al singolo principio attivo, che può causare orticaria, edema, rinite, asma e nei casi più gravi anche shock anafilattico. Infine c’è il fegato, che regola il metabolismo degli zuccheri e si occupa della rimozione delle sostanze tossiche nel sangue. Per lui i FANS rappresentano un carico di “lavoro” importante e affaticato altera i livelli di transaminasi.

Nonostante gli effetti collaterali siano seri e noti, in Italia nel 2012 è stato segnato un record di consumo di questi farmaci. Pubblicizzati e venduti anche nelle parafarmacie, svolgono il loro compito contro il dolore in modo efficace e tempestivo. Ma forse è bene ricordare cosa si rischia: la pillola andrà anche giù con lo zucchero, se volete attutire il colpo allo stomaco, ma il retrogusto sarà comunque amaro per chi esagera nel suo uso.

Elenco dei principali FANS presenti nel prontuario farmaceutico nazionale

Acido acetisalicilico: Asprina (Bayer); Cemirit (Bayer)
Celecoxib: Celebrex (Pfizer)
Diclofenac: Voltaren (Novartis)
Etoricoxib: Arcoxia (Merck Sharp & Dohme)
Fluriprofene: Froben (Abbott)
Ibuprofene: Antalgil (McNeil); Momento 200 (Angelini)
Indometacina: Indoxen (Sigma-Tau); Liometacen (Promedica)
Ketorolac: Toradol (Recordati)
Ketoprofene: Artosilene (Dompé Farmaceutici); Oki (Dompé)
Naprossene: Aleve (Bayer); Synflex (Recordati)
Nimesulide: Aulin (Recordati)
Paracetamolo: Efferalgan (Bristol Myers Squibb-F); Tachipirina (Angelini)
Parecoxib: Dynastat (Pfizer Healt-S)

I principali effetti collaterali e controindicazioni dei FANS

Gli effetti collaterali di questi farmaci sono in gran parte riconducibili all’inibizione da loro indotta della sintesi delle prostaglandine. Ne consegue che la più comune reazione avversa all’assunzione di FANS è la comparsa di disturbi a carico dell’apparato digerente, con insorgenza di nausea, vomito, bruciori gastrici e diarrea. Se l’uso diventa abituale o prolungato, si può avere la formazione di vere e proprie ulcere della mucosa gastrointestinale con possibilità di emorragie che possono essere lievi ma anche, in casi particolari, così gravi da richiedere un ricovero d’urgenza. Tali effetti indesiderati possono essere ridotti se l’assunzione per via orale del farmaco avviene dopo i pasti, quindi a stomaco pieno, oppure in associazione con antiacidi o farmaci ad azione protettiva sullo stomaco. Per lo stesso motivo è opportuno evitare la contemporanea assunzione di FANS ed alcol.

Pertanto, la somministrazione di FANS non è controindicata solamente nei casi di intolleranza individuale accertata, ma anche nei soggetti affetti da ulcera gastro-duodenale pregressa o in atto, con precedenti emorragie digestive, nelle malattie epatiche o renali croniche o infine nei pazienti in trattamento con anticoagulanti. E’ assolutamente necessario consultare il medico quando già si assumono altri farmaci (per evitare inopportune interazioni farmacologiche) ed anche quando il soggetto interessato è un bambino, una donna in gravidanza o in allattamento oppure in una persona che ha superato i 60 anni. E’ stato infatti ampiamente accertato che il rischio di effetti collaterali importanti aumenta con l’età e tale fenomeno sembra correlato essenzialmente al fatto che, con l’invecchiamento, le difese della mucosa gastrica e duodenale diminuiscono.

Altri fattori di rischio sono il consumo concomitante di cortisonici, la presenza di malattie come il diabete e alcune cardiopatie, il fumo e la durata del consumo del farmaco. Inoltre, l’associazione di più FANS, di FANS con aspirina e il tipo di farmaco adoperato possono influenzare la frequenza e la gravità dei danni all’apparato digerente. Per esempio, alcuni FANS, come piroxicam e il ketoprofene, comportano un maggior rischio di complicanze mentre l’ibuprofene e diclofenac sembrano meno dannosi. Va segnalato infine che l’ingestione di questi farmaci può determinare la comparsa di eruzioni cutanee su base allergica (prurito, rash, orticaria), vertigini, sonnolenza.

Ricordate: non state prendendo una caramella, ma un farmaco.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!