Dipendenza da alcol: come fare per smettere di bere alcolici e superalcolici

MEDICINA ONLINE ALCOL ALCOOL ALCOLICI BIRRA VINO VODKA ETILICO ETANOLO DROGA DIPENDENZA ALCOLISTA BERE TOSSICODIPENDENZA AIUTO ALCOLISTI ANONIMI SUPERALCOLICI RUM COCKTAIL COME USCIRNE CONSIGLI MARITO FEGATO CIRROSI EPATICA.jpgIl bere alcolici e/o superalcolici, che siano vino, birra, cocktail o qualsiasi altra bevanda contenente etanolo, a dispetto del nome, non è quasi mai un vizio, né una abitudine, bensì una vera e propria tossicodipendenza, dal momento che l’alcol è a tutti gli effetti una droga, seppur legale, talmente potente da essere inserita al quinto posto delle 20 droghe più pericolose al mondo dalla classifica LANCET, prima di LSD, ketamina, anfetamine, tabacco e cannabis. I danni dell’alcol non si limitano a quelli che provoca al nostro organismo, ma vanno oltre: basti pensare agli incidenti stradali mortali che esso provoca. Ovvio che non stiamo parlando di chi bene una birra il sabato sera, bensì di bevitori abituali che ogni giorno consumano elevate quantità di bevande alcoliche.

Se sei qui è perché probabilmente sei un alcolista (o amico o parente di un alcolista) e non riesci a mantenere lucidità e consapevolezza nel momento di scegliere se bere o non bere. Devi sapere che probabilmente non lo fai per il piacere di bere, ma forse solo per placare l’ansia che deriva dai tuoi problemi di vita ed i sintomi che derivano dall’astinenza. Tuttavia bere non risolverà i tuoi problemi e placherà solo temporaneamente i sintomi di astinenza, portandoti a bere sempre di più. Questo circolo vizioso non si fermerà mai da solo, perché si autoalimenta. Il circolo vizioso si può spezzare? E’ dura, ma si può! Vediamo oggi alcuni consigli per riuscirci. Ti anticipo che – soprattutto se sei un bevitore accanito da molto tempo – questo non sarà un processo semplice e senza possibili ricadute, ma già il fatto che sei qui oggi significa che hai ammesso di avere un problema di alcolismo, quindi – ti assicuro – sei già un passo avanti! Cominciamo:

1) Prendi un foglio e scrivi i motivi per cui vuoi smettere di bere. Ecco qui qualche esempio in cui forse ti ritroverai:

  • Perché vuoi ricominciare ad avere relazioni sane ed amorevoli con i tuoi amici, con la tua compagna e con la tua famiglia.
  • Perché non vuoi essere uno schiavo delle tue dipendenze.
  • Perché stai perdendo il sonno, dimenticando di mangiare e ti senti sempre stanco e depresso a causa del tuo problema.
  • Perché sei ingrassato.
  • Perché quando bevi diventi violento con amici, partner, figli.
  • Perché stai spendendo troppi soldi in alcolici.
  • Perché ti sei stancato di passare i pomeriggi e le serate ai pub ed ai bar per bere.
  • Perché senti di aver perso il rispetto per te stesso, la tua dignità e “il controllo sulla tua vita”.
  • Perché stai letteralmente buttando via la tua salute.
  • Perché quando bevi e ti metti alla guida, diventi estremamente pericoloso per te e per gli altri.
  • Perché vuoi smettere di dare un esempio così cattivo ai tuoi figli.

2) Rendi difficile l’accesso alle bevande alcoliche. Elimina completamente tutte le scorte di alcolici che hai a disposizione in casa ed in cantina.

3) Non smettere di bere del tutto. Anche se sarebbe preferibile smettere completamente dall’oggi al domani, per alcuni è davvero impossibile: in questo caso potrebbe essere utile un periodo di diminuzione graduale:

  • Impegnati per limitare ogni giorno di più la quantità di tempo che passi a bere: datti dei limiti temporali.
  • Diminuisci il numero di bicchieri bevuti, anche dilazionando molto i tempi, ma, una volta “scalato” il numero, non tornare più indietro.

4) Ricompensati per il tuo buon comportamento. Pianifica dei premi per ogni successo raggiunto, ad esempio se riesci a stare un giorno senza bere, mangia il tuo dolce preferito o fatti un piccolo regalo, come un paio di scarpe che volevi a tutti i costi. Evita solo di “mettere in palio” un drink: ciò tenderebbe infatti a mitizzare ancor di più un comportamento che invece devi imparare a dimenticare.

5) Se entri in un pub o un bar, fatti accompagnare da una persona che possa controllarti e che – se proprio dovessi bere – può guidare la macchina al posto tuo per tornare a casa.

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6) Mantieniti impegnato. Il tuo alcolismo cronico può essere nato perché ti sentivi solo, annoiato e non riuscivi a pensare a niente di meglio da fare. Adesso è il momento di prendere la vita nelle tue mani creando una routine significativa che ridurrà al minimo il tempo a tua disposizione e la tua volontà di bere. Ecco come:

  • Allenati. Inizia ad amare la corsa, l’escursionismo o gli sport di squadra. Fare attività fisica ti terrà lontano dall’alcol, inoltre andare al parco o in palestra è una ottima occasione per socializzare con ragazzi e ragazzi che condividono con te la stessa passione.
  • Sviluppa degli hobby che ti tengano lontano dall’alcol. Dipingi all’aperto, segui un corso di fotografia, o passa del tempo a leggere nel parco.
  • Se senti di star “cadendo in tentazione”, distraiti ascoltando della musica o facendo qualsiasi altra cosa.

7) Capisci i motivi alla base. L’alcolismo è quasi sempre il sintomo di un disturbo d’ansia che non deve essere sottovalutato. Spesso il desiderio di bere interviene in un momento in cui ci si sente tristi e l’alcol è un modo per evitare di pensare ai motivi per cui ci si sente così. Chiediti quali sono questi motivi, anche grazie all’aiuto di un medico e di uno psicoterapeuta.

8) Parlane con altri alcolisti. Cerca gruppi di auto-aiuto per condividere il tuo problema con altre persone che soffrono di alcolismo.

9) Trova aiuto su internet. Cerca l’argomento e leggi i consigli delle altre persone che soffrono di problemi simili su forum autorevoli.

10) Evita situazioni pericolose. Evita di andare con gli amici in pub e bar dove loro di possono “bere davanti agli occhi” e dove puoi più facilmente cadere in tentazione.

11) Cerca informazioni e parlane col medico e con lo psicoterapeuta. Se hai cercato di smettere di bere da solo molte volte e non sei stato in grado di farlo, potresti aver bisogno di chiedere aiuto. Parlane col medico e lo psicoterapeuta: potranno consigliarti le giuste terapie, come quella farmacologica e quella cognitivo-comportamentale.

Se credi di avere un problema di dipendenza dall’alcol, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Radioterapia: cosa mangiare e cosa non mangiare?

MEDICINA ONLINE DIETA FIBRA FRUTTA VERDURA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE MACEDONIA FRAGOLE MANGIARE CIBO COLAZIONE MERENDA PRANZO DIMAGRIRE RICETTA PESO MASSA BILANCIA COLON INTESTINO DIGESTIONE STOMACO CALORIE PROPRIETA CARBOCon “radioterapia” in medicina oncologica si intende un particolare tipo di terapia antitumorale, usata da sola o associata ad altri trattamenti quali la chirurgia e la chemioterapia. Per raggiungere il suo scopo, la radioterapia utilizza radiazioni, in genere i raggi X, dette radiazioni ionizzanti(la stessa tipologia di radiazione usata anche a scopo diagnostico, nelle radiografie e nelle TAC), emesse da sostanze radioattive (per esempio iodio o cobalto) oppure prodotte da specifiche apparecchiature chiamate acceleratori lineari.

Radioterapia: cosa mangiare e cosa non mangiare?

Quando si segue un trattamento di radioterapia non ci sono alimenti sconsigliati a prescindere, tuttavia – seguendo il buon senso – è importante seguire una sana alimentazione, limitando grassi e fritture e bevendo molti liquidi. In queste condizioni l’organismo ha bisogno di proteine, e di un buon apporto di energia, cioè di calorie. È quindi importante evitare diete ipocaloriche, specie se drastiche, e scegliere cibi quali carne, pesce, uova, formaggio, latte intero, legumi, frutta secca. Il medico comunque prima di iniziare il trattamento fornisce indicazioni precise su come mangiare, ed a volte raccomanda anche un colloquio con un dietologo.

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Tè nero e tè verde aiutano a perdere peso

MEDICINA ONLINE DIETA FIBRA VERDURA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO COLAZIONE MERENDA PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO MASSA BILANCIA COLON INTESTINO DIGESTIONE STOMACO CALORIE METABOLISMO FIANCHIUn recente studio della University of California Los Angeles, pubblicata su European Journal of Nutrition ha confermato che il tè nero, come quello verde, aiuta a perdere  peso e porta anche altri benefici alla salute, merito del fatto che modifica i batteri nell’intestino, aumentando il metabolismo dell’energia a livello del fegato. Secondo gli studiosi sia il tè verde che quello nero promuovono a livello intestinale la presenza di batteri associati alla massa corporea magra, facendo diminuire quelli legati all’obesità e modificano anche il metabolismo ma in due modi differenti.

Nel tè verde i polifenoli, sostanze note per la loro azione positiva sulla salute, vengono assorbiti, mentre nel tè nero sono troppo grandi perché ciò accada, perciò avviene un meccanismo che stimola la crescita di batteri intestinali e la formazione di acidi grassi a catena corta, legati al metabolismo dell’energia. “I risultati suggeriscono che il tè verde e quello nero sono prebiotici, cioè sostanze che inducono la crescita di microrganismi buoni che contribuiscono al benessere”, evidenzia Susanne Henning, che ha guidato lo studio.

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Diabete: i carboidrati a fine pasto riducono il picco di glicemia

MEDICINA ONLINE CIBO DIETA ALIMENTAZIONE PASTA RISO SUGO DIABETE CIBI GLICEMIA CARBOIDRATI PRANZO CUCINA CENA RICETTAI soggetti che soffrono di diabete di tipo 2 (diabete mellito non insulino-dipendente) dovrebbero mangiare i carboidrati per ultimi durante un pasto, perché tale accortezza dimezza il picco glicemico successivo. Lo afferma una ricerca recentemente pubblicata dalla rivista Bmj Diabetes Research and Care, in cui sono stati testati diversi ordini di assunzione degli alimenti.

I ricercatori della Weill Cornell university hanno arruolato sedici pazienti con diabete di tipo 2, chiedendo loro di consumare lo stesso pasto, composto da pane, pollo, insalata e succo d’arancia tre volte, ma in ordine diverso. Mangiando i carboidrati alla fine, la glicemia dopo il pasto è risultata metà di quella che avevano quando invece li mangiavano all’inizio, e il 40% più bassa rispetto a quando tutti gli alimenti venivano consumati insieme.

Gli autori dello studio hanno affermato: “Noi tutti sappiamo che mangiare meno carboidrati serve a controllare i livelli di zuccheri nel sangue, ma può essere difficile qualche volta seguire questo suggerimento. Mangiarli per ultimi può essere una buona strategia”.

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Troppa liquirizia fa male a cuore, ipertensione e gravidanza

MEDICINA ONLINE LIQUIRIZIA DOLCE DOLCIFICANTE GLICIRRIZINA ALDOSTERONE PRESSIONE ARTERIOSA ALTA IPERTENSIONE ARITIMIA CARDIOPATICO GRAVIDANZA FETO DANNI INCINTA ULCERA PEPTICA.jpgSono tanti gli italiani appassionati di liquirizia, tuttavia deve essere assunta con moderazione, specie dai cardiopatici, dagli ipertesi e dalle donne incinte.

Liquirizia e cuore

Un eccesso di liquirizia, specie sopra i 40 anni, può infatti portare ad aritmie cardiache anche gravi. Lo ricorda l’FDA (Food and Drug Administration l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) in uno dei suoi ‘warning’, secondo cui una quantità di 57 grammi al giorno per due settimane è sufficiente a rischiare il ricovero in ospedale.
La liquirizia, spiega il comunicato, contiene la glicirrizina, un composto contenuto nella radice che fa abbassare i livelli di potassio nel sangue. Quando questo succede alcune persone hanno ritmi cardiaci anormali, pressione alta, letargia e insufficienza cardiaca. “Lo scorso anno – spiega Linda Katz, esperta dell’Fda – l’agenzia ha ricevuto un report su un appassionato di liquirizia che ha avuto problemi medici dopo l’assunzione. E diverse riviste scientifiche hanno legato questo alimento a problemi di salute sopra i 40 ani, soprattutto in chi ha già precedenti di problemi al cuore o pressione alta. I livelli di potassio comunque tornano normali in breve tempo quando si termina l’assunzione”. Molti dei prodotti commerciali alla liquirizia, ricorda l’Fda, contengono realtà olio di anice, che ha lo stesso sapore, e in commercio ci sono anche varietà di liquirizia da cui è stata tolta la glicirrizina.

Liquirizia ed ipertensione

Effetti collaterali dovuti a sovradosaggio di glicirrizina sono l’ipertensione e l’edema, dovuti all’accumulo di ioni sodio e acqua. La glicirrizina infatti, inibisce l’enzima 11beta-idrossisteroide deidrogenasi il quale, in una situazione fisiologica, catalizza la formazione di due molecole di cortisone (forma meno attiva) a partire dal cortisolo (forma attiva). Il cortisolo può agire similmente all’aldosterone sui recettori mineralcorticoidi, con conseguente aumentato riassorbimento di sodio e acqua nel tubulo collettore renale. L’uso è comunque sconsigliato per chi soffre di ipertensione arteriosa.

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Liquirizia in gravidanza

L’American Journal of Epidemiology ha pubblicato un articolo in cui attribuisce alla glicirrizina contenuta nella liquirizia, un aumento della probabilità di disordini cognitivi e del comportamento nei bambini di donne che ne abbiano fatto un largo consumo in gravidanza: secondo Seckl e Katri Räikkönen, del dipartimento di psicologia dell’Università di Helsinki, la glicirizzina può danneggiare la placenta, lasciando passare alcuni ormoni legati allo stress che vengono prodotti dall’organismo della madre.

Liquirizia ed ulcera peptica

In ambito farmacologico la glicirrizina contenuta nella liquirizia, viene sfruttato come espettorante e come gastroprotettore nell’ulcera peptica. Trova anche utilizzo come dolcificante alimentare, essendo fino a 50 volte più dolce del saccarosio e rispetto al quale il gusto dolce viene percepito più tardi ma rimane più a lungo in bocca. Rispetto al dolcificante sintetico aspartame continua a conferire gusto dolce anche in seguito a riscaldamento.

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Come pulire l’apparecchio per i denti mobile e fisso

MEDICINA ONLINE APPARECCHIO MOBILE FISSO LAVARSI  DENTI GENGIVE LINGUA LABBRA CORRETTAMENTE INCISIVI MOLARI PREMOLARI CANINI BAMBINI ADULTI DENTIFRICIO  SPAZZOLINO MOVIMENTO COLLUTORIO FLUORO FILO INTERDENTALE BOCCA.jpgPulire l’apparecchio è una operazione davvero fondamentale per mantenere la bocca in salute: anche se sappiamo che può risultare più complicato, non farlo significa esporsi ad un più forte rischio di placca e carie.

Come pulire l’apparecchio mobile

L’apparecchio mobile è indubbiamente più semplice da curare, ma tende in ogni caso ad accumulare depositi di placca che minacciano la salute dei denti.

  • Utilizzando uno spazzolino insieme a polveri abrasive antibatteriche come il bicarbonato, spazzolare le zone ruvide e sciacquare bene sotto l’acqua.
  • Almeno una volta al giorno è consigliato immergere l’apparecchio in un bicchiere d’acqua con pastiglia effervescente per protesi dentarie.
  • Oltre all’apparecchio ricordate sempre di lavare i denti almeno tre volte al giorno, impedirete così l’insorgere di carie, gengiviti e alitosi.

Come pulire l’apparecchio fisso

La pulizia dell’apparecchio fisso richiede qualche attenzione in più, tuttavia con particolari attenzioni e strumenti specifici è possibile mantenerlo perfettamente pulito.

  • Usare l’apposito spazzolino ortodontico che permette di pulire facilmente gli attacchi dell’apparecchio e le gengive. Anche lo spazzolino elettrico può essere utilizzato, a patto che si proceda con le testine apposite per apparecchio.
  • Superfloss: questo filo interdentale è dotato di una porzione rigida che permette un inserimento tra dente e dente, iniziando dall’arcata superiore e passando poi a quella inferiore.
  • Pulire la lingua: la lingua è il luogo in cui si annidano più batteri ed è importante pulirla con strumenti appositi.

Alcuni accorgimenti: 

  • Non mangiare le unghie e non mordicchiare oggetti
  • Evita cibi molto duri che possono piegare i fili ortodontici
  • Evita cibi troppo dolci e zuccherati che causano carie

Se hai dei dubbi o delle domande i nostri igienisti possono consigliarti e mostrarti l’utilizzo corretto di tutti gli strumenti necessari alla pulizia dell’apparecchio.

Pulire l’apparecchio oltre a visitare regolarmente il dentista e il tuo igienista dentale, ti permetterà di vivere più serenamente il periodo della terapia ortodontica.

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Come lavare i denti e la lingua in modo corretto?

MEDICINA ONLINE LAVARSI I DENTI GENGIVE LINGUA LABBRA CORRETTAMENTE INCISIVI MOLARI PREMOLARI CANINI BAMBINI ADULTI DENTIFRICIO SPAZZOLARSI SPAZZOLINO MOVIMENTO COLLUTORIO FLUORO FILO INTERDENTALE BOCCA BAGNO TECNICA.jpgLavarsi i denti è una attività che tutti facciamo (o dovremmo fare!) ogni giorno, varie volte. E non solo per un fattore estetico o per evitare l’alito cattivo, ma soprattutto per conservare a lungo la salute dei nostri denti ed evitare dolorose sedute dal dentista. Sembrerebbe una attività facile da svolgere, ma in realtà quasi nessuno di noi la svolge in maniera del tutto corretta. Facciamo oggi un rapido ripasso.

IMPORTANTE PREMESSA: Alcuni dentisti raccomandano, per una pulizia accurata, di spazzolare i denti prima senza dentifricio e poi con esso. L’utilità della cosiddetta “spazzolatura a secco” sarebbe giustificata dal fatto che lo spazzolino, usato da solo, effettua una migliore pulizia meccanica, che andrà poi completata dal dentifricio, contenente detergenti specifici e altre sostanze utili per la salute dei denti. La raccomandazione di iniziare a lavarsi i denti senza dentifricio è valida soprattutto per i bambini (che devono imparare la corretta tecnica di spazzolamento). Per i neonati fino al primo anno di vita, invece, i genitori dovrebbero spazzolare i denti dei piccoli senza dentifricio (che non va quindi impiegato né prima né dopo); questo per evitare problemi di fluorosi derivanti dall’ingestione del prodotto.

  1. Inumidisci lievemente le setole dello spazzolino con acqua corrente.
  2. Premi una piccolissima quantità di dentifricio sulle setole. Applicarne troppo, infatti, potrebbe creare troppa schiuma, e saresti invogliato a sputarla e a finire prima del necessario. Aumenteresti inoltre il rischio di ingerire del dentifricio ricco di fluoro, che è dannoso per la salute.
  3. Appoggia le setole a 45° rispetto alla linea delle gengive.
  4. Spazzola delicatamente seguendo un movimento breve e verticale, o circolare.
  5. Non spazzolare con un movimento orizzontale, questo è un errore frequente.
  6. Pulisci tutti i denti spazzolandoli un po’ per volta, muovendoti delicatamente da una parte all’altra della bocca e concentrandoti per 12-15 secondi su ogni zona.
  7. Può essere utile suddividere la bocca nei seguenti quadranti: l’area in alto a sinistra, l’area in alto a destra, l’area in basso a sinistra e l’area in basso a destra. Se ti fermi per 30 secondi in ogni quadrante, la tua pulizia sarà efficace e abbastanza rapida.
  8. Spazzola i molari. Metti lo spazzolino in posizione perpendicolare rispetto alle labbra, affinché le setole si appoggino sulla cima dei molari inferiori. Muovilo dall’interno della bocca verso l’esterno e ripeti con gli altri molari inferiori. Quando ha finito, passa a quelli superiori.
  9. Spazzola le zone più interne. La testina dello spazzolino dovrebbe puntare in direzione della linea delle gengive, perché la pulizia risulti efficace. I dentisti dicono che le aree più trascurate corrispondono alla zona interna degli incisivi.
  10. Dopo avere pulito i denti, passa alla lingua spazzolandola delicatamente in varie direzioni. Se non hai uno spazzolino dotato di puliscilingua, usa le setole stesse, ma senza esercitare alcuna pressione, altrimenti danneggi il tessuto.
  11. Risciacqua la bocca: prendi un sorso d’acqua da un bicchiere o dalle mani sotto il rubinetto. Fai uno sciacquo e sputala. Alcuni ritengono che risciacquare la bocca riduca l’efficacia dell’azione del fluoro, tuttavia è importante farlo, specie per i bimbi, per evitare di ingerire il dentifricio. Alcuni studi hanno dimostrato che risciacquare la bocca dopo aver lavato i denti non influisce sull’efficacia del fluoro.
  12. Lava lo spazzolino. Lascialo sotto il getto d’acqua per qualche secondo e scuotilo per eliminare tutti i residui di dentifricio. Se non lo pulisci accuratamente, al lavaggio successivo ti ritroverai i vecchi batteri in bocca. Inoltre, lavandolo, elimini ogni residuo di dentifricio. Lascialo poi in un posto dove si possa asciugare facilmente e rapidamente: se rimane bagnato a lungo diventerà ricettacolo di batteri.
  13. Concludi la pulizia con filo interdentale (che puoi usare anche prima di lavarti i denti) e con un collutorio a base di fluoro (facoltativi). Introduci una piccola quantità di collutorio nel cavo orale, risciacqua la bocca e, dopo 30 secondi, sputalo. Cerca di non ingerirlo.

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POSIZIONAMENTO DELLO SPAZZOLINO SULLA SUPERFICIE ESTERNA DEI DENTI

Le setole dello spazzolino devono pulire i denti con movimenti che vanno dall’alto verso il basso per i denti dell’arcata superiore; i denti dell’arcata mandibolare devono essere invece spazzolati dal basso verso l’alto. Per fare ciò si sistema la punta delle setole contro il margine gengivale (si noterà una lievissima ischemia del tessuto gengivale che diviene biancastro) con un’angolazione di 45°esercitando una lieve pressione, appunto. Successivamente si ruota il polso verso la corona del dente per far cadere nel lavabo (verso cui si sta piegati) la maggior quantità possibile di placca,ad ogni passaggio.
Lo spazzolamento dev’essere deciso, ma non eccessivamente energico per evitare di lesionare le gengive. Si consiglia di iniziare lo spazzolamento a partire dagli incisivi, per spostarsi lentamente verso i molari, fino a spazzolare i denti del giudizio (quando presenti…).
Procedere secondo questa modalità in ognuna delle quattro semiarcate dentarie:arcata superiore lato destro, lato sinistro; arcata inferiore idem.
Attenzione: uno scorretto spazzolamento – in direzione orizzontale (da destra verso sinistra, e viceversa) o dal dente verso la gengiva – è un comportamento errato che di certo non rimuove efficacemente residui di cibo e placca batterica dai denti. Inoltre, utilizzando scorrettamente lo spazzolino, è possibile che si faciliti la retrazione gengivale (gengive retratte), aumentando così il rischio di sanguinamento gengivale e ipersensibilità dentinale.

POSIZIONAMENTO DELLO SPAZZOLINO SULLA SUPERFICIE INTERNA DEI DENTI

L’utilizzo corretto dello spazzolino prevede di pulire anche le superfici interne dei denti anteriori e posteriori attraverso un movimento rettilineo che va dall’interno verso l’esterno della bocca, e sempre dalla gengiva verso il dente.

POSIZIONAMENTO DELLO SPAZZOLINO SULLA SUPERFICIE MASTICATORIA DEI DENTI

Lo step successivo è quello di appoggiare le setole dello spazzolino direttamente sulla superficie masticatoria dei denti. Procedere muovendo lo spazzolino avanti e indietro.

POSIZIONAMENTO DELLO SPAZZOLINO SUL DORSO LINGUALE

Proprio come i denti, anche la lingua richiede un un’accurata spazzolatura. Particolarmente indicato a tale scopo è il cosiddetto puliscilingua, chiaramente più delicato del normale spazzolino. Ad ogni modo, anche chi non possiede questo singolare strumento può tranquillamente utilizzare lo spazzolino, preferibilmente a setole morbide, più delicate per la lingua. Il movimento di spazzolamento per pulire la lingua dovrebbe essere eseguito con movimenti circolari. Alcuni spazzolini sono persino dotati di appositi puliscilingua – in gomma, lattice od altri materiali ipoallergenici – dietro la testina dello spazzolino. Un’accurata igiene della lingua garantisce un alito più fresco e, soprattutto, allontana i batteri nascosti sulla sua superficie.

Lo spazzolino pulisce egregiamente le superfici dentali eccetto le superfici di contatto dei denti, chiamate superfici interprossimali. Fra un dente e l’altro bisogna utilizzare il filo interdentale.

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Come essere sicuri di aver spazzolato bene?

Innanzitutto è importante essere metodici: la ripetizione sequenziale sempre degli stessi passaggi, rende la tecnica più affidabile e controllata. E’ importante prendersi il tempo ed il luogo adatti: davanti allo specchio, scostando le guance in modo da vedere quello che si fa.
Un criterio di controllo molto semplice è quello temporale: difficilmente un tempo di spazzolamento inferiore a 3 minuti può essere sufficiente in una bocca dalla dentatura completa. A questo si aggiunge il tempo necessario al filo interdentale che è oltremodo variabile, ma tende drasticamente a ridursi con l’allenamento!
Un criterio più oggettivo è quello di usare le compresse rivelatrici di placca. Queste compresse devono essere utilizzate dopo essersi puliti i denti.Vengono masticate, ridotte ad un bolo colorato che si scioglie in bocca. Con la lingua si distribuisce il colore su tutti i denti. A questo punto bisogna sciacquarsi la bocca abbondantemente. Il colore rimarrà aderente solo alla placca dentale incollata ai denti ancora sporchi. Si procede quindi ad un’autoispezione delle zone con placca colorata che devono essere ripulite. A questo punto si è sicuri di avere ottenuto il 100% del risultato. Dopo alcune osservazioni con queste compresse rivelatrici di placca (in genere bastano 5 o 6 volte) si scoprirà che le zone non pulite sono sempre le stesse e coincidono con aree della superficie dentale che per una nostra manualità particolare abbiamo più difficoltà a pulire. Conoscendole, senza più usare le compresse,sapremo dove andare ad insistere con lo spazzolamento! E’ opportuno riverificare queste zone a rischio ogni 3-4 mesi.

Consigli per lavarsi i denti correttamente

  • Se non puoi lavare i denti dopo avere mangiato, risciacqua la bocca con l’acqua per rimuovere le particelle di cibo.
  • Se le gengive sanguinano con facilità, potresti soffrire di gengivite. In tal caso, rivolgiti a un dentista. La gengivite, infatti, non solo causa la caduta dei denti e l’alito cattivo, ma anche le infezioni alle valvole cardiache. Procurati anche uno spazzolino dalle setole morbide.
  • Non lavare i denti appena finisci di mangiare: aspetta almeno una mezzora.
  • Cerca di lavare i denti dopo avere bevuto caffè, tè e vino rosso. A lungo andare, infatti, queste bevande possono lasciare macchie permanenti sui denti.
    Spazzola più a lungo nelle zone problematiche o dove più facilmente tendi a soffrire di carie e placca.
  • Vai dal dentista ogni sei mesi/un anno per farti esaminare e sottoporti alla pulizia dei denti.
  • Ricorda di lavarli dopo la colazione e prima di andare a letto.
  • Lavati i dopo ogni pasto se possibile.
  • Non usare una quantità eccessiva di dentifricio.
  • Stai attento a non usare degli spazzolini aggressivi, perché potrebbero danneggiare le gengive e favorirne la retrazione.
  • Aspetta almeno 45 minuti dopo aver bevuto una bibita gassata o un succo di frutta, prima di spazzolarli. Queste bevande lasciano residui acidi sui denti e spazzolarli può danneggiare lo smalto.
  • Non spazzolare con troppa forza. Le gengive sono sensibilissime.
  • Non ingerire il dentifricio né il collutorio. Contengono degli agenti chimici che sono tossici se ingeriti, come l’ammoniaca e il cloruro di cetilpiridinio.
  • Se senti dolore mentre spazzoli, o noti spesso fuoriuscita di sangue dalle gengive, compra un dentifricio formulato per i denti sensibili e fatti controllare da un dentista.
  • Se ti annoi, lavati i denti mentre guardi la TV o mentre senti una canzone. Se li lavi per l’intera durata di una canzone (3 minuti circa) sarai certo di aver fatto un lavoro accurato. Attenzione però, perché se ti distrai troppo potresti lavarti male i denti.

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Dolcificanti artificiali: fanno male alla salute e alzano il rischio di obesità

MEDICINA ONLINE ZUCCHERO BAR ASPERTAME DOLCIFICANTE DOLCE ZUCCHERI CARBOIDRATI CALORIE LIGHT RICETTA ZOLLETTE CUCCHIAINO CAFFE BAR THE COCA COLA DIETA DIMAGRIRE INGRASSARE ZUCCHERATO DIETOR STEVIASe lo zucchero è considerato uno dei principali killer dei nostri tempi, insieme al fumo e alla sedentarietà, i prodotti pensati per sostituirlo non godono certo di una buona fama. I ricercatori dell’Università di Manitoba a Winnipeg, in Canada, hanno condotto una revisione sistematica di 37 studi sui dolcificanti che hanno coinvolto complessivamente 400 mila persone per una media di 10 anni. Non tutti i lavori presi in considerazione erano svolti in base ai medesimi criteri, e solo 7 di loro erano studi controllati randomizzati, lo standard dell’eccellenza nella ricerca clinica.

Scoperte spiacevoli

Non solo gli studi analizzati non hanno mostrato una significativa perdita di peso in coloro che utilizzavano dolcificanti artificiali in sostituzione dello zucchero, ma anzi gli studi di più lunga durata hanno evidenziato un collegamento tra questi e un rischio relativamente più alto di aumento di peso e obesità. E non solo: aumentava anche il rischio di pressione altadiabetemalattie cardiache e altri disturbi. Sembrerebbe perciò che il consumo dei sostituti dello zucchero porti alla lunga agli stessi identici problemi per i quali lo zucchero è finito giustamente sul banco degli imputati. Ciò che stupisce gli autori è prima di tutto la scarsità di studi clinicisu questi prodotti che pure sono consumati quotidianamente da milioni di persone. “Abbiamo scoperto che i dati degli studi clinici non confermano in maniera chiara i benefici che ci si attendono dai dolcificanti per quel che riguarda la gestione del peso”, riassume con un eufemismo la questione Ryan Zarychanski, tra gli autori del lavoro.

Dalla mamma al feto

Intanto Meghan Azad, autrice principale dello studio, invita alla cautela in attesa di capire quali siano davvero gli effetti a lungo termine del consumo di questi prodotti. Certo c’è poco da stare allegri dal momento che un’altra ricerca condotta da lei e dal suo team del Children’s Hospital Research Institute di Manitoba e pubblicata nel 2016 aveva già appurato che il consumo bevande dolcificate artificialmente da parte delle donne in gravidanza è legato a un indice di massa corporea più elevato nei bambini. Ora, grazie all’arrivo di altri fondi, Azad potrà intraprendere una nuova ricerca per capire quali siano le ragioni biologiche di questa associazione, analizzando il possibile ruolo del microbioma intestinale. “Dato l’uso diffuso e crescente di dolcificanti artificiali e l’attuale epidemia di obesità e malattie correlate, sono necessari ulteriori studi per determinare i rischi e i benefici a lungo termine di questi prodotti”, ha dichiarato Azad.

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Lo staff di Medicina OnLine

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