Ti piace scrocchiare le dita? Ecco cosa succede alle tue ossa e i danni che rischi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SCROCCHIARE DITA COSA SUCCEDE OSSA  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgUna squadra di ricercatori dell’Università dell’Alberta (Canada) ha svelato il segreto delle dita che “scrocchiano”, un mistero che durava da 77 anni. All’origine del tipico”croc” ci sono delle bolle che si formano all’interno delle nocche. C’è infatti una cavità tra la giuntura della nocca e l’articolazione formata da muscoli e tendini, nella quale ristagna il liquido sinoviale che ricopre e lubrifica l’articolazione e dove si vengono a formare delle bolle di idrogeno e ossigeno. Quando ci scrocchiamo le dita attiviamo la formazione delle bolle e si produce il caratteristico rumore.

Salute delle articolazioni
Lo studio è stato pubblicato su Plos One e potete trovarlo a questo link. Per arrivare alla loro conclusione, i ricercatori hanno `fotografato´ con una risonanza magnetica l’intero fenomeno grazie a un tiraggio artificiale del dito posto all’interno della macchina. «La capacità di far scrocchiare le nocche potrebbe essere correlata alla salute delle articolazioni», sottolinea Greg Kawchuk, autore principale dello studio e docente della Facoltà di Medicina riabilitativa. Secondo lo scienziato, questa ricerca potrebbe avere implicazioni per altri studi sulle articolazioni del corpo tra cui la colonna vertebrale e aiutare a spiegare perché le articolazioni diventano, ad esempio, artritiche. «Può darsi – conclude Kawchuk – che potremo utilizzare questa nuova scoperta per analizzare quando iniziano i problemi articolari molto prima della comparsa dei sintomi. Questo darebbe ai pazienti e ai medici la possibilità di affrontare in anticipo problemi molto gravi».

Scrocchiare le dita fa male alle articolazioni?
L’abitudine di far crocchiare le dita può portare a dei problemi di artrite? Gli studi a riguardo non sono molti, per la verità. Nel 1990 su Annals of Rheumatic Diseases è comparso uno studio che spiegava come, più che l’osteoartrite, scrocchiare le dita può provocare cronicamente rigonfiamento delle mani e una lieve diminuzione generale della forza nella presa manuale. Ma a parte questi – non indifferenti – effetti collaterali, scrocchiare le dita non produrrebbe danni “gravissimi” alle articolazioni delle mani.

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Come si chiamano le dita dei piedi?

MEDICINA ONLINE NOME DITA PIEDI COME SI CHIAMANO ALLUCE MELLUCE TRILLICE PONDOLO MINOLO PIEDE DITO POLLICETutti conoscono i nomi delle dita della mano: pollice, indice, medio, anulare e mignolo. Ma non tutti conoscono i nomi delle dita dei piedi. Scopriamolo oggi!

A differenza delle dita della mano, secondo i libri di anatomia, le dita dei piedi non hanno – a parte l’alluce – un nome specifico.
In medicina, partendo dall’alluce (anche chiamato “primo dito del piede”) possiamo trovare il “secondo dito del piede”, poi il “terzo dito del piede”, il “quarto dito del piede” ed il “quinto dito del piede”.

Pur non essendo riconosciuti dalla medicina “ufficiale”, alcune tradizioni che si rifanno alla riflessologia plantare sono solite attribuire dei nomi specifici alle dita dei piedi: eccone la nomenclatura.

1) Alluce: come abbiamo visto è chiamato anche primo dito del piede. È il dito più grande dei cinque, e corrisponde al pollice della mano.

2) Illice: chiamato anche “melluce” o “secondo dito”, è il dito che segue l`alluce guardando le dita dei piedi dall`interno verso l`esterno. Corrisponde all’indice della mano. Ha la particolarità che in alcuni soggetti è più corto rispetto all’alluce, in altri è più lungo ed in altri la lunghezza tra alluce e illice è la stessa.

3) Trillice: o “terzo dito” del piede, è quello che, andando dall`interno verso l`esterno, segue l`illice. Corrisponde al dito medio della mano.

4) Pondolo: noto anche col nome di “pondulo” o di “quarto dito”, è quello che segue il trillice. Corrisponde all`anulare della mano.

5) Minolo: conosciuto anche come “mellino” o “quinto dito”, è l`ultimo dito, quello più esterno, il più piccolo. Corrisponde al dito mignolo della mano.

I migliori prodotti per la cura delle unghie

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere di mani e piedi, in grado di migliorare forza, salute e bellezza delle tue unghie e della tua pelle:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Rimuovi definitivamente le macchie cutanee in modo veloce e sicuro con la Luce Pulsata Medicale

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Grazie alla tecnica chiamata Luce Pulsata Medicale (simile ad un laser da cui però differisce per alcune caratteristiche tecniche) il medico può ridurre un inestetismo molto odiato: le macchie cutanee su viso e corpo. Macchie senili e lentigo solari appaiono tipicamente sulla pelle nel corso degli anni, specie nei soggetti che hanno preso molto sole, e tendono a diventare permanenti, rappresentando uno dei problemi estetici più sentiti dai miei pazienti. Dall’esperienza accumulata negli anni, posso asserire che le zone più colpite sono senza dubbio le mani, il viso, le spalle e il decolleté; le macchie solitamente sono di forma tondeggiante, di dimensione variabile da pochi millimetri ad oltre un centimetro, appaiono caffè-latte o marroncine più o meno intensamente scure ed aumentano per effetto delle ripetute esposizioni solari, o dei trattamenti abbronzanti. La Luce Pulsata Medicale può rimuovere tali macchie senza chirurgia e senza dolore, in sicurezza ed in una o due sedute!

Come prepararsi al trattamento con Luce Pulsata Medicale?
È necessario non esporsi al sole ed ai raggi UV nei dieci giorni che precedono il trattamento, non assumere farmaci fotosensibilizzanti (fluorchinolonici, tetracicline, eccetera) nei sette giorni precedenti né aspirina nelle 36 ore precedenti al trattamento.

Come si svolgono le sedute con Luce Pulsata Medicale?
Dopo la visita generale, il trattamento vero e proprio inizia ed il paziente viene fatto sedere o stendere sul lettino in una posizione adeguata per poter avere un agevole accesso alla zona da trattare. I nei della zona da trattare vengono distinti dalle macchie e coperti da una speciale matita dermografica bianca che li proteggerà durante il trattamento. Il paziente indossa un particolare occhiale che proteggerà i suoi occhi dalla forte luce sprigionata dal manipolo durante il trattamento. Subito dopo si applica un apposito gel conduttore sulla zona interessata. Tramite un apposito manipolo si passa poi all’invio degli impulsi di luce, che ad intervalli regolari colpiscono i “bersagli”. Durante il trattamento si può avvertire un piccolo dolore in genere riferito come modesto, ma che dipende anche dalla sede della depilazione e dalla soglia del dolore personale. E’ un dolore che dura meno di un secondo. Al termine del trattamento si rimuove il gel dalla parte trattata e si applica una crema lenitiva ed idratante.

Cosa fare dopo il trattamento?
Il paziente avvertirà rossore ed un lieve fastidio nella zona trattata: ciò scomparirà nell’arco di un tempo variabile tra un’ora e 12 ore. Il paziente dovrà evitare di esporre la zona trattata al sole e di usare cosmetici esfolianti aggressivi sulla cute trattata, questo per almeno quattro giorni dal trattamento. Sarà anche importante usare un adeguato idratante almeno tre/quattro giorni.
I filtri solari sono indispensabili prima di esporre la zona trattata ai raggi solari per evitare iperpigmentazioni. Sarà possibile sia lavarsi che truccarsi, anche l’attività fisica sarà possibile. Dopo la scomparsa delle macchie sarà necessario applicare creme ad elevata protezione solare soprattutto nelle aree fotoesposte come il viso o le mani.

Cosa succede alla macchia al  termine della seduta di Luce Pulsata Medicale?
Al termine della seduta di Luce Pulsata Medicale le macchie della zona trattata cominceranno tipicamente a scurirsi. Le macchie appariranno ogni giorno più scure fino a diventare marroni scure, arrivando a sembrare delle piccole crosticine. In realtà non ci saranno crosticine sulla pelle, ma solo macchie scurite del colore delle crosticine.
Come già detto, è opportuno utilizzare creme idratanti sulle zone trattate sin da subito dopo il trattamento e nei tre o quattro giorni successivi. Dopo circa 10-15 giorni avverrà un’esfoliazione della pelle e così le macchie trattate con la luce pulsata spariranno. A volte è necessario ripetere il trattamento per ottenere un risultato più completo, ma non prima di 30 giorni. Generalmente due sedute di luce pulsata sono più che sufficienti per eliminare le macchie cutanee in una data zona.

Raffreddamento della zona trattata
Durante il trattamento la pelle si surriscalda, per questo motivo la superficie del manipolo del mio macchinario è opportunamente raffreddata al fine di dissipare il calore provocato dal fascio di luce e quindi di eliminare ogni danno all’epidermide ed allo stesso tempo ridurre ulteriormente un eventuale dolore o fastidio al paziente.
Ciò consente di utilizzare il massimo della potenza, così da distruggere completamente i peli senza nuocere ai tessuti circostanti e senza troppo fastidio per il paziente. I macchinari meno recenti usano un sistema di raffreddamento ad aria, quelli più moderni hanno un più efficiente sistema di raffreddamento ad acqua: con tale metodica il dolore percepito durante il trattamento è estremamente più basso. Lo strumento che uso nel mio studio ha un potente raffreddamento ad acqua.

Come funziona tecnicamente la Luce Pulsata Medicale?
La Luce Pulsata Medicale funziona come un flash che grazie alla sua intensità riattiva meccanismi biocellulari. La luce pulsata ad alta intensità (dall’inglese Intense Pulsed Light “IPL”) funziona sfruttando l’energia luminosa per colpire cellule  di un determinato colore (cromofori) presenti nella pelle. Il trattamento per la rimozione delle macchie si basa in particolare sull’assorbimento selettivo da parte dei componenti della macchia. L’energia assorbita, si trasforma in calore che viene trasferito alla macchia cutanea e ne determina la demolizione.

E-Light: Luce Pulsata e Radiofrequenza
L’apparecchio che uso nel mio studio è di tipo E-Light, l’ultimo ritrovato nel campo della medicina estetica. E-Light è una moderna tecnologia che associa la Luce Pulsata alla Radiofrequenza, con doppio effetto: la Luce Pulsata rimuove la macchia e la Radiofrequenza rimuove le rughe e ringiovanisce la cute della zona trattata.

Laser e Luce Pulsata Medicale
La Luce Pulsata Medicale differisce dai laser ti tipo classico perché offre la possibilità di calibrare l’intensità degli impulsi luminosi e regolarli su molte lunghezze d’onda (o colori), per colpire cromofori specifici, ampliando così la gamma delle possibili applicazioni. L’emissione di luce non è continua ma a brevissimi impulsi, per impedire il surriscaldamento e i possibili danni ai tessuti, ulteriormente protetti dal sistema di raffreddamento della cute che è integrato nel manipolo dell’apparecchiatura IPL. Queste prerogative rendono il trattamento efficacesicuro e indolore, adatto per trattare aree molto ampie con rapidità.

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Sono il candidato adatto al trattamento?
Il candidato adatto a questo trattamento ha una o più macchie color caffè-latte visibili sulle gambe, sulle braccia, sul viso o su altre parti del corpo. Il candidato migliore ha pelle chiara, non è abbronzato, né ha lentiggini nella zona da trattare. La presenza di nei non è un problema perché possono essere agevolmente coperti con una particolare matita bianca che ne evita il danneggiamento.

Controindicazioni al trattamento con Luce Pulsata Medicale
Pazienti affetti da cardiopatie gravi, donne in gravidanza/allattamento, febbre alta, patologia neoplastica in atto, infezioni della cute nella zona da trattare. Tutte le controindicazioni verranno escluse durante la visita medica generale che si effettua precedentemente al primo trattamento.

La Luce Pulsata Medicale è realmente efficace nel rimuovere le macchie?
La riduzione delle macchie sarà visibile già dopo pochi giorni dalla prima seduta. In alcuni casi può essere necessaria una seconda seduta, che si effettua dopo almeno 30 giorni dalla prima seduta.

Quante sedute sono necessarie per rimuovere i capillari e quanto dura il trattamento?
Il primo trattamento è preceduto da una visita medica completa con attenta valutazione della situazione di partenza, quindi possono durare circa 40 minuti. Le sedute successive durano circa 30 minuti. In alcuni casi basta una sola seduta per rimuovere la macchia, in altri casi servono due sedute. Ovviamente tempo della seduta e durata del ciclo di trattamento dipendono molto dal tipo di inestetismo, dalla gravità, dall’estensione e dalla variabilità individuale.

Luce Pulsata fatta dal medico o dall’estetista? Quali sono le differenze?
Il trattamento di rimozione macchie con Luce Pulsata fatta dal medico e fatta dall’estetista non sono la stessa cosa, anche se il nome usato per descrivere questo trattamento è lo stesso, le differenze tecniche sono molto importanti e determinano la buona riuscita della metodica e una buona sicurezza del paziente.
Il decreto del 12-5-2011 firmato dal ministro della Salute dott. F. Fazio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°163 del 15-7-2011, stabilisce che il personale non medico impiegato nel settore estetico (estetista), NON è autorizzato ad utilizzare dispositivi per depilazione ad impulsi luminosi (Luce Pulsata) qualora la fluenza (per capirci: la “potenza”) dei suddetti dispositivi risulti superiore a 26 joule/cm2 con sistema di raffreddamento cutaneo integrato o di 13 joule/cm2 se sprovvisto di raffreddamento.
La legge stabilisce quindi da molti anni che solo i medici possono utilizzare dispositivi a Luce Pulsata ad elevata potenza e pertanto ad elevate prestazioni, per le procedure di depilazione definitiva.
Le estetiste che usino strumenti con potenza superiore a 26 joule/cm2 hanno in mano – senza averne le competenze – uno strumento capace di determinare danni permanenti alla vostra salute ed alla vostra bellezza. Ancora più importante: compiono un reato grave (esercizio abusivo della professione medica).
Le estetiste che usano strumenti con potenza inferiore a 26 joule/cmhanno in mano uno strumento che è si legale, ma è anche estremamente meno potente rispetto a quello che possono per legge usare solo i medici. In definitiva il medico è autorizzato ad usare uno strumento molto più efficiente rispetto a quello che per legge possono usare le estetiste, con differenze – nel risultato finale – estremamente evidenti.
La differenza riguarda anche un altro fatto che i pazienti tendono spesso a sottovalutare: l’estetista non effettua una visita medica generale, non analizza i farmaci che assume il soggetto, non può escludere importanti patologie che controindicano il trattamento, non può agevolmente distinguere le macchie cutanee trattabili da quelle non trattabili come i nei. Il medico invece effettua una accurata anamnesi ed un preciso esame obiettivo prima di iniziare il trattamento, importantissimi per la sicurezza della salute del paziente.

Consigli per evitare il riformarsi delle macchie cutanee

Per evitare il riformarsi della macchie, è importante:

  • evitare i raggi solari e le lampade abbronzanti;
  • idratare la pelle
  • usare creme che proteggono dall’azione nociva del sole.

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Fenomeno di Raynaud: cause, sintomi e trattamento

MEDICINA ONLINE Raynaud's Syndrome SINDROME FENOMENO DI RAYNAUD MANI DITA GELONI FREDDO MALATTIA AUTOIMMUNITARIA ARTRITE  OSSA ARTICOLAZIONE PELLE CIANOTICA.jpgIl fenomeno di Raynaud (in inglese Raynaud’s phenomenon) è caratterizzato da uno spasmo eccessivo dei vasi sanguigni della periferia che provoca una riduzione del flusso di sangue alle regioni coinvolte. La reazione può essere innescata dal freddo e/o dallo stress emotivo (emozioni intense, spavento) e/o dal rapido passaggio da ambienti caldi a freddi o da altri fattori, alcuni dei quali ancora non del tutto chiari. La riduzione del flusso sanguigno determina da insensibilità alle mani seguita da cianosi, pallore, dolore, formicolio e bruciore. Nella metà dei casi il fenomeno può essere secondario ad altre patologie; nel caso sia idiopatico (cioè non si conosca il motivo che lo ha determinato) prende il nome di sindrome di Raynaud (in inglese Raynaud syndrome), e talvolta è soprannominato ipersensibilità o “allergia” al freddo. Il fenomeno di Raynaud si manifesta soprattutto nelle dita delle mani e dei piedi, ma può coinvolgere anche altre zone del corpo, come la punta del naso, i lobi delle orecchie e la lingua.

Eponimo

Il fenomeno di Raynaud deve il suo nome al medico francese Maurice Raynaud (1834-1881).

Cause e fattori di rischio

A volte si associa dolore. Il fenomeno di Raynaud è denominato:

  • primario o primitivo: il fenomeno si presenta da solo, senza una malattia a monte che lo determini;
  • secondario: il fenomeno è il segno di una patologia;
  • idiopatico: se non si conosce la causa a monte che lo ha determinato.

Il fenomeno di Raynaud primario è più frequente della forma secondaria. Il primario in genere esordisce sotto i 25 anni di età e colpisce soprattutto le donne che riportano una intolleranza al freddo che risale all’infanzia. I pazienti con Raynaud secondario presentano invece spesso i sintomi di una condizione associata (tipicamente artrite, lupus, sclerodermia…), come dolori alle articolazioni, eruzioni cutanee e debolezza.

Leggi anche: Fattore reumatoide alto o basso? Valori normali e Reuma test

Fenomeno di Raynaud primitivo o idiopatico

Il fenomeno di Raynaud è considerato primitivo o idiopatico se si manifesta da solo e non si associa ad altre malattie. In questa forma tende a manifestarsi spesso nelle giovani donne e in particolare durante l’adolescenza e nei primi anni dell’età adulta. Si ritiene che il Raynaud idiopatico sia almeno in parte ereditario, sebbene non siano stati ancora identificati geni specifici. Il fumo di sigaretta è un fattore in grado di aumentare la frequenza e l’intensità degli attacchi; secondo alcuni autori sembra giocare un ruolo anche una componente ormonale. Caffeina, estrogeni e beta-bloccanti non selettivi sono spesso elencati come fattori aggravanti, ma le evidenze che dovrebbero essere evitati non appaiono solide. Il freddo, lo stress psico-fisico e le emozioni intense aumentano il rischio che si verifichi il fenomeno.

Fenomeno di Raynaud secondario

Il fenomeno di Raynaud, o Raynaud secondario, si associa a un’ampia varietà di altre condizioni e malattie:

  • Malattie del tessuto connettivo
    • Sclerodermia
    • Lupus eritematoso sistemico
    • Artrite reumatoide
    • Sindrome di Sjögren
    • Dermatomiosite
    • Polimiosite
    • Sindrome cronica da agglutinine a frigore
    • Sindrome di Ehlers-Danlos
  • Farmaci
    • Betabloccanti
    • Farmaci citotossici – in particolare chemioterapici e specialmente bleomicina
    • Ciclosporina
    • Bromocriptina
    • Ergotamina
    • Sulfasalazina
    • Farmaci stimolanti il sistema nervoso centrale, come ad esempio amfetamine e metilfenidato
    • Farmaci da banco, ad esempio pseudoefedrina
  • Occupazionali
    • Esposizione prolungata delle mani a composti chimici o plastici, esempio cloruro di vinile, mercurio o PVC
  • Manifestazione paraneoplastica

Altre cause e fattori di rischio:

  • arteriopatia;
  • disturbi nervosi;
  • arto colpito da un ictus;
  • sclerosi multipla;
  • poliomielite;
  • uso professionale di strumenti vibranti, come martelli pneumatici, decespugliatori o motoseghe;
  • sindrome del tunnel carpale;
  • sindrome dello stretto toracico superiore;
  • patologia tiroidea;
  • fumo;
  • freddo;
  • lesioni a mani o piedi (fratture, interventi chirurgici o congelamento).

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Sintomi e segni

Il fenomeno di Raynaud si verifica soprattutto in quei distretti a maggior dispersione calorica e minore richiesta metabolica (più sacrificabili) cioè le dita (soprattutto quelle delle mani). In alcuni casi si associa fastidio o dolore della parte interessata. È caratterizzato da tre fasi che in tutto possono durare da meno di un minuto a diverse ore.:

  • Fase ischemica (o “del pallore”): l’afflusso di sangue si riduce e la zona diventa pallida, fredda, insensibile e a volte dolorante;
  • Fase della stasi venosa (o “della cianosi”): l’area colpita inizia a diventare bluastra e si può avvertire formicolio e fastidio;
  • Fase dell’iperemia reattiva (o “dell’arrossamento”): il sangue torna ad irrorare la zona copiosamente e la zona appare rossastra ed è calda. Si possono verificare formicolio, intorpidimento e dolore. Il normale flusso in genere si ripristina in un quarto d’ora.

Nella maggior parte dei casi, il fenomeno può interferire con le attività quotidiane dei pazienti (specie quelle che richiedono l’uso delle mani o dei piedi), ma non causa alcun danno a lungo termine per le estremità.

Leggi anche: Malattie reumatiche: cosa sono, come si curano, sono pericolose?

Diagnosi

La diagnosi è essenzialmente clinica: l’esame obiettivo permette di inquadrare il fenomeno, spesso senza necessità di ricorrere a test di stimolazione al freddo. La videocapillaroscopia è l’esame di prima scelta per distinguere il fenomeno di Raynaud idiopatico da quello secondario a malattie dello scleroderma spectrum (sclerodermia, polidermatomiosite, connettivite mista). La videocapillaroscopia in questi pazienti presenta alterazioni tipiche: anse capillari ridotte in numero, zone avascolari, anse capillari giganti dette megacapillari, microemorragie. Il test di stimolazione al freddo prevede l’immersione della mano del paziente in acqua ghiacciata, per provocare un episodio. Si può anche praticare una manovra compressiva effettuata dal paziente spingendo i palmi l’uno contro l’altro con le mani giunte a preghiera (segni evocabili in maniera più sfumata rispetto al test di stimolazione al freddo).

Leggi anche: Proteggere la pelle di viso, mani e corpo dal freddo: rimedi e consigli

Complicanze

Le complicanze sono rare. Si possono verificare:

  • ulcere della pelle;
  • cicatrici;
  • cancrena;
  • dita sottili e affusolate, con la pelle liscia e lucida;
  • unghie fragili e che crescono lentamente.

Terapia

Nei pazienti che soffrono di fenomeno di Raynaud è importante evitare l’esposizione al freddo, utilizzando guanti e calze pesanti in modo da mantenere calde le estremità. Dal punto di vista farmacologico, nelle persone refrattarie al trattamento conservativo, molto efficaci sono i calcio antagonisti, che riducono il numero e la durata degli episodi di vasospasmo inducendo vasodilatazione delle arteriole periferiche. Nei casi più gravi si può ricorrere alla simpatectomia (simpatectomia toracica endoscopica), una controversa procedura chirurgica.

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Perché ho sempre le mani ed i piedi freddi? Cosa fare e cosa NON fare per scaldarli

MEDICINA ONLINE FREDDO MANI MANO INVERNO AUTONNO TEMPERATURA GELONI FASTIDIO PIEDI GHIACCIO FREDDISSIMO ESTREMITA CAPILLARI UNGHIE DOLORE SINOSITE RAFFREDDORE FEBBRE INFLUENZA TERMOGRAFIA.jpgMolti pazienti lamentano, specie nei mesi invernali, la fastidiosa sensazione di avere sempre mani e piedi freddi. I soggetti non solo vengono da me per cercare un rimedio a tale fastidio, ma anche perché hanno il timore che esso possa essere la spia di qualche malattia. In effetti tale condizione è assolutamente normale quando la cute delle estremità degli arti è esposta a temperature molto basse, tuttavia, in alcuni casi, avere mani e piedi freddi può essere effettivamente sintomo di una patologia. Cerchiamo oggi di fare un po’ di chiarezza e di tranquillizzare tanti pazienti! Partiamo come al solito da una domanda…

Perché il freddo raffredda mani e piedi?

Il quesito – apparentemente banale – nasconde uno dei mille trucchi che la meravigliosa fisiologia del nostro corpo mette in atto per farci mantenere in vita. Quando la temperatura dell’ambiente si abbassa di molto, le arterie più piccole – che scorrono vicino alla superficie cutanea – si restringono per limitare la dispersione di calore (si parla in questi casi di vasocostrizione o vasospasmo). Tale meccanismo di difesa, oltre a rendere fredde le estremità corporee, ne accentua anche il pallore in maniera anche a volte piuttosto intensa, come tutti noi abbiamo sperimentato almeno una volta nella nostra vita. Ciò serve all’organismo per conservare il calore del corpo nei luoghi corporei dove è più importante mantenerlo, cioè negli organi interni, come ad esempio l’apparato digerente subito dopo un pasto. Proprio come dice il detto “mani fredde, cuore caldo”, il calore è quindi privilegiato nelle zone centrali – vitali – e ciò avviene sacrificando le estremità del corpo, appunto mani e piedi. Senza questa difesa, anche un freddo non così rigido, potrebbe creare sei seri problemi alla nostra salute, anzi alla nostra stessa vita.

Leggi anche: Avete sempre freddo? Ecco la dieta che vi riscalda!

Mani e piedi freddi nello sport

Quello che ho appena detto vale ancora di più quando il nostro fisico è impegnato in una attività sportiva. Quando si pratica sport durante i mesi invernali, specialmente la corsa o il ciclismo (cioè sport praticati all’aria aperta e dove il movimento stesso dell’atleta crea un flusso d’aria fredda continuo), la sensazione di freddo alle mani e piedi può diventare particolarmente molesta. Anche in questo caso la colpa del freddo avvertito a mani e piedi, è causato dalla fisiologia del nostro corpo: il sangue viene spostato dalla periferia alle masse muscolari impegnate nello sforzo. Non trovate che la fisiologia sia un vero e proprio esempio di efficienza?

Leggi anche: Proteggere la pelle di viso, mani e corpo dal freddo: rimedi e consigli

Altre cause non patologiche

Uno stile di vita non salutare può determinare la sensazione cronica di freddo alle estremità. Cattiva alimentazione, ma soprattutto sedentarietà, ed ancor di più il fumo di sigaretta, possono essere alla base di questo disturbo. L’ansia cronica, la cattiva digestione e le allergie/intolleranze alimentari sembrano essere correlate al peggioramento del sintomo.

Mani e piedi freddi: da quali patologie sono causati?

In alcuni casi, però, avere mani e piedi freddi può essere l’espressione di determinate patologie che diminuiscono eccessivamente il flusso di sangue a queste regioni corporee. Senza entrare troppo nel dettaglio, tale sintomo può essere causato da crioglobulinemia, infezione da candida, alterazioni degli estrogeni, cervicale, anemia ed una gran quantità di patologie legate ad alterazione del circolo sanguigno.

Sindrome di Raynaud

A proposito di mani/piedi freddi non si può evitare di parlare della Sindrome di Raynaud. Quando vengono esposte alle basse temperature, le estremità di una persona colpita dalla Sindrome di Raynud appaiono fredde, bluastre, indolenzite e intorpidite, talvolta tremanti. Questo morbo colpisce soprattutto le donne di età compresa tra i 20 ed i 40 anni. Per approfondire: Fenomeno di Raynaud: cause, sintomi e trattamento

Sindrome del tunnel cubitale

In caso di Sindrome del tunnel cubitale (compressione del nervo ulnare a livello del gomito), i pazienti lamentano comunemente intorpidimento, difficoltà a mantenere a lungo la posizione di flessione del gomito, ed appunto una sensazione di freddo sul lato ulnare (interno) della mano.

Leggi anche: La dieta anti-freddo per rafforzare il tuo sistema immunitario: mai più raffreddore!

Mani e piedi freddi: il ruolo della tiroide

Mani e piedi freddi possono essere anche espressione di un ridotto funzionamento della tiroide (ipotiroidismo); si accompagnano in tal caso ad un’aumenta sofferenza alle basse temperature, pallore, debolezza cronica, aumento di peso ed altri sintomi caratteristici. Patologie della tiroide possono causare una forte intolleranza a temperature eccessive (sia nel lato più caldo del termometro, che in quello più freddo). Per approfondire: Ipotiroidismo: sintomi, diagnosi, cura farmacologica e consigli dietetici

Ateropatia periferica

La sensazione di freddo ai piedi è tipica dell’ateropatia periferica, una condizione in cui il lume delle arterie si presenta notevolmente ristretto per la presenza di placche adipose (vedi aterosclerosi). In tal caso mani e piedi freddi sono spesso associati a disfunzione erettile e zoppia intermittente.

I farmaci che causano freddo a mani e piedi

Anche alcuni farmaci possono provocare, o peggiorare una condizione preesistente di freddo a mani e piedi. La sensazione di freddo alle estremità corporee è comune soprattutto tra i pazienti in terapia con farmaci beta-bloccanti, farmaci che sono utilizzati principalmente come antiaritmici, antipertensivi e antianginosi.

Leggi anche: Laringite, asma, sinusite, raffreddore: riduci i sintomi con i suffumigi

Mani e piedi freddi: cosa evitare

Alcuni consigli rapidi per chi soffre di mani e piedi freddi: evitare il fumo ed il caffè, non manipolare oggetti gelidi a mani nude, quando ci si trova in ambienti freddi muovere di tanto in tanto le dita delle mani e dei piedi per riattivare la circolazione, evitare di indossare calzini troppo stretti e proteggersi con appositi indumenti. Quando si lavano i piatti, e per risparmiare si usa l’acqua fredda, mai dimenticare di indossare dei guanti adatti.

Mani e piedi freddi: cosa fare per scaldarli

Vasodilatatori naturali sono l’alcool, i rimedi erboristici a base di foglie di ginko biloba ed il peperoncino piccante. Se la condizione è cronica, o notate un rapido peggioramento del sintomo, il mio consiglio è di evitare i rimedi fai da te e farsi controllare da un medico. Buon caldo a mani e piedi a tutti!

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Coronavirus: lavarsi bene le mani non è facile come sembra, ecco i trucchi per farlo bene

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO MANI MASSAGGIO BRACCIA DITA POLSO BAGNO LAVANDINO ACQUA LAVARSI LAVAGGIO SAPONE (3)Lavarsi le mani, dalle scoperte del grande medico Ignác Fülöp Semmelweis in poi, è diventato un fatto importantissimo, soprattutto in momenti come questi in cui la paura del contagio da COVID-19 è molto alta. Tenere pulite le mani è la regola più semplice ed efficace per proteggere la propria e l’altrui salute, eppure quasi nessuno lo fa bene. Invece dovremmo imparare tutti a farlo nella maniera adeguata visto che i germi sono ovunque e si spostano facilmente da un punto all’altro utilizzando l’acqua, gli oggetti, gli esseri viventi e le particelle di polvere come navicelle di trasporto. Quando trovano un ambiente ideale o comunque protetto, vi si annidano e, se le condizioni ambientali lo consentono, proliferano moltiplicandosi ad un ritmo impressionante.

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Quando si dovrebbero lavare le mani?

Prima di…

  • Maneggiare o consumare alimenti;
  • Medicare o toccare una propria od un’altrui ferita;
  • Applicare o rimuovere le lenti a contatto.

Dopo aver…

  • Soggiornato alla toilette o aver toccato l’area ano-genitale;
  • Maneggiato cibo crudo, in modo particolare le carni (pollo, maiale, hamburger) od il pesce;
  • Cambiato un pannolino;
  • Soffiato il naso, tossito o starnutito;
  • Aver accarezzato un animale domestico, soprattutto rettili e animali esotici;
  • Aver maneggiato rifiuti;
  • Essersi allenati in palestra;
  • Dopo aver soggiornato in luoghi molto affollati, come le sale da aspetto di ferrovie ed aeroporti;
  • Essere stati a stretto contatto con persone ammalate, ad esempio al ritorno dall’ospedale;
  • Essere stati in contatto con persone infettate da un patogeno trasmissibile, come virus, batteri e funghi.

Come lavarsi le mani?

Quando si parla di igiene personale, non è importante rispettare solo le indicazioni sul momento opportuno per lavarsi le mani, ma anche quelle inerenti la corretta tecnica di lavaggio e detersione. Un risciacquo veloce, infatti, non è sufficiente per eliminare il problema. Vediamo allora alcuni semplici consigli per lavarsi le mani nel modo più idoneo.

  1. Utilizzare sapone (preferibilmente antibatterico) ed acqua corrente, preferibilmente calda ma non troppo;
  2. Lavare accuratamente tutte le superfici;
  3. Sfregare le mani tra di loro incrociando le dita;
  4. Risciacquare abbondantemente;
  5. Asciugare le mani con l’apposita carta usa e getta;
  6. Se il lavandino è dotato di vecchi rubinetti, questi andrebbero chiusi con le mani protette dalla carta usa e getta;
  7. Applicare una crema idratante per prevenire le irritazioni dopo l’utilizzo di detergenti aggressivi.

E’ importante inoltre:

  • non abusare di gel idroalcolici, ma usare acqua e sapone;
  • evitare di lavarsi le mani con acqua troppo calda;
  • evitare di mangiarsi le unghie e le pellicine;
  • usare creme idratanti specifici per le mani.

Coronavirus

Per limitare l’infezione da coronavirus, serve un sapone antibatterico come questo che vi consigliamo: https://amzn.to/3dmLcpU

Per lavarsi le mani in modo ottimale e limitare il rischio di contagio da COVID-19 è importante seguire la seguente procedura, che deve durare non meno di 40 secondi totali:

MEDICINA ONLINE COME LAVARSI LE MANI CON SAPONE ANTIBATTERICO PER ELIMINARE IL VIRUS COVID 19 CORONAVIRUS.jpg

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Mani screpolate: riconoscerle, prevenirle e trattarle con i cosmetici giusti

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO MANI MASSAGGIO BRACCIA DITA POLSOLe mani secche e screpolate sono il risultato di tutti quegli insulti termici, chimici e fisici che ogni giorno si abbattono sulle nostre mani. L’utilizzo smodato di detergenti aggressivi, gli sbalzi di temperatura e la scarsa attenzione nella cura delle mani possono alterare la naturale barriera idrolipidica che riveste l’epidermide; in questo modo, la pelle delle mani perde progressivamente la propria elasticità intrinseca, apparendo visibilmente screpolata, desquamata ed irritata. Il fenomeno delle mani screpolate si accompagna normalmente ad altri disturbi: primi fra tutti, l’arrossamento delle mani, la formazione di micro taglietti sulla pelle e la tipica sensazione di avere la “pelle che tira”.
Vediamo dunque quali soluzioni si possono adottare per ripristinare l’integrità della pelle e come si può prevenire il problema delle mani screpolate.

Identikit di riconoscimento delle mani screpolate

  • Al tatto: la pelle delle mani è ruvida, disidratata, poco elastica e secca.
  • Trama della pelle: irregolare, caratterizzata da piccole rughe e desquamazioni.
  • Colorito: ingrigito, spento, apparentemente poco sano.
  • Complicanze: la pelle è arrossata, presenta fessurazioni ed è calda al tatto.

Cause

La comparsa di screpolature (conosciute con il nome di ragadi) sulla pelle delle mani è favorita da un intreccio di fattori di natura differente. Vediamoli nel dettaglio.
Tutti sappiamo che le mani screpolate sono una condizione caratteristica dei mesi più freddi: quanto detto ci fa giustamente pensare che la presenza delle ragadi sulle mani sia in qualche modo influenzata dal clima. In effetti, quanto ritenuto dal pensiero comune trova anche un effettivo riscontro scientifico. Dal momento che le mani vengono solo di rado riparate dal clima mediante l’ausilio di guanti, risultano continuamente esposte all’azione del vento e del freddo, i principali responsabili delle screpolature della pelle e delle labbra. Inoltre, anche lo smog, l’inquinamento e le polveri possono aderire alla pelle delle mani, favorendo una repentina modificazione dello stato di salute della pelle.
Non dobbiamo comunque dimenticare che le mani screpolate possono manifestarsi anche durante i mesi più caldi: imputati, in questo caso, sono i pericolosissimi raggi UV del sole che, a lungo andare, possono tra l’altro danneggiare anche le fibre di collagene ed elastina, ponendo le basi per la formazione di macchie sulla pelle (lentigo solari).
Nella lista dei fattori di rischio per le mani screpolate non mancano le abitudini cosmetiche sbagliate: i lavaggi delle mani eseguiti con detergenti aggressivi, troppo sgrassanti e di scarsa qualità, così come un’asciugatura non perfetta od un abuso di detersione, possono impoverire il naturale film idrolipidico, predisponendo all’insorgenza di fenomeni irritativi, arrossamenti, disidratazione e pelle secca. Ricordo che il film idrolipidico cutaneo è una sorta di pellicola presente sulla superficie della pelle, costituita da una componente idrofila (NMF) e da una frazione liposolubile data soprattutto dal sebo (95% del totale)
Da ultimo – ma non certo per importanza – le mani screpolate risentono dell’influenza genetica: non a caso, i membri della stessa famiglia tendono spesso ad accusare questo disturbo.

Trattamento cosmetico

Una pelle secca e screpolata è bisognosa di protezione, idratazione e nutrizione. A partire da questo presupposto, il trattamento cosmetico per migliorare l’aspetto delle mani screpolate prevede l’applicazione di più prodotti ad azione specifica.
La scelta dei cosmetici giusti non dev’essere indirizzata semplicemente verso creme idratanti ed ammorbidenti: la “cura” delle mani screpolate deve iniziare già dalla detersione. Ecco dunque che i saponi ed i detergenti devono essere selezionati con cura: da preferire indubbiamente quelli delicati, a pH neutro, meglio ancora se impreziositi con principi attivi funzionali nutrienti e protettivi (es. olio di cocco).
Le creme emollienti, idratanti e nutrienti dovrebbero essere distribuite sulle mani più volte al giorno, soprattutto prima di uscire di casa e prima di coricarsi per il riposo notturno.
Le cosiddette “creme da giorno” per le mani screpolate dovrebbero assorbirsi velocemente per evitare che l’untuosità residua ostacoli i movimenti e le normali azioni quotidiane. Per le creme da notte, invece, si consigliano prodotti anche più oleosi e profondamente nutrienti.
Da scartare le creme troppo profumate: i profumi possono infatti irritare la pelle o, nel peggiore dei casi, favorire persino fenomeni allergici.

CREME IDRATANTI
Abbiamo visto che la pelle delle mani screpolate presenta una scarsa quantità di sebo e di acqua negli strati superficiali dell’epidermide. Per ripristinare la componente idrica della pelle, le creme idratanti sono indubbiamente indicate. A tale scopo, la preferenza va rivolta verso le formulazioni contenenti glicerina, sorbitolo, acido ialuronico, pectine, mucillagini e proteine della seta.
Le creme idratanti possono essere impreziosite con altre sostanze funzionali per velocizzare la guarigione delle ragadi: a tale scopo, la calendula e l’iperico si rivelano molto adatte.

CREME EMOLLIENTI ED OCCLUSIVE
Le creme emollienti ed occlusive sono indispensabili per ammorbidire la pelle delle mani screpolate evitando nel contempo che l’acqua dell’epidermide evapori.
Le creme realizzate con l’olio di cocco sono estremamente efficaci per ammorbidire la pelle delle mani screpolate: un’applicazione costante di questo tipo di creme restituisce tono ed elasticità alle pelli aride. Anche l’olio jojoba (che in realtà è una cera liquida), il burro di karité, il burro di cacao, l’olio di mandorle dolci e l’olio di ricino sono ingredienti funzionali largamente utilizzati nella realizzazione di cosmetici emollienti per mani screpolate.

CREME ANTIAGE
Le mani screpolate costituiscono un fenomeno sempre più ricorrente tra le persone di età non più giovanissima. Donne e uomini maturi dovrebbero volgere l’attenzione verso creme in grado di posticipare o migliorare i segni dell’invecchiamento cutaneo precoce.
A tale scopo, le creme più indicate sono formulate con:
Olio di avocado, per le proprietà protettive solari, antirughe e stimolanti del rinnovamento cutaneo
Ceramidi, in grado di conferire un aspetto vellutato e morbido a pelli estremamente disidratate e screpolate
Vitamine A ed E
Estratto di melograno (ricco in vitamine, polifenoli, flavonoidi), dalle proprietà spiccatamente antiossidanti

Rimedi e prevenzione

Per prevenire le mani screpolate nei mesi invernali o per migliorarne l’aspetto, sono di seguito elencati alcuni importanti suggerimenti:
1) Evitare quanto possibile il contatto con detersivi, solventi ed altre sostanze irritanti: il consiglio è quello di indossare sempre i guanti in lattice (oppure realizzati con vinile o materiali ipoallergenici in caso di allergia al lattice) per lavare le stoviglie, i vestiti o quant’altro
2) Evitare l’utilizzo di saponi o detergenti dall’azione eccessivamente sgrassante; utilizzando questi prodotti il rischio è di rimuovere o danneggiare la sottile pellicola di rivestimento dell’epidermide (film idrolipidico). Per questo è importante preferire prodotti a pH compatibile con quello della cute e molto delicati
3) Durante i mesi invernali, proteggere sempre le mani con un paio di guanti di pile o lana prima d’uscire di casa è importante per evitare che l’aria ed il freddo insultino la pelle delle mani favorendo le screpolature
4) Bere almeno un paio di litri d’acqua al giorno per assicurare all’organismo un’adeguata idratazione anche dall’interno
5) Stimolare la microcircolazione delle mani alternando getti di acqua fredda e calda durante il lavaggio
6) Applicare regolarmente una crema dall’azione emolliente e idratante sulle mani, anche d’estate
Durante i mesi estivi, si raccomanda di applicare sulle mani una crema solare per proteggere la pelle dai raggi UV
7) Non fumare
8) Evitare i luoghi eccessivamente inquinati
9) Assicurare all’organismo una giusta dose di vitamine e minerali, prediligendo gli alimenti ricchi in ferro, riboflavina, niacina e vitamina E: ricordiamo brevemente che anche alcune carenze vitaminiche possono predisporre all’insorgenza delle mani screpolate.

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I dieci comandamenti delle unghie sane, forti e belle: mai più unghie fragili e che si spezzano

MEDICINA ONLINE MANO METTE SMALTO SU UNGHIE DITA COSMETICA BELLEZZALe unghie, per la loro posizione nel corpo, rivestono fin dall’antichità una grande importanza dal punto di vista estetico per le donne, che da sempre le usano come straordinaria arma di seduzione. Purtroppo però, anche se apparentemente possono apparire robuste, le unghie possono andare incontro a sfaldamento, rottura, fragilità oltre a costituire sede di svariate patologie di grande complessità e varietà. Eppure ci sono molti modi, anche estremamente semplici, che permettono di mantenere le unghie in forma, vitali, robuste e forti, in una parola: belle! Vediamo quali sono con questo pratico decalogo.

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I migliori prodotti per la cura delle unghie

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere di mani e piedi, in grado di migliorare forza, salute e bellezza delle tue unghie e della tua pelle:

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