Segno di Babinski bilaterale: cos’è e che patologia indica?

MEDICINA ONLINE RIFLESSO SEGNO BABINSKI POSITIVO CORTICOSPINALE PIRAMIDALE SINTOMI CERVELLO EMORRAGIA CEREBRALE ISCHEMIA EMORRAGICA ICTUS TETRAPARESI TETRAPLEGIA MORTE COMA PROFONDO STATO VEGETATIVOA PARALISICon “segno di Babinski” o “riflesso di Babinski” in semeiotica neurologica si intende una risposta anomala al riflesso cutaneo plantare, la quale indica la presenza di una lesione a carico del tratto corticospinale del sistema nervoso (che provvede ai movimenti volontari fini dei muscoli e che, in condizioni fisiologiche, esercita un’inibizione tonica del riflesso). Il riflesso cutaneo plantare si evoca strisciando una punta smussata lungo il margine laterale della pianta del piede, partendo da sopra il tallone, e portandola verso la parte supero-interna fino al primo metatarso. Nell’adulto, in condizioni di normalità, col riflesso plantare si induce la flessione plantare (o estensione dorsale) delle dita del piede, mentre in presenza di lesioni a carico del sistema corticospinale, lo stesso stimolo evoca la flessione dorsale (o estensione plantare) dell’alluce e l’apertura “a ventaglio” delle altre dita (fenomeno di Duprè), determinando quindi l’inversione del riflesso cutaneo plantare, vedi immagine in alto.

Riflesso di Babinski nei bambini

Il riflesso si verifica in bimbi al di sotto di un anno ed in questo caso NON è indice di patologia. Quando si verifica nei bambini tra 1 e 3 anni il segno positivo non è generalmente indice di patologia, ma potebbero essere necessari ulteriori accertamenti.

Patologie correlate

Il riflesso è bilaterale, quando si verifica sia nel piede destro che nel piede sinistro. Il segno di Babinski bilaterale positivo, al di sopra dei 3 anni di età, può indicare svariate patologie, tra le quali le più frequenti sono:

Paraparesi spastica familiare

Questa patologia può causare positività bilaterale del riflesso di Babinski, associata a iperreflessia e a spasticità progressiva con atassia e debolezza.

Trauma cranico

Si può avere positività unilaterale o bilaterale del riflesso di Babinski, come esito della lesione corticospinale primaria o secondaria all’aumento della pressione intracranica. Iperreflessia e spasticità si verificano frequentemente con la positività del riflesso di Babinski. Il paziente può an­che lamentare debolezza e incoordinazione. Altri segni e sintomi variano con il tipo di trauma cranico e includono cefalea, vomito, mutamenti di comportamento, alterazioni dei parametri vitali, riduzione del livello di coscienza con anomala dimensione pupillare e risposta alla luce.

Meningite

In quest’infezione, la positività bilaterale del riflesso di Babinski segue in genere febbre, brividi e malessere ed è asso­ciata a nausea e vomito. Quando la meningite progredisce, si manifestano anche riduzione del livello di coscienza, rigidità nucale, positività dei segni di Brudzinski e di Kernig, iperreflessia, spasticità e opistotono. Segni e sintomi associati includono irritabilità, fotofobia, diplopia, delirio e stupor che può progredire fino al coma.

Sclerosi laterale amiotrofica (SLA)

In questa patologia progressiva del motoneurone, si può riportare positività bilaterale del riflesso di Babinski con RTP iperattivi e spasticità. Solitamente la SLA si manifesta con fascicolazioni, associate ad atrofia e debolezza muscolare. La mancanza di coordinazione rende le attività della vita quotidiana difficili per il paziente. Segni e sintomi associati comprendono alterazioni del linguaggio, difficoltà di masticazione, deglutizione e respirazione, pollachiuria e minzione imperiosa, nonché, a volte, soffocamento ed eccessiva scialorrea. Anche se lo stato mentale rimane intatto, la prognosi sfavorevole del paziente può portare a periodi di depressione. La paralisi bulbare progressiva interessa il tronco encefalico e può causare episodi di pianto o di riso inappropriato. Per approfondire leggi: Sclerosi laterale amiotrofica (SLA): cause, sintomi, diagnosi e prognosi

Anemia perniciosa

La positività bilaterale del riflesso di Babinski si manifesta tardiva­mente in questa patologia, quando il deficit di vitamina Bpinteressa il sistema nervoso centrale. L’anemia può essere successiva al danno neurologico ed essa causa alla fine effetti gastrointestinali neurologici e cardiovascolari diffusi. Segni e sintomi gastrointestinali caratteristici includono nausea, vomito, anoressia, calo ponderale, flatulenza, diarrea e stipsi. L’emorragia gengivale e la lingua ulcerata e infiammata, possono rendere dolorosa l’assunzione di cibo, aggravando l’anoressia. Anche le labbra, le gengive e la lingua, appaiono notevolmente pallide. L’ittero può causare un colorito giallo più o meno intenso della cute. Segni e sintomi neurologici caratteristici includono neurite, debolezza, parestesia periferica, disturbi della propriocezione, in­coordinazione, atassia, positività del segno di Romberg, senso di leggerezza, incontinenza fecale e vescicale e alterazione di vista (diplopia, annebbiamento della vista), gusto e udito (tinnito). Questa patologia può anche causare irritabilità, scarsa memoria, cefalea, depressione, impotenza e demenza. Segni cardiovascolari caratteristici comprendono palpitazioni, aumento della pressione diffe­renziale, dispnea, ortopnea e tachicardia.

Atassia di Friedreich

Questa patologia familiare può causare positività bilaterale del riflesso di Babinski. Segni associati sono archi plantari ampi, iporeflessia, ipotonia, atassia, tremori al capo, debolezza e pareste­sia.

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Sclerosi multipla (SM)

Nella maggior parte dei pazienti affetti da questa malattia demielinizzante, la positività del riflesso di Babinski si manifesta alla fine bilateralmen­te. Questa è di solito successiva a segni e sintomi di SM, quali parestesie, nistagmo e offuscamento della vista o vista doppia. Segni e sintomi associati comprendono parola scan­dita (parole tagliate con pause tra le sillabe), disfagia, tremore, debolezza, incoordinazio­ne, spasticità, atassia della marcia, convul­sioni, paraparesi o paraplegia, incontinenza vescicale e, talvolta, perdita della sensibilità dolorifica, termica e propriocettiva. Anche la labilità emotiva è frequente. Per approfondire leggi: Sclerosi multipla: cause, sintomi, diagnosi e prognosi

Rabbia

La positività bilaterale del riflesso di Babinski, probabilmente provocata soltanto da stimoli non specifici, compare nella fase di eccitazione della rabbia. Questa fase si ve­rifica da 2 a 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi prodromici, quali febbre, malessere irritabilità (che si verifica 30-40 giorni dopo il morso di un animale infetto). La rabbia è caratterizzata da una marcata agitazione e da spasmi muscolari faringei estremamente dolorosi. La difficoltà nella deglutizione cau­sa eccessiva scialorrea e idrofobia, in circa il 50% dei pazienti affetti. Possono anche comparire convulsioni e iperreflessia.

Lesione del midollo spinale

Nella lesione acuta, lo shock spinale blocca temporanea­mente tutti i riflessi. Alla fine dello shock, compare la positività del riflesso di Babinski, che è unilaterale, se la lesione colpisce solo un lato del midollo spinale (Sindrome di Brown-Séquard) e bilaterale se il danno colpisce i due lati. Piuttosto che segnalare il ritorno delle funzioni neurologiche, la comparsa di questo riflesso conferma la lesione corticospinale. È associato a iperreflessia, spasticità e perdita variabile o totale della sensibilità tattile e do­lorifica, della propriocezione e del la funzione motoria. Nelle lesioni midollari cervicali più basse, si può verificare la sindrome di Hor-ner, caratterizzata da ptosi unilaterale, miosi pupillare e anidrosi facciale.

Tumori del midollo spinale

In questa patologia, la positività bilaterale del riflesso di Babinski si verifica insieme alla perdita della sensazione dolorifica e termica della propriocezione e della funzione motoria. Sono inoltre presenti spasticità, iperreflessia, assenza di riflessi addominali e incontinenza. Può essere presente dolore diffuso al livello del tumore.

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Differenza tra paralisi e paresi

MEDICINA ONLINE FISIOTERAPIA RIABILITAZIONE DISABILE SEDIA ROTELLE CERVELLO CRANIO EMORRAGIA CEREBRALE ISCHEMIA EMORRAGICA ICTUS PARAPLEGIA EMATOMA EMIPARESI EMIPLEGIA TETRAPARESI TETRAPLEGIA DECUBITO RECUPERO PARALISILa parola “paralisi” o “plegia” indica la perdita completa, per lesione nervosa, della motilità volontaria che può interessare un territorio muscolare più o meno esteso. Secondo la localizzazione, la si definisce:

  • emiplegia: la paralisi interessa solo un emilato (lato destro o sinistro);
  • diplegia: la paralisi interessa due parti simmetriche del corpo, per esempio gli arti inferiori, ed in misura minore i superiori.
  • paraplegia: la paralisi interessa la parte inferiore del corpo;
  • tetraplegia: la paralisi interessa i quattro arti ed il tronco;
  • monoplegia: la paralisi interessa un solo arto.

La paresi è un disturbo che consiste in una diminuzione parziale della motilità di un distretto muscolare. Si distingue dalla paralisi in cui vi è la perdita completa dell’attività motoria. Esempi sono l’emiplegia e l’emiparesi: entrambi interessano un emilato, cioè solo un lato del corpo, il lato destro o il sinistro, la differenza principale risiede nell’entità del deficit motorio, più importante quando ci si riferisce all’emiplegia o emiparalisi (che è quindi più grave), minore nel caso di emiparesi (meno grave).

Nella emiplegia si ha quindi paralisi (perdita completa dell’attività motoria di un emilato) mentre invece nell’emiparesi la perdita della funzione motoria è solo parziale.

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Segno di Babinski ed alluce muto: cosa significa?

MEDICINA ONLINE RIFLESSO SEGNO BABINSKI POSITIVO CORTICOSPINALE PIRAMIDALE SINTOMI CERVELLO EMORRAGIA CEREBRALE ISCHEMIA EMORRAGICA ICTUS TETRAPARESI TETRAPLEGIA MORTE COMA PROFONDO STATO VEGETATIVOA PARALISIPer alluce muto si intende la mancata “risposta” del 1° dito del piede se adeguatamente “interrogato”.
“L’interrogazione” avviene da parte dell’esaminatore stimolando la cute plantare dal tallone strisciandola verso le dita, descrivendo un arco a sfiorare il margine esterno del piede, in modo da evocare un riflesso in flessione del 1° dito, detto appunto riflesso cutaneo-plantare. La mancata risposta in flessione viene definita: “alluce muto”.
Il significato della risposta in flessione è di tipo finalistico: fuga dai contatti nocivi. In poche parole la flessione potente del primo dito per un contatto/stimolo anche se solo lievemente fastidioso, è il primo atto per “fuggire” dallo stimolo stesso: la pianta del piede e dunque il soggetto cercano di allontanarsi dallo stimolo. Governo di salvaguardia del corpo assicurato dalla centrale neurologica delle cellule site nel cervello e i cui filamenti si prolungano nel midollo.

Qualora invece l’alluce risponda allo stesso stimolo con una estensione lenta e maestosa, associata alla divaricazione delle altre dita del piede, questo tipo di risposta verrà chiamato: segno di Babinsky. Ciò avviene quando c’è una lesione del 1°motoneurone e le cellule cerebrali, per interruzione del loro filamento, non possono più “governare” quelle periferiche site nel midollo spinale.

Le due condizioni sono dunque molto differenti:

  • La prima, l’alluce muto,non ha una correlazione, in assenza di segni o sintomi di altro tipo, con alcuna malattia. Traduzione: è un segno diagnostico che può essere in qualcuno molto sensibile, ma poco specifico.
    Può essere paragonata all’iporeflessia o assenza dei riflessi osteotendinei in alcuni pazienti assolutamente normali. Tanto è vero che in questi pazienti si riescono ad evocare tali riflessi, come il famoso riflesso patellare (o rotuleo), solo con particolari manovre dette”di facilitazione” che i medici mettono in opera in questi casi. Classica è la manovra di trazione delle mani per “facilitare” la risposta dei riflessi degli arti inferiori alla percussione del martelletto dell’esaminatore. Ma non sempre queste manovre possono “evocare “i riflessi che continuano a restare “muti” in persone assolutamente normali.
  • La seconda, il segno di Babinsky, è invece il segno caratteristico di una sofferenza del 1° motoneurone, quasi sempre presente in questi casi. Traduzione: abbastanza sensibile, molto specifico. nelle forme dubbie si cerca di esaltarlo con l’esecuzione contestuale del riflesso/segno di Oppenheim che cerca di ottenere la stessa estensione dell’alluce tramite lo sfregamento della cresta tibiale sul versante esterno.

In poche parole, avere un “alluce muto” di per sé, se da solo, non significa nulla. E’ una variante neuro funzionale presente in natura che non ha significato di malattia. Il Babinsky, invece, è sempre segno di una malattia.  Dopo di che, se si deve entrare, invece, nel campo degli allungamenti scheletrici, allora il discorso può cambiare.  Negli allungamenti di qualsiasi ordine e tipo è fondamentale che non vi siano contestuali sottostanti sindromi neurologiche e/o vascolari centrali e/o periferiche di nessun tipo.  Il rischio che eventuali condizioni patologiche border line si slatentizzino (diventino evidenti se “mute” fino a quel momento) è elevato, ma qualsiasi ortopedico che esegue questo tipo di interventi conosce benissimo i rischi di un allungamento di un segmento osseo in un paziente con una potenziale malattia neurologica/vascolare in itinere, ma non ancora compiutamente manifesta.

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Si muore di Alzheimer? Qual è l’aspettativa di vita?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MORBO ALZHEIMER PSICOSOCIALE COGNITIVO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneNel paziente con Alzheimer può cronicamente verificarsi una perdita di peso, nonostante la normale assunzione di cibo; questo si verifica anche perché il malato si dimentica di masticare o non sa più come deglutire, specialmente negli ultimi stadi della malattia. Un’altra conseguenza del malattia di Alzheimer è il deperimento muscolare, e una volta costretto a letto il malato può sviluppare piaghe da decubito. Più l’età avanza, più queste persone diventano vulnerabili alle infezioni. In conseguenza di tale accresciuta vulnerabilità, molti malati di Alzheimer muoiono di polmonite. Altre cause di morte sono le complicanze delle cadute e dell’allettamento, quali le fratture di femore e le infezioni da piaga da decubito.

Dalla diagnosi della malattia, in media i soggetti hanno un’aspettativa di vita di 6-8 anni, anche se molti possono sopravvivere anche fino a 20 anni. Nella maggior parte dei casi, la morte avviene per altre cause, come la polmonite che interviene come conseguenza dell’indebolimento del sistema immunitario che aumenta il rischio di infezioni ai polmoni.

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Erezione debole da ansia da prestazione: quali sono i rimedi e le cure?

MEDICINA ONLINE SESSO ANSIA PRESTAZIONE SESSUALE COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA CAMEL TOE LOVE FIRST TIME LOVER SEX GIRL MAPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, ti consiglio di leggere: Erezione debole o assente da cause psicologiche: cura e rimedi

Cosa fare per i problemi di erezione psicologici?

Blocchi mentali di vario genere, come quelli descritti nell’articolo appena citato, possono concorrere singolarmente, o in gruppo, nel creare il problema di erezione psicologico. Questo problema va in primo luogo accettato come “normale” meccanismo psico-fisico perché, come abbiamo visto prima, non sempre sono sinonimo di gravi disturbi mentali. Anzi, il più delle volte, sono semplici sintomi di piccole tendenze mentali non adatte a provocare e mantenere l’erezione durante i rapporti sessuali. Difatti quasi sempre i problemi di erezione psicologici si verificano solo durante il rapporto sessuale con la partner, e non nell’intimità durante l’autoerotismo (masturbazione). Accettare il problema di erezione mentale, capendo che non è nulla di assolutamente grave, ma una normale conseguenza di tali tendenze mentali non adatte a provocare l’erezione, è il primo importante passo da fare.
Ma accettare solamente il problema senza poi cercare di “correggerlo”, o di intraprendere una metodologia specifica per migliorare i fattori mentali che provocano e mantengono l’erezione del pene durante il sesso, porta col tempo a un peggioramento della situazione mentale e dei suoi problemi erettivi e sentimentali connessi. Dopo aver accettato il problema bisogna, quindi, cercare subito il metodo specifico per eliminare le cause mentali dei problemi di erezione psicologici e, allo stesso tempo, per migliorare e potenziare le cause mentali che provocano e mantengono l’erezione del pene.

Tecniche consigliate

Ecco le tecniche ed i modi che consiglio per superare problemi legati alla disfunzione erettile da cause psicologiche:

  • Eseguire esercizi e tecniche mentali per elevare l’autostima sessuale, la sicurezza interiore e in se stessi, la serenità mentale durante il rapporto sessuale e l’eccitabilità mentale. In altre parole, tutti i fattori psicologici e mentali che provocano e favoriscono la qualità dell’erezione durante il rapporto sessuale con la tua partner.
  • Parlare apertamente col partner del tuo problema, cercando di affrontarlo insieme. Ricordati che l’ansia che hai tu, specie la prima volta con un partner nuovo, la può avere anche l’altra persona, quindi giocare “a carte scoperte” può rappresentare un valido aiuto.
  • Creare delle situazioni più eccitanti del solito, ad esempio fai l’amore in posti nuovi o consiglia al partner di indossare una lingerie più “maliziosa” o ad esempio una parrucca, o un vestito eccitante. Questi stimoli sono così potenti che possono a volte bastare per sovrastare l’ansia da prestazione; leggi anche: Aumentare il desiderio sessuale femminile: guida completa
  • Esegui gli esercizi di Kegel. Allena fisicamente il muscolo pubococcigeo può aiutarti anche dal punto di vista psicologico; leggi: Esercizi di Kegel: allena il muscolo pubococcigeo per aumentare potenza sessuale ed eiaculazione
  • Evitare di guardare spesso porno online e di masturbarsi in maniera compulsiva, leggi: Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online in 14 passaggi
  • Altro aiuto può ovviamente provenire da alcuni farmaci, a tal proposito leggi anche: Meglio Viagra, Cialis, o Levitra per trattare la disfunzione erettile? Un utile confronto tra i tre farmaci 
  • Un aiuto molto importante può essere fornito da un medico sessuologo.

Integratori alimentari

Si può provare con opportuni integratori che possono aiutare, a volte anche con il semplice effetto placebo, la vostra erezione, a tal proposito qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto:

Se credi di avere un problema di erezione debole da cause psicologiche, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a risolvere definitivamente il tuo problema.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PRENOTA UNA VISITA CONTATTI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLeggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenza tra cervello e encefalo: anatomia e funzioni in sintesi

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Mangiare meno ringiovanisce il tuo cervello2

Il cervello è l’organo principale del sistema nervoso centrale, situato all’apice del nevrasse, all’interno del cranio. Il cervello si occupa, insieme al sistema endocrino, di parte della regolazione delle funzioni vitali ed è sede delle regolazioni omeostatiche e delle funzioni cerebrali superiori. Nell’uomo l’attività del cervello, studiata dalle neuroscienze, dà vita alla mente con le sue funzioni cognitive superiori e più in generale alla psiche con le sue funzioni psichiche, studiate nell’ambito della psicologia.

L’encefalo è invece quella parte del sistema nervoso centrale completamente contenuta nella scatola cranica e divisa dal midollo spinale tramite un piano convenzionale passante subito sotto la decussazione delle piramidi. L’encefalo è costituito da varie parti:

  • cervello (diviso in telencefalo e diencefalo);
  • tronco encefalico (le cui parti sono mesencefalo, ponte e bulbo);
  • cervelletto.

Quindi appare chiaro quale sia la differenza tra cervello ed encefalo: il cervello è semplicemente una delle parti (la più voluminosa) che compongono l’encefalo.

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Differenza tra aggressività passiva, attiva e patologica

MEDICINA ONLINE RABBIA AGGRESSIVITA PATOLOGICA ATTIVA PASSIVA DIFFERENZA ADULTI BAMBINI BAMBINA BIMBO URLO SILENZIO ARRABBIATURA IRA SGUARDO CATTIVERIA INCAVOLATURA AGGREDISCE ALTRI.jpgCi sono società, come ad esempio quella degli eschimesi, in cui l’aggressività non è mai manifestata in maniera pesante, ma bensì in modo passivo. La persona aggressiva, in questa popolazione, si ritira semplicemente dalle attività: quindi punisce il gruppo, che conta sull’insieme delle persone per cacciare, pescare e sopravvivere. Questa è un’aggressività passiva che nella nostra cultura è molto più rara. Nell’aggressività passiva il soggetto non manifesta un comportamento, ma fa subire la propria immobilità a livello sociale, come nel caso delle popolazioni eschimesi. Se uno nel gruppo si toglie, in realtà è aggressivo, proprio perché sottrae una risorsa, cioè se stesso, alla sua tribù.

Nell’aggressività attiva, invece, le manifestazioni dall’individuo convergono verso l’esterno, dando vita ad attacchi fisici e verbali.

Esiste anche l’aggressività patologica, che è legata ai traumi psichici o alle situazioni di stress prolungate. In questi casi il rapporto con gli altri si può compromettere in modo temporaneo oppure più prolungato. In un quadro psicopatologico queste persone sono prive della capacità di accogliere sentimenti di amore e di bontà. Vivono di elementi traumatici, come conflitti genitoriali, carenze affettive, stili formativi ed educativi particolarmente restrittivi o comunque non consoni. Queste situazioni aiutano la strutturazione di emozioni negative, alle quali si legano poi sentimenti come la sofferenza, la rabbia, la collera fino ad arrivare all’ira.

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Differenza tra cervello e cervelletto: caratteristiche comuni e diverse

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME FATTO CERVELLO SERVE FUNZIONA MEMORIA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio PeneIl cervello è l’organo principale del sistema nervoso centrale, situato all’apice del nevrasse, all’interno del cranio. Il termine corretto per indicare l’insieme delle strutture contenute all’interno della scatola cranica è encefalo, di cui il cervello è una parte. Il cervello si occupa, insieme al sistema endocrino, di parte della regolazione delle funzioni vitali ed è sede delle regolazioni omeostatiche e delle funzioni cerebrali superiori. Nell’uomo l’attività del cervello, studiata dalle neuroscienze, dà vita alla mente con le sue funzioni cognitive superiori e più in generale alla psiche con le sue funzioni psichiche, studiate nell’ambito della psicologia.

Il cervelletto è una struttura ellissoidale, impari e mediana, costituita da due emisferi. Esso si trova nella fossa cranica posteriore , quindi al di sotto e posteriormente al cervello ed è separato dal cervello da un ispessimento della dura madre che si chiama Tentorio del cervelletto. È importante il fatto che sia in fossa cranica posteriore perché qualunque cosa che fa gonfiare il cervelletto, questo comprime sul tronco e può provocare la morte, (arresto respiratorio, arresto cardiaco, cardio-respiratorio e così via); quindi è importante il fatto che sia in questa posizione.

Quali sono le caratteristiche comuni e differenziali?

  1. Entrambi hanno una struttura con pieghe e solchi:
    • Solchi e pieghe del cervello sono multidirezionali, conferiscono al cervello quell’aspetto tipo “griglio di noce”.
    • Il cervelletto invece ha pieghe trasversali che sono disposte perpendicolarmente all’asse longitudinale, cioè perpendicolari al maggior asse del cervelletto. A differenza del cervello ha dunque una struttura molto più ordinata.
  2. Distensione delle superfici:
    –    Se noi prendessimo la superficie corticale della corteccia cerebrale e la distendessimo assomiglierebbe a un drappo irregolare del diametro più o meno di una trentina
    di cm in un senso e nell’altro. Questa poi viene raggomitolata e posta nella teca cranica.
    –    Invece il cervelletto, visto che i solchi sono posti longitudinalmente, se noi lo stendessimo otterremmo una striscia lunga due metri e mezzo e sottile pochi centimetri.
  3.  Spessore della corteccia:
    •    Lo spessore della corteccia cerebrale è di alcuni millimetri.
    •    Solo alcuni decimi di millimetri la corteccia cerebellare
  4.  L’architettura è la stessa, infatti la struttura è:
    –    sostanza grigia all’esterno, fasci di sostanza bianca all’interno, nuclei profondi al centro.
    –    cervelletto la stessa identica cosa, sostanza grigia, sostanza bianca, nuclei al centro.
  5. Volume:
    •    Se poniamo il volume del cervello pari al 100%
    •    il volume del cervelletto è solo il 10%, da cui si capisce perché appunto “cervelletto”.

La presenza di neuroni in cervello e cervelletto è nettamente diversa, ovvero:
–    là dove ci sono 20 mila milioni (miliardi) di neuroni nel cervello
–    ce ne sono 100 mila milioni (miliardi) nel cervelletto. Quindi nel cervelletto che è più piccolo c’è un numero di neuroni nettamente maggiore rispetto a quelli del cervello.

La sostanza grigia corrisponde al pirenoforo, cioè al corpo cellulare, mentre la sostanza bianca corrisponde alle fibre mielinizzate, ecco perché il suo colore bianco.

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