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Palestra: ad obiettivi diversi corrisponde una diversa alimentazione
Chi pensa che per ottenere un buon fisico basti allenarsi, è fuori strada. La dieta che seguiamo è importante tanto quanto l’allenamento. Se si ha come obiettivo l’aumento e la definizione della massa muscolare o anche il dimagrimento, la nostra alimentazione deve essere adeguata allo scopo.
Obiettivo crescita e definizione muscolare
Più i muscoli sono sviluppati, meno probabilità ci sono di subire infortuni. Inoltre, per l’effetto post combustione, i muscoli continuano a bruciare calorie anche dopo l’allenamento e più sono sviluppati, più calorie si bruciano per via del metabolismo più elevato. Per crescere i muscoli hanno bisogno di proteine: quando l’obiettivo è l’aumento di massa muscolare è necessario seguire una dieta ricca di proteine per evitare di vanificare gli sforzi e perdere massa muscolare invece di costruirla. È importante consumare proteine sia prima che dopo l’allenamento per massimizzare le performance. Se si tratta di allenamenti di durata inferiore ai 90 minuti non è necessario mangiare anche durante ma solo prima (un piccolo snack è sufficiente). Meglio evitare alimenti grassi e ricchi di fibre perché difficili da digerire. Alcuni muscoli sembrano non esistere perché nascosti sotto uno strato di grasso: per farli uscire allo scoperto bisogna eliminare il grasso in eccesso e mantenere la muscolatura assumendo in particolare questi alimenti:
- Acqua
I tessuti muscolari sono costituiti d’acqua e hanno bisogno di un apporto continuo di liquidi. L’acqua è contenuta in insalata o altre verdure. - Uova
Le uova contengono proteine e tutti gli amminoacidi essenziali che servono per costruire i muscoli. - Legumi
Fagioli o lenticchie contengono proteine e lo zinco, elemento senza il quale non avviene costruzione muscolare. Si sconsiglia di assumere legumi prima di un allenamento perché ricchi anche di fibre. - Frutti di bosco
Grazie agli antiossidanti e alle vitamine di cui sono ricchi. - Carne e pesce
Sono i fornitori numero uno di proteine e dopo un allenamento intenso reintegrano tutte le risorse. - Noci
Noci e mandorle, oltre che proteine, contengono acidi grassi. Anche i grassi vegetali sono importanti per la costruzione muscolare. Nessuna dieta dovrebbe escludere i grassi polinsaturi di noci, olive e olio di canola.
Obiettivo perdita di peso
Il concetto principale, da tenere sempre a mente se siete sovrappeso e volete dimagrire, è che il numero di calorie assunte deve essere inferiore a quelle consumate (equilibrio calorico negativo), il che significa che è necessario seguire una dieta ipocalorica o alzare le calorie consumate facendo maggiore attività fisica o alzando il metabolismo innalzando la % di massa muscolare. L’ideale è fare tre pasti al giorno a intervalli di 4 o 5 ore per dare al corpo la possibilità di bruciare grassi e anche evitare gli snack ricchi di carboidrati tra un pasto e l’altro. Per chiarire, i carboidrati non vanno eliminati completamente dal proprio regime alimentare, forniscono l’energia necessaria per svolgere un esercizio fisico e facilitano l’assorbimento dei minerali. Se però è presente abbastanza zucchero al momento di iniziare l’attività fisica, il corpo smette di bruciare grassi. Per questo piuttosto che eliminare i carboidrati bisogna sceglierli con attenzione e consumarli in porzioni da 30 g in associazione con le proteine, dopo l’allenamento: meglio preferire riso bruno, pasta integrale e quinoa per esempio.
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Da obeso a personal trainer: Mike Waudby tenta il suicidio e perde 118 chili in 18 mesi
Alcune storie ci fanno capire che nella vita sono poche le cose che non possono essere cambiate, se si è in possesso di passione, costanza e soprattutto una forza di volontà di ferro. Una di queste storie ci racconta la vita di Mike Waudby. Mike è un inglese 31enne di Kingston upon Hull che è arrivato a pesare 210 kg, un peso che sul suo corpo pesava così tanto – sia a livello fisico che mentale – da decidere di tentare il suicidio. Un gesto estremo che, però, ha fatto scattare qualcosa di positivo in lui e trovare la forza per dare un cambiamento definitivo alla sua vita. Oggi quel ragazzo, che non accettava la sua obesità, è un personal trainer e ha trovato anche l’amore.
“Quando avevo 21 anni, pesavo 140 Kg. Uscivo con i miei amici, ma, una sera, una ragazza si è avvicinata a me e mi ha chiesto di lasciare il bar, le ho chiesto il perché e mi ha risposto che la mia vista infastidiva lei e le sue amiche. Da quel giorno mi sono chiuso in casa per sette anni, e non mi sono più fatto vedere in pubblico, a parte quando dovevo andare dal medico.”
Quello di Mike è stato un traguardo raggiunto con tanti sacrifici e sofferenze. Dopo essere stato offeso pesantemente sulla sua fisicità da tante ragazze, è rimasto chiuso in casa per ben 7 anni. A 29 anni l’ago della bilancia era arrivato a toccare la soglia 210 kg. Poi la decisione di porre fine alla sua vita con un mix di farmaci e alcol che paradossalmente, proprio grazie a quel peso tanto odiato, l’hanno lasciato solo leggermente stordito.
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Impegno e costanza
Dopo il tentato suicidio Mike apre finalmente gli occhi: la morte non è la soluzione. La morte è issare bandiera bianca. E lui questo non lo vuole. Decide di lavorare seriamente sul suo corpo. Prova a fare qualche semplice movimento nella sua camera da letto. Il corpo gli pesa. Ma lui non ha NESSUNA intenzione di mollare. Compra un tappetino e due manubri. Inizia ad allenarsi con costanza facendo pesi ed esercizi a corpo libero in casa, lontano dagli occhi indiscreti. Non lo fa per farsi vedere: lo fa per se stesso. Lo fa per dimostrarsi che lui è più forte di quel grasso che lo imprigiona. Aumenta di volta in volta i pesi, prima con profonda sofferenza, poi via via con sempre più coraggio e fiducia nei suoi mezzi, supportato dai consigli degli amici. Si accorge che il corpo umano ha dei margini per risollevarsi dall’inferno, che mai avrebbe immaginato. Si accorge che il suo corpo ce la può fare e che risponde sempre meglio agli stimoli. Successivamente decide di aver bisogno dell’aiuto di un istruttore professionista e prende coraggio: esce finalmente di casa e si iscrive in una palestra. Consulta medici ed esperti del campo. Mangia meglio. I carboidrati non sono più la sua droga: la sua droga ora è l’allenamento. Lo specchio non è più un nemico e finalmente i suoi tratti di bel ragazzo si delineano liberandosi del grasso in eccesso che avevano tenuto in ostaggio la sua bellezza e la sua vita. Si fidanza con una ragazza che condivide con lui la passione per la palestra ed il fitness. Il suo fisico diventa sempre più scolpito ed armonioso. In meno di due anni è riuscito a perdere ben 115 kg ed ora ha deciso di aiutare quelli che erano nelle sue condizioni, a cambiare vita. Ben fatto Mike, che tu possa essere di esempio e di ispirazione per tanti!
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Correre non fa dimagrire
Ovviamente il titolo dell’articolo è volutamente provocatorio: un titolo più politically correct potrebbe essere “correre non fa sempre dimagrire”. Ma cominciamo con una domanda (apparentemente) facile: chi ha meno percentuale di grasso corporeo, uno sprinter professionista che corre i 100 metri o un maratoneta professionista che in gara corre per 42 km e 195 metri?
Sprinter o maratoneta?
La risposta che ricevo sempre é “un maratoneta”. Si puó capire perché le persone, a cui é stato ripetutamente detto che per ridurre il tessuto adiposo é necessario allenamento aerobico continuativo, pensino in questo modo. La loro risposta è sbagliata. Gli sprinter fanno ben poco allenamento aerobico continuativo, eppure hanno meno percentuale di grasso corporeo rispetto ad un maratoneta e questa non è una mia opinione ma un dato assolutamente oggettivo.
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Come è possibile ciò?
La ragione di questa apparente stranezza è da riconoscersi nella natura stessa dell’allenamento. Più alta è l’intensità (con intensità si intende la capacità di Massime Pulsazioni del Cuore), più calorie si consumano al minuto. Il maratoneta si sottopone a escursioni lunghe e frequenti nella zona aerobica e ciò provoca, per adattamento specifico, la perdita di tessuto muscolare importantissimo per tenere alto il metabolismo basale dell’organismo. Perché il corpo del maratoneta “sacrifica” la massa muscolare? La risposta è una domanda: vi siete mai chiesti perché i nuotatori professionisti sono “muscolosi ma non troppo”? Perché il muscolo è un tessuto molto pesante ed, estremizzando, un culturista quasi non riuscirebbe a stare a galla! Dato che il muscolo pesa più del grasso, è il tessuto da cannibalizzare preferito dal corpo per cercare di alleggerire il carico da trasportare, quando l’attività che svolge è portata più alla resistenza che alla forza esplosiva.
Correre sul tapis roulant non fa dimagrire
Tra i miei pazienti, quelli che vogliono dimagrire, è diffusa la falsa convinzione che per perdere adipe basti “corricchiare” il più a lungo possibile sul tapis roulant, magari un paio di volte a settimana. Poi doccia e a casa. Grande errore! Ovviamente non voglio dire che correre (in palestra, in pista o al parco sotto casa) non faccia perdere una certa quantità di massa grassa, né che sia una cosa buona per il nostro organismo – anzi fa benissimo a cuore, circolazione, polmoni e psiche – voglio invece affermare che un programma di allenamento volto al dimagrimento – incentrato quasi totalmente sull’attività aerobica e che tralascia l’attività anaerobica – non porta ai risultati sperati, ma al contrario produce una diminuzione della percentuale di massa magra presente nel corpo e ciò provoca una diminuzione del metabolismo del nostro corpo, cosa che non certo ci aiuta nel perdere peso!
Con la corsa perdi soprattutto acqua
Durante l’allenamento aerobico tipico della maggior parte delle persone che vogliono dimagrire, avviene una notevole perdita d’acqua e una combustione di acidi grassi e zuccheri. A differenza di quanto si possa pensare, i grassi persi dopo aver svolto attività aerobica prolungata sono di solito solo poche decine di grammi. Quindi è assolutamente inutile avviarsi frettolosamente verso la bilancia presente in palestra a controllare i kg persi dopo una bella corsa, in quanto l’abbassamento del valore indicato sulla bilancia è principalmente dovuto alla copiosa perdita di acqua mediante la sudorazione e non alla (esigua) perdita di grassi. Lo sapevate che un maratoneta perde tranquillamente 6 litri di acqua (non di grasso) durante un gara e che un calciatore durante un incontro ne può perdere anche due o più? Inoltre, se correte in palestra, sono quasi sicuro che non avete mai tenuto conto di un fattore quasi banale: per chi corre sul tapis roulant viene a mancare il tipico “effetto vento” che si ha correndo all’aria aperta, ciò determina – per chi corre in palestra – un innalzamento della temperatura maggiore e maggior perdita d’acqua, rispetto a chi corre al parco. In definitiva, dopo un’ora di corsa specie al chiuso, se pesate 1 kg di meno e siete felici, vi basterebbe sottoporvi ad una rapida bioimpedenziometria per farvi passare l’entusiasmo: avete sudato tanto, perso molta acqua ma poco grasso e, cosa peggiore, il vostro metabolismo basale è rimasto praticamente invariato. Triste ma è così!
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Correre ti fa mangiare di più
Moltissimi miei pazienti subiscono inoltre quello che io chiamo “effetto corro e mangio“: tornati a casa dopo un’ora di corsa in palestra, si mettono a tavola con l’idea che – avendo fatto quell’ora di attività fisica – possono permettersi di poter mangiare un “dolcetto” in più. Il risultato è che, al netto delle entrate e delle uscite, il soggetto in questione avrà paradossalmente assunto molte più calorie rispetto a quante ne avrebbe assunto se non avesse fatto quell’ora di corsa e non avesse assunto il dolcetto. Addirittura alcuni fanno la “corsa preventiva“: il giorno prima di un evento in cui prevedono di mangiare molto (come un matrimonio), fanno la loro corsetta di un’ora al parco pensando di poter mangiare chissà quanto il giorno dopo. Inutile dire che al matrimonio mangeranno ben più delle poche centinaia di calorie perse con quella corsetta. Paradossale, vero? Senza contare che, chi si comporta in questo modo, affronterà quella corsa una tantum senza fare stretching e, probabilmente, correndo come dei forsennati e quindi in modo sbagliato: ciò può arrecare molti danni alla loro salute! Correre BENE è una scienza, non ci si improvvisa corridori!
L’eccesso di attività aerobica può addirittura determinare dei danni:
1) Peggiora la relazione testosterone/cortisolo che impedisce l’abilità di aumentare la massa muscolare (quella che determina il nostro metabolismo e quindi la nostra capacità di dimagrire).
2) Aumenta lo stress delle ghiandole adrenali che PUÓ avere come conseguenza il SOVRAPPESO e produrre altre conseguenze indesiderabili per la salute.
Secondo il Dr. James Wilson (autore di Fatica Adrenale – La Sindrome di Stress del 21 Secolo), “le ghiandole adrenali hanno la funzione di produrre ogni minuto, una quantità precisa e bilanciata di ormoni”. Quando una persona fa troppo esercizio di tipo aerobico continuativo, le ghiandole adrenali possono alterarsi e possono avere come conseguenza la fatica adrenale. La fatica adrenale é associata a sintomi come: stanchezza, senso di paura, allergia, indebolimento del sistema immunitario, artrite, ansia, depressione, fatica cronica, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, insonnia e piú importante in relazione a questo articolo, la inabilità di perdere peso.
3) Aumenta lo stress ossidativo che accelera i processi di invecchiamento.
Secondo l’endocrinologa Dr. Diana Schwarzbein (autrice del Secondo Principio Schwarzbein), “l’ossidazione” é un processo che favorisce la formazione di radicali liberi nel corpo. Normalmente il corpo neutralizza i radicali liberi con sostanze conosciute come antiossidanti. Solo in presenza di una eccessiva produzione di radicali liberi, il corpo non é in grado di neutralizzare tutti i radicali liberi. Questo ha come conseguenza ALTERAZIONI nel metabolismo che rende più difficile perdere peso ed accelera i processi di invecchiamento.
4) Secondo alcune teorie, la corsa prolungata causerebbe addirittura danni irreversibili alle articolazioni.
5) Altera l’equilibrio degli ormoni sessuali femminili.
Ma allora correre fa male?
Come già precedentemente affermato, lungi da me affermare che l’allenamento aerobico ben eseguito sia inutile o dannoso. Tutto il contrario: è importantissimo (il piede è addirittura considerato il secondo cuore del corpo: camminando/correndo, la pressione col terreno, spinge il sangue che ristagna alle estremità degli arti inferiori, verso il cuore, impedendo le famose “gambe gonfie”) ma deve essere svolto nella maniera corretta e accostato all’allenamento anaerobico (oltre ad una corretta alimentazione!). Esso apporta poi notevoli benefici, non solo per quanto riguarda l’aspetto fisico, ma anche quello mentale, liberando endorfine nell’organismo che ci faranno provare una sensazione di benessere generale notevole.
Allenarsi in maniera corretta
Cosa fare allora? Continuare imperterriti a macinare km su km incuranti della perdita di massa muscolare, oppure cercare di combinare i benefici dell’allenamento aerobico con i risultati di quello anaerobico? La seconda che hai detto. Bisogna semplicemente mixare il tutto in un’unica soluzione per ottenere i risultati sperati. Allenamento aerobico (non eccessivo) per aumentare la sudorazione, capacità polmonare e battito cardiaco, in associazione ad un buon allenamento anaerobico per mantenere e migliorare la muscolatura che è il vero motore del nostro metabolismo e della nostra perdita di grasso. I due tipi di allenamento: insieme per vincere!
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Aiuto dottore, ho un ritardo delle mestruazioni!
Le mestruazioni che ritardano possono rendere contentissime alcune donne (che provano magari da mesi a rimanere incinte) o possono fortemente intimorire altre (che hanno paura di una gravidanza indesiderata).
Il nostro corpo è una macchina che rasenta la perfezione, tuttavia – come potranno confermare le lettrici – un ritardo delle mestruazioni non è affatto un evento raro nella vita di una donna in età fertile. Le cause che possono provocare il ritardo delle mestruazioni, anche quando il ciclo sia fondamentalmente regolare, possono essere tra le più svariate, nella maggior parte dei casi non di origine patologica. Fenomeni transitori in cui la mestruazione salti o arrivi con settimane di posticipo, possono verificarsi anche per condizioni di particolare stress o a seguito di periodi emotivamente impegnativi. Naturalmente, quando una donna è in ritardo con le mestruazioni, una gravidanza è la prima cosa a cui possa pensare qualora abbia avuto rapporti sessuali non protetti, ma si tratta solo di una delle tante possibilità da vagliare. Ad esempio, subito dopo il menarca, che è il termine medico che indica la prima mestruazione in assoluto di una donna, è normalissimo che il ciclo non sia subito regolare, ma che tenda a “saltare” o a ritardare, prima di assestarsi in maniera definitiva. Per questo motivo ci si comincia a preoccupare di un ciclo “ballerino” a partire almeno dai 18 anni. Vediamo tutte le possibili cause.
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Gravidanza
Come abbiamo visto, uno dei sintomi tipici della gravidanza è proprio il ritardo delle mestruazioni. Ogni donna conosce, o dovrebbe conoscere, i ritmi del proprio corpo, per questo chi abbia un ciclo sempre perfettamente regolare, potrà sospettare di essere rimasta incinta anche con mestruazioni in ritardo di una sola settimana. Più in salita il discorso per le donne il cui ciclo mensile sia sempre irregolare, perché in questo caso probabilmente dovrà attendere più tempo per cominciare a rendersi conto che i segnali che il suo corpo le lancia sono collegati proprio ad un avvenuto concepimento e finalmente correre a fare il test di gravidanza. Talvolta, nelle donne che desiderano spasmodicamente diventare mamme, il ritardo delle mestruazioni porta sovente ad un test negativo, perché anche se il corpo sembra dare tutti i sintomi della gravidanza, in realtà si tratta solo di una suggestione. In generale, per chi non stia cercando un bambino, attenzione ai metodi anticoncezionali poco sicuri. Un ritardo delle mestruazioni dopo un coito interrotto, ad esempio, potrebbe indicare davvero un bebè in arrivo, perciò state sempre molto attente e cercate di utilizzare contraccettivi che vi proteggano dalle gravidanze indesiderate.
Disturbi della tiroide
Disturbi della tiroide, la ghiandola endocrina che si trova nella nostra gola, sia che si tratti di iper-tiroidismo che di ipo-tiroidismo, possono dare come sintomo proprio un ritardo delle mestruazioni. In questo caso, addirittura si arriva ad un fenomeno chiamato oligomenorrea, ovvero poche mestruazioni in un anno, sintomo di una ridotta attività ovarica. Si tratta di un disturbo che può essere curato grazie ad una integrazione ormonale sostitutiva che “rimette” in sesto anche il ciclo, oltre a tutte le altre funzioni fisiologiche legate all’attività della ghiandola tiroide, ma è importante porvi riparo quanto prima per non compromettere la fertilità.
Dimagrimento e disturbi dell’alimentazione
Oscillazioni di peso, diete drastiche, dimagrimenti da stress e infine disturbi dell’alimentazione come anoressia e bulimia possono incidere sul ciclo mestruale provocandole forti ritardi fino – nei casi limite – all’amenorrea, ovvero la cessazione completa. E’ importante, quindi, qualora si desideri perdere peso, affidarsi ad un bravo dietologo che stabilisca il fabbisogno calorico indispensabile per non compromettere l’attività ovarica della donna, e quindi la sua fertilità.
Stop della pillola contraccettiva
Un ritardo delle mestruazioni può verificarsi quando si smette la pillola. Infatti quando le ovaie sono state messe “a riposo” per tanto tempo (spesso anni in cui la donna abbia assunto continuativamente la pillola contraccettiva), ci impiegano un po’ di tempo prima di rimettersi in pari, diciamo così. Bisogna comunque stare attente in queste fasi delicate di passaggio, perché anche se il ciclo è ancora irregolare, un’ovulazione è sempre possibile, e di conseguenza anche una gravidanza.
Altre cause
Spesso e volentieri un ritardo delle mestruazioni si verifica dopo l’estate. E’ un fenomeno noto a molte donne, che non ha nessun significato specifico se non un piccolo scombussolamento o riassestamento ovarico legato al caldo e al ritmo stagionale. Nulla di cui preoccuparsi. Qualche volta, poi, il ritardo delle mestruazioni avviene senza altri sintomi, e allora possiamo senza dubbio pensare che si tratti di un problema legato alla nostra emotività. Nelle donne molto sensibili, infatti, le vicende personali possono influire sulla regolarità del ciclo, alterandolo. Emozioni intense, nuovi amori, fine di amori, stress (anche positivo), viaggi e spostamenti continui, persino un trasloco possono portare ad un ritardo del ciclo. Tuttavia, se il ritardo si prolunga oltre i tre mesi, è sempre meglio rivolgervi al vostro medico.
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