Cerco la gravidanza: quanto tempo è necessario per rimanere incinta?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma A CAPIRE SONO INCINTA SINTOMI GRAVIDANZA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina AnoSi potrebbe paragonare il concepimento di un figlio a una vera e propria vincita alla lotteria: per vincere bisogna giocare, ma quando si gioca non si è mai sicuri di vincere! Quanto tempo mediamente è necessario per restare incinta? Se hai dei rapporti sessuali regolari, frequenti e nei periodi più fecondi (per le donne con un ciclo regolare i rapporti dovrebbero essere concentrati tra circa il decimo ed il quindicesimo giorno dopo il ciclo mestruale), calcola in media 8 mesi di attesa, prima di poter rimanere incinta. Se fai l’amore nei periodi più fecondi, senza utilizzare contraccettivi, hai 1 possibilità su 5 di restare incinta, cioè il 20% di probabilità. Ovviamente questi dati sono estremamente variabili, alcune rimangono incinte al primo tentativo mentre altre dopo anni di prove. La probabilità di gravidanza senza eccessive attese aumenta statisticamente al diminuire della vostra età: più siete giovani e più velocemente potete rimanere incinte.

Leggi anche:

Fare un controllo

Se sai per certo che tu e il tuo partner avrete problemi nel concepire un figlio, (se per esempio un componente della tua o della sua famiglia ha avuto dei problemi di infertilità), è meglio fare subito un controllo, invece di aspettare inutilmente. Lo stesso vale per coloro che hanno più di 38 anni: fate un controllo se avete qualche dubbio. L’incapacità di ottenere una gravidanza dopo almeno un anno di rapporti liberi, permette di fare diagnosi di infertilità.

Leggi anche:

 

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Dita sporche di sperma toccano la vagina: c’è rischio di gravidanza?

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVPuò una mano o un dito sporchi di sperma, penetrando in vagina o anche solo massaggiando la zona esterna degli organi genitali femminili, determinare l’avvio di una gravidanza?

Le possibilità di rimanere incinta sono molto più basse rispetto ad una eiaculazione avvenuta direttamente all’interno della vagina, tuttavia anche un dito sporco di sperma può tecnicamente veicolare il liquido seminale all’interno del canale vaginale e dare avvio alla gravidanza, anche se lo sperma è stato emesso ore prima, poiché grazie al plasma seminale in cui sono immersi, gli spermatozoi riescono a sopravvivere a lungo nell’ambiente dopo l’eiaculazione.

Per questo motivo – per evitare gravidanze indesiderate – dopo una eiaculazione, è bene sempre lavarsi bene le mani con detergenti adeguati.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Aborto spontaneo: cos’è, sintomi iniziali e come riconoscerlo

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MI CHIAMO BAMBINO MAI NATO Riabilitazione Nutrizionista Dieta Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Pressoterapia Linfodrenaggio AnoCon la terminologia “aborto spontaneo” si indica un’interruzione di gravidanza che avviene spontaneamente entro i primi 180 giorni di gravidanza. Nella maggioranza dei casi l’aborto spontaneo si verifica però nel corso del primo trimestre di gravidanza. È una condizione molto più diffusa di quanto si creda: si calcola infatti che possa interessare fino al 30% delle gravidanze. L’aborto spontaneo può essere “completo” (caratterizzato dall’espulsione spontanea totale dell’embrione o feto senza vita); oppure “incompleto” o “ritenuto” (quando la gravidanza è ancora parzialmente o completamente presente nella cavità uterina, ma non vi è attività cardiaca dell’embrione o feto).

Quali sono le cause dell’aborto spontaneo?

Molte e diverse sono le cause che possono provocare un aborto spontaneo.
Tra queste ricordiamo:

  • anomalie cromosomiche (è sicuramente la causa più frequente di abortività spontanea. La frequenza aumenta con l’aumentare dell’età materna);
  • malformazioni congenite (utero setto, unicorne ecc) o acquisite (polipi, fibromi) dell’utero;
  •  incontinenza cervicale (il collo uterino tende a dilatarsi in epoca molto precoce di gravidanza, anche in assenza di contrazioni, conducendo all’espulsione del feto);
  • malattie autoimmuni o trombofiliche (in cui aumenti , cioè, la coagulazione del sangue);
  • patologie infettive come toxoplasmosi, rosolia, infezione da citomegalovirus che possono contagiare il feto e causarne la sofferenze e poi la morte;
  • infezioni vaginali non trattate;
  • insufficienza del corpo luteo che non produce abbastanza progesterone, l’ormone che favorisce l’impianto e il mantenimento della gravidanza nel primo trimestre.

Leggi anche:

Quali sono i sintomi dell’aborto spontaneo?

Come riconoscere tempestivamente un aborto spontaneo? Non sempre è possibile, esistono infatti aborti silenti, ossia privi di sintomi (in questo caso, la diagnosi è clinica, attraverso l’ecografia). In altri casi, invece, l’aborto si manifesta attraverso perdite ematiche o contrazioni uterine. I sintomi con cui si può presentare un aborto spontaneo possono essere molto diversi tra loro e variabili in rapporto alle diverse situazioni cliniche. Il sintomo più comune di un aborto spontaneo è comunque il sanguinamento vaginale improvviso e apparentemente senza cause, accompagnato o non dal dolore. Assieme al sangue, vari parti di tessuto o coaguli possono anche fuoriuscire dalla vagina. In alcuni casi può anche manifestarsi un malessere generale o una astenia (mancanza di forze).

Come prevenire un aborto spontaneo?

I trattamenti preventivi nei confronti dell’aborto spontaneo differiscono molto tra di loro a seconda della causa all’origine dell’aborto.
Il riposo è generalmente il primo e principale trattamento che viene consigliato in caso di minaccia d’aborto. – Una terapia preventiva a base di progesterone può essere efficace nei casi in cui si sospetti una insufficienza del corpo luteo.  In caso di patologie autoimmuni (come la sindrome da antifosfolipidi) o in condizioni di eccessiva trombofilia, possono essere prescritti l’utilizzo di eparina o di acido acetil-salicilico.  Nei casi di incompetenza cervicale verrà eseguito il cerchiaggio della cervice. È bene provvedere al trattamento di patologie come il diabete o a carico della tiroide già prima dell’inizio di una gravidanza.

Leggi anche:

Diagnosi

Generalmente la diagnosi di aborto spontaneo si basa su:

  • visita ginecologica;
  • ecografia.

Possono essere prescritti anche:

  • test di gravidanza;
  • dosaggio plasmatico della frazione beta dell’ormone della gravidanza (HCG). L’HCG viene prodotto a partire dall’impianto in utero e aumenta costantemente fino al terzo mese di gravidanza. Le sue modificazioni sono utili per capire l’evolutività o meno di una gravidanza.

Leggi anche:

Trattamenti

Diagnosticato un aborto spontaneo, le strade possibili sono generalmente due:

1) la terapia chirurgica: è il cosiddetto “raschiamento” mediante isterosuzione. In pratica, si procede all’aspirazione del materiale abortivo ritenuto in cavità uterina, mediante una cannula inserita attraverso il canale cervicale.
2) in alcuni casi si può decidere di attendere la spontanea espulsione del materiale abortivo dall’utero o facilitarne l’espulsione stessa tramite la somministrazione di farmaci che facilitino la contrazione uterina. Si parla in questo caso di “condotta di attesa”, che viene applicata soprattutto nei casi di aborto incompleto (più raramente nel caso degli aborti interni), e soprattutto se l’aborto è avvenuto nelle settimane iniziali di gravidanza.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi articoli, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Come si fa a capire se l’imene si è davvero rotto o no?

MEDICINA ONLINE IMENE ROTTURA SANGUE VAGINA DOLORE SESSO PENE PENETRAZIONE DONNA RAGAZZA SESSUALITA RAPPORTO SESSUALE SPERMA EMORRAGIA CHIAMARE DOTTORE FEMMINILE GINECOLOGIA MESTRUAZIONI.jpgL’imene è situato subito prima dell’inizio della vagina, non in profondità, appena dopo le piccole labbra. Lo si può vedere anche da sola, usando uno specchietto, sedendosi sul bidet a cosce aperte e con una fonte di luce davanti: si vede una specie di plica di tessuto carnoso, rosa-rosso, attaccata alle pareti vaginali subito all’interno delle piccole labbra, che non chiude completamente l’orifizio vaginale. Solitamente nel mezzo dell’imene, anche se ancora integro, vi è uno o più forellini, necessari per la fuoriuscita delle mestruazioni.

Quando la donna non è più vergine, cioè se l’imene è stato lacerato, il tessuto potrà apparire in vari modi:

  • come un anello di tessuto di colore uguale alla mucosa vaginale, inserito tutt’intorno all’ingresso della vagina;
  • come dei resti di tessuto come delle piccole sporgenze rosa-rosse.

Potrebbe anche essere praticamente non più visibile, vedi immagine in alto, sul lato destro.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Dove si trova l’orifizio dell’uretra femminile rispetto alla vagina?

MEDICINA ONLINE VULVA LABBRA GRANDI PICCOLE LABIA MINORA MAJOR VAGINA SEX SESSO DONNA APPARATO SESSUALE FEMMINILE CLITORIDE MEATRO URETRALE OPENING IMENE VERGINITA WALLPAPER PICS PICTURE PHOTO.jpgIl meato uretrale (o orifizio, o apertura, in inglese urethral opening) è un piccolo forellino relativamente ben nascosto che nella vulva è posizionato al di sopra dell’apertura della vagina ed al di sotto del clitoride (vedi foto in alto). Attraverso il meato uretrale fuoriesce l’urina che – attraverso l’uretra – giunge dalla vescica.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Prima volta e sesso: consigli su come introdurre il pene in vagina

MEDICINA ONLINE SESSO ANALE ANO RETTO LUBRIFICANTE PRIMA VOLTA COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA CAMEL TOE LOVE FIRST TIME LOVER SEX GIRL MAN YOUNG WOMAN WA SQUIRTIG.jpgUna delle difficoltà che molti ragazzi e ragazze vivono, soprattutto nel corso delle prime loro esperienze sessuali, è quello di riuscire ad introdurre con semplicità il pene all’interno della vagina.
Nelle scene di molti film questa fase abbastanza delicata viene mostrata come se si trattasse di un’azione automatica che consente un incastro facilissimo da realizzare ma, in realtà, non è sempre così. Infatti spesso nei film accade che gli attori, in qualsiasi luogo si trovino, mediante qualsiasi posizione assunta e con ogni tipologia di abito addosso, riescano soltanto attraverso l’avvicinamento dei corpi, ad iniziare il rapporto con estrema naturalezza.

Da dove cominciare?

Conoscere la corretta anatomia degli organi genitali è il primo punto di partenza per non avere difficoltà nell’atto penetrativo. La vagina infatti non è perpendicolare al corpo ed è quindi fondamentale conoscerne la direzione per orientare correttamente il pene al momento della penetrazione; anche il pene in erezione non è mai tangenziale al corpo. Al fine di non provare e non far sentire dolore al partner ma, al contrario, godere appieno del rapporto sessuale, è quindi importante agevolare le conformazioni corporee e pensare alla penetrazione del pene in vagina come se si dovesse infilare un guanto partendo dall’alto verso il basso con la massima inclinazione del corpo femminile per iniziare e poi modificando l’angolo di questa fino alla posizione desiderata. La vagina bisogna considerarla come se fosse un sacchetto vuoto per tipologia di forma, capace di modificarsi straordinariamente grazie alla sua naturale capacità elastica.

Preliminari

Per fare l’amore la prima volta come si deve, prima di tutto non saltate i preliminari. Queste carezze permettono di scoprire il corpo dell’altro e instaurano una complicità tra i partner. Lasciati andare a queste sensazioni ancora sconosciute, per capire quello che provoca piacere a te e al tuo compagno. Carezze intime, baci languidi e massaggi erotici favoriscono l’eccitazione di cui avrete bisogno per passare all’atto sessuale. Toccate, massaggiate e baciate il vostro partner dappertutto, fino alle parti intime. Non esitare a dire al tuo partner di rallentare, se provi fastidio.

Leggi anche: Un uomo può avere un orgasmo senza eiaculare sperma?

Preparare la vagina con le dita alla prima penetrazione

L’erezione del pene e la lubrificazione vaginale indicano la presenza di uno stato eccitatorio da parte dei due partner; tali condizioni sono importantissime per iniziare la penetrazione nel modo giusto. Bisogna “preparare” la vagina (e l’imene se presente) con un dito (e poi due) in precedenza durante le “prime volte” senza la penetrazione con il pene. Inoltre i ragazzi/adulti devono sapere che non solo con la masturbazione si possono procurare facilmente orgasmi in tutte le donne e a tutte le età, ma anche con le dita in vagina (e anche con un dito nell’ano, che facilita l’orgasmo, come scriveva Grafenberg già nel 1950) che si muovono circolarmente o avanti e indietro, specialmente se contemporaneamente si stimola anche il clitoride. Insomma si deve spiegare ai ragazzi a distendere gradualmente l’imene con le dita, delicatamente, senza dolore prima della deflorazione. La delicata stimolazione del punto G (vedi immagine in basso: il punto G è indicato in giallo) è molto eccitante per la maggioranza delle donne.

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DIRETTORE MEDICINA ONLINE TROVARE STIMOLARE PUNTO G FIND G SPOT SEX SESSO SESSUALITA VAGINA UTERO DONNA RAPPORTO AMORE CLITORIDE

Lubrificante per facilitare la penetrazione?

Una penetrazione vaginale difficoltosa, può essere di molto facilitata da un lubrificante di buona qualità, fatto che rende il rapporto più piacevole ed appagante per entrambi i partner. Il miglior lubrificate attualmente sul mercato, selezionato, testato e consigliato dal nostro Staff, è il seguente: http://amzn.to/2BUNEAO. Questo prodotto facilita e rende più piacevole sia il sesso vaginale che anale e può essere usato da solo, cospargendolo su dito/sex toy e superficie esterna dell’ano, o inserendolo all’interno dell’ano tramite un clistere di alta qualità come questo: http://amzn.to/2kmuIU4

Vibratori e sex toy

Esistono una serie di vibratori e sex toy, che possono essere usati per ottenere più piacere e rendere più appagante il rapporto per entrambi i partner, noi vi consigliamo questi:

Leggi anche:

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DIRETTORE MEDICINA ONLINE COME INTRODURRE PENE IN VAGINA PRIMA VOLTA PUNTO G FIND G SPOT SEX SESSO SESSUALITA VAGINA UTERO DONNA UOMO RAPPORTO SESSUALE AMORE CLITORIDE ORGASMO

In che posizione farlo la prima volta?

Se è la tua prima volta, rimanda le posizioni acrobatiche a quando sarete entrambi più esperti. Importante: non correre. Per la prima volta, la posizione del missionario (donna stesa a pancia in alto e lui sopra di lei) è la migliore. In questa posizione, la penetrazione è più naturale, dato che il pene si trova abbastanza allineato con la vagina. In seconda opzione, la donna può scegliere di stare a cavalcioni su di lui. Questa posizione permette alla donna di guidare il pene all’interno della sua vagina e di poter controllare i suoi movimenti. Tuttavia, al primo dolore, la donna potrebbe totalmente fermarsi, mentre invece – nella posizione del missionario – è l’uomo che spinge, anche se la donna prova un po’ di dolore e questo potrebbe aiutare la deflorazione. A penetrazione avvenuta, poi, se vi sentite pronti, potete già sperimentare qualche posizione diversa: usate la fantasia! Alla fine del rapporto, ed anche nelle prime ore successive, è normale essere un po’ indolenziti nelle zone dei genitali.

Fare l’amore la prima volta: la rottura dell’imene fa male?

Fare l’amore la prima volta implica quasi sempre la rottura dell’imene, una membrana che ricopre parzialmente l’orifizio vulvare della vagina. L’imene non ricopre del tutto la vagina, bensì ha una o più piccole aperture fisiologiche, necessarie per far defluire il sangue mestruale anche nel caso in cui la donna sia vergine nel menarca (cioè la prima mestruazione). Durante la penetrazione l’imene si rompe parzialmente o totalmente, il che – in alcune – può provocare un leggero sanguinamento e/o un lieve dolore. Queste perdite possono ricomparire anche nel secondo o terzo rapporto e ciò è del tutto normale. L’imene può anche non rompersi del tutto nel primo rapporto, tuttavia – dopo alcune penetrazioni – tenderà a logorarsi fino a praticamente sparire. La pratica regolare di uno sport, come ad esempio la danza o l’equitazione, distende molto l’imene: in questi casi la penetrazione sarà meno dolorosa. Dolore e sanguinamento sono comunque molto limitati: solo in caso di grande emorragia che non si blocca da sola, sarebbe il caso di contattare il medico.

Leggi anche:

Com’è fare l’amore la prima volta?

È davvero difficile arrivare “al settimo cielo” durante la prima volta, questo a causa di molti fattori, come ad esempio la paura di sentire dolore e lo stress. Solitamente c’è bisogno di pratica prima di arrivare a provare sensazioni veramente piacevoli, quindi non preoccupatevi se la prima volta è stata un “disastro”: spesso la prima volta viene idealizzata e quasi sempre, subito dopo, si ha come la sensazione che non sia stato un granché, specie tra le donne. Ripeto: non preoccupatevi: i vostri rapporti saranno sempre migliori e presto vi renderete conto che la penetrazione non è l’unica fonte di piacere.

Leggi anche:

Quanto conta la lunghezza del pene?

Il piacere fisico provato durante il rapporto non è necessariamente correlato alle dimensioni del pene. Certamente un micropene potrebbe rendere impossibile fornire un piacere sessuale completo ed appagante alla partner. In genere qualsiasi pene di dimensioni normali, che almeno superi i 10 cm di lunghezza in erezione, è capace di fornire buone “prestazioni”, tuttavia la sensazione di pienezza – in base all’opinione di molte donne – si raggiunge con un pene di oltre i 16 cm di lunghezza e 13 di circonferenza.

Leggi anche:

E se il pene è troppo grande?

Alcuni ragazzi potrebbero giustamente avere dubbi e timori riguardo la penetrazione, facendo i calcoli sulla lunghezza della vagina e su quella del pene: “se la vagina è lunga circa 7 cm mentre il pene in erezione raggiunge misure maggiori, in media circa 15 cm, come fa un pene ad entrare in vagina senza che si percepisca dolore?”.
La vagina nella parte anteriore misura circa dai 6 ai 7,5 cm mentre nella parte posteriore raggiunge i 9 cm ma la sua grande capacità è quella di potersi dilatare, come se fosse un elastico, sia in lunghezza che in larghezza e quindi di potere accogliere senza alcun problema un pene che in erezione risulta essere più lungo e grosso delle sue dimensioni.
È anche vero che se in media un pene eretto raggiunge la lunghezza di circa 15 cm, ci sono alcuni casi in cui il pene dell’uomo si spinge oltre i 20 cm: in tale circostanza può essere necessario fare entrare il pene in vagina con una certa attenzione, ovvero più lentamente e meno in profondità, per evitare fastidiosi traumi alla vagina ed all’utero. Può anche accadere che una piccola parte del pene resti fuori dalla vagina durante la penetrazione ma senza che questo rappresenti un impedimento al piacere del rapporto ed al raggiungimento dell’orgasmo per entrambi i partner.

Le precauzioni da prendere

Il fatto che si tratti della tua prima volta non vi esime dal prendere precauzioni: usate il preservativo per evitare qualsiasi malattia sessualmente trasmissibile e gravidanze indesiderate. Inoltre prima e dopo ogni rapporto lavate in modo adeguato i vostri genitali e le zone limitrofe, soprattutto l’ano. Per approfondire:

Dolore durante la penetrazione

Secondo alcune statistiche, addirittura 1 donna su 7 prova dolore durante l’atto penetrativo. È ovvio che questa condizione, spesso tenuta nascosta da molte donne, crea un intenso disagio sia per la donna che all’interno del rapporto di coppia. Se c’è dolore durante la penetrazione, è chiaro che continuare ad  insistere senza prima affrontare efficacemente il problema, non farà altro che intensificare il dolore. Sia fattori psicologici che fisici possono determinare tale situazione. Il vaginismo ad esempio è un tipo di disturbo caratterizzato dalla contrazione involontaria dei muscoli perivaginali che può rendere difficile e dolorosa il tentativo di penetrazione. Tale contrazione per la donna è involontaria, nel senso che non è lei che decide consapevolmente di irrigidirsi ma accade per motivi fisiologici ma più spesso per cause di natura psichica.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Imene: dove si trova e come riconoscerlo

MEDICINA ONLINE IMENE ROTTURA SANGUE VAGINA DOLORE SESSO PENE PENETRAZIONE DONNA RAGAZZA SESSUALITA RAPPORTO SESSUALE SPERMA EMORRAGIA CHIAMARE DOTTORE FEMMINILE GINECOLOGIA MESTRUAZIONIL’imene è una membrana che ricopre l’ingresso del canale vaginale. Si tratta di una parte del nostro corpo spesso poco conosciuta, simbolo da secoli della verginità femminile, l’imene viene visto come una sorta di muro da dover abbattere per poter iniziare ad avere una vita sessuale. In realtà questa membrana mucosa ha caratteristiche molto diverse da donna a donna e la rottura dell’imene non necessariamente deve avvenire con dolore o un eccessivo timore. Cerchiamo di scoprire qualcosa in più sull’imene e di sfatare insieme alcuni falsi miti legati alla sua rottura.

Com’è fatto l’imene?

L’imene è una membrana di tessuto biologico che serve a proteggere l’ambiente interno della vagina. Non esiste una tipologia unica di imene, ne sono state rilevate almeno 8 diverse conformazioni. Senza scendere troppo nel dettaglio, cosa che potete comunque fare con il vostro ginecologo, diciamo che non tutti gli imeni sono uguali ma presentano caratteristiche simili. La membrana si estende delle pareti della vagina verso l’interno. E’ solitamente molto sottile ed elastica. L’imene non è certo una membrana a tenuta stagna, altrimenti sarebbe impossibile la fuoriuscita delle normali secrezioni vaginali e delle perdite del ciclo mestruale. Alcuni imeni presentano un piccolo forellino al centro, altri invece hanno diversi forellini lungo tutta la loro superficie, altri ancora invece hanno piccole aperture lunghe e strette (simili ad un taglio verticale).

Dove si trova?

Molti pensano, sbagliando, che l’imene si trovi in profondità all’interno della vagina. In realtà questa membrana è molto più esterna, talmente vicina alla parte esterna degli organi genitali femminili da poter essere osservata dalla donna stessa attraverso un piccolo specchietto.
E’ quindi chiaro che può facilmente rompersi anche durante i preliminari, senza necessariamente dover arrivare alla penetrazione completa.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Smegma femminile, vulviti, cattivi odori vaginali e prurito: cura e prevenzione

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DONNA TRISTE STANCA STRESS SONNO TRISTEZZA DEPRESSIONE INSONNIALo smegma è un prodotto di secrezione dei genitali non solo maschili, ma anche femminili, cui si associano cellule epiteliali esfoliate provenienti dalle mucose, sebo, sporcizia, e materiali umidi, in genere di provenienza urinaria.

Dove si trova lo smegma nella donna?

Nella donna lo smegma si può ritrovare specie nelle pieghe del clitoride e nel solco tra le grandi labbra e le piccole labbra, soprattutto nei soggetti che tendono ad una scarsa igiene dei genitali.

Quali sono le conseguenze dell’accumulo di smegma?

La conseguenza principale della presenza cronica di smegma nella donna è una vulvite da inclusione di smegma, caratterizzata da:

  • bruciore;
  • cattivi odori;
  • infezione che può essere trasmessa al partner;
  • arrossamento;
  • sensazione di fastidioso prurito;
  • edema vulvare.

Smegma femminile: quali le soluzioni?

La terapia consiste nella rimozione delicata dello smegma e nell’impiego di soluzioni antisettiche per uso esterno. Può essere utile inoltre indossare biancheria di cotone (e non in fibra sintetica), ed usare una polvere a base di fecola di mais al posto del talco nell’are interessata. Usate un piuminio come quelli per la cipria e fate in modo di coprire con uno spesso strato le pieghe che si formano tra le gambe e la zona pelvica. È facile prevenire la formazione dello smegma risciaquando spesso con attenzione la zona del clitoride e delle piccole e grandi labbra, con dell’acqua tiepida ed un sapone delicato. Secondo alcuni, andrebbe evitato l’utilizzo del sapone in quanto potrebbe alterare il ph della pelle, causando così dermatiti aspecifiche. È importante prestare attenzione al fatto che – qualche volta – i deodoranti per la vostra intimità possono essere sconvenienti, in quanto tendono a modificare l’equilibrio batterico interno alla vagina. Questo può avere conseguenze nel pH interno. Gli odori sgradevoli possono essere indicatori di problemi medici potenzialmente importanti, ed i deodoranti spray od i lavaggi possono nascondere questa condizione.

Quale prodotto usare per prevenire lo smegma femminile?

Il miglior prodotto per la pulizia dei genitali femminili e la prevenzione di cattivi odori, prurito, smegma femminile ed infiammazioni, selezionato, usato e raccomandato dal nostro Staff di esperti, lo potete trovare qui: http://amzn.to/2C1hhAZ
E’ un detergente a base di estratti naturali di Timo e Salvia, utile in tutte le situazioni in cui è necessario associare all’azione detergente, un’attività antibatterica naturale (utile in caso di ciclo mestruale, post partum, in viaggio, in palestra) inoltre possiede un pH 3,5, perfetto per la pulizia dei genitali femminili.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!