Il diabetico può mangiare le ciliegie?

MEDICINA ONLINE BERE GELATO CILIEGE FRUTTA DIABETE BEVANDA CALORIE SODIO GLICEMIA GASSATA OLIGOMINARALE DISTILLATA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIETA CIBO PASTO LONTANO DAI PASTILa ciliegia è un frutto indicato anche a chi soffre di diabete? La risposta è sì a patto di non eccedere con le quantità perché come si suol dire “una ciliegia tira l’altra”.

Oggi si sente tanto parlare di indice e di carico glicemico ma pochi ne comprendono il senso. L’indice glicemico è la velocità con la quale 50 g di carboidrati provenienti da un determinato alimento sono capaci di far aumentare la glicemia rispetto a 50 g di carboidrati provenienti da un alimento standard che di solito è il glucosio o il pane bianco (indice glicemico pari a 100). In altri termini per calcolare l’indice glicemico dei vari alimenti qualcuno si è preso la briga di estrarre 50 g di zuccheri dalla cicoria, piuttosto che dalle banane o dalle rape rosse (mi domando quante rape rosse debbano essere state sacrificate allo scopo)!

L’altro concetto è quello di carico glicemico: esso esprime la quantità effettiva di carboidrati glicemizzanti (cioè in grado di far aumentare la glicemia) presenti in circolo dopo due ore dal pasto. Per ottenere questo valore basta moltiplicare l’indice glicemico per la quantità di alimento che stiamo mangiando.

Come suggerisce il buon senso se lo scopo è quello di tenere sotto controllo la glicemia la quantità di ciò che si mangia è più importante del suo indice glicemico. Fino a 40 l’indice glicemico è considerato molto basso, da 41 a 55 è considerato basso, da 56 a 69 è considerato moderato, da 70 in su è considerato alto! Utilizzando questi concetti molti alimenti sono stati banditi dalla dieta dei diabetici perché accusati di avere un alto indice glicemico. Quello che si trascura di considerare è che gli alimenti di origine vegetale contengono una quantità di acqua e di fibra tali che per ingerire 50 g di zuccheri ad esempio con le carote bisognerebbe mangiarne diversi chili! Più corretto sarebbe moltiplicare il carico glicemico per un coefficiente compreso tra 0 e 1 che riflette l’effettiva percentuale di zuccheri presente nel cibo in oggetto.

Indice glicemico delle ciliegie

Le ciliegie hanno un indice glicemico pari a 22 e quindi rientrano tra gli alimenti con indice glicemico molto basso.

  • Così se un diabetico mangia 100 g di ciliegie si espone ad un carico glicemico di 220. Ma poiché la percentuale di zuccheri per 100 g di ciliegie è di 12,5%, dopo due ore dall’ingestione nel sangue ci saranno appena 26,4 g di zucchero in più (22x100x0,125) e non 220! Il glucometro ce ne darà conferma!

Seguendo lo stesso ragionamento molti altri alimenti di origine vegetale possono essere riammessi a pieno titolo nell’alimentazione del diabetico! E questo anche in ragione dell’alto valore nutrizionale e dell’azione antiossidante.

Stress ossidativo

Lo stress ossidativo è uno dei fattori causali dell’insulino-resistenza e del diabete. Frutta e verdura apportano grandi quantità di antiossidanti. Il test ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity) ci consente di misurare l’azione antiossidante di alimenti e integratori e si basa sulla capacità di una sostanza antiossidante di inibire la degradazione ossidativa di una molecola fluorescente provocata dalle specie reattive dell’ossigeno.

L’indice ORAC di 100 g ciliegie è pari a 3747 unità!

Per contrastare i danni ossidativi si consiglia di assumere almeno 2000 Unità Orac/die. 100 g di ciliegie ne forniscono quasi il doppio!

Dunque a chiunque sia in condizioni di dover tenere a bada la glicemia dico di mangiare tranquillamente le ciliegie, ma anche le mele, il melone, l’anguria e così via dicendo!

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Celiachia e dieta senza glutine: fanno ingrassare o dimagrire?

MEDICINA ONLINE RISO RISOTTO CIBO DIABETICO INDICE GLICEMICO PASTA CARBOIDRATI GLICEMIA DIETA GRASSO PRANZOÈ un falso mito quello che seguire una dieta senza glutine faccia perdere peso, anzi a volte fa addirittura ingrassare, poiché i prodotti sostitutivi sono ricchi di calorie. Attenzione dunque agli alimenti gluten free, consumati dai celiaci, dagli allergici al frumento e da chi soffre di ipersensibilità  ma non solo: c’è anche da chi lo fa per moda. Che la dieta povera di glutine non faccia dimagrire lo spiega Alessio Fasano, direttore del centro ricerche sulla celiachia dell’Università  di Maryland, negli Stati Uniti.

Spiega l’esperto, tra l’altro uno degli autori del recente studio che ha individuato la gluten sensivity, disturbo che colpisce sei volte di più della celiachia: “occorre stare attenti a dichiarazioni come quelle recentemente sentite da personaggi dello spettacolo come la popolare conduttrice americana Oprah Winfrey, che ha seguito una dieta senza glutine per un periodo di tempo. Alimentarsi con prodotti sostitutivi, soprattutto snack e dolci, spesso significa assumere molte calorie in più.”

Al di là  dei celiachi, e di coloro che soffrono di un’ipersensibilità  al glutine, c’è chi segue un regime alimentare privo di glutine per moda, perché convinto che con questo tipo di alimentazione si possa perdere peso. Niente di più sbagliato, anzi è possibile che l’ago della bilancia si sposti in avanti, visto l’alto contenuto di calorie presente nei prodotti sostitutivi.

Se da una parte i celiaci, che sono affetti da un’intolleranza permanente al glutine, hanno la necessità  di seguire un’alimentazione particolare per evitare la reazione infiammatoria scatenata dal glutine, chi non presenta questo genere di intolleranza non ha motivo di seguire una simile dieta.

Viene dunque smentita una credenza popolare del tutto errata, ma del resto si sa che seguire una dieta senza il parere di un esperto può tradursi spesso in cattiva salute. Bisogna dunque prestare molta attenzione al regime alimentare che si decide di seguire quando si inizia una dieta, come sempre la migliore scelta è quella di consultare un dietologo o quella di orientarsi a un’alimentazione sana, senza privarsi di determinati alimenti, ma mangiare spesso frutta e verdura e diminuire dolci, bevande gassate e carboidrati, riducendo le porzioni e mangiando tre volte al giorno per combattere la fame.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

I diabetici possono mangiare i dolci?

MEDICINA ONLINE MANGIARE DOLCI CIOCCOLATO FRUTTA MAGRA DIABETE CALORIE GLICEMIA GASSATA OLIGOMINARALE RICETTA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIETA CIBO LONTANO DAI PASTI WALLP.jpgdiabetici devono stare alla larga dagli zuccheri, questo però non vuole dire che debbano rinunciare del tutto ai dolci, basta fare attenzione alla quantità e agli ingredienti.

Diabetici e dolci con la frutta
Dai dolci troppo ricchi di zucchero e creme dovrebbero stare lontani tutti, non solo i diabetici. Mentre per altri la conseguenza naturale è quella di scegliere dolci alla frutta, i diabetici in realtà devono fare attenzione anche alla frutta. Alcune varietà, contengono dosi di zucchero più alte, si pensi alle banane o ai frutti tropicali, meglio preferire mele, frutti di bosco, pesche, albicocche, melograno, meno zuccherini e quindi meglio tollerati. La considerazione però non va fatta esclusivamente sulla fonte di zuccheri, ma anche e soprattutto sulla quantità totale di zuccheri e carboidrati introdotti durante tutta la giornataPorzioni ridotte dunque sono fondamentali: il diabetico può concedersi una fetta di torta alla settimana, l’importante è non esagerare. Nel preparare un dolce alla frutta va considerato il fatto che la frutta essendo di suo zuccherina permette di usare meno zucchero nell’impasto.

Diabetici e ingredienti dei dolci
Altra questione importante è la composizione del dolce. Vanno preferiti quelli che privilegiano ingredienti a minor indice glicemico, come le farine integrali, i dolci poi dovrebbero essere poco o nulla zuccherati(esistono peraltro interessanti alternative allo zucchero), con confetture senza zuccheri aggiunti. Quanto ai dolci con frutta secca, va detto che noci, mandorle, nocciole e altri frutti secchi a guscio sono concessi, vanno invece evitati i canditi e la frutta disidrata dal momento che sono un concentrato di zuccheri. In merito all’utilizzo di yogurt nei dolci, è sempre da preferire quello bianco naturale senza zuccheri aggiunti. Via libera anche a un quadretto di cioccolato fondente, l’importante è che la pasta di cacao la faccia da padrone e che la percentuale di zuccheri aggiunti sia nulla o irrisoria. E il miele? Come lo zucchero incide sulla glicemia, però a suo vantaggio ha il fatto che essendo più dolce dello zucchero comune se ne può mettere meno per dolcificare. Attenzione infine ai dolci liquorosi: l’alcol contiene zuccheri.

I migliori prodotti per diabetici
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Il diabetico può bere caffè?

MEDICINA ONLINE CUCINA RICETTA GELATO AL CAFFE FATTO IN CASA CUCINARE DOLCE FACILE VELOCEAvere il diabete non significa doversi privare del caffè. La buona notizia per gli amanti della tazzina arriva da una ricerca USA pubblicata dalla rivista scientifica “Diabetes Care”.

Alcune ricerche in passato avevano sostenuto che consumare caffè potesse danneggiare la capacità di metabolizzare il glucosio nei diabetici. Un pool di ricercatori della Harvard School of Public Health, Boston, ha voluto verificarlo. Gli studiosi hanno analizato i dati di 3497 uomini diabetici seguiti dal 1986 al 2004. Nessuno aveva malattie cardiovascolari all’inizio dello studio e tutti hanno completato diversi questionari sulle loro abitudini alimentari nel corso del follow-up.

I ricercatori hanno così scoperto che consumare caffè, anche quattro o più tazze al giorno, non aumentava in modo significativo il rischio di malattie di cuore o le probabilità di morire nel corso dello studio, rispetto ai pazienti che non bevevano caffè.

Ovviamente particolare attenzione va prestata nell’uso dello zucchero: è preferibile assumerlo amaro o con il dolcificante che vi ha consigliato il vostro diabetologo.

Per approfondire: Il caffè fa ingrassare o dimagrire? Quante calorie ha?

I migliori glucometri per misurare la glicemia

I migliori apparecchi di ultima generazione per l’automonitoraggio della glicemia, selezionati, consigliati ed usati dal nostro Staff sanitario, sono i seguenti:

Sono strumenti abbastanza economici, tuttavia ottimamente costruiti, affidabili e professionali, prodotti da aziende che da anni sono leader mondiali nella produzione di tecnologie sanitarie.

I migliori prodotti per diabetici

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

La frittata fa ingrassare o dimagrire? Quante calorie ha?

MEDICINA ONLINE FRITTATA Italian egg pie EGGS PASTO FRITTA OLIO SAUSAGE DIET LIGHT GOOD DINNER DIETA DIMAGRIRE CALORIE MANGIARE INGRASSARE DIMAGRIRE COLESTEROLO CUCINA RICETTA LEGGERALa frittata è uno dei piatti più popolari della tradizione italiana. È gustosissima, facile da preparare e si possono usare praticamente tutti gli ingredienti che abbiamo in frigo per arricchirla.  La presenza di uova e di olio per friggerla e soprattutto di condimenti che potrebbero essere non proprio dietetici, può creare più di qualche dubbio in chi è a dieta. La frittata fa ingrassare? Oppure possiamo consumarla senza problemi Vediamolo insieme.

Non è un problema di frittata

Non è la frittata ad essere problematica di per sé, ma quello che utilizzeremo per farcirla e soprattutto per cuocerla. Una frittata preparata con ingredienti dietetici e cotta al forno, ad esempio, è ottima per la dieta. Avremo infatti circa 70 calorie per uovo utilizzato, più le calorie delle verdure o degli altri ingredienti dietetici che abbiamo utilizzato. Il problema nasce con le frittate farcite di formaggio e insaccati: a creare il problema per chi è a dieta non è la base di frittata in sé, ma gli ingredienti, appunto, che abbiamo aggiunto.

Qualche idea per una frittata perfetta per la dieta

La frittata è addirittura consigliata da qualche dietologo, in quanto è in grado di aggiungere varietà al nostro menù pur essendo una preparazione estremamente semplice. Vediamo insieme qualche preparazione che può aiutarci nella nostra dieta:

  • Frittata al forno di zucchine: a base di uova, zucchine cotte in padella senza grassi e un cucchiaio di parmigiano.
  • Frittata al forno con peperoni arrosto: possiamo utilizzare i peperoni arrosto come ingrediente principale di una omelette decisamente dietetica.
  • Frittata al forno con pollo: se avete qualche avanzo di pollo della sera prima, possiamo sfilacciarlo e utilizzarlo con due uova sbattute, un pizzico di pepe e una grattata di parmigiano.

Non solo uova sode

Chi vuole mangiare uova pur essendo a dieta non deve limitarsi per forza alle uova sode. Come vi abbiamo dimostrato in questo articolo si possono mangiare anche frittate gustosissime che siano comunque dietetiche, fermandosi prima della soglia delle 200 calorie.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Fumare fa ingrassare o dimagrire?

MEDICINA ONLINE FUMARE FUMO SIGARETTE NICOTINA DIPENDENZA DROGA TOSSICODIPENDENZA CANCRO TUMORE POLMONI GRASSO SMETTERE INGRASSARE DIMAGRIRE METABOLISMO CENERE MOZZICONE GIOVANI TABACCO TABAGISMO SMOKING.jpgMolti studi condotti sull’argomento hanno dimostrato che un adulto fumatore medio (10-12 sigarette al giorno) ha un metabolismo aumentato di circa 200 calorie quotidiane “grazie” alle sigarette. Ciò si spiega facilmente: la nicotina è un alcaloide facilmente assorbito dall’organismo che, oltre ad indurre dipendenza, esercita un potente effetto di accelerazione del metabolismo. Chi fuma brucia un po’ di calorie in più, rispetto ad un NON fumatore di uguale costituzione, dieta ed esercizio fisico.

La chimica della nicotina

La nicotina interagendo con specifici recettori nicotinici per l’acetilcolina, indurrebbe, al livello limbico, il rilascio di neurotrasmettitori come dopamina, noradrenalina, serotonina, glutammato e GABA.
Questa azione modulante, secondo diverse evidenze, potrebbe estendersi anche a livello periferico, con inevitabili conseguenze metaboliche, tra le quali:

  • Incremento del metabolismo di base per effetto simpaticomimetico;
  • Incremento della termogenesi;
  • Incremento della lipolisi ed aumentata mobilizzazione dei trigliceridi;
  • Aumento del dispendio energetico durante l’attività fisica;
  • Incremento dell’attività dell’insulina;
  • Riduzione delle concentrazione di Adiponectina.

A livello centrale, invece, la Nicotina sembrerebbe:

  • Potenziare gli effetti anoressizzanti della Llptina;
  • Controllare la secrezione di ormoni oressigeni come CART e POMC;
  • Indurre l’espressione di molecole in grado di controllare l’assunzione di cibo.

In conclusione, quindi, la nicotina sembrerebbe agire su due differenti fronti, il primo rappresentato dal controllo dell’appetito e della quantità di cibo introdotto, il secondo, invece, costituito dall’incremento del dispendio energetico. Per approfondire vi consiglio di leggere: Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare?

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Eliminare la tensione nervosa allo stomaco con i rimedi naturali

MEDICINA ONLINE DIETA FIBRA VERDURA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO COLAZIONE MERENDA PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO MASSA BILANCIA COLON INTESTINO DIGESTIONE STOMACO CALORIE FLATULENZA METEORISMOA tutti noi è capitato qualche volta di sentire dolore allo stomaco: fitte dovute alla tensione nervosa che si accumulano in questa parte del corpo e che producono malessere, tolgono la voglia di mangiare e, in qualche modo, hanno delle ripercussioni negative su tutto l’organismo.

Lo stomaco, così come l’intero apparato digerente, è una delle parti del corpo su cui si scarica più facilmente lo stato di stress ed ansia: in un periodo in cui ci sentiamo molto tristi o sopraffatti dalla quantità di lavoro oppure preoccupati per qualche problema familiare, il nostro stomaco ne risente subito, facendoci diventare inappetenti o facendoci prendere chili senza motivo apparente. Per combattere questo problema, vi diamo alcuni semplici consigli che vi aiuteranno a ridurre la tensione nervosa accumulata nello stomaco.

Tensione nervosa: perché si accumula nello stomaco?

Quando sperimentiamo una sensazione di stress molto forte, il nostro stomaco ne risente subito. In questo organo abbiamo infatti una specie di “molla” che si attiva quando abbiamo fame e che fa sì che vengano prodotti dei succhi gastrici. Ora, quando ci troviamo in uno stato di tensione, preoccupazione, ansia o stress, lo stomaco non risponde più agli stimoli nel modo corretto e l’intestino smette di produrre questa secrezione gastrica.

Questa condizione, conosciuta anche con il nome di dispepsia, provoca problemi di digestione, sensazione di pesantezza, bruciore di stomaco, ecc. Quando conviviamo quotidianamente con lo stress, i nostri processi digestivi vengono alterati e questo colpisce direttamente il tubo digerente, provocando sintomi come stitichezza, diarrea o vomito. È questo problema a causare, in alcuni casi, la comparsa dell’intestino irritabile.

Questo problema può interessare chiunque: uomini, donne, giovani, anziani… Lo stress è una malattia che colpisce tutti, senza distinzioni ed è bene sapere che il nostro apparato digerente, e in particolare lo stomaco, sarà il primo a subirne le conseguenze.

Consigli per rilassare la tensione nervosa nello stomaco

Evitate di consumare carboidrati: durante attacchi di ansia o stress, è molto comune sfogare il nervosismo mangiando la prima cosa che abbiamo sottomano, soprattutto cibi che ci piacciono molto. È normale ricorrere a merendine, caramelle, snack… Alimenti che non ci sazieranno e, per di più, peggioreranno il problema.

Questo provoca l’accumulo di grassi nel nostro corpo e la comparsa di tossine che renderanno ancora più difficile la digestione, facendola diventare molto più lenta e dolorosa. Se volete fare uno spuntino tra i pasti perché vi sentite nervosi o ansiosi, la cosa migliore è scegliere un frutto: una mela, una banana o anche uno yogurt naturale fermentato possono essere di grande aiuto. Contengono infatti prebiotici, sostanze che si prendono cura della nostra flora intestinale. Ricordate, però, di non scegliere mai alimenti ricchi di grassi, perché sono molto dannosi sia per lo stomaco che per l’intestino.

Per rilassare i nervi dello stomaco è bene prendere degli infusi dalle proprietà rilassanti. Se volete consumare delle tisane o del tè, però, ricordate di farlo due ore dopo i pasti, visto che queste piante tendono ad assorbire il ferro. Prendete nota dei seguenti infusi:

  • Camomilla: Prendetela due ore dopo ogni pasto, un cucchiaino con acqua bollente è l’ideale per calmare lo stomaco ed eliminare l’acidità. Ricordate di berla abbastanza calda; è una pianta perfetta per l’apparato digerente, perché ha proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche, antiflatulente, ecc.
  • Passiflora: Una pianta perfetta per eliminare i problemi gastrointestinali, per rilassare, per disinfiammare ed eliminare la tensione nervosa. Potete prenderla come infuso dopo i pasti, anche se è possibile assumerla in compresse che troverete in vendita nei negozi naturali.
  • Melissa: Solleva dagli spasmi dello stomaco, è rilassante e diminuisce la tensione muscolare. Potete prendere un cucchiaino delle sue foglie dopo i pasti, noterete subito dei miglioramenti.
  • Anice: È una pianta che si può dare come infuso persino ai bambini piccoli. I suoi benefici per lo stomaco e la digestione sono ampiamente riconosciuti: elimina i gas, il mal di stomaco, favorisce la digestione… È semplicemente perfetta. Potete prenderne due tazze al giorno, dopo i pasti.
  • Chiodo di garofano: Un’altra pianta medicinale perfetta in questi casi, visto che riduce l’infiammazione, elimina i gas e calma il mal di stomaco. Potete far bollire 15 grammi di chiodo di garofano in un litro d’acqua, passarlo per un colino e poi lasciarlo a riposo. È perfetto da consumare mezz’ora prima dei pasti.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenze tra prugna e susina?

MEDICINE ONLINE PRUGNE SUSINE FRUTTA DIFFERENZA DIFFERENZE SECCA FRESCO STITICHEZZA LASSATIVA WALLPAPER IMAGE PICSPrugna e susina sono lo stesso frutto? In tanti si pongono questa domanda, ma non tutti conoscono la risposta. Entrambi i termini indicano il frutto che nasce sull’albero del susino (Prunus domestica), detto anche “pruno” e originario dell’Asia. L’uso comune, in realtà, va oltre le classificazioni scientifiche: spesso si utilizza il termine “susina” per la qualità tonda e morbida, e “prugna” solo per quella blu-violacea dalla forma allungata, da cui deriva anche il colore prugna. La differenza è che quando il frutto è fresco si chiama susina, quando è secco si chiama prugna. Non c’è dunque alcuna differenza sul piano botanico. Due nomi diversi per indicare la stessa cosa, quindi, ma il nostro intestino conosce benissimo la differenza: le virtù lassative della prugna secca, o cotta, sono infatti note da tempi immemorabili.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!